questione di fiducia ed elezione diretta - Assemblea Regionale ...
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costituzionale, quin<strong>di</strong>, non ha avuto la possibilità <strong>di</strong> affrontare <strong>di</strong>rettamente la<br />
<strong>questione</strong>), allo stato attuale il ricorso a tale strumento – almeno nelle regioni<br />
dove è stato introdotto e <strong>di</strong>sciplinato a livello statutario – può essere consentito.<br />
Tant’è vero che il nuovo regolamento interno del Consiglio regionale del Friuli<br />
Venezia Giulia (approvato nel 2005 e mo<strong>di</strong>ficato nel 2007) ha provv<strong>ed</strong>uto, molto<br />
opportunamente, a dettare una <strong>di</strong>sciplina più dettagliata dell’istituto (ve<strong>di</strong> art. 159<br />
Reg. int. Friuli).<br />
È altrettanto vero, infatti, che – in un contesto giuri<strong>di</strong>co-politico volto a<br />
rafforzare la posizione degli esecutivi e stabilire un legame <strong>di</strong>retto degli stessi con<br />
la citta<strong>di</strong>nanza senza me<strong>di</strong>azioni partitiche – viene meno quella parità <strong>di</strong> ruoli tra<br />
Consiglio regionale e Presidente della Regione dalla quale si faceva derivare la<br />
loro presunta contitolarità nella gestione dell’in<strong>di</strong>rizzo politico <strong>ed</strong> amministrativo;<br />
pertanto, nel quadro dell’attuale forma <strong>di</strong> governo regionale, non ha più ragion<br />
d’essere la parità <strong>di</strong> armi tra i due organi.<br />
Tutte le volte in cui il Presidente, eletto <strong>di</strong>rettamente, ritenga un determinato<br />
argomento decisivo ai fini dell’attuazione della politica governativa potrà<br />
avvalersi, ove prevista a livello statutario, della <strong>questione</strong> <strong>di</strong> <strong>fiducia</strong> la quale,<br />
quin<strong>di</strong>, nella nuova forma <strong>di</strong> governo regionale, continua a svolgere entrambe le<br />
funzioni politica e tecnica: ricompattare le forze <strong>di</strong> maggioranza tutte le volte che<br />
il Governo rischia <strong>di</strong> essere battuto in Consiglio, da un lato, e combattere <strong>ed</strong><br />
aggirare l’atteggiamento ostruzionistico delle opposizioni, dall’altro, al fine <strong>di</strong><br />
realizzare e dare concretezza al programma votato dagli elettori.<br />
Nel momento i cui, infatti, il programma elettorale – scelto <strong>di</strong>rettamente dai<br />
citta<strong>di</strong>ni – si trasforma in programma <strong>di</strong> governo, <strong>di</strong>venta necessario fornire al<br />
vertice dell’Esecutivo tutti gli strumenti necessari per guidare <strong>ed</strong> accelerare i<br />
lavori parlamentari, senza essere costretto a sottostare ad una continua e talvolta<br />
logorante me<strong>di</strong>azione partitica, spesso interna alla stessa coalizione <strong>di</strong><br />
maggioranza.<br />
È questa, pertanto, una conseguenza indefettibile dell’adozione dei modelli <strong>di</strong><br />
democrazia imme<strong>di</strong>ata e decidente.<br />
Per <strong>di</strong>fendersi dalla loro marginalizzazione, l’arma più affilata a <strong>di</strong>sposizione<br />
dei consigli resta comunque quella dell’approvazione dei nuovi statuti, nei quali<br />
possono “<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong>versamente” della forma <strong>di</strong> governo regionale abbandonando<br />
il regime in<strong>di</strong>cato come preferenziale dalla Costituzione, sebbene la citata vicenda<br />
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