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Cosa c'è veramente sotto i tacchi a spillo - Lingue Moderne per il Web

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2. Pubblicità dei profumi: sinestesie e multisensorialità<br />

Proprio <strong>per</strong> la consonanza con le caratteristiche del prodotto, <strong>il</strong> modello di pubblicità<br />

che abbiamo delineato è presente in modo quasi esclusivo nella pubblicità dei profumi.<br />

2.1. Psicologia dell’oggetto e del suo consumo<br />

Il profumo si è sempre presentato come oggetto misterioso, inafferrab<strong>il</strong>e e sfuggente;<br />

effimero e volat<strong>il</strong>e, rispecchia sensazioni e sentimenti nella trama dei loro infiniti <strong>per</strong>corsi e<br />

destini emozionali, chiudendoli in quell’alone di mistero che ognuno di noi vuole <strong>per</strong> la<br />

parte intima e privata di sé.<br />

I circuiti e le modalità attraverso i quali l’oggetto e <strong>il</strong> segno “profumo” comunicano<br />

sono sensorialmente molto differenti da quelli tipici dell’homo videns: l’odore non ha<br />

contorni, non ha prospettiva, avvolge e circonda, è vaporoso, cangiante e volat<strong>il</strong>e. Traduce<br />

la fisicità delle sensazioni in sottigliezze e connessioni informulab<strong>il</strong>i; si allontana quindi<br />

dalle dimensioni della forza sintagmatica della parola e crea, sulla base delle sue<br />

caratteristiche di indeterminatezza, allusività e m<strong>il</strong>le possib<strong>il</strong>ità di focalizzazione e di<br />

lettura, liaisons priv<strong>il</strong>egiate con la metafora. Il legame tra componenti di una fragranza e<br />

loro valenza simbolica nel consumo individuale o nella comunicazione pubblicitaria resta<br />

ancora intrigante e misterioso, come misteriosa è l’affinità che sentiamo con un profumo e<br />

che ci spinge a sceglierlo. L’elemento più appariscente delle valenze comuni esistenti tra<br />

pubblicità di tipo simbolico e profumo sta nell’amore <strong>per</strong> l’indefinito e lo sfumato che<br />

entrambi pred<strong>il</strong>igono. Ricchi di valenze simboliche, ricordate e attivate nei destinatari con<br />

tocchi velocissimi, si rifiutano di essere circoscritti in un quadro di componenti espliciti. Il<br />

loro comunicare è fatto di richiami diretti in grande quantità verso <strong>il</strong> ricevente e dal destino<br />

incerto. Sta infatti alla sensib<strong>il</strong>ità di questi avvertirne la presenza<br />

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e <strong>il</strong> richiamo e quindi dare una risposta agli appelli in quella inclusi. Una funzione<br />

maieutica e magica, secondo le reason why del marketing: <strong>il</strong> profumo aiuta a capire la<br />

faccia, in senso goffmaniano, che vogliamo presentare a noi stessi e agli altri. Oltre a questa<br />

funzione di specchio, che proietta noi stessi sulla coscienza <strong>per</strong> poterci vedere meglio, <strong>il</strong><br />

profumo è uno strumento che favorisce o magicamente ci fa vivere l’altra faccia di noi<br />

stessi, quello che vorremmo essere o avere.<br />

Per orientarsi nella comprensione del significato del profumo è necessario porsi tre<br />

domande: cosa c’è realmente e fisicamente nel profumo, che cosa vi si vede, che cosa vi si<br />

cerca o gli si chiede. La risposta semiotica sta in una gamma di potenziali significanti<br />

attivab<strong>il</strong>i e <strong>per</strong>cepib<strong>il</strong>i sulla base di una sensib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong>sonale. Il gioco di messa a fuoco è<br />

potenzialmente infinito.<br />

L’area pubblicitaria del profumo si presenta molto articolata e ricca di specificità, quasi<br />

un genere a sé. Oltre ai sensi della fragranza infatti è possib<strong>il</strong>e essere attratti dalla sinergia<br />

di linee e di colori che si sprigionano dal flacone, espressione di una forma visiva che attiva<br />

una sensazione olfattiva e poi diventa tratto di <strong>per</strong>sonalità o sensazione delle azioni e<br />

situazioni della vita. Questo nucleo profondo di significato nella pagina pubblicitaria si<br />

traduce in un insieme di segni, che vanno dal testo linguistico, alla forma del flacone, ai<br />

colori, alle circostanze del setting, della storia raccontata e soprattutto dal linguaggio non-<br />

verbale espresso dal testimonial.<br />

Il ruolo semiotico rivestito da questo attore della scena, non solo nel senso di testimone<br />

del prodotto, ma in quello di coadiutore semiotico del flacone e del prodotto nella<br />

costruzione di una realtà di senso, viene realizzato soprattutto attraverso una orchestrazione<br />

di segni nonverbali. Come si vedrà nel corso dell’analisi, <strong>il</strong> rapporto tradizionale tra segno<br />

linguistico e segno non-verbale qui è ribaltato: <strong>il</strong> ruolo di ancoraggio del significato che<br />

Barthes assegnava alla parola, qui è proprio del non-verbale. La procedura di decodifica<br />

assegnata al ricevente è ribaltata: <strong>il</strong> liminale, <strong>il</strong> sensoriale, l’alluso vengono prima del senso<br />

Di Sparti <strong>Cosa</strong> c’è <strong>veramente</strong> <strong>sotto</strong> i <strong>tacchi</strong> a <strong>sp<strong>il</strong>lo</strong> 8

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