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Cronache mastro - Assemblea Regionale Siciliana

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GIURISDIZIONE, LEGISLAZIONE, AMMINISTRAZIONE<br />

nato un danno ingiusto in capo<br />

alla ricorrente. (omissis). In<br />

ragione degli specifici presupposti<br />

sui quali viene fondata la pretesa<br />

risarcitoria oggetto del presente<br />

giudizio (illegittimità della<br />

delibera di variante del 1989), il<br />

Collegio ritiene pertanto che il<br />

risarcimento dovuto dal comune<br />

di P. debba essere limitato al 50%<br />

di quello subito dalla ricorrente,<br />

da quantificarsi secondo i criteri<br />

che verranno precisati, ai sensi<br />

dell’art.35 co. 2° del D.Lgs.<br />

n.80/1998, come modificato dall’art.7<br />

della legge n.205/2000. In<br />

particolare, considerato che la<br />

presente fattispecie è inquadrabile<br />

nel novero della responsabilità<br />

precontrattuale, parte ricorrente<br />

ha diritto al risarcimento del così<br />

detto “interesse negativo” e cioè<br />

ad avere risarciti i danni conseguenti<br />

alle spese affrontate in<br />

dipendenza dell’affidamento<br />

creato dal comune di P. – quali<br />

spese progettuali o, in generale<br />

tecniche – che non sarebbero<br />

state effettuate in mancanza della<br />

iniziale delibera del 1981. La<br />

ricorrente dovrà fornire prova di<br />

tali spese al comune di P., che ha<br />

l’obbligo di risarcirne il valore<br />

attualizzato, nella misura del<br />

50%, per le ragioni sopra indicate.<br />

(T.A.R. Palermo - Sez. I, 19<br />

marzo 2004 n. 526)<br />

DEMANIO MARITTIMO - ORDINE<br />

DI SGOMBERO E DI DEMOLIZIONE<br />

Per la sussistenza dell’interesse<br />

pubblico riconosciuta dal<br />

legislatore, è legittimo il provvedimento<br />

di sgombero e di demolizione<br />

delle opere abusivamente<br />

realizzate su aree del demanio<br />

marittimo adottato con motivazione<br />

non particolarmente dettagliata.<br />

(T.A.R. Palermo - Sez.<br />

II, 7 aprile 2004 n. 627)<br />

ASSEGNAZIONE ALLOGGI<br />

DI RESIDENZA PUBBLICA -<br />

PROVVEDIMENTO DI REVOCA<br />

ADOTTATO<br />

TO DAL DIRIGENTE<br />

È di competenza del dirigente,<br />

e non del Consiglio né della Giunta<br />

comunale, l’adozione di un<br />

provvedimento di revoca in materia<br />

di assegnazione di alloggi di<br />

edilizia residenziale pubblica.<br />

Sul punto si riportano i passi<br />

salienti della motivazione.<br />

“Premesso che l’art. 17 della l.<br />

r. n. 1/1979, che riproduce il testo<br />

dell’art. 95 del D.P.R. 616/1977,<br />

devolve genericamente ai<br />

Comuni le attività amministrative<br />

relative all’assegnazione degli<br />

alloggi di edilizia residenziale<br />

pubblica, cosicché, per il principio<br />

del “contrarius actus”, deve<br />

ritenersi che tale devoluzione<br />

riguardi anche i provvedimenti di<br />

revoca previsti dall’art. 17 del<br />

decreto del Presidente della<br />

Repubblica n. 1035 del 1972 (vedi<br />

a tal proposito TAR Palermo, II,<br />

02 aprile 1990, n. 159), va rilevato<br />

come non vi sia alcuna disposizione<br />

specifica in materia di attribuzione<br />

delle relative competenze,<br />

che devono, pertanto, essere<br />

individuate in via interpretativa.<br />

Sotto tale profilo va evidenziato<br />

come l’attuale assetto ordinamentale<br />

degli enti locali sia fondato<br />

sul principio di distinzione tra<br />

politica e gestione, secondo il<br />

quale rientrano nella competenza<br />

degli organi burocratici tutti gli<br />

atti, che non siano espressione di<br />

indirizzo politico. L’art. 51 della<br />

legge n. 142 del 1990, come recepito<br />

in Sicilia con la l.r. 48/1991 e<br />

successivamente modificato dalla<br />

l. n. 127/1997 e n. 191/1998, recepite<br />

dalla l.r. 23/1998, attribuisce,<br />

infatti, ai “dirigenti tutti i compiti,<br />

compresa l’adozione di atti,<br />

che impegnano l’Amministrazione<br />

verso l’esterno, che la legge<br />

e lo statuto espressamente non<br />

riservino agli organi di governo<br />

dell’ente”. Considerato che i provvedimenti<br />

di revoca previsti dall’art<br />

17 comma 1 lettera b del<br />

D.P.R. n. 1035/1977 non sono atti<br />

politici, ritiene il Collegio che la<br />

competenza non spetti né al<br />

Consiglio, né alla Giunta, ma al<br />

dirigente”. (T.A.R. Palermo - Sez.<br />

II, 24 marzo 2004 n. 577)<br />

CONCESSIONE EDILIZIA TACITA<br />

Il mancato invio della perizia<br />

giurata del progettista in ordine<br />

alla conformità urbanistica delle<br />

opere (previsto dal comma 7 dell’art.<br />

2 legge regionale siciliana<br />

n. 17/1994), pur escludendo la<br />

decorrenza del termine di giorni<br />

trenta per l’eventuale esercizio<br />

del potere di annullamento o revoca<br />

e la facoltà per l’interessato<br />

di potere dare inizio ai lavori,<br />

non esclude l’intervenuta formazione<br />

della concessione tacita.<br />

(T.A.R. Palermo - Sez. I, 26<br />

marzo 2004 n. 584).<br />

CONCORSO - MODIFICAZIONE<br />

IN NEGATIVO<br />

DI GRADUATORIA<br />

È illegittima la successiva<br />

modifica in pejus del punteggio<br />

del candidato, e quindi della sua<br />

posizione in graduatoria, che, in<br />

contrasto con i noti principi di<br />

trasparenza dell’azione amministrativa<br />

e di partecipazione degli<br />

interessati stabiliti dalla L. n.<br />

241/1990, non contenga una<br />

specifica motivazione (art. 3 L.<br />

n. 241 cit.), che non può essere<br />

offerta solamente in sede di giudizio,<br />

né comunichi l’avvio del<br />

relativo procedimento (art. 7 L.<br />

n. 241 cit.). (T.A.R. Palermo Sez.<br />

II, 26 marzo 2004 n. 579).<br />

a cura di Fabio Passalacqua,<br />

avvocato<br />

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