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la classe digerente - CHIAIA MAGAZINE

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Anno III - N. 2 febbraio 2008<br />

Distribuzione gratuita<br />

www.chiaiamagazine.it magazine<br />

<strong>CHIAIA</strong><br />

<strong>CHIAIA</strong><br />

SAPER VIVERE LA CITTÀ<br />

il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo<br />

Edizioni<br />

Iuppiter Group<br />

«La c<strong>la</strong>sse dirigente diventa <strong>digerente</strong>.<br />

Assimi<strong>la</strong> e manda giù tutto, dalle inchieste<br />

del<strong>la</strong> magistratura alle critiche,<br />

alle contestazioni, alle accuse. Impavida<br />

e in sel<strong>la</strong>. Con mille cavilli non scende<br />

da cavallo. Protesta <strong>la</strong>bili innocenze,<br />

trasparenze offuscate, diritture morali<br />

frantumate. Fa autocritica retorica. Si<br />

autoassolve. Si riposiziona. Si risistema.<br />

Si rimpasta. Condivide <strong>la</strong> misura è colma,<br />

voltare pagina, chiudere il libro,<br />

aprire al futuro, cambiare passo, moralizzare.<br />

E resta al suo posto per rimboccarsi<br />

le maniche e annodarsi <strong>la</strong> cravatta<br />

pronunciando <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> decisiva:<br />

discontinuità».<br />

(Mimmo Carratelli, La Repubblica)<br />

<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

DIGERENTE


SOS <strong>CHIAIA</strong> <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 2<br />

Come migliorare <strong>la</strong> Municipalità 1 Scrivi a: info@chiaiamagazine.it<br />

EMERGENZE<br />

E DISSERVIZI:<br />

COLLABORA<br />

CON IL BLOG<br />

I lettori di Chiaia Magazine hanno, da quest’anno, uno strumento in più per <strong>la</strong>nciare gli<br />

«Sos Chiaia» e, soprattutto, per entrare in contatto con <strong>la</strong> redazione del giornale: il blog di<br />

Chiaia Magazine. Il nuovo spazio web (clicca: http://quellidichiaia.splinder.com) è a<br />

disposizione di tutti quelli che desiderano segna<strong>la</strong>rci disservizi ed emergenze. E’ possibile<br />

inviarci, quindi, non solo lettere, ma anche video e fotografie. A proposito di foto, <strong>la</strong> signora<br />

Candida Canazio, ha inviato in redazione uno scatto tragicomico: a via Petrarca un Wc, a<br />

cantiere chiuso, non mol<strong>la</strong> il suo posto al sole. Silvio da via Petrarca, invece, invita tutti a<br />

boicottare i prodotti provenienti da aziende venete dopo aver saputo che al Nord è partita<br />

un’azione di pubblicità denigratorie contro Napoli. Un’altra lettera arrivataci via mail e<br />

firmata Leonida ha un titolo che non ha bisogno di commenti: «Napoli piange». L’autore così<br />

scrive: «Ci spaventa l’arroganza di questa c<strong>la</strong>sse politica che muove i fili di questo grande<br />

teatro e finge di amare questa città. Bisogna salvare <strong>la</strong> più bel<strong>la</strong> città d’Italia».<br />

Via Petrarca: WC con vista panoramica<br />

NUMERI UTILI<br />

EMERGENZE-SICUREZZA<br />

CARABINIERI 112<br />

Stazione CC (via Orazio 73)<br />

Tel. 081.681122<br />

Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)<br />

Tel. 081.417486<br />

POLIZIA 113<br />

Comm. Posillipo (via Manzoni 249)<br />

Tel. 081.5983211<br />

Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)<br />

Tel. 081.5980311<br />

POLIZIOTTI DI QUARTIERE<br />

Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)<br />

Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)<br />

Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)<br />

POLIZIA STRADALE<br />

Tel. 081.5954111<br />

SOCCORSO STRADALE<br />

Tel. 081.803116<br />

VIGILI URBANI<br />

Tel. 081.7513177<br />

Unità oper. Riviera di Chiaia 105<br />

Tel. 081.7619001<br />

VIGILI DEL FUOCO 115<br />

GUARDIA DI FINANZA 117<br />

PRONTO SOCCORSO 118<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

MUNICIPALITÀ 1<br />

Sede Consiglio Tel. 081.7644876<br />

Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501<br />

SANITÀ<br />

PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI<br />

Tel. 081.2547256<br />

GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI<br />

Tel. 081.7613466<br />

OSPEDALE PAUSILIPON<br />

Tel. 081.2205111<br />

OSPEDALE FATEBENEFRATELLI<br />

Tel. 081.5981111 - 081.5757220<br />

DISTR. SAN. 44<br />

Assistenza Anziani Tel. 081.2547715<br />

Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928<br />

Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074<br />

Chiaia, un’ecopiazzo<strong>la</strong> e mezzo<br />

LA PAROLA AI LETTORI. Dovrebbero essere 4 secondo l’Asìa, ma<br />

non è così: sparite quelle di Vil<strong>la</strong> Pignatelli e via Giordano Bruno<br />

CAMPANE STRAPIENE<br />

ED ECOBALLE MEDIATICHE<br />

Caro direttore,<br />

segnalo un disservizio, grave in un momento come<br />

questo, nel prelievo rifiuti fatto dall'Asìa. Si<br />

tratta di questo. L'Asìa e il Comune stanno pubblicizzando<br />

al massimo i siti dove si deve portare<br />

p<strong>la</strong>stica, vetro, cartoni, rifiuti ingombranti e<br />

quant'altro. Queste informazioni sono state pubblicizzate<br />

sui giornali, distribuite in vademecum<br />

in tutta <strong>la</strong> città e diffuse dalle centraliniste del<br />

numero verde 800.161010. E allora vorrei sapere<br />

perché l'Asìa si ostina a dire <strong>la</strong> seguente bal<strong>la</strong>:<br />

che cioè nel quartiere Chiaia ci sono 4 ecopiazzole<br />

(cioè quelle dove si possono trovare insieme<br />

le 5 campane di vetro, carta, p<strong>la</strong>stica, stracci e<br />

piccoli elettrodomestci). In realtà c'è solo quel<strong>la</strong>,<br />

sempre strapiena, di l.go Sermoneta. Infatti le due<br />

a vil<strong>la</strong> Pignatelli e a via Giordano Bruno sono<br />

sparite e in quel<strong>la</strong> di via D'Isernia (vedi foto)<br />

mancano le 2 campane per stracci ed elettrodomestici.<br />

Insomma: un quartiere di 30mi<strong>la</strong> abitanti<br />

con una ecopiazzo<strong>la</strong> e mezzo. L'Asìa ci faccia<br />

un piacere: non dica balle.<br />

Pina Esposito<br />

RIONE SIRIGNANO: FIRME CONTRO<br />

UN RIPETITORE DI TELEFONINI<br />

Caro direttore,<br />

vista l'attenzione che da tempo viene riservata da<br />

Chiaia Magazine ai problemi delle zone più disagiate<br />

di Chiaia, vorrei informare i lettori che,<br />

già da tre o quattro mesi ormai, è stato instal<strong>la</strong>to<br />

un ripetitore per i telefonini sul tetto di una<br />

pa<strong>la</strong>zzina che si trova a Rione Siringnano, numero<br />

7. L'incresciosa novità è stata notata, oltre<br />

che da me, dai numerosi cittadini che risiedono<br />

nelle zone circostanti come in via Martucci. Siccome<br />

<strong>la</strong> scienza e l'opinione pubblica sono ancora<br />

divise sugli effettivi danni all'ambiente e alle<br />

persone causati da questo tipo di antenne, che certo<br />

bene non fanno, ho organizzato una raccolta<br />

di firme nel circondario che è stata presentata<br />

al<strong>la</strong> Municipalità insieme al<strong>la</strong> richiesta per ottenere<br />

che venga svolto uno studio di verifica<br />

ambientale sul<strong>la</strong> pericolosità del ripetitore, in<br />

quanto credo fermamente che i cittadini debbano<br />

essere consapevoli dei rischi ai quali vengono<br />

esposti a causa del<strong>la</strong> non curanza di un gestore<br />

di telefonia e di qualche residente connivente.<br />

Giuseppe Giuseppone<br />

RIQUALIFICAZIONE DI VIA BAUSAN:<br />

APPELLO DEI RESIDENTI<br />

Gentile redazione,<br />

ho accolto con grande piacere <strong>la</strong> notizia che a<br />

breve partirà <strong>la</strong> riqualificazione di via Bausan<br />

che comprenderà <strong>la</strong> sistemazione del manto<br />

stradale, dei sottoservizi, l’apposizione di paletti<br />

dissuasori del<strong>la</strong> sosta e una nuova illuminazione.<br />

Penso però che <strong>la</strong> riqualificazione<br />

del<strong>la</strong> via deve essere fatta a 360 gradi, quindi<br />

deve esserci anche una riqualificazione ingienica<br />

ed acustico-ambientale. L’enorme numero<br />

di locali dell’intrattenimento hanno causato,<br />

infatti, una caduta vertiginosa del<strong>la</strong> qualità<br />

del<strong>la</strong> vita di noi residenti di via Bausan. Chiedo,<br />

quindi, che <strong>la</strong> Prima Municipalità si attivi<br />

affinché nel pacchetto di riqualificazione si<br />

considerino gli aspetti indicati per evitare che,<br />

a <strong>la</strong>vori terminati, si ritorni, in poche settimane,<br />

allo stato attuale: auto e motocicli parcheggiati<br />

ovunque, rifiuti dei locali versati per<br />

strada a qualsiasi ora del giorno e del<strong>la</strong> notte,<br />

odori nauseabondi di cibi, schiamazzi, c<strong>la</strong>mori,<br />

scippi, furti e quant’altro.<br />

Liliana Mosca<br />

magazine<br />

<strong>CHIAIA</strong><br />

SAPER VIVERE LA CITTÀ<br />

Anno III n. 2 - febbraio 2008<br />

Direttore Editoriale<br />

Nino De Nico<strong>la</strong><br />

Direttore Responsabile<br />

Alvaro Mirabelli<br />

Art Director<br />

Massimiliano De Francesco<br />

Responsabile Saper Vivere<br />

Laura Cocozza<br />

Redazione<br />

Iuppiter Group<br />

via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />

Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666<br />

info@chiaiamagazine.it<br />

Società Editrice<br />

Iuppiter Group<br />

via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />

Concessionaria pubblicitaria<br />

Dedacom<br />

via Vecchia, 5/d - 80078 Pozzuoli<br />

Tel.: 081 19303427 - Fax: 081 3031473<br />

Quelli di Chiaia Magazine<br />

Leo Aruta, Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo,<br />

Antonel<strong>la</strong> Carlo, Paolo D’Angelo, Rossel<strong>la</strong> Galletti,<br />

Rita Giuseppone, Massimo Lo Iacono, Giancarlo Maresca,<br />

Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Nico<strong>la</strong> Sellitti,<br />

Luca Spoldi, Salvatore Tartaglione, Fabio Tempesta,<br />

Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro.<br />

Stampa<br />

Arti grafiche Litho 2<br />

Via Principe di Piemonte, 118 Casoria<br />

Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005<br />

<strong>la</strong><br />

S<br />

egna<strong>la</strong>zione<br />

ALLARME A VIALE GRAMSCI<br />

Così muoiono le palme<br />

di MASSIMO GALLOTTA<br />

Di verde, purtroppo,<br />

a Napoli ce n’è<br />

già poco, poi, ci si<br />

mette a peggiorare le<br />

cose anche il vorace<br />

«Punteruolo rosso»<br />

(Rhynchophorus<br />

ferrugineus), insetto<br />

micidiale che è capace<br />

di distruggere interi<br />

palmeti. E’ quello che<br />

sta succedendo a viale<br />

Gramsci che è oramai<br />

invasa dall’insetto e a causa del tardo<br />

intervento, ben sei palme sono già<br />

morte. Il rischio ora è che possano<br />

infettarsi altri alberi.<br />

Bisogna intervenire al<br />

più presto, abbattendo<br />

immediatamente<br />

le palme compromesse.<br />

Le palme in viale<br />

Gramsci, invece, sono<br />

sempre lì: le loro<br />

chiome ma<strong>la</strong>te, infatti,<br />

sono state coperte<br />

con teli protettivi<br />

(vedi foto) che non<br />

risolvono il problema.<br />

Lo ripetiamo: le piante infettate devono<br />

essere estirpate ed incenerite con<br />

tutto il materiale di risulta.<br />

AI NOSTRI LETTORI<br />

«Sos Chiaia» è un contenitore<br />

di denunce e proteste contro<br />

disservizi, inciviltà ed emergenze<br />

urbane e non.<br />

La nostra intenzione è quel<strong>la</strong><br />

di affondare il bisturi nel<br />

degrado ambientale, segna<strong>la</strong>ndo<br />

tutto nero su bianco e<br />

richiamando chi di competenza<br />

alle proprie responsabilità.<br />

Invitiamo i nostri lettori a<br />

indicarci cosa non va nel quartiere<br />

e a proporci soluzioni per<br />

rendere più vivibile <strong>la</strong> città.<br />

Contiamo su di voi.<br />

Le lettere, firmate con nome<br />

e cognome, vanno inviate<br />

a Chiaia Magazine<br />

Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli<br />

oppure al<strong>la</strong> e-mail<br />

info@chiaiamagazine.it


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 3<br />

Nasce il «Movimento Società Civile»<br />

L’INIZIATIVA. Dopo un anno di fermenti, si forma <strong>la</strong> casa comune dei cittadini<br />

stanchi di subire scandali e inefficienze. A marzo <strong>la</strong> prima assemblea pubblica<br />

IL CORSIVO<br />

di MASSIMILIANO DE FRANCESCO<br />

Adriano Padu<strong>la</strong><br />

Più aperto di così il conto<br />

non poteva essere: sprechi,<br />

tangenti e frodi nel<br />

mirino dei giudici, monnezza<br />

stel<strong>la</strong>re, una Tarsu odiosa, il<br />

maxidebito sanitario, inceneritori<br />

e parcheggi bloccati, assenteismo<br />

record al consiglio<br />

regionale, assenteismo spinto<br />

al consiglio comunale, auto<br />

blu, pali assassini, i milioni per<br />

l'arte contemporanea, creditori<br />

in rivolta conto il Comune,<br />

vigili in bolletta, intellettuali<br />

che con <strong>la</strong> «casta» prima ci <strong>la</strong>vorano,<br />

poi <strong>la</strong> rinnegano.<br />

La città ha sopportato, poi è<br />

esplosa. Una città che non voleva<br />

<strong>la</strong> luna, ma normalità. Così<br />

dalle macerie è spuntata <strong>la</strong><br />

«società civile» e non ha più<br />

«mol<strong>la</strong>to». I primi fermenti nel<strong>la</strong><br />

primavera 2007 con una tumultuosa<br />

moltiplicazione di<br />

comitati civici. 2 i punti fermi:<br />

<strong>la</strong> scomunica al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>politica<br />

e <strong>la</strong> voglia di concretezza. Dilettanti<br />

allo sbaraglio No. Solo<br />

cittadini «incazzati» che, in<br />

un amen, hanno incassato un<br />

consenso che ha spiazzato il<br />

Pa<strong>la</strong>zzo. E così, a settembre, soprattutto<br />

Chiaia è diventata <strong>la</strong><br />

fucina di una rivolta spontanea<br />

che il 10 novembre è straripata<br />

in strada col corteo dei<br />

tremi<strong>la</strong> da piazza dei Martiri a<br />

San Pasquale: un dissenso imponente<br />

che ha stupito l'Italia<br />

intera. E che ha funzionato<br />

QUEL RUGGITO DI PIAZZA DEI MARTIRI<br />

perché, 13 giorni dopo, i leader<br />

del<strong>la</strong> protesta, Paolo Santanelli,<br />

Giuseppe Marasco e<br />

Nino De Nico<strong>la</strong> sono stati ricevuti<br />

dal sindaco Iervolino<br />

per trattare su rifiuti, manutenzione<br />

urbana, parcheggi e<br />

altro. Già, i parcheggi interrati:<br />

una priorità su cui, il 5 dicembre,<br />

i contestatori sono<br />

anche riusciti a strappare promesse<br />

al city manager Luigi<br />

Massa, braccio destro del<strong>la</strong> sindaca<br />

in materia di opere pubbliche,<br />

durante un confronto<br />

in municipio. Peccato che da<br />

allora Massa sia in fuga.<br />

E così il movimento ha deciso<br />

di agire coi blitz. Il primo, il 31<br />

gennaio, al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> De Amicis<br />

per appoggiare le mamme<br />

in rivolta. Obiettivo: aprire il<br />

cantiere per una nuova palestra.<br />

E il cantiere è stato aperto.<br />

Il secondo, il 13 febbraio,<br />

con un sit-in davanti al garage<br />

di via Morelli per stanare lo<br />

scandalo del parcheggio fantasma.<br />

E ora il salto di qualità:<br />

a fine febbraio nasce il «Movimento<br />

Società Civile», alveo di<br />

raccolta, trasversale a tutte le<br />

c<strong>la</strong>ssi sociali, di tutti gli scontenti<br />

del<strong>la</strong> città, non coinvolti<br />

con l’attuale sistema di potere.<br />

E con un distinguo: l'anima del<br />

movimento è <strong>la</strong> gente che <strong>la</strong>vora<br />

(professionisti, commercianti,<br />

artigiani, impiegati) e<br />

che vuole risolvere problemi<br />

Quale simbolo Al Movimento Società Civile serviva un'icona di tenacia e di intransigenza morale.<br />

Qualcuno, con <strong>la</strong> memoria, si è fatto a ritroso <strong>la</strong> ministoria di una resistenza nata a Chiaia mesi fa. E<br />

sfogliando i fotogrammi del<strong>la</strong> protesta di piazza, <strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina si è accesa. La sequenza chiave in cui si<br />

annidava lo spunto vincente era <strong>la</strong> marcia dei 3000, partita il 10 novembre da piazza dei Martiri,<br />

epicentro del<strong>la</strong> rivolta: lì, gli arcistufi delle promesse a salve, alle 11 di mattina iniziarono a contarsi<br />

intorno all'obelisco dei quattro leoni. E tra i felini di marmo, quello scolpito da Pasquale Ricca nel 1866,<br />

ora fa breccia nel cuore del Movimento: già, perché è il «Leone indomito»che difende con gli artigli lo<br />

Statuto rivoluzionario del 1848. La sua candidatura ad emblema del<strong>la</strong> giusta società ha stravinto.<br />

concreti. La natura del Movimento<br />

Uno strumento di<br />

pressione e di controllo sull'operato<br />

degli amministratori<br />

publici, ma anche un'alternativa<br />

«politica» sullo scenario<br />

elettorale. Il «Movimento», infatti,<br />

ha un suo «manifesto» di<br />

intenti e un suo simbolo. Per <strong>la</strong><br />

neonata coalizione civica debutto<br />

ufficiale, ai primi di<br />

marzo, in un’assemblea pubblica<br />

al Teatro Sannazaro.<br />

EFFETTO COPERTINA<br />

enso che ci sia poco<br />

“Pda stare allegri di<br />

fronte al<strong>la</strong> condizione<br />

del<strong>la</strong> città. Io non lo<br />

nascondo: quando cammino<br />

per le strade di<br />

Napoli sento crescere<br />

dentro una grande<br />

irritazione. Ogni principio<br />

di autorità è morto; tutti<br />

sembrano aver perso<br />

oramai ogni fiducia e<br />

speranza nel futuro». Così confessava<br />

Antonio Bassolino nel 1993, in piena campagna<br />

elettorale come candidato a sindaco<br />

di Napoli, in una lettera aperta agli elettori.<br />

Preistoria. Le stesse parole, oggi, non<br />

potrebbe più dirle. Per una ragione: non<br />

cammina più per Napoli. E non solo per<br />

Napoli. Non gli conviene. Basterebbe, ad<br />

esempio, che i nostri strilloni gli raccontassero<br />

come, il mese scorso, nel distribuire<br />

Chiaia Magazine con <strong>la</strong> copertina occupata<br />

dal suo faccione, sono stati accolti dal<strong>la</strong><br />

gente. Al<strong>la</strong> vista dell’icona dello «sgovernatore»<br />

il disappunto del<strong>la</strong> strada ha sbeffeggiato<br />

il faccione da termovalorizzatore con<br />

locuzioni dialettali irripetibili e vagonate di<br />

sorrisi armati. C’è chi, poi, ha utilizzato <strong>la</strong><br />

cover del giornale come manifesto e l’icona<br />

di Bassolino è finita sui bidoni dell’immondizia,<br />

sui quotidiani che ne hanno capita<br />

l’ironia e persino, ci dicono, nel<strong>la</strong> <strong>la</strong>trina di<br />

un noto bar di Chiaia. Il suo viaggio sta<br />

proseguendo di blog in blog e, siamo sicuri,<br />

continuerà a navigare. Effetto copertina tra<br />

i rumori da cloaca e i malumori dei cittadini.<br />

Tutto è immagine: Bassolino, che ha<br />

costruito il suo trono sul<strong>la</strong> visibilità, lo sa<br />

troppo bene. Non è un caso che eviti <strong>la</strong> fol<strong>la</strong>.<br />

La sua faccia più si vede e più irrita, più<br />

circo<strong>la</strong> e più si scioglie: incarna magnificamente<br />

l’uomo di potere che fallisce, ma non<br />

si schioda dal<strong>la</strong> poltrona. Meglio, quindi,<br />

scansare <strong>la</strong> luce e somigliare a un uccello<br />

notturno nel suo buco. E in quel buco, nel<strong>la</strong><br />

speranza che il c<strong>la</strong>more si p<strong>la</strong>chi, prende<br />

tempo, conta amici, riconta nemici e sforna<br />

un rimpasto, nato per urgenze giudiziarie<br />

ed elettorali, ma presentato come un<br />

timballo di cambiamento. L’indigestione è<br />

servita. C’è poco da stare allegri.


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 4<br />

La giusta società<br />

LE OPINIONI<br />

Antonio Guizzi, esperto di Diritto Urbanistico:<br />

«4 anni fa nacque <strong>la</strong> Consulta delle Costruzioni<br />

(con 22 tra associazioni, ordini e sindacati), <strong>la</strong> ritenni<br />

vera espressione del<strong>la</strong> società civile. La Consulta,<br />

però, fu “col<strong>la</strong>terale” all'amministrazione<br />

comunale, e fallì. Oggi saluto <strong>la</strong> nascita del Movimento<br />

Società Civile: l'indipendenza dei suoi<br />

leader è una garanzia per i cittadini».<br />

Nino De Nico<strong>la</strong>, presidente delle «Nuove Botteghe<br />

dei Mille»: «Quello che distingue il Movimento<br />

Società Civile è che <strong>la</strong> sua spina dorsale<br />

è costituita da gente che <strong>la</strong>vora (professionisti,<br />

commercianti, impiegati, artigiani): gente che<br />

ha <strong>la</strong> presa diretta con <strong>la</strong> realtà, con i prezzi, con<br />

le difficoltà. Siamo agli antipodi di una c<strong>la</strong>sse<br />

politico-intellettuale ormai scol<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong> realtà».<br />

Paolo Santanelli, neurologo: «Il Movimento Società<br />

Civile è un'evoluzione spontanea dell'associazionismo<br />

civico napoletano, dettata dal<strong>la</strong><br />

constatazione che <strong>la</strong> macchina amministrativa<br />

pubblica è inefficiente e incapace nel risolvere i<br />

problemi concreti. Il Movimento nasce anche<br />

dal<strong>la</strong> presa d'atto che <strong>la</strong> scena politica sta mutando<br />

vertiginosamente».<br />

Aurora Cacòpardo , scrittrice: «Il malessere di<br />

Napoli è una mortificazione di lunga data. Ma,<br />

rispetto al passato, ora non c’è rassegnazione,<br />

ma rifiuto per i politici che hanno trasformato<br />

i cittadini in uno strumento per i propri interessi.<br />

Così dal<strong>la</strong> questione morale nasce <strong>la</strong> rivolta<br />

delle persone civili, dei “giusti”. Il Movimento<br />

nasce per cambiare, per dare l'esempio».<br />

Giuseppe Marasco, neurologo: «E' l'ora, dunque,<br />

delle persone pratiche con programmi concreti<br />

e precisi e con scadenze operative serie. Il Movimento<br />

è fatto da persone del mondo del <strong>la</strong>voro<br />

che si rendono conto che le chiacchiere fumose<br />

dell'attuale c<strong>la</strong>sse politica hanno ridotto <strong>la</strong> città<br />

allo stremo. L'appello alle persone di buona volontà<br />

è a rialzare <strong>la</strong> testa».<br />

Maurizio Marinel<strong>la</strong>, stilista: «Chi <strong>la</strong>vora nel<strong>la</strong><br />

moda è profondamente stanco di trasmettere<br />

all'esterno quest'immagine sofferente del<strong>la</strong> città.<br />

Il cliché immondizia-delinquenza è stato devastante.<br />

L'associazionismo civico e spontaneo<br />

è un rifiuto di vecchi, logori schemi e par<strong>la</strong> con<br />

voce nuova e forte per farsi sentire e puntare ai<br />

fatti. Speriamo».<br />

Pubblichiamo in anteprima<br />

i punti essenziali del<br />

manifesto del Movimento<br />

Società Civile. Il documento<br />

programmatico ha come titolo:<br />

«La giusta società».<br />

CHI È CON NOI. La giusta società<br />

è composta da chi appartiene<br />

al mondo del <strong>la</strong>voro e da<br />

chi ingiustamente ne è escluso;<br />

da chi è abituato a rischiare senza<br />

assistenzialismi e compromessi<br />

politici; da chi, sudando<br />

e conquistandosi <strong>la</strong> giornata,<br />

non tollera più l’illegalità e l’inefficienza<br />

elevate a sistema.<br />

Con noi c’è spazio per quanti<br />

desiderano investire in se stessi<br />

e dare cuore e cervello a progetti<br />

di buon governo. Con noi<br />

c’è spazio per i talenti del<strong>la</strong> concretezza,<br />

e per gli uomini di<br />

buonsenso che puntano coraggiosamente<br />

a ridisegnare <strong>la</strong> città;<br />

con noi c’è chi, come diceva<br />

Giuseppe Prezzolini, «è indipendente<br />

anche da se stesso».<br />

Chi è con noi deve far sue le parole<br />

di Paolo Borsellino che invitava<br />

a rifiutare «di trarre dal<br />

sistema mafioso anche i benefici<br />

che possiamo trarne, anche<br />

gli aiuti, le raccomandazioni e<br />

i posti di <strong>la</strong>voro, facendo il nostro<br />

dovere» e che voleva coinvolgere<br />

«le giovani generazioni,<br />

le più adatte a sentire subito <strong>la</strong><br />

bellezza del fresco profumo di<br />

libertà che fa rifiutare il puzzo<br />

del compromesso morale, dell’indifferenza,<br />

del<strong>la</strong> contiguità,<br />

e quindi, del<strong>la</strong> complicità».<br />

La vignetta di Ma<strong>la</strong>testa<br />

IL DOCUMENTO<br />

Il Movimento<br />

presenta i punti<br />

essenziali del<strong>la</strong><br />

sua «scesa<br />

in campo»:<br />

uomini nuovi,<br />

lotta dura su<br />

obiettivi pratici<br />

e vigi<strong>la</strong>nza<br />

su uso e<br />

destinazione del<br />

denaro pubblico<br />

CHI NON VOGLIAMO. La giusta<br />

società non vuole gli ingiusti<br />

governanti, attaccati alle poltrone<br />

con le unghie e con i denti;<br />

non vuole chi Napoli preferisce<br />

veder<strong>la</strong> morta piuttosto<br />

che nelle mani di qualcun altro;<br />

non vuole quanti sono ciechi<br />

e sordi per solidarierà di casta;<br />

non vuole chi sperpera e<br />

gode; non vuole chi in questi<br />

anni si è seduto al<strong>la</strong> mensa del<br />

potere per tornaconto e convenienza,<br />

spartendosi <strong>la</strong> torta degli<br />

incarichi, entrando negli organici<br />

degli enti locali e delle società<br />

partecipate o salendo sul<strong>la</strong><br />

giostra delle consulenze. La<br />

giusta società non vuole manager<br />

e imprenditori che siano fi<strong>la</strong>ti<br />

a braccetto con <strong>la</strong> vecchia<br />

nomenc<strong>la</strong>tura né accetta artisti,<br />

accademici ed intellettuali<br />

allineati per opportunismo al<br />

mito fasullo del rinascimento<br />

napoletano. La giusta società<br />

non vuole le elité sociali e culturali<br />

che hanno brigato con<br />

questo regime, abile nell’alimentare<br />

il clientelismo, <strong>la</strong> lottizzazione<br />

e <strong>la</strong> distribuzione di<br />

favori. La giusta società non vuole<br />

e non apprezza i servi di ieri<br />

che oggi si smarcano dagli antichi<br />

padroni per ricic<strong>la</strong>rsi sotto<br />

altre spoglie. La giusta società,<br />

quindi, è chiara su chi non


PRIMO PIANO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 5<br />

LA POLEMICA<br />

Le stoccate del sindaco e <strong>la</strong> società del<strong>la</strong> «rivergination»<br />

Laura Cocozza<br />

Una risata a denti stretti e poi <strong>la</strong> stoccata:<br />

«Chi protesta è sul<strong>la</strong> nostra busta paga». Con<br />

un guizzo degno di una giovane atleta, Rosa<br />

Russo Iervolino, ha impugnato il fioretto e<br />

messo «en garde» <strong>la</strong> società civile riunita in<br />

assemblea dal<strong>la</strong> Rivista Mezzogiorno Europa<br />

di Andrea Geremicca, presidente<br />

dell'omonima Fondazione che, udite,<br />

udite, ha avuto come padre fondatore<br />

l'attuale presidente del<strong>la</strong> Repubblica<br />

Giorgio Napolitano. Una riunione<br />

in cui circa 200 persone tra cui<br />

docenti universitari, sindacalisti,<br />

ricercatori, rettori, presidenti e<br />

vicepresidenti di società, imprenditori,<br />

artisti ed editori hanno<br />

protestato a viva voce contro <strong>la</strong><br />

triade Bassolino-Iervolino-Di Palma.<br />

Tra i partecipanti, molti che, secondo<br />

<strong>la</strong> Iervolino, dopo essersi seduti per<br />

quindici anni al tavolo delle consulenze<br />

e degli incarichi e<strong>la</strong>rgiti generosamente<br />

dal centrosinistra a Napoli<br />

e in Campania, ora fiutano il<br />

vento di declino dei vecchi sponsor<br />

politici e li rinnegano chiedendone le<br />

dimissioni. L'impressione è che <strong>la</strong><br />

sindaca abbia proprio ragione. Appare<br />

infatti addirittura goffo il tentativo di<br />

un'èlite, fino a ieri conformista ed<br />

obbediente per convenienza, di<br />

ricic<strong>la</strong>rsi l'immagine in vista di<br />

saltare su nuove giostre. Sembra<br />

insomma, una grosso<strong>la</strong>na operazione<br />

di «rivergination» che, per<br />

chi non lo sapesse, è <strong>la</strong> ricostruzione<br />

chirurgica del<strong>la</strong> verginità e<br />

che, per dir<strong>la</strong> al<strong>la</strong> Littizzetto, «si<br />

fa per evitare <strong>la</strong> svalutation e<br />

incentivare <strong>la</strong> devolution». Gli<br />

intellettuali del dietrofront, però, (e<br />

<strong>la</strong> Iervolino su questo li ha proprio<br />

inchiodati), non sono assolutamente<br />

credibili. I maligni, infatti, potrebbero<br />

ricordare che <strong>la</strong> Fondazione Mezzogiorno<br />

Europa, come si legge in rete, «si è data<br />

come priorità l'obiettivo di contribuire al<strong>la</strong><br />

formazione di una nuova c<strong>la</strong>sse dirigente intellettuale,<br />

politica e amministrativa dal profilo<br />

europeista e meridionalista» e che, per questi<br />

scopi, promuove corsi di formazione politica col<br />

patrocinio di Comune, Provincia e Regione. Non<br />

solo: potrebbero anche sottolineare che uno dei<br />

suoi soci fondatori, il professor Mariano D'Antonio,<br />

con scarsa coerenza, una settimana prima è<br />

nel coro dei censori, e <strong>la</strong> successiva accetta da<br />

Bassolino <strong>la</strong> «promozione» ad assessore del rimpastato<br />

governo regionale. Insomma, Mezzogiorno<br />

Europa avrebbe motivi di riconoscenza verso<br />

l'attuale c<strong>la</strong>sse politica, visto che continua ad<br />

operare sotto l'egida di Comune e Regione. In<br />

ogni caso, l'«eresia» è durata poco perché l'affondo<br />

del<strong>la</strong> Iervolino ha tappato <strong>la</strong> bocca agli ex<br />

fedelissimi. E adesso Quale società civile o,<br />

come <strong>la</strong> definisce Geremicca, società «strutturata»,<br />

potrà realmente ri<strong>la</strong>nciare le sorti del<strong>la</strong><br />

città Quel<strong>la</strong> che è stata «nel giro» o quel<strong>la</strong> che<br />

ne è stata fuori Il nodo è tutto qui.<br />

vuole e chiarissima su chi non<br />

vorrà mai.<br />

ALCUNI OBIETTIVI. La giusta<br />

società è cosciente che Napoli<br />

deve ripartire da sottozero, risorgendo,<br />

ad esempio, dall’apocalisse<br />

rifiuti. Ciò è possibile con<br />

una seria bonifica morale, affiancata<br />

dall’avviamento di interventi<br />

strutturali, finora vanificati<br />

da un inerzia colpevole e<br />

da miopi calcoli di interesse, da<br />

strategie omissive e da paralizzanti<br />

apatie. La giusta società sa<br />

che, per ricostruire, sono necessarie<br />

da subito precise condizioni:<br />

contenere i costi del<strong>la</strong><br />

macchina del<strong>la</strong> politica, mettere<br />

sotto controllo e pretendere<br />

massima trasparenza sull’utilizzo<br />

dei soldi pubblici, cancel<strong>la</strong>re<br />

di conseguenza <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>pianta<br />

degli sprechi. La giusta<br />

società pretende di essere doverosamente<br />

ascoltata all’atto in<br />

cui le istituzioni locali decidano<br />

<strong>la</strong> destinazione delle risorse economiche.<br />

Due altre priorità sono<br />

al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> rinascita di<br />

Napoli e del<strong>la</strong> Campania: sicurezza<br />

e definitiva normalizzazione<br />

del ciclo rifiuti. Nel primo<br />

caso non si è arginata una<br />

marea che montava da tempo:<br />

<strong>la</strong> diffusa violenza dei comportamenti,<br />

l’alto numero dei reati<br />

di micro e macrocriminalità.<br />

La giusta società ritiene che anche<br />

in democrazia occorra un<br />

polso forte per far rispettare <strong>la</strong><br />

legge nell’interesse stesso del<strong>la</strong><br />

credibilità dello Stato. Nel secondo<br />

caso, invece, vale a dire il<br />

dramma rifiuti, è necessario<br />

uscire definitivamente dall’equivoco<br />

dell’estremismo ambientalista<br />

e avviarsi verso <strong>la</strong> modernità<br />

come ci insegna l’Europa<br />

intera: ciò significa promozione<br />

intelligente e massiccia<br />

dell’educazione al<strong>la</strong> raccolta differenziata,<br />

e al contempo cdr e<br />

termovalorizzatori tecnologicamente<br />

avanzati. Senza queste<br />

condizioni non sarà possibile<br />

salvare e ri<strong>la</strong>nciare le nostre vocazioni<br />

economiche: commercio,<br />

artigianato, industria culturale<br />

e turismo. La giusta società,<br />

poi, intende arrestare gli<br />

investimenti scriteriati nell’arte<br />

contemporanea, per puntare<br />

al recupero dei tesori antichi del<br />

nostro territorio e al<strong>la</strong> valorizzazione<br />

di giovani e veri talenti.<br />

LE AZIONI. Per tutti questi motivi<br />

<strong>la</strong> giusta società adotterà<br />

una preciso programma di lotta<br />

che comprende, come strumento<br />

di pressione: azioni di<br />

piazza che potranno essere dei<br />

blitz su obiettivi specifici o grandi<br />

cortei di protesta; richiesta di<br />

incontri nelle sedi istituzionali<br />

con gli amministratori comunali,<br />

provinciali e regionali per<br />

presentare, come è giusto in democrazia,<br />

punti di vista, idee ed<br />

eventuali soluzioni in precedenza<br />

concordate con i cittadini.<br />

La giusta società, inoltre, proponendosi<br />

in una funzione di<br />

vigi<strong>la</strong>nza, formerà organismi di<br />

controllo civico, formati da volontari<br />

esperti, come ad esempio<br />

il pool di controllo del<strong>la</strong> spesa<br />

pubblica e <strong>la</strong> squadra di monitoraggio<br />

sulle emergenze sociali.<br />

La giusta società proporrà<br />

progetti di opere pubbliche o di<br />

ri<strong>la</strong>ncio urbanistico, e<strong>la</strong>borati<br />

da professionisti del settore, che<br />

costituiscano un’integrazione<br />

alternativa al<strong>la</strong> progettazione<br />

pubblica. La giusta società punterà<br />

anche a nuove ed originali<br />

strategie di comunicazione sostenute<br />

da un proprio giornale<br />

autonomo, fortemente convinti<br />

che, come sosteneva il giornalista<br />

John Pulitzer, «una stampa<br />

servile crea un pubblico ignobile».<br />

Su questo sfondo, allora, saranno<br />

organizzati eventi, incontri,<br />

assemblee pubbliche e<br />

interventi capil<strong>la</strong>ri nel<strong>la</strong> vita<br />

sociale e culturale del<strong>la</strong> città.<br />

La giusta società è <strong>la</strong> società del<strong>la</strong><br />

partecipazione civile.


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 6<br />

Riqualificazione a Chiaia: atto secondo<br />

LAVORI IN CORSO. Al via i cantieri sull’asse Fi<strong>la</strong>ngieri-Colonna e nelle vie limitrofe<br />

Procede il restauro urbanistico in zona Cariati. Via Tasso: si conclude a novembre<br />

LE ALTRE STRADE<br />

Col 2° lotto del<strong>la</strong> riqualificazione,<br />

appena partito, un altro<br />

tassello si aggiunge al restyling<br />

di Chiaia. Resta ancora in lista<br />

d'attesa quel pacchetto di strade<br />

che i tecnici già definiscono il «3°<br />

lotto»: via A<strong>la</strong>bardieri, via Bisignano,<br />

vicoletto Belledonne, via<br />

S. Pasquale e Cappel<strong>la</strong> Vecchia.<br />

L’assessore al Decoro urbano, è<br />

ottimista: «E' già allo studio il<br />

reperimento dei fondi necessari».<br />

L’INCONTRO<br />

A fine gennaio, l'assessore al<br />

Decoro e Arredo Urbano Elisabetta<br />

Gambardel<strong>la</strong> (nel<strong>la</strong> foto) ha<br />

indetto sul restyling di Chiaia<br />

un'assemblea pubblica al Pan di<br />

via dei Mille. Al confronto sono<br />

intervenuti residenti e commercianti<br />

di zona. Alle domande<br />

hanno risposto i progettisti Rosi<br />

e Gravagnuolo e l'architetto<br />

Ugramin. Tra il pubblico Nino De<br />

Nico<strong>la</strong>, presidente delle «Botteghe<br />

dei Mille» e i rappresentanti<br />

del Comitato «Chiaia per Napoli».<br />

Municipalità 1: il punto sui<br />

cantieri. Salpa <strong>la</strong> seconda<br />

tranche del<strong>la</strong> riqualificazione<br />

nel salotto di Chiaia. 2 i<br />

lotti: (1) Maxi intervento sull'asse<br />

via Santa Caterina/via Fi<strong>la</strong>ngieri/via<br />

dei Mille/via V. Colonna.<br />

(2) Recupero di 6 strade limitrofe:<br />

si è iniziato in via Bausan, e<br />

poi <strong>la</strong>rgo Vasto a Chiaia, via Nisco,<br />

via Torelli, vico del Vasto a<br />

Chiaia e via Vetriera. Costo totale:<br />

3 milioni. Conclusione: febbraio<br />

2009. Ma si sospenderà a dicembre<br />

per le feste, con l'opera<br />

pronta al 90%.<br />

Ma torniamo all'asse da Santa Caterina<br />

a Vittoria Colonna. Nel<br />

cantiere, decol<strong>la</strong>to da via Santa<br />

Caterina, subito in azione gli addetti<br />

ai sottoservizi (gas etc.): sul<strong>la</strong><br />

loro scia i cantieri del<strong>la</strong> riqualificazione.<br />

Ed ecco il restyling<br />

in sintesi. In via Fi<strong>la</strong>ngieri, via<br />

Dei Mille e via V. Colonna pavimentazione<br />

in pietra <strong>la</strong>vica dei<br />

marciapiedi, rifazione del<strong>la</strong> carreggiata<br />

in cubetti di porfido. In<br />

via Fi<strong>la</strong>ngieri l'edico<strong>la</strong> va sul marciapiede<br />

opposto. Altra novità: in<br />

tutto il tratto Fi<strong>la</strong>ngieri/dei Mille<br />

vengono ampliati i marciapiedi<br />

con carreggiata ridotta a 7<br />

metri, tranne il tratto tra via Carducci<br />

e via D'Aya<strong>la</strong> (sarà al<strong>la</strong>rgato<br />

solo il marciapiedi del Pan).<br />

Altro dettaglio: in via Colonna i<br />

marciapiedi non saranno al<strong>la</strong>rgati,<br />

ma nascerà un'area pedonale<br />

alberata a ridosso del<strong>la</strong> chiesa<br />

di S. Teresa.<br />

Ed ora le altre 6 strade. Via Bausan:<br />

rifazione del<strong>la</strong> strada in baso<strong>la</strong>to<br />

ri<strong>la</strong>vorato, nuovi dissuasori,<br />

e un corrimano in acciaio al<br />

centro delle scale. Largo Vasto a<br />

Chiaia: creazione di un marciapiede<br />

lungo il Liceo Umberto e<br />

restyling del marciapiede opposto<br />

(il tutto in pietra <strong>la</strong>vica). Via<br />

Nisco: al<strong>la</strong>rgamento del marciapiede<br />

a destra salendo, alberatura<br />

sul marciapiede opposto (qui<br />

resta <strong>la</strong> sosta auto), per entrambi<br />

pavimentazione in pietra <strong>la</strong>vica,<br />

inoltre rifazione del<strong>la</strong> carreggiata<br />

in baso<strong>la</strong>to ri<strong>la</strong>vorato.<br />

Via Torelli: pavimentazione dei<br />

marciapiedi in pietra <strong>la</strong>vica, carreggiata<br />

in cubetti di porfido e<br />

una pavimentazione circo<strong>la</strong>re<br />

con alberi all'incrocio con S. Pasquale.<br />

Vico Vasto e via Vetriera: rifazione<br />

del<strong>la</strong> sede stradale di vico<br />

Vasto in baso<strong>la</strong>to ri<strong>la</strong>vorato<br />

con creazione di un marciapiede<br />

(con panchina in marmo) all'angolo<br />

con via Vetriera, nuova sagomatura<br />

dei marciapiedi e del<strong>la</strong><br />

carreggiata di via Vetriera, sistemazione<br />

dell'area davanti al<br />

Delle Palme. Avverte Fabio Chiosi,<br />

presidente del<strong>la</strong> Mun.1: «Vigilerò<br />

perché l'appalto è stato aggiudicato<br />

col 40% di ribasso. Dietro<br />

<strong>la</strong> vetrina, intanto, restano<br />

vie e vicoli abbandonati da San<br />

Ferdinando a Posillipo: se ne farà<br />

carico <strong>la</strong> Municipalità».<br />

Asse piazzetta S. Caterina da Siena<br />

- piazzetta Cariati. Si procede<br />

per minicantieri. Tutto fermo a<br />

p.tta Cariati: nello s<strong>la</strong>rgo presso<br />

l'edico<strong>la</strong> si è già scavato, ma <strong>la</strong> ripavimentazione<br />

è bloccata in attesa<br />

dei <strong>la</strong>vori dell'Arin, <strong>la</strong>titante<br />

da un mese e mezzo. Sul tratto di<br />

c.so Vittorio Emanuele, adiacente<br />

piazzetta Cariati, si inizia a luglio.<br />

Cantiere in azione, invece,<br />

sul tratto di via S. Caterina tra salita<br />

Cariati e vico S. Caterina: si rifà<br />

<strong>la</strong> carreggiata e si procede ad<br />

al<strong>la</strong>rgare i marciapiedi che saranno<br />

protetti da dissuasori, alberi<br />

e pali del<strong>la</strong> luce (scompare <strong>la</strong><br />

sosta auto tranne 4 posti per disabili).<br />

Il tratto sarà concluso ai<br />

primi di aprile. Poi il cantiere<br />

scenderà fino a piazzetta S. Caterina<br />

da Siena. Tutta l'opera è in<br />

pietra <strong>la</strong>vica.<br />

Via Tasso. Cantiere aperto tra<br />

<strong>la</strong>rgo Madre Teresa e c.so Europa.<br />

Si è iniziato dal basso e si procede<br />

50 metri al<strong>la</strong> volta. Sono insorte<br />

difficoltà sul fronte traffico.<br />

Marciapiedi: si rifanno con cubetti<br />

più piccoli. Carreggiata: via<br />

i sampietrini, ecco l'asfalto drenante<br />

e fonoassorbente (che abbatte<br />

inquinamento atmosferico<br />

e acustico). L'asfalto è anti-sdrucciolo<br />

ed elimina le vibrazioni agli<br />

stabili. Si finisce a metà marzo.<br />

L'intera via Tasso sarà pronta a<br />

novembre (spesa globale: 620mi<strong>la</strong><br />

euro).


L’INCHIESTA <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 7<br />

Così è ridotta <strong>la</strong> Casina del Boschetto<br />

RITARDI. Il restauro dell’ex Circolo del<strong>la</strong> Stampa doveva terminare nell’ottobre<br />

2005, poi nell’autunno 2007. Lavori fermi. Il mistero sul<strong>la</strong> sua destinazione finale<br />

Massimiliano<br />

De Francesco<br />

La Casina del Boschetto,<br />

opera razionalista di<br />

Luigi Cosenza nel cuore<br />

del<strong>la</strong> Vil<strong>la</strong> Comunale, sede<br />

del Circolo del<strong>la</strong> Stampa<br />

dal 1912 al 1999, oggi è un<br />

cantiere abbandonato. Fermi<br />

i <strong>la</strong>vori ormai da troppo<br />

tempo. Il «maquil<strong>la</strong>ge» del<strong>la</strong><br />

struttura rientra nel cosiddetto<br />

«Progetto Integrato<br />

Napoli Grande Attrattore<br />

culturale» che tra i suoi<br />

obiettivi, cofinanziati dall’Unione<br />

Europea, comprende<br />

anche «il restauro e<br />

<strong>la</strong> rifunzionalizzazione del<br />

padiglione denominato Casina<br />

del Boschetto per destinarlo<br />

a sede di convegni<br />

ed esposizioni temporanee».<br />

Costo totale dell’operazione:<br />

2.o65.800 euro, come si<br />

evince dall’esito finale del<strong>la</strong><br />

valutazione del PI «Grande<br />

Attrattore Napoli», firmato<br />

nell’aprile 2003 dal Nucleo<br />

di valutazione e verifica degli<br />

investimenti pubblici<br />

del<strong>la</strong> Regione Campania.<br />

Dopo l’approvazione comunale<br />

del nuovo quadro<br />

economico dell’intervento<br />

di restauro con <strong>la</strong> «scesa in<br />

campo» del<strong>la</strong> Regione (delibera<br />

Giunta com. del 25 luglio<br />

2003) e dopo l’aggiudicazione<br />

dell’appalto all’A.T.I<br />

CEAC s.r.l. Tesys Engineering<br />

s.r.l (13 gennaio 2004,<br />

per un importo al ribasso di<br />

1.234,119,75 euro), i <strong>la</strong>vori<br />

iniziano tra speranze ed aumenti<br />

di spesa rispetto al<br />

progetto di partenza. L’ultimo<br />

dei quali, spulciando sul<br />

sito del Comune le delibere<br />

approvate dal<strong>la</strong> Giunta, è di<br />

I «tempi» del Comune<br />

Sul sito del Comune di Napoli, se si cerca « Casina<br />

del Boschetto» si arriva ad una scheda (S11) in cui<br />

nel<strong>la</strong> voce «Tempi» leggiamo che il restauro dell’ex<br />

Circolo del<strong>la</strong> Stampa è «in corso di realizzazione e<br />

sarà ultimato in 10 mesi» e che «per l’esecuzione del<br />

lotto delle sistemazioni esterne <strong>la</strong> durata è di circa<br />

12 mesi dall’assegnazione dell’appalto». Favole.<br />

quasi 298mi<strong>la</strong> euro, approvato<br />

il 25 maggio 2006.<br />

Un anno fa su Chiaia Magazine<br />

denuciammo i misteri<br />

e le stranezze di questo cantiere<br />

ad andamento lento,<br />

quando notammo che con<br />

un pennarello nero sul cartello<br />

dei <strong>la</strong>vori esposto sul<strong>la</strong><br />

Casina, era stata modificata<br />

<strong>la</strong> durata dei <strong>la</strong>vori. Infatti,<br />

nel novembre 2006 il pannello<br />

indicava: inizio dei <strong>la</strong>vori<br />

7 luglio 2004, durata<br />

450 giorni. Consegna del<strong>la</strong><br />

struttura, quindi, prevista<br />

nell’ottobre 2005. A gennaio<br />

2007, invece, ci accorgemmo<br />

di una correzione nel<strong>la</strong><br />

«carta d’identità» del cantiere:<br />

durata dei <strong>la</strong>vori da<br />

450 a 940 giorni. Quasi 15<br />

mesi di slittamento. A che si<br />

deve questo consistente rimando<br />

Il 28 febbraio 2007, il vicesindaco<br />

Tino Santangelo,<br />

sollecitato a rispondere sull’iter<br />

dei <strong>la</strong>vori e sul<strong>la</strong> destinazione<br />

finale del<strong>la</strong> Casina<br />

del Boschetto dal presidente<br />

del<strong>la</strong> Municipalità 1 Fabio<br />

Chiosi, allega al<strong>la</strong> sua<br />

risposta scritta una breve re<strong>la</strong>zione<br />

dell’architetto Giancarlo<br />

Feru<strong>la</strong>no, Dirigente<br />

Responsabile del procedimento<br />

re<strong>la</strong>tivo allo stato dei<br />

<strong>la</strong>vori. E sul<strong>la</strong> destinazione<br />

finale dell’edificio - smentendo<br />

o non conoscendo affatto<br />

<strong>la</strong> destinazione stabilita<br />

dal PI Grande Attrattore<br />

Napoli - il vicesindaco sottolinea<br />

che «nul<strong>la</strong> è stato stabilito».<br />

Nel<strong>la</strong> nota di Feru<strong>la</strong>no,<br />

invece, leggiamo che<br />

<strong>la</strong> struttura ha subito «rilevanti<br />

rallentamenti» per un<br />

insieme di cause: «<strong>la</strong> difficoltà<br />

di liberare l’intero immobile<br />

dalle suppellettili e<br />

dall’archivio; <strong>la</strong> necessità di<br />

predisporre una variante<br />

strutturale per adeguare<br />

l’immobile al<strong>la</strong> normativa<br />

antisismica in re<strong>la</strong>zione allo<br />

stato degli elementi strutturali<br />

quale effettivamente<br />

riscontrato dopo l’eliminazione<br />

degli interventi di superfetazione<br />

realizzati negli<br />

anni; l’opportunità di alcune<br />

modifiche architettoniche<br />

proposte dal<strong>la</strong> Direzione<br />

Artistica per conseguire<br />

il completo ripristino<br />

dell’immobile, rispetto al<br />

progetto originario e <strong>la</strong> conseguente<br />

approvazione del<strong>la</strong><br />

Soprintendenza competente;<br />

l’adeguamento alle<br />

prescrizioni formu<strong>la</strong>te dai<br />

Vigili del Fuoco per il ri<strong>la</strong>scio<br />

del re<strong>la</strong>tivo nul<strong>la</strong> osta;<br />

<strong>la</strong> necessità di individuare<br />

soluzioni compatibili con<br />

<strong>la</strong> funzionalità dell’immobile<br />

anche in assenza dell’intervento<br />

sulle sistemazioni<br />

esterne per le quali<br />

ancora non è stato possibile<br />

reperire un finanziamento».<br />

«Ne risulta - conclude<br />

il dirigente - un programma<br />

dei <strong>la</strong>vori che ne<br />

prevede il completamento<br />

entro il prossimo autunno».<br />

Quale autunno Di ottobre<br />

in ottobre, di promessa<br />

in promessa, siamo<br />

arrivati al febbraio 2008<br />

con due certezze e un dubbio:<br />

il cantiere è fermo da<br />

oltre un anno; non ci sono<br />

i fondi per l’intervento sulle<br />

sistemazioni esterne. Il<br />

dubbio è che non ci siano<br />

più soldi neanche per quelle<br />

interne.


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 8<br />

Nul<strong>la</strong> di fatto a Santa Maria del<strong>la</strong> Neve<br />

L’APPELLO. Il degrado e l’abbandono continuano a spadroneggiare nei vicoli del<strong>la</strong><br />

Torretta. Disperato Sos dei residenti al<strong>la</strong> prima Municipalità: «Bonificare subito»<br />

Rita Giuseppone<br />

Pochi mesi fa Chiaia Magazine<br />

si era occupata del cosiddetto<br />

«triangolo del degrado»<br />

che si trova a pochi passi dal<strong>la</strong> Riviera<br />

di Chiaia, ovvero <strong>la</strong> zona compresa<br />

tra vicolo delle Fiorentine a<br />

Chiaia, vico S. Maria del<strong>la</strong> Neve e<br />

via Cucca, constatando una situazione<br />

degna delle periferie più degradate<br />

del<strong>la</strong> città. Sampietrini divelti,<br />

tombini intasati, paletti abusivi,<br />

illuminazione scarsa, marciapiedi<br />

inesistenti, ratti, carcasse<br />

di auto e motorini abbandonate,<br />

manto stradale accidentato, materassi<br />

e rifiuti di ogni tipo riversi<br />

per strada. A tutto ciò c'era da aggiungere<br />

il costante al<strong>la</strong>gamento,<br />

durante le giornate di pioggia, causato<br />

dal pessimo stato delle fogne<br />

e dei tubi di drenaggio dell'acqua<br />

piovana e <strong>la</strong> presenza di molte ex<br />

cabine per i fili, instal<strong>la</strong>te dalle varie<br />

compagnie telefoniche, ormai<br />

in uso solo come contenitori di rifiuti<br />

nonché tana ideale per il proliferare<br />

dei numerosi topi. L'emblema<br />

dello stato di abbandono di<br />

vico S. Maria del<strong>la</strong> Neve era rappresentato<br />

da una gigantesca voragine<br />

proprio all'ingresso del Centro<br />

Fisioterapico Mediterraneo atto<br />

al<strong>la</strong> riabilitazione di infortunati<br />

e anziani con problemi di artico<strong>la</strong>zione<br />

motoria. I numerosi rappezzi<br />

nell'asfalto non hanno fatto<br />

altro che peggiorare <strong>la</strong> situazione<br />

con l'acqua che penetra all'interno<br />

delle fessure, sempre più <strong>la</strong>rghe,<br />

tra un sampietrino e l'altro favorendone<br />

il sollevamento dal manto<br />

stradale. Come ciliegina su questa<br />

torta del<strong>la</strong> noncuranza, vi era<br />

<strong>la</strong> presenza di una discarica a cielo<br />

aperto, una piattaforma di cemento<br />

adibita ad ospitare rifiuti di<br />

ogni specie - compresi materassi,<br />

sanitari, ferraglia arrugginita, carcasse<br />

di automobili e motorini - oltre<br />

ai rifiuti «ordinari» depositati<br />

dai cittadini stanchi di percorrere<br />

metri e metri in cerca del cassonetto<br />

più vicino per poi trovarlo<br />

pieno o inaccessibile visto che <strong>la</strong><br />

zona in questione è stata da tempo<br />

abbandonata da istituzioni e<br />

spazzini. Siamo tornati in vico S.<br />

Maria del<strong>la</strong> Neve e purtroppo, nonostante<br />

<strong>la</strong> mobilitazione dei residenti,<br />

ci tocca verificare che <strong>la</strong> situazione<br />

è sì cambiata ma in peggio.<br />

Ancora più numerose le auto<br />

abbandonate che costeggiano il<br />

viale, sempre privo di marciapiedi<br />

e dotato di scarsa illuminazione,<br />

sempre presenti i paletti, innalzati<br />

abusivamente per proteggere i<br />

passanti e l'accesso alle abitazioni<br />

dal flusso delle auto in transito,<br />

ma che ormai pendono dalle loro<br />

basi di cemento, anch'esse divelte<br />

dal suolo. Scatoloni, pneumatici,<br />

vecchia mobilia e carcasse di motorini<br />

smembrati occupano ancora<br />

<strong>la</strong> piattaforma-discarica che si<br />

incontra percorrendo il viale salendo<br />

dal<strong>la</strong> Riviera di Chiaia. A<br />

questo scenario si oppone <strong>la</strong> voglia<br />

di fare e di cambiare dei residenti,<br />

stanchi di ascoltare le solite<br />

promesse A più riprese gli abitanti<br />

di vico S. Maria del<strong>la</strong> Neve<br />

hanno richiesto a gran voce, con<br />

proteste e petizioni, un intervento<br />

da parte delle istituzioni per far sì<br />

che vengano effettuati dei <strong>la</strong>vori<br />

per <strong>la</strong> riqualificazione del<strong>la</strong> zona,<br />

soprattutto per <strong>la</strong> costruzione dei<br />

marciapiedi e il rifacimento del<br />

manto stradale. Uno di loro spiega:<br />

«Speriamo che <strong>la</strong> Municipalità si<br />

decida ad ascoltarci, accogliendo<br />

le nostre richieste. Noi, da parte<br />

nostra siamo disposti a sacrificarci<br />

per fare in modo che questa zona,<br />

vittima degli errori commessi<br />

in passato, riacquisti dignità e soprattutto<br />

vivibilità».<br />

DECORO URBANO<br />

Affissioni abusive:<br />

multare chi sgarra<br />

Manifesto selvaggio,<br />

stop al f<strong>la</strong>gello: così<br />

tito<strong>la</strong>mmo a novembre.<br />

I muri di chiese, pa<strong>la</strong>zzi<br />

e monumenti vandalizzati<br />

dall'affissione<br />

fuorilegge, una città<br />

martirizzata da scempi<br />

di carta e di col<strong>la</strong>,<br />

pubblicità a sbafo al<strong>la</strong><br />

faccia di chi invece paga<br />

e affigge negli spazi<br />

consentiti. Insomma un<br />

malcostume canagliesco<br />

che non solo è<br />

evasione fiscale, ma è<br />

pure un reato (art. 663 cod. pen). E soprattutto è una<br />

lesione grave all'immagine già devastata del<strong>la</strong> città. Già,<br />

perché anche manifesto selvaggio è un capitolo di monnezzopoli:<br />

un capitolo verticale di carta straccia che<br />

offende ad altezza d'uomo ed ha quattro complici:<br />

impunità consolidata, repressione assente, rimozione<br />

inesistente e senso civico sotto lo zero. Responsabili<br />

materiali: il committente incivile e l'attacchino pirata.<br />

Punirli in passato era impossibile: <strong>la</strong> sanzione scattava<br />

solo per l'attacchino colto in f<strong>la</strong>grante. Ma dal 1 gennaio<br />

2007, con <strong>la</strong> legge 296, le cose sono cambiate: <strong>la</strong> f<strong>la</strong>granza<br />

non serve più e viene sanzionato il committente che,<br />

poi, deve pure pagare, insieme con l'attacchino, le spese<br />

di pulizia. Per il Comune di Napoli, però, è ancora teoria:<br />

i vigili urbani non sanzionano e <strong>la</strong> Elpis, che gestisce<br />

le affissioni comunali, non ripulisce. Fa eccezione <strong>la</strong><br />

giunta del<strong>la</strong> Mun. 1 che, proponente l'assessore Alberto<br />

Bocca<strong>la</strong>tte ha approvato una delibera contro manifesto<br />

selvaggio, sollecitando energicamente Comune, vigili e<br />

<strong>la</strong> Elpis a fare il proprio dovere. (a. m.)<br />

MONTE DI DIO:<br />

SUBITO I PALETTI<br />

Cresce l'al<strong>la</strong>rme in via Monte<br />

di Dio per il parcheggio pirata<br />

sui marciapiedi del<strong>la</strong> strada<br />

(vedi foto). Punta il dito sul<strong>la</strong><br />

vio<strong>la</strong>zione F<strong>la</strong>vio Lojodice,<br />

consigliere del<strong>la</strong> Mun.1, che<br />

spiega: «La sosta selvaggia<br />

provoca grossi disagi ai passanti,<br />

obbligandoli a scendere<br />

sul<strong>la</strong> carreggiata dove rischiano<br />

di essere investiti. E il<br />

rischio è ancor più grave per<br />

passanti con carrozzine,<br />

anziani e invalidi». Lojodice<br />

chiede, perciò, ai dirigenti del<br />

Servizio Traffico e Viabilità e<br />

del<strong>la</strong> VI Unità Operativa del<strong>la</strong><br />

Polizia Municiapale di procedere,<br />

in tempi strettissimi,<br />

al<strong>la</strong> palettizzazione del<strong>la</strong> via e<br />

a maggiori controlli da parte<br />

dei vigili urbani.


QUARTIERISSIME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 9<br />

Pa<strong>la</strong>zzo Reale, l’autorimessa dei furbi<br />

LA DENUNCIA. Otto mesi fa Chiaia Magazine effettuò il primo blitz nel<strong>la</strong> reggia<br />

borbonica. Risultato: sosta selvaggia dappertutto. Oggi <strong>la</strong> situazione è immutata<br />

Alvaro Mirabelli<br />

Scene da un patrimonio: il patrimonio<br />

è quello monumentale del<strong>la</strong><br />

città di Napoli, le scene sono<br />

quelle di un film dell'orrore. Protagonisti:<br />

i furbi che da anni riducono cortili<br />

e viali di Pa<strong>la</strong>zzo Reale ad una<br />

squallida autorimessa abusiva. Tra Gomorra<br />

e monnezza, magari, <strong>la</strong> cosa<br />

non fa notizia, ma con le altre emergenze<br />

condivide qualcosa: <strong>la</strong> faccia tosta<br />

del<strong>la</strong> razza padrona. L'al<strong>la</strong>rme lo<br />

<strong>la</strong>nciò Chiaia Magazine a maggio 2007,<br />

raccogliendo l'sos di Alberto Pierantoni,<br />

consigliere del<strong>la</strong> Municipalità 1.<br />

Tito<strong>la</strong>mmo: «Pa<strong>la</strong>zzo Reale, sosta gratis<br />

per i furbi». Allo scandalo Pierantoni<br />

andò a fare i conti in tasca con <strong>la</strong> sua<br />

macchina fotografica. Risultato: un<br />

caos di ruote e <strong>la</strong>miere immorta<strong>la</strong>to<br />

in immagini-brivido. E quel giorno, tra<br />

le pietre «reali», adibite a garage d'élite,<br />

oltre a Pierantoni, si aggiravano anche<br />

i turisti: increduli, stralunati. Che<br />

scattavano foto a ritmi industriali,<br />

«f<strong>la</strong>sh così c<strong>la</strong>morosi - scrivemmo - da<br />

portarseli a casa, infi<strong>la</strong>rli nell'album<br />

dei souvenir e mostrarli agli amici»:<br />

fotogrammi disonorevoli di una figuraccia<br />

da manuale, destinati a fare il giro<br />

del mondo.<br />

Noi le istantanee dello scandalo le sbattemmo<br />

in prima pagina, come il c<strong>la</strong>ssico<br />

mostro: fu il resoconto di un'umiliazione,<br />

quel<strong>la</strong> firmata dai «furbetti<br />

del quartierino» che parcheggiavano<br />

a sbafo nel biglietto da visita del<strong>la</strong> città,<br />

un extra di fango che si aggiungeva<br />

alle mortificazioni seriali inflitte<br />

al<strong>la</strong> città da una casta strafottente e<br />

impunita. E per affondare meglio il bisturi<br />

nel tumore di targhe e metallo<br />

che si stava mangiando vivo Pa<strong>la</strong>zzo<br />

Reale, per non <strong>la</strong>sciare il <strong>la</strong>voro a metà,<br />

Pierantoni parlò pure delle responsabilità:<br />

«I barbari a quattro e due<br />

ruote sono quelli che a Pa<strong>la</strong>zzo Reale<br />

ci <strong>la</strong>vorano ogni giorno: si tratta in<br />

gran parte dei dipendenti del<strong>la</strong> Sovrintendenza<br />

ai Beni Architettonici».<br />

Come dire, gli incendiari travestiti da<br />

pompieri: «Gente, cioè, - insorgeva il<br />

consigliere - che <strong>la</strong>vora in un'istituzione<br />

delegata sul<strong>la</strong> carta al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del<br />

patrimonio monumentale, ma che poi<br />

è <strong>la</strong> prima a sgarrare».<br />

Insomma, colletti bianchi che predicano<br />

bene e razzo<strong>la</strong>no male. Storia vecchia.<br />

Con un seguito al<strong>la</strong> denuncia altrettanto<br />

scontato: scena muta, bocche<br />

cucite, nessuna replica. La Sovrintendenza<br />

come un muro di gomma.<br />

Ma soprattutto, a distanza di 9 mesi<br />

dal<strong>la</strong> denuncia, un «garage reale» che<br />

continua a girare a mille. A fine gennaio,<br />

infatti, Pierantoni e Chiaia Magazine<br />

sono tornati al<strong>la</strong> Reggia. Esito<br />

del blitz: peggio che a piazza Dante all'ora<br />

di punta. Certificato con tanto di<br />

foto (in alto). Con Pierantoni che ancora<br />

una volta si indigna: «Il sovrintendente<br />

Enrico Guglielmo tollera tutto».<br />

Ma di intollerabile c'è anche <strong>la</strong> difesa<br />

d'ufficio degli abusivi. Che suona così:<br />

«L'accesso alle auto - ordinariamente<br />

limitato ai soli mezzi di servizio - è<br />

consentito ai possessori del contrassegno<br />

di sosta di cui al D.P.R. 503/96».<br />

Di che si tratta Di un decreto contro<br />

le barriere architettoniche che autorizza<br />

i disabili ad accedere con l'auto<br />

in spazi pubblici. Decreto che, trasferito<br />

a Pa<strong>la</strong>zzo Reale, porta al<strong>la</strong> conclusione<br />

che mezzi di servizio e disabili,<br />

autorizzati con contrassegno, siano<br />

un esercito. Ma non se <strong>la</strong> beve nessuno.<br />

Furbi a casa: bonifica subito.


SOLIDARIETÀ&VOLONTARIATO <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 10<br />

Sos stomizzati, <strong>la</strong> sofferenza invisibile<br />

IL PROGETTO. A Napoli l’Associazione di volontari nata per assistere i pazienti affetti<br />

da stomìa ha un obiettivo: <strong>la</strong> creazione di un osservatorio in ogni Municipalità<br />

Continua il nostro viaggio tra<br />

<strong>la</strong> società civile impegnata<br />

nel<strong>la</strong> solidarietà e nel volontariato.<br />

Dopo <strong>la</strong> storia del mese<br />

scorso, raccontataci dallo<br />

psicologo Beppe Airoldi, sull’opera<br />

in Burkina Faso del missionario<br />

Fratel Vincenzo, in<br />

questo numero presentiamo il<br />

prezioso <strong>la</strong>voro dell’Associazione<br />

Italiana Stomizzati Campania<br />

segna<strong>la</strong>toci da Vincenzo<br />

Sinno. Quello degli stomizzati<br />

è un tema che merita di essere<br />

conosciuto e affrontato.<br />

Nico<strong>la</strong> Sellitti<br />

Duecentocinquanta euro.<br />

È <strong>la</strong> spesa annua, secondo<br />

l'associazione di volontariato<br />

Aistom Campania,<br />

per migliorare le condizioni di<br />

vita d’ogni paziente stomìzzato.<br />

Ma cos’è <strong>la</strong> stomìa Il termine<br />

indica l'abboccamento chirurgico<br />

di un tratto dell'intestino<br />

o delle vie urinarie al<strong>la</strong> cute<br />

consentendo <strong>la</strong> fuoriuscita all'esterno<br />

di materiale organico<br />

(feci ed urine) dopo l'intervento.<br />

La patologia è tuttora poco conosciuta.<br />

Fino a qualche tempo<br />

fa il Servizio Sanitario Nazionale<br />

teneva poco conto delle<br />

complicanze precoci o tardive<br />

che potevano manifestarsi dopo<br />

l’operazione chirurgica.<br />

Oggi il carcinoma del colon-retto<br />

rappresenta in Europa <strong>la</strong> seconda<br />

neop<strong>la</strong>sia con 90mi<strong>la</strong> decessi<br />

l'anno. I morti in Italia sono<br />

43mi<strong>la</strong> mentre nel<strong>la</strong> so<strong>la</strong><br />

Campania i portatori di stomìa<br />

ammontano a circa 4mi<strong>la</strong>. Meno<br />

del<strong>la</strong> metà solo nel Napoletano.<br />

Nel<strong>la</strong> Municipalità Chiaia-San<br />

Ferdinando-Posillipo gli stomizzati<br />

sono circa 150. Il 70%<br />

anziani, le cui condizioni rese<br />

più difficoltose dall’età.<br />

«Presso l'ospedale Cardarelli abbiamo<br />

avuto in cura 3 o 4 persone<br />

- spiega Ciro De Rosa, medico<br />

e segretario Aistom Campania<br />

- il resto degli amma<strong>la</strong>ti<br />

non sa a chi rivolgersi». Lo stomìzzato<br />

vive con preoccupazione<br />

<strong>la</strong> dimissione dall’ospedale<br />

per <strong>la</strong> propria menomazione<br />

fisica. L'intervento chirurgico<br />

può, infatti, provocare<br />

gravi conseguenze nel processo<br />

di riadattamento al<strong>la</strong> vita quotidiana.<br />

«Si sente solo, abbandonato<br />

al suo disagio fisico e<br />

psicologico», continua De Rosa.<br />

L'iter burocratico durante <strong>la</strong> fase<br />

riabilitativa è lungo e tortuoso.<br />

Il paziente, oppure chi<br />

ne fa le veci, deve recarsi presso<br />

l’Asl competente e compi<strong>la</strong>re<br />

un modulo con il preventivo<br />

per le spese mediche da presentare<br />

al<strong>la</strong> farmacia scelta. Ottenuto<br />

da questa il timbro necessario,<br />

deve tornare all’Asl per<br />

poi ritirare <strong>la</strong> merce in farmacia.<br />

«Questo se tutto va bene -<br />

nota De Rosa - spesso i pazienti<br />

sono dimessi privi di prescrizione<br />

medica e devono attendere<br />

dai 7 ai 10 giorni per l’attrezzatura<br />

necessaria. Non sempre<br />

si trovano medici disponibili<br />

presso il Servizio Sanitario<br />

Nazionale».<br />

L'Aistom Campania ha sede<br />

presso <strong>la</strong> Parrocchia di Cappel<strong>la</strong><br />

Cangiani di don Raffaele<br />

Ponte. La col<strong>la</strong>borazione con<br />

centri di riferimenti ospedalieri<br />

e territoriali assicura visite,<br />

controlli ed esami agli amma<strong>la</strong>ti<br />

grazie anche all'assistenza<br />

di medici, infermieri e personale<br />

amministrativo.<br />

L'associazione di volontariato<br />

ha e<strong>la</strong>borato un modello organizzativo<br />

per assistere a 360<br />

gradi gli affetti da stomìa addominale.<br />

Il progetto prevede<br />

<strong>la</strong> «presa in carico» del paziente<br />

da parte del Centro Unico Stomizzati<br />

dopo <strong>la</strong> dimissione<br />

ospedaliera per poi assisterlo<br />

durante i controlli periodici e<br />

nell’assistenza protesica.<br />

«Ogni stomìzzato deve recarsi<br />

almeno 6 volte l’anno presso le<br />

Asl per esami di routine - informa<br />

De Rosa -. Inoltre ha continuo<br />

bisogno di sacche per <strong>la</strong><br />

stomìa, da cambiare due volte<br />

al giorno. Non possono affrontare<br />

tutto questo da soli».<br />

Il Centro nel prossimo futuro<br />

intende giovarsi di una rete di<br />

consulenti al fine di sviluppare<br />

sinergie interprofessionali per<br />

i bisogni dei ma<strong>la</strong>ti. Un’èquipe<br />

di professionisti garantirà supporto<br />

medico in base ai bisogni<br />

del paziente.<br />

«Non vogliamo essere alternativi<br />

alle Asl - chiarisce il medico<br />

dell'associazione - ma faremo<br />

in modo che il degente possa<br />

fare capo a noi per ogni tipo<br />

di problematica. L'obiettivo è<br />

migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> sua<br />

esistenza». De Rosa chiede che<br />

tutte le municipalità cittadine<br />

creino un osservatorio, «valore<br />

aggiunto» per il controllo e il<br />

monitoraggio degli stomìzzati.<br />

«Spero che il quartiere Chiaia-<br />

San Ferdinando-Posillipo abbia<br />

un effetto traino. Confido in un<br />

incontro a breve con il presidente<br />

del<strong>la</strong> Municipalità 1 Fabio<br />

Chiosi per garantire ai bisognosi<br />

un aiuto logistico almeno<br />

per assicurare loro in breve<br />

tempo l'apparecchiatura medica».<br />

L'asta del 14 dicembre<br />

scorso organizzata da Reginauto<br />

in col<strong>la</strong>borazione con Chiaia<br />

Magazine, ha procurato fondi<br />

per un corso di Alfabetizzazione<br />

Informatica per gli affetti da<br />

stomìa, «un modo per stimo<strong>la</strong>rne<br />

<strong>la</strong> vita sociale» spiega il<br />

medico. Il corso è stato dedicato<br />

a C<strong>la</strong>ra Simo, stomizzata da<br />

poco scomparsa.<br />

«Aistom Campania - rende noto<br />

il presidente dell'associazione<br />

Luigi Lanzetta - intende attuare<br />

programmi di medicina preventiva<br />

e di reinserimento psico-sociale<br />

per gli affetti da stomìa».<br />

L’associazione di volontariato<br />

infine intende promuovere una<br />

campagna di sensibilizzazione<br />

per prevenire i tumori colo-rettali.<br />

In programma anche <strong>la</strong> formazione<br />

specifica di operatori<br />

socio-sanitari per l'assistenza ai<br />

ma<strong>la</strong>ti.<br />

Nel<strong>la</strong> foto in alto: il presidente dell’Aistom<br />

Luigi Lanzetta seduto al<strong>la</strong> scrivania;<br />

in piedi, da sin. a destra, Gabriele<br />

Lanzetta, il consigliere Giustina Battiniello<br />

e il segretario Ciro De Rosa.


Guida al<strong>la</strong> differenziata<br />

Raccolta differenziata: una rivoluzione<br />

di mentalità che ci obbliga<br />

ad imparare per non soffrire più.<br />

E’ lo scopo che Chiaia Magazine si propone<br />

con questo vademecum sul<strong>la</strong> differenziata.<br />

Qualche esempio per capire<br />

perché convenga anche sul piano<br />

del risparmio. Ciascuno di noi produce<br />

30 kg. di p<strong>la</strong>stica all’anno: se i 100mi<strong>la</strong><br />

abitanti del<strong>la</strong> nostra Municipalità <strong>la</strong><br />

ricic<strong>la</strong>ssero tutta, risparmierebbero<br />

10mi<strong>la</strong> tonnel<strong>la</strong>te di petrolio e carbone<br />

all’anno. Per produrre una tonnel<strong>la</strong>ta<br />

di carta servono 15 alberi e 440mi<strong>la</strong> litri<br />

d’acqua, per produrne una di carta<br />

ricic<strong>la</strong>ta bastano 1.800 litri d’acqua. In<br />

Italia il riciclo del vetro fa risparmiare<br />

ogni anno 400mi<strong>la</strong> tonnel<strong>la</strong>te di petrolio.<br />

Mille tonnel<strong>la</strong>te di p<strong>la</strong>stica ricic<strong>la</strong>te<br />

ci fanno risparmiare 3.500 tonnel<strong>la</strong>te<br />

di petrolio, cioè quanto serve<br />

per far funzionare 20mi<strong>la</strong> frigoriferi<br />

in un anno. L’alternativa è nota: abbattere<br />

milioni di alberi, consumare<br />

milioni di litri di petrolio, inquinare<br />

con milioni di kg di anidride carbonica,<br />

amma<strong>la</strong>rsi in mille modi, vivere 14<br />

anni di emergenza rifiuti. Non ci sono<br />

dubbi: meglio imparare. Proviamoci.<br />

Carta-Cartone<br />

Dove depositare: nei bidoncini bianchi<br />

condominiali o nelle campane col<br />

coperchio bianco presenti nelle 10 Ecopiazzole<br />

di Chiaia-San Ferdinando- Posillipo<br />

(vedi l’elenco nel<strong>la</strong> pagina).<br />

Cosa introdurre: giornali, riviste, libri,<br />

quaderni, opuscoli, tabu<strong>la</strong>ti di fotocopie,<br />

carta da pacchi, imbal<strong>la</strong>ggi di<br />

carta o di cartone (che va piegato) e cartoncini<br />

in genere, sacchetti di carta,<br />

scatole e scatoloni (da appiattire), cartoni<br />

per bevande-tetrapak (tipo <strong>la</strong>tte,<br />

succhi di frutta), piatti di carta/tovagliolini/fazzolettini<br />

non utilizzati, carta<br />

da disegno e per grafici, astucci e fascette<br />

in cartoncino, scatole di farmaci.<br />

Cosa non introdurre:<br />

non vanno introdotti carta<br />

(o cartone) sporca o unta<br />

e quindi contaminata<br />

(es. i contenitori per pizze),<br />

piatti di carta/tovagliolini/fazzolettini<br />

utilizzati<br />

e sporchi, carta<br />

oleata o p<strong>la</strong>stificata, carta<br />

carbone, copertine p<strong>la</strong>stificate:<br />

queste cose vanno<br />

messe nel sacchetto<br />

dell’"umido" (cibo, ortaggi<br />

etc.) che va depositato<br />

nei cassonetti normali<br />

dell’indifferenziata.<br />

ECOPIAZZOLE<br />

COME E DOVE<br />

Le dieci ecopiazzole di<br />

Chiaia-San Ferdinando-<br />

Posillipo. Le ecopiazzole<br />

sono postazioni di<br />

raccolta dove sono<br />

sistemati in contemporanea<br />

5 diversi contenitori:<br />

quello bianco per carta e<br />

cartone, quello verde per<br />

il vetro, quello giallo per<br />

p<strong>la</strong>stica e acciaio, quello<br />

con l’apertura rossa per i<br />

piccoli elettrodomestici,<br />

infine quello con <strong>la</strong><br />

scritta "indumenti" per<br />

vestiti/stoffe /stracci.<br />

Nel<strong>la</strong> Municipalità1 ci<br />

sono 10 ecopiazzole così<br />

localizzate: 6 a Posillipo,<br />

4 a Chiaia e nessuna a<br />

San Ferdinando. Una<br />

quantità insufficiente e<br />

mal distribuita. Vediamo<br />

dove sono sistemate.<br />

Posillipo: piazzetta<br />

Santo Stefano, via Manzoni<br />

61, via Orazio 147,<br />

via Pascoli 10, piazza S.<br />

Di Giacomo 1, piazza San<br />

Luigi. In queste 6 postazioni<br />

le campane per gli<br />

indumenti e quelle per<br />

piccoli elettrodomestici<br />

sono state danneggiate,<br />

rimosse e mai sostituite.<br />

Chiaia: Riviera di Chiaia<br />

203 (di fronte Brudetti),<br />

via Giordano Bruno, via<br />

Andrea D’Isernia 30,<br />

<strong>la</strong>rgo Sermoneta.<br />

LE ECOINIZIATIVE DI <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong><br />

P<strong>la</strong>stica-Alluminio-<br />

Acciaio<br />

Dove depositare: nelle<br />

campane gialle che sono<br />

presenti nei numerosi siti<br />

dove si raccoglie solo<br />

p<strong>la</strong>stica e vetro o che sono<br />

presenti nelle 10 ecopiazzole<br />

di Chiaia-San<br />

Ferdinando-Posillipo (vedi<br />

elenco nel<strong>la</strong> pagina).<br />

Cosa introdurre: contenitori<br />

per liquidi (bottiglie<br />

per bevande), f<strong>la</strong>coni<br />

dei prodotti per l’igiene<br />

personale e pulizia del<strong>la</strong><br />

casa (es. shampo, detersivi),<br />

vaschette per l’asporto<br />

dei cibi, confezioni per<br />

alimenti (es. yogurt), borse<br />

e sacchetti per <strong>la</strong> spesa,<br />

buste, pellicole di p<strong>la</strong>stica<br />

in genere, vasetti, contenitori<br />

di cosmetici, chiusure<br />

metalliche per vasetti<br />

di conserve (es. quelli<br />

per marmel<strong>la</strong>ta, passate,<br />

sughi), tappi di p<strong>la</strong>stica<br />

o metallo delle bottiglie di olio/vino/liquori/bibite,<br />

<strong>la</strong>ttine per le bibite o<br />

per l’olio, tubetti vuoti per conserve e<br />

cosmetici, contenitori di p<strong>la</strong>stica in genere,<br />

vaschette e scatolette per conservare<br />

e conge<strong>la</strong>re i cibi, scatole in acciaio<br />

(di biscotti, ciocco<strong>la</strong>tini, caramelle,<br />

dolci), fogli di allumino da cucina,<br />

gli involucri argentati del ciocco<strong>la</strong>to<br />

o dello yogurt, le bombolette<br />

spray in metallo o in p<strong>la</strong>stica di qualunque<br />

tipo, contenitori di polistirolo<br />

per alimenti. Infine oggetti (o frammenti)<br />

metallici in ferro o acciaio o alluminio,<br />

ma di piccole dimensioni.<br />

Cosa non introdurre: non vanno introdotti<br />

piatti/bicchieri/posate monouso,<br />

cellophane, compact disc e re<strong>la</strong>tive<br />

custodie, musicassette e videocassette,<br />

piccoli giocattoli di p<strong>la</strong>stica,<br />

accendini di p<strong>la</strong>stica: queste cose vanno<br />

messe nel sacchetto dell’umido (cibo,<br />

ortaggi etc.) che va depositato nei<br />

cassonetti stradali dell’indifferenziata.<br />

Né vanno introdotti giocattoli<br />

di p<strong>la</strong>stica di<br />

grandi dimensioni, bacinelle<br />

o altri oggetti di<br />

p<strong>la</strong>stica di grandi dimensioni,<br />

oggetti di ferro<br />

o acciaio di grandi dimensioni,<br />

manufatti in<br />

legno di grandi dimensioni:<br />

in questo caso si<br />

chiama l’800.161010<br />

(numero verde Asìa), si<br />

fissa un appuntamento<br />

col "Servizio Rifiuti Ingombranti"<br />

ed entro 48<br />

ore gli addetti verranno<br />

a prelevare gratis sotto<br />

casa.<br />

Vetro<br />

Dove depositare: nelle<br />

campane verdi che sono<br />

presenti nei numerosi<br />

siti dove si raccoglie solo<br />

p<strong>la</strong>stica e vetro o che<br />

sono presenti nelle 10<br />

ecopiazzole di Chiaia-<br />

San Ferdinando-Posillipo<br />

(vedi elenco nel<strong>la</strong> pagina).<br />

Cosa introdurre: bottiglie<br />

in vetro (di acqua,<br />

vino, olio, sciroppi etc.),<br />

barattoli e barattolini in<br />

vetro (per alimenti), boccette<br />

in vetro per medicinali<br />

(vuote), contenitori<br />

in vetro di cosmetici<br />

(vuoti), contenitori di<br />

vetro in genere, <strong>la</strong>stre di<br />

vetro/specchi di piccole<br />

dimensioni.<br />

Cosa non introdurre:<br />

non vanno introdotti<br />

<strong>la</strong>mpade e <strong>la</strong>mpadine<br />

(normali, alogene, al<br />

neon), piatti e oggetti in ceramica o<br />

porcel<strong>la</strong>na, barattoli di vetro con tracce<br />

di colori o di vernici: queste cose<br />

vanno mese nel sacchetto dell’umido<br />

(cibo, ortaggi etc.) che va depositato nei<br />

cassonetti dell’indifferenziata. Né vanno<br />

introdotti <strong>la</strong>stre di vetro o specchi<br />

di grandi dimensioni o in grande quantità,<br />

damigiane o boccioni, oggetti di<br />

ceramica o porcel<strong>la</strong>na di grandi dimensioni<br />

o in grande quantità: in questo<br />

caso si chiama l’800.161010 (numero<br />

verde Asìa), si fissa un appuntamento<br />

col "Servizio Rifiuti Ingombranti"<br />

ed entro 48 ore gli addetti verranno<br />

a prelevare gratis sotto casa.<br />

Rifiuti urbani pericolosi<br />

1. Pile scariche: vanno depositate nei<br />

contenitori presso le tabaccherie<br />

2. Farmaci scaduti: vanno depositati<br />

nei contenitori presso le farmacie.<br />

Una precisazione: è ovvio che<br />

le confezioni di carta dei medicinali<br />

(vuote) vanno buttate nel bidoncino<br />

bianco condominiale del<strong>la</strong><br />

carta, che i contenitori in vetro<br />

dei medicinali (vuoti) vanno buttati<br />

nelle campane verdi del vetro,<br />

che i contenitori di p<strong>la</strong>stica dei medicinali<br />

(vuoti) vanno buttati nelle<br />

campane gialle del<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica.<br />

3. Lastre di vetro o specchi di grandi<br />

dimensioni, damigiane e boccioni<br />

di vetro di grandi dimensioni:<br />

in questo caso si chiama<br />

l’800.161010 (numero verde Asìa), si<br />

fissa un appuntamento col "Servizio<br />

Rifiuti Ingombranti" ed entro<br />

48 ore gli addetti verranno a prelevare<br />

gratis sotto casa.<br />

4. Rottami metallici ingombranti o<br />

in grandi quantità: in questo caso<br />

si chiama l’800.161010 (numero<br />

verde Asìa), si fissa un appuntamento<br />

col "Servizio Rifiuti Ingombranti"<br />

ed entro 48 ore gli addetti<br />

verranno a prelevare gratis sotto<br />

casa.<br />

5. Calco<strong>la</strong>trici, giochi, piccoli elettrodomestici.<br />

I casi sono due: 1)<br />

se questi oggetti sono in grande<br />

quantità, si chiama l’800.161010<br />

(numero verde Asìa), si fissa un appuntamento<br />

col "Servizo Rifiuti Ingombranti"<br />

ed entro 48 ore gli addetti<br />

verranno a prelevare gratis<br />

sotto casa, 2) se gli oggetti sono pochi,<br />

allora, possono essere depositati<br />

dal cittadino nelle campane<br />

con l’apertura rossa che sono presenti<br />

nelle 10 ecopiazzole di Chiaia-<br />

San Ferdinando-Posillipo (vedi elenco<br />

nel<strong>la</strong> pagina).<br />

6. Prodotti fotografici (es. rollini).<br />

Vanno buttati nel sacchetto dell’umido<br />

(cibo, ortaggi etc.).<br />

7. Contenitori (in p<strong>la</strong>stica, metallo<br />

o vetro) di materiali tossici, infiammabili,<br />

insetticidi o parassitari<br />

(es. vernice). I casi sono due:<br />

1) se questi contenitori sono stati<br />

svuotati e ripuliti, vale <strong>la</strong> rego<strong>la</strong><br />

che quelli in p<strong>la</strong>stica o metallo vanno<br />

nelle campane gialle (p<strong>la</strong>stica e<br />

metallo) e che quelli in vetro vanno<br />

nelle campane verdi (vetro), 2) se<br />

questi contenitori sono ancora pieni,<br />

in tutto o in parte, l’Asìa, che<br />

non preleva questo materiale, si limita<br />

a consigliare di arrangiarsi,<br />

cioè di consultare le Pagine Gialle<br />

al<strong>la</strong> voce "smaltitori privati" e di<br />

contattarli telefonicamente: il privato<br />

però potrebbe rifiutarsi. Una<br />

grave <strong>la</strong>cuna.<br />

8. Gli oli minerali delle auto. Anche<br />

in questo caso l’Asìa non preleva<br />

questo materiale e si limita a consigliare<br />

di arrangiarsi, cioè di consultare<br />

le Pagine Gialle al<strong>la</strong> voce<br />

"smaltitori privati" e di contattarli<br />

telefonicamente: il privato potrebbe<br />

rifiutarsi. Altra <strong>la</strong>cuna grave.<br />

9. Materiali edili di risulta di picco<strong>la</strong><br />

manutenzione domestica<br />

(col<strong>la</strong>, calcinacci, mattoni etc).<br />

Anche in questo caso l’Asìa si limita<br />

a consigliare di arrangiarsi, cioè<br />

di consultare le Pagine Gialle al<strong>la</strong><br />

voce "smaltitori privati" e di contattarli<br />

telefonicamente: il privato<br />

però potrebbe rifiutarsi. Ennesima<br />

<strong>la</strong>cuna.<br />

10. Le batterie delle auto. Anche in<br />

questo caso l’Asìa si limita a consigliare<br />

di arrangiarsi, cioè di contattare<br />

qualche elettrauto o qualche<br />

rivenditore di batterie.<br />

11. Polistirolo. I contenitori in polistirolo<br />

per alimenti (es. ge<strong>la</strong>ti), ripuliti,<br />

vanno depositati nelle campane<br />

gialle (p<strong>la</strong>stica e acciao). I contenitori<br />

in polistirolo di qualunque<br />

altro tipo (es. per imbal<strong>la</strong>re elettromestici)<br />

vanno smaltiti attraverso<br />

gli smaltitori privati (da cercare<br />

sulle Pagine Gialle)<br />

Rifiuti ingombranti<br />

Dove : non vanno abbandonati per strada.<br />

I cittadini devono telefonare<br />

all’800.161010 ( Numero Verde Asìa) ed<br />

entro 48 ore gli addetti del "Servizio<br />

Rifiuti Ingombranti" verranno a prelevare<br />

gratis sotto casa.<br />

Quali sono: grandi elettrodomestici<br />

(es. frigoriferi, <strong>la</strong>vatrici), mobili, materassi<br />

e reti, quadri e specchi, manufatti<br />

in ceramica o porcel<strong>la</strong>na di grandi dimensioni<br />

o in grande quantità, tappezzeria<br />

ingombrante, manufatti in<br />

ferro (o altri metalli) e legno di grandi<br />

dimensioni (es. termosifoni, porte, ba<strong>la</strong>ustre),<br />

ma anche piccoli manufatti<br />

(o pezzi) di legno tali da poter riempire<br />

almeno una busta, grosse quantità<br />

di rottami metallici, bacinelle e manufatti<br />

di p<strong>la</strong>stica di grandi dimensioni<br />

o in grande quantità, apparecchi<br />

elettronici (tv, pc, fax, stereo, registratori,<br />

cellu<strong>la</strong>ri), pneumatici e cerchioni,<br />

<strong>la</strong>stre di vetro o specchi di grandi dimensioni,<br />

damigiane o boccioni di vetro<br />

di grandi dimensioni, calco<strong>la</strong>trici/giochi/piccoli<br />

elettrodomestici in<br />

grosse quantità.<br />

Indumenti e stracci<br />

Dove depositare: vanno depositati nelle<br />

apposite campane per indumenti,<br />

stracci e stoffe che sono sistemate nelle<br />

10 ecopiazzole di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo<br />

(vedi elenco nel<strong>la</strong> pagina).<br />

Numero Verde dell’Asìa:<br />

800.161010<br />

Pagina a cura di Alvaro Mirabelli


DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ 1 <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 12<br />

Tarsu illegittima tra sgravi e indennizzi<br />

LA DELIBERA. Il governo di quartiere propone<br />

<strong>la</strong> riduzione o <strong>la</strong> sospensione del<strong>la</strong> tassa rifiuti<br />

Oscar Medina<br />

Inapoletani sono disposti a<br />

giurarlo: di questi tempi <strong>la</strong><br />

tassa sullo smaltimento dei<br />

rifiuti urbani (<strong>la</strong> Tarsu) è dura<br />

da digerire. A farle <strong>la</strong> radiografia,<br />

del resto, <strong>la</strong> Tarsu non è<br />

neanche una tassa, ma una tariffa<br />

in cambio di un servizio.<br />

Ma se il servizio non c'è<br />

E se anzi lo sfascio del prelievo/monnezza<br />

produce danni alle<br />

persone e all'ambiente Le<br />

domande se le è poste il governo<br />

del<strong>la</strong> Municipalità1. Le risposte<br />

erano lì, a portata di mano,<br />

nero su bianco, in leggi e<br />

decreti. Bastava ficcare il naso<br />

nei codici. Lo ha fatto <strong>la</strong> maggioranza<br />

di centrodestra con<br />

Francesca De Sanctis, presidente<br />

del<strong>la</strong> Commissione Ambiente,<br />

e il suo vice Fabio Cica<strong>la</strong>.<br />

Ne è nato un documento con<br />

un verdetto, blindato in un robusto<br />

te<strong>la</strong>io giuridico: a Napoli<br />

<strong>la</strong> Tarsu o non va pagata o va<br />

ridotta di molto, e per un mucchio<br />

di buone ragioni. Da qui a<br />

trasformare il testo in un ordine<br />

del giorno da far approvare<br />

al Consiglio di Chiaia il passo è<br />

stato breve. Due le richieste<br />

presentate dal<strong>la</strong> Commissione<br />

Ambiente al par<strong>la</strong>mentino di<br />

quartiere: ridurre <strong>la</strong> Tarsu del<br />

40% e, in ogni caso, niente aumenti<br />

futuri. Ed è andata così:<br />

<strong>la</strong> maggioranza di centrodestra<br />

ha votato per ridurre il tributo<br />

e contro aumenti futuri, <strong>la</strong> minoranza<br />

di centrosinistra si è<br />

opposta. Ma al<strong>la</strong> fine il provvedimento<br />

anti-Tarsu è passato.<br />

Il documento non ha purtroppo<br />

risvolti decisionali ma è un<br />

monito energico dal basso nei<br />

confronti di chi, ai piani alti di<br />

Pa<strong>la</strong>zzo San Giacomo, comanda<br />

davvero.<br />

Resta però incontestabile l'impalcatura<br />

di leggi con cui il governo<br />

di Chiaia ha intrappo<strong>la</strong>to<br />

<strong>la</strong> tassa sui rifiuti, smontandone<br />

<strong>la</strong> fondatezza sul<strong>la</strong> piazza<br />

napoletana. Cica<strong>la</strong> snoccio<strong>la</strong><br />

dati e cifre: «In cambio del servizio<br />

peggiore d'Europa, il tributo<br />

Tarsu di Napoli, mediamente<br />

350 euro ad abitazione,<br />

è il più caro d'Italia: qui si pagano<br />

circa 60 euro in più rispetto<br />

al<strong>la</strong> media nazionale. E<br />

ancora: <strong>la</strong> Tarsu partenopea è<br />

maggiore del 35 % rispetto a<br />

Roma, Mi<strong>la</strong>no, Torino dove però<br />

il servizio funziona bene». E<br />

incalza: «Il decreto legis<strong>la</strong>tivo<br />

n. 507 del '93 dice che se il servizio<br />

è carente, il tributo va ridotto<br />

del 40% o sospeso. Il decreto<br />

prevede anche che, se il<br />

disservizio si protrae, danneggiando<br />

i cittadini e l'ambiente,<br />

l'utente può fare ricorso per<br />

avere lo sgravio o <strong>la</strong> restituzione<br />

dell'importo versato. E non<br />

basta. Dietro l'angolo c'è il decreto<br />

n.61 del 2007 (poi diventato<br />

legge) che inasprisce <strong>la</strong> Tarsu<br />

in Campania al fine di “coprire”<br />

i costi per uscire dal<strong>la</strong><br />

crisi. E così a Napoli <strong>la</strong> Tarsu<br />

lieviterà del 30%». Da brividi.<br />

Quanto basta per una causa collettiva<br />

di risarcimento che un<br />

centinaio di cittadini sta<br />

istruendo nei confronti di Pa<strong>la</strong>zzo<br />

San Giacomo. Chi risarcisce,<br />

però, i cittadini che oltre<br />

al danno subiscono anche le<br />

grosso<strong>la</strong>nità di qualche burocrate<br />

Già, perché accade che<br />

molti contribuenti, presentatisi<br />

agli uffici del Servizio Accertamento<br />

Tarsu (al 4° piano di<br />

corso Lucci 82) per impugnare<br />

«cartelle pazze», vaghino inascoltati<br />

o siano strapazzati con<br />

ma<strong>la</strong>grazia da qualche impiegato.<br />

Casi iso<strong>la</strong>ti Non proprio.<br />

L'altra faccia del<strong>la</strong> medaglia,<br />

però, è il clima emergenziale<br />

in cui operano i dipendenti. Al<strong>la</strong><br />

«Direzione Centrale delle Risorse<br />

Strategiche e Programmazione<br />

Finanziaria», da cui<br />

dipendono gli uffici Tarsu, replicano:<br />

«E' l'onda lunga del<strong>la</strong><br />

crisi-rifiuti, ma l'attenzione a<br />

qualificare il personale nell'accoglienza<br />

al pubblico è una<br />

priorità costante». Ci fidiamo<br />

sul<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

LA FESTA DI NICOLA NAPOLITANO<br />

Ritratto di un ga<strong>la</strong>ntuomo<br />

Al momento del discorso di congedo, lo scorso primo febbraio,<br />

dopo 34 anni di onorato servizio nel Comune di Napoli, Nico<strong>la</strong><br />

Napolitano non ha trattenuto <strong>la</strong> commozione: lui, impiegato<br />

modello, ga<strong>la</strong>ntuomo di vecchia tempra, per festeggiare il<br />

fatale distacco dall’incarico presso <strong>la</strong> prima Municipalità (in<br />

cui ha <strong>la</strong>vorato ininterrottamente dal 1980) ha voluto attorno<br />

a sé, nel<strong>la</strong> sede del<br />

governo di quartiere in<br />

piazza Santa Maria degli<br />

Angeli, familiari, amici,<br />

colleghi di <strong>la</strong>voro e<br />

politici del par<strong>la</strong>mentino<br />

di Chiaia. E tutti gli<br />

invitati hanno colto al<br />

volo l’occasione per<br />

manifestargli affetto e<br />

stima. Già, perchè <strong>la</strong><br />

vicenda umana e <strong>la</strong>vorativa<br />

di Nico<strong>la</strong> Napolitano<br />

è legata a doppio filo<br />

ai 28 anni di storia dell’istituzione di quartiere, decol<strong>la</strong>ta<br />

appunto nel 1980: anni da lui vissuti, gestendo con serietà ed<br />

efficacia il proprio compito a contatto con i cittadini di Chiaia.<br />

A cominciare dal battesimo del fuoco, avvenuto in coincidenza<br />

col doposisma quando tra le sue mansioni amministrative<br />

ci fu anche quel<strong>la</strong> di istruire e mandare a buon fine, praticamente<br />

da solo, il destino di ben 1.500 pratiche di riattazione<br />

degli edifici terremotati: 1.500 emergenze in cui seppe leggere<br />

altrettante vicende umane. E su quel<strong>la</strong> falsariga professionale<br />

Nico<strong>la</strong> si è sempre mantenuto, scortando anche le vicende<br />

politiche dei tanti presidenti di quartiere, avvicendatisi a<br />

Chiaia. Loro non si sono dimenticati di lui e glielo hanno<br />

dimostrato intervenendo al<strong>la</strong> festa d’addio: come nel caso di<br />

Paolo De Giorgio, Sandra Cioffi, Armando Aubry, Antonio<br />

Maione, Antonio So<strong>la</strong>no, Pasquale Errico, Rosalba Cerqua e<br />

Fabio Chiosi, presidente in carica. Né sono mancati, tra i<br />

tanti, gli amici Mimmo Caratelli, Antonello Ve<strong>la</strong>rdi, Maurizio<br />

Marinel<strong>la</strong>, Nino De Nico<strong>la</strong>, Angelo Sacco, Antonel<strong>la</strong><br />

Esposito, Oreste Liporace. Nico<strong>la</strong>, intanto, con <strong>la</strong> moglie Lina<br />

e il figlio Giuseppe, ha abilmente gestito il clima dei festeggiamenti<br />

con sorrisi, battute e un buffet formidabile. Da Fabio<br />

Chiosi non un addio, ma un arrivederci: «Nico<strong>la</strong>, che è stato<br />

come un padre per me, continuerà a offrire gratuitamente il<br />

suo prezioso contributo al<strong>la</strong> Municipalità».<br />

NUOVE BOTTEGHE<br />

DEI MILLE news<br />

• QUOTA ASSOCIATIVA<br />

Nino De Nico<strong>la</strong>, presidente<br />

delle Nuove Botteghe<br />

dei Mille, e il direttivo<br />

dell’associazione ringraziano<br />

tutti i soci per<br />

l’appoggio dimostrato<br />

nelle iniziative e nelle<br />

battaglie condotte in<br />

nome del quartiere e per<br />

migliorare <strong>la</strong> vivibilità di<br />

Chiaia. C’è ancora tanto<br />

da «battagliare». Non<br />

resta, quindi, che insistere<br />

in questa direzione,<br />

rinnovando lo spirito<br />

associativo che caratterizza<br />

<strong>la</strong> categoria dei commercianti.<br />

E’ partita, intanto, <strong>la</strong><br />

campagna di iscrizione<br />

alle Nuove Botteghe dei<br />

Mille, primo centro commerciale<br />

del<strong>la</strong> città.<br />

Quest’anno <strong>la</strong> quota<br />

associativa è di 50 euro.<br />

Coloro che sono interessati<br />

possono contattare<br />

Gianni Gagliardi, vicepresidente<br />

e segretario del<br />

sodalizio, al numero<br />

339/8841654.<br />

CIAO AFRICA<br />

di BEPPE AIROLDI<br />

DIGRESSIONI SEMISERIE SUI TAXI<br />

rofesso’, nun’ ngasate a<br />

“Pmane» «Non ti preoccupare<br />

Ciro, di calcio non me ne<br />

importa nul<strong>la</strong>. Però 5 a 2<br />

dall'Ata<strong>la</strong>nta sono una bel<strong>la</strong><br />

soddisfazione, visto che sono<br />

l'unico immigrato bergamasco<br />

a Napoli!. Ma già che ci sono<br />

(ingaso) ti devo anche dire che<br />

noi bergamaschi ti abbiamo<br />

inventato il mestiere». «E mo<br />

che vulite dicere, co taxi<br />

l'avete 'nventate vuie». «Esattamente,<br />

ma visto che siamo<br />

arrivati a Cariati ti offro un<br />

caffè da Lello». «Eccoci qua; un<br />

caffè a Ciro e a me il solito».<br />

«La storia è questa: una famiglia<br />

del<strong>la</strong> Val Brembana (i<br />

Taxis) inventa <strong>la</strong> posta, fa<br />

fortuna con <strong>la</strong> Repubblica<br />

veneta e apre stazioni in tutta<br />

Europa. Un parente sposa un<br />

nobile tedesco (Thurn), diventano<br />

principi (i Thurn unt<br />

Taxis) e danno il nome a tutte<br />

le auto pubbliche del mondo.<br />

Digressione n°1: <strong>la</strong> mamma<br />

(Taxis) del poeta Tasso lo fa<br />

nascere a Sorrento (una delle<br />

tante loro stazioni di posta)<br />

che all'epoca era un paradiso.<br />

N°2: <strong>la</strong> Bresao<strong>la</strong> era fatta con i<br />

filetti di mulo (i taxi dell'epoca)<br />

essiccati sul<strong>la</strong> neve al sole.<br />

N°3: i taxi in Africa sono<br />

improbabili, sia come vetture,<br />

sia come conducenti. Perciò,<br />

quando ne trovate uno affidabile,<br />

adottatelo. I taxi napoletani,<br />

ascoltami Ciro, sono una<br />

delle poche categorie serie (il<br />

resto dei trasporti pubblici è<br />

ridicolo, pensa che <strong>la</strong> funico<strong>la</strong>re<br />

centrale è l'unica ad avere<br />

corse dirette). Per non par<strong>la</strong>re<br />

degli autobus e delle metropolitane<br />

(poco tempo fa una<br />

signora a Parigi fece una<br />

vaiassata perché il treno aveva<br />

un minuto di ritardo). Voi,<br />

tranne qualche mariuolo al<strong>la</strong><br />

stazione, a Mergellina e all'aeroporto,<br />

siete onesti e con<br />

prezzi bassissimi rispetto al<strong>la</strong><br />

media italiana. In passato i<br />

tuoi colleghi mi chiedevano<br />

mille lire prima di partire,<br />

perché dovevano fare benzina.<br />

Il futuro lo vedo con carrozzelle<br />

e cammell». Come si dice:<br />

«Caravan senza petrol».


chiaiamagazine<br />

SAPERVIVERE<br />

SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ<br />

Pl-art, quando <strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica diventa arte<br />

LA NOVITÀ. Aperto in via Martucci uno spazio espositivo che ospita <strong>la</strong> collezione<br />

permanente di Maria Pia Incutti e altre opere sperimentali di designer e creativi<br />

SHENKER CULTURE CLUB<br />

Praturlon, il set dei miti<br />

Antonel<strong>la</strong> Carlo<br />

Da sin. a destra: M. Pia Incutti; interno museo; opera coll.«Incutti».<br />

No, miei cari amici,<br />

<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica non è<br />

soltanto quel materiale<br />

vile di cui dovete<br />

disfarvi al più presto, non<br />

è soltanto quel<strong>la</strong> guaina<br />

antipatica ed appiccicosa<br />

che avvolge libri, cibi, vestiti<br />

e lettere invecchiate.<br />

La p<strong>la</strong>stica può diventare<br />

una forma d'arte: deformabile,<br />

malleabile, delicata<br />

e sottoposta all'usura<br />

ed ai cambiamenti del<br />

tempo, essa riesce ad animare<br />

e model<strong>la</strong>re le fantasie<br />

dello scultore e del<br />

designer. Lo sa bene Maria<br />

Pia Incutti, imprenditrice<br />

di successo e collezionista<br />

d'arte: da oggi,<br />

amministra il «Museo P<strong>la</strong>rt»<br />

di via Martucci, nuovo<br />

spazio sperimentale<br />

dedicato alle differenti tipologie<br />

dei materiali sintetici.<br />

Insieme all'architetto<br />

Nunzio Vitale, che<br />

ha seguito sin dagli albori<br />

gli sviluppi del<strong>la</strong> collezione<br />

privata «Incutti», <strong>la</strong><br />

collezionista ha deciso di<br />

aprire il suo patrimonio<br />

al<strong>la</strong> cittadinanza: un<br />

team di esperti, tra cui<br />

Maurizio Avel<strong>la</strong> (Primo<br />

Ricercatore Ictp del CNR)<br />

e <strong>la</strong> professoressa Cecilia<br />

Cecchini (Dip. «Itaca»,<br />

Università La Sapienza di<br />

Roma), ha coordinato i <strong>la</strong>vori<br />

di allestimento e di<br />

ristrutturazione del <strong>la</strong>boratorio<br />

creativo di via<br />

Martucci. Tanti gli obiettivi<br />

di ricerca prefissati<br />

dagli studiosi che hanno<br />

inaugurato il «Pl-art»: in<br />

primis, l'idea di non accostare<br />

<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica ad un<br />

concetto deteriore, caratterizzato<br />

da una dimensione<br />

innaturale ed artificiale.<br />

Nel corso dei decenni,<br />

in rapporto agli<br />

sviluppi di diverse correnti<br />

artistiche, i designer<br />

hanno utilizzato i<br />

materiali sintetici, riuscendo<br />

ad esprimere<br />

tendenze partico<strong>la</strong>ri del<br />

gusto e del<strong>la</strong> moda: questo<br />

patrimonio, che raggruppa<br />

opere di indiscutibile<br />

spessore (come dimenticare<br />

una pipa lucida<br />

e bril<strong>la</strong>nte, che si staglia<br />

luminosa su un piano<br />

immaco<strong>la</strong>to), merita<br />

un approccio metodologico<br />

consapevole. Il «P<strong>la</strong>rt»,<br />

dunque, oltre ad<br />

esporre <strong>la</strong> collezione permanente<br />

«Incutti», ospita<br />

le opere di artisti «amici»,<br />

che hanno seguito un<br />

analogo percorso di indagine:<br />

i <strong>la</strong>vori temporanei<br />

aprono così una finestra<br />

sulle più recenti ed<br />

interessanti sperimentazioni<br />

del design. «Abbiamo<br />

deciso di curare uno<br />

spazio in movimento,<br />

aperto a contributi sempre<br />

ricchi e poliedrici -<br />

commenta Maria Pia Incutti<br />

- tutti devono comprendere,<br />

infatti, che <strong>la</strong><br />

p<strong>la</strong>stifica non è sinonimo<br />

di immobilità, ma, al contrario,<br />

di creatività e coraggio<br />

espressivo».<br />

Un uomo bellissimo, con il volto proteso verso il basso<br />

e le braccia strette in un ipotetico abbraccio: è il<br />

grande Marcello Mastroianni, sul set de «Lo straniero».<br />

Era il 1967 e Pierluigi Praturlon, importante fotografo<br />

romano, fermava momenti indimenticabili del<strong>la</strong><br />

storia del cinema. Mastroianni, Sophia Loren, C<strong>la</strong>udia<br />

Cardinale, Anita Ekberg, Federico Fellini, Vittorio<br />

De Sica e Frank Sinatra sono soltanto alcuni dei<br />

personaggi ritratti nelle mostra «Pierluigi on Cinema»,<br />

in programma allo Shenker Culture Club di via<br />

Chiaia per tutto il mese di febbraio. L'idea, alle radici<br />

dell'esposizione, si concretizza nel<strong>la</strong><br />

volontà esplicita di documentare un<br />

suggestivo periodo creativo: i mostri<br />

sacri, attori e registi, che popo<strong>la</strong>no<br />

con prepotenza <strong>la</strong> nostra cultura<br />

filmica e drammaturgica, vengono<br />

presentati in un aspetto inedito,<br />

atipico, quasi minimale. È <strong>la</strong> quotidianità<br />

immediata, colta con freschezza<br />

da Pratulon, a tracciare i caratteri di<br />

set confusi e sospesi nel tempo, attorniati<br />

da un alone di mistero e malinconia.<br />

In questa prospettiva, nel<strong>la</strong><br />

ricostruzione amorevole di un mondo<br />

troppo lontano da quello presente,<br />

Pratulon trova <strong>la</strong> principale linea<br />

guida dei suoi scatti: ed ecco Anita<br />

Ekberg, mentre fuma una sigaretta tra una ripresa e<br />

l'altra, ecco Oliver Reed, che si aggrappa al<strong>la</strong> proboscide<br />

di un elefante, ecco Britt Eklund, sorridente e<br />

coraggiosa esploratrice subacquea. Nel giro di dodici<br />

anni, tra il 1958 ed il 1970, Praturlon ritrova i segreti<br />

profondi, nascosti nelle scene dei nostri film più belli:<br />

e questi segreti si esprimono, dunque, nel<strong>la</strong> giovinezza<br />

grintosa e stupita di attori affascinanti e famosi.<br />

RESIDENZA UNIVERSITARIA MONTERONE<br />

Presentazione Limes<br />

Il 28 febbraio, ore 17, presso l'Au<strong>la</strong> Magna del<strong>la</strong> Residenza<br />

Universitaria Monterone (via Pontano, 36),<br />

verranno presentati gli ultimi due quaderni di «Limes<br />

- Rivista Italiana di Geopolitica», <strong>la</strong> più autorevole<br />

pubblicazione nazionale del settore: il Quaderno<br />

speciale «Iran guerra o pace» (dicembre 2007) e «Vulcano<br />

Pakistan» (disponibile a partire dal prossimo 15<br />

febbraio). A discutere dei contenuti delle due monografie<br />

saranno il direttore di Limes, il dott. Lucio<br />

Caracciolo e il dott. Pedde, direttore di Globe Research<br />

ed esperto di istituzioni e cultura iraniana,<br />

oltre che col<strong>la</strong>boratore del<strong>la</strong> rivista. L'incontro sarà<br />

moderato dal prof. Mazzei, ordinario di Re<strong>la</strong>zioni<br />

Internazionali presso l'Università Orientale di Napoli.<br />

Iran e Pakistan sono due delle principali incognite<br />

del<strong>la</strong> politica internazionale attuale: si trovano<br />

nell'area più instabile del pianeta, a stretto contatto<br />

con le principali direttrici energetiche, hanno velleità<br />

egemoniche regionali e potenzialità nucleari e<br />

sono governate da istituzioni poco trasparenti o<br />

fragili. La sorveglianza speciale degli Stati Uniti nei<br />

loro confronti, inoltre, sta recentemente mutando in<br />

conseguenza del<strong>la</strong> preoccupante nuova «talebanizzazione»<br />

dell'Afghanistan. La Residenza Universitaria<br />

Monterone si impegna da sempre ad offrire agli<br />

studenti occasioni per arricchire <strong>la</strong> propria formazione<br />

universitaria, attraverso eventi culturali ed incontri<br />

con ospiti di grande rilievo. La presentazione dei<br />

quaderni di Limes si inserisce nel filone di approfondimento<br />

del<strong>la</strong> politica internazionale, inaugurato a<br />

novembre 2007 e realizzato in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong><br />

Facoltà di Scienze Politiche dell’Orientale.


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 14<br />

I capo<strong>la</strong>vori salvati del Vasari<br />

lo pillo<br />

s<br />

LO SPILLO<br />

DA REGINAUTO<br />

ROSSO DA GUSTARE<br />

Industria e cultura: un binomio<br />

sperimentato. Anche quando Reginauto,<br />

nota concessionaria<br />

napoletana<br />

di Alfa Romeo,<br />

decide di incontrare<br />

l'enogastronomia.<br />

Parliamo di<br />

«Rosso da gustare»,<br />

evento programmato,<br />

complice l'Associazione<br />

Sommelier,<br />

per il 28 febbraio (ore 20.30)<br />

nello show room di Pozzuoli per un<br />

seminario-degustazione gratuito su<br />

«I colori del vino» (i «rossi campani»)<br />

e su «Approccio al<strong>la</strong> degustazione<br />

organolettica con partico<strong>la</strong>re riferimento<br />

ai vini rossi». Info e prenotazioni:<br />

Reginauto, via Campana 229.<br />

Tel. 081.5262654 oppure 5267840<br />

Dodici artisti contemporanei e un mito: Luchino<br />

Visconti. Insieme in «Bellissima», mostra<br />

progetto che trascende le finalità puramente<br />

estetiche dell'arte per abbracciare il territorio<br />

del<strong>la</strong> sensorialità che oggi si nutre del<strong>la</strong> diffusa<br />

vocazione multimediale. Passato e presente,<br />

come «Visconti e il contemporaneo» (sottotitolo<br />

del<strong>la</strong> mostra), si contemp<strong>la</strong>no nelle sale del<br />

Maschio Angioino. Le immagini di «La terra<br />

trema» e di altri celebri film scorrono senza<br />

soluzione di continuità, ma ogni singolo fotogramma<br />

bloccato nello scatto di una foto di<br />

scena rive<strong>la</strong> l'essenza dell'opera del Visconti,<br />

pioniere nel fondere nel<strong>la</strong> cinematografia ogni<br />

altra forma d'arte. Il contributo dei dodici<br />

artisti (Marco Abbamondi e Attilio Sommel<strong>la</strong><br />

Arte con <strong>la</strong> A maiusco<strong>la</strong>. Arte<br />

che, tempo fa, è saltata fuori<br />

a sorpresa da quegli autentici<br />

giacimenti di tesori<br />

che sono i depositi del<strong>la</strong> Sovrintendenza<br />

ai Beni Artistici.<br />

Si tratta del<strong>la</strong> fantastica<br />

eredità che un gigante del Rinascimento<br />

ha <strong>la</strong>sciato a Napoli:<br />

16 dipinti di Giorgio Vasari<br />

(in alto a destra), in origine<br />

sistemati nel<strong>la</strong> chiesa di<br />

San Giovanni a Carbonara,<br />

poi trasferiti altrove «per precauzione».<br />

16 gioielli a soggetto<br />

sacro, un ciclo sfarzoso<br />

per qualità e quantità realizzato<br />

nel 1546, una striscia<br />

di capo<strong>la</strong>vori che farebbe go<strong>la</strong><br />

alle più grandi pinacoteche<br />

del mondo. Un patrimonio<br />

che è stato ad un passo<br />

dall'andare in malora, assediato<br />

com'era dal<strong>la</strong> muffa e<br />

dalle ingiurie del tempo, ma<br />

soprattutto condannato ad<br />

estinguersi perché non c'erano<br />

quattrini per restaurarlo.<br />

Un'inerzia colpevole<br />

nei confronti dell'«antico»,<br />

L’INIZIATIVA<br />

Sedici dipinti<br />

rinascimentali<br />

restaurati grazie<br />

all’impegno<br />

di «At<strong>la</strong>ntide<br />

Ritrovata»,<br />

associazione<br />

presieduta<br />

da C<strong>la</strong>ra Tucci<br />

codificata purtroppo a normalità<br />

dai gestori del<strong>la</strong> cultura<br />

locale, impegnati a finanziare<br />

a suon di milioni<br />

l'arte contemporanea. Ma, a<br />

questo punto, c'è stato il guizzo<br />

d'orgoglio del<strong>la</strong> società civile,<br />

il colpo di reni di un<br />

combattivo sodalizio di privati<br />

che hanno adottato<br />

l'«operazione Vasari», contribuendo<br />

di tasca propria o<br />

guadagnando al<strong>la</strong> causa altri<br />

appassionati. E così <strong>la</strong> «mission<br />

impossible» è diventata<br />

fattibile. Una rimonta decol<strong>la</strong>ta<br />

nell'aprile 2005, una<br />

scommessa contro il tempo<br />

che si stava mangiando i 16<br />

oli su tavo<strong>la</strong>, una lunga rincorsa<br />

che nel<strong>la</strong> cordata dei<br />

soccorritori ha coinvolto due<br />

storici dell'arte come Roberto<br />

Middione e Ida Maietta e<br />

un principe dei restauratori<br />

come Bruno Tatafiore, ma<br />

soprattutto lei, C<strong>la</strong>ra Tucci,<br />

cittadina di Chiaia, leader<br />

dell'associazione «At<strong>la</strong>ntide<br />

ritrovata» e passionaria dei<br />

LA MOSTRA<br />

«BELLISSIMA», ARTE E MULTIMEDIALITÀ NEL SEGNO DI VISCONTI<br />

delle «Officine Abso», Marisa Albanese, C<strong>la</strong>udio<br />

Bonichi, Alba D'Urbano e Tina Bara,<br />

Sergio Fermariello, Nino Longobardi, Giovanni<br />

Manfredini, Ciro Palombo, Alfredo Pini,<br />

Ernesto Tatafiore) si estrinseca nel<strong>la</strong> reinterpretazione<br />

del genio viscontiano al<strong>la</strong> luce dei<br />

più innovativi supporti tecnici e dei diversi<br />

materiali utilizzati. Trionfa tra le altre l'imponente<br />

instal<strong>la</strong>zione Abso «Kiss-Spam» (nel<strong>la</strong> foto):<br />

il quadro di Hayez «Il bacio» e <strong>la</strong> scena del film<br />

«Senso» model<strong>la</strong>ta sul primo, si uniscono<br />

nell'amplesso dei baci-mosaico del 2000 sul<strong>la</strong><br />

tavo<strong>la</strong> centrale. «Bellissima» è in programma<br />

fino al 3 marzo ed è organizzata da I.P.A. (associazione<br />

culturale Ischia prospettiva arte).<br />

Per informazioni: 081 4971300. (ros. gal.)<br />

salvataggi in extremis di opere<br />

d'arte seco<strong>la</strong>ri. Una faticaccia<br />

rimediare il denaro,<br />

ma ora, dopo 2 anni e mezzo,<br />

e al<strong>la</strong> faccia del<strong>la</strong> Napoli<br />

di retroguardia che non ha<br />

soldi e tempo per i suoi tesori<br />

rinascimentali, <strong>la</strong> Tucci ha<br />

fatto l'impresa: il restauro è<br />

concluso. Neanche il tempo<br />

di festeggiare, però, che ora<br />

in cima ai pensieri del<strong>la</strong> mecenate<br />

c'è l'idea di una grande<br />

mostra internazionale in<br />

onore delle 16 superstar: <strong>la</strong><br />

tavole, tutte napoletane, del<br />

Maestro toscano. Ma in imprese<br />

del genere <strong>la</strong> strada è in<br />

salita e l'incognita è sempre<br />

quel<strong>la</strong>: trovare fondi per l'evento,<br />

tra l'altro un'occasione<br />

per risollevare <strong>la</strong> credibilità<br />

del<strong>la</strong> capitale del Sud. Un primo<br />

risultato, però, è già stato<br />

incassato: ci sono sede e<br />

data del<strong>la</strong> supermostra. Le<br />

opere vasariane saranno<br />

esposte nel<strong>la</strong> «Sa<strong>la</strong> Carlo V»<br />

del Maschio Angioino dal 25<br />

di giugno fino ad ottobre.<br />

SGUARDI<br />

LONTANI<br />

di FRANCESCO IODICE<br />

IL BORGO<br />

DELLE SIRENE<br />

Il borgo marinaro è uno di quei<br />

luoghi in cui si avverte subito il<br />

«pregiudizio» del<strong>la</strong> leggenda, il mito<br />

del<strong>la</strong> rifondazione. Molto prima<br />

del<strong>la</strong> Città Nuova, Neapolis, quasi<br />

certamente intorno al IX secolo<br />

a.C., sull'isolotto di Megaris (che<br />

non era ancora tale perché legato<br />

al<strong>la</strong> terraferma) erano sbarcati i coloni<br />

greci provenienti da Rodi, mercanti<br />

che crearono un primo insediamento<br />

tra il promontorio di<br />

monte Echia e <strong>la</strong> foce del Sebeto.<br />

Più tardi, i coloni provenienti dall'Egeo<br />

fecero sorgere il primo nucleo<br />

urbano, sempre vicino al<strong>la</strong> foce<br />

di quel corso d'acqua celebre nell'antichità<br />

e oggi scomparso sotto<br />

il cemento; essi trovarono altre<br />

genti e un partico<strong>la</strong>re culto, quello<br />

di una sirena che poi darà il nome<br />

al<strong>la</strong> città. Il primo testo che ci<br />

ha tramandato il racconto è quasi<br />

certamente l'Odissea: le Sirene, beffate<br />

da Ulisse, si suicidarono per il<br />

dolore e il corpo di una di esse, Partenope,<br />

fu trasportato dal<strong>la</strong> corrente<br />

sulle rive dell'isolotto di Megaride.<br />

La morte, e quindi <strong>la</strong> tomba<br />

del<strong>la</strong> sirena diverranno oggetto<br />

di culto. Il mistero più grande resta<br />

quello dell'origine di questo culto,<br />

che non ha riscontro nel resto<br />

del mondo greco. Uno studio indica<br />

in Rodi e Creta i centri dove il<br />

motivo del<strong>la</strong> Sirena si propagò nel<br />

mondo ellenico, anche se in Rodi<br />

non vi è traccia di un culto delle Sirene.<br />

Altri sostengono che le Sirene<br />

erano compagne del<strong>la</strong> regina<br />

degli Inferi Persefone che le mandava<br />

sul<strong>la</strong> terra: il loro compito era<br />

quello di ricevere quelli che arrivavano<br />

presso <strong>la</strong> regina degli Inferi,<br />

d'incantarli con i dolci suoni<br />

del<strong>la</strong> loro musica e del loro canto<br />

e di introdurli presso di lei; e questo<br />

partico<strong>la</strong>re servigio era riservato,<br />

non solo ai naviganti, ma «a<br />

tutti coloro che dovevano entrare<br />

nel regno dei defunti». Altri ancora<br />

hanno considerato <strong>la</strong> possibilità<br />

che le Sirene non fossero altro che<br />

donne con poteri profetici e che<br />

comunicavano attraverso il canto.<br />

Comunque sia, avvolta in un mistero<br />

destinato a restare tale, <strong>la</strong> Vergine<br />

Partenope distende un velo<br />

azzurro sul<strong>la</strong> sua città e, come ha<br />

scritto Matilde Serao: «Non è morta.<br />

El<strong>la</strong> vive, splendida, giovane e<br />

bel<strong>la</strong>…. È lei che rende <strong>la</strong> città folle<br />

di colori, che fa bril<strong>la</strong>re le stelle<br />

nelle notti serene, che fa folleggiare<br />

<strong>la</strong> città, che fa <strong>la</strong>nguire e impallidire<br />

di amore. Parthenope, <strong>la</strong><br />

vergine, <strong>la</strong> donna, non ha tomba,<br />

è immortale».


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 15<br />

Napoli dice sì al<strong>la</strong> «prima» di Barbara<br />

L’EVENTO. La Bouchet ha inaugurato <strong>la</strong> sua personale «I colori del mito» al<strong>la</strong> Galleria<br />

Navarra. Consensi di critica e di pubblico. Tra i visitatori anche Montesano e Squitieri<br />

RIFLETTORI<br />

Per un’attrice come Barbara<br />

Bouchet, che ha collezionato<br />

decine di film, calcato le passerelle<br />

di mezzo mondo, da top<br />

model affascinante, non poteva esservi<br />

debutto migliore, una prima<br />

più riuscita, anche nel “campo pittorico”,<br />

di quel<strong>la</strong> registrata sabato<br />

2 febbraio, con <strong>la</strong> inaugurazione<br />

del<strong>la</strong> sua personale d'arte dal titolo<br />

«I colori del Mito», nell'antica<br />

«Galleria Navarra» di piazza dei<br />

Martiri di Bruno d'Alessio. Il pubblico<br />

napoletano, cui nessuna<br />

sventura può togliere il gusto del<br />

bello, ha mostrato di gradire e ammirare<br />

l'arte di Barbara, ricambiando<br />

l'affetto dell'attrice che ha<br />

fortemente voluto questo esordio<br />

a Napoli, città amata perché è <strong>la</strong><br />

città di suo marito Gigi Borghese,<br />

ma anche perché il suo popolo è<br />

molto vicino, ha un carattere generoso,<br />

istintivo come <strong>la</strong> sua gente<br />

boema. La sua mostra, pur presentando<br />

14 opere di arte astratta<br />

- un genere non sempre di immediata<br />

presa- è stata capace di suscitare<br />

partico<strong>la</strong>ri emozioni con<br />

un avvampante trionfo di colori<br />

che sorprende e conquista. Spesso<br />

in molte mostre capita di imbattersi<br />

in opere, i cui titoli sono più<br />

fuorvianti degli stessi contenuti<br />

delle opere, l'itinerario del<strong>la</strong> Bouchet,<br />

grazie all'agile «brossura» curata<br />

da Aldo de Francesco, così attenta<br />

e limpida nel raccontare<br />

ogni pulsione ispirativa dell'artista,<br />

risulta davvero una preziosa<br />

guida «sul<strong>la</strong> scia di un so<strong>la</strong>re incanto»<br />

come avverte il sottotitolo.<br />

Visti al vernissage Enrico Montesano,<br />

Peppino di Capri, Nico<strong>la</strong><br />

Squitieri, Vittorio Paliotti, Adriana<br />

Apolito, Sergio Fermariello,<br />

Nino e Lisa De Nico<strong>la</strong>, Lilly Albano,<br />

Pompilio Boscia, Per<strong>la</strong> e Monica<br />

de Giorgio. Naturalmente<br />

molto soddisfatto Bruno D'Alessio,<br />

proprietario del<strong>la</strong> Galleria Navarra,<br />

per i primi bi<strong>la</strong>nci del<strong>la</strong> mostra,<br />

circondato dai suoi “corazzieri”<br />

Luca, Andrea, C<strong>la</strong>udio e dal<strong>la</strong><br />

moglie Vanna. La rassegna del<strong>la</strong><br />

Bouchet sarà aperta tutto il mese<br />

di febbraio. Probabile poi un trasferimento<br />

nel<strong>la</strong> Capitale.<br />

Foto 1: Bruno D’Alessio, Barbara Bouchet,<br />

Enrico Montesano e Gigi Borghese; foto<br />

2: <strong>la</strong> Bouchet con Vittorio Paliotti,<br />

Adriana Apolito e Aldo de Francesco;<br />

foto 3: panoramica sulle opere; foto 4:<br />

D’Alessio, Bouchet e De Francesco; foto<br />

5: <strong>la</strong> Bouchet in posa con un suo quadro.<br />

I GIOIELLI DEMARIA PER AMNESTY<br />

È stata presentata durante una serata al Momah di Via<br />

Fornari <strong>la</strong> nuova collezione di gioielli Demaria: “Human<br />

Rights”, in cooperazione con Amnesty International.<br />

Nel 2008 si festeggia il 60° anniversario del<strong>la</strong> Dichiarazione<br />

Universale dei Diritti dell'Uomo. Il marchio di gioielleria<br />

Demaria ha voluto celebrare questo evento <strong>la</strong>nciando una<br />

collezione speciale in cui ogni modello ha inciso differenti<br />

articoli del<strong>la</strong> Dichiarazione. In questo modo i gioielli creati<br />

dai fratelli Danilo ed Emiliano De Maria, seguendo le orme<br />

del<strong>la</strong> famiglia, orafi già dal XVII secolo, diffondono un<br />

messaggio di uguaglianza sostenendo attivamente Amnesty<br />

International e le sue cause.<br />

Human Rights' non è <strong>la</strong> prima serie di preziosi Demaria<br />

impegnata nel sociale: già i gioielli del<strong>la</strong> collezione 'Blind'<br />

partecipano alle campagne di sensibilizzazione per <strong>la</strong> donazione<br />

delle cornee e supportano <strong>la</strong> ricerca sulle cellule<br />

staminali per <strong>la</strong> cura del<strong>la</strong> cecità. Le scritte diventano, così, il<br />

segno distintivo dello stile dell'azienda e il design si concentra<br />

sui messaggi senza tra<strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> bellezza del gioiello.<br />

AL MARSHAL FANTASIA CROMATICA<br />

Una nuova factory dell'intrattenimento,<br />

un nuovo crocevia del<br />

tempo libero: l'ultimo nato a<br />

Chiaia è il «Marshal Clubbing»<br />

in via Morelli 8. Una presenza<br />

che si propone tra l'altro di<br />

esplorare <strong>la</strong> cultura contemporanea,<br />

indigena o internazionale,<br />

proponendo rassegne di<br />

autori emergenti o affermati.<br />

L'evento del momento è <strong>la</strong><br />

mostra «Art Manju, Fantasia<br />

Cromatica», percorso di opere<br />

firmato da Manue<strong>la</strong> Vacca, al<strong>la</strong><br />

sua prima Personale. Evidente nei 27 <strong>la</strong>vori esposti una<br />

matrice espressionistica che si traduce in proiezioni emotive,<br />

in colori bril<strong>la</strong>nti, in linguaggi rie<strong>la</strong>borati in segni: e non<br />

a caso visto che Manue<strong>la</strong> Vacca, oltre ad indossare i panni di<br />

creativa, è anche psicologa. Proprio dal suo arsenale di<br />

psicoterapeuta, infatti, l'artista mutua l'analisi del<strong>la</strong> tecnica<br />

del disegno, utilizzata nell'approccio coi pazienti, per riversar<strong>la</strong><br />

nel proprio linguaggio espressivo: un veicolo, insomma,<br />

per incorniciare i propri paesaggi interiori e le inquietudini<br />

del<strong>la</strong> propria anima. Fino al 6 marzo.


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 16<br />

VERSO LE ELEZIONI. Governo Prodi a casa, elezioni alle<br />

porte, festa delle donne: nel<strong>la</strong> Tabaccheria Postiglione di<br />

Largo Ferrantina a Chiaia non mancano certo gli argomenti<br />

per far numeri e «ingegnare» terni. Alberto Postiglione,<br />

con <strong>la</strong> sua consueta spigliatezza e il suo intuito incredibile<br />

anche questo mese ha il suo bastimento di combinazioni.<br />

«Prima di tutto consiglio di puntare sul terno del<strong>la</strong> festa<br />

terni favole<br />

&<br />

delle donne, quindi bisogna giocare 8 - 57 - 81 su Napoli e<br />

tutte almeno per tutto il mese di marzo. La politica - prosegue<br />

Postiglione - tiene banco e può sbancare: i numeri che<br />

vanno seguiti, almento fino al giorno delle elezioni, sono<br />

47 - 90 - 79 - 40 - 25, ovvero il governo, il popolo, i mariuoli,<br />

<strong>la</strong> politica, il voto. La cinquina va giocata su Napoli, Roma e<br />

Mi<strong>la</strong>no, oppure da questi cinque numeri, ognuno può<br />

scegliere il suo terno». Impegnato a smistare gratta e vinci,<br />

dal suo posto di comando, Postiglione ci <strong>la</strong>ncia l’ultima<br />

speranza: «Un terno che mi piace molto è 1 (l’Italia) - 90 (il<br />

popolo) - 47 (il morto). Numeri da giocare su tutte le ruote».<br />

Il Par<strong>la</strong>mento<br />

è vittima dei partiti,<br />

non degli arrivati.<br />

Mia moglie cambia<br />

sempre le federe: è una<br />

federalista convinta.<br />

Renato Rocco<br />

SFIZI&NOTE<br />

di MASSIMO LO IACONO<br />

CARNET «F. M. NAPOLITANO»<br />

Il cartellone 2008 del<strong>la</strong> Fondazione «F. M. Napolitano» diretta<br />

da Maria Sbeglia e presieduta da Sergio Sciarelli propone<br />

quest'anno ben tre dei suoi concerti all’Excelsior, che ha<br />

appena ospitato <strong>la</strong> serata inaugurale del<strong>la</strong> stagione, affidata<br />

all'orchestra sinfonica «Del<strong>la</strong> Magna Grecia» con il debutto<br />

napoletano del promettente direttore Jonathan Schiffmann,<br />

solista <strong>la</strong> giovanissima Masha Diatchenko, al violino. Dopo<br />

questo successo, l’Excelsior si prepara ad accogliere il recital<br />

di Cristiano Burato, dedicato per intero al<strong>la</strong> musica di Chopin,<br />

previsto per il 13 febbraio, ed in 0ttobre un concerto<br />

d'opera buffa. Altro spazio singo<strong>la</strong>re per l'ordinaria vita<br />

musicale cittadina sarà <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> delle cerimonie del «Circolo<br />

ufficiali del<strong>la</strong> marina militare», che ospiterà due concerti da<br />

camera, uno con c<strong>la</strong>rinetto e pianoforte (Maurizio d'Alessandro<br />

e Paolo Subrizi) in marzo, l’altro con violino e pianoforte<br />

(Manuel Meo ed Ida Varricchio) in maggio. Il teatro Sannazaro<br />

ospiterà eventi di più spiccato carattere teatrale in marzo,<br />

aprile ed ottobre, con un concerto di musiche da film, uno<br />

dell'orchestra tzigana di Budapest, e l'esecuzione cameristica<br />

di «Le boeuf sur le toit» di Milhaud, preceduta da un brano di<br />

Barber, affidata proprio a Maria Sbeglia, Umberto Zamuner,<br />

con <strong>la</strong> voce recitante di Annie Pempinello ed i ballerini<br />

Roberta Zamuner e Giulio Pescane. A Natale, poi, tutti al<strong>la</strong><br />

Chiesa Anglicana per un concerto dell'orchestra giovanile<br />

«Collegium phi<strong>la</strong>rmonicum». Il 23 aprile è previsto l'unico<br />

appuntamento lontano da Chiaia: sarà in Conservatorio ed<br />

ascolteremo l'«Ensemble Mousikè». E' dunque una stagione<br />

spiritosa e fantasiosa in grado di divertire con gusto, far<br />

pensare con piacere, ed anche ri<strong>la</strong>ssare, il che è opportuno<br />

nei concerti di metà settimana. Significativa <strong>la</strong> presenza di<br />

giovani artisti da scoprire, nonché quel<strong>la</strong> di artisti un po'<br />

estranei ad altri circuiti cittadini. In estate l’attesa rassegna di<br />

concerti ad Anacapri con il Festival di fine luglio ed il suo<br />

prolungamento pianistico alle prime brezze di autunno.<br />

SALUTE&BENESSERE<br />

Yoga e carbone vegetale contro <strong>la</strong> colite<br />

Annalicia Mozzillo*<br />

Fitte improvvise e dolori ricorrenti<br />

al<strong>la</strong> pancia, gonfiori<br />

dopo aver mangiato, stitichezza<br />

alternata a diarrea, difficoltà<br />

digestive: li avete riconosciuti<br />

Sono i c<strong>la</strong>ssici sintomi<br />

del<strong>la</strong> colite, o meglio, del<strong>la</strong><br />

sindrome del colon irritabile<br />

(questo il termine scientifico<br />

corretto), un disturbo tanto<br />

fastidioso quanto diffuso: si<br />

calco<strong>la</strong>, infatti, che a soffrirne<br />

sia il 15-20% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

occidentale e che colpisce<br />

prevalentemente le donne.<br />

Ad oggi non sono ancora del<br />

tutto chiare le cause anche se<br />

dai risultati di molte ricerche<br />

scientifiche sembra ormai<br />

certa una corre<strong>la</strong>zione diretta<br />

tra <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia e il ripetersi<br />

nel tempo di condizioni di<br />

stress psicologico, di ansia e di<br />

agitazione.<br />

L'arma più efficace per <strong>la</strong><br />

guarigione è il miglioramento<br />

delle condizioni psicologiche<br />

(importante un buon dialogo<br />

con il medico), con una riduzione<br />

dello stress e <strong>la</strong> conduzione<br />

di una vita più tranquil<strong>la</strong><br />

e ri<strong>la</strong>ssata. Per quanto<br />

riguarda <strong>la</strong> dieta, in genere <strong>la</strong><br />

colite è aggravata o innescata<br />

da partico<strong>la</strong>ri alimenti che<br />

possono essere molto diversi<br />

da paziente a paziente: le<br />

indicazioni generali spesso<br />

non funzionano ed è il paziente<br />

stesso, con l'aiuto del<strong>la</strong><br />

dietista, che deve capire quali<br />

alimenti evitare e quali preferire.<br />

Gli alimenti a rischio<br />

potrebbero essere: il <strong>la</strong>tte, i<br />

formaggi stagionati, gli insaccati,<br />

i cibi molto grassi ed<br />

e<strong>la</strong>borati, <strong>la</strong> frutta secca,<br />

alcuni tipi di frutta (kiwi,<br />

frutti di bosco, fichi, prugne,<br />

banane, uva e agrumi) e verdura<br />

(radicchio, indivia, sedano,<br />

funghi, peperoni, me<strong>la</strong>nzane,<br />

prezzemolo, porri,<br />

carciofi, asparagi e cipol<strong>la</strong>), i<br />

legumi, le bibite gassate e le<br />

bevande a base di caffeina.<br />

Contro il gonfiore addominale<br />

è utile il carbone vegetale,<br />

detto anche carbone attivo: è<br />

una polvere ottenuta dal<strong>la</strong><br />

combustione di pezzetti di<br />

legno dolce, come il tiglio e il<br />

salice, che ha <strong>la</strong> prerogativa di<br />

legare chimicamente numerose<br />

sostanze e gas.<br />

Va preso dopo i pasti, sotto<br />

forma di capsule o compresse,<br />

nelle dosi prescritte dallo<br />

specialista. Non va assunto,<br />

però, durante cure antibiotiche.<br />

Inoltre, imparare a ri<strong>la</strong>ssarsi<br />

e a mangiare lentamente<br />

sono le regole fondamentali<br />

per combattere questa sindrome:<br />

ottimi il training autogeno,<br />

che attraverso appositi<br />

esercizi permette di control<strong>la</strong>re<br />

il sistema nervoso autonomo<br />

e quindi gli eventi organici<br />

che da questo dipendono,<br />

ma anche lo yoga, <strong>la</strong> meditazione<br />

e il pi<strong>la</strong>tes. Ovviamente<br />

anche l'attività sportiva ha<br />

molteplici effetti: riduce il<br />

livello dello stress ed è partico<strong>la</strong>rmente<br />

utile nelle forme in<br />

cui prevale <strong>la</strong> stipsi.<br />

*Dietista. Per domande e consigli:<br />

annaliciamozzillo@hotmail.it<br />

LIBRIDINE<br />

D’Ascoli sve<strong>la</strong> i segreti del<strong>la</strong> grammatica napoletana<br />

Aurora Cacopardo<br />

La «Grammatica napoletana» di Francesco<br />

D’Ascoli (Adriano Gallina Editore, pagine<br />

85, 12 euro) è frutto dell’opera intelligente,<br />

colta e metodica di un autore ben noto<br />

negli ambienti napoletani (e non solo) per il<br />

suo impegno nel<strong>la</strong> difesa del vernacolo<br />

partenopeo. In questo volume - in bel<strong>la</strong> veste<br />

grazie all’estro grafico di Maria Gallina -<br />

l’autore svolge un discorso coerente con il<br />

proprio atteggiamento di amore e di attenta<br />

curiosità verso il napoletano che è - non ci<br />

stanchiamo di ripetere - una lingua che<br />

nel<strong>la</strong> Napoli di oggi sembra aver perduto il<br />

fascino che nel passato ha caratterizzato<br />

una dignità culturale e civile, basti pensare<br />

al Galiani e, più vicino a noi, ad Antonio<br />

Altamura, a Carlo Iandolo, a Luigi Imperatore,<br />

a Renato De Falco, autori di studi che<br />

meritano il rispetto e l’attenzione di tutti.<br />

Una grammatica, dunque, ideata per soddisfare<br />

l’esigenza di una lingua e di approfondimenti<br />

del lessico, per cui troviamo <strong>la</strong><br />

scelta di vocaboli comuni, termini di scienza,<br />

neologismi, vocaboli gergali e arcaici. In<br />

più piace rilevare nel volume <strong>la</strong> puntuale<br />

registrazione delle coniugazioni di verbi<br />

rego<strong>la</strong>ri e dell’uso tutto partico<strong>la</strong>re degli<br />

ausiliari essere e avere. Preziosa, poi, l’indicazione<br />

del<strong>la</strong> pronuncia mediante accenti<br />

tonici chiari ed accenti grafici in neretto.<br />

Belle le tavole illustrate e di grande interesse<br />

lo studio degli elementi di metrica, delle<br />

ottave e del<strong>la</strong> prosa moralistica.<br />

L’autore offre al pubblico uno strumento di<br />

<strong>la</strong>voro utile e comodo sia per chi desidera<br />

«ripassare» il proprio napoletano sia per chi,<br />

invece, aspira a capirne meglio segreti e<br />

grandezze.<br />

Va ricordato, infine, che Francesco D’Ascoli<br />

esperto in napoletanistica, ha pubblicato<br />

dal 1945 ad oggi oltre 30 volumi ed è autore<br />

di autentici «long seller» del<strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong><br />

lingua napoletana tra i quali citiamo tre<br />

perle che non dovrebbero mancare in<br />

nessuna biblioteca made in Naples: «La Filosofia<br />

Popo<strong>la</strong>re Napoletana» (significato e<br />

origine di locuzioni tipiche del dialetto), «La<br />

Letteratura dialettale Napoletana» (2 volumi,<br />

storia e antologia di testi) e l’intramontabile<br />

«Dizionario dei sinonimi e contrari».


SOCIETÀ&COSTUME <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 17<br />

Napoli e Spagna, storie di affinità elettive<br />

IL DIBATTITO. All’Istituto Cervantes grande successo per <strong>la</strong> giornata di studi<br />

dedicata alle influenze che <strong>la</strong> lingua spagno<strong>la</strong> ha avuto sul dialetto napoletano<br />

Rossel<strong>la</strong> Galletti<br />

L’<br />

L’ASSOCIAZIONE<br />

I GIOVANI AMICI<br />

DEL MARE<br />

Mare da amare: è questo il<br />

motto dell'Associazione «Sostenitori<br />

giovani amici del mare»<br />

(Asgam) che, dal<strong>la</strong> sede di via<br />

Cappel<strong>la</strong> Vecchia, sta diffondendo<br />

una campagna a tappeto<br />

di cultura e tute<strong>la</strong> ambientale.<br />

Il direttore Fabio Grasso,<br />

infatti, ha appena organizzato<br />

un convegno al<strong>la</strong> Fondazione<br />

Banco di Napoli per ribadire <strong>la</strong><br />

necessità di una nuova politica<br />

di rispetto del mare. All’incontro<br />

sono intevenuti: Antonio<br />

La Sca<strong>la</strong>, docente universitario,<br />

Pino Ar<strong>la</strong>cchi, già vicesegretario<br />

dell'O.N.U. e vicepresidente<br />

del<strong>la</strong> Commissione Nazionale<br />

Antimafia, Francesco Bianco,<br />

direttore regionale del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

di Protezione Civile del<strong>la</strong><br />

Campania, Stefano Trapani,<br />

presidente del Tribunale<br />

minorile di Napoli e don Luigi<br />

Mero<strong>la</strong>, l’ex parroco di Forcel<strong>la</strong>.<br />

Il tema del convegno,<br />

«Legalità, ambiente ed il mare<br />

come terapia» ha permesso<br />

un'analisi a 360 gradi, con<br />

interazioni fra aspetti diversi: il<br />

profilo normativo, dunque, si è<br />

intrecciato all'approccio<br />

scientifico, senza tra<strong>la</strong>sciare le<br />

nuances artistiche e letterarie,<br />

affrontate nell'intervento dello<br />

scrittore Luca Galliano. (a.c.)<br />

Un momento dell’incontro al Cervantes. Da sinistra: Carlo Iandolo,<br />

Umberto Franzese, Salvatore Ronghi e Luigi Rispoli.<br />

LIL LIBRO<br />

IL NAPOLETANISTA E IL MITO SPAGNOLO<br />

Antonel<strong>la</strong> Carlo<br />

Sessantenni delusi che vogliono<br />

riprovare l'ebbrezza<br />

effervescente di un giro in<br />

moto, magari accompagnati<br />

da una ragazzina suadente<br />

ed appena diplomata. Donne<br />

single, mature e testarde,<br />

capaci di desiderare fisicità<br />

ed amore senza temere l'incubo<br />

del<strong>la</strong> terza età. Trentenni<br />

annoiati e grassocci,<br />

rinchiusi nelle loro case, dinanzi<br />

al monitor del computer:<br />

per loro il Cibersex è<br />

ancora più eccitante del contatto<br />

reale con un partner.<br />

Un mondo incerto, insicuro,<br />

arrogante, spesso anaffettivo<br />

ed egoista, popo<strong>la</strong> le pagine<br />

de «I mutanti del sesso. Dal<strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>ttazione maschile al<strong>la</strong><br />

nuova specie umana» (Edizioni<br />

Libreria Croce, 2007),<br />

ultimo saggio del<strong>la</strong> psicoterapeuta<br />

Gloria Persico: tra<br />

indagini sociologiche e riflessioni<br />

filosofiche, l'autrice<br />

traccia il vero e proprio bi<strong>la</strong>ncio<br />

di un'epoca in veloce<br />

e continua evoluzione. Se, in<br />

un passato neanche troppo<br />

lontano, le donne vivevano<br />

schiacciate dai silenzi e dal<br />

senso di sudditanza familiare<br />

e <strong>la</strong>vorativa, oggi, alle soglie<br />

del terzo millennio, il<br />

Tra i libri che meglio hanno<br />

esplorato le «vicinanze» tra<br />

spagnolo e napoletano c’è,<br />

indubbiamente, il <strong>la</strong>voro di<br />

Francesco D’Ascoli «Lingua Spagno<strong>la</strong><br />

e Dialetto Napoletano» (A.<br />

Gallina Editore, Napoli 2003) con<br />

un discorso introduttivo di Antonio<br />

Altamura. La preziosità del volume<br />

di 173 pagine sta nel fatto che<br />

l’autore, nell’indagare su come gli<br />

spagnolismi hanno infarcito <strong>la</strong><br />

lingua napoletana, ripercorre,<br />

intensamente, anche <strong>la</strong> storia<br />

«spagno<strong>la</strong>» di Napoli , rega<strong>la</strong>ndoci<br />

un’infinità di curiosità e aneddoti.<br />

quadro è davvero cambiato:<br />

le differenze fra maschile e<br />

femminile si assottigliano,<br />

sottintendendo inversioni di<br />

ruoli più o meno palesi. L'oncologo<br />

ed ex Ministro del<strong>la</strong><br />

Sanità Umberto Veronesi, di<br />

recente, ha dichiarato, senza<br />

mezzi termini, che «l'umanità<br />

sarà, in un prossimo futuro,<br />

bisessuale». Con acume<br />

e sagacia Gloria Persico approfondisce<br />

questa tesi, arrivando<br />

alle estreme conseguenze:<br />

<strong>la</strong> prosa, pacata e fitta<br />

di riferimenti scientifici,<br />

traccia i caratteri di una mutazione<br />

sessuale che toccherà<br />

l'individuo nel<strong>la</strong> sua intimità<br />

e nel<strong>la</strong> sua corporeità.<br />

Sarà soprattutto <strong>la</strong> natura<br />

anema ‘e Ddio, ‘a sca<strong>la</strong> a<br />

corocò, ‘a chiave e ll'acqua.<br />

Non è il festival del<br />

dialetto napoletano, sono solo<br />

alcune delle tante espressioni<br />

idiomatiche che affondano <strong>la</strong><br />

loro radice nel<strong>la</strong> lingua spagno<strong>la</strong>.<br />

Ed è <strong>la</strong> storia del rapporto<br />

elettivo tra il popolo napoletano<br />

e quello spagnolo ad<br />

imporsi all'attenzione degli intellettuali<br />

riunitisi al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong><br />

rotonda dell'istituto Cervantes<br />

il 16 gennaio scorso. Titolo dell’incontro:<br />

«Hispanismos en<br />

dialecto napolitano. Motivos de<br />

una eleccion». A dare il benvenuto<br />

è stato il saggista e promotore<br />

del convegno Umberto<br />

Franzese. Dal linguista Carlo<br />

Iandolo al napoletanista Renato<br />

De Falco, dal professore<br />

Francesco D'Episcopo allo storico<br />

Sergio Zazzera, dall' architetto<br />

Franco Lista all'antropologa<br />

Annalisa Di Nuzzo una<br />

voce comune si è fatta strada:<br />

<strong>la</strong> fantasia del<strong>la</strong> terra di Spagna<br />

è visceralmente legata non<br />

solo al<strong>la</strong> lingua, ma anche allo<br />

spirito del napoletano. Dello<br />

stesso avviso anche Salvatore<br />

Ronghi, vicepresidente del<br />

Consiglio Regionale del<strong>la</strong> Campania,<br />

e Luigi Rispoli, promotore<br />

di una legge per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> lingua napoletana. «Dagli<br />

Aragonesi ai Borboni - ricorda<br />

Renato De Falco - 260 anni<br />

di dominazione spagno<strong>la</strong>,<br />

hanno rafforzato una preesistente<br />

“identità di vedute” che<br />

accomuna tra loro le terre del<br />

Mediterraneo. Il risultato Una<br />

straordinaria commistione<br />

umorale e del sentire degli iberici<br />

e dei partenopei che emerge<br />

nelle testimonianze architettoniche<br />

<strong>la</strong>sciateci in eredità<br />

dall'arte cata<strong>la</strong>na, come dai frequenti<br />

ispanismi riscontrati<br />

nel nostro dialetto». Preziosi gli<br />

interventi di Iandolo e Zazzera:<br />

il primo ha tenuto fede al<strong>la</strong> sua<br />

professione di linguista spiegando<br />

l'origine del<strong>la</strong> locuzione<br />

idiomatica «‘sta ma<strong>la</strong>to» (dal<br />

verbo spagnolo estar - essere -<br />

ed indica una condizione momentanea<br />

che si distingue dall'italiano<br />

è ma<strong>la</strong>to, condizione<br />

permanente); il secondo, non è<br />

stato da meno nello sve<strong>la</strong>re che<br />

il nostro devengiare viene dallo<br />

spagnolo vengàr, presiente da presente<br />

e nun ça mai da nun ca mas.<br />

Francesco D’Episcopo, invece,<br />

ha dichiarato, non senza un velo<br />

di felice rassegnazione, che<br />

«il sangue misto dà genialità, è<br />

un sangue indipendente. Napoli<br />

è una città estrema e ingovernabile.<br />

Il napoletano deve<br />

sentire, non può pensare: noi<br />

siamo alunni del sogno anche<br />

quando siamo di fronte al<strong>la</strong> dura<br />

realtà. Questo è l'estremismo<br />

di chi non accetta <strong>la</strong> realtà».<br />

IL NUOVO SAGGIO DI GLORIA PERSICO<br />

Un uomo gravido tra i mutanti del sesso<br />

maschile a conoscere le trasformazioni<br />

più significative<br />

e <strong>la</strong>mpanti: e non sarà fantascientifico<br />

il profilo di un<br />

uomo gravido, pronto ad al<strong>la</strong>ttare<br />

ed a nutrire i propri<br />

bambini. «È provato che l'uomo<br />

può al<strong>la</strong>ttare e quindi,<br />

preparandosi in modo opportuno,<br />

può vivere questa<br />

forma di maternità. I seni<br />

maschili hanno dei dotti <strong>la</strong>ttiferi<br />

come quelli del<strong>la</strong> donna:<br />

nel mio libro ho citato<br />

dei casi in cui il <strong>la</strong>tte è secreto<br />

spontaneamente. E, addirittura<br />

per quanto riguarda<br />

<strong>la</strong> gestazione, come esiste<br />

per le femmine una gravidanza<br />

extrauterina, così potrebbe<br />

capitare agli uomini:<br />

basta volerlo e <strong>la</strong>vorare su<br />

questa esigenza», sostiene <strong>la</strong><br />

dottoressa Persico. L'alba di<br />

una nuova rivoluzione sessuale<br />

è, dunque, alle porte:<br />

all'ordine del giorno, ecco i<br />

desideri e le fantasie di uomini<br />

e donne caleidoscopici,<br />

pronti a sfidare limiti tradizionali<br />

e convinzioni obsolete.<br />

Eppure, tra ermafroditi e<br />

scambisti, professionisti incalliti<br />

e casalinghe trasgressive,<br />

corre uno spettro grigio<br />

e fumoso: è <strong>la</strong> solitudine, segno<br />

tangibile dell'incomunicabilità<br />

dei nostri tempi.<br />

IL MORSO<br />

DELLA<br />

TARANTA<br />

di PAOLO D’ANGELO<br />

MTV PIEDIGROTTA<br />

Mentre <strong>la</strong> monnezza continua a<br />

giacere per le strade del<strong>la</strong> Campania<br />

dove, saldamente, il governo Bassolino<br />

continua a regnare, noi napoletani<br />

abbiamo tanta pazienza e sappiamo<br />

aspettare e aspettando parliamo di altro,<br />

così il tempo passa più in fretta. Mi<br />

ricollego, quindi, all’articolo pubblicato<br />

il mese scorso per continuare a par<strong>la</strong>rvi<br />

del<strong>la</strong> canzone «Te voglio bene assale» di<br />

Raffaele Sacco. La canzone è contemporanea<br />

al<strong>la</strong> prima linea ferroviaria italiana<br />

<strong>la</strong> famosissima Napoli-Portici inaugurata<br />

nel 1839. «Che siente addò te vuote - Che<br />

siente addò tu vaie - Te voglio bene assaje<br />

e tu nun pienze a me!», una parte del<br />

testo che rappresenta il passaggio dal<strong>la</strong><br />

canzone popo<strong>la</strong>re a quel<strong>la</strong> d'autore ma<br />

anche <strong>la</strong> consacrazione del<strong>la</strong> prima festa<br />

di Piedigrotta, nata come piattaforma di<br />

<strong>la</strong>ncio per i nuovi prodotti canori. Vorrei<br />

par<strong>la</strong>rvi di alcune testimonianze sul<strong>la</strong><br />

festa di Piedigrotta che riguardano il<br />

Santuario del<strong>la</strong> Madonna, posto nel<strong>la</strong><br />

famosa grotta. Il Santuario risale a epoca<br />

angioina e <strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> primitiva era<br />

dedicata a Santa Maria dell'Idra o del<br />

Serpente, solo dopo chiamata Santa<br />

Maria di Piedigrotta. La chiesa nel corso<br />

degli anni subisce vari rifacimenti e<br />

restauri fino ai primi del 900 . L'otto<br />

settembre regnanti e principi vi si recano<br />

in pompa magna e dal 1616 anche gli<br />

invasori spagnoli partecipano al<strong>la</strong> festa .<br />

Con Ferdinando II cominciano anche le<br />

parate militari ,arricchendo nello sfarzo<br />

<strong>la</strong> festa, solo con Francesco II ebbe luogo<br />

l'ultima parata militare del Regno delle<br />

Due Sicilie nel 1861. Insieme alle parate<br />

militari scomparve del tutto anche <strong>la</strong><br />

festa e <strong>la</strong> rassegna canora e solo su iniziativa<br />

di Luigi Capuozzo, distributore di<br />

giornali, nel 1876 Piedigrotta riprese a<br />

bril<strong>la</strong>re tornando ad essere <strong>la</strong> festa del<br />

popolo. I carri allegorici andavano in<br />

corteo per le vie principali e venivano<br />

giudicati da una giuria in base all'aspetto<br />

estetico ma anche per <strong>la</strong> qualità delle<br />

canzoni inedite composte per l'occasione.<br />

Dopo i Borboni, lentamente <strong>la</strong> festa perde<br />

<strong>la</strong> sua importanza ed in epoca fascista<br />

anche <strong>la</strong> grotta viene chiusa e <strong>la</strong> manifestazione<br />

perde tono e vitalità conservando<br />

solo in parte alcuni aspetti popo<strong>la</strong>ri<br />

del rito. Comunque <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> festa di<br />

Piedigrotta coincide con <strong>la</strong> nascita dell'industria<br />

discografica napoletana che al<strong>la</strong><br />

fine dell'’800 rappresenta una delle<br />

industria più rigogliose per Napoli.<br />

Volendo giocare a conclusione potremmo<br />

dire che <strong>la</strong> festa di Piedigrotta è stata <strong>la</strong><br />

nonna dei programmi di promozione<br />

musicale attuali, vedi MTV ed altro,<br />

differenziandosi solo per l'evoluzione<br />

tecnologica del mezzo di comunicazione<br />

ma non dell'idea che nel<strong>la</strong> radice rimane<br />

<strong>la</strong> stessa e cioè quel<strong>la</strong> di promuovere<br />

nuove canzoni e nuovi artisti. Oggi poi<br />

con internet <strong>la</strong> scelta diventa interattiva<br />

ma a comandare è sempre <strong>la</strong> voglia di<br />

musica, quel<strong>la</strong> voglia che nel<strong>la</strong> nostra<br />

città trova <strong>la</strong> sua roccaforte naturale<br />

nonostante <strong>la</strong> vergogna di questi giorni<br />

per quei politici capaci di produrre solo<br />

monnezza.


EVENTI&CURIOSITÀ <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 18<br />

PAUSA BLOG<br />

di LEO ARUTA<br />

http://leoaruta.simplicissimus.it<br />

BLOGGO, ERGO SUM<br />

Il blog (contrazione di web log) nasce come<br />

sito/diario on line, si diffonde rapidamente,<br />

soprattutto, tra gli adolescenti sino<br />

a diventare lo straordinario mezzo di<br />

comunicazione bidirezionale odierno. Il<br />

blogger è l’autore/proprietario di un blog; il<br />

blogging è il termine che definisce il bloggare<br />

ossia scrivere in un blog ovvero navigare<br />

nei blog o leggerli; <strong>la</strong> blogosfera è <strong>la</strong> parte di<br />

internet abitata dai blog; <strong>la</strong> blogstar è<br />

una/un blogger di successo (es. Beppe<br />

Grillo); l'articolo che scrive un blogger si<br />

chiama post, e postare, quindi, vuol dire<br />

pubblicare un articolo nel proprio blog.<br />

La caratteristica più importante di un blog,<br />

rispetto ad un sito internet tradizionale, è<br />

che un lettore che accede al blog stesso<br />

può <strong>la</strong>sciare una propria opinione (commento)<br />

a margine di un post (articolo). La<br />

comunicazione diventa così bidirezionale<br />

creando, di fatto, una conversazione che<br />

può al<strong>la</strong>rgarsi a più lettori. I blogger più<br />

letti hanno centinaia, se non migliaia, di<br />

commenti ai propri post. Un'altra caratteristica<br />

fondamentale è costituita dai link: il<br />

blogger crea un elenco di siti/blog interessanti<br />

che vuole monitorare e che vuole<br />

consigliare ai propri lettori all'interno del<br />

suo blog. Una cosuccia da poco che, però,<br />

permette a chiunque di far viaggiare,<br />

immediatamente, le proprie idee all'interno<br />

del<strong>la</strong> blogosfera, una vera e propria<br />

nazione come numero di abitanti! Inoltre<br />

non viaggiano solo le idee ma anche le<br />

immagini, <strong>la</strong> voce ed i video. Senza dover<br />

essere necessariamente essere dei maghi<br />

del<strong>la</strong> tecnologia, possiamo mostrare a tutti<br />

le nostre foto più belle ovvero i nostri<br />

filmini amatoriali e <strong>la</strong> nostra voce registrata.<br />

Prossima puntata: come si apre un blog.<br />

Intanto, vi <strong>la</strong>scio segna<strong>la</strong>ndovi due perle<br />

del<strong>la</strong> blogosfera: http://ferrosbattuto.splinder.com<br />

(il mio blog su Splinder che aiuta a<br />

capire le potenzialità del medium);<br />

http://www.webalice.it/gaverg/sitopon/cosablog.htm<br />

(risposte sul blogging).<br />

LIBRERIA FELTRINELLI<br />

SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI Infotel 081.402395<br />

COLLEGIO UNIVERSITARIO VILLALTA<br />

Piccole giornaliste crescono<br />

Si è conclusa il 26 gennaio<br />

scorso presso il Collegio<br />

Universitario Vil<strong>la</strong>lta<br />

dell'IPE, <strong>la</strong> IX edizione<br />

del Corso di Cultura<br />

giornalistica Luciano<br />

Grasso: «Scrivere, Informare,<br />

Comunicare: il<br />

linguaggio dei mass media».<br />

Nove gli incontri<br />

che hanno visto <strong>la</strong> partecipazione<br />

di giornalisti<br />

e professionisti del<strong>la</strong><br />

comunicazione. Le 40 partecipanti,<br />

di età compresa tra i 18 e i 28 anni,<br />

studentesse universitarie e giovani<br />

<strong>la</strong>ureate, hanno affrontato temi re<strong>la</strong>tivi<br />

al giornalismo del<strong>la</strong> carta<br />

stampata, del<strong>la</strong> radio e del<strong>la</strong> televisione,<br />

del<strong>la</strong> scrittura creativa, del <strong>la</strong>voro<br />

di un ufficio stampa e di una casa<br />

editrice. In un'alternanza di lezioni<br />

teoriche ed esercitazioni pratiche,<br />

le aspiranti giornaliste hanno<br />

potuto interagire con i docenti e<br />

con il presidente dell'Ordine dei<br />

Giornalisti del<strong>la</strong> Campania Ottavio<br />

Lucarelli, che ha inaugurato questa<br />

ultima edizione del corso.<br />

Coordinatrice tecnica<br />

dell'iniziativa è stata Car<strong>la</strong><br />

Mannelli, giornalista e<br />

tutor del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> di giornalismo<br />

dell'Università<br />

Suor Orso<strong>la</strong> Benincasa.<br />

Non è mancato neppure<br />

quest'anno il premio per<br />

i migliori e<strong>la</strong>borati finali.<br />

Le cinque ragazze premiate<br />

avranno l'opportunità<br />

di realizzare un'esperienza<br />

di stage in una delle strutture<br />

partners del corso. Maria Diani<br />

e Maria De Stefano Donzelli andranno<br />

nel<strong>la</strong> redazione di Chiaia<br />

Magazine, Sara Affuso farà il suo<br />

stage a Roma presso <strong>la</strong> Global Vision<br />

Productions di Tiziana Alterio; Laura<br />

Pepe conoscerà il mondo dell'editoria<br />

con uno stage all'Iso<strong>la</strong> dei Ragazzi<br />

srl e Annamaria Lopiccolo farà<br />

invece un'esperienza di ufficio<br />

stampa al<strong>la</strong> Kuhne&Kuhne Associati.<br />

A consegnare il Premio alle vincitrici<br />

è stata Ange<strong>la</strong> Ambrogetti,<br />

giornalista vaticanista.<br />

carnet di febbraio<br />

19. Eduardo De Filippo: dal testo al<strong>la</strong> scena. Antonel<strong>la</strong> Ottai,<br />

Pao<strong>la</strong> Quarenghi e Nico<strong>la</strong> De B<strong>la</strong>si rivisitano l'opera del commediografo<br />

partenopeo in due imprese editoriali: i 3 volumi<br />

del Teatro nei Meridiani Mondadori e 24 titoli in dvd delle<br />

commedie tv. Ore 17.30<br />

23. I Neri per caso in concerto dal vivo. Dopo 6 anni di silenzio,<br />

il gruppo che canta a cappel<strong>la</strong> in bilico tra polifonia<br />

c<strong>la</strong>ssica e spiritual presenta «Angoli diversi», il nuovo cd<br />

frutto del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con 11 prestigiose ugole del<strong>la</strong> scena<br />

nazionale. Ore 18<br />

26. Con «Più male che altro» esordisce sul<strong>la</strong> scena letteraria<br />

<strong>la</strong> penna di Massimiliano Virgilio. Un romanzo intriso di mal<br />

di vivere: intrecci sentimentali, malessere esistenziale, sfondi<br />

matrimoniali ma<strong>la</strong>ti, incomunicabilità familiare e urbana.<br />

Ore 18. E sempre il 26: musicisti professionisti e dilettanti:<br />

confronto e session. Intervengono gli artisti Marco Zurzolo<br />

e Nico<strong>la</strong> Rando. Ore 15.<br />

27. «Masaniello» è il titolo di una biografia del capopopolo<br />

secentesco. Apologia tribunizia e plebea realizzata dal<strong>la</strong><br />

scrittrice Silvana D'Alessio. Se ne par<strong>la</strong> con l'autrice. Ore 18<br />

28. Giuliana Sgrena: <strong>la</strong> ricordate La sua liberazione costò<br />

<strong>la</strong> vita al povero Calipari. Una tragedia che non ha fermato<br />

l'indomita e audace giornalista. Che insiste nel<strong>la</strong> sua frequentazione<br />

con l'Is<strong>la</strong>m. Stavolta raccoglie testimonianze sul<br />

campo (Irak, Arabia saudita, Tunisia, Iran) delle donne musulmane,<br />

«oscurate» dal velo, simbolo di oppressione maschile.<br />

Il risultato è «Il prezzo del velo. La guerra dell'Is<strong>la</strong>m<br />

contro le donne». Il libro lo presenta lei stessa. Ore 18<br />

29. Pianista, compositrice, Stefania Tallini presenta dal vivo<br />

il suo nuovo album: «Maresìa». Ore 18<br />

CONCORSO CAFFÈ KENON<br />

Inventa <strong>la</strong> tazzina<br />

La Cafè Centro Brasil - Caffè Kenon - per il<br />

secondo anno consecutivo ha indetto il<br />

concorso creativo «Pimp Your Cup» al fine<br />

di proseguire <strong>la</strong> Kenon Collection Cup,<br />

iniziata nel 2007. Il concorso consiste<br />

nell'ideazione grafica del<strong>la</strong> collezione di<br />

tazzine e piattini da caffè per l'anno 2008.<br />

Il tema del concorso verte sul payoff di cui si<br />

fa portavoce l'azienda di caffè napoletana<br />

Kenon: «L'oro di Napoli». Esprimere <strong>la</strong><br />

propria creatività ispirandosi al caffè e a<br />

tutti i significati che una tazzina può<br />

trasmettere, questo l'obiettivo per tutti i<br />

concorrenti. La partecipazione è aperta a<br />

tutti: studenti, artisti, designer, progettisti,<br />

professionisti del settore ma anche semplici<br />

appassionati di arte, grafica o design.<br />

Inoltre, nel progetto del concorso, verranno<br />

anche coinvolte le scuole e le accademie<br />

d'arte. In palio ci sarà una somma di denaro<br />

di 1.000 euro e un riconoscimento<br />

simbolico. La premiazione si svolgerà il 16<br />

aprile 2008 presso <strong>la</strong> sede dell'Unione<br />

Industriale di Napoli. Il concorso si chiuderà<br />

il 28 marzo. Per informazioni e chiarimenti<br />

si possono consulitare i siti www.kenon.it<br />

e www.salemmeepartners.it, nel<strong>la</strong><br />

sezione concorso.


INIZIATIVE <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 19<br />

IL CALENDARIO<br />

L’archivio magico e <strong>la</strong> Napoli anni ‘50<br />

Presentato il 14 dicembre scorso all’Istituto<br />

Shenker, il calendario «Quelli di<br />

Chiaia Magazine» è stato tra i regali di<br />

Natale più richiesti e graditi a Chiaia.<br />

Realizzato grazie al contributo di 12<br />

sponsor, il <strong>la</strong>voro, edito dal<strong>la</strong> Iuppiter<br />

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LE CONVENZIONI<br />

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