Biblioriva 39 - Comune di Riva del Garda
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Libri, lettura e biblioteche<br />
Biblioteche e cimiteri<br />
Da: Biblioteche infiammabili <strong>di</strong> Ermanno Cavazzoni<br />
Da qualche tempo provo un po’<br />
orrore per le biblioteche, nonostante le<br />
ritenga legittime e benemerite. Mi<br />
piacciono invece i cimiteri.<br />
Un tempo passavo i giorni in<br />
biblioteca; adesso vado abbastanza<br />
spesso al cimitero. Quando cammino<br />
per un cimitero mi prende una forma <strong>di</strong><br />
letizia interiore; ci sto bene cioè, in quei<br />
bei cimiteri col bosso tagliato in forme<br />
artificiale, i cancelli che in inverno alle<br />
cinque <strong>del</strong> pomeriggio si chiudono e i<br />
visitatori sono pregati <strong>di</strong> uscire. Mi<br />
piacciono i viali <strong>di</strong> ghiaia, i fiori <strong>di</strong><br />
plastica, i lumini ormai tutti elettrificati<br />
ma deboli, da due o tre watt, meno <strong>di</strong><br />
una can<strong>del</strong>a, che <strong>di</strong> giorno quasi non si<br />
percepiscono, ma <strong>di</strong> notte servono a<br />
dare l’idea che lì non ci sono vivi o<br />
viventi inse<strong>di</strong>ati o che vagano. E poi mi<br />
piacciono i morti; che, c’è poco da <strong>di</strong>re,<br />
nei cimiteri prevalgono e non li si può<br />
ignorare, passeggiando ad esempio<br />
come si passeggerebbe in un<br />
qualunque giar<strong>di</strong>no pubblico.<br />
Non credo nell’immortalità, nella<br />
resurrezione dei corpi, nella vita eterna,<br />
ossia ho dei dubbi, sono scettico, per<br />
così <strong>di</strong>re, anche se queste idee hanno<br />
una loro attrattiva che ha fatto fortuna<br />
e le rispetto. E mentre si cammina da<br />
scettici in mezzo alle tombe e intanto ci<br />
si conforta guardandosi attorno,<br />
tuttavia bisogna convenire che questa<br />
euforia <strong>del</strong>lo spirito, questa elevatezza<br />
leggera, la danno i morti; i quali sono<br />
un niente, è vero, residui <strong>di</strong> carbonio e<br />
<strong>di</strong> sali <strong>di</strong> calcio tutt’al più, però sono<br />
anche, come <strong>di</strong>re dei problemi risolti.<br />
Io giro per i cimiteri come girerebbe un<br />
punto interrogativo, e così pure gli altri<br />
visitatori, piccoli punti interrogativi,<br />
leggermente ingobbiti dall’interrogazione<br />
se sono avanti negli anni; mentre<br />
loro, i morti, stanno là come la<br />
soluzione, tante soluzioni che si<br />
confermano l’una con l’altra in file<br />
or<strong>di</strong>nate e evidenti. E tutta questa loro<br />
varietà fenomenologica <strong>di</strong> nomi e<br />
cognomi e iscrizioni, mista a edere,<br />
vasi, fiori, lucini, fotografie smaltate,<br />
tutte queste singolari <strong>di</strong>stinzioni danno<br />
però un’unanimità <strong>di</strong> risposta. Uno<br />
passeggia e ogni morto gli <strong>di</strong>ce<br />
implicitamente: “Per quanto ne so,<br />
questa è la soluzione”. Ed è lì a darne<br />
viva testimonianza. Perciò chi<br />
passeggia si allieta, si gode il solicello<br />
invernale, se è inverno, o tutto il<br />
rigoglio arboreo se è primavera, e la<br />
frescura <strong>del</strong>l’ombra dei loculi se è piena<br />
estate. Ma l’attestazione dei morti non<br />
cambia con la stagione. I cimiteri sono<br />
<strong>di</strong>stese permanenti <strong>di</strong> equazioni risolte.<br />
Perciò si sta allegri, io <strong>di</strong>co, perché per<br />
quanto ci si sforzi <strong>di</strong> complicare e<br />
allungare i calcoli, la soluzione è unica,<br />
chiarissima. E anche semplice, <strong>di</strong> per<br />
sé, e <strong>di</strong>stensiva.<br />
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