Biblioriva 39 - Comune di Riva del Garda
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Libri, lettura e biblioteche<br />
non è la tromba <strong>del</strong> grande giu<strong>di</strong>zio che<br />
spargerà finalmente il suo suono per i<br />
sepolcri (cioè le biblioteche) <strong>del</strong>le<br />
regioni e farà risorgere i libri. Per ogni<br />
anima libresca ci può essere sì,<br />
casomai, una pivetta <strong>di</strong> tanto in tanto<br />
che la riscuote, la trombetta sfiatata <strong>di</strong><br />
un regesto archivistico, la pernacchietta<br />
minima <strong>di</strong> una rie<strong>di</strong>zione<br />
accademica, che nella graduatoria <strong>del</strong>le<br />
risorgenze equivale allo zombi. E il libro<br />
infatti ritorna poi a giacere depresso,<br />
frustrato per questa breve e inerte vita<br />
artificiale. Tali resurrezioni occasionali<br />
minano la fede nella grande<br />
resurrezione dei morti; ovvero, si danno<br />
<strong>di</strong> fatto resurrezioni molteplici e<br />
ricorrenti, però <strong>di</strong>luite; e cento brevi<br />
richiami in vita, tramite citazioni,<br />
allusioni, nominazioni bibliografiche e<br />
simili, non fanno una rinascita. Perciò<br />
tale attesa, giacché la biblioteca è un<br />
luogo <strong>di</strong> attesa, si fa sempre più cinica,<br />
non essendo ogni resurrezione quel<br />
grande evento risolutorio, ma qualcosa<br />
<strong>di</strong> misero; e ingiusto, essendo casuale;<br />
doloroso, essendo fugace.<br />
mummie, e che mummie e libri siano<br />
una male<strong>di</strong>zione; come lo sono i morti<br />
insepolti, condannati a vagare in forma<br />
<strong>di</strong> spettri o vampiri o lamie o incubi.<br />
Una biblioteca è come la cripta <strong>di</strong><br />
Nosferatu, dove migliaia <strong>di</strong> salme<br />
inquiete, chiuse in<strong>di</strong>vidualmente dentro<br />
la bara, spiano se mai passi qualcuno<br />
onde attaccarglisi e succhiargli una<br />
dose <strong>di</strong> vitalità.<br />
► Da: Biblioteche infiammabili <strong>di</strong> Ermanno<br />
Cavazzoni, pubblicato in: La biblioteca e<br />
l’immaginario / a cura <strong>di</strong> Rossana<br />
Moriello e Michele Santoro. – Milano :<br />
E<strong>di</strong>trice bibliografica, 2004<br />
Opere <strong>di</strong> Ermanno Cavazzoni<br />
in Biblioteca<br />
Il poema dei lunatici 1987<br />
Le tentazioni <strong>di</strong> Girolamo 1991<br />
Vite brevi <strong>di</strong> i<strong>di</strong>oti 1994<br />
Cirenaica 1999<br />
Gli scrittori inutili 2002<br />
La biblioteca perciò non è un luogo<br />
<strong>di</strong> requie eterna, ma il luogo <strong>del</strong>la vana<br />
attesa, dove queste anime, o pezzetti<br />
cartacei <strong>di</strong> anima, stanno sospese ad<br />
un poi. Meglio, mi <strong>di</strong>co, il cimitero, dove<br />
non c’e carriera postuma, dove c’è una<br />
specie <strong>di</strong> comunismo <strong>del</strong> nulla, e infatti<br />
i merli non esitano a farsi il nido,<br />
razzolare la terra, fischiettare come i<br />
veri padroni <strong>di</strong> casa, e l’erba<br />
analogamente cresce uguale su tutto,<br />
senza incertezze, e definitivamente.<br />
Le biblioteche invece sono cimiteri<br />
<strong>di</strong> vivi, o quasi vivi; <strong>di</strong> anime in attesa<br />
<strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio a venire. Perciò viene da<br />
piangere e desolarsi; che in qualche<br />
modo si continui a vivere anche oltre la<br />
morte, se pure una vitarella scialba e<br />
tipografica. Viene da pensare alle<br />
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