N.71 aprile (4,25Mb Pdf) - la Notizia
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Ti regalerò<br />
una rosa<br />
A cura di Martina Grandelli<br />
Ho navigato in Internet finchè ho trovato il testo.<br />
E il motivetto continua a balenarmi nel<strong>la</strong> mente.<br />
Parlo del<strong>la</strong> canzone “Ti regalerò una rosa” di<br />
Cristicchi. Vincitrice del<strong>la</strong> 57esima edizione del<br />
Festival di Sanremo. In questo numero <strong>la</strong> voglio<br />
citare perché: primo, penso sia una delle poche<br />
canzoni serie che ti fanno riflettere, e, secondo,<br />
perché devo ammettere di sentirmi un po’ in<br />
colpa: non mi ero mai fermata a pensare ai<br />
“matti”. E sinceramente non so cosa provare.<br />
Curiosità Indifferenza Pena<br />
Che dire di loro. Sono chiusi tra mura bianche di<br />
un luogo neutro. In mezzo a pensieri contorti,<br />
domande e sensi di colpa di chissà quale lontano<br />
reato. Stanno ai bordi del<strong>la</strong> società tra bavaglie,<br />
badanti e camicie di forza. Loro che hanno bisogno<br />
di aiuto o di chiarimenti almeno. Lo so, è<br />
quasi impossibile. Perché certe ma<strong>la</strong>ttie si curano<br />
lentamente o non si può e basta. Cosa gira mai<br />
nel<strong>la</strong> testa dell’uomo…<br />
E tutto questo può fare un po’ paura, (dovrebbe),<br />
ma al<strong>la</strong> fine sono persone come noi, solo un po’…<br />
diversi. Non so se sia il termine giusto. Meno fortunati<br />
No, neanche… sono e basta. Sono loro.<br />
Hanno cuori come i nostri. Cuori che battono forte<br />
e chiaro. Solo con più paura di questo mondo che<br />
cambia così velocemente. E dopo questa breve e<br />
contorta prefazione, vi <strong>la</strong>scio con il testo del<strong>la</strong><br />
canzone che, per qualche minuto, ha fermato il<br />
mio mondo e mi ha fatto riflettere su Loro, su queste<br />
“migliaia di astronavi che poche volte tornano<br />
al<strong>la</strong> base”.<br />
Mi chiamo Antonio e sono matto<br />
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino<br />
Credevo di par<strong>la</strong>re col demonio<br />
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un<br />
manicomio<br />
Ti scrivo questa lettera perché non so par<strong>la</strong>re<br />
Perdona <strong>la</strong> calligrafia da prima elementare<br />
E mi stupisco se provo ancora un’emozione<br />
Ma <strong>la</strong> colpa è del<strong>la</strong> mano che non smette di tremare<br />
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto<br />
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi<br />
E giorno e notte si assomigliano<br />
Nel<strong>la</strong> poca luce che trafigge i vetri opachi<br />
Me <strong>la</strong> faccio ancora sotto perché ho paura<br />
Per <strong>la</strong> società dei sani siamo sempre stati spazzatura<br />
Puzza di piscio e segatura<br />
Questa è ma<strong>la</strong>ttia mentale e non esiste cura<br />
Ti regalerò una rosa<br />
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa<br />
Una rosa per ogni tua <strong>la</strong>crima da conso<strong>la</strong>re<br />
E una rosa per poterti amare<br />
Ti regalerò una rosa<br />
Una rosa bianca come fossi <strong>la</strong> mia sposa<br />
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare<br />
Ogni piccolo dolore<br />
I matti sono punti di domanda senza frase<br />
Migliaia di astronavi che non tornano al<strong>la</strong> base<br />
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole<br />
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole<br />
Mi fabbrico <strong>la</strong> neve col polistirolo<br />
La mia patologia è che son rimasto solo<br />
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze<br />
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso<br />
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto<br />
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro<br />
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi<br />
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi<br />
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare<br />
Eri come un angelo legato ad un termosifone<br />
Nonostante tutto io ti aspetto ancora<br />
E se chiudo gli occhi sento <strong>la</strong> tua mano che mi sfiora<br />
Ti regalerò una rosa<br />
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa<br />
Una rosa per ogni tua <strong>la</strong>crima da conso<strong>la</strong>re<br />
E una rosa per poterti amare<br />
Ti regalerò una rosa<br />
Una rosa bianca come fossi <strong>la</strong> mia sposa<br />
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare<br />
Ogni piccolo dolore<br />
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto<br />
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto<br />
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce<br />
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce<br />
Ti <strong>la</strong>scio questa lettera, adesso devo andare<br />
Perdona <strong>la</strong> calligrafia da prima elementare<br />
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione<br />
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa vo<strong>la</strong>re<br />
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