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Appunti di Calcolo Numerico - Esercizi e Dispense - Università degli ...

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4. ZERI DI FUNZIONE<br />

Esempio<br />

Esempio 4.11.1 Ripren<strong>di</strong>amo l’esempio 4.8.1 in cui abbiamo confrontato gli schemi <strong>di</strong> Newton-<br />

Raphson e della Regula Falsi. An<strong>di</strong>amo a rivedere i valori <strong>degli</strong> scarti e a stimare il valore <strong>di</strong> p usando la<br />

formula appena scritta.<br />

n d n (N-R) p (N-R) d n (R-F) p (R-F)<br />

1 1.41452687E+00 5.E-02<br />

2 6.29766079E-01 1.24070285E+00<br />

3 1.40647107E-01 1.8526 8.55361810E-01 -0.11581<br />

4 1.03024203E-02 1.7436 1.43968803E-01 4.7913<br />

5 5.75004640E-05 1.9849 6.13774024E-02 0.47845<br />

6 1.79436599E-09 1.9997 7.14459392E-03 2.5226<br />

7 2.10317362E-04 1.6392<br />

8 7.91146198E-07 1.5836<br />

9 9.06448250E-11 1.6254<br />

Osserviamo che per poter iniziare a stimare il valore approssimato ( ) <strong>di</strong>( p dobbiamo ) avere fatto almeno tre<br />

dn+1 dn<br />

iterazioni in modo da poter applicare la formula p ≈ log /log .<br />

d n d n−1<br />

Dalla tabella, osserviamo che, per il metodo <strong>di</strong> Newton Raphson, a parte un’iniziale oscillazione, il valore<br />

<strong>di</strong> p tende a 2. Per il metodo della Regula Falsi invece si vede all’inizio un valore negativo (dovuto alla<br />

scelta dei due valori iniziali x 0 e x 1 ), successivamente ci sono forti oscillazioni, infine, quando si sta<br />

arrivando a convergenza, si hanno i valori <strong>di</strong> p = 1.6392,1.5836,1.6254. Ricor<strong>di</strong>amo che in questo caso<br />

p = 1.618 e l’approssimazione finale che otteniamo è abbastanza buona.<br />

Se, all’ultima iterazione, il valore dello scarto fosse zero o molto prossimo a zero (dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 10 −16 ,<br />

la precisione <strong>di</strong> macchina) allora la stima dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> convergenza non si potrà fare usando questo<br />

valore dello scarto (che altererebbe il risultato finale, dovendo praticamente fare una <strong>di</strong>visione per zero).<br />

In tal caso ci si ferma alla stima al passo precendente.<br />

4.12 <strong>Esercizi</strong><br />

<strong>Esercizi</strong>o 4.12.1 Si vuole risolvere l’equazione x = g (x) con lo schema del punto fisso; sapendo che<br />

g (x) = x 2 − 5x + 9<br />

(a) calcolare analiticamente il valore del punto fisso;<br />

(b) determinare il fattore <strong>di</strong> convergenza M dello schema del punto fisso;<br />

(c) calcolare le approssimazioni x 1 , x 2 e x 3 partendo prima da x 0 = 1 e poi da x 0 = 2.5 e giustificandone<br />

il <strong>di</strong>verso comportamento.<br />

Svolgimento<br />

(a) ξ è punto fisso della funzione g se verifica g (ξ) = ξ.<br />

Imponiamo dunque la con<strong>di</strong>zione g (ξ) = ξ. Ricaviamo ξ 2 − 5ξ + 9 = ξ, ovvero ξ 2 − 6ξ + 9 = 0, cioè<br />

(ξ − 3) 2 = 0, da cui ξ = 3 è punto fisso della g .<br />

(b) Il fattore <strong>di</strong> convergenza è M = g ′ (ξ).<br />

Poichè g ′ (x) = 2x − 5, si ha g ′ (ξ) = g ′ (3) = 1.<br />

Osserviamo che, a priori, non si può <strong>di</strong>re se lo schema del punto fisso converge o meno proprio<br />

perchè nel punto fisso la derivata prima vale esattamente 1, ma bisogna vedere caso per caso a seconda<br />

del punto iniziale da cui si fa partire il metodo.<br />

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