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Cronache mastro - Assemblea Regionale Siciliana

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Ritratti<br />

Nella terza legislatura,<br />

rieletto con 18.168 voti, non<br />

viene confermato nelle<br />

compagini governative che si<br />

succedono mentre la sua<br />

posizione si sposta verso la<br />

sinistra del partito.<br />

Proprio nella terza legislatura<br />

è uomo di punta<br />

nell’opposizione al governo<br />

Milazzo.<br />

Nella quarta legislatura,<br />

nonostante la caduta dei<br />

consensi che la Democrazia<br />

cristiana fa registrare negli altri<br />

collegi, incrementa i propri voti<br />

e si prepara, da segretario<br />

regionale del partito, a gestire il<br />

postmilazzismo.<br />

Il 9 settembre 1961, dopo una<br />

lunga crisi che vede alternarsi<br />

tre presidenti della Regione,<br />

viene eletto presidente del primo<br />

governo organico di<br />

centrosinistra, formula che fa<br />

della Regione siciliana una sorta<br />

di laboratorio politico.<br />

Per D’Angelo il centrosinistra<br />

era l’unica formula praticabile<br />

per realizzare i consensi<br />

necessari a fare uscire la regione<br />

dalle secche dello stallo socioeconomico<br />

nel quale si trovava e<br />

per riscattare l’Isola dalle spire<br />

della criminalità mafiosa. Il<br />

centrosinistra doveva, nel suo<br />

progetto, peraltro, riequilibrare<br />

il sistema fortemente incrinato<br />

dalla crisi milazzista.<br />

Ma la formula, preceduta da<br />

un lungo travaglio politico,<br />

mostra subito le proprie<br />

debolezze in questo certamente<br />

agevolata dalle posizioni poco<br />

chiare espresse dal partito<br />

socialista.<br />

L’idea nenniana della<br />

conquista delle stanze dei<br />

bottoni per imprimere un corso<br />

diverso alla vita politica italiana<br />

trovò infatti una interpretazione<br />

riduttiva e, per certi aspetti, poco<br />

edificante: si ridusse, infatti, alla<br />

semplice spartizione delle fette<br />

di potere.<br />

I buoni propositi del<br />

presidente della Regione si<br />

infransero, di fronte ad una<br />

realtà fatta di risse e di veti<br />

incrociati. Nella primavera<br />

dell’anno successivo il governo è<br />

già in crisi e D’Angelo è costretto<br />

a varare un altro governo la cui<br />

durata non supera i tre mesi.<br />

Un terzo governo D’Angelo<br />

conclude la legislatura.<br />

Rieletto nella quinta<br />

legislatura, forma altri tre<br />

governi, di brevissima durata, e<br />

nel 1964 viene sostituito dal<br />

barone Coniglio, un aristocratico<br />

catanese più in sintonia con quei<br />

poteri forti che D’Angelo si era<br />

sforzato di combattere con la<br />

sua azione di governo.<br />

Proprio quei poteri forti,<br />

soprattutto i grandi esattori,<br />

sono in prima fila per<br />

combatterlo nel momento in cui<br />

ripropone la sua candidatura per<br />

la sesta legislatura<br />

dell’<strong>Assemblea</strong> regionale<br />

siciliana. Giuseppe D’Angelo<br />

infatti, nonostante la sua<br />

militanza fatta di grande<br />

correttezza e capacità politica,<br />

nonostante la sua attenzione per<br />

il territorio che gli aveva sempre<br />

espresso fiducia, non viene<br />

riconfermato.<br />

Sconfitto, ma non prostrato,<br />

continuò, da non parlamentare,<br />

la sua battaglia politica tornando<br />

alla guida del partito e quindi<br />

alla presidenza dell’Espi, l’ente<br />

che gestiva le partecipazioni<br />

regionali.<br />

Al suo impegno si deve la<br />

scelta della metanizzazione<br />

dell’Isola e proprio della società<br />

che gestiva la metanizzazione,<br />

cioè la siciliana Gas, fu il primo<br />

presidente.<br />

D’Angelo muore, nel<br />

dicembre del 1991, a Palermo,<br />

dove, pur continuando a<br />

mantenere solidi legami con la<br />

sua provincia d’origine, si era<br />

definitivamente trasferito.<br />

Pasquale Hamel<br />

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