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Appunti di Calcolo Numerico - Esercizi e Dispense - Università degli ...

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9. PROBLEMI NON LINEARI IN PIÙ VARIABILI<br />

Il sistema GPS (Global Positioning System) è un metodo per determinare la posizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze misurate<br />

rispetto a punti dalle coor<strong>di</strong>nate note. Questi punti dalle coor<strong>di</strong>nate note sono i satelliti, che trasmettono un<br />

segnale in <strong>di</strong>rezione della terra.<br />

Un ricevitore GPS può misurare il tempo richiesto da un segnale per propagarsi da un satellite GPS fino<br />

al ricevitore stesso. Poichè il segnale viaggia alla velocità della luce, l’intervallo <strong>di</strong> tempo può essere convertito<br />

in <strong>di</strong>stanza moltiplicandolo per la velocità della luce stessa. In assenza <strong>di</strong> errori (quin<strong>di</strong> sincronizzazione<br />

perfetta tra l’orologio presente nel ricevitore e quello nel satellite, mancanza <strong>di</strong> ionosfera e troposfera, che,<br />

invece, rallentano l’arrivo del segnale, ...), una misura <strong>di</strong> questo tipo ci permette <strong>di</strong> avere informazioni sulla<br />

posizione del ricevitore: esso deve trovarsi in qualche punto della sfera centrata nel satellite e con raggio<br />

uguale alla <strong>di</strong>stanza misurata. Chiamiamo questa <strong>di</strong>stanza d 1 . Se, contemporaneamente, un secondo satellite<br />

invia un segnale allo stesso ricevitore, allora il ricevitore deve trovarsi anche da qualche parte sulla sfera che<br />

ha centro nel secondo satellite e raggio dato dalla <strong>di</strong>stanza misurata, d 2 . Le due sfere, quin<strong>di</strong>, si intersecano e<br />

sul cerchio generato dall’intersezione delle due sfere si troverà il nostro ricevitore. Un terza e simultanea misura,<br />

d 3 , data da un terzo satellite, dà una terza sfera che interseca le altre due in soli due punti: uno <strong>di</strong> questi<br />

punti può essere eliminato subito perchè non si trova sulla terra e rimane quin<strong>di</strong> un solo punto, che permette<br />

<strong>di</strong> identificare la posizione del ricevitore. Quanto abbiamo appena detto vale in linea teorica, in con<strong>di</strong>zioni<br />

ideali. Infatti, in genere, l’orologio atomico presente nel ricevitore GPS e gli orologi presenti nei satelliti non<br />

sono sincronizzati. Gli stessi orologi nei satelliti sono sincronizzati l’uno con l’altro con un certo errore che,<br />

per quanto piccolo (un millisecondo) esiste. Gli intervalli <strong>di</strong> misura del ricevitore sono affetti, quin<strong>di</strong>, da errori<br />

e, per questo motivo, sono chiamati pseudoranges. Un errore <strong>di</strong> tempo in termini <strong>di</strong> millisecon<strong>di</strong> può<br />

dare un errore nella posizione <strong>di</strong> circa 300 chilometri e questo, chiaramente, è un errore troppo grande!<br />

Le misure osservate, inoltre, sono affette da errori anche <strong>di</strong> altra natura, come gli effetti della ionosfera e<br />

troposfera, l’errore <strong>di</strong> misura del ricevitore stesso, errori <strong>di</strong> orbita ... Perciò, date delle misure affette da errore,<br />

dobbiamo cercare <strong>di</strong> capire le coor<strong>di</strong>nate del ricevitore. Semplifichiamo il problema applicandolo allo spazio<br />

R 2 .<br />

Sono date delle misure d i tra un punto incognito P 0 <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate (x 0 , y 0 ) (il ricevitore) ed n punti noti<br />

P i (x i , y i ) (i satelliti GPS). La <strong>di</strong>stanza osservata è affetta da errore <strong>di</strong> misura ɛ i . Quin<strong>di</strong> abbiamo la relazione<br />

tra <strong>di</strong>stanza osservata, <strong>di</strong>stanza esatta ed errore data da<br />

√<br />

d i = (x i − x 0 ) 2 + (y i − y 0 ) 2 + ɛ i , i = 1,2,...,n<br />

Abbiamo n equazioni non lineari in due incognite (x 0 , y 0 ). Per risolvere questo problema si minimizza la<br />

somma dei quadrati delle <strong>di</strong>fferenze tra il valore della <strong>di</strong>stanza misurata e il valore della <strong>di</strong>stanza esatta, vale<br />

a <strong>di</strong>re<br />

n∑ √<br />

n∑<br />

S(x 0 , y 0 ) = (d i − (x i − x 0 ) 2 + (y i − y 0 ) 2 ) 2 (= ɛ 2 i )<br />

i=1<br />

i=1<br />

Questa funzione assomiglia alla funzione S(a 0 , a 1 ) che avevamo costruito per ottenere la retta <strong>di</strong> regressione<br />

lineare ai minimi quadrati. Una <strong>di</strong>fferenza fondamentale, tuttavia, è che S(x 0 , y 0 ) è non lineare.<br />

An<strong>di</strong>amo allora a considerare la funzione δ i (x, y) = √ (x i − x) 2 + (y i − y) 2 , per i = 1,2,...,n. Osserviamo<br />

che δ i (x 0 , y 0 ) = √ (x i − x 0 ) 2 + (y i − y 0 ) 2 : è la <strong>di</strong>stanza esatta tra il punto P 0 e il punto P i , da cui d i = δ i (x 0 , y 0 )+<br />

ɛ i .<br />

Consideriamo un valore provvisorio noto <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate (x, y) vicino a (x 0 , y 0 ) in modo da poter linearizzare<br />

la funzione δ i (x, y). Applichiamo la formula <strong>di</strong> Taylor <strong>di</strong> centro (x, y), trascurando i termini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

superiore (rive<strong>di</strong>amo la formula <strong>di</strong> Taylor per funzioni vettoriali, applicandola però ad un’unica funzione che<br />

<strong>di</strong>pende da due variabili). Si ha<br />

136<br />

δ i (x, y) = δ i (x, y) + ∂δ i (x, y)<br />

∂x<br />

Allora<br />

δ i (x 0 , y 0 ) = δ i (x, y) + ∂δ i (x, y)<br />

∂x<br />

(x − x) + ∂δ i (x, y)<br />

(y − y)<br />

∂y<br />

(x 0 − x) + ∂δ i (x, y)<br />

(y 0 − y)<br />

∂y

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