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Cronache mastro - Assemblea Regionale Siciliana

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Economia<br />

Le analisi dello Studio Ambrosetti e del Diste<br />

SICILIA: CONDIZIONI ECONOMICHE<br />

E SVILUPPO POSSIBILE<br />

Due analisi sulle condizioni<br />

socioeconomiche del Sud, e<br />

della Sicilia in particolare, sono state<br />

presentate a Palermo nei giorni scorsi.<br />

La prima è dello Studio Ambrosetti,<br />

la seconda è contenuta nel consueto<br />

Report Sud realizzato a cadenza<br />

annuale dal Diste in collaborazione<br />

con la Fondazione Curella.<br />

A fronte di una popolazione residente<br />

pari all’8,78% del totale nazionale,<br />

e con un’elevata presenza di<br />

giovani, la Sicilia contribuisce al Pil<br />

italiano solo per il 5,78%, differenziale<br />

che comporta un gap in termini<br />

di reddito pro-capite nei confronti<br />

della media nazionale che, affiancato<br />

a un divario in termini di infrastrutture,<br />

rende lo sviluppo dell’Isola<br />

più difficoltoso. Tra i principali fattori<br />

che ostacolano lo sviluppo economico<br />

dell’Isola: inefficienza delle connessioni<br />

interne e tra l’Isola e il Continente;<br />

scarsa intermodalità dei trasporti;<br />

basso livello di servizio delle<br />

utility per l’acqua, l’energia elettrica e<br />

il gas; bassi livelli di iniziativa imprenditoriale<br />

e di formazione specifica.<br />

Il bilancio emerge dai dati raccolti<br />

da Ambrosetti, uno studio focalizzato<br />

prioritariamente sulle infrastrutture<br />

isolane, presentato a<br />

Palazzo dei Normanni. Ospite l’economista<br />

Paolo Savona. Secondo<br />

l’ex ministro, “il problema non sta<br />

nell’individuare su quali infrastrutture<br />

investire ma nell’individuare le<br />

priorità con le quali vanno realizzate”.<br />

L’investimento nelle infrastrutture,<br />

ha fatto presente il docente,<br />

garantisce un ritorno economico<br />

quasi doppio rispetto a quanto speso<br />

inizialmente. “In Sicilia per esempio<br />

– ha commentato Savona – dove<br />

sono stati stanziati quasi 24 miliardi<br />

di euro, ci si dovrebbe attendere un<br />

rientro di 45 miliardi con un incremento<br />

di 100 mila posti di lavoro. I<br />

settori individuati dalla ricerca per lo<br />

sviluppo dell’economia regionale<br />

sono il turismo, la pesca e l’industria<br />

agroalimentare”.<br />

“È doloroso osservare che uomini<br />

come il professore Savona insistano<br />

su temi già affrontati parecchi<br />

decenni fa come pesca, turismo e<br />

agricoltura, che sono piaciuti a molti<br />

che, magari con eccesso di dilettantismo,<br />

si occupano dei temi dello sviluppo<br />

dell’Isola” ha ribattuto il presidente<br />

dell’Ars, Guido Lo Porto.<br />

“La Sicilia ne ha certo bisogno –<br />

prosegue Lo Porto – ma di certo il<br />

territorio è già più che sfruttato e ci<br />

sono livelli oltre ai quali si rischia di<br />

danneggiare la politica territoriale.<br />

C’è chi, come noi legislatori, si sforza<br />

di trovare attività che garantiscano<br />

altissimi livelli di valori aggiunti”.<br />

Il presidente dell’<strong>Assemblea</strong> propone<br />

anche la sua ricetta: “Bisogna<br />

insistere, per la Sicilia e il Mezzogiorno,<br />

sulle infrastrutture – afferma –.<br />

Con gli investimenti previsti, se si utilizzassero<br />

tutte le risorse degli enti<br />

pubblici, avremmo due punti nel Pil<br />

e centomila posti di lavoro in più. Per<br />

combattere il divario fra la Sicilia e le<br />

altre regioni c’È bisogno di una veloce<br />

politica di sostegno e incremento<br />

del Pil”.<br />

“Per imprimere questa accelerazione<br />

– ha proseguito Lo Porto –<br />

serve non il consociativismo, come<br />

qualcuno lo chiama, bensì una politica<br />

di unità, che è una cosa ben diversa.<br />

È necessaria la ricerca di due-tre<br />

punti essenziali e condivisi da tutti e<br />

bisogna concentrare gli sforzi per<br />

raggiungerli. Per essere forti nella<br />

contrattazione con lo Stato serve<br />

l’unità”.<br />

Perplesso proprio sulla ricerca<br />

dello studio Ambrosetti, il viceministro<br />

Gianfranco Miccichè, sia per<br />

quanto riguarda le indicazioni sui<br />

settori economici di rilancio, sia per<br />

lo sfruttamento dei finanziamenti,<br />

in particolare di quelli del Programma<br />

quadro, fermi secondo Ambrosetti,<br />

al 17,9 per cento e invece<br />

quasi interamente stanziati per il<br />

vice di Siniscalco.<br />

Ma vediamo il quadro secondo il<br />

Report curato da Fondazione Curella<br />

e dal Dipartimento Studi Territoriali<br />

(Diste) di Palermo, cui ha collaborato<br />

MeliorConsulting, la società del<br />

Gruppo Meliorbanca specializzata<br />

nella finanza per lo sviluppo del Sud.<br />

Secondo il giudizio degli operatori<br />

bancari che costituiscono il<br />

panel dell’indagine, la lancetta degli<br />

indicatori macroeconomici, nel 2004,<br />

è rimasta stazionaria o peggio con<br />

intonazioni negative in tutte le<br />

regioni.<br />

Stagnanti i consumi, il Pil cresce<br />

dello 0,7%. Per il 2005 stimata una<br />

crescita dell’1,5%, inferiore rispetto<br />

al Nord. Rimane elevata la disoccupazione<br />

(+16%); gli investimenti<br />

sono cresciuti del 4%.<br />

Occupazione. Nell’intero primo<br />

semestre 2004 l’occupazione ha<br />

accusato una flessione dello 0,5%<br />

(31 mila posti di lavoro in meno) a<br />

fronte di un aumento dello 0,9% sull’intero<br />

territorio nazionale. Nel contempo<br />

cala anche il tasso di disoccupazione<br />

16,1% nel 2003; 15,8% nel<br />

2004.<br />

Prodotto interno lordo. Si prevede<br />

di chiudere il 2004 con lo 0,7%<br />

di incremento a fronte dell’1,2%<br />

dell’Italia. Il contributo maggiore<br />

viene dall’agricoltura con il 2% e<br />

dalle costruzioni con il 2,1%. Per il<br />

2005 secondo le previsioni Diste-<br />

Fondazione Curella si dovrebbe arrivare<br />

all’1,5%. Un dato più basso di<br />

quello nazionale che dovrebbe attestarsi<br />

attorno all’1,8%.<br />

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