Cronache mastro - Assemblea Regionale Siciliana

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GIURISDIZIONE, LEGISLAZIONE, AMMINISTRAZIONE T.A.R. CATANIA DEBITI DELLE SOPPRESSE U.S.L. - LEGITTIMAZIONE PASSIVA DELL’A ’ASSESSORATO REGIONALE ALLA SANITÀ In Sicilia i debiti delle soppresse U.S.L. gravano sulla relativa Gestione Liquidatoria la quale, benché gestita dal Direttore Generale delle nuove Aziende U.S.L., ha personalità e soggettività giuridica distinta rispetto a queste ultime ed agisce in qualità di organo della Regione. Il Tribunale ha ritenuto che la ricorrente ha correttamente intimato l’Assessorato <strong>Regionale</strong> alla Sanità in quanto lo stesso, attraverso la Gestione Liquidatoria, risponde dei debiti della disciolta U.S.L. Infatti, alla luce della normativa in vigore, è proprio la Regione che, in definitiva, rimane il soggetto giuridico obbligato ad assumere integralmente a proprio carico i debiti degli organismi soppressi (così T.A.R. Lazio I n. 9075/02). In questo senso in giurisprudenza (così tra le altre Cass. SS.UU. n. 1237/00) si è riconosciuta espressamente alla Regione, oltre che alla Gestione Liquidatoria, la facoltà di impugnare la sentenza emessa nei confronti della soppressa U.S.L. con ciò presupponendo che l’ente territoriale sia dotato di un’autonoma legittimazione processuale e sostanziale (in questo senso si veda anche Cass. SS.UU. n. 102/99; Cass. SS.UU. n. 12712/98; Cass. SS.UU. n. 1989/97). (T.A.R. Catania - Sez. II, 29 settembre 2004 n. 2724) STRETTO DI MESSINA - ATTIVITÀ DI IMBARCO-SBARCO AUTOMEZZI L’attività di imbarco-sbarco 24 automezzi costituisce operazione portuale riservata alle imprese portuali autorizzate ai sensi dell’art. 16 comma tre della legge 84 del ’94. Non costituisce impedimento al libero svolgimento della concorrenza la circostanza del rilascio della concessione all’unica società avente le caratteristiche dell’impresa portuale autorizzata tra le tante che avevano avanzato istanze di concessione. Il Tribunale ha ritenuto che l’attività di imbarco-sbarco automezzi costituisce operazione portuale riservata alle imprese portuali autorizzate ai sensi dell’art. 16 comma tre della legge 84 del ’94, non si tratta invece di servizi di interesse generale ai sensi dell’art. 6 c. 1 della stessa legge per l’affidamento in concessione dei quali è necessaria invece la gara pubblica, né di servizi tecniconautici per i quali l’art. 14 della legge 84/94 conferma la disciplina del codice navigazione e la cui regolamentazione è affidata all’autorità marittima. In conseguenza di quanto asserito, la concessione dell’area demaniale in ambito portuale per lo svolgimento delle operazioni in questione compete solo alle imprese portuali autorizzate iscritte in appositi registri. Inoltre il Tribunale ha affermato che se in linea di principio è pacifico il carattere concorrenziale dell’attività di cabotaggio nello stretto di Messina (cfr: Cons. di St., IV, n. 1868 /2004) nella fattispecie presa in esame non costituisce impedimento al libero svolgimento della concorrenza la circostanza del rilascio della concessione all’unica società avente le caratteristiche dell’impresa portuale autorizzata tra le tante che avevano avanzato istanze di concessione. (T.A.R. Catania - Sez. III, agosto 2004 n. 2111) ESPROPRIAZIONI - TERMINI FINALI - PROROGA - OBBLIGO DI COMUNI- CAZIONE AVVISO VVISO Il provvedimento di proroga dei termini finali dei lavori e delle espropriazioni, pur essendo un sub-procedimento che inerisce a procedimento già conosciuto richiede la previa comunicazione dell’avviso di cui all’art. 7 L. n. 241/1990. Il tribunale ha ritenuto meritevole di accoglimento il ricorso in quanto il provvedimento di proroga dei termini finali dei lavori e delle espropriazioni, pur essendo un sub-procedimento che inerisce a procedimento già conosciuto, richiede la previa comunicazione dell’avviso di cui all’art. 7 L. n. 241/1990, dato che la conoscenza del procedimento principale esime l’Amministrazione dall’avviso di cui sopra solamente qualora siano posti in essere sub procedimenti che ordinariamente facciano parte della sequenza procedimentale; di contro, nell’ipotesi in esame il sub procedimento di proroga (e gli inerenti ulteriori provvedimenti) si profilano come eventuali e straordinari rispetto al procedimento tipico, pur essendo ad esso accessori (in materia si veda anche Consiglio Stato Sez. IV, dec. 16 marzo 2001, n. 1578). (T.A.R. Catania - Sez. II, ottobre 2004 n. 2227). a cura di Francesco Brugaletta, consigliere del T.A.R.
Emigrazione Una mostra fotografica di Bazan sull’integrazione dei nostri emigranti SICILIANI D’AMERICA Dieci fotografie, un moderno retablo, per raccontare una storia d’amore, ma anche di coraggio, di fatica, a volte di umiliazione, ma spesso di riscatto: è la storia dell’emigrazione italiana in America. “Italiani d’America” è il titolo della personale di Ernesto Bazan che in questi giorni, nella prestigiosa sede dell’Italian Accademy, presso La Columbia University di New York, raccoglie gli ultimi scampoli di pubblico. Un allestimento suggestivo, essenziale e allo stesso tempo carico di potenza evocativa. Gli scatti in bianco e nero che, risalgono alla fine degli anni Settanta, sono per tessitura e impatto immagini di cronaca e per profondità emotiva tele espressioniste. La mostra ha voluto riproporre queste foto rivisitandole alla luce delle ultime tecniche digitali. “I negativi fotografici sono stati inghiottiti da uno scanner e partoriti nuovamente, ai sali d’argento si sono sostituiti puntini invisibili dentro chip ancora più inscrutabili”, commenta Bazan. E prosegue con orgoglio misto ad un po’ di nostalgia, “le nuove stampe, mi costa ammetterlo, L’ingresso della Casa Italiana a New York sono forse più belle e più ricche di gradazioni tonali e sfumature delle loro sorelle analogiche”. Ne è passato di tempo da quando, macchina al collo e scarpe da tennis, girava la sua Sicilia insieme con Letizia Battaglia, Franco Zecchini, Giovanni Carpinello, suoi compagni d’allora, in cerca di un ritratto, un frammento di memoria. Volti solcati di uomini e donne intenti in mestieri ormai estinti, visi allegri di ragazzini che giocano al pallone in una piazzetta, fanciulle ritrose davanti all’obbiettivo e ancora fiere di paese, processioni religiose, banchetti di nozze e funerali. Poi nel ’79 lascia l’Italia e si trasferisce a New York, frequenta la “School of Visual Art”, entra nella prestigiosa agenzia Magnum e da qui alla definitiva consacrazione il passo è breve. Una mostra bella e intensa, quella di Amsterdam Avenue, che ha registrato un grosso successo di pubblico. Un pubblico fatto per la maggioranza di quegli “strani” americani, che oggi superano il milione in almeno quattro Stati (New York, New Jersey, California, Pennsylvania), e che pur conoscendo un’Italia raccontata dai genitori e dai nonni, continuano a sentirsi italiani; ma anche un pubblico “estraneo” che pure si riconosce nel racconto di Bazan, fotografo-cantastorie, perché nel sorriso di una sposa, nell’abbraccio di un fratello, nel bacio di una madre, ci sono i gesti di tutte le spose, di tutti i fratelli, di tutte le madri, che hanno lasciato la loro terra in cerca di un futuro migliore. La mostra, nata con il contributo dell’assessorato per l’Emigrazione della Regione <strong>Siciliana</strong>, non è che la punta di diamante di un progetto ben più ambizioso, il progetto “Sicily”, organizzato dalla Delegazione siciliana dell’A.N.F.E. (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), che da più di cinquant’anni svolge un lavoro di assistenza per favorire l’integrazione, in collaborazione con O.S.I.A. (Order Sons of Italy in America), una tra le più prestigiose associazioni che conta circa seicentomila iscritti in tutta l’America, con l’appoggio dell’Italian Accademy e l’Istituto Italiano di Cultura di New York. “Basta con l’Italia delle tarantelle e delle mazurche, degli spaghetti e della mafia, voglio fare un appello alle istituzioni perché siano attente alla qualità dei prodotti da esportare; lo chiedo ai Consolati, agli istituti di cultura, a tutti coloro che hanno il compito di promuovere il nostro Paese all’estero”. Deciso, perentorio, “assertive”, direbbe- 25
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