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Cosa c'è veramente sotto i tacchi a spillo - Lingue Moderne per il Web

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Diminuisce <strong>il</strong> ruolo dell’esplicito e l’obbligo della chiarezza, forti dell’adozione di uno<br />

schema comunicativo a puzzle, ove alla connessione sintagmatica lineare succede quella<br />

della concatenazione reticolare o della giustapposizione o dell’accostamento. Aumentano i<br />

margini di indefinitezza della comunicazione e dei giochi di focalizzazione consentiti agli<br />

interlocutori. È la natura stessa dell’immagine che si presta a questa contrattazione<br />

<strong>per</strong>cettiva, dato che i meccanismi della <strong>per</strong>cezione sono fortemente influenzati dalle nostre<br />

conoscenze e dalle nostre storie individuali. La cultura interviene anche là dove pensavano<br />

che fossero attivi solo processi naturali. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, gli<br />

spazi <strong>per</strong> la metaforizzazione aumentano: la contrazione quantitativa delle parole si traduce<br />

in un ampliamento del loro peso e delle loro valenze, ed estende <strong>il</strong> ruolo del setting, del<br />

testimonial, del flacone e della grammatica visiva. Cercheremo di darne una descrizione più<br />

articolata nel paragrafo destinato alla pubblicità dei profumi.<br />

Molte di queste caratteristiche, secondo l’opinione prevalente, sarebbero determinate<br />

direttamente dalla diversità del supporto/canale che veicola l’informazione. In questo caso <strong>il</strong><br />

passaggio dal supporto cartaceo a quello audiovisivo o digitale farebbe da solo la<br />

differenza: altro infatti sarebbe scrivere <strong>per</strong> la stampa, altro progettare una comunicazione<br />

multimediale <strong>per</strong> lo stesso contenuto. L’affermazione, a nostro parere, è vera solo<br />

parzialmente, <strong>per</strong>ché i mutamenti nell’uso dei codici e dei linguaggi che l’adozione dei<br />

nuovi media comportano si fondano anche sulle variazioni sensoriali e cognitive già<br />

determinate da quell’uso. I cambiamenti rimangono sostanzialmente di natura semiotica: i<br />

segni, unitamente alle grammatiche che li rendono o<strong>per</strong>ativi e che diventano disponib<strong>il</strong>i,<br />

cambiano la pianificazione della comunicazione e dell’interazione mittentedestinatario/ricevente:<br />

<strong>il</strong> rapporto tra i linguaggi ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i e le loro sensorialità di<br />

riferimento di fatto viene “riposizionato”. A conferma di questa sensazione è che la<br />

pubblicità che ut<strong>il</strong>izza nel tempo lo stesso medium è profondamente diversa a seconda dei<br />

<strong>per</strong>iodi storici in cui è diffusa. Probab<strong>il</strong>mente i contenuti e le psicografie di riferimento<br />

possono essere analoghe, ma <strong>il</strong> progetto semiotico della comunicazione è totalmente<br />

differente.<br />

A questa aggiungiamo una seconda caratteristica: <strong>il</strong> rapporto di consonanza, se non di<br />

complicità, che lega comunicatore e target, obbliga <strong>il</strong> primo ad adattarsi e ad adottare le<br />

aspettative del secondo in termini di contenuti, forme simboliche, st<strong>il</strong>i di comunicazione o<br />

di interazione. Ora è proprio in questo che è cambiato <strong>il</strong> target: le sue aspettative in termini<br />

di sensorialità e di meccanismi <strong>per</strong>cettivi, sv<strong>il</strong>uppatesi nell’epoca dell’audiovisivo e del<br />

multimedia, risultano variate, proprio <strong>per</strong>ché i nuovi media, con <strong>il</strong> loro massaggio<br />

sensoriale, hanno sv<strong>il</strong>uppato nuove ab<strong>il</strong>ità e nuove richieste negli interlocutori. La<br />

sensorialità richiesta dalle nuove abitudini non consente al comunicatore di presentarsi con<br />

una informazione “povera” e “inadeguata”, senza <strong>il</strong> rischio di vedersela rifiutata ancor<br />

prima della verifica delle proposte. Inoltre gli stessi contenuti della socializzazione risultano<br />

profondamente e radicalmente mutati, <strong>per</strong>ché cambiati sono<br />

[666]<br />

la loro provenienza e i modi della loro determinazione. Alle agenzie culturali tradizionali 2<br />

(scuola, chiesa, cultura) sono subentrate quelle della televisione generalista massificata e<br />

isterlita a livello più basso, <strong>per</strong> includere <strong>il</strong> massimo possib<strong>il</strong>e di target e ottenere l’audience<br />

più ampia. L’insistenza sul metalinguaggio e sul’intertestualità (specialmente di tipo<br />

citazionale) non trova più spazio in una cultura che priv<strong>il</strong>egia l’uso, e non la riflessione<br />

sull’uso; la citazione della vita reale anzicché i riferimenti storici o culturali. Si passa<br />

dall’informazione (trasmissione di unità semantiche astratte) all’interazione, alla<br />

multisensorialità. Ne deriva un potenziamento sensoriale complessivo, un allargamento del<br />

ruolo del linguaggio emotivo e delle forme linguistiche e iconiche connesse; alle<br />

connessioni isofoniche, sinestetiche dipendenti dalla parola si aggiungono o si sostituiscono<br />

2 Il problema è esaminato in profondità da R. Simone (1998).<br />

Di Sparti <strong>Cosa</strong> c’è <strong>veramente</strong> <strong>sotto</strong> i <strong>tacchi</strong> a <strong>sp<strong>il</strong>lo</strong> 4

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