Piano di zona Ulss 7 2011 - Treviso volontariato

PIANO DI ZONA
2011-2015
Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n.7
Pieve di Soligo

INDICE
Premessa........................................................................................................................................................... 3
1. Il processo di costruzione del Piano .........................................................................................................5
1.1 Le modalità di avvio del Piano e la struttura organizzativa .....................................................................5
1.2 L’attivazione dei processi partecipativi .................................................................................................10
2. Il profilo del territorio ................................................................................................................................13
2.1 La struttura e la dinamica della popolazione ........................................................................................13
2.2 Elementi socio economici......................................................................................................................18
2.3 Analisi epidemiologica ...........................................................................................................................21
3. Le strategie di indirizzo che orientano la programmazione del quinquennio......................................25
3.1 Le strategie socio sanitarie....................................................................................................................25
3.2 Gli obiettivi del Piano di zona 2011/2015 .............................................................................................27
4. La pianificazione per singola Area ...........................................................................................................29
4.1 Area Famiglia - Infanzia/Minori- Adolescenza/Giovani ........................................................................31
4.1.1 Area Famiglia ..............................................................................................................................33
4.1.2 Area Infanzia/Minori .....................................................................................................................45
4.1.3 Area Adolescenza/Giovani ...........................................................................................................59
4.2 Area Persone Anziane ..........................................................................................................................67
4.3 Area Persone con disabilità ..................................................................................................................83
4.4 Area Salute Mentale .............................................................................................................................97
4.5 Area Dipendenze ................................................................................................................................113
4.6 Area Marginalità e inclusione sociale .................................................................................................127
4.7 Area Immigrazione – Interculturalità ...................................................................................................137
4.8 Area Trasversale: l’integrazione fra le Aree di intervento ..................................................................149
5. Il quadro delle risorse economiche .......................................................................................................165
6. Gli strumenti ed i processi di governo del Piano di zona ...................................................................171
6.1 Ruolo dell’Azienda Ulss e dei Comuni all’interno del Piano di zona ..................................................171
6.2 L’Ufficio di Piano..................................................................................................................................171
6.3 Monitoraggio e controllo del Piano di zona .........................................................................................172
6.4 La valutazione del Piano di zona e dei singoli progetti .......................................................................173
7. Allegati ......................................................................................................................................................175
1. Tabelle struttura e dinamica della popolazione
2. Tabelle unità d’offerta del territorio
3. Documento gruppo di lavoro area vasta: “Problemi riabilitativo-terapeutici nella psicopatologia
dell’infanzia e dell’adolescenza”
4a.Atto di recepimento Linee guida, Orientamenti e Linee di indirizzo (DGRV 2416/2008)
4b.Atto di programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti -
Biennio 2011 – 2012 (DGRV 2416/2008)
5. Piano locale della non autosufficienza per la residenzialità 2011-2015
6. Documento gruppo di lavoro area vasta: “Organizzazione di una rete assistenziale per persone
affette da disturbo autistico”
7. Documento gruppo di lavoro area vasta: “Forme particolari e complesse di disabilità”
8. Elenco soggetti co-progettatori
9. Partecipanti ai gruppi di lavoro
10. Accordo di programma

Premessa
Siamo giunti alla quarta edizione dei piano di zona del territorio della nostra ULSS.
Molta esperienza è stata già acquista da tutti i soggetti del territorio: il confronto è ormai
una prassi ordinaria, la co-progettazione tra soggetti del pubblico e del privato ha radici
consolidate.
Possiamo ritenere attiva una consolidata ed articolata rete di servizi socio-sanitari e sociali,
frutto del lavoro di comunità condotto in questi anni attento a cogliere i bisogni e pronto ad attivare
tutte le risorse locali.
Il contesto in cui si colloca il nuovo piano di zona 2011-2015 ha comunque richiesto un
impegno maggiore da parte di tutti rispetto alle edizioni precedenti, alla luce dei profondi
cambiamenti in atto nel nostro sistema sociale.
La crisi economica che stiamo attraversando in Italia e nel mondo impone infatti una
rivisitazione complessiva degli schemi precedentemente acquisiti: siamo di fronte ad una reale
fase di passaggio tra vecchi e nuovi scenari del sistema di welfare.
La sfida progettuale e culturale con la quale ci dobbiamo confrontare richiede di avviare un
cammino che consenta di rispondere ai bisogni nuovi, garantire quelli consolidati, in un quadro di
risorse limitate che impone di ripensare il sistema di offerta in un’ottica di maggior efficienza,
qualità ed equità.
Il presente piano è stato pertanto costruito con passione, professionalità ed impegno dai
molti attori istituzionali e sociali che hanno partecipato alla sua stesura.
L’attenzione è stata rivolta a tutto il ciclo di vita delle persone e della famiglia, cogliendo le
aree di particolare fragilità nelle quali sviluppare percorsi di prevenzione primaria e sostenere la
rete dei servizi, cercando di evitare le frammentazioni e le sovrapposizioni di interventi e progetti.
In questa complessa opera di rilettura del sistema sociale è stata offerta tutta la nostra
capacità di riflessione e di nuova imprenditorialità, al fine di consentire che l’attenzione e la cura
per la nostra comunità continui ad essere la fonte della nostra programmazione.
Direttore Generale Presidente della Direttore dei Servizi Sociali
Angelo Del Favero Conferenza dei Sindaci Marisa Durante
Alberto Maniero

1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
1. IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO
1.1 Le modalità di avvio del piano e la struttura organizzativa
Con il “Documento regionale di indirizzo per la programmazione di zona 2011 - 2015”, Allegato A
della DGRV 2082 del 3 agosto 2010, la Regione del Veneto ha voluto offrire uno strumento omogeneo per
tutte le Aziende sociosanitarie della Regione a supporto della programmazione di zona delle politiche e del
sistema integrato di interventi sociali e socio sanitari per il quinquennio 2011/2015.
Il Documento è finalizzato a sostenere l'integrazione istituzionale, presentando una “cornice” dentro
la quale la Regione ha evidenziato gli obiettivi di sviluppo generali e specifici per singola Area tematica, utili
per la definizione delle politiche e interventi territoriali.
Per garantire l’efficacia del percorso programmatorio si è ritenuto opportuno mantenere l’assetto
organizzativo realizzato col precedente Piano di zona, integrato delle nuove definizioni prodotte dal
Documento succitato, Allegato A e dall’Allegato B “Indicazioni per la stesura del documento: Piano di zona
2011 – 2015”.
Il modello elaborato per la definizione del Piano di zona 2011 – 2015 ha confermato la definizione
della struttura organizzativa già patrimonio del precedente Piano di zona che vedeva:
- l' ORGANO DI GOVERNO POLITICO che ha una visione complessiva del Piano di zona ed è composto
dall’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e dalla Direzione Generale dell’Azienda Ulss che si avvale del
Direttore dei Servizi Sociali;
- il GRUPPO DI COORDINAMENTO (GC) che si occupa di seguire dal punto di vista tecnico e metodologico
le attività necessarie alla costruzione e gestione del Piano: presieduto dal Direttore Servizi Sociali e
composto dai Referenti dei tavoli tematici (Referenti Politici e Responsabili Tecnici di Area) e dal
Responsabile dell’Ufficio di Piano;
- i TAVOLI TEMATICI che rappresentano l’articolazione organizzativa attraverso la quale si realizza il
coinvolgimento degli Attori del territorio e sono formati dai Referenti Politici e Responsabili Tecnici, dai
diversi Attori del territorio e specifici per Area di intervento.
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1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
del Piano 2011-2015
ORGANO di GOVERNO POLITICO
•Esecutivo della Conferenza dei Sindaci
•Direttore Servizi Sociali Ulss 7
GRUPPO di COORDINAMENTO (GC)
•Direttore Servizi Sociali Ulss 7
•Referenti Politici di Area
•Responsabili Tecnici di Area
•Responsabile Ufficio di Piano dell’Ulss 7
(UdP)
Area
Famiglia
Area
Infanzia
Minori
Area
Adolescenza
Giovani
Area
Persone
Anziane
TAVOLI TEMATICI
Area
Persone con
disabilità
Area
Dipendenze
Area
Salute
Mentale
Area
Immigrazione
Interculturalità
Area
Marginalità
e inclusione
sociale
All’interno di ogni Tavolo:
→ Referente Politico della Conferenza dei Sindaci
→ Responsabile Tecnico di Area tematica
→ Rappresentanti delle istituzioni/ Associazioni/
Cooperative/Consorzi fra coloro che hanno dato la loro disponibilità.
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1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
Il percorso per la predisposizione del documento deve misurarsi con la fatica di coinvolgere e far
lavorare insieme operatori, persone volontarie, soggetti del privato sociale, i referenti di diverse Agenzie del
territorio coma la Scuola, i Centri di servizio, le organizzazioni sindacali poiché si tratta di valorizzare le
competenze e le peculiarità di ciascun attore sociale, affinché ciascuno possa svolgere appieno il suo ruolo
ed esprimersi al meglio.
Proprio per questo, nel mese di gennaio 2010, inizia l’iter programmatorio del Piano di zona
2011/2015 attivando una riflessione fra la Direzione dei Servizi Sociali e l’Ufficio di Piano con il
Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Sinistra Piave sui punti di forza e aspetti critici emersi
nella realizzazione del precedente Piano di zona. Dal confronto è emersa, da un lato, la necessità di
sostenere la condivisione partecipata dei diversi Soggetti del territorio attraverso momenti strutturati di
scambio e conoscenza reciproca e, dall’altro, il bisogno di accompagnare tale presenza sostenendo la
ricerca di una più matura consapevolezza del proprio ruolo di delega/rappresentanza all'interno dei “Tavoli
Tematici” riferiti a ciascuna delle 9 Aree di intervento definite dalla Regione del Veneto.
Nel mese di febbraio 2010 sono poi proseguiti gli incontri con i Referenti politici e Responsabili tecnici
specifici di ogni Area di intervento, per accordare preliminari contenuti metodologici ed organizzativi per
l’avvio dei lavori.
Con l’incontro del 12 aprile 2010, la Conferenza dei Sindaci ha approfondito le linee guida regionali, di
cui alla DGRV 157/2010 e definito il percorso operativo.
Per poter definire una prima gamma di bisogni prioritari sui quali poi i Tavoli tematici si sarebbero
trovati a riflettere, è stato riconfermato l’utilizzo della “Scheda per l’analisi dei bisogni e delle priorità di
intervento”, inviata ad Enti pubblici, Amministrazioni comunali, Scuole, Associazioni di volontariato,
Cooperative sociali, Organizzazioni sindacali, al Mondo ecclesiastico per raccogliere non solo elementi utili
all’analisi del fabbisogno, ma anche per poter avere una esplicita disponibilità alla modalità di partecipazione
ai Gruppi di lavoro, che si sarebbero di lì a poco costituiti nei termini indicati dalla Regione, (“consultazione”
o “concertazione”).
La scheda proposta chiedeva di individuare, per ogni Area di intervento, al massimo tre priorità di
bisogno alle quali rispondere con relativi obiettivi di progetto, specificandone, anche se non nel dettaglio,
modalità di realizzazione, tempi e natura delle risorse da dedicare.
La Direzione dei Servizi Sociali e la Conferenza dei Sindaci, con l’incontro dell’11 maggio 2010, aperto ai
diversi soggetti ed enti del pubblico e del privato del territorio dell’Ulss 7, hanno dato avvio ufficialmente alla
costituzione dei Tavoli Tematici riferiti alle Aree di intervento previste dalla Regione del Veneto.
I nove Tavoli costituitisi sono riferiti alle seguenti Aree di intervento:
Famiglia, Infanzia/Minori, Adolescenza/Giovani
Persone Anziane
Suddivisione in:
• Famiglia
• Infanzia/Minori
• Adolescenza/Giovani
Persone con disabilità
Dipendenze
Salute Mentale
Marginalità e inclusione sociale
Immigrazione/Interculturalità
Trasversale
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1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
La complessa Area “Famiglia, Infanzia/Minori, Adolescenza/Giovani” è stata suddivisa in tre
sottogruppi di lavoro per meglio focalizzare obiettivi e priorità di interventi guidati da tre Coordinatori per poi
ricongiungersi nel quadro di sintesi identificato con il medesimo Responsabile tecnico di Area.
Ogni Tavolo è composto da: Referente politico (nominato dalla Conferenza dei Sindaci),
Responsabile tecnico (operatore nominato dalla Conferenza dei Sindaci), Coordinatori per le Aree Famiglia,
Infanzia/Minori e Adolescenza/Giovani, Soggetti in rappresentanza di Istituzioni/Associazioni/Enti/Privato
sociale/Organizzazioni sindacali. Ogni Tavolo era coordinato dal Responsabile tecnico dell'Area e dal
Responsabile dell’Ufficio di Piano.
I singoli Tavoli di lavoro si sono quindi incontrati con cadenza quindicinale fino al mese di ottobre
2010, attivando anche momenti di incontro in micro-gruppi di lavoro per approfondire ambiti specifici,
raccogliere documentazione ed elementi a supporto ed elaborare proposte peculiari di intervento.
Ad ogni Gruppo di lavoro è stata consegnata una documentazione specifica dell'Area, in termini di
informazioni su unità di offerta del territorio, di sintesi delle azioni realizzate con il piano di zona precedente;
è stata anche prodotta la documentazione completa dell’analisi dei bisogni emersa dall’elaborazione della “
Scheda per l’analisi dei bisogni e delle priorità di intervento” in modo che tutti avessero quanto emerso in
tutte le Aree oggetto del Piano.
I Tavoli hanno quindi:
- approfondito ed individuato, sulla base di competenze ed interessi differenti fra loro, i bisogni e le priorità
di bisogno, distinguendo fra quelli rispondenti ad una realtà consolidata e quelli espressione di una
fragilità emergente, riferiti ad un particolare target di popolazione;
- sono state individuate le politiche sociali e socio sanitarie verso le quali tendere in coerenza con le
indicazioni regionali riferite alle singole Aree di intervento
- definito le azioni, i soggetti responsabili ed erogatori, identificate le eventuali co-progettazioni e
collaborazioni;
- proposto l’allocazione delle risorse;
Le linee progettuali così elaborate sono quindi state inserite nelle schede indicate dalla Regione
cominciando così a dar corpo al documento di Piano.
Ad approvazione del documento da parte della Regione del Veneto e per poter dar corso operativo
alla realizzazione delle singole progettualità i diversi soggetti coinvolti nella predisposizione delle linee
generali di progettazione, stenderanno una Scheda progetto di dettaglio comprensiva di: bisogno, politica
sociale e socio sanitaria di riferimento, obiettivi intermedi, risultato finale, durata del progetto, destinatari,
indicatori di risultato, budget previsto, fonti di finanziamento.
Tutte le fasi di lavoro sono state condotte con grande attenzione vista l’attuale disponibilità di risorse e
questa consapevolezza ha spinto tutti a ragionare in particolare sull’appropriatezza dei progetti e delle
azioni. Pertanto ciò ha indotto a focalizzare l’attenzione su quelle proposte che richiedevano azioni di
confronto, collaborazione, protocolli in vista di un miglioramento “di sistema”; il presente Piano di zona è
infatti molto orientato al mantenimento dell’esistente e all’ottimizzazione degli attuali servizi e/o progetti per i
quali sono attivabili prevalentemente azioni di sistema.
La partecipazione ai Tavoli di Area è stata costante e intensa; ha visto coinvolte circa una ventina di
persone per singolo Tavolo e per tutta la durata dei 4 mesi di lavoro. I Tavoli si sono anche articolati in
sottogruppi per meglio approfondire e mettere a fuoco ambiti di intervento specifici. I sottogruppi hanno poi
restituito al Tavolo l'esito delle proprie riflessioni.
Durante gli incontri ogni conduttore/coordinatore ha raccolto, tramite schede predisposte, i bisogni del
territorio e le proposte in termini di mantenimento, potenziamento/riconversione, innovazione, individuando
anche le azioni per le quale era ipotizzata una condivisione/trasversalità con altre Aree di intervento del
Piano di zona. Le proposte sono state poi inviate all'Ufficio di Piano che le ha organizzate e sistematizzate
per una prima restituzione al Gruppo di Coordinamento (GC).
Il Gruppo di Coordinamento (GC), in data 6 ottobre 2010, ha effettuato una prima valutazione
entrando nello specifico delle singole Aree di intervento; un’attenzione particolare è stata riservata a quegli
interventi che sotto la connotazione di “innovativi” e/o di “potenziamento” facevano riferimento al ricorso di
risorse aggiuntive, anche se contenute.
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1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
Quindi un'ultima restituzione ai Tavoli Tematici al fine di condividere le valutazioni effettuate in sede
di GC. prima del passaggio in Conferenza dei Sindaci per l’approvazione definitiva del documento.
Alcuni dati:
Schede di adesione inviate: tot. n. 240
Schede di adesione restituite: 90%
Schede “Scheda per l’analisi dei bisogni e delle priorità di intervento” inviate: tot. n. 240
Schede “Scheda per l’analisi dei bisogni e delle priorità di intervento” restituite: 90%
Persone aderenti ai diversi Tavoli Tematici : tot. n. 343
Persone che hanno concretamente partecipato ai lavori: tot. n. 191
Media componenti per Tavolo Tematico: tot. n. 20
Incontri complessivi effettuati fra tutti i Tavoli Tematici: n.59 (media n.2,5 ore ad incontro)
Media di incontri per singolo Tavolo Tematico: n. 6
Sottogruppi realizzati nei diversi Tavoli: n. 24 (media n.2 - 3 ore ad incontro)
Ore complessive utilizzate per i diversi incontri (compresi sottogruppi) dei Tavoli: n. 270
Totale Progetti presentati n. 110 di cui:
־
Progetti di Benessere n. 63; ־
Progetti di Sistema n. 47. Il presente Piano di zona 2011- 2015 fa riferimento ad una programmazione quinquennale che,
come tale, ha un carattere di più ampio respiro rispetto ai contenuti del precedente Piano di zona di durata
triennale. Fermo restando l’importanza strategica di tale prospettiva, si è ritenuto opportuno rinviare
l’esplicitazione delle azioni progettuali riferite agli anni 2012 e oltre, ad una ulteriore valutazione che sarà
effettuata nell'ultimo quadrimestre dell’anno precedente (anno 2011) anche alla luce delle più certe
disponibilità finanziarie.
Infine è stato effettuato il passaggio alla Conferenza dei Sindaci in data 23 novembre 2010 che ha
proceduto all’approvazione del Piano di zona 2011/2015, approvato altresì con provvedimento Aziendale n.
1501 del 29 novembre 2010 e inviato alla Regione del Veneto per il visto di congruità.
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1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
1.2 L’ATTIVAZIONE DEI PROCESSI PARTECIPATIVI
L’obiettivo che si propone il nuovo Piano di zona è dunque quello di consolidare e sviluppare il
benessere del territorio e della comunità, attraverso una programmazione integrata, partecipata e condivisa
da parte dei diversi Soggetti/Attori che si differenziano fra di loro per codici culturali, professionali e di
esperienze, ma che necessitano di essere sempre più ricompresi in un sistema integrato in grado di fornire
risposte sociali e sociosanitarie globali, unitarie e concertate.
Questa metodologia orientata alla partecipazione riveste ancor più carattere d’importanza se si tiene
conto del particolare periodo in cui viviamo nel quale occorre pensare a miglioramenti, in ordine qualitativo,
su un modello di welfare comunitario qualificando l’offerta dei servizi già esistenti. Ne consegue che lo
sviluppo di azioni “di sistema” per offrire al cittadino servizi adeguati ai suoi bisogni, favorisce lo sviluppo di
processi di attivazione della partecipazione/concertazione del territorio , accrescendone l’iniziativa e la
responsabilità.
In particolare, al fine di rispondere da subito alla sensibilità del territorio, elemento chiave anche in
questa nuova programmazione, si sono realizzati specifici incontri con il Coordinamento delle
Associazioni di Volontariato della Sinistra Piave al fine di condividere da subito gli elementi innovativi per
la predisposizione del documento Piano di zona e alcuni aspetti procedurali per l’individuazione delle
persone interessate ad una partecipazione attiva e costante per la formulazione dei contenuti del nuovo
Piano.
Gli incontri avvenuti in questa prima fase di avvio dei lavori hanno permesso di consolidare i rapporti
con il volontariato e l’associazionismo del territorio, ampliando la gamma dei Soggetti coinvolti rispetto al
precedente Piano, valorizzando il loro apporto di capacità e saperi esperienziali.
Ciò ha favorito la condivisione fin da subito del significato concreto della “partecipazione” ai Tavoli di
lavoro quale espressione di interazione fra diverse conoscenze e competenze, per sviluppare fra tutti i
partecipanti un senso di appartenenza nei confronti del percorso di partecipazione programmato.
Le indicazioni legislative degli ultimi anni e l'evoluzione del sistema di welfare vedono il Comune,
l'Ente più vicino al cittadino, assumere un ruolo sempre più centrale nella programmazione e gestione delle
tematiche sociali e socio sanitarie a livello locale. Il ruolo dei Referenti politici all'interno dei lavori di analisi e
programmazione è infatti determinante ed espressione di un modo di concepire la tutela del benessere
sociale non esclusivamente come un dovere delle istituzioni pubbliche, bensì come una realizzazione civica
della sussidiarietà orizzontale.
Alla luce di tale affermazione è stato realizzato un incontro preliminare con i Referenti politici delle
singole Aree di intervento al fine di individuare linee strategiche/”sfide” e modalità operative condivise;
dall’incontro è emersa anche l’opportunità di organizzare un incontro esterno rivolto alla comunità per
presentare le linee strategiche di mantenimento e/o sviluppo che la politica locale intendeva promuovere.
L’incontro di apertura ufficiale dei lavori per la predisposizione del nuovo piano di zona è
avvenuto l’11 maggio 2010. Questo appuntamento ha voluto essere un momento di riflessione circa il
lavoro effettuato in questi anni e, dall’altro, una occasione per condividere le nuove linee strategiche del
nuovo Piano volto allo sviluppo dei servizi socio sanitari territoriali per rispondere alle sempre nuove
esigenze della Comunità locale.
Nell’incontro si è cercato soprattutto una prima valutazione dei risultati ottenuti nel nostro territorio in
relazione a quanto avviene negli altri territori del Veneto. Oggi esistono ancora pochi dati consolidati, ma le
prime rilevazioni confermano una fotografia positiva della nostra realtà.
I Referenti politici di Piano hanno evidenziato in particolare:
• l’impatto che la Politica ha sulla salute e come la “Salute è politica”;
• come il Piano di zona sia uno strumento strategico di condivisione, generatore di trasversalità e di reti per
la promozione e il consolidamento delle dinamiche relazionali tra soggetti pubblici e del privato sociale,
verso lo sviluppo di forme di partenariato sempre più mature e concertate;
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1. Il processo di costruzione del Piano
Conferenza dei Sindaci
• il ruolo centrale e trasversale della famiglia, una famiglia che sta vivendo profonde trasformazioni;
• l’attenzione alle persone che versano in condizioni di estrema marginalità e a quelle famiglie che si
trovano a vivere situazioni di particolare e inaspettata fragilità (sociale ed economica);
• la necessità di dar seguito ad azioni già in essere che stanno dando e/o hanno dato esiti positivi o che
stanno evidenziando buone prassi trasferibili in altri territori (comunali e/o sovra comunali);
• l’importanza dell’informazione al cittadino, della divulgazione delle opportunità che il territorio offre e della
conoscenza delle modalità di accesso;
• l’evidenza del momento estremamente critico dal punto di vista economico che sta determinando evidenti
processi di cambiamento sociale e che incideranno anche sulla programmazione del nuovo Piano;
• la necessità di sviluppare azioni che tengano conto delle attuali risorse poco prevedibili/disponibili;
• l’inevitabile “riorganizzazione” delle risorse stesse, al fine di poter mantenere i livelli di qualità sino ad oggi
raggiunti;
• la necessità di uscire dalle dimensioni localistiche per costruire un sistema omogeneo definito per tutto il
territorio dell’Azienda Ulss 7;
All’incontro di apertura dei lavori del Piano di zona 2011/2015 erano presenti gli Attori Locali,
coinvolti nella programmazione, organizzazione e gestione del sistema integrato degli interventi socio
sanitari e sociali, in particolare: le Amministrazioni Comunali, le Cooperative sociali, le Associazioni di
Volontariato, le organizzazioni Sindacali, gli Enti di promozione sociale, le Fondazioni, il mondo della Scuola
e quello Ecclesiastico, le Associazioni Imprenditoriali, gli operatori Ulss.
La presenza è stata di oltre 250 persone.
Di lì a pochi giorni sono stati organizzati e attivati i Tavoli Tematici per ognuna delle 9 Aree di
intervento.
Al fine di rendere più trasparente ed efficace il processo partecipativo è stato importante chiarire i
diversi livelli di partecipazione promossi nei confronti degli attori della comunità distinguendo fra: azioni di
consultazione (per informare e raccogliere indicazioni e proposte) e di concertazione (per coinvolgere i
soggetti in un processo di confronto e di partecipazione attiva alle decisioni, in merito a politiche, priorità e
risorse).
La quasi totalità dei soggetti coinvolti, rispondendo al questionario sull’individuazione dei bisogni,
aveva manifestato l’interesse di essere presenti in termini concertativi e di condivisa responsabilità, elementi
base per la costituzione di quella rete sociale nella quale si realizzano le azioni del piano di zona.
Sono stati quindi i Tavoli a costituire la sede della programmazione partecipata e dell’elaborazione
del Piano di zona nell’ambito dei quali si è registrata una presenza costante, eterogenea e produttiva da
parte dei diversi rappresentanti. In particolare per l’elaborazione di questo nuovo Piano hanno avuto una
presenza costante e proficua i rappresentanti del mondo della scuola nell’ Area Infanzia/Minori, Giovani,
Disabilità ed Immigrazione/interculturalità, a differenza del precedente Piano dove la scuola aveva espresso
maggiore difficoltà a garantire la presenza.
Il piano di zona è stato anche l’occasione per gli Enti Locali, con i suoi amministratori e tecnici, di
lavorare insieme e creare sinergie per lo sviluppo di una politica che vada oltre il frazionamento comunale;
ciò rende senza dubbio più complessa la progettazione e a volte difficile la concertazione sia a livello tecnico
che politico, ma tale complessità ha rappresentato anche lo stimolo per riflessioni a più ampio respiro, che
vedono nella gestione associata di servizi e progetti una sperimentazione possibile.
La progettualità partecipata per la stesura del documento di Piano ha richiesto fatica, impegno ed
energie in particolare per i conduttori dei Tavoli di lavoro, Responsabili e Coordinatori che hanno ritenuto
necessario valorizzare le differenti competenze, sostenere la co-progettazione orizzontale tra gli attori
sociali motivati che si attivano e rappresentano il motore ideativo e operativo delle misure di benessere
ritenute necessarie o auspicabili per la comunità.
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2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
2. IL PROFILO DEL TERRITORIO
2.1 La struttura e la dinamica della popolazione
Il territorio dell’Azienda Ulss 7 si estende per 710,13 kmq, comprende 28 comuni ed è suddiviso in
due distretti socio sanitari, Nord e Sud. La popolazione ammonta, complessivamente al 31/12/2009 a
218.849 abitanti, con un aumento del 2,6% rispetto al 2005, più contenuto rispetto alla media regionale
(3,7%).
Popolazione totale
Fonte dati: ISTAT
2005 2006 2007 2008 2009
Totale Ulss 7 213.367 214.557 216.359 218.051 218.849
Distretto Nord
n. 100.012 100.213 101.024 101.599 101.602
% 46,9% 46,7% 46,7% 46,6% 46,4%
Distretto Sud
n. 113.355 114.344 115.335 116.452 117.247
% 53,1% 53,3% 53,3% 53,4% 53,6%
Circa il 54% della popolazione risiede nel Distretto Sud, territorio che ha registrato negli ultimi cinque
anni complessivamente un incremento demografico pari al +3,4%. La crescita più consistente si è avuta nei
comuni della cintura coneglianese (Santa Lucia di Piave, Mareno di Piave, San Vendemiano, San Fior e San
Pietro di Feletto), mentre i territori più decentrati (Orsago, Gaiarine, Godega e Codognè) e il comune di
Conegliano hanno mantenuto una popolazione stabile. Per quanto riguarda il Distretto Nord l'aumento della
popolazione è decisamente più contenuto (complessivamente +1,6%), ma con situazioni piuttosto differenti: i
comuni di Miane e Tarzo hanno riportato nell'ultimo quinquennio una perdita di popolazione (rispettivamente
di -2,3% e -1%), mentre Farra di Soligo e Revine Lago hanno aumentato la loro popolazione del 5,1% e
4,5% (vedi Allegato 1 - Tab. 1).
L’aumento di popolazione continua a derivare soprattutto dall’apporto di popolazione straniera: il
tasso migratorio estero, seppure in calo rispetto al 2007 (9,7 per 1000 abitanti) e al 2008 (8,8 per 1000
abitanti), rimane elevato anche nel 2009 (5,2 per 1000 abitanti), mentre continua ad essere negativo il tasso
migratorio interno (-1,5 per 1000 abitanti), segno di una tendenza della popolazione a spostarsi verso altri
territori (vedi Allegato 1 - Tab. 5).
Anche nel territorio dell'Ulss 7 è in atto un progressivo invecchiamento della popolazione: così come
a livello regionale, la percentuale di ultrassessantacinquenni è in costante aumento e ha raggiunto, nel 2009,
il 20,8% (era il 20,1% nel 2005), con circa la metà che ha superato i 75 anni.
Parallelamente, però, si registra, grazie al contributo della popolazione immigrata a fecondità più elevata,
anche un aumento dei minori di 14 anni che sono, nel 2009 il 14,4% della popolazione totale (14,2% la
media regionale), con una crescita di quasi il 6% rispetto al 2005.
Popolazione 0-14 anni Popolazione 15-64 anni Popolazione > 64 anni
2005 2009 2005 2009 2005 2009
n. % n. % n. % n. % n. % n. %
Distretto Nord 13.944 13,9% 14.413 14,2% 65.411 65,4% 65.621 64,6% 20.657 20,7% 21.568 21,2%
Distretto Sud 15.721 13,9% 17.010 14,5% 75.361 66,5% 76.245 65,0% 22.273 19,6% 23.992 20,5%
Totale Ulss 7 29.665 13,9% 31.423 14,4% 140.772 66,0% 141.866 64,8% 42.930 20,1% 45.560 20,8%
Veneto 657.917 13,9% 697.564 14,2% 3.171.460 66,9% 3.239.148 65,9% 908.936 19,2% 975.726 19,9%
13

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
Tale andamento è bene rappresentato dall’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione anziana e
la popolazione con meno di 15 anni) che, a differenza di quanto avvenuto complessivamente a livello
regionale, è diminuito tra il 2005 e il 2008 per poi subire un incremento tra il 2008 e il 2009, proprio in
corrispondenza del calo dell’apporto di popolazione straniera.
Indice di vecchiaia
Indice di dipendenza
giovani
Indice di dipendenza
anziani
2005 2009 2005 2009 2005 2009
Distretto Nord 148,1 149,6 21,3 22,0 31,6 32,9
Distretto Sud 141,7 141,0 20,9 22,3 29,6 31,5
Totale Ulss 7 144,7 145,0 21,1 22,1 30,5 32,1
Veneto 138,2 139,9 20,7 21,5 28,7 30,1
E’ da segnalare, inoltre, l’aumento (+24,6% in termini assoluti tra il 2005 e il 2009) degli anziani tra
gli 80 e gli 89 anni che rappresentano il 5,5% della popolazione (erano il 4,5% nel 2005) e la diminuzione dei
giovani adulti (tra i 20 e i 34 anni), passati da 40.807 (19,1% della popolazione complessiva) nel 2005 a
36.897 (16,9% della popolazione) nel 2009 (vedi Allegato 1 – Tab. 2).
La popolazione straniera
La popolazione immigrata ammonta al 31/12/2009 a 25.759 unità, pari all’11,8% del totale dei
residenti (meno del 10% la media regionale) con uno straniero su quattro che ha tra i 30 e i 39 anni e uno su
10 che ha meno di quattro anni (pari al 24% della popolazione), segno della presenza di molte famiglie
giovani con figli piccoli. Complessivamente, una persona su cinque con meno di quarant'anni residente nel
territorio dell’Ulss 7 è straniera.
Popolazione straniera
% popolazione
straniera
% minori
stranieri
Fonte dati: elaborazioni su dati ISTAT
2005 2006 2007 2008 2009
Totale Ulss 7 19.370 20.584 22.876 24.888 25.759
Distretto Nord 9.177 9.493 10.436 11.185 11.436
Distretto Sud 10.193 11.091 12.440 13.703 14.323
Totale Ulss 7 9,1% 9,6% 10,6% 11,4% 11,8%
Distretto Nord 9,2% 9,5% 10,3% 11,0% 11,3%
Distretto Sud 9,0% 9,7% 10,8% 11,8% 12,2%
Veneto 6,8% 7,3% 8,4% 9,3% 9,8%
Totale Ulss 7 14,1% 15,4% 16,7% 18,0% 18,2%
Distretto Nord 14,6% 15,5% 16,7% 17,6% 17,8%
Distretto Sud 13,7% 15,3% 16,7% 18,4% 18,6%
Veneto 9,8% 10,9% 12,1% 13,4% 14,1%
I Comuni che hanno avuto una crescita più significativa, in termini assoluti, della popolazione
straniera sono quelli del distretto Sud (+40,5% tra il 2005 e il 2009), in particolare San Vendemiano,
Conegliano, Santa Lucia di Piave, Codognè e Susegana, mentre più contenuto è stato l’incremento nel
Distretto Nord (+24,6%).
Le nazionalità presenti sono ben 115: Il 55% della popolazione straniera proviene da paesi
dell’Europa, mentre il 26% da paesi africani. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono la marocchina
(13,2%), macedone (12,6%), albanese (12,2%) e rumena (10,6%). Fra gli stranieri europei si nota un
sostanziale equilibrio fra maschi e femmine, con una netta predominanza di donne provenienti dall’Ucraina,
mentre gli Africani, (soprattutto i marocchini e i senegalesi), sono per la maggior parte uomini (62%). Gli
Asiatici rappresentano il 15% della popolazione straniera (con il 45% di Cinesi), mentre i Sud Americani il
14

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
3% (con due su tre che sono donne). Rispetto al 2005, si può osservare un netto incremento degli stranieri
provenienti dalla Romania (passati da 1.360 a 2.736), dall’Ucraina, dalla Moldova e dalla Cina (da 940 a
1.714).
I minori stranieri che sono 6.800 (26,3% sul totale degli stranieri), costituiscono il 18,2% dei minori
totalmente residenti, con punte di oltre il 26% nei comuni di Pieve di Soligo e di Susegana (vedi Allegato 1 –
Tab. 7-10).
Tendenze territoriali
Andando ad esaminare maggiormente nel dettaglio il territorio si possono notare alcune significative
differenze. I comuni di Farra e Pieve di Soligo, Moriago e Sernaglia della Battaglia, Susegana e Vazzola si
distinguono per avere una popolazione mediamente molto giovane, con tassi di natalità superiori alla media
del territorio, caratteristiche determinate soprattutto dal deciso apporto di popolazione straniera (la quota di
popolazione straniera va dal 13,1% di Sernaglia della Battaglia al 17,2% di Susegana). In questi comuni la
crescita demografica è data soprattutto da saldi migratori esteri e da saldi naturali positivi, mentre, con
l’eccezione di Farra di Soligo e Vazzola, si hanno saldi migratori interni negativi.
Altri comuni che presentano una popolazione giovane sono Mareno di Piave, Cordignano, Santa
Lucia di Piave, San Vendemiano e San Fior: questi comuni, ad eccezione di Cordignano, sono quelli in cui
maggiore è stata la crescita demografica negli ultimi cinque anni, crescita dovuta all’apporto di popolazione
straniera, ma soprattutto ad una decisa immigrazione da altri comuni.
Al contrario, i territori che presentano una popolazione più anziana sono Cappella Maggiore, Cison
di Valmarino, Conegliano, Gaiarine, Godega di Sant’Urbano, Miane, Tarzo e Vittorio Veneto con valori
dell’indice di vecchiaia superiori a 150 anziani ogni 100 giovani con meno di 15 anni e con percentuali di
ultrassessantacinquenni che superano il 22% della popolazione nel caso di Conegliano, Godega di
Sant’Urbano, Tarzo e Vittorio Veneto. All’interno di questo gruppo si distinguono i comuni di Cison di
Valmarino e di Miane per l’elevata presenza di stranieri (il 13% della popolazione complessiva e il 23% dei
minori) e, nel caso di Miane, per una significativa diminuzione della popolazione dovuta soprattutto
all’emigrazione verso altri comuni.
Tra i restanti comuni, che presentano caratteristiche demografiche più simili alla media del territorio,
emergono San Pietro di Feletto e Revine Lago che nell’ultimo quinquennio hanno avuto un aumento della
popolazione rispettivamente del 5,6% e del 4,5% con il comune di San Pietro di Feletto che, nel triennio
2007-2009 ha raggiunto il maggior tasso migratorio interno e che mantiene, insieme a Refrontolo, la minor
quota di popolazione straniera (circa il 4%).
E’ da segnalare, inoltre il comune di Fregona, l’unico che, tra il 2005 e il 2009 ha presentato un
deciso ringiovanimento della popolazione, con una diminuzione dell’indice di vecchiaia di oltre 20 punti
percentuali e una quota di popolazione con meno di 14 anni passata dal 12,6% al 14,1%.
Le strutture familiari
Le famiglie residenti sono, al 31/12/2009, 89.069: anche nel territorio dell’Ulss 7 si conferma la
tendenza tipica di questi ultimi anni ad un aumento del numero di famiglie e ad una corrispondente
diminuzione della loro dimensione.
N. famiglie
N. medio di
componenti per
famiglia
Fonte dati: elaborazioni su dati ISTAT
2005 2006 2007 2008 2009
Totale Ulss 7 85.525 85.779 87.596 88.155 89.069
Distretto Nord 40.076 39.458 40.905 41.420 41.744
Distretto Sud 45.449 46.321 46.691 46.735 47.325
Totale Ulss 7 2,47 2,45 2,45 2,45 2,44
Distretto Nord 2,47 2,46 2,44 2,43 2,41
Distretto Sud 2,48 2,45 2,45 2,47 2,46
Veneto 2,49 2,47 2,46 2,44 2,43
15

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
Da una rilevazione effettuata presso le anagrafi comunali 1 , è risultato che il 30,7% delle famiglie è
composto da una sola persona, il 27,3% da due persone, il 20,1% da tre persone, il 16,2% da quattro
persone e il 5,8% da più di 4 componenti.
Tra le famiglie con almeno un componente straniero si ha una maggior quota di famiglie unipersonali
(36%) e di famiglie composte da almeno quattro persone (33,8% contro il 22% del totale). Tra le famiglie
composte da almeno due persone, le coppie con figli minori risultano essere il 30,5%, mentre le famiglie
monogenitoriali con figli minori il 4,3%.
Complessivamente il 12% delle persone residenti e il 14% degli stranieri vive sola, mentre, tra la
popolazione anziana, la percentuale sale al 27% per gli ultrassessantacinquenni e a oltre il 39% per gli
ultrasettantacinquenni.
Famiglie per numero di componenti
4,0% 1,8%
1 componente
16,2%
30,7% 2 componenti
3 componenti
Totale famiglie con almeno due
componenti
4 componenti
20,1%
27,3%
5 componenti
6 o più componenti
coppie con figli
minori
30,5%
famiglie
monogenitoriali
4,3%
40%
% persone che vivono sole
30%
20%
10%
0%
39,2%
27,4%
12,6% 13,6%
Totale Stranieri > 64 > 74
Fonte: indagine su anagrafi comunali – anno 2010
1 E’ stata inviata a maggio 2010 a tutte le anagrafi comunali una scheda di rilevazione nella quale si richiedevano il numero di famiglie
composte da uno, due, tre, quattro, cinque, sei o più componenti (totale e con almeno uno straniero), il numero di famiglie composte da
una sola persona con più di 64 e con più di 74 anni, il numero di coppie con figli minori e il numero di famiglie monogenitoriali con figlie
minori. Hanno risposto 21 Comuni (75,1% della popolazione), alcuni restituendo la scheda compilata completamente, altri parzialmente.
E’ risultato, infatti, impossibile, per molti Comuni piccoli, reperire l’informazione sul numero di coppie con figli minori e sul numero di
famiglie monogenitoriali.
16

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
La popolazione scolastica
L’aumento della popolazione nelle fasce giovanili, a causa principalmente dell’apporto della
popolazione straniera, si traduce in una significativa crescita della popolazione scolastica (+4,1%, rispetto al
2006, +3,7% la media regionale) e ad una corrispondente crescita degli alunni stranieri (+25%), inferiore
però a quanto registrato in Veneto (+34%). La scuola secondaria di I grado è quella che ha maggiormente
incrementato il numero di alunni: passando dai 5.946 dell’a.s. 2006/2007 ai 6.606 dell’a.s. 2009/2010, con
un incremento dell’11%.
a.s. 2006/2007
a.s. 2009/2010
Infanzia
Primaria
Secondaria
I grado
Secondaria
II grado
Totale
n. scuole 81 77 33 26 217
n. alunni 5.815 10.489 5.946 8.832 31.082
n. alunni stranieri 585 1.590 910 653 3.742
% alunni stranieri 10,1% 15,2% 15,3% 7,4% 12,0%
n. scuole 82 78 30 27 218
n. alunni 5.901 10.777 6.606 9.064 32.348
n. alunni stranieri 855 1.818 1.072 930 4.675
di cui nati all’estero 98 765 851 883 2.597
% alunni stranieri 14,5% 16,9% 16,2% 10,3% 14,5%
Fonte: Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e FISM
Nell’anno scolastico 2009/2010 oltre il 14,5% (11,2% la media regionale) degli studenti era straniero, con
picchi di oltre il 16% per quanto riguarda la scuola primaria e la scuola secondaria di I grado. Vista l’elevata
quota di bambini stranieri nella fascia d’età 0-4 anni e il maggiore tasso di natalità che si rileva fra gli stranieri
(circa un bambino su quattro nato nel 2009 è straniero), è verosimile pensare che le percentuali di studenti
stranieri siano destinate a crescere ulteriormente nei prossimi anni.
17

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
2.2 Elementi socio-economici
Il contesto economico
La Recessione economica, iniziata nella seconda metà del 2008, ha comportato anche per l’economia
veneta e quella trevigiana un 2009 di crisi. Pesa soprattutto il crollo delle esportazioni che in provincia di
Treviso registra una flessione del 21%; i macchinari industriali che sono la prima voce dell’export trevigiano
hanno subito un calo delle esportazioni del 26% (-480 milioni); segue l’arredo con il -19% (-274 milioni) e le
calzature con il -11% (-103 milioni).
La crisi ha avuto conseguenze anche sul reddito prodotto pro capite: i dati del 2009 indicano per Treviso un
valore pari a 27.381 euro (38° posto delle province italiane) contro i 30.101 euro del 2008 (19° posto delle
province italiane).
Le famiglie hanno una minor propensione al risparmio spiegata in parte dalla difficile situazione del mercato
del lavoro che sta obbligando le famiglie a ridurre i depositi. I depositi bancari delle famiglie nella provincia di
Treviso passano dal +10,2% del 2008 al +8,2% nel 2009. Per contro crescono i prestiti alle famiglie che
mettono a segno un +4,2% nel 2009 contro il +3,1% del Veneto.
Le imprese e il tessuto imprenditoriale
Le imprese attive al 31.12.2009 nel territorio dell’Azienda Ulss 7 (tav.1 e 2) sono 21.229. La quota più
importante di perdite riguarda il settore del manifatturiero con 120 imprese in meno (-3%) per un totale
complessivo di 3.330 imprese attive; in particolare la carpenteria metallica registra il -5% (41 imprese in
meno); il legno arredo il -6% (55 imprese in meno); il sistema moda il -4% (11 imprese in meno).
Le costruzioni, che nel 2009 sono pari a 3.068 unità, sono il secondo comparto maggiormente esposto alla
contrazione del numero di imprese con una perdita di 92 unità rispetto al 2008 (pari al -3%).
Il commercio con 4.652 imprese si mantiene pressoché stabile, mentre crescono dell’1% le attività
immobiliari e i servizi alle imprese con +27 unità, i pubblici esercizi con +10 unità e i servizi alla persona con
+8 unità.
Le imprese artigiane presenti nel territorio dell’Azienda Ulss 7 sono il 30,7% del totale delle imprese attive
pari a 6.508 imprese; rispetto al 2008 si è avuta una perdita di 181 imprese (-3%).
Gli imprenditori attivi (tav.3) che operano nel territorio sono poco più di 35 mila (1,5% in meno rispetto al
2008). Gli imprenditori stranieri (tav.4) sono circa 3 mila, pari al 28% degli imprenditori stranieri di tutta la
provincia. In particolare, degli imprenditori stranieri della provincia di Treviso, il 54% degli imprenditori
macedoni e il 30% di quelli marocchini risiedono nel territorio dei comuni dell’Ulss 7: i macedoni sono
concentrati per lo più nei comuni di Sernaglia della Battaglia, Susegana, Vittorio Veneto, Conegliano, Pieve
di Soligo e Miane; i marocchini per lo più nei comuni di Vittorio Veneto, Sernaglia della Battaglia e Farra di
Soligo. In misura minore sono presenti i cinesi nei comuni di Conegliano, Susegana e Vittorio Veneto, gli
albanesi nei comuni di Conegliano e Vittorio Veneto e i serbi nei comuni di Susegana, Conegliano e Santa
Lucia di Piave. Da rilevare nei Comuni di Conegliano e Vazzola la concentrazione di imprenditori senegalesi
e nel comune di Pieve di Soligo la concentrazione di imprenditori bengalesi.
Dalla correlazione tra settori e nazionalità degli imprenditori emerge che:
• nel settore delle costruzioni è forte la presenza dei Paesi dell’Est Europa (Serbia Montenegro,
Macedonia, Romania e Albania);
• nel commercio prevalgono i Paesi Africani e Asiatici (Marocco, Bangladesh, Senegal);
• nel manifatturiero, soprattutto nell’industria dell’abbigliamento dominano i cinesi;
• nei trasporti e comunicazioni prevalgono gli imprenditori marocchini
Il mercato del lavoro
Nel 2009 gli occupati2 in provincia di Treviso risultano essere 376 mila, in calo del 6% (23 mila unità) rispetto
al 2008; la caduta dei livelli occupazionali in provincia di Treviso risulta essere superiore a quella veneta (-
2% per un totale di -47 mila unità).
Indagine campionaria relativa alla Rilevazione continua sulle forze di lavoro (Rcfl) condotta dall’Istat. La Rfcl, in quanto fonte ufficiale,
è l’unica a garantire una misura dei principali indicatori occupazionali secondo standard rigorosi e condivisi a livello internazionale. A
fronte di questi vantaggi vi sono comunque dei limiti (limitata rappresentatività in riferimento alle scale territoriali minori) connessi alla
natura stessa della rilevazione campionaria.
18

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
La contrazione dei posti di lavoro ha avuto riflessi negativi sul tasso di occupazione e di disoccupazione.
Nella provincia di Treviso il tasso di disoccupazione passa dal 3,4% nel 2008 al 4,7% nel 2009 (4,8% in
Veneto) a discapito soprattutto delle donne che registrano un tasso di disoccupazione del 7,3% contro quello
degli uomini pari al 3,0%.
Altra fonte di informazione per quanto concerne la disoccupazione è rappresentata dal flusso delle
disponibilità raccolto presso i Centri per l’impiego (Cpi).
In provincia di Treviso, gli individui che nel corso del 2009 hanno rilasciato la propria dichiarazione di
disponibililità al lavoro sono stati oltre 24 mila (+34% rispetto al 2008). La crescita ha riguardato in maniera
assai consistente la componente maschile, che quantitativamente ha superato leggermente quella
femminile. Conegliano e Vittorio Veneto individuano i territori maggiormente interessati dall’incremento dei
disponibili. Tuttavia, non tutti gli ingressi in disoccupazione amministrativa sono destinati a dar luogo ad una
duratura mancanza di occasioni di impiego. Anzi, già nel corso dello stesso anno nel quale hanno rilasciato
la disponibilità al Cpi oltre un terzo dei soggetti ha sperimentato occasioni di lavoro dipendente.
Pur in presenza di una sicura contrazione occupazionale, il tessuto sociale fino a questo momento sembra
aver retto. Il sistema tradizionale degli ammortizzatori sociali (casse integrazioni, sussidi di disoccupazione e
di mobilità) è stato efficacemente sostenuto dall’introduzione di misure straordinarie di protezione che hanno
aiutato ad arginare gli effetti della ridotta richiesta di manodopera.
Tra le politiche passive uno degli strumenti più importanti di sostegno al reddito e tutela del lavoratore è
sicuramente dato dalla cassa integrazione 3 ; si tratta di una prestazione tesa a sostituire o integrare la
retribuzione dei lavoratori sospesi dal lavoro o a orario ridotto, con l’obiettivo di sollevare le imprese da una
situazione di momentanea difficoltà dai costi del lavoro della manodopera temporaneamente non utilizzata
garantendo al lavoratore di rimanere un dipendente dell’azienda.
Cassa integrazione guadagni, ingressi in lista di mobilità e aziende in crisi , gennaio-agosto 2009 e
gennaio-agosto 2010 – Provincia di Treviso
2009 2010
Ore autorizzate di CIG
Ordinaria 5.221.045 4.880.938
Straordinaria 1.804.622 11.776.215
Deroga 1.427.028 168.376
Totale 8.452.695 16.825.529
Lavoratori equivalenti in CIG
Ordinaria 4.746 4.437
Straordinaria 1.641 10.706
Deroga 1.297 153
Totale 7.684 15.296
Ingressi in mobilità
Collettivi (l.223/1991) 1.202 1.544
Individuali (l.236/1993) 3.375 3.219
Totale 4.577 4.763
Aziende in crisi
Numero 115 225
Lavoratori coinvolti 3.843 3.358
Fonte: Veneto Lavoro
10.000.000
8.000.000
6.000.000
4.000.000
2.000.000
0
Ore autorizzate per trattamento di
integrazione salariale
2005 2006 2007 2008 2009
Ordinaria Straordinaria Deroga
Nel 2009 le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni in provincia di Treviso secondo i dati INPS sono
risultate quasi 16 milioni, quasi 6 volte le ore autorizzate nel 2008 con un effettivo utilizzo da parte delle
imprese stimato attorno al 60%. Nei primi 8 mesi del 2010 le ore concesse come Cigs sfiorano i 12 milioni
contro il milione e 800 mila dello stesso periodo dell’anno precedente; inoltre sono più del doppio di quelle
3 CIGO - Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria: prestazione economica per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori che
vengono a trovarsi in precarie condizioni economiche a causa di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa (mancanza di
commesse, eventi metereologici,…)
CIGS - Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria: prestazione economica per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori al
fine di fronteggiare gravi situazioni di eccedenza occupazionale che potrebbero portare a licenziamenti di massa
CIGS in deroga: intervento di integrazione salariale a sostegno di imprese o lavoratori non destinatari della normativa sulla cassa
integrazione guadagni (ad es. i lavoratori di aziende artigiane, imprese del terziario, imprese cooperative, studi professionali)
19

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
concesse come Cigo. Traducendo le ore concesse in unità di lavoro equivalenti 4 si può valutare la crescita
del ricorso agli strumenti di integrazione salariale riferendola alle potenziali “teste”. Alle ore complessive
autorizzate nel 2008 corrispondevano quasi 1.700 lavoratori equivalenti; alle ore autorizzate nel 2009
corrispondevano oltre 9.600 lavoratori; nei primi 8 mesi 2009 oltre 7.600 lavoratori e nei primi 8 mesi 2010
circa 15.300 lavoratori.
Per quanto concerne la cassa integrazione in deroga nel 2009 le ore autorizzate hanno superato quelle della
cassa integrazione straordinaria coinvolgendo oltre 2 mila lavoratori; tuttavia valutando nel 2010 le ore
autorizzate sono notevolmente meno di quelle autorizzate nello stesso periodo del 2009.
I numeri dei lavoratori entrati nelle liste di mobilità sono invece un indicatore puntuale delle difficoltà
occupazionali: complessivamente, tra licenziamenti individuali e licenziamenti collettivi, nel corso del 2009 si
sono registrati in provincia di Treviso oltre 7 mila licenziamenti con contestuale inserimento nelle liste di
mobilità. Nel periodo gennaio-agosto 2010 il dato complessivo degli inserimenti in mobilità, pari ad oltre
4500, è risultato del tutto analogo a quello dell’anno precedente.
Inoltre sono 225 le crisi aperte in altrettante aziende nei primi otto mesi del 2010, un centinaio in più rispetto
allo stesso periodo dell’anno passato. La crisi, nella provincia di Treviso, coinvolge soprattutto aziende con
meno di 50 dipendenti e del settore metalmeccanico e del legno arredo.
4 I lavoratori equivalenti sono calcolati ipotizzando un orario di lavoro medio annuo di 1.650 ore; in tal modo si ottiene un riferimento
preciso del numero di lavoratori interessati ( a prescindere dalle ore effettive di sospensione) ma solo il numero (teorico) di lavoratori
sospesi integralmente (“a zero ore”). Va tenuto conto che le ore autorizzate mensilmente si dispiegano su periodi più lunghi e che perciò
il dato periodicizzato con cadenza inferiore all’anno può risultare fuorviante.
20

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
2.3 Analisi epidemiologica
Analisi di mortalità
I dati di mortalità permettono di fare una prima analisi relativamente allo stato di salute della popolazione
residente nei comuni dell’Azienda Ulss 7: le morti rappresentano la parte più visibile di molte patologie che
molto spesso determinano disabilità acute e croniche.
A livello di Azienda Ulss 7, se si considerano i tassi standardizzati di mortalità, nel biennio 2007-2008 la
mortalità maschile è diminuita di circa il 17% rispetto al biennio 1997-1998 e quella femminile è
diminuita del 9%; le donne a parità di struttura per età muoiono meno degli uomini.
Considerando i decessi avvenuti nel periodo 2006-2008 suddivisi per classi di età e sesso (graf. Lexis), il
divario tra maschi e femmine, dovuto ad una maggiore mortalità maschile, inizia dalla fascia di età 50-54 fino
alla classe 80-84 dove si concentra il maggior numero di decessi maschili e femminili. Tuttavia, le
donne presentano un altro picco di decessi nella fascia d’età 90-94 addirittura di entità leggermente
maggiore rispetto al picco 80-84. Nonostante non manchino gli uomini deceduti oltre i 90 anni, le donne sono
in numero quasi triplo rispetto agli uomini. Le differenze di mortalità tra i sessi sono più marcate proprio nelle
età più avanzate della vita, ovvero nelle generazioni più anziane, dove la diversità tra uomini e donne per
quanto riguarda l’adozione di stili di vita salutari è più evidente. L’abitudine al fumo, l’abuso di alcol sono
tipici di un stile di vita tipicamente maschile e questo è vero quanto più si considerano le generazioni più
anziane.
Curva di Lexis (decessi per classe di età) - Ulss 7 2006-2008
deceduti
700
650
600
550
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
2,5 7,5 12,5 17,5 22,5 27,5 32,5 37,5 42,5 47,5 52,5 57,5 62,5 67,5 72,5 77,5 82,5 87,5 92,5 97,5 102,5107,5
età (media della classe)
M
F
Dall’analisi del numero dei deceduti nel biennio 2007-2008 5 , emerge che anche la distribuzione delle
principali cause di morte per i maschi è diversa da quella delle femmine.
Per i maschi il 70% dei decessi è equidistribuito tra malattie del sistema circolatorio e tumori, mentre quasi il
50% delle donne muore per malattie del sistema circolatorio e il 26% per tumore. Per quanto riguarda sia il
sistema circolatorio che i tumori, il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione ha dato un forte
contributo dato che soprattutto nelle persone anziane si riscontrano queste cause di morte che portano
molto spesso a lunghe cronicità.
Infatti, nella fascia di età 75-89 anni il 39% degli uomini e il 50% delle donne muore per problemi
cardiovascolari, in particolare cardiopatie ischemiche coronariche ed infarto miocardico acuto. Segue poi il
32% dei maschi e il 25% delle femmine per tumori. Tra i maschi il 25% delle neoplasie riguarda i bronchipolmoni
e il 10% la prostata; nelle femmine l’11% riguarda la mammella e il 9% bronchi-polmoni e colon.
Nel 2007 è stata introdotta la X^ Revisione della Classificazione Internazionale delle malattie (ICDX). Il nuovo sistema di codifica non
ha influenza sul numero totale dei decessi, ma sul numero dei decessi attribuiti ad una specifica causa.
21

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
Proprio in questa fascia d’età si riscontrano anche i decessi conseguenti ai disturbi psichici e
comportamentali (demenza senile) e alle malattie degenerative del sistema nervoso (morbo di Parkinson
e morbo di Alzheimer).
Distribuzione delle cause di morte (codifica ICD X) – Ulss 7, 2007-2008
Tipi di tumori con maggiore incidenza sul totale dei tumori
MASCHI
Mal. del sitema
circolatorio
36%
Trachea, bronchi, polmone
Fegato
Pancreas
8%
8%
25%
Tumori
34%
Prostata
Tessuti linfatici
7%
7%
Altre cause
13%
Colon, retto, ano
Vescica
7%
4%
Mal.
dell'apparato
digerente
4%
Traumatismi ed
avvelenamenti
5%
Mal. del sistema
respiratorio
8%
19 Tipi di tumori con maggiore incidenza sul totale dei tumori
280
4
26
59
97
44
493
54
38
1
7
9
0
3
12
26
3
1.073
FEMMINE
Altro
13%
Mal. del sistema
nervoso
4%
Mal. del sitema
circolatorio
47%
Mal.del sistema
respiratorio
5%
Tumori
26%
Disturbi psichici
5%
Fonte: Elab. Ufficio Epidemiologico su Archivio Schede di Morte
Mammella
Tessuti linfatici
Colon, retto, ano
Trachea, bronchi, polmone
Considerando la mortalità in termini di anni di vita persi, si ricade nella popolazione che è deceduta prima
di compiere i 75 anni di età. Per gli uomini le cause principali sono dovute agli incidenti stradali, al tumore
al polmone, all’infarto miocardico acuto e ai suicidi; per le donne al tumore alla mammella.
Tuttavia, nell’arco di un decennio la prevenzione ha inciso positivamente dato che gli anni di vita persi per gli
incidenti stradali sono diminuiti di quasi 3 volte, quelli per il tumore al polmone sono quasi dimezzati e quelli
per infarto miocardico acuto sono diminuiti di oltre 1 volta e mezza. Rimangono critici gli anni di vita persi per
suicidio in quanto sono aumentati del 12% e con tendenza a coinvolgere sempre più persone delle fasce di
età più giovani.
Nella donna gli anni di vita persi per tumore alla mammella sono in lieve diminuzione; da sottolineare come i
decessi per tumore al polmone nelle donna nelle fasce d’età più giovani siano quasi uguali a quelli degli
uomini.
Stato di salute
1. Popolazione infantile
Le vaccinazioni costituiscono un potente strumento di prevenzione nel campo della Sanità Pubblica per
riuscire ad eliminare alcune delle malattie prevenibili.
La copertura vaccinale a 24 mesi, che rappresenta la quota di bambini vaccinati rispettando i tempi del
calendario vaccinale (tre dosi per la vaccinazione contro la poliomelite, la difterite, il tetano, la pertosse e
Pancreas
Stomaco
Ovaio
Fegato
8%
6%
6%
5%
15%
11%
11%
10%
22

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
l’epatite B; una dose per la vaccinazione contro il morbillo, la parotite, la rosolia, la varicella e il meningocco
C) è un indicatore dell’efficienza dei servizi nell’offerta delle vaccinazioni. Esso infatti esprime la
capacità organizzativa delle attività vaccinali, dalle modalità di invito alla vaccinazione, alla capacità di
recupero dei ritardatari, ai rapporti tra il servizio vaccinale e i Pediatri di Libera Scelta, al livello di
informazione della popolazione.
Nonostante la sospensione dell’obbligo vaccinale, si conferma il raggiungimento del 95% (soglia
prevista dal Piano Nazionale Vaccini) per poliomelite, difterite-tetano-pertosse, epatite B e Hib.
2. Adolescenti
L’indagine HBSC 6 condotta in oltre 6.700 giovani in età scolare di 11, 13 e 15 anni raccolti nelle scuole del
Veneto negli anni 2005-2006, ha messo in evidenza nell’azienda Ulss 7 che il 16% dei quindicenni
considerano il proprio stato di salute scadente e soffrono di due o più disturbi percepiti più di una volta alla
settimana il 46% degli undicenni, il 38% dei tredicenni e il 45% dei quindicenni. Ha provato a fumare
qualche volta il 20% dei tredicenni e il 59% dei quindicenni. Il 36% dei quindicenni consuma settimanalmente
alcolici. Per quanto riguarda l’assunzione di droghe nei giovani di 15 anni, il 23% dichiara di aver assunto
cannabis, il 13% medicinali, il 2% cocaina e l’1% colle solventi. Il 25% delle giovani quindicenni ha avuto
rapporti sessuali.
3. Adulti (18-69 anni)
Il sistema di sorveglianza PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) indaga sugli
aspetti relativi allo stato di salute, alle abitudini di vita, all’offerta e all’utilizzo di strumenti di prevenzione e
alla sicurezza stradale della popolazione di età compresa tra 18 e 69 anni.
Nell’Azienda Ulss 7, nel periodo aprile 2007- dicembre 2009 sono state fatte 764 interviste: il 70% degli
intervistati ha una percezione positiva sul proprio stato di salute; tuttavia emergono valori significativi su
alcuni comportamenti poco corretti ai fini della prevenzione di importanti patologie acute e croniche.
La salute e i comportamenti degli abitanti dell’Azienda Ulss 7 tra 18 e 69 anni, anni 2007-09
Popolazione con eccesso ponderale
Bevitori a rischio
Persone che riferiscono di essere ipercolesterolemiche
Fumatori
Sedentario
Persone che riferiscono di essere ipertese
Consumo di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno
Guida sotto l'effetto dell'alcol
Sintomi di depressione nelle ultime due settimane
Punteggio di rischio cardiovascolare
40,4%
36,4%
29,9%
23,0%
20,2%
18,7%
16,1%
14,5%
9,4%
3,8%
percezione positiva
della salute
(bene o molto bene)
69,5%
Effettuato un pap test preventivo ultimi 3 anni
92,8%
Effettuato una mammografia preventiva ultimi 2 anni (50-69 anni)
83,3%
Eseguito un test per la ricerca del sangue occulto fecale ultimi 2 anni (≥50 anni)
71,8%
Legenda:
• Eccesso ponderale: sovrappeso (BMI 25,0-29,9) e obeso (BMI≥30); BMI=peso/altezza
• Bevitori a rischio: bevitori fuori pasto e/o bevitori binge (consumo di almeno 1 volta al mese di 6 o più unità di bevanda alcolica in
un’unica occasione) e/o forti bevitori (più di 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini, più di 1 per le donne). L’unità di bevanda alcolica
corrisponde ad una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore
• Sedentario: non fa un lavoro pesante e non fa nessuna attività nel tempo libero
• Guida sotto effetto dell’alcol: aver guidato – nell’ultimo mese – entro un’ora dall’aver bevuto ≥ 2 unità di bevanda alcolica
6 Si è svolta su tutto il territorio veneto nel periodo 2005-2006; il campione finale è costituito da 240 scuole con 350 classi di giovani
frequentanti la prima e terza media inferiore e la seconda superiore
23

2. Il profilo del territorio
Conferenza dei Sindaci
Il 40% della popolazione risulta essere in sovrappeso/obesa, il 36% sono bevitori a rischio, il 30% sono
persone che riferiscono di essere ipercolesterolemiche, il 23% sono fumatori, il 20% sono sedentari, il
19% sono ipertese, il 16% consuma almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, il 15% guida sotto
l’effetto dell’alcol, il 9% ha manifestato sintomi di depressione nelle ultime due settimane.
Decisamente positiva l’adesione della popolazione agli screening oncologici: il 93% delle donne riferisce
di essersi sottoposta a pap test negli ultimi tre anni, l’83% delle donne di età 50-69 anni riferisce di aver
effettuato una mammografia preventiva negli ultimi due anni e il 72% della popolazione di 50 anni e più
riferisce di aver eseguito un test per la ricerca del sangue occulto fecale negli ultimi due anni.
4. Anziani (70 anni e più)
Lo stato di salute della popolazione anziana è condizionato dalla presenza di malattie cronico-degenerative
che caratterizzano in modo permanente le condizioni di salute e la qualità della vita della persona.
Dall’indagine condotta 7 in 16 comuni del territorio dell’Azienda Ulss 7 8 sulle condizioni di vita degli anziani
ultrasettantenni emerge che solamente il 12% riferisce di non avere malattie, mentre il 33% soffre di
cardiopatie e malattie circolatorie, il 24% di artrosi ed altre patologie ossee, il 14% di polipatologie;
una percentuale minore (5%) di malattie respiratorie e di diabete. Dal punto di vista psichico il 45% alterna
momenti di pessimismo e di ottimismo e il 13% è pessimista/depresso.
Le difficoltà fisiche riscontrate ogni giorno sono per lo più nel fare le scale (39%), nel chinarsi (37%), nel
camminare (30%) e nel fare il bagno/doccia (21%); difficoltà che naturalmente aumentano nei grandi anziani.
L’84% degli intervistati fa uso di farmaci.
Se in passato gli anziani potevano contare sulla presenza di numerosi figli e delle donne in casa che non
lavoravano, ora si sta assistendo ad un mutamento della rete familiare che è sempre meno in grado di
sostenere i bisogni delle persone anziane, specie se aggravati dai problemi di salute. Infatti il 64% degli
intervistati vive solo, il 23% con il coniuge e l’8% con uno dei figli; tuttavia quasi il 50% degli intervistati
dichiara che la famiglia è la prima a farsi carico dei loro problemi; il 21% riferisce che è il comune e il 9% le
associazioni di volontariato.
La rete familiare tiene ancora molto: l’89% sostiene di avere un rapporto con i parenti buono-molto buono; gli
ultra 85 enni in essa hanno un grande sostegno.
7 Progetto “La trama” , Zancan Formazione Srl - Padova
8 Comuni di Cappella Maggiore, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Godega di Sant’Urbano, Mareno di
Piave, Pieve di Soligo, San Fior, Santa Lucia di Piave, San Vendemiano, Sarmede, Sernaglia della Battaglia, Susegana, Vazzola
24

3. Le strategie di indirizzo che orientano
la programmazione del quinquennio
Conferenza dei Sindaci
3 LE STRATEGIE DI INDIRIZZO CHE ORIENTANO LA PROGRAMMAZIONE DEL
QUINQUENNIO
3.1 Le strategie socio sanitarie
Premesso che l’integrazione delle politiche, dei processi programmatori e delle prassi operative,
costituisce non solo un principio ma anche insieme uno strumento per la piena attuazione del sistema di
welfare a favore del cittadino, il presente Piano di zona si propone di favorire le seguenti direttrici
strategiche:
l' Attenzione alla Persona: al centro della pianificazione anche locale è la Persona in tutte le sue
dimensioni di vita, rispetto ai bisogni che esprime, alle potenzialità che possiede, ma anche rispetto
alla tutela e promozione dei diritti sociali di cui è portatrice;
l’ Integrazione sociosanitaria, al fine di migliorare e consolidare l’integrazione ai vari livelli,
istituzionale, gestionale, professionale, nell’ottica di una prospettiva unitaria nella programmazione
sociale e sanitaria per la promozione della tutela della salute; consolidare le modalità di lavoro
integrate, per la risposta ai bisogni assistenziali complessi, come attraverso l’utilizzo dello strumento
dell’Unità di Valutazione Multidimensionale per tutte le aree prioritarie di bisogno; sviluppare e
implementare il lavoro di rete per migliorare la qualità della vita delle persone, favorendo, con adeguati
strumenti, l’integrazione non solo tra azioni sociali e sanitarie, ma anche per ciò che concerne la
politica della casa, della formazione, e più in generale del lavoro.
La L.328/2000 ha affidato al Piano di zona il compito di promuovere ed assicurare l'integrazione socio
sanitaria, in coerenza oggi anche con gli obiettivi e le politiche identificate per ciascuna Area di
intervento dalla DGRV 2082/2010, provvedimento di indirizzo per la programmazione del documento
di Piano stesso. L'attenzione dedicata alla integrazione socio sanitaria non è tuttavia soltanto effetto
del dettato normativo nazionale e regionale, quanto la conseguenza della consapevolezza che
l'integrazione rappresenta un fattore fondamentale di qualificazione dell'offerta di servizi e prestazioni;
i Livelli essenziali delle prestazioni per i quali il Piano di zona assume un significato determinante,
per la loro definizione in termini di assistenza socio sanitaria e di quelli delle prestazioni sociali da
garantire in un dato territorio, al fine di garantire l'omogenea realizzazione e l'equa esigibilità dei diritti
di cittadinanza in campo sociale e sanitario, su tutto il territorio;.
Il Piano di zona è quindi chiamato a rispondere in termini generali ai principi e alle finalità indicate
dalla Legge 328/2000, dove si individuano i servizi essenziali che, coordinati con le priorità dei Piani
(nazionali e regionali), devono costituire per il piano di zona i punti di riferimento per offrire ai cittadini
un sistema sociale che sostenga e promuova le responsabilità e risponda, in prima istanza, ai bisogni
delle fasce fragili della popolazione, per garantire risposte adeguate ed efficaci ai bisogni/diritti delle
persone e delle famiglie, incentivando anche la domiciliarità per prevenire e ridurre
l’istituzionalizzazione delle persone con fragilità sociale. Rimane aperto il problema della definizione
dei LIVEAS a livello nazionale, strumento fondamentale per attuare le politiche di base in ambito
sociale. I dati ad oggi raccolti, come esito di servizi ed interventi realizzati sul territorio, possono
portare ad un confronto e ad una prima definizione di forme di livelli assistenziali più condivise.
l' Attenzione all'uso efficiente delle risorse: coniugare indicazioni regionali e disponibilità di risorse
risulta oggi un esercizio indispensabile quanto necessario data l'attuale situazione economica che
rende incerto il quadro previsionale di questo quinquennio di vigenza del Piano. Questa strategia
spinge, sempre più frequentemente, al confronto sui costi dei servizi erogati in ambito quantomeno
provinciale se non regionale e all’identificazione di forme di efficienza organizzativa volte ad eliminare
possibili sovrapposizioni di prestazioni o servizi erogati dai diversi soggetti della rete;
l’ Accesso unitario ai servizi e la Valutazione integrata dei bisogni: l’accesso alle prestazioni va
costantemente garantito, senza costringere le persone e le famiglie a percorsi tortuosi e per tentativi.
25

3. Le strategie di indirizzo che orientano
la programmazione del quinquennio
Conferenza dei Sindaci
Per migliorare l'equità di accesso al sistema integrato dei servizi è necessario perseguire
l'omogeneizzazione dei criteri di accesso alle prestazioni, favorendo punti unici di accesso ai servizi
sociali, sociosanitari e sanitari, con scelte zonali idonee a ottimizzare le risorse disponibili; la stessa
valutazione del bisogno sociale e sociosanitario va garantita in modo unitario dal Comune e
dall’Azienda Ulss, a livello distrettuale, tramite l’Unità valutativa multidimensionale distrettuale;
le Politiche per la Famiglia: alla famiglia viene riconosciuto ancora un ruolo prioritario, perché
custode del valore della vita unitamente al valore del “prendersi cura”, capace di erogare anche
prestazioni sociali. La famiglia quale prima cellula della società, prima istanza per l’attività anche
assistenziale, soggetto attivo del sistema integrato di interventi.
La famiglia è destinataria e soggetto di politiche sociali, doppia valenza, che chiede al Piano di zona
azioni finalizzate per sostenere le responsabilità educative e i carichi di cura delle famiglie, il sostegno
alle situazioni di crisi e di conflittualità, il contrasto alla povertà familiare, l’aiuto reciproco tra famiglie;
l’ Attenzione alla politiche di prevenzione sociale: i fenomeni sociali emergenti interrogano i
soggetti istituzionali e sociali sulla loro capacità di attivare interventi, progetti, azioni volti a prevenire le
nuove forme di disagio operando preventivamente sulle cause che possono determinare il malessere.
La famiglia, gli adolescenti, i giovani e la comunità diventano pertanto soggetti sui quali porre
l’attenzione per identificare anche forme nuove di intervento da parte dei servizi e delle politiche
territoriali, ma anche attori nella definizione dei bisogni e delle risposte sostenibili e partecipi;
l’ Ambito dell’integrazione gestionale: accanto alle funzioni obbligatorie delegate, viene ribadita la
necessità di continuare nella delega di funzioni facoltative, volte a migliorare e garantire la gestione
unitaria degli interventi, la omogenea risposta territoriale, la più efficiente modalità economica e
gestionale. Nel presente Piano vengono confermate le seguenti deleghe:
- Modulo Operativo Minori Unificato;
- Residenzialità disabili;
- Trasporto minori con disabilità all’Istituto “La Nostra Famiglia” di Conegliano
- Residenzialità salute mentale;
- Operativa di Comunità;
- Progetti dell’Area Immigrazione/Interculturalità;
- Contributi ad Associazioni;
Al fine di sostenere le succitate linee strategiche , con il presente Piano di zona 2011/2015 si
promuovono le seguenti modalità operative:
־
diffondere nel tessuto sociale sensibilità, conoscenza e competenze promuovendo risorse di solidarietà tra i diversi Soggetti coinvolti nel “governo” del sociale;
consolidare, attraverso intese progettuali, co-progettazioni e concertazioni “operative”, i rapporti
istituzionali fra Comuni, Azienda Ulss, Scuola, Terzo Settore, al fine di creare saldature e occasioni di
coordinamento di sviluppo dell'offerta, investendo su obiettivi di mantenimento e potenziamento
dell'organizzazione e di governo dei processi (attivazione di Reti, sperimentazioni e buone prassi);
responsabilizzare i cittadini affinché le loro azioni siano finalizzate a promuovere il benessere nella
comunità locale;
qualificare la spesa con un impiego coerente delle risorse finanziarie e con l’adozione di procedure
efficienti di spesa e di controllo della stessa;
promuovere iniziative di formazione e altre azioni di sistema per consentire la crescita delle
competenze professionali delle risorse umane impegnate nella promozione e nell’attuazione delle
azioni di Piano.
־
־
־
־
26

3. Le strategie di indirizzo che orientano
la programmazione del quinquennio
Conferenza dei Sindaci
3.2 Gli obiettivi specifici del Piano di zona 2011/2015
In particolare con riferimento alle specifiche Aree tematiche il Piano di zona 2011/2015 avrà
particolare attenzione per i seguenti obiettivi prioritari:
• valorizzare il ruolo della famiglia quale prima aggregazione a livello sociale;
• valorizzare e sostenere le responsabilità familiari, le capacità genitoriali e il lavoro di care;
• rafforzare i diritti dei minori assicurandone l'esigibilità anche attraverso l'attivazione di servizi ed
iniziative all'interno di una progettazione di più ampie politiche del territorio;
• sostenere e favorire la permanenza al proprio domicilio delle persone non autosufficienti (persone
anziane e persone con disabilità);
• promuovere e sostenere gli interventi a contrasto delle diverse forme di esclusione sociale e
povertà;
• intervenire per lo sviluppo evolutivo di adolescenti e giovani, per il loro inserimento nella comunità
locale attraverso azioni di supporto educativo e di partecipazione alla vita della comunità;
• sostenere l’ attivazione di strategie di aggancio precoce nei contesti di socializzazione per giovani e
giovanissimi con problematiche di dipendenza;
• promuovere e favorire i processi di integrazione e di lotta allo stigma nei confronti delle persone con
disagio psichico;
• sostenere una vigile attenzione per tutti i momenti del ciclo della vita con particolare riferimento ai
percorsi di “fine vita”.
In questa logica di integrazione, il Piano di zona si raccorda con gli altri PAL dell’Azienda Ulss 7, quale
strumento di programmazione generale per l’attuazione degli obiettivi socio sanitari regionali in coerenza con
gli obiettivi di salute specifici definiti dalla Conferenza dei Sindaci.
il Piano contiene anche gli interventi previsti nel Programma Attuativo Locale delle Cure Primarie
(PALCP), condiviso tra le tre Aziende sociosanitarie n. 7, 8 e 9 della provincia di Treviso che prevede la
gestione integrata e lo sviluppo della continuità assistenziale. Fra gli obiettivi specifici l’attenzione a
particolari Aree di intervento e fra queste l’Area della fragilità e della Terminalità.
Il Piano diventa altresì occasione di programmazione sociale condivisa delle Amministrazioni Comunali
in quanto strumento necessario, non solo per una migliore conoscenza della nostra comunità, ma utile per
evidenziare i punti di forza e le criticità sulle quali lavorare per rendere concreto e condiviso “lo stare bene”
per il singolo cittadino, in particolare partendo dai soggetti più deboli.
Il Piano di zona, inteso come strumento dinamico, diventa sempre di più espressione di un nuovo modo
partecipato di fare politica sociale, garantendo risposte sociosanitarie globali, unitarie e concertate ai bisogni
dei singoli, delle famiglie, dei gruppi e quindi della comunità locale.
27

4. La pianificazione per singola area
Conferenza dei Sindaci
4. LA PIANIFICAZIONE PER SINGOLA AREA
Il percorso formativo avviato nel 2007 dalla Regione del Veneto, che ha visto il coinvolgimento di
tutti i Responsabili degli Uffici di Piano di zona (UdP) della Regione con l’obiettivo di superare la non
omogeneità dei vari Piani, è proseguito fino ad oggi producendo strumenti e metodologie condivise fra i
diversi operatori coinvolti, rispondendo alla necessità di avvicinare sempre più lo strumento “Piano di zona”
al processo di governo del sistema.
Il quadro del sistema dei servizi che si presenta è sicuramente più maturo col passare degli anni, pur
non essendo ancora esaustivo, in quanto i dati risentono ancora di imprecisioni dovute ad una non totale
omogeneità di rilevazione, ma raffigura sicuramente oggi la fotografia più completa della rete dei servizi
socio sanitari e sociali del territorio.
Nelle pagine che seguono vengono rappresentati, per ognuna delle Aree tematiche di intervento:
1. i Servizi/Unità di offerta/UDO, quali strutture sociali e socio sanitarie, a gestione pubblica e/o del
privato sociale, codificate nella L.R. n. 22/2002 (e successive integrazioni e/o modifiche);
2. gli Insiemi Complessi di Prestazioni (ICP), quali servizi/prestazioni consolidate, erogati da enti
pubblici, privati o dal privato sociale/Terzo settore che non rientrano nell’elenco della L.R. 22/2002, ma
nella classificazione CISIS/ISTAT (fra questi, per es.: il servizio sociale professionale, gli interventi
educativi, quelli per la domiciliarità o l’inserimento lavorativo, l’attività di prevenzione);
3. i Progetti, intesi come azioni innovative, o iniziative non di routine finalizzate al raggiungimento di
precisi risultati operativi in risposta a bisogni individuati (con specifici limiti di tempo e costo e che
possono coinvolgere più unità/ruoli organizzativi di funzioni diverse aggregate temporaneamente in un
team interfunzionale); i progetti si suddividono fra: progetti di “benessere”, quali azioni di salute che
rispondono ai bisogni dei cittadini; progetti di “sistema”, con azioni finalizzate a migliorare/consolidare il
sistema di offerta.
Servizi, prestazioni e progetti vengono descritti come:
• azioni di mantenimento, cioè interventi consolidati che si intende mantenere nel tempo;
• azioni di potenziamento o riconversione, cioè interventi già presenti nel territorio ma che si intende
potenziare o riconvertire;
• azioni innovative, cioè interventi nuovi che saranno attuati e sviluppati con il presente piano di zona.
L’offerta di servizi/interventi del territorio viene presentata suddivisa per singola Area tematica
evidenziandone le caratteristiche in termini di politiche sociali e socio sanitarie di riferimento, priorità di
bisogno, interventi e progettualità, soggetto responsabile e soggetti in co-progettazione, utenza e previsione
di risorse dedicate.
All’interno di ogni Area tematica, per ogni azione, sono stati indicati per l’anno 2011:
• l’ammontare complessivo delle risorse economiche per tipologia di intervento/azione
• il numero di posti (nel caso delle unità d’offerta) o degli utenti (nel caso degli Insiemi Complessi di
Prestazioni)
Per quanto riguarda le azioni di mantenimento ed in particolare le UDO e gli ICP, la previsione
delle risorse per l’anno 2011 è stata effettuata:
per i servizi/strutture dell’Azienda Ulss e per le restanti unità d’offerta, incrementando, mediamente, del
tasso di inflazione programmato per gli anni 2010 e 2011 (stima pari all’1,5% annuo) l’ammontare dei
finanziamenti dell’anno 2009. Tali valori sono stati in alcuni casi aggiustati sulla base della disponibilità di
informazioni più precise circa la programmazione di interventi specifici.
per i servizi a titolarità comunale, mantenendo costanti i dati di finanziamento complessivo disponibili per
l’anno 2009 e la corrispondente articolazione per fonte di finanziamento.
Con la dicitura “ISO RISORSE” si intende che le risorse necessarie per la realizzazione degli
interventi/azioni sono già considerate nell’attività istituzionale prevista all’interno dell’anno di riferimento.
29

4. La pianificazione per singola area
Conferenza dei Sindaci
I dati di utenza per l’anno 2011, per le azioni di mantenimento, sono stati ripresi dai dati di utenza
disponibili per l’anno 2009.
Gli interventi/azioni di seguito presentati all’interno delle specifiche Aree tematiche hanno una valenza
programmatoria quinquennale, anche se la più analitica pianificazione successiva al 2011 sarà
determinata a seguito di definizioni più certe in merito alle disponibilità finanziarie.
Servizi/prestazioni/progetti, attivati per la popolazione locale, costituiscono quindi la rete territoriale,
messa in campo da Amministrazioni comunali, Azienda Ulss 7 ed Enti istituzionali con la collaborazione,
anche in termini di gestione di servizi, di Cooperative Sociali e Associazioni di Volontariato.
Le Aree tematiche di intervento considerate sono le seguenti:
Famiglia, Infanzia/Minori, Adolescenza/Giovani
Persone Anziane
Persone con disabilità
Suddivisione in:
• Famiglia
• Infanzia/Minori
• Adolescenza/Giovani
•
Dipendenze
Salute Mentale
Marginalità e inclusione sociale
Immigrazione/Interculturalità
Trasversale
Alle Area tematiche di intervento, definite per ciclo di vita e per specificità prevalente, si affianca
l’ AREA TRASVERSALE quale insieme di interventi/progetti che vedono l’integrazione operativa e
funzionale fra le diverse Aree tematiche di Piano.
־
־
־
־
־
Ogni singola Area si articola in:
Profilo dell’area;
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di lavoro;
Bisogni prioritari;
Politiche sociali e socio-sanitarie;
Scelte operative/azioni suddivise fra:
- azioni di mantenimento
- azioni di potenziamento e riconversione
- azioni innovative
Il documento di Piano è inoltre integrato da una serie di Allegati, numerati in ordine cronologico che
riguardano elementi di dettaglio/approfondimento dei dati di sintesi e documenti pianificatori riferiti
all’Azienda Ulss 7 e ad interventi di Area Vasta.
30

Piano di Zona 2011-2015
Conferenza dei Sindaci
AREA FAMIGLIA
AREA INFANZIA/MINORI
AREA ADOLESCENZA/GIOVANI
31

Conferenza dei Sindaci
AREA FAMIGLIA
33

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
4.1 AREA FAMIGLIA - INFANZIA/MINORI - ADOLESCENZA/GIOVANI
4.1.1 Area Famiglia
Profilo dell’Area
Il Piano di Zona dei Servizi alla Persona e alla Comunità, attraverso l’Area Famiglia ha perseguito
l’obiettivo di costruire una cultura della famiglia attraverso il rinnovo del legame della stessa con la comunità
locale secondo una prospettiva che facesse emergere le opportunità concrete, i reciproci impegni per sostenerla,
le conseguenti responsabilità dei diversi attori sociali coinvolti. In particolare ha dato avvio ad un confronto fra gli
amministratori sulle politiche familiari già attive nel territorio ed ha delineato un documento condiviso fra gli attori
coinvolti: la famiglia, gli amministratori locali, la rete delle associazioni.
L’esplicita volontà di riconoscere il valore sociale della famiglia ha guidato il lavoro di questo quadriennio
attraverso lo sviluppo di due progetti, Un Patto per la famiglia e Attiva famiglia che hanno promosso le
seguenti azioni e raggiunti i seguenti obiettivi:
1. Un percorso formativo rivolto agli Assessori alle Politiche Familiari.
2. Un percorso formativo rivolto ai Rappresentanti dell’Associazionismo Familiare e del Volontariato della
Sinistra Piave. Per questo secondo progetto, a seguito delle criticità incontrate nella fase di avvio, si è
reso necessario ridefinire con i Rappresentanti Provinciali e Locali delle Associazioni di Volontariato gli
interlocutori attraverso i rappresentanti dell’Associazione Famiglie Rurali, Associazione Famiglie
Affidatarie e Associazione Famiglie Numerose.
3. Costituzione del Laboratorio interistituzionale, dove gli Assessori alle Politiche Familiari ed i
Rappresentanti dell’Associazionismo Familiare, si sono incontrati al fine di stendere il documento che
delinea la visione comune sulle politiche familiari sostenibili in questo territorio.
4. Partecipazione al Progetto Regionale “Contributi economici per Famiglie Numerose” in sinergia fra 19
Comuni del territorio dell’Ulss 7, con esito favorevole. L’importo complessivo del finanziamento
assegnato è pari a Euro 126.000, da distribuire secondo criteri co-costruiti e condivisi fra gli
Amministratori ed i rappresentanti dell’Associazionismo Familiare, presenti al Laboratorio. Al bando
Comunale hanno partecipato138 nuclei familiari e le spese che si stanno sostenendo riguardano i
consumi di luce, acqua, asporto rifiuti, riscaldamento, affitto, spese sanitarie e scolastiche.
5. Attivazione degli Sportelli Famiglia presso numerosi Comuni, con finalità di promozione e sostegno ai
nuclei familiari e alle giovani coppie.
6. Presentazione e condivisione del Patto per la Famiglia da parte della Conferenza dei Sindaci, quale
documento programmatico delle politiche familiari attive nel territorio dell’ULSS 7. Ad oggi 2
Amministrazioni Comunali hanno assunto il documento con Delibera Consigliare.
7. Adesione al Progetto regionale Sperimentale “Nido in Famiglia” attraverso l’attivazione di due percorsi di
formazione per Collaboratore Educativo che hanno coinvolto presso il Comune di Mareno di Piave 42
famiglie e 44 famiglie hanno dato l’adesione nel territorio del distretto nord.
I progetti Un patto per la Famiglia e Attiva Famiglia hanno richiesto un impegno significativo nelle
azioni di programmazione e di negoziazione fra tutti gli attori sociali coinvolti al fine di pervenire ad un piano
di lavoro condiviso ed attento alle diverse aspettative ad esso sottese, in quanto ha rappresentato un’area
nuova di sviluppo verso cui indirizzare risorse e investimenti. Se i processi di circuitazione fra l'azione
volontaria e gli interventi di politiche familiari rappresentano un modello per lavorare nella comunità locale e
costruire rapporti di fiducia, parallelamente lo sviluppo di un tessuto sociale attento alla famiglia ed alle sue
fragilità, necessita di un sistema di relazioni che la accompagnano nei diversi ruoli e funzioni. L’area Famiglia
si pone l’obiettivo di valorizzare la competenza relazionale interna alla famiglia stessa, capace di mettere in
rete le relazioni interne ed esterne come insieme complesso e di perseguire lo sviluppo della sussidiarietà e
della complementarietà, nell’ottica di promuovere un welfare di prossimità.
A fronte dell’esperienza maturata e dei risultati fin qui conseguiti, sembra opportuno sviluppare una
nuova progettualità che sia attenta alle potenzialità della famiglia riconoscendone il valore sociale, favorendo
35

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
il dialogo sviluppato fra gli attori sociali, promuovendo politiche familiari attive attraverso azioni
condivise e sviluppando progetti d’area declinati secondo le diverse esigenze e sensibilità delle comunità
locali.
Il territorio dell'Ulss 7 è composto da 28 Comuni di cui solo uno supera di poco i trentacinquemila
abitanti. Dal punto di vista economico-produttivo è caratterizzato da aziende di piccole-medie dimensioni
che, a causa della crisi economica, non riescono più ad offrire buone possibilità di lavoro; esso è inoltre
interessato da fenomeni migratori ragione per cui la sua popolazione è composta anche da persone
provenienti da altri paesi ed altre culture. Le famiglie che abitano sul territorio sembrano essere
caratterizzate da alcuni fattori principali:
• frammentazione e isolamento sociale della famiglia nella comunità locale. C’è un basso livello di
relazioni sociali significative nel territorio.
• le famiglie perlopiù vivono la propria dimensione famigliare in ambito privato, privilegiando di fatto le
relazioni interne alla famiglia stessa e quelle con le famiglie di origine a discapito di altre relazioni
(amicali, di vicinato, di prossimità). Tale tendenza porta talvolta le famiglie a trovarsi in situazioni di
isolamento sociale che può accentuarsi in quelle famiglie in cui appaiono altre difficoltà: per esempio
la perdita del lavoro di uno dei membri, bambini molto piccoli che richiedono un lavoro di cura, la
compresenza di mutui contratti in epoche diverse che diventano insoluti, la malattia e/o inabilità di
uno dei membri, uno o più anziani non autosufficienti ci cui farsi carico, famiglie interessate da
processi migratori.
• l'aumento delle famiglie disgregate in seguito a separazioni e a nuove ricomposizioni, famiglie
monogenitoriali, famiglie numerose.
• la difficoltà a conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro. Si è analizzato come i
cambiamenti in corso nel mondo del lavoro siano determinanti per le comunità locali e rappresentino
un sistema complesso da affrontare. In particolare si è posta l’attenzione su chi ha perso il lavoro e
sui giovani che lo cercano, in quanto le ripercussioni si avvertono in modo significativo sui sistemi
familiari
• la difficoltà dei genitori ad assumere atteggiamenti educativi autorevoli in generale ed in particolare
quelli che orientino anche alla responsabilità ed al rispetto delle regole. Particolare attenzione viene
data dal gruppo alla dimensione virtuale che è promossa dalle nuove tecnologie di comunicazione in
quanto porta con sè “un tranello virtuale” che distorce l’idea di relazionalità vissuta e mette in
difficoltà i ruoli genitoriali.
• famiglie che producono benessere, che fanno rete, che promuovono l’ascolto e l’autoaiuto, ma che
talvolta non dispongono di una rete di sostegno alla prossimità sostenuta.
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
In merito all’analisi dei bisogni effettuata si sono condivise la seguenti necessità: costruire una rete
fra le risorse esistenti intorno e per la famiglia al fine di dare evidenza alle azioni già in atto e spedibili per
permettere alla famiglia di andare verso una riappropriazione delle proprie competenze per fronteggiare e
risolvere le criticità incontrate. Il secondo elemento comune che emerge dalle analisi è la complessità che
caratterizza i sistemi sociali in cui la famiglia è inserita.
Per tali ragioni si è condivisa la necessità di individuare risposte che offrano un sostegno a favore dei
nuclei familiari maggiormente esposti/vulnerabili al rischio di povertà esperienziale, relazionale e materiale,
ma che rivestano anche una valenza educativa per favorire i processi di empowerment sia verso i singoli
individui sia verso i nuclei familiari.
Si ipotizza la possibilità di dare continuità alle azioni pianificate dal Piano di Zona, attraverso lo
sviluppo di un tessuto sociale comunitario che sostenga il capitale sociale familiare nella direzione di
Imparare a fronteggiare l’isolamento sociale e sostenere la ricerca di legami all’esterno della
famiglia. Questi legami sono necessari per affrontare il conflitto, la fragilità/vulnerabilità, per
sostenere l’impegno di crescita dei figli, di coppia, di adulti responsabili. Le relazioni sociali danno
alla famiglia stabilità, conoscenze, appartenenza, risorse e sono necessarie per assumere funzioni
di responsabilità/corresponsabilità sociale.
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4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
Restituire la competenza relazionale alle persone e alle famiglie. Siamo di fronte ad un
cambiamento dei modelli di aiuto che non sono più sostenibili per carenza di risorse. Per questo è
necessario aiutare la famiglia a diventare attiva, a trovare dentro di sé le risorse e ad uscire dal
contesto privato e individuale. Attraverso i bisogni concreti e le risposte che i Servizi danno, è
necessario che passi il concetto di responsabilità e corresponsabilità. La conoscenza dei Servizi è
un’area da sviluppare nel senso di promuovere dei circuiti virtuosi in modo da far arrivare
l’informazione nei momenti in cui serve.
Bisogni prioritari
1. Isolamento relazionale delle famiglie e difficoltà di integrazione sociale (Rischio di indebolimento del
capitale sociale familiare necessario per sviluppare azioni di sussidiarietà e complementarietà) (Bisogno
emergente).
2. Fragilità del ruolo educativo genitoriale e carenza di una responsabilità educativa diffusa nella comunità
locale (Bisogno emergente).
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 1:
1) Politiche sociali e socio-sanitarie
Isolamento relazionale delle
famiglie e difficoltà di
integrazione sociale (Rischio
di un indebolimento del
capitale sociale familiare
necessario per sviluppare
azioni di sussidiarietà).
1. Promozione della famiglia e dei servizi dedicati
1/A Incentivazione ad azioni coordinate per la promozione, attuazione e
programmazione di interventi a favore della famiglia
1/B Sviluppo delle collaborazioni ed integrazioni fra servizi afferenti a
sistemi sociali diversi finalizzate alla promozione della famiglia.
1/C Promozione di iniziative di informazione a favore della famiglia
Bisogni prioritario n° 2:
2) Politiche sociali e socio-sanitarie
Fragilità del ruolo educativo
genitoriale e carenza
responsabilità educativa
diffusa
2. Promozione e sostegno alla genitorialità
2/A Attivazione di processi di responsabilità educativa diffusa attraverso:
-valorizzazione delle funzioni genitoriali
-valorizzazione delle alleanze educative
-valorizzazione della solidarietà familiare
-incentivazione delle attività di collaborazione degli enti locali e del
privato sociale a favore delle famiglie.
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4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di MANTENIMENTO (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
(Gli Interventi/Azioni della tabella “Azioni di Mantenimento”, si riferiscono al complesso dell’Area Famiglia - Infanzia/Minori – Adolescenza/Giovani)
Interventi/Azioni
Comunità educativa per minori
Comunità familiare
Comunità educativa mamma-bambino
Comunità educativa diurna per
minori/adolescenti
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
- Fondazione Bernardi
- Associazione La Porta
- Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII
- Diocesi di Vittorio Veneto
- Fondazione Bernardi
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Garantire condizioni educative ed
2011 40 € 1.481.862,24
assistenziali a minori con famiglie
impossibilitate o incapaci di assolvere a
tale compito 2011 12 € 103.465,50
Garantire accoglienza a gestanti e madri
con bambino in condizioni di disagio
psicosociale o familiare
Garantire accoglienza diurna a minori con
situazioni familiari in situazione di disagio e
fragilità
2011 8 € 105.383,56
2011 8 € 74.384,40
Asilo nido
- Comuni
- Privato profit
2011 294 € 2.196.896,52
Centro Infanzia
Nido integrato
- Comune
- Privato profit
- Privato no profit
- Enti religiosi
- Enti religiosi
- Privato profit
1/A Incentivazione ad azioni coordinate per la
promozione, attuazione e programmazione
di interventi a favore della famiglia
2011 227 € 680.091,47
2011 328 € 1.327.652,69
Micronido e servizi < 30
- Comune
- Privato profit
2011 144 € 581.582,83
Nido aziendale
- Ulss 7
- Privato profit
2011 68 € 329.364,60
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4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Consultorio familiare
- Ulss 7
- Consultorio UCIPEM
Vittorio Veneto
- Centro per la famiglia
Conegliano
Garantire assistenza sanitaria, psicologica e sociale
all'individuo, alla coppia e alla famiglia; fornire
interventi specialistici in ambito ostetricoginecologico,
consulenze ed indagini per l'autorità
giudiziaria, consulenze in ambito di adozione, affido,
separazione e divorzio
2011 4.983 € 1.787.897,94
Servizio sociale professionale
- Comuni
- Ulss 7
Rispondere all’esigenza dei cittadini di informazione
e consulenza in merito a diritti, prestazioni, modalità
di accesso ai servizi, risorse disponibili nel territorio;
garantire l’unitarietà di accesso e la presa in carico
dei soggetti/famiglia con disagio
2011 1.799 € 272.104,20
Servizio per l’affidamento dei minori - Comuni 3/A Promozione e sostegno della genitorialità 2011 15 € 8.050,00
Sportelli sociali tematici (Informagiovani)
- Comuni
Promozione al benessere e sostegno a adolescenti e
giovani attraverso politiche ed interventi coordinati
2011 23.433 € 295.928,27
Attività di sostegno alla genitorialità - Comuni 3/A Promozione e sostegno della genitorialità 2011 510 € 28.565,80
Servizio di Neuropsichiatria/Età Evolutiva
e psicologia di età evolutiva
Attività di supporto per il reperimento di
alloggi
Altro intervento di accesso, consulenza e
presa in carico (Centri di ascolto e segretariato
sociale)
- Ulss 7
Assicurare interventi di prevenzione, diagnosi, cura
e riabilitazione dei disturbi dello sviluppo
neurologico, psicologico, del linguaggio e della
motricità a minori in età evolutiva
2011 2.169 € 2.312.985,68
- Comuni Promozione del benessere della famiglia 2011 116 € 3.997,89
- Comuni
Supporto all’inserimento lavorativo - Ulss 7
Sostegno socio-educativo territoriale e
domiciliare
- Comuni
Rispondere all’esigenza dei cittadini di informazione
e consulenza in merito a diritti, prestazioni, modalità
di accesso ai servizi, risorse disponibili nel territorio
5/F Promozione di politiche coordinate per favorire
l’autonomia dei giovani
Promozione degli interventi di integrazione sociale
e scolastica
2011 923 € 43.422,72
2011 12 € 19.703,26
2011 394 € 136.923,88
39

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Assistenza domiciliare socio-assistenziale - Comuni Promozione del benessere della famiglia 2011 30 € 25.555,41
Contributi economici ad integrazione del
reddito familiare
- Comuni 2011 71 € 41.073,76
Contributi economici per alloggio - Comuni 2011 263 € 234.358,41
Contributi economici per cure e
prestazioni sanitarie
- Comuni 2011 1 € 500,00
Buoni spesa o buoni pasto - Comuni 2011 2 € 900,00
Retta per asilo nido - Comuni
Garantire interventi di sostegno economico,
2011 75 € 75.012,15
Contributi economici per i servizi scolastici
differenziati a seconda della tipologia e delle
(agevolazioni mensa e trasporto scolastico, rette per
scuole materne…)
- Comuni modalità di assistenza fornita
2011 1.050 € 174.043,06
Rette per centri diurni - Comuni 2011 8 € 50.488,66
Rette per prestazioni residenziali - Comuni 2011 17 € 242.968,22
Trasferimenti per utenti che usufruiscono
di servizi semi-residenziali extra Ulss
- Comuni 2011 1 € 32.134,95
Trasferimenti per utenti che usufruiscono
di servizi residenziali extra Ulss
- Comuni
- Ulss 7
2011 16 € 578.830,73
40

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Contributi per l’affidamento familiare di
minori
Contributi per favorire interventi del terzo
settore
Altro sostegno economico
Attività di prevenzione (Operativa di comunità e
altre attività di prevenzione)
Attività di informazione e
sensibilizzazione: campagne informative
etc.
Attività ricreative di socializzazione, centri
di aggregazione/sociali
Attività ricreative di socializzazione, Centri
estivi o invernali (con pernottamento)
Attività ricreative di socializzazione, Centri
diurni estivi
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
- Comuni 2011 30 € 121.293,87
Garantire interventi di sostegno economico,
- Comuni differenziati a seconda della tipologia e delle 2011 - € 31.640,42
modalità di assistenza fornita
- Comuni
- Comuni
- Ulss 7
2011 73 € 57.691,37
2011 7.862 € 227.998,69
- Comuni 2011 1.816 € 124.675,96
- Comuni Promozione al benessere e sostegno a minori, 2011 6.611 € 266.118,49
adolescenti, giovani e famiglia attraverso
politiche ed interventi coordinati
- Comuni 2011 8 € 2.795,00
- Comuni 2011 4.375 € 315.938,10
Attività ricreative di socializzazione
- Comuni
2011 12.180 € 218.078,60
Altro - Comuni 2011 792 € 14.349,88
41

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS)
a) Circuitazione dei processi legati al
Patto per la Famiglia
(deliberazione da parte dei consigli
comunali del documento/Patto e
dichiarazione delle politiche
familiari specifiche di ogni comune)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Tavolo integrato Coordinamento
dell’Associazionismo familiare
1. Promozione della famiglia e
dei servizi dedicati
1/A Incentivazione ad azioni
coordinate per la promozione,
attuazione e programmazione di
interventi a favore della famiglia.
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
b) Programmazione di interventi di
sostegno/sgravi di ordine
economico/tariffario per la famiglia
da parte delle Amministrazioni
comunali
1/B Sviluppo delle collaborazioni
ed integrazioni fra servizi
afferenti a sistemi sociali diversi
finalizzate alla promozione della
famiglia.
2014
2015
(PB) - Progetto Attiva Famiglia
a) Laboratorio integrato per la
famiglia;
b) valorizzazione/ consolidamento
delle reti familiari;
c) sostegno delle attività finalizzate
alla promozione della famiglia (nidi
in famiglia, sportelli famiglia,
progetti per famiglie numerose,
etc);
Finanziamenti bandi regionali
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Tavolo integrato Coordinamento
dell’Associazionismo familiare
2. Promozione e sostegno alla
genitorialità
2/A Attivazione di processi di
responsabilità educativa diffusa
attraverso:
-valorizzazione delle funzioni
genitoriali
-valorizzazione delle alleanze
educative
-valorizzazione della
solidarietà familiare
-incentivazione delle attività
di collaborazione degli enti
locali e del privato sociale a
favore delle famiglie.
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
42

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2-1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) – Patto per la famiglia:
a) Analisi dei servizi esistenti per la
famiglia;
b) Individuazione percorsi di
accompagnamento e divulgazione delle
buone prassi ;
c) Co-costruzione di una “Carta per la
famiglia” da parte di tutti gli attori sociali
del territorio Ulss 7.
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Tavolo integrato
Coordinamento
dell’Associazionismo familiare
- Caritas
3. Promozione della
famiglia e dei servizi
dedicati
1/A Incentivazione ad azioni
coordinate per la promozione,
attuazione e programmazione
di interventi a favore della
famiglia.
1/B Sviluppo delle
collaborazioni ed integrazioni
fra servizi afferenti a sistemi
sociali diversi finalizzate alla
promozione della famiglia.
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
43

4. La pianificazione per singola area
Area FAMIGLIA
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Progetto Attiva Famiglia
a) Sviluppo e potenziamento di progetti di
prossimità tra famiglie e reti di
solidarietà tra famiglie
- (Piano Minori 2011:
Finanz. Reg. € 4.000,00)
b) Avvio sperimentazione del “Progetto
attivazione dell’operativa di comunità
per la famiglia”
- (Finanziamento 2011: da definire)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Tavolo integrato
Coordinamento
dell’Associazionismo
familiare
- Banca della Marca
- Auser volontariato
- Caritas
- Associazione La Voce
2/A Attivazione di processi di 2011 70 € 4.000,00
responsabilità educativa diffusa
attraverso:
-valorizzazione delle funzioni 2012
genitoriali
da definire
-valorizzazione delle alleanze
educative
2013
-valorizzazione della solidarietà
familiare
-incentivazione delle attività di 2014
collaborazione degli enti locali e
del privato sociale a favore
delle famiglie. 2015
44

Conferenza dei Sindaci
AREA
INFANZIA/MINORI
45

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
4.1.2 Area Infanzia/Minori
Profilo dell’Area
Nell‘ambito dell’ Area Infanzia/Minori nello scorso triennio, sono state potenziate attività di sostegno
alla genitorialità attraverso l’implementazione corsi/ gruppi per neo-genitorialità ,la rivisitazione dei
“percorsi nascita” , una maggior integrazione tra le attività ospedaliere e dei consultori familiari,
l’incentivazione della collaborazione tra consultori pubblici e privati…
Nell’ ambito della riduzione del disagio e della protezione e tutela si è provveduto alla rivisitazione
del modello di tutela esistente ed all’ attivazione del Progetto “ Dal Modulo operativo minori al modello
organizzativo intermedio per la tutela dei minori- MOM UNIFICATO”.
Alcune strutture di accoglienza per minori del territorio si stanno orientando anche verso altre forme di
offerta quali l’accoglienza diurna, sia individuale che di piccolo gruppo. attivando, in collaborazione con i
servizi sociali e socio-sanitari, nuove tipologie di intervento.
La Fondazione Bernardi di Conegliano è già accreditata per l’accoglienza diurna, mentre l’
Associazione La Porta di Vittorio Veneto sta attivando le procedure richieste per tale attività.
L’ educativa domiciliare, esistente sul territorio da una decina d’anni su finanziamenti PIAF, ha
rappresentato una ulteriore risorsa per la riduzione delle situazioni di disagio sociale più rilevante e a rischio
di istituzionalizzazione.
Sono state inoltre realizzate attività di promozione di risorse accoglienti e di sostegno dei percorsi
di adozione ed affido.
Inoltre nel 2009 sono state attivate una serie di azioni finalizzate al recepimento, a livello locale, della
delibera DGRV 2416/08 “Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e tutela” . In
particolare , nell’ ottobre 2009 è stata realizzata, in collaborazione con l’Ufficio del Pubblico Tutore dei
Minori , una Giornata di Studio finalizzata alla presentazione, ai Servizi sociali, socio-sanitari, alla Scuola ed
al Privato sociale del Territorio, delle Linee di Indirizzo e del sistema di protezione e tutela dell’ Ulss 7 e
nel dicembre 2009 è stato attivato il Tavolo Tecnico Territoriale di coordinamento e di programmazione
previsto dalla DGR 2416/09.
Nel corso del 2010 tale Tavolo ha elaborato sia l’ Atto di recepimento che l’ Atto di
programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti ,
raccordandosi con il gruppo di lavoro del presente Piano di zona, al fine di garantire esaustività e coerenza
sia nell’ analisi dei bisogni che nella definizione delle linee programmatiche e delle priorità territoriali nell’
ambito minorile (vedasi Allegati n. 4a e 4b).
Gli orientamenti generali condivisi dal gruppo alla luce degli esiti del PDZ 2007-09 e dei progetti in
corso per l’ annualità hanno messo in evidenza l’ opportunità di continuare a perseguire politiche sociali
mirate al sostegno della genitorialità,alla riduzione di situazioni di trascuratezza e/o disagio,alla protezione e
la tutela minorile, in un ottica mirata a:
- consolidare modalità operative/ sperimentazioni che hanno dato esito positivo
- diffondere buone prassi ed ottimizzare le risorse
- valorizzare progetti mirati a potenziare i fattori protettivi di sviluppo
- favorire la rilevazione precoce del disagio
Tra le sperimentazioni che hanno dato esito positivo si sono evidenziate in particolare quelle rivolte
a minori e famiglie in situazione di disagio , di cui una caratterizzata dall’ attivazione di accoglienze diurne in
comunità educative, sia in forma individuale che di gruppo, l’ altro da un progetto attivato presso un
Istituto Comprensivo mirato a potenziare gli interventi precoci di rilevazione del disagio attraverso nuove
modalità di organizzazione interna e di collaborazione con l’ esterno.
Si è tenuto conto inoltre della indicazione Regionale di inserire nel Piano di Zona 2011-15 l’ Atto
di programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti,
focalizzando l’attenzione anche sulle priorità delineate nella DGRV2416/08.:
-consolidamento dei processi di de-istituzionalizzazione e di promozione delle risorse accoglienti
-sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso
-sviluppo dei processi di accompagnamento dei processi adottivi
-sviluppo della collaborazione e dell’ integrazione fra servizi che appartengono a sistemi diversi
47

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Tale documento ha pertanto rappresentato un’importante fonte di riferimento per il profilo dell’ Area
Infanzia/Minori in quanto contiene:
o l’ analisi della situazione dei minori fuori famiglia
o l’ analisi dell’ offerta dei servizi per la protezione, la cura, la tutela dei minori
o l’ analisi della scolarizzazione
o l’ analisi dei problemi espressi e più diffusi nella popolazione scolastica del territorio.
Appare altresì importante che soprattutto gli interventi riguardanti l’area del sostegno alla genitorialità
e i percorsi diretti a sostenere la funzione educativa della famiglia e degli adulti significativi possano essere
oggetto di azioni condivise anche con i servizi e i soggetti che intervengono in altre Aree tematiche. Tali
interventi rientrano inoltre nelle politiche per la famiglia.
Ugualmente le attività di prevenzione, in particolare quelle mirate alla intercettazione precoce di
situazioni di disagio, vanno inserite come azioni trasversali.
48

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
In sintesi l’analisi del gruppo ha messo in evidenza un incremento dei disturbi
emotivi/comportamentali nell’ ambito della scuola dell’ infanzia e primaria, con interessamento di fasce più
basse di età, A ciò si associa un incremento disagi/difficoltà/ fragilità dei contesti familiari, con
conseguenti difficoltà educative e/o tendenza alla delega delle competenze genitoriali.
In parallelo gli operatori scolastici hanno evidenziato il bisogno di acquisire maggiori competenze
nell’ intercettare, interpretare correttamente, intervenire sui segnali di disagio , mentre gli operatori dei servizi
hanno sottolineato l’esigenza di essere maggiormente coinvolti negli esordi delle problematiche per avviare
prese in carico condivise. Si osserva dunque una criticità che riguarda la collaborazione/integrazione tra
servizi che afferiscono a sistemi diversi.
Si è rilevato che le Scuole non hanno una conoscenza chiara ed indicazioni definite e precise in
merito alle procedure di segnalazione delle situazioni di rischio e di pregiudizio o nei casi di dispersione
scolastica sopra i 16 anni e di inadempienza sotto tale soglia.
Ne derivano modalità di segnalazione, raccordo e di collaborazione coi i servizi non sempre univoche .
E’ emersa pertanto l’ esigenza di migliorare il livello di comunicazione e collaborazione tra il mondo
della Scuola e quello dei servizi favorendo:
a. Individuazione dei percorsi di accompagnamento e di segnalazione delle situazioni
problematiche da una realtà all’altra (protocolli, procedure, schede, modulistica, mappa
dei percorsi di presa in carico, ecc)
b. Definizione dei compiti e delle responsabilità dei diversi soggetti dal punto di vista
giuridico in materia di protezione e tutela.
c. Acquisizione da parte degli insegnanti di strumenti di lettura delle situazioni di disagio
Si è ravvisato inoltre il bisogno di implementare la divulgazione ed il confronto tra le buone prassi
esistenti nel territorio in materia di identificazione, collaborazione interistituzionale e presa in carico di
situazioni problematiche, anche esportando in forma sperimentale dei modelli operativi attualmente
esistenti in nuovi territori .
Coerentemente con l’Atto di Programmazione si è evidenziata l’opportunità di afferire il più possibile a
risorse territoriali vicine, distrettuali, per le situazioni a rischio che necessitano di diurnato; è stato peraltro
evidenziato il bisogno di una metodologia comune di analisi dei casi e di coinvolgimento delle Comunità
anche per la modalità semiresidenziale.
In particolare, per quanto concerne il consolidamento delle opportunità territoriali di contenimento dell’
istituzionalizzazione, si è rilevata l ‘esigenza di omogeneizzare l’ offerta di accoglienza diurna tra i due
Distretti ,risultando l’ esperienza per ora più consolidata al Distretto Sud dove si è attivata più
precocemente.
Per quanto attiene alle collaborazioni ed integrazioni tra servizi,nell’ ambito della protezione e tutela,
appare anche necessario valorizzare la progettazione MOM e UVMD , implementando la definizione dei
Progetto Quadro e dei Pei che non risultano utilizzati in modo sistematico come strumenti di progettazione e
definizione dei piani d’ intervento.
Si ritiene inoltre necessario favorire il i raccordo tra Comuni per la conoscenza e la diffusione
delle varie offerte territoriali, che sono molteplici e differenziate, utilizzando i canali di informazione già
presenti ( siti, opuscoli locali, ecc.).
E’ emerso il bisogno di una Pronta Accoglienza per le situazioni di emergenza a livello locale, o
regionale, secondo disponibilità. Andrebbero definite modalità di raccordo con le Forze dell’Ordine quale
potrebbe essere un Protocollo di Collaborazione in grado di garantire risposte immediate di tutela in
condizioni di emergenza,che sia di supporto al Servizio Sociale di Base.
Viene inoltre rilevata scarsa omogeneità nelle modalità di avvio e gestione degli affidi (in parte
afferenti al CASF, ma anche direttamente ai Comuni )i ed iniziative non sempre coordinate nell’ ambito della
promozione e sensibilizzazione .
Altra criticità emersa riguarda la necessità di una valutazione più puntuale della recuperabilità
genitoriale e l’ attivazione dei percorsi di riparazione/recupero.
49

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Per quanto concerne la valorizzazione e sostegno alla genitorialità si rilevano i seguenti bisogni:
- contrastare la tendenza a delegare le competenze/funzioni delle funzioni agli “esperti” alla Scuola ed
altre agenzie, sminuendo il valore del sapere emotivo/affettivo” e del senso comune, a favore del
“superiore” sapere scientifico;
- favorire una conciliazione dei compiti familiari con il lavoro e gli impegni extradomestici;
- favorire alleanze educative e sviluppare funzioni mediative fra gli adulti significativi che ruotano
intorno al minore.
- lavorare sulla fisiologia/ sul benessere,attraverso servizi a “bassa soglia” favorendo momenti di
scambio e riflessione sulla genitorialità.
Fra le scuole di vario ordine e grado si individua nella scuola per l’infanzia quella che ha un maggiore
terreno fertile rispetto al dialogo e all’incontro con le famiglie
Viene infine evidenziata l’importanza che, nell’ ambito della Scuola, gli interventi educativi di
sostegno ai genitori siano inseriti nei POF degli istituti scolastici in modo sistematico e coerente con le
richieste e i bisogni di emergenti.
Pur in un ottica di contenimento dell’ istituzionalizzazione, va inoltre considerata la necessità di migliorare l’
offerta territoriale di accoglienza residenziale e/o semiresidenziale di minori e adolescenti con grave
disagio psico-relazionale o gravi disturbi del comportamento, per i quali una presa in carico
ambulatoriale da parte dei servizi socio-sanitari non rappresenti una risposta terapeutica sufficiente. Si tratta
inoltre con sempre maggior frequenza di adolescenti affetti da psicopatologia rilevante, che vengono dimessi
dalla struttura ospedaliera o che si trovano comunque in situazione psicopatologica di acuzie tali da
richiedere interventi di protezione e contenimento.
Si osserva la carenza di risposte adeguate al bisogno di inserimento in strutture che garantiscano
interventi terapeutici intensi e continuativi, protezione e contenimento per minori con quadri clinici
psicopatologici complessi.
L’analisi compiuta in Area vasta sul bisogno di inserimento in strutture terapeutico-riabilitative ha
infatti evidenziato che per un numero rilevante di adolescenti (11-21 anni) è necessario per i servizi ricorrere
a strutture fuori del territorio delle Ulss (riferite alle due province di Belluno e Treviso), e spesso anche al di
fuori del territorio regionale.
Va inoltre effettuata una analisi mirata alla quantificazione del bisogno di strutture terapeutico
riabilitative per minori con problemi psico patologici anche in fasce di età inferiori.
Bisogni prioritari
1) Difficoltà nella rilevazione e segnalazione precoce delle situazioni di disagio del minore e della sua
famiglia (Bisogno consolidato);
2) Situazioni di rischio/disagio /trascuratezza/ maltrattamento/abuso (Bisogno consolidato);
3) Tendenza alla delega delle competenze educative genitoriali in situazione di normalità (Bisogno
consolidato);
4) Carenza di presa in carico riabilitativa globale per minori con quadri clinici complessi per i quali è
insufficiente l’intervento ambulatoriale ordinario (Bisogno emergente).
50

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 1:
Difficoltà nella rilevazione e
segnalazione precoce delle
situazioni di disagio del
minore e della sua famiglia
1) Politiche sociali e socio-sanitarie
1/A Sviluppo della collaborazione ed integrazione fra servizi afferenti a
sistemi diversi :
-miglioramento livello di integrazione del sistema dei servizi sociali,
socio-sanitari e della scuola:
-individuazione dei percorsi di accompagnamento e di segnalazione
delle situazioni problematiche da una realtà all’altra
1/B Implementazione / divulgazione ed il confronto tra le buone prassi
esistenti nel territorio; consolidamento/potenziamento di modalità
operative/sperimentazioni che hanno dato esito positivo; razionalizzazione
di risorse;
1/C Implementazione della conoscenza dei compiti e delle responsabilità
dei diversi soggetti istituzionali dal punto di vista giuridico in materia di
protezione e tutela
1/D Facilitazione dell’accesso per gli adolescenti ai servizi socio sanitari.
Bisogni prioritario n° 2:
Situazioni di rischio/disagio
/trascuratezza/
maltrattamento/abuso
2) Politiche sociali e socio-sanitarie
2/A Valorizzazione/ consolidamento delle risorse di rete, di opportunità
territoriali diversificate di contrasto all’ istituzionalizzazione , di
potenziamento delle risorse accoglienti :
2/B Potenziamento dell’ integrazione tra servizi coinvolti nei percorsi di
protezione e tutela
2/C Iimplementazione della progettazione individualizzata (Progetto
Quadro-Pei in contesti istituzionali dedicati (Mom-UVMD)
2/D Omogeneizzazione/consolidamento dell’ accoglienza diurna presso
strutture educative
2/E Potenziamento delle risorse accoglienti
Bisogni prioritario n° 3:
Tendenza alla delega delle
competenze educative
genitoriali in situazione di
normalità
Bisogni prioritario n° 4:
Carenza di presa in carico
riabilitativa globale per minori
con quadri clinici complessi
per i quali è insufficiente
l’intervento ambulatoriale
ordinario.
3) Politiche sociali e socio-sanitarie
3/A Promozione e sostegno della genitorialità
3/B Valorizzazione delle funzioni genitoriali, valorizzazione della solidarietà
tra famiglie e valorizzazione delle alleanze educative
3/C Promozione del benessere
4) Politiche sociali e socio-sanitarie
4/A Sviluppo di risposte adeguate al bisogno di inserimento in strutture che
garantiscano interventi terapeutici intensi e continuativi, protezione e
contenimento per minori con quadri clinici psicopatologici complessi
(progetto di Area vasta).
4/B) Sviluppo di strategie innovative e integrate di prese in carico di
adolescenti con profili psicopatologici complessi
51

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
(PB)- Attività di valutazione,
consulenza e presa in carico breve
da parte degli operatori del
Consultorio Giovani
(Piano Minori 2011:
(Fin. reg € 16.000,15
Confer. Sindaci iso risorse
€ 9.000,00)
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Cooperativa sociale Thauma
(“Operativa di comunità”)
- Istituti scolastici
Politiche sociali e sociosanitarie
1/D Facilitazione
dell’accesso per gli
adolescenti ai servizi
socio sanitari.
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 114 € 25.000,15
2012
2013
2014
2015
(PS) - Attività interservizi del
Modulo Operativo Adolescenti
ULSS 7
4/B Sviluppo di strategie
innovative e integrate di
prese in carico di
adolescenti con profili
psicopatologici
complessi
2011 20 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB).- Attività di Promozione
dell’Affido
(formazione/sensibilizzazione)
(Piano Minori 2011:
Fin Reg . € 14.000,00
+ Confer. Sindaci iso risorse
€ 6.900,00)
CONFERANZA DEI SINDACI /
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni,
- Servizi sociosanitari Ulss
(CASF)
- Strutture di accoglienza per
minori e madre-bambino del
territorio
2/A Valorizzazione,
consolidamento delle
risorse di rete, di
opportunità territoriali di
contrasto
all’istituzionalizzazione,
di potenziamento delle
risorse accoglienti;
2011 150 € 20.900,00
2012
2013
2014
2015
52

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB).- Sviluppo dei processi di
accompagnamento dei percorsi
adottivi (Progetto provinciale
Adozioni)
(formazione/sensibilizzazione e
accompagnamento)
(Bando Regionale 2011:
Fin Reg: € 16.000,00
+ Ulss 7 iso risorse € 6.000,00)
(PB) - Sviluppo forme di
contrasto e cura delle
situazioni di grave
maltrattamento
(collaborazione con “Tetto
Azzurro” per casi particolarmente
gravi)
CONFERANZA DEI SINDACI / ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni delle famiglie adottive
- Servizi sociosanitari Ulss (Equipe
Adozioni)
- ULSS 8 e ULSS 9
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Centro regionale “Tetto Azzurro”
- Comuni
2/B Potenziamento
dell’integrazione tra servizi
coinvolti nei percorsi di
protezione e tutela
2011 150 € 22.000,00
2012
2013
2014
2015
2011 15 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
53

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2 -1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento o riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) – Divulgazione, socializzazione
ed estensione delle Buone prassi di
collaborazione interistituzionale
(Esito del tavolo di lavoro della DGRV
2416/2008)
SCUOLA
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Amministrazioni Comunali
1/A Sviluppo della
collaborazione ed integrazione
fra servizi afferenti a sistemi
diversi
2011 NR ISO RISORSE
2012
1/B Valorizzazione /
divulgazione e confronto tra le
buone prassi
2013
esistenti nel territorio;
consolidamento/potenziamento
di modalità
2014
operative/sperimentazioni che
hanno dato esito positivo;
razionalizzazione di risorse 2015
54

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Sviluppo del Sistema dei
servizi per la protezione la cura e la
tutela dei minori e delle risorse
accoglienti (MOM, rete territoriale).
(Piano Minori 2011:
Fin. Reg. € 43.939,70
(39.939,70+ 5.000,00 spazio neutro)
+ Confer. Sindaci iso risorse
€ 8.103,76)
CONFERENZA DEI SINDACI
/ ULSS 7
in co-progettazione con:
- Amministrazioni Comunali
- Fondazione Bernardi
- La Porta
- Comunità per minori del
territorio
- Cooperativa sociale Thauma
2/A Valorizzazione/ consolidamento
delle risorse di rete, di opportunità
territoriali diversificate di contrasto all’
istituzionalizzazione , di potenziamento
delle risorse accoglienti :
2/B Potenziamento dell’ integrazione
tra servizi coinvolti nei percorsi di
protezione e tutela
2/C Implementazione della
progettazione individualizzata
(Progetto Quadro-Pei in contesti
istituzionali dedicati (Mom-UVMD)
2011 93 € 53.043,46
2012
2013
2/D Omogeneizzazione /
consolidamento dell’ accoglienza
diurna presso strutture educative
2014
2/E Potenziamento delle risorse
accoglienti
2015
55

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3 -1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Costruzione di un Percorso di
formazione congiunta sui compiti e le
responsabilità dei diversi soggetti
istituzionali dal punto di vista giuridico in
materia di protezione e tutela
(esito del tavolo DGRV 2416/2008);
(Finanziamento con Piano formativo
ULSS 7)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Comuni
- PLS
- MMG
1/A Sviluppo della
collaborazione ed
integrazione fra servizi
afferenti a sistemi diversi
1/C Implementazione della
conoscenza dei compiti e
delle responsabilità dei
diversi soggetti istituzionali
dal punto di vista giuridico in
materia di protezione e
tutela
2011 200 € 6.000,00
2012
2013
2014
2015
(PS) - Individuazione Percorsi di
Accompagnamento del Minore e della
sua Famiglia tra i diversi ambiti
istituzionali (definizione di protocolli,
strumenti di comunicazione)
1/A Sviluppo della
collaborazione ed
integrazione fra servizi
afferenti a sistemi diversi
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
56

4. La pianificazione per singola area
Area INFANZIA/MINORI
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Verifica preliminare, in ambito di
Area Vasta, della necessità di
attivazione di una Comunità
riabilitativa residenziale e/o diurna
per minori (6-10 anni);
(PB) - Costruzione di un modello di
intervento e attivazione di una
Comunità terapeutica per minori
adolescenti in ambito di Area Vasta (11-
21 anni)
(Finanz. Reg. € 500.000,00
Cooperativa ISP € 1.300.000,00)
vedasi Allegato n. 3
ULSS
in co-progettazione con:
- Fondazione “M. Bernardi” di
Conegliano
- Servizi sociali comunali
- Ulss 1, 2 , 7, 8, 9 di Area
Vasta
COOPERATIVA SOCIALE
“I. S.P.” DI TREVISO
in co-progettazione con:
- Servizi sociali comunali
- Fondazione di Comunità
- Ulss 1, 2 , 7, 8, 9 di Area
Vasta
4/A Sviluppo di risposte
adeguate al bisogno di
inserimento in strutture
che garantiscano
interventi terapeutici
intensi e continuativi,
protezione e
contenimento per minori
con quadri clinici
psicopatologici
complessi (progetto di
Area vasta).
2011 12 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
2011 12 € 1.800.000,00
2012
2013
2014
2015
57

Conferenza dei Sindaci
AREA ADOLESCENZA
E GIOVANI
59

4. La pianificazione per singola area
Area ADOLESCENZA / GIOVANI
Conferenza dei Sindaci
4.1.3 Area Adolescenza/Giovani
Profilo dell’Area
L'analisi effettuata ha preso in considerazione la condizione giovanile identificando in particolare tre
dimensioni e cicli di vita quali i preadolescenti 11-13 anni, gli adolescenti 14- 18 anni e la fascia tipicamente
giovanile 19-30 anni. Si è ritenuto importante individuare e correlare ai sopracitati cicli di vità i bisogni ed i
problemi tipici ed i fenomeni emergenti considerando tali età corrispondenti a transizioni fondamentali per
l'evoluzione e la crescita delle persone nelle quali le relazioni con il mondo adulto costituisce una variabile
fondamentale.
Tale approccio ha permesso di considerare e analizzare per ogni età di transizione quali componenti e
variabili possono favorire od ostacolare i percorsi evolutivi delle giovani generazioni.
E' stato considerato importante un approccio culturale di tipo promozionale e preventivo finalizzato a
sostenere e sviluppare fattori protettivi negli ambiti vitali (famiglia,scuola, tempo libero) ed intercettare ed
affrontare precocemente i disagi evolutivi.
La situazione attuale nel territorio Ulss7 vede tutti i Comuni impegnati attraverso l'Operativa di
Comunità ed i Progetti Giovani nella realizzazione di iniziative e servizi a favore degli adolescenti e giovani
ed è ritenuto fondamentale garantire stabilizzazione delle risorse umane, e potenziamento delle iniziative
positive presenti (es. cittadinanza scolastica, co-progettazione, operatori di comunità, educatori ed operatori
dei Comuni, che sono spesso conoscitori, promotori e facilitatori di relazioni e conoscenze in tutti i comuni
del territorio). Le esperienze evidenziano la necessità di rinforzare le azioni di prevenzione precoce che
coinvolgano non solo i giovani ma anche gli adulti di riferimento a partire dalle famiglie.
A tale proposito appare evidente un fenomeno che potremmo definire un preoccupante mix tra
“delega e privatizzazione affettiva ed educativa” che tocca in modo particolare i genitori e le famiglie,
frequentemente poco disponibili a confrontarsi ed a relazionarsi in merito ai bisogni/problemi dei propri figli,
che ostacola e/o impedisce di sviluppare le necessarie complementarietà educative tra tutti quei soggetti,
scuola, associazioni, parrocchie,...ecc, che invece i giovani quotidianamente frequentano.
Rispetto alle Agenzie a responsabilità educativa pubbliche e private, pur rilevando una positiva
evoluzione delle collaborazioni, si evidenziano ancora scarse e fragili capacità di condivisone e accoglienza,
che si ritiene necessario rimuovere per affrontare in modo efficace la presenza di cultura ed atteggiamenti
eccessivamente competitivi e prestazionali. E' necessario sviluppare negli adulti consapevolezze ed
atteggiamenti utili a sostenere adeguatamente la fatica da parte dei preadolescenti ed adolescenti
nell'acquisizione di competenze relazionali, responsabilità e regole e di capacità di valutazione delle
conseguenze della trasgressione di norme sociali e comportamenti personali (salute e sicurezza).
Inoltre viene considerato importante garantire in modo strutturato e stabile l'offerta di esperienze
pratiche e concrete di esercizio della partecipazione e del volontariato.
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
L' Area Giovani si caratterizza per alcune coordinate comuni e bisogni trasversali alle diverse fasce di età
sia sul piano culturale che metodologico quali:
− L'importanza dello sviluppo della complementarietà e corresponsabilità educativa tra i diversi
soggetti che interagiscono con gli adolescenti e giovani a partire dalla famiglie fino alle agenzie
istituzionali e del privato sociale quali la scuola secondaria di primo e secondo grado, le parrocchie,
l'associazionismo ed il privato sociale.
− La promozione di valori e regole comuni e della cultura della responsabilità sociale e personale, della
partecipazione, cittadinanza attiva, della prosocialità.
61

4. La pianificazione per singola area
Area ADOLESCENZA / GIOVANI
Conferenza dei Sindaci
−
−
−
−
−
−
−
−
La diffusione di esperienze e buone prassi che hanno dato esiti positivi individuando strumenti e modi
adeguati
La diffusione, pur nel rispetto delle specificità e territorialità, di attività rivolte a preadolescenti ed
adolescenti, che offrano concrete e dinamiche esperienze relazionali che siano “palestre” di conoscenza
di sé, degli altri e dei fenomeni che li circondano
La valorizzazione del mondo produttivo come partner (es: per favorire la diffusione di informazioni
socialmente utili).
La prevenzione dei comportamenti a rischio e l'intercettazione precoce dei segnali e fenomeni di
disagio a rischio di patologie e devianza in una collaborazione integrata tra servizi in una logica
multidisciplinare ed interservizi.
La valorizzazione delle risorse e competenze dei giovani nell'ottica della Peer Education
La promozione e lo sviluppo di approcci ed iniziative che affrontino l'isolamento dei genitori e delle
famiglie (fragilità e privatizzazione e/o delega educativa).
L’importanza di mettere a sistema i saperi e le risorse della comunità (opportunità, offerte,...che il
territorio costantemente produce e che spesso non sono diffusamente conosciute)
Garantire la qualità degli interventi con adeguati approcci psico-educativi, alla concretezza (esperienze
dinamiche, pratiche ed interattive), misurabilità degli interventi e alla centralità e qualità delle relazioni.
Particolare attenzione va rivolta allo sviluppo delle collaborazioni tra i diversi soggetti isitiuzionali e
non, a partire da positive esperienze già presenti nel territorio, anche mediante opportuni accordi/protocolli
che nella logica di partnership e progettazione integrata e partecipata, garantiscano coerenza e quindi
maggior efficacia delle azioni e che concorra anche alla intercettazione, utilizzo e ottimizzazione delle risorse
sia umane che economiche.
Si ritiene importante inoltre coinvolgere il mondo economico - produttivo del territorio per sviluppare
collaborazioni utili a facilitare l'approccio al mondo del lavoro considerandolo anche come partner nella
promozione e divulgazione efficace di informazioni.
Inoltre coerentemente con i principi della cooperazione e sussidiarietà vanno stimolate e valorizzate
e sostenute le competenze e le risorse esistenti nel territorio (empowerment di comunità) a partire dalla
famiglia fino alle figure adulte a responsabilità educativa che operano quotidianamente a fianco dei ragazzi e
giovani (ass. sportive e di volontariato) anche garantendo la formazione e aggiornamento permanenti.
A tale proposito viene auspicata l'estensione e la trasferibilità delle esperienze valutate
positivamente, unitamente alla definizione di appropriati strumenti e prassi che garantiscano una
comunicazione efficace e la circolazione e messa a sistema delle informazioni di utilità collettiva.
Bisogni prioritari
1) Fatica e fragilità nei preadolescenti ed adolescenti nell'acquisire e sviluppare adeguate competenze
socio-relazionali ed affettive, coerenti con i compiti di sviluppo ed i cicli evolutivi (Bisogno consolidato).
2) Non ampiamente diffuse e stabili le opportunità esperienziali per l'acquisizione e lo sviluppo di
atteggiamenti e comportamenti responsabili e prosociali/proattivi coerenti con le fasi di transizione
(Bisogno consolidato).
3) Scarsa consapevolezza dei ruoli e responsabilità dei genitori e delle altre figure/agenzie significative e
debole cultura della co-responsabilità educativa (Bisogno emergente).
62

4. La pianificazione per singola area
Area ADOLESCENZA / GIOVANI
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogno prioritario n° 1:
Fatica e fragilità nei
preadolescenti ed adolescenti
nell'acquisire e sviluppare
adeguate competenze sociorelazionali
ed affettive, coerenti
con i compiti di sviluppo ed i cicli
evolutivi.
Bisogno prioritario n° 2:
1) Politiche sociali e socio-sanitarie
1. Sostegno a preadolescenti ed adolescenti attraverso interventi di
prevenzione ed educazione
1/A Garantire in modo diffuso in ogni municipalità opportunità stabili di
esperienze concrete e coinvolgenti rispetto all'educazione all'affettività ed
alle regole
1/B Precocità dell'intercettazione dei disagi evolutivi attraverso un
approccio multidisciplinare e favorire processi di inclusione sociorelazionale
2) Politiche sociali e socio-sanitarie
Non ampiamente diffuse e stabili
le opportunità esperienziali per
l'acquisizione e lo sviluppo di
atteggiamenti e comportamenti
responsabili e prosociali/proattivi
coerenti con le fasi di
transizione.
2. Promozione al benessere attraverso interventi educativi di
sviluppo della cittadinanza, responsabilità sociale, sicurezza e
legalità
2/A Potenziare e rendere stabili in ogni municipalità le iniziative ed i
laboratori di partecipazione attiva e responsabile sia scolastici che
extrascolastici di cittadinanza attiva valorizzando anche l'aggregazione
informale
2/B Sostenere e diffondere le esperienze di coinvolgimento e
valorizzazione delle competenze dei giovani (peer education) anche come
portatori di innovazione.
2/C Valorizzare e “istituzionalizzare” le esperienze di volontariato (crediti
sociali)
Bisogno prioritario n° 3:
3) Politiche sociali e socio-sanitarie
Scarsa consapevolezza dei ruoli
e responsabilità dei genitori e
delle altre figure/agenzie
significative e debole cultura
della co-responsabilità educativa
3. Promozione al benessere e sostegno a adolescenti e giovani
attraverso politiche ed interventi coordinati
3/A Sostenere e valorizzare le funzioni genitoriali e la solidarietà tra
famiglie
3/B Sostenere e valorizzare le alleanze e le co-responsabilità
educative (insegnanti, allenatori, animatori e rispettive agenzie) per
garantire coerenza e complementarietà in modo formale e stabile.
3/C Sviluppo in tutto il territorio di forme di coprogettazione a livello
municipale, sovracomunale ed interservizi.
3/D Garantire e incentivare azioni coordinate, la trasferibilità delle
informazioni e delle esperienze/ progetti positivi
3/E Coinvolgimento del mondo produttivo come ambito di promozione ed
informazione (stakeholder)
3/F Promozione di politiche coordinate per favorire l’autonomia dei
giovani( mappatura punti di ascolto pubblici e privati attivi nel territorio)
63

4. La pianificazione per singola area
Area ADOLESCENZA / GIOVANI
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni (PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse (finanziamenti
complessivi)
(PB) - Laboratori di educazione
alle emozioni/ affettività e
Partecipi di volontà in tutte le
Scuole secondarie di primo
grado
(Piano Minori 2011:
Finanz. Reg. € 29.000,00
+ Confer. Sindaci iso risorse €
2.200,00)
Conferenza dei Sindaci
in collaborazione con:
- Comuni
- Ulss
- Istituti Scolastici
- Cooperativa sociale
Thauma/Operativa di Comunità
1. Sostegno a preadolescenti ed
adolescenti attraverso interventi di
prevenzione ed educazione
1/A Garantire in modo diffuso in
ogni municipalità opportunità stabili
di esperienze concrete e
coinvolgenti rispetto all'educazione
all'affettività ed alle regole
2011 € 31.200,00
2012
2013
2014
2015
64

4. La pianificazione per singola area
Area ADOLESCENZA / GIOVANI
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2-1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento o riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Sperimentare l'assegnazione di
un “Certificazione Qualità” alle
associazioni sportive (n. 50 circa) che
parteciperanno alla Formazione
dedicata
(sperimentazione per Distretto Sud/12
Comuni)
(Finanziamenti 2011:
Comuni € 6.000,00;
Banca della Marca € 6.000,00
CONI € 3.000,00)
COMUNI
in collaborazione con:
- CONI comitato provinciale
- Ulss 7
- Istituti Scolastici
- Cooperativa sociale
Thauma/Operativa di
Comunità
- Società sportive del territorio;
- Altro: Banca della Marca
3. Promozione al benessere e sostegno
a adolescenti e giovani attraverso
politiche ed interventi coordinati
3/B Sostenere e valorizzare le alleanze
e le co-responsabilità educative
(insegnanti, allenatori, animatori e
rispettive agenzie) per garantire
coerenza e complementarietà in modo
formale e stabile.
2011 50 € 15.000,00
2012
2013
2014
2015
(PB) - Costituire “crediti sociali” per
giovani che praticano volontariato in
progetti frutto di accordi tra enti e
privato sociale e mondo produttivo
locale
(oltre i 18 anni “come” servizio civile
volontario x n. 100 ragazzi in 28
comuni)
(Finanziamenti 2011:
Bando con Centro Servizi Volontariato
di Treviso € 30.000,00)
COMUNI
in collaborazione con:
- Ulss 7
- CSV di Treviso
- Cooperativa sociale
Thauma/Operativa di
Comunità
- Associazioni di Volontariato
2. Promozione al benessere attraverso
interventi educativi di sviluppo della
cittadinanza, responsabilità sociale,
sicurezza e legalità
2/C Valorizzare e “istituzionalizzare” le
esperienze di volontariato (crediti
sociali)
3/E Coinvolgimento del mondo
produttivo come ambito di promozione
ed informazione (stakeholder)
2011 100 € 30.000,00
2012
2013
2014
2015
65

4. La pianificazione per singola area
Area ADOLESCENZA / GIOVANI
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3-2/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Costituzione di gruppi di lavoro
municipali strutturati che
contribuiscano all'intercettazione
precoce e affrontamento del
disagio evolutivo, (11-13) in rete con
i servizi istituzionali
COMUNI
in collaborazione con:
- Istituti Scolastici
- Ulss 7
- Cooperativa sociale
Thauma/Operativa di
Comunità
3. Promozione al benessere e sostegno
a adolescenti e giovani attraverso
politiche ed interventi coordinati
1/B Precocità dell'intercettazione dei
disagi evolutivi attraverso un approccio
multidisciplinare e favorire processi di
inclusione socio-relazionale
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
66

Conferenza dei Sindaci
AREA ANZIANI
67

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
4.2 AREA PERSONE ANZIANE
Profilo dell’Area
La società italiana, e con essa quella veneta, sono nel mezzo di una transizione epocale. Un grande
numero di anziani vive con soddisfazione il traguardo di una vecchiaia serena, in buona salute e autonomia,
ma allo stesso tempo, è diffusamente presente la preoccupazione per la costante crescita del numero di
persone non autosufficienti e dei costi, difficile da controllare in un momento in cui si riducono le risorse
disponibili.
L’attenzione per il mondo della vecchiaia, sia come nuove opportunità che per le problematicità
proprie di questa fase della vita, è molto alta a livello istituzionale, dei mezzi di informazione,
dell’associazionismo e, naturalmente, a livello personale.
Negli ultimi due decenni abbiamo imparato come sia diventato indispensabile fare i conti con risorse
limitate e doveroso documentare l’appropriatezza dei servizi offerti. Conseguentemente si è resa necessaria
una programmazione condivisa e trasparente degli interventi coinvolgendo tutti gli attori del sistema.
Il gruppo di lavoro, a cui hanno attivamente partecipato le rappresentanze dei principali attori del
sistema dei servizi socio-sanitari del volontariato e della società civile, ha condiviso oltre alle esperienze
personali la più recente documentazione nazionale, regionale e locale riguardante l’area. Una particolare
attenzione è stata posta ai documenti di monitoraggio delle attività del Piano di Zona Area Anziani del
triennio 2007 – 2009, potendo in questo modo condividere punti di forza e criticità della predente
programmazione tenendo conto della realtà regionale e della particolare situazione di crisi che la società
italiana sta vivendo.
La Regione Veneto ha guidato questa trasformazione indicando le linee tendenziali e sottolineando
l’importanza dell’integrazione socio-sanitaria sia istituzionale, che gestionale e professionale. Altrettanto
rilievo ha dato alla necessità di una presa in carico globale e continuativa dei bisogni dei cittadini, in
particolare di quelli più anziani e deboli, attraverso una rete di interventi di sostegno sociale, economico e
assistenziale sia a domicilio che presso i Centri di Servizio.
L’esperienza maturata nel tempo fa ritenere, a livello locale e regionale, che per promuovere la
salute nella popolazione anziana si debba:
• favorire l’invecchiamento nel proprio contesto di vita mantenendo più a lungo possibile un elevato
livello di autonomia;
• prevenire l’insorgere e l’eventuale progredire di malattie cronico-degenerative;
• garantire assistenza agli anziani con fragilità e non autosufficienza;
• supportare le famiglie impegnata nel duro lavoro di assistenza;
• mettere al centro la persona sostenendone la libertà di scelta.
Lungo queste linee di tendenza si è mosso negli anni tutto il territorio dell’Ulss 7 e, in particolare: le
Amministrazioni comunali, le Associazioni di volontariato, gli Enti gestori di servizi di assistenza residenziale,
semiresidenziale, domiciliare e l’Azienda Ulss7 con compiti, oltre che di produzione di servizi, anche di
coordinamento.
L’assistenza residenziale offerta dai Centri di Servizio del territorio dell’Ulss 7 è di primordine. Il
decennio appena trascorso ha visto l’adeguamento di tutte le strutture agli standard della Legge 22 del 2002,
la copertura pressoché totale del fabbisogno di posti letto e di Centri Diurni previsto dalla programmazione
regionale. Infine molte strutture si sono aperte o si stanno aprendo al territorio nella logica del “Centro di
Servizi” offrendo, oltre all’assistenza residenziale a lungo termine per persone autosufficienti o non
autosufficienti:
• assistenza a persone in gravi condizioni di salute (stato vegetativo, demenza con disturbi
comportamentali);
• assistenza semi-residenziale,
• accoglienza temporanea dopo evento acuto (sociale o sanitario);
• accoglienza temporanea di sollievo (programmabile per ristoro assistenziale)
• assistenza domiciliare in accordo con i Comuni per igiene e cura della persona, pasti a domicilio,
trasporti.
69

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Appare oggi evidente come questa sia la strada da percorrere nei prossimi anni favorendo l’apertura
al territorio di tutte le strutture nella logica del Centro di Servizio, dell’integrazione con tutti i servizi territoriali,
della pesa in carico globale, della centralità del cittadino con i suoi bisogni e della libertà di scelta.
Integrazione innanzitutto con l’assistenza domiciliare comunale (SAD) che ha visto negli ultimo
decennio un progressivo crescere del numero e della qualità dei servizi offerti. I nostri Servizi Sociali
Professionali comunali sono al centro del sistema assistenziale socio-sanitario con il ruolo di principali
collettori delle segnalazioni di bisogno. Dalla loro valutazione prende corpo la presa in carico a cui segue, se
necessario, il coinvolgimento degli altri servizi della rete. Gli interventi regionali per il sollievo e per l’Assegno
di Cura e le conseguenti procedure applicative ne hanno sottolineato ancora di più la centralità.
La rete assistenziale del territorio della Ulss 7 vede le Associazioni di Volontariato affiancare sempre
più le istituzioni con servizi ad ampio spettro che vanno dalle attività ludico-ricreative, all’assistenza ai malati
terminali in accordo con Comuni, Enti assistenziali e Az. Ulss. E’ diventato quindi indispensabile poter
interfacciare in tempo reale domanda e offerta di servizi. Allo scopo è oggi disponibile un archivio elettronico,
consultabile on-line dal sito Ulss 7, frutto della stretta collaborazione fra il coordinamento del volontariato
della sinistra Piave, i Comuni e l’Az. Ulss.
Un ruolo rilevante è svolto dalle Cooperative sociali che garantiscono una molteplicità di servizi
utilizzati da Comuni, Enti, Az. Ulss 7 nel rispondere ai bisogni della popolazione.
Parallelamente al potenziamento dei servizi residenziali, semiresidenziali e domiciliari comunali e del
volontariato sono aumentate anche le capacità assistenziali domiciliari di tipo sanitario: infermieristiche in
primis, ma anche mediche, specialistiche e di riabilitazione. La copertura infermieristica, è stata portata a 12
ore giornaliere dal lunedì al venerdì e sta per essere ampliata al sabato. Il nucleo di cure palliative ha dal
2009 esteso la sua attività a tutto il territorio. Continua l’impegno dei medici di medicina generale nel
supporto al nucleo di cure palliative oltre alla consolidata attività domiciliare programmata.
L’Azienda Ulss 7 dispone, inoltre, di una attività riabilitativa domiciliare (accessi domiciliari di Fisiatra
e Fisioterapista) non comune a livello regionale così come l’attività domiciliare di valutazione e supporto
(accesi domiciliari di Geriatra, Psicologa e Infermiere) nei confronti delle persone che soffrono di demenza
aggravata dalla presenza di gravi disturbi comportamentali. La prevista crescita di persone con
problematiche sanitarie e di non autosufficienza a domicilio richiederà comunque un continuo impegno di
risorse domiciliari.
L’assistenza domiciliare sarebbe però impossibile senza l’impegno quotidiano delle famiglie e delle
badanti. Il sistema assistenziale della regione Veneto non reggerebbe senza il supporto del personale
straniero che opera nelle strutture o a domicilio. A sostegno dell’impegno delle famiglie in questo duro lavoro
assistenziale la Regione finanzia l’Assegno di Cura, che ha assorbito il precedente “contributo badanti”,
“contributo Alzheimer” e “Legge 28/91” e il Sollievo che nel territorio della nostra Ulss si è concretizzato nei
Buoni servizio per i Ricoveri Temporanei di Sollievo e per la frequenza al Centro Diurno.
Il sistema delle badanti, indispensabile oggi nel modello assistenziale veneto, ne è però allo stesso
tempo l’anello più debole. Si calcola che quasi la metà delle assistenti domiciliari non risulti in regola con la
conseguente difficoltà di gestire il sistema in modo trasparente. Gli sforzi che oggi, istituzioni e volontariato,
stanno producendo per la formazione delle badanti e la loro iscrizione ad un albo, non sono ancora in grado
di garantire una sufficiente protezione alle famiglie né alle lavoratrici straniere.
Questa complessa rete assistenziale è governata, come da indicazioni regionali, dal Distretto Sociosanitario
e, per i piani e/o percorsi individualizzati dalle Unità di Valutazione Multidimensionali Distrettuali
(U.V.M.D.). In questo gruppo di valutazione, composto solitamente da, assistente sociale , medico di
medicina generale, medico e infermiere delle Cure Primarie, eventualmente integrato a secondo delle
esigenze da medico specialista, riabilitatore, psicologo, volontario, si realizza l’integrazione professionale
vero valore aggiunto dell’assistenza a persone con problematiche complesse. Integrazione non sempre
facile e che richiede una continuo lavoro di condivisione di linguaggi, modalità valutative e obiettivi da
raggiungere. Per questo è stato avviato un percorso formativo interdisciplinare con l’obiettivo di
accompagnare la crescita del gruppo nelle capacità di interpretazione dei bisogni e di elaborazione di
risposte appropriate.
70

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
Al gruppo di lavoro hanno preso parte diverse componenti della società civile in rappresentanza dei
Comuni dell’Ulss, Centri di Servizio, privato sociale, fondazioni, volontariato, cooperative, rappresentanze
sindacali e del mondo cattolico.
Ogni rappresentante ha sinteticamente indicato, secondo le proprie specifica competenza, la i
bisogni degli anziani suggerendo possibili soluzioni o linee di indirizzo e progettualità.
Le problematiche sono state ricondotte ad aree quattro aree omogenee:
• area della prevenzione;
• area della domiciliarità;
• area della residenzialità;
• area della integrazione socio-sanitaria.
Ogni area ha una propria specificità, ma contemporaneamente punti di contatto o sovrapposizione
con le altre. Questo sottolinea ancora una volta come sia da evitare il tentativo di settorializzazione, che
probabilmente rassicura l’operatore, ma mette l’utente in condizione di ulteriore debolezza costringendolo a
relazionarsi con una molteplicità di interlocutori, ognuno dei quali ha proprie modalità comunicative.
Già l’iniziale raccolta di istanze presentata dai numerosi partecipanti ai lavori ha messo sul tavolo le
molteplici aspettative presenti nel mondo degli anziani. Nelle discussioni si sono approfonditi in particolare i
bisogni riferiti alla necessità di potenziare le attività di promozione della salute, di prevenzione delle malattie
cronico-degenerative e ostacolo alla perdita di autonomia. Il gruppo ha preso atto della necessità che il
modello assistenziale veneto e locale, modifichi l’orientamento assistenziale attuale, prevalentemente
residenziale, verso risposte più incentrate sulla domiciliarità. Per favorire il cambiamento si ritiene però che il
potenziamento delle risorse per il domicilio sia indispensabile.
Per definire le priorità si è ricorso alla “matrice delle priorità” arrivando poi, dopo un’ulteriore
discussione a condividere i seguenti bisogni prioritari.
Bisogni prioritari
1. Rischio di emarginazione sociale e compromissione dello stato di salute (Bisogno emergente);
2. Difficoltà di ottenere con tempestività un’assistenza socio-sanitaria al proprio domicilio in particolare in
condizioni di non autosufficienza (Bisogno consolidato);
3. Rischio di non essere assistiti adeguatamente nel rispetto della libertà di libera scelta del luogo delle
cure (Bisogno consolidato)
4. Difficoltà di essere presi in carico in modo globale, unitario e continuativo (Bisogno consolidato).
71

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 1:
Rischio di emarginazione
sociale e compromissione
dello stato di salute
1) Politiche sociali e socio-sanitarie
1/A Prevenire gli effetti negativi dell’invecchiamento
1/B Prevenire la solitudine relazionale favorire momenti di aggregazione e
scambio intergenerazionali
1/C Favorire gli spostamenti per motivi ludico ricreativi
1/D Miglioramento della vivibilità dei luoghi di aggregazione sociale
1/E Valorizzazione delle esperienze delle persone anziane
Bisogni prioritario n° 2:
Difficoltà di ottenere con
tempestività un’assistenza
socio-sanitaria al proprio
domicilio in particolare in
condizioni di non
autosufficienza
2) Politiche sociali e socio-sanitarie
2/A Favorire la domiciliarità delle persone anziane impiegando in modo
flessibile le risorse disponibili
2/B Prevenire gli aggravamenti e la perdita di autonomia
2/C Sostenere il sistema della domiciliarità con il concorso di tutte le risorse
della comunità locale
2/D Maggiore coinvolgimento del Medico di Medicina Generale
2/E Potenziamento dei servizi domiciliari in particolare l’assistenza sociosanitaria
o sanitaria leggera
2/F Garantire maggiore qualità e affidabilità del servizio fornito dalle
Assistenti Familiari/Badanti
2/G Migliorare la qualità di vita delle famiglie che assistono anziani non
autosufficienti in casa
2/H Mantenere il servizio di telesoccorso/telecontrollo garantito dalla
Regione Veneto
2/I Favorire lo studio e la sperimentazione di soluzioni abitative innovative
(co-housing)
72

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 3:
Rischio di non essere assistiti
adeguatamente nel rispetto
della libertà di libera scelta
del luogo delle cure
3) Politiche sociali e socio-sanitarie
3/A Garantire una disponibilità di servizi in linea con la programmazione
regionale:
• Per impegnative di minima e ridotta intensità
• Per impegnative di media
• Per “ospedale di comunità ”
• Per ricoveri temporanei
• Per centri diurni
3/B Migliorare la qualità delle cure alle persone inserite in struttura in
particolare a quelle con maggiori necessità di assistenza sanitaria
3/C Sostenere la libera scelta del cittadino nell’accesso ai servizi in relazione
alle sue specifiche esigenze
3/D Favorire l’integrazione dei Centri di servizio con il territorio
4) Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 4:
Difficoltà di essere presi in
carico in modo globale,
unitario e continuativo.
4/A Migliorare l’integrazione fra i servizi della rete
4/B Migliorare la capacità di presa in carico globale e continuativa dei servizi
4/C Garantire informazioni aggiornate
4/D Migliorare l’accesso alle informazioni sui servizi della rete di assistenza
73

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Centri di servizio per anziani non
autosufficienti
- IPAB Casa di Riposo Fenzi
- Fond. Sant’Augusta onlus
- Parrocchia Purificazione B.V. – Fond. De
Lozzo Dalto
- IPAB Fratelli Mozzetti
- Parrocchia S. Lucia – S. Lucia di Piave
- IPAB Bon Bozzolla
- Fond. Casa per anziani onlus
- Ente P. V. Ordine dei Servi di Maria
- IPAB Cesana Malanotti
- Istituto Suore Francescane Cristo Re
- Dr. Alberto Bocchi spa
- Fond. Maria Rossi onlus
- Congr. Figlie di S. Maria della Provvidenza
Garantire adeguata assistenza
sociosanitaria a persone non
autosufficienti non assistibili a
domicilio
2011 1.373 € 50.637.466,94*
Stati vegetativi permanenti
- IPAB Cesana Malanotti
- IPAB Casa di Riposo Fenzi
2011 10 € 531.214,42*
Sezione Alta Protezione Alzheimer
- Dr. Alberto Bocchi spa
2011 10 € 507.499,20*
Casa per anziani autosufficienti
* Compresi MMG e farmaci
- IPAB Casa di Riposo Fenzi
- Fond. Sant’Augusta onlus
- Parrocchia Purificazione B.V. – Fond. De
Lozzo Dalto
- IPAB Fratelli Mozzetti
- Parrocchia S. Lucia – S. Lucia di Piave
- IPAB Bon Bozzolla
- Fond. Casa per anziani onlus
- Ente P. V. Ordine dei Servi di Maria
- Ist. Suore del Santo Volto
- Ist. Sorelle della Misericordia
Garantire adeguata assistenza
sociosanitaria ad anziani
autosufficienti e/o a rischio di
perdita di autonomia
2011 401 € 5.743.223,47
74

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Centro diurno per persone anziane non
autosufficienti
Servizio sociale professionale
Attività di supporto per il reperimento di
alloggi
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
- Coop. Soc. Itaca
- IPAB Cesana Malanotti
- Fond. Casa per anziani onlus
- Dr. Alberto Bocchi spa
- Fond. Sant’Augusta onlus
- Comuni
- Ulss 7
- Comuni
Politiche sociali e socio-sanitarie
2/A Favorire la domiciliarità delle persone
anziane impiegnado in modo flessibile
le risorse disponibili
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 95 € 1.019.434,47
Rispondere all’esigenza dei cittadini di
2011 7.362 € 491.910,35
informazione e consulenza in merito a diritti,
prestazioni, modalità di accesso ai servizi,
risorse disponibili nel territorio 2011 40 € 1.315,70
Altro intervento di accesso, consulenza e
presa in carico (UO cure primarie)
- Ulss 7
Promozione della diagnosi e della presa in
carico nelle varie età di vita della persona e
attivazione di percorsi specifici
2011 - € 187.795,59
Assistenza domiciliare socio-assistenziale - Comuni 2011 196 € 294.334,39
A.D.I.- Assistenza domiciliare integrata con
servizi sanitari (comprese cure palliative
domiciliari)
- Comuni
- Ulss 7
2/A Favorire la domiciliarità delle persone
anziane impiegando in modo flessibile
le risorse disponibili
2011 6.889 € 4.616.582,43
Distribuzione pasti e/o lavanderia a
domicilio
- Comuni
2011 222 € 304.549,13
Telesoccorso/Teleassistenza
- Comuni
2/H Mantenere il servizio di telesoccorso e
telecontrollo garantito dalla Regione
Veneto
2011 1.123 € 300,00
Trasporto sociale
- Comuni
2/A Favorire la domiciliarità delle persone
anziane impiegando in modo flessibile
le risorse disponibili
2011 359 € 55.563,39
Altro intervento domiciliare/territoriale
- Comuni
2/A Favorire la domiciliarità delle persone
anziane impiegando in modo flessibile
le risorse disponibili
2011 2 € 313,50
75

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Altri interventi residenziali
- Comuni
Garantire adeguata assistenza
sociosanitaria ad anziani autosufficienti
e/o a rischio di perdita di autonomia
2011 3 € 3.300,00
Assegnazioni economiche per il sostegno
della domiciliarità e dell’autonomia
personale (assegno di cura e di sollievo)
Contributi economici ad integrazione del
reddito familiare
- Comuni
- Ulss 7
2/A Favorire la domiciliarità delle persone
anziane impiegando in modo flessibile
le risorse disponibili
2011 1.284 € 2.670.530,87
- Comuni 2011 64 € 67.347,37
Contributi economici per alloggio - Comuni 2011 123 € 114.085,04
Contributi economici per cure e prestazioni
sanitarie
- Comuni 2011 1 € 775,00
Rette per centri diurni - Comuni
Garantire interventi di sostegno
economico, differenziati a seconda
2011 3 € 6.395,00
Rette per prestazioni residenziali - Comuni
della tipologia e delle modalità di
assistenza fornita
2011 175 € 963.948,74
Trasferimenti per utenti che usufruiscono
di servizi residenziali extra Ulss
Trasferimenti ad aziende municipalizzate
per agevolazioni tariffarie sui trasporti
- Comuni
- Ulss 7
2011 30 € 294.739,31
- Comuni 2011 327 € 7.000,00
Altro sostegno economico
Contributi per favorire interventi del terzo
settore
Attività ricreative di socializzazione, centri
di aggregazione/sociali
Attività ricreative di socializzazione,
Soggiorni climatici
- Comuni
- Comuni
2/C Sostenere il sistema della domiciliarità
con il concorso di tutte le risorse della
comunità locale
2011 125 € 77.365,64
2011 - € 63.299,67
- Comuni
1/B Prevenire la solitudine relazionale
favorire momenti di aggregazione e
2011 1.510 € 57.479,97
- Comuni
scambio intergenerazionali
2011 1.210 € 453.506,95
76

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Attività ricreative di socializzazione - Comuni 1/B Prevenire la solitudine relazionale 2011 5.949 € 111.774,46
favorire momenti di aggregazione e
Interventi per l’integrazione di soggetti
- Comuni
scambio intergenerazionali 2011 579 € 134.035,80
deboli o a rischio
Altro - Comuni 2011 - € 4.381,58
77

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Attività formative
per Assistenti Familiari/ Badanti
(presso Centri di Servizio - Istituto Padre
Pio, casa per Anziani, Ospedale/Geriatria,
Centri diurni…)
FONDAZIONE “CASA PER
ANZIANI” di Pieve di Soligo
in co-progettazione con:
- Comune Pieve di Soligo
- Provincia
2/G Migliorare la qualità di vita delle
famiglie che assistono anziani non
autosufficienti in casa
2011 NR
2012
2013
2014
2015
(PB) – Adeguamento della Ricettività alla
programmazione locale e regionale
Vedasi Allegato n. 5
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Centri di servizi
- Conferenza dei Sindaci
3/A Garantire una disponibilità di servizi
in linea con la programmazione
regionale per:
• posti accreditabili
• impegnative di minima e ridotta
intensità
• impegnative di media intensità
• “Ospedale di Comunità”
• ricoveri temporanei
• Centri diurni
2011 1.393
2012
2013
2014
2015
(PS) - Manutenzione livelli informativi Sito
internet Ulss 7
ULSS 7
4/C Garantire informazioni aggiornate
sui servizi socio-sanitari
2011 NR
2012
2013
2014
2015
78

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2 -1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento o riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Progetto “Borgo delle
arti e dei mestieri”
(impegno attivo degli anziani
autosufficienti anche attraverso
produzione di beni di consumo)
ASSOCIAZIONE MEDI@ETÀ
di Vittorio Veneto
in co-progettazione con:
- Comuni,
- Associazioni Volontariato
- Istituti Scolastici
1/D Miglioramento della vivibilità dei
luoghi di aggregazione sociale
1/E Valorizzazione delle esperienze
delle persone anziane
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) - Progetto “Gruppi
cammino”
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni Volontariato
- Comuni
1/A Prevenire gli effetti negativi
dell’invecchiamento prevenire gli
aggravamenti e la perdita di
autonomia a domicilio
2011
2012
2013
2014
2015
(PB) - Progettualità che
prevedono l’impegno in attività
socialmente utili anche
attraverso utilizzo voucher
(servizio civile anziani)
(L. R. n. 9 del 22/01/2010 -
DGRV n. 2081/2010 e DGRV
n. 2140/2010 rettifica reg. €
43.480/Comuni € 54.350)
COMUNI
(Cison, Follina, Miane, Revine,
San Pietro di F., Sernaglia
Vazzola)
in co-progettazione con:
- Associazioni Volontariato
1/E Valorizzazione delle esperienze
delle persone anziane
2011 € 97.830,00
2012
2013
2014
2015
79

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Formazione per il
personale dei Centri di
Servizio e monitoraggio degli
indicatori di qualità
CENTRI DI SERVIZIO
3/B Migliorare la qualità delle cure alle
persone inserite in struttura, in
particolare alle persone con
maggiori necessità sanitarie ospiti
dei centri di servizio
2011 NR
2012
2013
2014
2015
(PS) - Rilevazione dei servizi
socio-assistenziali per il
territorio attivati dai Centri di
Servizio (es. il Cesana M. con
pasti/Sad a domicilio)
CENTRI DI SERVIZIO
in co-progettazione con:
- Comuni
- Associazioni di volontariato
3/D Favorire l’integrazione dei centri di
servizio quali fornitori di servizi
anche per il territorio
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) - Progetti formativi od
operativi mirati ad un maggior
coinvolgimento dei MMG nella
gestione dell’anziano fragile
(Patti aziendali)
ULSS 7
2/D Maggiore coinvolgimento del
Medico di Medicina Generale
2/E Potenziamento dei servizi
domiciliari in particolare l’assistenza
socio-sanitaria o sanitaria leggera
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
80

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE ANZIANE
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3 -1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Risorse
Soggetto/i responsabile/i
Numero
Interventi/Azioni
Politiche sociali e socio-sanitarie Anno
(finanziamenti
della gestione
Posti/utenti
complessivi)
(PB) - Attivazione “Sistema di
trasporti” per motivi ludico-ricreativi sul
territorio Ulss 7
(PB) - Progetto “Ampa2”
Sport-terapia all’interno di un Centro di
Servizio per cittadini
(PS) - EPOSA Study (Progetto Europeo
- Studio per la definizione del peso
personale e sociale dell’artrosi in età
avanzata)
(PS) - Avvio attività di approfondimento
“L’Habitat dell’anziano: una casa che
incontri i bisogni” (soluzioni abitative
innovative)
(Finanziamento 2011 e 2012:
Associazione Medi@tà € 7.000,00)
GRUPPO DI LAVORO
“I TRASPORTI”
in co-progettazione con:
- Centri di servizio
- Cooperative sociali
- Associazioni di Volontariato
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Istituto Cesana Malanotti
CONSIGLIO NAZIONALE
DELLE RICERCHE (C.N.R.)
di Padova sezione
invecchiamento
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Comuni
ASSOCIAZIONE “MEDI@ETÀ”
di Vittorio Veneto
in co-progettazione con:
- Coordinamento
Associazioni Volontariato
Sinistra Piave
1/C Favorire gli spostamenti per
motivi ludico ricreativi
1/A Prevenire gli effetti negativi
dell’invecchiamento
1/A Prevenire gli effetti negativi
dell’invecchiamento
2/I Favorire lo studio e la
sperimentazione di soluzioni
abitative innovative (co-housing)
2011 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
2011 200 € 90.000,00
2012
2013
2014
2015
2011 NR
2012
2013
2014
2015
2011 NR € 3.500,00
2012 € 3.500,00
2013
2014
2015
81

Conferenza dei Sindaci
AREA PERSONE
CON DISABILITA’
83

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
4.3 AREA PERSONE CON DISABILITA’
Profilo dell’Area
Confermando l’ottica di favorire le varie tappe di sviluppo di vita della persona, le opportunità
di crescita e miglioramento della propria qualità di vita e del progetto personale, focalizzando l’ attenzione sul
“funzionamento” globale e non sulla “mancanza” che deriva dalle menomazioni il panorama delle proposte
per la disabilità si rifà, per il presente Piano di Zona, ad una visione d’insieme condivisa con le rimanenti
aree che viene riproposta nell’analisi di seguito sviluppata.
Punti focali e di sviluppo per il presente Piano vogliono essere:
lo sviluppo della centralità del progetto alla persona attivando risorse e strumenti maggiormente
adeguati ai bisogni espressi.
La valorizzazione e lo sviluppo di collaborazioni con il privato sociale e le associazioni del territorio al
־
־
־
fine di sostenere azioni sperimentali ed innovative rispondenti ai bisogni rilevati.
Promozione di azioni concertate su area vasta per rispondere a bisogni particolarmente complessi e/o
a disabilità nuove.
Partendo dall’approfondimento dei dati evidenziati con il precedente Piano di Zona diventa
necessario analizzare le priorità riscontrate per focalizzare lo sviluppo da prevedersi nel prossimo
quinquennio:
- La famiglia: è l’ambito di vita principe in cui ciascuno vive e consolida relazioni significative, cresce e si
struttura come persona, viene accolto e tutelato nelle sue fragilità (infanzia, adolescenza, disabilità,
invecchiamento, etc.)
In questo senso la famiglia è quindi soggetto protagonista del benessere della persona e pertanto
trasversale a tutte le aree del Piano di Zona.
In questo senso la volontà di tutti i servizi coinvolti di portare avanti delle azioni comuni di promozione
della famiglia vista come risorsa e come attore importante nelle scelte per il benessere sociale e nella tutela
delle fragilità.
Per la disabilità inoltre l’attenzione al sostegno in modo peculiare alle famiglie con persone con
disabilità gravi e complesse che rischiano di veder consumate in breve tempo le risorse al loro interno e di
faticare a viversi come ambito di crescita positivo e propositivo.
Parlando di disabilità molto complesse un’attenzione particolare deve essere rivolta alla rilevazione
delle risorse assistenziali in capo alla famiglia in modo da poter intervenire qualora queste vengano meno o
risultino insufficienti.
A queste sarà rivolto lo sforzo nel progettare possibili risposte.
Due appaiono gli scenari su cui intervenire:
1. Le problematiche assistenziali ed educative relative alla disabilità grave in età evolutiva che
risultano in rapida crescita e che necessitano pertanto di un potenziamento della rete
disponibile.
2. Il progressivo invecchiamento della famiglia e l’attenzione da porre per rendere possibile la
permanenza della persona nel proprio nucleo di appartenenza.
La necessità inoltre di approfondire la condivisione del concetto della co-responsabilità nella
determinazione dei percorsi da proporre per la disabilità ma anche per le varie aree di fragilità.
In quest’ ottica diventa importante prevedere azioni di promozione del benessere famigliare da
intraprendere sia per specifici ambiti sia però trasversalmente nell’ottica della rete.
- L’autonomia: resta la finalità principe per la realizzazione del disabile come persona, capace di esercitare
competenze e abilità.
E’ prioritario pertanto promuovere l’integrazione sociale attraverso il sostegno all’autonomia (stile di vita)
possibile:
o Autonomia lavorativa: in questo momento storico in cui il mantenimento del posto di lavoro è
diventata una priorità è necessario mantenere alta l’attenzione riguardo alla promozione di percorsi
di accompagnamento verso i contesti di lavoro e le sua varie potenzialità
o Autonomia sociale: promozione del tempo libero e dell’integrazione sociale prevedendo attività di
sensibilizzazione e accompagnamento.
85

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
o Autonomia abitativa: le proposte di residenzialità rivolte alla disabilità sono state fino ad ora
rivolte soprattutto verso le situazioni di maggior gravità. Si riscontra la necessità di incrementare la
rete di risposte rivolte alle persone con minori necessità assistenziali (gruppi appartamento) per
favorire la spinta verso l’autonomia di vita.
Necessità di prevedere risposte residenziali specifiche (area vasta) per quelle disabilità complesse
che hanno necessità di interventi articolati.
- L’invecchiamento: si rileva, tra la popolazione frequentante i CEOD, un invecchiamento (nel 2010 n°25
persone con più di 50 anni) che comincia ad aver necessità di risposte diverse da quelle offerte dalla realtà
diurne di riferimento.
Da qui la necessità di approfondire un possibile cambiamento sia in termini di realizzare nuove risposte sia di
promuovere, all’interno dei Centri esistenti, variazioni di percorsi.
- Problematiche sanitarie in intensificazione: dai dati rilevabili sul territorio si è evidenziata inoltre la
crescita dei bisogni sanitari fra la popolazione delle persone che già utilizzano i CEOD ma anche
l’incremento di quadri di disabilità complesse con importanti fabbisogni sanitari che con il compimento del
18° anno di età dovrebbero trovare, nella rete dei servizi diurni per la disabilità, la risposta ai percorsi di
socializzazione previsti per l’adulto (nel 2010 n° 3 casi di permanenza presso strutture per l’età e volutiva con
importante valenza sanitaria per la complessità del quadro sanitario e l’impossibilità di fornire risposta presso
i servizi semiresidenziali)
- Le nuove disabilità:
E’ questo un quadro che i servizi per la disabilità danno in rapida evoluzione, frutto di cambiamenti
sociali e culturali (esiti di traumi da incidenti), di nuove prospettive di vita date dalle frontiere raggiunte dalla
medicina, dall’incremento di patologie invalidanti in giovane età (sclerosi, SLA, Parkinson, etc.),
dall’incremento esponenziale di disabilità legate alla sfera comportamentale in età evolutiva.
Tali fenomeni hanno dato vita ad un lavoro di approfondimento su area vasta (Aziende ULSS
afferenti alle Province di Treviso e Belluno) che ha dato un primo esito relativo alla verifica dell’attuale
situazione.
Poiché le problematiche rilevate sono patrimonio comune di tutti i soggetti coinvolti, si è ritenuto di
proseguire il lavoro di analisi sullo sviluppo di tali problematiche al fine di attivare, anche nel presente Piano
di Zona, eventuali azioni di risposta comune.
86

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
Gli elementi emersi dall’elaborazione e della sintesi fatta dal gruppo di lavoro hanno evidenziato
come la rete territoriale degli interventi rivolti alla disabilità sia sostanzialmente adeguata agli attuali bisogni
della popolazione seguita.
Un sistema consolidato di interventi ha però la necessità di essere sollecitato ad analizzare dei
possibili rischi che si possono sviluppare a fronte dell’evidenziarsi di bisogni nuovi e/o di politiche che
mantengono la visione delle problematiche della disabilità su risposte standardizzate.
Pertanto si sono individuati, al fine di promuovere le finalità dell’area, i seguenti spunti per l’analisi:
1) Il rischio di isolamento sociale: nonostante il consolidarsi della cultura dell’integrazione della persona
con disabilità, il gruppo di lavoro ha inteso sottolineare che tale rischio permane nella fatica di
trovare ambiti di socializzazione della quotidianità. Pertanto si è ritenuto di mantenere l’attenzione
sulla necessità di combattere:
- l’isolamento scolastico
- l’isolamento lavorativo
- l’isolamento tempo libero e sociale
2) Lo sviluppo di dipendenza e non di autonomia.
3) Il rischio di implosione delle capacità relazionali e assistenziali della famiglia:
- carenza di risorse (invecchiamento)
- affaticamento nelle disabilità gravi
- carenza di strumenti per la gestione di disabilità complesse.
4) Il rischio di isolamento familiare: difficoltà delle famiglie di viversi come risorse per la comunità.
5) La mancanza di rete familiare.
Con riferimento a quanto contenuto nel Documento di Indirizzo Regionale, il gruppo di lavoro ha
confermato l’attuale sistema dei servizi per la disabilità nello schema previsto dal suddetto atto:
Sistema della domiciliarità: sono state attivate con il precedente Piano di Zona tutte le azioni previste
che proseguiranno anche in seguito.
Si è ritenuto comunque segnalare la necessità di prevedere un costante incremento annuo (n°10 in
considerazione dei dati storici) della rete dei posti CEOD, in previsione dei passaggi delle persone
con disabilità grave dai servizi per l’età evolutiva al compimento del 18° anno di età.
Sistema della residenzialità: frutto della programmazione sviluppata negli ultimi anni, l’attuale assetto
delle risposte residenziali sul territorio ha permesso sia l’azzeramento delle liste d’attesa sia la
programmazione dei rientri delle persone che avevano trovato risposta fuori territorio dell’ULSS n°7
Si prevede una ripresa dello sviluppo della rete a partire dal 2012, per far fronte alle future richieste.
Rispetto alle azioni di sviluppo si è individuata la necessità di promuovere quella relativa
all’autonomia intesa come:
- lavorativa: “Percorsi ponte scuola-lavoro”, dato il suo carattere innovativo, necessita di un ulteriore
anno di sviluppo dell’azione e di interventi di supporto (Progetti innovativi)
- sociale: sviluppare collaborazioni con il mondo del volontariato per potenziare le possibili risposte di
autonomia legata al tempo libero.
- residenziale: è stata valutata inoltre la necessità di consolidare la realizzazione di Gruppi
Appartamento sul territorio in risposta alla richiesta di residenzialità per la disabilità lieve.
Si evidenzia inoltre, come vi siano delle evoluzioni e dei cambiamenti sia in termini di nuove disabilità che di
quadri complessi che necessitano di approfondimenti e di azioni progettuali di supporto da prevedersi come
sviluppo su area vasta (ULSS delle Province di Treviso e di Belluno).
Bisogni prioritari
1. Affaticamento familiare e/o carenza di risorse assistenziali (Bisogno consolidato)
2. Difficoltà di rispondere a disabilità emergenti (Bisogno emergente)
3. Rischio di creare dipendenza (Bisogno consolidato)
4. Difficoltà a reperire dati sulla domanda (Bisogno consolidato)
87

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n°1:
Affaticamento familiare
e/o carenza di risorse
assistenziali
1. Politiche sociali e socio-sanitarie
1/A Promozione di reti solidali di supporto alle persone con disabilità ed alla
famiglia
1/B Promozione degli interventi per la domiciliarità con particolare
attenzione al sistema di risposta per le emergenze
1/C Garantire la continuità assistenziale
1/D Garantire accoglienza residenziale per chi resta senza riferimenti
familiari in situazione di disabilità grave
Bisogni prioritario n°2:
Difficoltà di rispondere a
disabilità emergenti
2. Politiche sociali e socio-sanitarie
2/A Promozione della diagnosi e della presa in carico precoce nelle varie
età di vita della persona e attivazione di percorsi specifici anche in logica di
area vasta.
Bisogni prioritario n°3:
Rischio di creare dipendenza
3. Politiche sociali e socio-sanitarie
3/A Promozione dell’autonomia e del ruolo lavorativo
3/B Promozione delle capacità di vita autonoma residenziale e diurna
3/C Progettare gli interventi sulle abilità
Bisogni prioritario n°4:
Difficoltà a reperire dati sulla
domanda
4. Politiche sociali e socio-sanitarie
4/A Sviluppare capacità di previsione del cambiamento ed anticipare le
evoluzioni
4/B Creare collegamento fra offerta del sistema (progetti/servizi) e bisogni
della popolazione
88

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Centro diurno per persone con disabilità
Comunità alloggio per persone con
disabilità
- Ulss 7
- Ass. La Nostra Famiglia
- Fenderl Soc. Coop. Soc.
- Fondazione Piccolo Rifugio
- Coop. Soc. FAI
- Coop. Soc. Sorgente
- Fondazione Piccolo Rifugio
- Associazione Hope/Fenderl
Soc. Coop. Soc
1/A Promozione di reti solidali di
supporto alle persone con disabilità
ed alla famiglia
2011 284 € 5.105.655,31
2011 76 € 2.665.219,59
1/D Garantire accoglienza residenziale
per chi resta senza riferimenti
RSA per persone con disabilità - Istituto Cesana Malanotti
familiari in situazione di disabilità
grave
2011 30 € 1.496.055,00
Gruppo appartamento per persone con
disabilità
Centri e presidi di riabilitazione funzionale
di disabili psichici, fisici e sensoriali
- Fondazione Piccolo Rifugio
- Ass. La Nostra Famiglia
Assicurare interventi di prevenzione,
diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi
dello sviluppo neurologico, psicologico,
del linguaggio e della motricità
2011 5 € 83.970,77
2011 3.106 € 6.219.956,90
Servizio sociale professionale
- Comuni
- Ulss 7
2/A Promozione della diagnosi e della
presa in carico precoce nelle varie
età di vita della persona e
attivazione di percorsi specifici
anche in logica di area vasta.
2011 479 € 70.481,24
Attività di supporto per il reperimento di
alloggi
- Comuni
3/B Promozione delle capacità di vita
autonoma residenziale e diurna
2011 6 € 179,41
89

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Supporto all’inserimento lavorativo - Ulss 7
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
3/A Promozione dell’autonomia e del
ruolo lavorativo
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 149 € 244.638,54
Altro intervento di accesso, consulenza e
presa in carico (Serv. Disabilità Età Adulta)
- Ulss 7
2/A Promozione della diagnosi e della
presa in carico precoce nelle varie
età di vita della persona e
attivazione di percorsi specifici
anche in logica di area vasta.
2011 603 € 429.036,15
Assistenza domiciliare socio-assistenziale - Comuni
1/B Promozione degli interventi per la
2011 23 € 35.847,91
A.D.I.- Assistenza domiciliare integrata - Comuni
domiciliarità con particolare
con servizi sanitari
- Ulss 7
attenzione al sistema di risposta per
2011 765 € 433.975,28
le emergenze
Altri interventi domiciliari/territoriali
- Comuni
2011 1 € 173,50
Distribuzione pasti e lavanderia a
domicilio
- Comuni
3/B Promozione delle capacità di vita
autonoma residenziale e diurna
2011 4 € 2.375,92
Telesoccorso/teleassistenza - Comuni 1/A Promozione di reti solidali di 2011 7 -
supporto alle persone con disabilità
- Comuni
Trasporto sociale
ed alla famiglia 2011 131 € 630.176,88
- Ulss 7
Sostegno socio-educativo scolastico - Ulss 7
Assegnazioni economiche per il sostegno
della domiciliarità e dell’autonomia
personale (Contributi L. 162/98, 284/97, Vita
indipendente, Sollievo e Assegno di cura )
Contributi economici ad integrazione del
reddito familiare
Contributi economici per cure e
prestazioni sanitarie
- Comuni
- Ulss 7
90
Sostenere gli interventi rivolti
all’integrazione
3/B Promozione delle capacità di vita
autonoma residenziale e diurna
2011 124 € 1.214.889,00
2011 333 € 1.074.813,70
- Comuni Garantire interventi di sostegno 2011 39 € 9.355,59
economico, differenziati a seconda
- Comuni
della tipologia e delle modalità di
- Ulss 7
assistenza fornita 2011 5 € 14.135,70

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Contributi economici per servizio trasporto
e mobilità
Contributi per favorire interventi del terzo
settore
Altro sostegno economico
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
- Comuni 2011 1 € 900,00
- Comuni
- Ulss 7
- Comuni
1/B Promozione degli interventi per la
domiciliarità con particolare
2011 - € 108.093,70
attenzione al sistema di risposta per
le emergenze 2011 42 € 75.851,57
Rette per prestazioni residenziali - Comuni 2011 41 € 272.429,65
1/D Garantire accoglienza residenziale
Trasferimenti per utenti che usufruiscono - Comuni
per chi resta senza riferimenti
di servizi residenziali extra-ulss
- Ulss 7
familiari in situazione di disabilità
2011 37 € 558.427,72
grave
Trasferimenti per utenti che usufruiscono
- Ulss 7
di servizi semiresidenziali extra-ulss
2011 5 € 70.340,52
Attività ricreative di socializzazione,
Soggiorni climatici
Attività ricreative di socializzazione
- Comuni 1/A Promozione di reti solidali di 2011 37 € 62.491,95
supporto alle persone con disabilità
- Comuni
ed alla famiglia 2011 34 € 3.773,95
91

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2- 1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento o riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - SISTEMA DOMICILIARITA’
Sviluppo modalità di raccordo per interventi a
sostegno di famiglie con disabilità gravi( L.162;
etc.) gravissime in età evolutiva
CONFERENZA DEI SINDACI /
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Coordinamento
Associazioni Disabilità Ulss
7
1/B Promozione degli
interventi per la
domiciliarità con
particolare attenzione al
sistema di risposta per le
emergenze
2011 31 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) - Prevedere prospettiva di riconversione
e di incremento della rete di risposte
semiresidenziali sul territorio:
2011: riconversione CEOD Vazzola: (10 posti
per diminuzione posti dai Ceod di Conegliano e
Mareno di Piave) - isorisorse
2012: incremento CEOD Piccolo Rifugio per n°7
posti;
CONFERENZA DEI SINDACI /
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni Disabilità
Ulss 7
- Fondazione Piccolo Rifugio
- Cooperativa sociale Fenderl
- Comuni
3/B Promozione delle
capacità di vita autonoma
residenziale e diurna
1/D Garantire accoglienza
residenziale per chi resta
senza riferimenti familiari
in situazione di disabilità
grave
2011 284 ISO RISORSE
2012 291
2013
2014
2015: apertura CEOD Miane
2015
92

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - SISTEMA RESIDENZIALITA’
Monitoraggio evoluzione nel biennio della
domanda/offerta delle rete di strutture disponibili
DAL 2013:
- Sviluppo progetti di gruppi appartamento in
appoggio alle Comunità alloggio;
- Prevedere prospettiva di incremento delle rete di
risposte residenziali sul territorio (Incremento
N°1posto Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto;
- 2° nucleo Comunità Alloggio Ponte Priula;
- 2° nucleo Vazzola;
- 2° nucleo Soligo;
- nuovo realizzo Comunità Alloggio Conegliano
per n° 10 posti (Associazione Margherita);
- nuovo realizzo Comunità Alloggio Vittorio
Veneto per n° 10 posti;
- nuovo realizzo Area Fregolent Conegliano per n°
4 posti (Gruppo appartamento);
- nuovo Gruppo Appartamento a Vazzola
CONFERENZA DEI SINDACI
/ ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni Disabilità
Ulss 7
- Fondazione Zaina –
Bernardi
- Associazione Hope
- Coop. Soc. Fenderl
- Coop. Soc. Sorgente
- IPAB Casa di Riposo
Fenzi
1/A Promozione di reti solidali
di supporto alle persone
con disabilità ed alla
famiglia
1/C Garantire la continuità
assistenziale
2011 111 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
93

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3-1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse (finanziamenti
complessivi)
(PB) - Autonomia lavorativa:
attivazione di Azioni di sostegno delle
progettualità fragili (progetti innovativi: Pegaso,
Prospettive)
(PS) - Autonomia sociale: Progetto Over 50
(quale alternativa sviluppare alle strutture
semiresidenziali); Progetto “Orto in città”
CONFERENZA DEI SINDACI /
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni Disabilità
Ulss 7
- Associazioni di Volontariato
- Associazione Italiana
Persone Down
3/A Promozione
dell’autonomia e del ruolo
lavorativo
4/A Sviluppare capacità di
previsione del
cambiamento ed
anticipare le evoluzioni
2011 14 ISO RISORSE
2012 ISO RISORSE
2013
2014
2015
(PS) - Individuazione di Percorsi a garanzia
della continuità progettuale fra scuola e
lavoro (Progetto ICARE)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Ist. La Nostra Famiglia
3/A Promozione
dell’autonomia e del ruolo
lavorativo
3/C Progettare gli interventi
sulle abilità
2011 8 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
94

4. La pianificazione per singola area
Area PERSONE CON DISABILITA’
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse (finanziamenti
complessivi)
(PB) – Sviluppo di interventi, in Area Vasta,
a favore di persone con Autismo.
vedasi Allegato n. 6
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Ulss 1 – 2 - 7 – 8 – 9 – di
Area Vasta
2/A Promozione della
diagnosi e della presa in
carico precoce nelle
varie età di vita della
persona e attivazione di
percorsi specifici anche
in logica di area vasta.
2011 112 ISO RISORSE
2012
2013
4/A Sviluppare capacità di 2014
previsione del
cambiamento ed
anticipare le evoluzioni 2015
(PB) – Sviluppo di interventi, in Area Vasta,
a favore di persone con altre disabilità (SLA,
cerebrolesioni..….)
vedasi Allegato n. 7
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Ulss 1 – 2 - 7 – 8 – 9 – di
Area Vasta
2/A Promozione della
diagnosi e della presa in
carico precoce nelle
varie età di vita della
persona e attivazione di
percorsi specifici anche
in logica di area vasta.
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
4/A Sviluppare capacità di 2014
previsione del
cambiamento ed
anticipare le evoluzioni 2015
95

Conferenza dei Sindaci
AREA
SALUTE MENTALE
97

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
4.4 AREA SALUTE MENTALE
Profilo dell’Area
Nell'ultimo Progetto Obiettivo Regionale per la tutela della salute mentale si è posta con sempre
maggior forza la necessità di definire i rapporti di collaborazione con la tutela della salute mentale
nell'infanzia e nell'adolescenza i SERT; i Distretti sociosanitari, ed il sistema delle cure primarie.
Un altro aspetto riguarda il rapporto con il privato sociale con il quale è necessario definire la
collaborazione e la partnership in una logica di co-progettazione.
I pazienti seguiti dai CSM sono in costante aumento, sopratutto nelle fasce più giovani; ciò sta ad
indicare una maggior sensibilità ed attenzione alle problematiche connesse alla salute mentale, un altro
dato importante riguarda la diversificazione delle esigenze e dei bisogni che tali pazienti portano al
Dipartimento di Salute Mentale.
Ciò impone l'esigenza di tracciare nuovi percorsi terapeutico-riabilitativi che vedano il
paziente/persona e non le strutture al centro della progettualità, pensando ad una presa in carico della
persona in termini globali e complessivi.
Le Progettualità presenti in questo Piano di Zona, come peraltro anche in quello precedente, insistono
su tali aspetti .
Lo sviluppo dei progetti a vario grado di tutela per gli inserimenti lavorativi, la possibilità di continuare
il percorso riabilitativo in una struttura a “basso impatto ambientale” come un appartamento protetto, hanno
come scopo una maggior integrazione socio-relazionale del paziente .
La collaborazione con i servizi dell'Età Evolutiva il Sert e la Nostra Famiglia, il mondo della scuola per
iniziative di tipo sia formativo che informativo, la collaborazione con i medici di medicina generale
sottendono anche una visione complessiva trasversale e non limitata solo ad un unico ambito
specialistico.
A ciò si collega anche il lavoro sul benessere e la salute dei nostri pazienti che presentano un
aumentato rischio di morbilità e mortalità per malattie cardio e cerebro-vascolari.
Riteniamo importante la conoscenza delle peculiarità del territorio e della sua epidemiologia in modo
da definire una progettualità modulabile sulle esigenze locali e con possibilità di aggiornamenti tarati sugli
esiti delle ricerche.
Così come ci pare importante pensare ad utilizzare con una adeguata formazione la risorsa territoriale
espressa del volontariato ed implementare i gruppi AMA individuando all'interno degli utenti dei nuovi
facilitatori.
Pensiamo con queste progettualità di dare delle risposte agli utenti, intendendoli sia come persone
che come rappresentanti di una famiglia e di una comunità, che vanno coinvolti nel percorso terapeutico.
In tale modo si viene a creare una proficua integrazione fra la componente sanitaria e quella sociale
in cui attuare le varie fasi del percorso di cura: la prevenzione la cura e la riabilitazione.
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
Al Tavolo di lavoro per l’Area Salute Mentale sono state invitate le associazioni di familiari operanti nel
territorio, Cooperative sociali, organizzazioni sindacali, organizzazioni del volontariato.
Nelle prime riunione plenarie svoltesi dal 31 maggio 2010 in poi, sono stati analizzati i risultati e le
aree problematiche presenti nel Piano di zona precedente ed evidenziati gli ambiti che non erano compresi
nel precedente Piano, ma che si riteneva importante includere in questo Piano 2011/2015.
Ogni partecipante ha espresso le proprie osservazioni e proposte all’interno di sottogruppi di lavoro.
La scelta delle aree di lavoro è stata fatta all'unanimità.
Per ogni “Area/Ambito di lavoro si sono realizzati diversi incontri per poi procedere alla restituzione e
condivisione all’interno del Tavolo di Area plenario, procedendo alla definizione e coprogettazione di
interventi ed azioni.
Di seguito si riportano le “Aree/Ambiti” di lavoro oggetto di approfondimento dei sottogruppi individuati.
99

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Ambito della Prevenzione
Nell'analisi di quest'ambito, il Tavolo di lavoro è partito da tre considerazioni:
- la prima è che una gran parte di parte di pazienti, soprattutto con disturbi dell'umore e d'ansia, ma non
solo, e che avrebbero bisogno di assistenza psichiatrica non si rivolge al DSM, in prima battuta Spesso
invece si rivolgono al MMG perché è conosciuto dalla famiglia, si è occupato della salute del paziente o
di un suo stretto familiare e a volte è l'unico depositario della storia della sua vita. Inoltre è meno
stigmatizzante;
- la seconda è che la tempestività e l’appropriatezza della cura è un elemento essenziale per frenare
l’evoluzione della malattia e ottenere una prognosi migliore;
- la terza è che la collaborazione fra le varie risorse territoriali è una importante risorsa che spesso non
viene sfruttata appieno.
Una situazione di forte disagio che non viene riconosciuta e che lascia da solo senza adeguati
interventi il paziente porta ad una cristallizzazione della patologia e favorisce la cronicità. Viceversa se
l’esordio della malattia trova degli interlocutori adeguati ed esperti che sono in grado di offrire un progetto
terapeutico complessivo sulla persona la prognosi sarà sicuramente diversa.
L'esordio della malattia è molto spesso subdolo e sfumato e pertanto molto difficile da individuare.
La diagnosi differenziale, sopratutto all'esordio, spesso richiede una valutazione o una consulenza
specialistica.
Nell'ottica di una psichiatria che vuole interagire con il “territorio esistenziale “ del paziente ci è parso
indispensabile dialogare con delle figure molto importanti della vita sociale e relazionale del paziente. La
relazione non è più con il solo paziente all'interno di una struttura sanitaria ma si estende al mondo sociale
del paziente , con la complessità che ciò comporta.
Nel Piano Zona precedente si era chiesta la collaborazione dei medici di medicina generale dando
corso alla costituzione di un gruppo di lavoro sulla prevenzione dell’esordio nel quale si sono condivisi e
approfonditi aspetti diversi, clinici e organizzativi.
L'idea di poter continuare con questi preziosi momenti di riflessione condivisa, utili per poter avere un
momento strutturato di incontro, ha portato il Tavolo di lavoro a proporre la costituzione di un Gruppo
permanente di discussione composto da Medici di Medicina Generale, Pediatri, Neuropsichiatri della Nostra
Famiglia e dei servizi afferenti all’Area Infanzia/Minori – Giovani/Adolescenza e servizi del DSM, non
ristretto alle sole patologie di esordio ma comprendente anche le altre patologie di tipo psichiatrico.
Ambito Lavoro
Le persone con disagio psichico rappresentano una fascia debole rispetto al mercato del lavoro, in
quanto particolarmente soggetta a fenomeni di esclusione ed emarginazione. La malattia mentale può
produrre una compromissione del funzionamento lavorativo e d'altro canto le attuali condizioni del mondo del
lavoro spesso ne ostacolano l'accesso e favoriscono l'espulsione. L’attuale crisi economica ha aggravato la
problematica..
Per quanto riguarda la realtà territoriale dell'ULSS n. 7 si riscontra che una fascia significativa di utenti
in carico al DSM presenta difficoltà di integrazione lavorativa e di mantenimento di una stabile occupazione.
Nel corso degli ultimi anni i Servizi psichiatrici territoriali hanno rilevato un aumento della richiesta di
sostegno nell'area del lavoro e tale richiesta appare sempre più differenziata per la maggiore eterogeneità e
complessità delle caratteristiche individuali degli utenti (età, livelli superiore di scolarità, curriculum
lavorativi). Le risposte e gli interventi di cui il DSM usufruisce nell'area degli inserimenti lavorativi si
riferiscono:
a) alla continuità del protocollo con il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) di questa U.L.S.S. per
l'attivazione di percorsi di orientamento, formazione, socializzazione e mediazione al collocamento mediante
lo strumento esclusivo del tirocinio, e alla costituzione con delibera dalla ULSS7 nel 2008 di un gruppo
tecnico (gruppo di regia) tra operatori del DSM e SIL .
b) All’attivazione del progetto Integra nel 2007 (provincia Treviso) per la collocazione mirata delle
persone con diagnosi psichiatrica, ai sensi della legge 68/99.
c) All'attivazione di percorsi di formazione al lavoro con i progetti individuati nei piani di zona
precedenti, in particolare: l’avvio della formazione al lavoro in cooperative b di 12 pazienti (pre-tirocini),
l’avvio con l’IPS nel giugno 2010 del modello di sostegno alla ricerca attiva del lavoro per
100

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
l’accompagnamento attivo al lavoro dei pazienti con forte motivazione al lavoro, e non ancora entrati nei
circuiti assistenziali.
Ambito Casa
Si è da anni posto il problema di fornire abitazioni ai pazienti ospiti delle nostre strutture residenziali
dipartimentali, laddove non sia possibile il rientro nella famiglia.
Il prolungamento della permanenza in Comunità, una volta raggiunti i risultati riabilitativi attesi, determina sia
il rischio di regressione per il fenomeno in passato descritto come “ istituzionalizzazione “, sia un
rallentamento del turnover, con limitazione della' offerta riabilitativa residenziale all' utenza.
Si è tenuto conto che l'offerta abitativa, per altro carente, almeno in termini di accessibilità viene
limitata frequentemente dalla condizione di “ pazienti psichiatrici “ dei nostri utenti. Si è proceduto quindi ad
individuare gli ospiti delle Residenze, che necessitano nell' immediato o, comunque, al termine del progetto
riabilitativo, di una collocazione abitativa autonoma.
Sono state prese in considerazione le varie soluzioni abitative possibili: alloggi già di proprietà di un
utente, alloggi ATER, alloggi privati. Sono intercorsi contatti con i maggiori comuni del territorio per il
reperimento di alloggi.
Si è concordato un progetto integrato con la cooperativa titolare della gestione delle SSRRI ( ISP ),
finalizzato all' assistenza territoriale a tempo definito degli utenti dimessi ed inseriti in un'abitazione in
autonomia, al fine di aiutarli nell'adattamento alla nuova esperienza e verificare il mantenimento in esterno
dei risultati riabilitativi conseguiti. Si è provveduto ad inserire quanto definito nel capitolato d' appalto in
corso. Sono stati attivati fino ad oggi quattro progetti abitativi per un totale di cinque utenti ( è prevista ed
auspicata la collocazione di due utenti per unità abitativa ) e è in corso di definizione un quinto; in un caso il
progetto è già terminato ed ha portato a buoni risultati, in termini di funzionamento autonomo del paziente
che ne ha beneficiato.
Si ricorda che il Progetto “Obiettivo Casa” del precedente Piano di zona, prevede l' impiego di
operatori della Cooperativa gerente le SRI, in integrazione con operatori del CSM ed eventualmente del
Comune di residenza, per un impegno orario settimanale definito ( mediamente 15 ore settimanali nella
fascia oraria diurna per ciascun nucleo abitativo attivato) e per una durata non superiore ai due aa ( il caso
conclusosi ha necessitato di poco più di un anno ). E' stato predisposto un protocollo operativo per l'
attuazione di ogni singolo progetto.
Punti critici rilevati: limite orario di 15 ore complessive, nell'anno in corso, per il personale della
Cooperativa gerente ( ISP); difficoltà nel reperimento di alloggi in assenza di percorsi “ protetti “ per utenti
con disabilità mentale ( in due casi sono stati disponibili alloggi ATER e negli altri due si è ricorso a trattativa
con privati ).
All’interno del Tavolo di Area è emerso come attualmente altri sette utenti delle Residenze Riabilitative
( con esclusione della RSA dipartimentale ) necessitino di una collocazione abitativa autonoma.
Ambito del Benessere
Una parte importante del lavoro per quanto riguarda la salute mentale è relativo alla informazione
sulle malattie mentali , al fine di diminuire il pregiudizio, purtroppo ancora molto presente, che ostacola
notevolmente la cura ed il reinserimento sociale del paziente.
Riteniamo fondamentale lavorare con le Scuole, la popolazione generale e le famiglie in modo da
aiutare le persone non ben informate a vedere la malattia mentale come un problema concernete la salute
di una persona , che come tutti i problemi della salute può essere curato e, anche se non sempre, guarito.
Desideriamo inoltre lavorare sulla salute e sulla prevenzione delle malattie dei nostri pazienti.
La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici di riorganizzare
positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle
opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che
immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare
efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete
importanti. E' importante quindi favorire questi processi curando il benessere psicofisico delle persone e
delle famiglie mediante stimoli cognitivi ed esercizio fisico. Lo stato di salute fisica correla infatti con lo stato
di salute psichico.
101

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Le persone con malattie psichiche complesse (MPC), quali disturbi schizofrenici, bipolari, e
depressione, hanno un peggiore stato di salute e una ridotta aspettativa di vita rispetto alla popolazione
generale.
La mortalità in queste persone è infatti di 2-3 volte più elevata della popolazione sana e il divario di
mortalità si è andato allargando nelle recenti decadi.
Le persone con una MPC hanno un aumento di mortalità associato a malattie fisiche, soprattutto cardio- e
cerebrovascolari vascolari E’ possibile ridurre tale mortalità con programmi specifici di azione sui fattori di
rischio ( sedentarietà, fumo, alimentazione, riduzione del peso) .
All'interno delle nostre strutture riabilitative, in particolare nei Centri diurni, Comunità alloggio e CTRP
sono programmate attività motorie di diverso tipo (palestra, nuoto, camminate) volte a migliorare lo stato di
salute, a prevenire le patologie legate alla sedentarietà è ad aumentare il benessere psicofisico degli utenti
inseriti.
In particolare si segnalano due progetti rispettivamente del CD di Vittorio Veneto (progetto
Psicofitness-terapia)in collaborazione con l'Istituto Medicina dello Sport (Dr Lamberti) e del CD di Conegliano
(con la Dott Bornello) che possono costituire degli esempi di articolazione di programmi Dipartimentali.
In sintesi il Tavolo di lavoro dell’Area Salute Mentale ha evidenziato i seguenti bisogni:
- Abitazione in un contesto di integrazione con la comunità
- Inserimenti lavorativi a vario grado di protezione
- Sostegno alle famiglie particolarmente all'esordio o al primo evento acuto
- Migliorare l'integrazione dei servizi
- Favorire l'inclusione sociale
- Soluzioni abitative a varia modulazione di assistenza
- Conoscenza dei servizi socio-assistenziali presenti nel territorio
- Risposta a situazioni di disagio emergenti nella popolazione adolescenziale e nella popolazione in
generale
- Livello di benessere psicofisico nella pazienti con disagio psichico e nella popolazione generale.
Bisogni prioritari
1. Carenza di integrazione fra servizi territoriali, MMG , Dipartimento di Salute Mentale ed Età Evolutiva
(Bisogno emergente).
2. Mancanza di informazione ed educazione sui temi della salute mentale e del benessere psicofisico ,
nella famiglia scuola popolazione generale , sostegno alle famiglie (Bisogno consolidato)
3. Difficoltà di Inserimento lavorativo a vario grado di protezione , inserimenti sociali ed abitativi; difficoltà di
reperimento alloggi per pazienti del DSM (Bisogno consolidato).
102

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 1:
1 Politiche sociali e socio-sanitarie
Carenza di Integrazione fra i
servizi ( la Medicina del
territorio, Età Evolutiva ed il
Servizio di Psichiatria)
1/A Particolare attenzione alle “zone grigie”: salute mentale dell’infanzia e
adolescenza
1/B Sviluppo di attività territoriali specifiche con particolare riguardo alla natura
ed alla dimensione dell’attività domiciliare, alla collaborazione e integrazione
con altri servizi sanitari (MMG, PLS, NPI)e sociali
Bisogni prioritario n° 2:
1/C Promozione della ricerca scientifica nella pratica dei servizi.
2 Politiche sociali e socio-sanitarie
Mancanza di Informazione
ed educazione sui temi della
salute mentale e del
benessere psicofisico , nella
famiglia scuola popolazione
generale) , sostegno alle
famiglie.
2/A Adeguato utilizzo delle risorse e rendere i servizi accessibili alle persone in
grado di adattarsi ad una domanda sempre più attenta e in evoluzione
2/B Sviluppo di iniziative socio riabilitative, informative e formative rivolte a
utenti, familiari e popolazione
2/C Assicurare una risposta comprensiva e individualizzata ai bisogni di salute
mentale della persona, anche nei casi più complessi, con comorbilità non
psichiatrica o in condizione di grave disagio psicosociale
2/D Promozione di risorse comunitarie per l’integrazione delle persone con
disturbo mentale e lotta contro lo stigma e pregiudizio
Bisogni prioritario n° 3:
Difficoltà di Inserimento
lavorativo a vario grado di
protezione, (inserimenti
sociali ed abitativi);
2/E Coinvolgimento delle persone e loro familiari in tutte le fasi del percorso
diagnostico e terapeutico/riabilitativo sostenendo la loro capacità di scelta e di
decisione, acquisendo il consenso informato su obiettivi e modalità di
trattamento.
3 Politiche sociali e socio-sanitarie
3/A Promozione e potenziamento dell’autonomia e del ruolo lavorativo
3/B Promozione delle capacità di vita autonoma e supporto alle abilità sociali e
relazionali della persona
Difficoltà di reperimento
Alloggi per pazienti seguiti
del DSM
103

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Comunità alloggio - Ulss 7 2011 38 € 1.101.133,86
Comunità terapeutica residenziale
protetta
Gruppo appartamento protetto
(compreso Gruppo appartamento
Centro disturbi alimentari)
Centro Diurno
(compreso Centro diurno Centro
disturbi alimentari)
- Ulss 7
CSM – Centro di Salute Mentale - Ulss 7
Supporto all’inserimento lavorativo - Ulss 7
Altro intervento di accesso,
consulenza e presa in carico (Servizio
Sociale Professionale)
Assistenza domiciliare socioassistenziale
A.D.I.- Assistenza domiciliare
integrata con servizi sanitari
Distribuzione pasti e/o lavanderia a
domicilio
- Ulss 7
- Coop. Soc.
Insieme si può
- Ulss 7
- Coop. Soc.
Insieme si può
- Ulss 7
- Comuni
Assicurare interventi terapeutico/riabilitativi
regime di residenzialità extra ospedaliera
3/A Promozione e potenziamento dell’autonomia e
del ruolo lavorativo
Garantire il recupero degli aspetti di disabilità
legati alla malattia mentale, al miglioramento
delle funzioni psicosociali e al recupero di abilità
nelle relazioni interpersonali
Promozione della diagnosi e della presa precoce
e attivazione di progetti terapeutici personalizzati
3/A Promozione e potenziamento dell’autonomia e
del ruolo lavorativo
Rispondere all’esigenza dei cittadini di informazione e
consulenza in merito a diritti, prestazioni, modalità di
accesso ai servizi, risorse disponibili nel territorio
2011 33 € 1.385.965,23
2011 10 € 342.262,34
2011 80 € 1.051.213,26
2011 3.527 € 3.463.827,31
2011 125 € 205.242,31
2011 330 € 52.528,47
- Comuni
Garantire ai soggetti di tutte le età, che si trovano
in uno stato di dipendenza sanitaria o socio
2011 56 € 64.969,43
sanitaria, interventi domiciliari limitati o
- Comuni continuativi nel tempo, attraverso l'erogazione di
prestazioni sanitarie che si integrano, quando
2011 17 € 29.752,44
necessario, con le prestazioni socio sanitarie
- Comuni
erogate dai comuni 2011 26 € 35.376,28
104

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Trasporto sociale - Comuni
2/A Adeguato utilizzo delle risorse e rendere i
servizi accessibili alle persone in grado di
2011 24 € 4.424,89
adattarsi ad una domanda sempre più attenta
Altro intervento domiciliare/territoriale - Comuni
e in evoluzione 2011 3 € 456,50
Contributi economici ad integrazione
del reddito familiare
- Comuni 2011 8 € 13.185,60
Contributi economici per alloggio - Comuni 2011 1 € 517,39
Altro sostegno economico - Comuni 2011 3 € 1.504,54
Garantire interventi di sostegno economico,
Rette per prestazioni residenziali - Comuni
differenziati a seconda della tipologia e delle
modalità di assistenza fornita
2011 10 € 45.337,88
Trasferimenti per utenti che
usufruiscono di servizi residenziali
extra Ulss
- Ulss 7
- Comuni
2011 27 € 497.673,90
Contributi per favorire interventi del
terzo settore
- Comuni
2011 - € 1.650,00
Interventi per l’integrazione sociale dei
soggetti deboli o a rischio
- Comuni
3/B Promozione delle capacità di vita autonoma e
supporto alle abilità sociali e relazionali della
persona
2011 1 € 1.800,00
Altro (SPDC) - Ulss 7
Assicurare trattamenti psichiatrici in regime di
ricovero ospedaliero, volontario (TSV) o
obbligatorio (TSO); assicurare consulenza
psichiatrica e psicologica per ogni degente
2011 15 € 1.760.613,00
105

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse (finanziamenti
complessivi)
(PB) - Gruppi AMA
Incontri informativi con gli
insegnanti (in orario di servizio)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Associazioni di Volontariato
2/B Sviluppo di iniziative socio
riabilitative, informative e
formative rivolte a utenti,
familiari e popolazione
2011 59 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) – Progetto “Modello IPS” ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni di Volontariato
2011 6 ISO RISORSE
2012
2013
3/A Promozione e potenziamento
dell’autonomia e del ruolo
lavorativo
2014
2015
(PB) – Progetto “Il lavoro per
me” (pre tirocini)
(Finanziamento 2011: Ulss 7)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni di Volontariato
- Cooperative sociali “B”
2011 20 € 40.000,00
2012
2013
2014
2015
106

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e
socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse (finanziamenti
complessivi)
(PB) – Progetto Integra
(Finanziamento 2011:
Provincia € 24.000,00)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Provincia
- Cooperative sociali “B”
3/A Promozione e potenziamento
dell’autonomia e del ruolo
lavorativo
3/B Promozione delle capacità di
vita autonoma e supporto alle
abilità sociali e relazionali della
persona
2011 25 € 24.000,00
2012
2013
2014
2015
(PB) - Progetti per il
benessere psicofisico
all’interno delle strutture
riabilitative del DSM e nel
territorio (all’interno dell’attività
istituzionale)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Cooperativa sociale I.S.P.
2/B Sviluppo di iniziative socio
riabilitative, informative e
formative rivolte a utenti,
familiari e popolazione
2011 30 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
107

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2 -1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento o riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Formalizzazione del Gruppo di
lavoro misto MMG, DSM, NPI e PLS
per migliorare la modalità di
collaborazione attraverso confronto su
casi clinici o problematiche incontrate
ULSS 7
in co-progettazione con:
MMG
PLS
Nostra Famiglia (Npi)
Ulss
1/B Sviluppo di attività territoriali
specifiche con particolare riguardo
alla natura ed alla dimensione
dell’attività domiciliare, alla
collaborazione e integrazione con
altri servizi sanitari (MMG, PLS,
NPI)e sociali
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) - Formazione dei Facilitatori
individuati fra gli utenti che hanno
partecipato ai 4 Gruppi AMA ( per
complessivi: n. 3 utenti , 1 familiare e 1
operatore)
Finanziamento 2011:Azienda Ulss 7
ULSS 7
(PS) - Miglioramento Sito Aziendale ULSS 7
2/A Adeguato utilizzo delle risorse e
rendere i servizi accessibili alle
persone in grado di adattarsi ad una
domanda sempre più attenta e in
evoluzione
2/B Sviluppo di iniziative socio
riabilitative, informative e formative
rivolte a utenti, familiari e
popolazione
2011 NR € 1.000,00
2012
2013
2014
2015
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
108

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Promuovere la creazione di
una Rete tra le Cooperative sociali
presenti nel territorio per aumentare
le opportunità di inserimento per
l’utenza
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni
- Cooperative sociali “B”
3/A Promozione e potenziamento
dell’autonomia e del ruolo lavorativo
3/B Promozione delle capacità di
vita autonoma e supporto alle abilità
sociali e relazionali della persona
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) - Realizzazione di una Carta dei
Servizi del DSM e Aggiornamento
della “Mappatura delle risorse di
rete del territorio” dell’Ulss 7
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni
- Associazioni di Volontariato
2/A Adeguato utilizzo delle risorse
e rendere i servizi accessibili alle
persone in grado di adattarsi ad una
domanda sempre più attenta e in
evoluzione
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) – Progetto Casa
Finanziamento 2011:
Conf. Sind € 13.751,00
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Comuni
- Cooperative sociali
- Provincia
- Ulss 7
3/B Promozione delle capacità di
vita autonoma e supporto alle abilità
sociali e relazionali della persona
2011 8 € 13.751,00
2012
2013
2014
2015
109

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3 -1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Analisi dei bisogni MMG (Medici
Sentinella )
(PS) – Studio fattibilità per attivazione di
uno Spazio telefonico dedicato ai
MMG e di un Ambulatorio dedicato per i
Disturbi depressivi da svilupparsi
all'esterno delle strutture dedicate.
ULSS 7
in co-progettazione con:
- MMG
1/C Promozione della ricerca
scientifica nella pratica dei servizi
2/D Promozione di risorse
comunitarie per l’integrazione
delle persone con disturbo
mentale e lotta contro lo stigma e
pregiudizio
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) - Gruppo per i Familiari che hanno
parenti con Disturbo Bipolare
ULSS 7
in co-progettazione con:
- MMG
2/B Sviluppo di iniziative socio
riabilitative, informative e
formative rivolte a utenti, familiari
e popolazione
2011 12 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) - Progetto Benessere
Interdipartimentale con integrazione
Istituto Medicina dello Sport
(Psicologo tirocinante x attività fisica a
pazienti)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Cooperativa Sociale I.S.P.
- Associazione “Raggio di
Luna”
- Associazione Psiche 2000
2/C Assicurare una risposta
comprensiva e individualizzata ai
bisogni di salute mentale della
persona, anche nei casi più
complessi, con comorbilità non
psichiatrica o in condizione di
grave disagio psicosociale.
2011 20 € 12.164,00
2012
2013
2014
2015
110

4. La pianificazione per singola area
Area SALUTE MENTALE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Istituzione di un Corso di
formazione per Volontari/Famiglie e
popolazione in genere (72 ore)
Inserimento nel giornale aziendale Verso
di una pagina dedicata alla salute
mentale
ULSS 7
in co-progettazione con:
- MMG
- Cooperativa Sociale I.S.P.
- Associazioni di Volontariato
2/B Sviluppo di iniziative socio
riabilitative, informative e
formative rivolte a utenti,
familiari e popolazione
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
111

Conferenza dei Sindaci
AREA DIPENDENZE
113

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
4.5 AREA DIPENDENZE
Profilo dell’Area
La Regione del Veneto, nel perseguire la realizzazione di un’organica politica di prevenzione e
contrasto all’uso, abuso e dipendenza da sostanze psicotrope e alcol sottolinea il bisogno di una forte
integrazione tra politiche sanitarie e sociali e quindi di costruire un’unica visione coordinata di approccio al
problema che ricostruisca l’unitarietà della programmazione e delle azioni. Ciò trova realizzazione nel
Dipartimento per le Dipendenze, come luogo di condivisione, concentrazione, ma anche di comunicazione
tra i diversi soggetti che, a diverso titolo, intervengono sulla tematica e che quindi hanno una titolarità nel
promuovere, nello stimolare, nel creare tutte le opportunità preventive e assistenziali di un determinato
territorio.
Nel “Documento regionale di indirizzo per la programmazione di zona 2011-2015” (Allegato A DGRV
n. 2082 del 3 agosto 2010) vengono delineate alcune politiche di intervento:
- Appare necessario incentivare le azioni di prevenzione selettiva e/o indicata con la finalità di
indirizzare le risorse e le azioni verso i contesti ed i soggetti (con particolare attenzione ai giovani)
maggiormente esposti all’uso di sostanze, per situazioni di vulnerabilità e fragilità
familiare/personale/sociale. L’obiettivo principale è quello di ridurre i tempi di esposizione alle sostanze,
ossia dell’intervallo di tempo compreso tra il primo utilizzo ed il momento in cui si avvia il contatto con la
rete dei servizi.
- La situazione evidenziata dai dati prodotti dai Servizi per le Dipendenze della Regione (Rapporto
epidemiologico su droga e alcol in Veneto – anno 2008) evidenzia una tendenza all’aumento della
domanda da parte di giovani e giovanissimi e parallelamente rileva un sensibile “invecchiamento” di
un’altra parte di utenza, che ha continuato ad essere seguita nel corso degli anni dai Centri di cura,
come conseguenza del prolungamento dei trattamenti e della, conseguente, minore mortalità. Inoltre, in
questi anni, i Dipartimenti per le Dipendenze hanno incrementato e diversificato la gamma delle
persone assistite, considerando in tale gruppo anche persone che utilizzavano sostanze quali la
cannabis, la cocaina, anfetamine, nonché policonsumatori e abusatori e/o alcol dipendenti. Ciò
comporterà una necessaria rivisitazione anche dell’offerta di cura e lo sviluppo di trattamenti
innovativi riferiti alle diverse forme di dipendenza.
- La questione del reinserimento socio lavorativo e dell’inclusione sociale dei soggetti alcoltossicodipendenti
(e delle loro famiglie) va affrontata in un’ottica globale considerandone tutte le
forme di manifestazione, ossia le difficoltà dei lavoratori con problemi di dipendenza, i bisogni di
reinserimento lavorativo delle persone che hanno già riconosciuto e affrontato il proprio disagio e da
ultimo, l’atteggiamento culturale del mondo lavorativo nei riguardi della salute. Il processo di inclusione
nel normale circuito di vita quotidiana va inteso in un rapporto di continuità con il processo di aiuto.
Visivamente, tale processo può essere rappresentato da una forma circolare, attraverso cui la persona
esce e rientra nell’ambiente di vita scelto, processo che va sostenuto e accompagnato da strategie e
strumenti che favoriscano una trasformazione delle reti territoriali in reti di inclusioni e del piano
operativo in un piano cooperativo.
- La famiglia: è l’ambito di vita principe in cui ciascuno vive e consolida relazioni significative, cresce e si
struttura come persona, viene accolto e tutelato nelle sue fragilità In questo senso la famiglia è quindi
soggetto protagonista del benessere della persona e pertanto trasversale a tutte le aree del Piano di
Zona. Va quindi mantenuta e sviluppata anche nell’Area delle Dipendenze l’azione di coinvolgimento
dei familiari, sia come soggetti portatori di bisogni, che come risorsa fondamentale nell’attivazione delle
forze utili ai processi di cura del paziente, attraverso politiche che accompagnino la famiglia in questo
percorso, con modalità che favoriscano l’emergere delle potenzialità in essa presenti e il miglioramento
della qualità della vita del nucleo familiare.
Nel nostro territorio per quanto riguarda gli interventi di prevenzione selettiva e/o indicata è stato
avviato nel 2008 un progetto di ricerca-azione (progetto Sibilla) finalizzato proprio all’identificazione dei
fattori di rischio più diffusi nel territorio al fine di strutturare interventi di prevenzione mirati. Inoltre sono già
attivati all’interno del Piano Triennale d’intervento Area Dipendenze 2006 –2008 dei progetti territoriali di
educativa di strada (Progetto Muretto) e di sportello consulenziale (Progetto GionaTAN). Queste
115

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
progettualità hanno trovato nel Centro per le Dipendenze Giovanili il naturale luogo di coordinamento per le
azioni di rete e le strategie di aggancio precoce nella popolazione degli adolescenti e giovani.
Per quanto attiene ai trattamenti innovativi per le diverse forme di dipendenza, negli ultimi anni si è
sviluppato un lavoro di maggior collegamento con il territorio e di revisione dei protocolli interni al SerD per il
trattamento del paziente alcol dipendente. Parallelamente si sta assistendo ad un incremento del numero di
persone che si rivolgono al Servizio per questa problematica e si avverte la necessità di offrire loro una
gamma di interventi maggiormente differenziati. Molto è stato fatto per la fascia d’utenza giovanile e
adolescenziale (che presenta caratteristiche distintive rispetto ai tossicodipendenti adulti) differenziandone il
percorso non solo di trattamento, ma anche la stessa presa in carico, che ormai avviene da tempo presso il
Centro per le Dipendenze Giovanili, con un’èquipe dedicata e con modalità di valutazione più idonee ed
efficaci (semiresidenziali e residenziali).
Si riscontra d’altro canto, un sensibile “invecchiamento” di un’altra parte di utenza (gli utenti
tossicodipendenti cosiddetti “ricorrenti”), per la quale vanno realizzati e gestiti programmi di cura e presa in
carico che tengano nel dovuto conto le capacità e le risorse residue del singolo e del suo ambiente sociale.
Anche sul versante del gioco d’azzardo patologico, dipendenza che si sta diffondendo sempre di più, il
Servizio si è attivato precocemente fornendo attività di consulenza e trattamento e partecipando ad iniziative
regionali sul tema (v. Progetto Jackpot).
Sul piano del reinserimento socio-lavorativo e dell’inclusione sociale si riscontrano in primo
luogo le conseguenze della particolare situazione economico-finanziaria globale che si riflette in un
crescente disagio delle fasce più deboli della popolazione e quindi anche delle persone con problematiche di
dipendenza. Rispetto a questi bisogni, la rete dei progetti territoriali (Muretto, Gionatan e Sistema), per
quanto riguarda la fascia giovanile, ha prodotto interessati sinergie e nuove modalità di lavoro attualmente
riconsiderate e valutate all’interno di un percorso di laboratorio condiviso con l’Osservatorio Regionale per
l’Inclusione Sociale.
L’ultimo ambito sul quale il documento regionale di indirizzo pone l’attenzione è quello della
famiglia. I dati del triennio hanno evidenziato un sensibile aumento del numero di genitori presi in carico dal
Servizio.
Questo dato, unitamente al consolidamento dell’esperienza con il gruppo di sostegno dei genitori attivo al
servizio, ha stimolato una riflessione che ha portato gli operatori a formulare un progetto specifico dedicato
alle famiglie, che si propone di offrire livelli diversificati di sostegno in base alle esigenze rilevate tra i genitori
i quali si trovano a fronteggiare difficoltà di gestione educativa e relazionale con figli che sono appena entrati
in contatto con le sostanze, le hanno sperimentate, già le usano in maniera sistematica, oppure hanno
sviluppato una vera e propria tossicodipendenza. Le riflessioni sull’ambito familiare hanno portato anche
all’attivazione di importanti iniziative, dalla costituzione di un’associazione di familiari di tossicodipendenti
(Ass. Dipende), alla diffusione di percorsi di formazione per genitori di preadolescenti (progetto GEA –
Sibilla) in molti comuni dell’Azienda ULSS 7.
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
Il Tavolo di lavoro, a seguito dell’analisi effettuata, ha ritenuto di identificare tre macroaree come
espressione di bisogni diversificati che sono descritti di seguito:
AREA DIPENDENZE GIOVANILI
Le azioni territoriali degli ultimi anni (Muretto, GionaTan, Sistema) hanno contribuito alla creazione di
una rete efficace nell’area delle dipendenze giovanili promuovendo l’integrazione degli interventi dei vari
soggetti coinvolti e garantendo un miglior lavoro di inclusione sociale. Si sente l’esigenza di stabilizzare e
capitalizzare quanto finora sviluppato garantendo anche un livello di maggior coordinamento centrale
attraverso un ruolo sempre più significativo del Centro per le Dipendenze Giovanili come naturale spazio di
condivisione dei percorsi di aggancio precoce e cura dei soggetti adolescenti a rischio o che già presentano
problematiche legate all’uso di sostanze psicotrope.
116

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
Nell’affrontare le dipendenze giovanili si avverte come cruciale l’aspetto preventivo della formazione degli
adulti (genitori e insegnanti in particolare) attraverso percorsi strutturati e che garantiscano una reale
acquisizione di strumenti educativi efficaci nel favorire la promozione dei fattori protettivi e la riduzione dei
fattori di rischio.
Nell’ambito del trattamento di adolescenti e minori tossicodipendenti che sono a conclusione di un
percorso terapeutico residenziale si riscontra inoltre la necessità di un supporto adulto nel territorio che
garantisca il reinserimento di questi utenti giovanissimi (18-24 anni) attraverso un periodo di
accompagnamento in una “famiglia per il transito”.
AREA TOSSICODIPENDENTI ADULTI RICORRENTI
L’esperienza maturata dal Servizio negli ultimi anni ha evidenziato un incremento degli utenti
cosiddetti ricorrenti, che si caratterizzano per un alta cronicità della patologia, un’emarginazione sociale,
numerosi fallimenti terapeutici precedenti e una scarsa aderenza a programmi ambulatoriali integrati, oppure
con una estrema difficoltà di raggiungimento di una autonomia lavorativa – abitativa. Come già ricordato si
assiste inoltre ad un progressivo invecchiamento di questa parte dell’utenza con un relativo innalzamento
delle richieste socio-assistenziali a cui il territorio non riesce a rispondere in modo adeguato. Ne consegue
che molti di questi pazienti finiscono con il ricorrere ad espedienti vari (anche di tipo illegale), stazionano in
modo improprio negli ambienti pubblici e in alcuni casi possono creare situazioni di disturbo nei vari contesti
del tessuto sociale. Un’ampia fascia di questi utenti presenta anche una ormai pressoché definitiva inabilità a
qualsivoglia attività di tipo lavorativo.
Emerge quindi il bisogno di tentare di trovare soluzioni aggregative alternative a quelle spontanee,
gestite dal Servizio che, seppur nella loro semplicità, possano rappresentare uno spazio di supporto ed
accompagnamento e di strutturare inoltre percorsi di sostegno verso una maggiore autonomia di questa
fascia di utenti.
AREA ALCOLDIPENDENTI
Si osserva da tempo, per quanto riguarda il paziente con problemi d’alcol, un costante aumento dei
soggetti che si rivolgono al Servizio di alcologia per una richiesta d’aiuto, spesso tuttavia le èquipe che si
occupano del paziente incontrano difficoltà nel trattamento dello stesso, poiché di fatto l’unica opzione
terapeutica proponibile riguarda la proposta di un trattamento ambulatoriale unito ad un invio ad un gruppo di
auto aiuto.
Tutto ciò emargina dalla possibilità di un trattamento quella parte di popolazione alcolista che
necessiterebbe di un trattamento residenziale specifico, diverso dalle tradizionali comunità per
tossicodipendenti, per durata obiettivi e programma proposto. Esistono poche rare realtà alcologiche
residenziali alle quali si fa riferimento pur con la difficoltà di incontrare spesso liste d’attesa o indisponibilità
legate alla numerosità della tipologia di utenti citati. A ciò si aggiunga la difficoltà di reinserire quella piccola
parte di pazienti che vengono inviati ad un trattamento residenziale specifico in zone al di fuori del nostro
territorio (ripresa delle normali attività quotidiane e reinserimento lavorativo). Un programma specialistico per
alcoldipendenti prevede come già accennato una tempistica alquanto diversa dalle comunità tradizionali (3-6
mesi) e approcci e modelli specifici per il tipo di patologia.
Ne consegue la necessità di programmare anche nel nostro territorio un progetto specialistico per il
trattamento residenziale di questa tipologia di utenti.
Bisogni prioritari
1) Prevenzione aggancio e trattamento precoce giovani – adolescenti e delle loro famiglie (Bisogno
emergente);
2) Ridurre il deterioramento bio – psico – sociale della popolazione dei ricorrenti (Bisogno consolidato);
3) Ampliare la gamma dell’offerta terapeutica per pazienti con patologie alcol correlate disponibili sul
territorio (Bisogno emergente);
4) Osservazione e trattamento del gioco d’azzardo patologico (Bisogno emergente).
117

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 1:
Prevenzione selettiva,
aggancio precoce,
trattamento e inclusione
sociale di minori/adolescenti
(14-24 anni) tossicodipendenti
e delle loro famiglie
1) Politiche sociali e socio-sanitarie
1/A Prevenzione selettiva (lavoro su fattori di rischio generici) e/o indicata
(lavoro su fattori di rischio specifici);
1/B Attivazione di strategie di aggancio precoce nei contesti di
socializzazione del territorio di consumatori che non si rivolgono al servizio
come processi di inclusione sociale;
1/C Aumento delle capacità di lettura da parte di adulti significativi che
hanno responsabilità educative;
1/D Sostegno alla genitorialità in riferimento alle famiglie con figli a rischio,
alle famiglie con figli adolescenti abusatori di sostanze;
1/E Percorsi di inclusione sociale dei giovanissimi (18-24 anni) con
problematiche di dipendenza attraverso il sostegno di famiglie disponibili “al
transito”.
1/F Mantenimento e potenziamento centro per le dipendenze giovanili
(anche in una logica di Area vasta).
Bisogni prioritario n° 2:
Ridurre il deterioramento bio -
psico-sociale nei pazienti
cosiddetti ricorrenti.
1/G Sviluppo della collaborazione ed integrazione fra servizi afferenti a
sistemi diversi.
2) Politiche sociali e socio-sanitarie
2/A Individuazione di soluzioni aggregative alternative a quelle spontanee
per pazienti adulti ricorrenti che valorizzino le loro capacità residue e
promuovano una richiesta di aiuto più evoluta;
2/B Reinserimento e integrazione sociale e lavorativa delle persone tossico
- alcoldipendenti attraverso una rete di collaborazione tra soggetti
istituzionali e informali
Bisogni prioritario n° 3:
Ampliare la gamma dell’offerta
terapeutica per pazienti con
patologie alcol correlate
disponibili sul territorio
Bisogni prioritario n° 4:
Osservazione e trattamento
del gioco d’azzardo patologico
3) Politiche sociali e socio-sanitarie
3/A Implementazione di nuove forme di approccio per pazienti con patologie
alcol correlate mantenendo il legame del soggetto con il territorio di
appartenenza
4) Politiche sociali e socio-sanitarie
4/A Favorire la presa in carico di soggetti che presentano problematiche
legate alla dipendenza dal gioco d’azzardo
118

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Risorse
Soggetto/i responsabile/i
Numero
Interventi/Azioni
Politiche sociali e socio-sanitarie Anno
(finanziamenti
della gestione
Posti/utenti
complessivi)
Servizi residenziali di tipo A - Ceis Belluno 2011 15 € 252.042,49
Servizi residenziali di tipo B - Ass. Piccola Comunità Assicurare interventi terapeutico/riabilitativi 2011 30 € 984.710,60
prolungati e in regime di residenzialità extra
Servizi residenziali di tipo C - Ass. Comunità Giovanile ospedaliera
2011 10 € 227.867,23
Servizi residenziali di tipo C2
- Ass. Comunità Giovanile
2011 10 € 294.187,26
Servizi ambulatoriali (Sert e Sert
giovani)
Servizio sociale professionale
Supporto all’inserimento
lavorativo
Altro intervento di accesso,
consulenza e presa in carico
Assistenza domiciliare socioassistenziale
- Ulss 7
- Comuni
- Ulss 7
- Ulss 7
- Comuni
- Comuni
Garantire interventi medico-farmacologici,
preventivi, psicoeducativi e riabilitativi a persone
tossicodipendenti, alcoldipendenti e per tutti
coloro che presentano altre forme di
dipendnenza, da fumo di tabacco, gioco
d'azzardo
Rispondere all’esigenza dei cittadini di
informazione e consulenza in merito a
diritti, prestazioni, modalità di accesso ai
servizi, risorse disponibili nel territorio;
garantire l’unitarietà di accesso e la presa
in carico dei soggetti/famiglia con disagio
2/B Reinserimento e integrazione sociale e
lavorativa delle persone tossico -
alcoldipendenti attraverso una rete di
collaborazione tra soggetti istituzionali e
informali
Rispondere all’esigenza dei cittadini di
informazione e consulenza in merito a diritti,
prestazioni, modalità di accesso ai servizi,
risorse disponibili nel territorio
Favorire il sostegno domiciliare delle
persone impiegando in modo flessibile le
risorse disponibili
2011 1.424 € 1.346.701,58
2011 180 € 41.882,50
2011 41 € 55.825,92
2011 71 € 9.940,86
2011 9 € 11.103,20
119

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
A.D.I.- Assistenza domiciliare
integrata con servizi sanitari
- Comuni 2011 3 € 6.797,02
Trasporto sociale - Comuni
Favorire il sostegno domiciliare delle
persone impiegando in modo flessibile le 2011 16 € 2.761,95
Altro intervento
domiciliare/territoriale
- Comuni
risorse disponibili
2011 4 € 1.004,86
Contributi economici ad
integrazione del reddito familiare
- Comuni 2011 11 € 16.103,11
Garantire interventi di sostegno economico,
Contributi economici per alloggio - Comuni differenziati a seconda della tipologia e 2011 2 € 8.317,00
delle modalità di assistenza fornita
Altro sostegno economico
- Comuni
2011 € 400,00
Rette per prestazioni residenziali - Comuni 2011 1 € 7.281,77
Assicurare interventi terapeutico/riabilitativi
Trasferimenti per utenti che
prolungati e in regime di residenzialità extra
usufruiscono di servizi
- Az Ulss
ospedaliera 2011 52 € 884.738,86
residenziali extra Ulss
Contributi per favorire interventi
del terzo settore
- Comuni
- Ulss 7
2011 - € 22.584,40
1/G Sviluppo della collaborazione ed
Attività di prevenzione - Comuni integrazione fra servizi afferenti a sistemi 2011 30 € 350,00
diversi.
Altro (ambulatorio infettivologico) - Az. Ulss
2011 69 € 9.881,05
120

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
(PB) - Progetto Jackpot
(Progetto Provinciale di
Sportello)
Finanziamento 2011:
da parte di Azienda Ulss 8 con
Fondo PIANO ANNUALE LOTTA
ALLA DROGA (DGRV
2138/2010):€ 25.000,00 per PSI
50%
(PB) - Progetto Peer Education
alcol
(Progetti di Formazione)
ULSS 7
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
in co-progettazione con:
- (Azienda ULSS 8 capofila)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Cooperative sociali
- Associazioni di volontariato
- Comuni
- Scuole
Politiche sociali e socio-sanitarie Anno
4/A Favorire la presa in carico di
soggetti che presentano
problematiche legate alla
dipendenza dal gioco
d’azzardo
1/A Prevenzione selettiva (lavoro
su fattori di rischio generici) e/o
indicata (lavoro su fattori di
rischio specifici)
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 15 € 25.000,00
2012
2013
2014
2015
2011 150 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
121

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PB) – Progetto 1:
“Centro per le dipendenze
giovanili: Unità di valutazione
multidisciplinare”
Finanziamento 2011:
Fondo PIANO ANNUALE LOTTA
ALLA DROGA (DGRV 2138/2010)
(PB) - Progetto 2:
“Centro dipendenze giovanili
progetto di osservazione
residenziale”
Finanziamento 2011:
Fondo PIANO ANNUALE LOTTA
ALLA DROGA (DGRV 2138/2010)
Finanz. Reg. € 200.393,00
(comprensiva quota residenziale)
ULSS 7
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
in co-progettazione con:
- Associazione Comunità Giovanile di
Conegliano
ASSOCIAZIONE COMUNITÀ
GIOVANILE di CONEGLIANO
in co-progettazione con:
- Ulss 7
Politiche sociali e socio-sanitarie
1/F Mantenimento e potenziamento
centro per le dipendenze giovanili
(anche in una logica di Area
Vasta)
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 40 € 164.294,00
2012
2013
2014
2015
2011 40 € 200.393,00
2012
2013
2014
2015
(PS) - Sostegno all'Associazione
di familiari “Dipende!”
(PB) - Gruppo di sostegno ai
familiari di pazienti
tossicodipendenti (per Ser.T adulti,
cadenza 15gg).
ASSOCIAZIONE “DIPENDE!”
di CONEGLIANO
in co-progettazione con:
- Ulss 7
ULSS 7
1/D Sostegno alla genitorialità in
riferimento alle famiglie con figli a
rischio, alle famiglie con figli
adolescenti abusatori di sostanze
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
2011 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
122

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Progetto UNPLUGGED
ULSS 7
2011 NR
Costo materiale e formazione
a carico della Scuola/Comuni
(esito di Sibilla:
1) divulgazione opuscolo e
incontri con ragazzi da parte di
insegnanti formati (€ 100,00 a
classe)
2) eventuale ulteriore formazione
insegnanti (€ 2.100,00 x 20
insegnanti)
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Cooperativa sociale Thauma e
Associazione Comunità Giovanile
di Conegliano
- Comuni
- Ulss 7
2012
2013
2014
(PB) - Percorsi Formativi per
genitori
“Gruppi Genitori Efficaci in
Adolescenza (GEA)”
(esito del Progetto Sibilla)
Finanziamento 2011:
€ 2.500,00 per 1 corso di 10
incontri (25/30 genitori)
COMUNI
in co-progettazione con:
- Associazione Comunità Giovanile
di Conegliano
- Ulss 7
- Istituti Scolastici
- Fondazioni/Banche
1/C Aumento delle capacità di
lettura da parte di adulti
significativi che hanno
responsabilità educative
2015
2011 30
2012
2013
2014
Costo formazione a carico di
Comune/Scuola/Fondazione
2015
123

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2-1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento/riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Progettazione e
programmazione di Azioni di
orientamento, tutoraggio e
accompagnamento finalizzate
all’INSERIMENTO SOCIO –
LAVORATIVO di soggetti
tossicodipendenti e alcolisti
multiproblematici; erogazione di
borse lavoro collegate ai progetti
individuali di inserimento
ASSOCIAZIONE PICCOLA
COMUNITA’ di Conegliano
in co-progettazione con:
- Associazione Comunità Giovanile
- CEIS di Belluno
- Comuni
- Ulss 7
2/B Reinserimento e
integrazione sociale e
lavorativa delle persone
tossico – alcoldipendenti
attraverso una rete di
collaborazione tra soggetti
istituzionali e informali
2011 NR
2012
2013
(Finanziamento 2011:
Bando Progetto Nazionale RELI,
finanziato dal Dipartimento Politiche
antidroga della Presidenza del
Consiglio dei Ministri per inserimento
lavorativo/Politiche antidroga)
2014
2015
124

4. La pianificazione per singola area
Area DIPENDENZE
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3-1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Studio fattibilità per Sostegno
alle famiglie disponibili “al
transito” dalla conclusione del
percorso terapeutico riabilitativo alla
piena reclusione sociale;
individuazione di azioni di
reperimento, formazione e supporto,
all’interno della prevenzione
selettiva)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazione Comunità Giovanile
di Conegliano
- Comuni
1/E Favorire percorsi di inclusione
sociale dei giovanissimi (18-24
anni) con problematiche di
dipendenza attraverso il sostegno
di famiglie disponibili “al transito”;
(famiglie disponibili ad accogliere
giovani soggetti appena usciti dal
percorso terapeutico per
l'inclusione sociale)
2011
2012 ISO RISORSE
2013
2014
2015
(PB) - Progetto “PIT – STOP”:
spazio aggregativo – educativo per
pazienti tossicodipendenti
(Centro diurno x pazienti tossicodip.
E alcol adulti ricorrenti)
Finanziamento 2011:
Fondo PIANO ANNUALE LOTTA
ALLA DROGA (DGRV 2138/2010)
Finanz. Reg. € 155.100,00
+ Piccola Comunità € 10.800,00)
(PB) - Studio fattibilità Progetto
Residenziale di comunità per
pazienti alcoldipendenti con
individuazione della struttura del
territorio disponibile alla realizzazione
del progetto (x n. 5 posti)
ASSOCIAZIONE PICCOLA
COMUNITÀ DI CONEGLIANO
in co-progettazione con:
- Privato Sociale
- Ulss 7
- Comuni
Associazione Piccola Comunità di
Conegliano
in co-progettazione con:
- Privato Sociale
- Ulss 7
2/A Favorire soluzioni aggregative
alternative a quelle spontanee
per pazienti adulti ricorrenti che
valorizzino le loro capacità
residue e promuovano una
richiesta di aiuto più evoluta;
3/A Favorire l’implementazione di
nuove forme di approccio per
pazienti con patologie alcol
correlate mantenendo il legame
del soggetto con il territorio di
appartenenza;
2011 € 165.900,00
2012
2013
2014
2015
2011
2012 5 ISO RISORSE
2013
2014
2015
125

Conferenza dei Sindaci
AREA MARGINALITA’ E
INCLUSIONE SOCIALE
127

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
4.6 AREA MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Profilo dell’Area
La recessione ha segnato un rallentamento a livello globale dell’economia, una forte crisi economica
ed occupazionale ha investito l’Europa intera ed ha interessato nell’ultimo triennio anche molte realtà
produttive del nostro territorio. In provincia di Treviso il rallentamento delle assunzioni (- 24%) *( Dati
del Bollettino n.6, aprile 2010 della Provincia e della pubblicazione di Veneto lavoro “La Bussola – Tendenze
del mercato del lavoro veneto” di dicembre 2009) è più accentuato della media regionale, massiccio è stato
nel 2009 il ricorso agli ammortizzatori sociali e nel corso del 2010 sono aumentati gli ingressi in mobilità.
I dati e i rapporti su questa situazione non mancano, e le conseguenze sono di un progressivo
ampliamento della fascia di popolazione soggetta a rischio di impoverimento ed emarginazione, di un
numero crescente di soggetti che non hanno alcuna forma di sostegno al reddito, di accentuate difficoltà di
inserimento lavorativo per le persone con disabilità o deboli, persone che senza un sostegno rischiano di
perdere le proprie abilità e competenze con conseguenti costi per le politiche socio assistenziali.
La Commissione europea ha designato il 2010 quale Anno europeo della lotta alla povertà e
all'esclusione sociale al fine di riaffermare e rafforzare l'iniziale impegno politico dell'UE formulato all'avvio
della strategia di Lisbona a "imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà". La crisi economica e
finanziaria internazionale del 2008 può avere conseguenze di lungo periodo per la crescita e l'occupazione
nell'UE e saranno le persone più vulnerabili nelle nostre società a risentirne probabilmente di più. L’Unione
europea chiama quindi gli Stati membri ad attivarsi con determinazione per eliminare la povertà e
l'esclusione sociale, poiché nessun Paese può sottrarsi alle conseguenze di questa crisi mondiale.
Come contrastare vulnerabilità sociale e povertà
Gli studi in corso e la letteratura ci descrivono la vulnerabilità sociale come una situazione che si
presenta nella vita delle persone, accompagnata prevalentemente da sentimenti di incertezza del presente e
del futuro, inquietudine, disorientamento,mancanza di fiducia, solitudine.
Un tema che è diventato una nuova problematica sociale per descrivere una situazione di fragilità che
investe le persone, non sempre riconducibili agli utenti tradizionali dei servizi sociali, i cui corsi di vita non
sono necessariamente associati a situazioni di emarginazione.
A determinare la vulnerabilità possono essere eventi critici che segnano il percorso biografico di una
persona. Si manifesta come un malessere che coinvolge anche famiglie ed individui tradizionalmente
collocati, fino ad un "attimo prima", in una posizione sociale protetta e garantita.
Si tratta di tutte quelle condizioni che producono un cambiamento rispetto alle precedenti abitudini di
vita: una situazione improvvisa, spesso traumatica, - lavorativa, affettiva, di salute - che modifica la
"presenza al mondo” della persona o del nucleo familiare. La vulnerabilità può coinvolgere, contestualmente,
tante dimensioni del vivere quotidiano: lavoro, casa, salute, gestione dei consumi e potere d'acquisto, affetti
e relazioni sociali.
Una dimensione umana e sociale attraversata dal rischio di una progressiva e (spesso) silenziosa
perdita di possibilità e capacità nel quotidiano mestiere di vivere, che produce stati di malessere e povertà.
Una condizione che si colloca nel cammino di vita delle persone determinando una terra di mezzo tra
un prima e un dopo. Un dopo che si può ricostruire, se non lasciati da soli per conservare la stima in se
stessi e la fiducia nel futuro, per realizzare progetti di vita e mantenere legami sociali.
La vulnerabilità delle persone è oggi un tema forte, enfatizzato dai mezzi di comunicazione,
fortemente sentito dai servizi sociali e sanitari, in agenda nelle politiche locali, presente nei dibattiti pubblici,
rappresentato e affrontato in varie forme.
Molti studi attribuiscono all’individualismo moderno la responsabilità dello stato di incertezza in cui
vivono le persone, a partire dalla considerazione che la società moderna ha sostituito le comunità coese
(che garantivano un sistema di protezione attraverso una rete di legami sociali) con singole individualità.
129

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
Le persone che individualmente devono provvedere al proprio interesse, alla cura di sé, alla propria
autosufficienza, possono improvvisamente trovarsi nella condizione di non riuscire ad accedere ai beni
primari al punto da vedere compromesse le capacità potenziali per attuare un personale progetto di vita.
Queste persone tendono ad isolarsi, a chiudersi all’interno della famiglia, distaccandosi dalla vita sociale,
vivendo profondi sentimenti di insicurezza, inadeguatezza e solitudine. Si allontanano sempre più dalla
partecipazione civica, perché impegnate ad organizzare la propria sopravvivenza quotidiana.
L’esclusione va letta come un fenomeno dinamico e multidimensionale, derivante dalla somma di più
fattori di deprivazione, mentre la povertà può essere letta come statica, oggettiva e misurabile. La
letteratura sull’argomento pone l’accento su un elemento immateriale, che rimanda alla nozione di capitale
sociale: la rilevanza delle relazioni sociali, delle reti di sostegno, dei rapporti di solidarietà e sussidiarietà
orizzontale, dell’appartenenza a sistemi sociali ed aggregativi. Si possono cogliere un ventaglio di fattori e
circostanze che concorrono a produrre circuiti di progressiva esclusione: oltre alla causa scatenante della
perdita del lavoro , una formazione inadeguata, investimenti sbagliati, malattie invalidanti, disagio psichico,
dipendenza da sostanze, rotture familiari.
Questo rappresenta una perdita di capitale umano, di competenze e risorse potenziali, di idee e di
legami, di relazioni e reti di scambio. E’ opportuno affrontare il tema della vulnerabilità sociale attraverso
azioni concrete che restituiscano identità e rappresentanza, fiducia in sé e valore sociale, con opportunità di
esercizio di cittadinanza attiva.
La collaborazione tra servizi per l'impiego della Provincia e Servizi integrazione Lavorativa
delle tre Aziende Ulss del territorio provinciale, già in atto da più di una decina d'anni, si è intensificata
con l'entrata in vigore della legge 68/99 sul collocamento mirato della persona disabile. i raccordi sono
regolamentati da un Protocollo d'Intesa "Per favorire l'integrazione lavorativa e sociale delle persone con
disabilità e in situazione di svantaggio sociale"
Con il 2010, In seguito al perdurare della crisi del mondo del lavoro la Commissione Provinciale del
lavoro ha proposto l’avvio di un gruppo di lavoro mirato a sostenere la lettura del nuovo scenario e
l’elaborazione di ipotesi di politiche attive per l’occupazione e il sostegno al reddito dei lavoratori che
presentano maggiori difficoltà di rientro nel mercato del lavoro per fronteggiare le problematiche anche
di quanti si ritrovano senza ammortizzatori sociali; la prima sintesi è stata trasmessa a maggio 2010 ai
presidenti delle tre Conferenze dei Sindaci.
il gruppo continuerà a trovarsi anche per condividere progettualità e risorse in rete con i diversi attori del
territorio pubblici privati e del terzo settore
Per contrastare i nuovi rischi di esclusione sociale servono quindi azioni concrete, opportunità da
proporre ai cittadini con iniziative economiche di sostegno al credito, al risparmio e al consumo sostenibile,
la cui progettazione e gestione operativa deve avvenire con le realtà locali, istituzionali e sociali. In
quest’area di Piano si è tentato di avvicinare alle politiche di welfare i temi scottanti del lavoro e delle
politiche abitative, guidati dal principio e dalla necessità di agire attraverso politiche integrate per affrontare
problemi complessi pur considerando le priorità di un gruppo di popolazione in situazione di marginalità
estrema a fronte di una presenza più diffusa di situazioni di vulnerabilità sociale a rischio di esclusione.
130

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
Fin dal primo incontro il gruppo si è confrontato sulla complessità delle problematiche che ricadono in
quest’area e sulle differenti situazioni di povertà e vulnerabilità sociale collegate anche alla crisi economica
di quest’ultimo biennio.
Si è convenuto di rimettere alle altre aree le situazioni di esclusione sociale correlate a particolari situazioni
soggettive dovute ad una disabilità, una patologia psichiatrica, una dipendenza e a conseguenti scarse
abilità e risorse personali.
Si e invece tentato di definire quali situazioni non risultano essere seguite da servizi specialistici, ma si
ritrovano in situazione di marginalità per assenza di reddito e di occupazione attiva, mancanza di reti
familiari e a volte anche in situazione di emergenza abitativa e con difficoltà di trovare risposta agli stessi
bisogni primari.
Il confronto è quindi proseguito in due sottogruppi per approfondire le problematiche di due tipologie di
utenza:
A – MARGINALITA’ / ESCLUSIONE SOCIALE ( situazioni di “cronicità”, senzatetto, svantaggiati non in
carico alla rete dei servizi sociosanitari, ma con difficoltà relazionali/cognitive, con ridotte/assenti abilità
personali)
B – MARGINALITA’ / FRAGILITA’ SOCIALE ( “nuove povertà”, situazioni a rischio di esclusione, persone
con abilità e capacità che per un evento critico, in particolare la crisi occupazionale dell’ultimo biennio, si
ritrovano in una situazione di fragilità che colpisce contestualmente, tante dimensioni del vivere quotidiano:
lavoro, casa, salute, gestione dei consumi e potere d'acquisto, affetti e relazioni sociali).
Dall'analisi dei dati raccolti tramite le schede di rilevazione dei bisogni nel territorio, emerge la necessità di
programmare azioni per superare forme estreme di emarginazione e favorire l'inclusione sociale
I bisogni emersi evidenziano la necessità di:
- soddisfacimento dei bisogni primari (alimentazione, cura della persona, alloggio);
- realizzazione e/o individuazione di una struttura di prima accoglienza per senzatetto;
- sostegno al reddito per garantire il minimo vitale;
- opportunità di inserimento lavorativo;
- conservare la stime in sé stessi e la fiducia nel futuro per poter realizzare progetti di vita e mantenere
legami sociali.
Dalla discussione plenaria all’interno del Tavolo di Area è emerso come tutti questi bisogni siano
estremamente rilevanti per il territorio, siano frutto di un fenomeno crescente con i quali gli enti locali e le
associazioni di volontariato e privato sociale si confrontano quotidianamente.
Il criterio principe che ha guidato la scelta delle priorità è strettamente legato alla fattibilità e alla
ottimizzazione delle risorse già esistenti.
Bisogni prioritari
1. Rischio per lo stato di salute della persona in assenza di soddisfacimento dei bisogni primari
(alimentazione, cura della persona, alloggio), situazione di emergenza (Bisogno emergente);
2. Carenza/Assenza di un sostegno economico minimo per vivere dignitosamente e sentirsi parte attiva
della società, situazione a rischio (alloggio e lavoro) (Bisogno emergente);
3. Assenza di una rete di sostegno e solidarietà evidente e strutturata (Bisogno emergente).
131

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogno n. 1
Rischio per lo stato di
salute in assenza di
soddisfacimento dei
bisogni primari
(alimentazione, cura della
persona, alloggio),
situazione di emergenza
Politiche sociali e socio-sanitarie
1. Acquisizione delle risorse necessarie per far fronte ai bisogni primari
1/A Individuazione spazio per pronta accoglienza (garantire un posto letto,
pasto caldo. Igiene personale nell'emergenza temporanea)
1/B Migliorare i raccordi tra operatori dei servizi pubblici e associazioni di
volontariato (protocollo per la rete)
1/C Migliorare la capacità di contatto e monitoraggio delle persone senza fissa
dimora per la costruzione di percorsi di inclusione attiva
Bisogno n. 2
Carenza/Assenza di un
sostegno economico
minimo per vivere
dignitosamente e sentirsi
parte attiva della società,
situazione a rischio
(alloggio e lavoro)
Politiche sociali e socio-sanitarie
2. Promuovere pari opportunità e dignità ai cittadini potenziando e
ampliando le risorse e gli strumenti per garantire disponibilità di
alloggio e lavoro.
2/A Promozione di soluzioni abitative economicamente sostenibili
2/B Sviluppo della rete di sostegno al reddito e delle opportunità di integrazione
lavorativa
2/C Migliorare e garantire un sistema di offerta condiviso (anche attraverso
adozione di criteri minimi)
Bisogno n. 3
Assenza di una rete di
sostegno e solidarietà
evidente e strutturata
Politiche sociali e socio-sanitarie
3. Garantire una maggiore conoscenza del sistema di offerta e della rete
territoriale al fine di ottimizzare l’uso delle risorse
3/A Avviare sul territorio un percorso di condivisione, dando visibilità alle reti
territoriali di solidarietà e al valore nascosto dei beni relazionale
3/B Promuovere azioni di sensibilizzazione al risparmio e al consumo
consapevole per uno sviluppo sostenibile
3/C Sostenere, mediante la collaborazione e l’integrazione locale fra soggetti,
la sperimentazione di modelli di intervento in forma associata capaci di
esprimere risposte efficaci al problema dell’esclusione sociale
132

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
5. Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Servizio sociale professionale
Attività di supporto per il reperimento di
alloggi
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
- Comuni
- Ulss 7
- Comuni
Politiche sociali e socio-sanitarie
Rispondere all’esigenza dei cittadini di informazione e
consulenza in merito a diritti, prestazioni, modalità di
accesso ai servizi, risorse disponibili nel territorio
2/A Promozione di soluzioni abitative
economicamente sostenibili
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 644 € 80.192,55
2011 419 € 16.868,82
Supporto all’inserimento lavorativo
- Comuni
2/B Sviluppo della rete di sostegno al reddito e delle
opportunità di integrazione lavorativa
2011 7 € 27.113,29
Assistenza domiciliare socio-assistenziale - Comuni 2011 18 € 19.333,33
Distribuzione pasti e lavanderia a domicilio - Comuni
1. Acquisizione delle risorse necessarie per far
2011 17 € 16.381,09
fronte ai bisogni primari
Trasporto sociale - Comuni 2011 18 € 4.456,52
Altri interventi domiciliari/territoriali
- Comuni
2011 6 € 34.604,35
Contributi economici ad integrazione del
reddito familiare
- Comuni
2/B Sviluppo della rete di sostegno al reddito e delle
opportunità di integrazione lavorativa
2011 371 € 302.209,26
Contributi economici per alloggio
- Comuni
2/C Migliorare e garantire un sistema di offerta
condiviso (anche attraverso adozione di criteri
minimi)
2011 101 € 104.867,31
Contributi economici per l’inserimento
lavorativo
- Comuni
2/B Sviluppo della rete di sostegno al reddito e delle
opportunità di integrazione lavorativa
2011 6 € 40.800,00
133

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Trasferimenti per utenti che usufruiscono di
servizi residenziali extra-ulss
- Comuni
1/A Individuazione spazio per pronta accoglienza
(garantire un posto letto, pasto caldo. Igiene
personale nell'emergenza temporanea)
2011 4 € 13.938,00
Contributi per favorire interventi del terzo
settore
- Comuni
3/C Sostenere, mediante la collaborazione e
l’integrazione locale fra soggetti, la
sperimentazione di modelli di intervento in forma
associata capaci di esprimere risposte efficaci al
problema dell’esclusione sociale
2011 - € 19.842,00
Altro sostegno economico
- Comuni
2/B Sviluppo della rete di sostegno al reddito e delle
opportunità di integrazione lavorativa
2011 6 € 1.714,26
134

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
TABELLA 2-1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Risorse
Soggetto/i responsabile/i
Numero
Interventi/Azioni
Politiche sociali e socio-sanitarie Anno
(finanziamenti
della gestione
Posti/utenti
complessivi)
(PB) - LA CASA SOLIDALE
Destinatari: persone/maschi senza tetto
(Finanziamento 2011:
Caritas € 50.000,00 per ristrutturazione struttura
Comuni: € 8.000,00 costo annuo operatore
€ 4.000,00 costo annuo utenze
€ 1.400,00 costo annuo vitto x persona)
(PS) - “LA RETE DI SOLIDARIETÀ”
(mappatura soggetti/organizzazioni e azioni
svolte, punti di distribuzione o contatto,
condivisione protocollo operativo fra pubblico e
privato per garantire risposte omogenee e
tempestive)
CARITAS DIOCESANA
in co-progettazione con:
- Cooperativa sociale
SERVITUM
- Conferenza dei Sindaci e
Azienda Ulss 7
CONFERENZA DEI SINDACI
E AZIENDA ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni del territorio
- Associazione Croce Rossa
Italiana
1/A Individuazione spazio per pronta
accoglienza (garantire un posto letto,
pasto caldo. Igiene personale
nell'emergenza temporanea)
1/B Migliorare i raccordi tra operatori dei
servizi pubblici e associazioni di
volontariato (protocollo per la rete )
3/A Avviare sul territorio un percorso di
condivisione, dando visibilità alle reti
territoriali di solidarietà e al valore
nascosto dei beni relazionale
2011 1 € 63.400,00
2012
2013
2014
2015
2011 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PB) - “INCONTRIAMOCI IN STRADA”
(Formazione di un gruppo di volontari che,
coordinati, mettano in atto azioni di aggancio
informale in strada rivolte ai senzatetto che
“abitano” gli spazi pubblici del territorio).
(Finanziamento 2011:
- Bando CSV: € 12.000,00 formazione e
rimborso volontari
- Piccola Comunità € 3.000,00)
CONFERENZA DEI SINDACI
E AZIENDA ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazione PICCOLA
COMUNITÀ ONLUS
- Associazioni del territorio
(Caritas, Ancora)
- Centro Servizi Volontariato
di Treviso
1/B Migliorare i raccordi tra operatori dei
servizi pubblici e associazioni di
volontariato ( protocollo per la rete )
1/C Migliorare la capacità di contatto e
monitoraggio delle persone senza
fissa dimora per la costruzione di
percorsi di inclusione attiva
2011 2 € 15.000,00
2012
2013
2014
2015
135

4. La pianificazione per singola area
Area MARGINALITA’ E INCLUSIONE SOCIALE
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) - Adozione Regolamento condiviso da parte
dei 28 comuni, di criteri minimi per accesso ai
servizi (valutazione bisogno)
Amministrazioni Comunali
in co-progettazione con:
- Anci
- Osservatorio regionale per
l’Inclusione Sociale/Reddito
di cittadinanza
- Ulss 7
2/C Migliorare e garantire un
sistema di offerta condiviso
(anche attraverso adozione
di criteri minimi)
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
136

Conferenza dei Sindaci
AREA IMMIGRAZIONE
E
INTERCULTURALITA’
137

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
4.7 AREA IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Profilo dell’Area
La presenza di cittadini stranieri in Veneto dal 2009 non è un fenomeno di facile lettura. Dal 2009 si
rilevano tassi di incremento meno consistenti che non descrivono però in modo chiaramente intellegibile
l’andamento del fenomeno. Di fatto il peso percentuale del Veneto sul totale dei residenti stranieri in Italia
cala leggermente dal 11,7% all’11,3% , per un valore assoluto di 480.616 presenze, ponendo la Regione al
terzo posto in Italia. Peraltro il Rapporto a cura dell’Osservatorio regionale sull’immigrazione del Veneto
registra il peso crescente di coloro che acquisiscono la cittadinanza italiana, attualmente stimati (rapporto
Caritas/Migrantes 2010) in circa 45.000.
La provincia di Treviso si colloca al secondo posto in Regione per residenti stranieri (99.087).
Nell’ULSS 7 vive il 26% degli stranieri presenti in provincia per un valore assoluto di 25.757 persone,
pari all’11,7% del totale dei residenti. I minori stranieri, che sono 6.784 (26% sul totale degli stranieri),
costituiscono il 18,94% dei minori totalmente residenti, un valore che pone il territorio al primo posto in
provincia.
Gli elementi che caratterizzano il fenomeno migratorio nel territorio dell’ULSS 7 possono così essere
riassunti:
- Crescita percentuale, rispetto al 2008, della popolazione immigrata (+3,5%) notevolmente
più elevata della italiana (+0,8%);
- rilevante presenza di minori immigrati: il 18,9% della popolazione minorile
complessivamente residente;
- tendenza all’equilibrio numerico tra uomini e donne: 12.300 donne su 25.757 stranieri
residenti, un rapporto che sostanzialmente rispecchia la percentuale di donne immigrate sul
totale degli stranieri residenti nelle Regioni del Nord (49,4%);
- consolidarsi del ricongiungimento familiare come scelta di stabilità migratoria.
La presenza di minori immigrati “condiziona in parte lo sviluppo della regione nei prossimi decenni:
sia perché le seconde generazioni faranno parte tout court della popolazione autoctona, sia perché
rappresenteranno una parte importante della popolazione medesima” (Osservatorio regionale Veneto
sull’immigrazione).
Questi ragazzi, con il bagaglio, non sempre coerente, di conoscenze e valori acquisiti dalla famiglia e
dalla scuola, dovranno confrontarsi con il mondo del lavoro e delle relazioni sociali. Dovranno avere gli
strumenti per “svincolarsi dalla pressione sociale proveniente dalla famiglia, dalla comunità d’appartenenza,
dal contesto territoriale di vita… per emanciparsi dalla spinta a forme di integrazione subalterna, che in parte
caratterizza l’esperienza dei genitori, per mirare a modalità di integrazione superiore sia lavorative che socioculturali”.
(Osservatorio regionale sull’immigrazione).
La donna migrante: “nulla sta cambiando l’immigrazione come la presenza femminile al suo interno”
(Dossier Caritas/Migrantes 2010).
Le donne immigrate incidono sull’indice di fecondità: su base nazionale contribuiscono nella misura
del 12% all’indice di fecondità nazionale. Ma è sul piano della famiglia e dell’inserimento socio-culturale che
si esprime il ruolo centrale della migrazione femminile. “Molti sono concordi nell’attribuire alla donna il ruolo
di gestore dei conflitti all’interno della famiglia per farsi portavoce ora della continuità ora del cambiamento”
Se la migrazione per la donna è un “punto di non ritorno che costringe a rimodellare il proprio ruolo” allora la
“donna migrante vive una singolare scissione : è spesso il soggetto più debole della famiglia, ma anche il
motore della mediazione e, quindi, dell’integrazione” (Dossier Caritas/Migrantes 2010). Di più “l’immigrata….,
non è solo una risorsa di mediazione per la società ospitante, ma anche per quella d’origine”.
Avviare politiche di attenzione per le donne significa favorire l’inserimento sociale di un intero nucleo
familiare, unico efficace antidoto ai fenomeni di devianza e criminalità.
(*) I dati fanno riferimento al “Dossier Statistico 2010 –Immigrazione XX^ edizione” Caritas/Migrantes e al Rapporto sulla
presenza degli immigrati nella Provincia di Treviso 2009 Anolf-Caritas- Servire cooperativa sociale
139

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
Valutazione dei bisogni da parte del Tavolo di Area
Il metodo utilizzato dal gruppo di lavoro per l’individuazione di fabbisogni in quest’Area è stato di
carattere concertativo, basato sul coinvolgimento degli attori principali del territorio e sul reciproco scambio
di valutazioni e conoscenze maturate da ciascun soggetto coinvolto quale “testimone privilegiato” del
fenomeno migratorio nel territorio dell’ ULSS 7.
Con quest’ottica si è proceduto all’identificazione, all’ascolto e al confronto tra organizzazioni aventi
contatti con l’utenza specifica, utenti attivi e rappresentanti istituzionali e di servizi.
Specificamente i soggetti beneficiari individuati sono:
- I Servizi (Enti Locali, Scuola, Servizi sanitari e sociosanitari, Privato Sociale, Volontariato);
- La popolazione immigrata nella sua totalità con particolare attenzione alle componenti più
significative e innovative del fenomeno nel nostro territorio: i minori e le donne;
- La popolazione autoctona nella dimensione comunitaria e in riferimento al mondo del lavoro.
Individuati i beneficiari potenziali si è proceduto all’individuazione dei fabbisogni specifici di ciascuno.
1. I bisogni riconducibili ai Servizi sono stati così sintetizzati:
- Fornire agli immigrati informazioni chiare e condivise e assistenza specifica:
- sulle regolamentazioni e sulle prassi che disciplinano l’ingresso, il soggiorno, la vita familiare e i
principi fondamentali dell’ordinamento italiano;
- sull’accesso ai servizi.
- Reciproca conoscenza dei Servizi e condivisione delle rispettive prassi;
- Condivisione delle problematiche connesse alla presenza migratoria tra le Istituzioni scolastiche
e le istituzioni locali.
- Conoscenza degli strumenti normativi di contrasto della discriminazione razziale e di genere.
2. I bisogni riconducibili alla popolazione immigrata sono stati così sintetizzati:
- Partecipazione e coinvolgimento degli immigrati alla vita della comunità locale, in forma
associata e in forma individuale;
- Acquisizione, con particolare riferimento alla donna immigrata ricongiunta, di competenze
linguistiche e sociali quali fattori di autonomia relazionale e di legittimazione di ruolo, intra ed
extra familiare come fattore fondante del processo di integrazione della presenza migratoria;
- Sostenere i minori e giovani immigrati coinvolti in dinamiche culturali, sociali, linguistiche,
identitarie “doppie”: quelle dei genitori e quelle autoctone, locali, le quali sono a volte portatrici di
conflitti, soprattutto quando le famiglie di appartenenza radicalizzano le proprie caratteristiche;
- Colmare lo svantaggio e il un gap di conoscenze di partenza rispetto alla realtà sociale italiana e
locale dei minori immigrati e delle loro famiglie;
- Superare, con particolare riferimento al contesto scolastico, un atteggiamento di scarsa
conoscenza reciproca delle famiglie di origine, sia italiane che straniere che comporta spesso
conflitti e non accettazione;
- Superare la difficoltà da parte di molti immigrati ad avvicinarsi alle istituzioni, anche più prossime
al cittadino (Comune, Scuola, ULSS …).
- Riconoscimento del diritto alla famiglia per i minori;
- Riconoscimento del diritto allo studio;
- Percorsi di rimpatrio accompagnato e reintegrazione nei paesi di origine o provenienza nei casi
di fallimento del progetto migratorio nel caso di impossibilità di regolarizzazione ed integrazione
sociale e lavorativa in Italia.
3. I bisogni riconducibili alla popolazione autoctona sono stati così sintetizzati:
- Elaborare la capacità di costruire relazioni culturali con la popolazione immigrata nel
riconoscimento delle reciproche identità (modelli di integrazione).
- Conoscenza degli strumenti di contrasto alla discriminazione razziale.
140

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
Bisogni prioritari
1. Carenza di informazioni in materia di norme sull’immigrazione e asilo con rischio di inibire l’accesso
al sistema di welfare (Bisogno consolidato);
2. Fragilità della popolazione immigrata nella relazione con il sistema scolastico (Bisogno consolidato);
3. Carenza di strumenti, competenze e conoscenze efficaci per l’inclusione delle persone immigrate
(Bisogno emergente).
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogni prioritario n° 1:
Carenza di informazioni in
materia di norme
sull’immigrazione e asilo con
rischio di inibire l’accesso al
sistema di welfare;
Politiche sociali e socio-sanitarie
1. Favorire l’accesso delle persone immigrate al sistema di welfare
veneto:
1/A Promuovere presso la popolazione immigrata l’informazione sulla
normativa dedicata alla migrazione e conseguenti diritti/doveri
1/B Diffondere presso gli operatori la conoscenza della norme sulla
migrazione e rispettive prassi di lavoro e discipline
1/C Implementare la conoscenza delle norme che regolano l’accesso al
mercato del lavoro
Bisogni prioritario n° 2:
Fragilità della popolazione
immigrata nella relazione con il
sistema scolastico
Politiche sociali e socio-sanitarie
2. Favorire la relazione delle persone immigrate nel tessuto sociale e
scolastico d’appartenenza e l’integrazione degli immigrati di
seconda generazione:
2/A Promuovere la conoscenza, il confronto e la legittimazione delle diverse
appartenenze culturali
2/B Valorizzare la competenza dell’italiano come lingua dello studio e della
relazione
2/C Promuovere la partecipazione attiva e consapevole delle famiglie
migranti alla vita della scuola
2/D Prevenire l’insuccesso scolastico quale fattore di emarginazione e
devianza
Bisogni prioritario n° 3:
Carenza di strumenti,
competenze e conoscenze
efficaci per l’inclusione sociale
delle persone immigrate
Politiche sociali e socio-sanitarie
3. Favorire l’inclusione sociale delle persone immigrate
3/A Valorizzare la pratica associativa presso gli immigrati
3/B Promuovere nelle associazioni di immigrati la funzione di interfaccia
con le istituzioni
3/C Promuovere l’acquisizione di competenze strumentali efficaci per
l’integrazione della donna immigrata ricongiunta
3/D Promuovere l’elaborazione di strategie autonome di integrazione da
parte della donna ricongiunta
141

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1-1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Servizio sociale professionale
- Comuni
- Ulss 7
1. Favorire l’accesso delle persone immigrate al
sistema di welfare veneto
2011 1.943 € 183.661,14
Servizio di mediazione culturale e sociale - Ulss 7
1. Favorire l’accesso delle persone immigrate al
sistema di welfare veneto
2011 750 € 17.000,00
Attività di supporto per il reperimento di
alloggi
- Comuni
3. Favorire l’inclusione sociale delle persone
immigrate
2011 14 € 478,43
Sportelli sociali tematici
- Comuni
3/A Promuovere presso la popolazione immigrata
l’informazione sulla normativa dedicata alla
migrazione e conseguenti diritti/doveri
2011 1.400 € 3.100,00
Contributi economici ad integrazione del
reddito familiare
- Comuni
1. Favorire l’accesso delle persone immigrate al
sistema di welfare veneto
2011 127 € 94.242,84
Contributi economici per alloggio
- Comuni
3. Favorire l’inclusione sociale delle persone
immigrate
2011 600 € 487.863,23
Contributi economici per i servizi
scolastici
(rette scuola materna, agevolazioni mensa e
trasporto scolastico)
- Comuni
2/A Favorire la relazione delle persone immigrate
nel tessuto sociale e scolastico d’appartenenza
e l’integrazione degli immigrati di seconda
generazione
2011 108 € 29.830,12
Altro sostegno economico
- Comuni
1. Favorire l’accesso delle persone immigrate al
sistema di welfare veneto
2011 14 € 11.529,29
Interventi per l’integrazione sociale dei
soggetti deboli o a rischio (Corsi di lingua
e interventi per l’integrazione degli alunni
stranieri)
- Comuni
2/A Favorire la relazione delle persone immigrate
nel tessuto sociale e scolastico d’appartenenza
e l’integrazione degli immigrati di seconda
generazione
2011 257 € 21.578,95
142

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Attività dei Centri Servizi per
l’Immigrazione “CSI”, sedi di
Conegliano e Vittorio Vittorio Veneto
(PB) - CSI - Mediazione linguistico
culturale a favore di operatori dei
Comuni
Finanziamento anno scolastico
2010/2011: DGRV 2296/2009)
CONFERENZA DEI SINDACI
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni
- Cooperativa sociale “Una casa
per l’uomo”
- Caritas di Vittorio Veneto
- Associazioni di immigrati
- Associazione “Mondo Insieme”
1. Favorire l’accesso delle persone
immigrate al sistema di welfare
veneto:
2011 2.500
1/A Promuovere presso la
popolazione immigrata
l’informazione sulla normativa
dedicata alla migrazione e
2012
conseguenti diritti/doveri;
1/B Diffondere presso gli operatori
2013
la conoscenza della norme sulla 2014
migrazione e rispettive prassi di
lavoro e discipline. 2015
€ 25.515,00
€ 7.200,00
€ 6.237,00
€ 7.405,00
(PB) - CSI- Supporto
all’orientamento
professionale/lavorativo del
giovane immigrato
Finanziamento anno scolastico
2010/2011: DGRV 2296/2009)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Comuni
- Ulss 7
- Cooperativa sociale C.S.A. di
Conegliano
- Istituti Scolastici
1. Favorire l’accesso delle persone
immigrate al sistema di welfare
veneto:
1/C Implementare la conoscenza
delle norme che regolano
l’accesso al mercato del lavoro
2011 87 € 6.963,91
2012
2013
2014
2015
(PB) - L’Accoglienza degli alunni
immigrati nella scuola: la Mediazione
culturale
Finanziamento anno scolastico
2010/2011: DGRV 2296/2009)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
− Istituti Scolastici
- Comuni
- Ulss 7
- Associazione “Mondo Insieme”
2. Favorire la relazione delle
persone immigrate nel tessuto
sociale e scolastico
d’appartenenza e l’integrazione
degli immigrati di seconda
generazione
2/B valorizzare la competenza
dell’italiano come lingua dello
studio e della relazione.
143
2011 237 € 15.540,00
2012
2013
2014
2015

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PB) - Incontri interculturali nella
scuola, azioni di educazione alla
propria e altrui appartenenza
culturale; Attività interculturali
(Primaria e Secondaria di I grado)
Finanziamento anno scolastico
2010/2011: DGRV 2296/2009)
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
− Istituti Scolastici
− Comuni
− Ulss 7
− Cooperativa sociale C.S.A.
- Associazione Mondo Insieme
- Caritas di Vittorio Veneto
Politiche sociali e socio-sanitarie
2/A Promuovere la conoscenza, il
confronto e la legittimazione delle
diverse appartenenze culturali;
Anno
Numero
Posti/utenti
2011 5.500
2012
2013
2014
2015
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
€ 2.798,43
€ 2.798,43
€ 7.877,24
(PB) - Modello di
Accompagnamento “Peer to peer”
per l’inserimento sociale e scolastico
degli adolescenti migranti nella
scuola Secondaria II grado
Finanziamento anno scolastico
2010/2011: DGRV 2296/2009)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
− Istituti Scolastici
− Comuni
− Ulss 7
− Cooperativa sociale Thauma
- Associazione Mondo Insieme.
2/A Promuovere la conoscenza, il
confronto e la legittimazione delle
diverse appartenenze culturali;
2/B Valorizzare la competenza
dell’italiano come lingua dello
studio e della relazione;
2011 130 € 2.583,00
2012
2013
2014
2015
144

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Impegnare le Associazioni di
immigrato nell’analisi ed
elaborazione di Proposte operative
su temi ritenuti di ostacolo
all’inclusione sociale degli
immigrati residenti.
Finanziamento anno scolastico
2010/2011: DGRV 2296/2009)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Comuni;
- Ulss 7
- Associazioni di immigrati;
- Associazioni ANOLF
3/A Valorizzare la pratica associativa
presso gli immigrati;
3/B Promuovere nelle associazioni di
immigrati la funzione di
interfaccia con le istituzioni;
2011 25 € 1.377,00
2012
2013
2014
2015
(PB) - Laboratori Educativi
pomeridiani
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Comuni
- Ulss 7
- Cooperativa sociale C.S.A.
- Istituti Scolastici
2/A Promuovere la conoscenza, il
confronto e la legittimazione delle
diverse appartenenze culturali;
2/B Valorizzare la competenza
dell’italiano come lingua dello
studio e della relazione;
2011 305 € 12.739,99
2012
2013
2014
2015
145

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 2-1/B: descrizione delle Azioni di potenziamento o riconversione (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
(PS) - Implementare Modello di
prima accoglienza dell’alunno
migrante nella scuola in funzione
dell’abbattimento di ostacoli
burocratici, organizzativi e linguistici
da parte della scuola
(PB) - Aumento numero di
Laboratori socio- linguistici di
formazione all’uso della lingua
italiana e alla conoscenza/relazione,
formale e informale,con il territorio
(da 2 a 3)
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Comuni
- Ulss 7
- Associazione “Mondo Insieme”
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Comuni;
- Istituti Scolastici
- Ulss 7
- Cooperativa sociale C.S.A.
Politiche sociali e socio-sanitarie Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2. Favorire la relazione delle
persone immigrate nel tessuto
sociale e scolastico
2011
2012 NR ISO RISORSE
d’appartenenza e l’integrazione
degli immigrati di seconda
generazione
2/B Valorizzare la competenza
2013
2014
dell’italiano come lingua dello
studio e della relazione 2015
3/C Promuovere l’acquisizione di
competenze strumentali efficaci
per l’integrazione della donna
immigrata ricongiunta
2011 30 € 8.300,00
2012
2013
2014
2015
(PB) - Potenziare ed estendere
“Spazio donna”: luoghi istituzionali
di incontro, confronto, conoscenza ed
elaborazione di strategie innovative di
inclusione sociale delle donne
ricongiunte (da 2 a 3)
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Associazioni di donne
immigrate
- Associazione AFIN
- Comuni
- Ulss 7
- Associazioni di Volontariato
(ANOLF)
3/D Promuovere l’elaborazione di
strategie autonome di
integrazione da parte della
donna ricongiunta.
2011 50 € 1.370,00
2012
2013
2014
2015
146

4. La pianificazione per singola area
Area IMMIGRAZIONE / INTERCULTURALITA’
Conferenza dei Sindaci
TABELLA 3- 1/C: descrizione delle Azioni innovative (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) - Attivare Percorsi di
partecipazione dei genitori
immigrati (con particolare attenzione
alle madri) e di accompagnamento
“Peer to peer” in azioni di
valorizzazione degli stessi genitori.
(Sperimentazione in 1 o 2 Istituti
Comprensivi)
(PB) - Attivazione, in ambito
scolastico, di “Sportelli di genitori”
gestiti da genitori immigrati.
Sperimentazione in 1 o 2 I. C.
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Comuni
- Ulss 7
- Mediatori linguistico culturali
- Soggetti Terzo Settore
- Associazioni di immigrati
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Comuni;
- Ulss 7
- Mediatori linguistico culturali;
- Soggetti Terzo Settore,
- Associazioni di immigrati.
2. Favorire la relazione delle
persone immigrate nel
tessuto sociale e scolastico
d’appartenenza e
l’integrazione degli
immigrati di seconda
generazione
2/C Promuovere la
partecipazione attiva e
consapevole delle famiglie
migranti alla vita della
scuola
2011
2012
2013
2014
2015
2011
2012
2013
2014
2015
(PB) - Promozione ruolo della
donna
“Gruppo di lavoro” tra soggetti
istituzionali e soggetti significativi
delle Comunità immigrate che affronti
il tema del ruolo sociale della donna
in contesto migratorio
CONFERENZA DEI SINDACI
in co-progettazione con:
- Comuni
- Istituti Scolastici
- Ulss 7
- Sportelli CSI
- Associazioni di immigrati
- Associazioni di donne immigrate AFIN
3/C Promuovere l’acquisizione
di competenze strumentali
efficaci per l’integrazione
della donna immigrata
ricongiunta
3/D Promuovere l’elaborazione
di strategie autonome di
integrazione da parte della
donna ricongiunta
2011
2012 ISO RISORSE
2013
2014
2015
147

Conferenza dei Sindaci
AREA TRASVERSALE
149

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE
Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
4.8 AREA TRASVERSALE
L’integrazione fra le Aree di intervento
L’articolazione della programmazione nelle diverse Aree di intervento fin qui descritta fornisce
risposte riferite a specifiche fasce della popolazione aggregate per “Aree di intervento”, siano esse riferite al
ciclo di vita o a problematicità prevalente.
L’analisi elaborata nei diversi gruppi di lavoro riferiti ai singoli Tavoli tematici ha evidenziato, anche
nella formulazione di questo Piano di zona, come molto spesso questa chiave di lettura sia insufficiente e a
volte inadeguata quando ci si trovi di fronte a situazioni complesse, multiproblematiche per le quali è
opportuno trascendere il riferimento specifico al target o alla politica considerata, ponendo invece l’esigenza
di rivolgersi ad una popolazione più ampia o più generale.
Lo stesso documento regionale, DGRV 2084/2010, Allegato A, evidenzia alcuni ambiti prioritari di
trasversalità e nello specifico:
a) L’attenzione alla persona per favorire l’accessibilità ai servizi attraverso il potenziamento e lo
sviluppo della modalità di “Sportello Integrato”;
b) L’attenzione a minori e adolescenti con problemi di salute mentale;
c) L’attenzione a persone, minori e adulte, con problemi di salute mentale e dipendenza da sostanze;
d) L’attenzione a persone disabili che presentano problemi di salute mentale;
e) L’attenzione a persone non autosufficienti;
f) L’attenzione a persone anziane con problemi di salute mentale.
Spesso anche azioni connotate come “Azioni di sistema” possono superare il riferimento isolato
dell’Area tematica specifica, coinvolgendo servizi riferiti ad Aree diverse.
A questi si aggiungono altri ambiti di bisogno trasversali che trascendono il target specifico della
singola Area.
Il prodotto dei diversi Tavoli tematici ha quindi evidenziato alcuni bisogni e politiche trasversali che,
rispondendo agli ambiti prioritari evidenziati dalla Regione del Veneto, si traducono in altrettante azioni che
vedono l’interessamento di fasce di popolazione diversa e/o il coinvolgimento di servizi/Soggetti afferenti ad
Aree tematiche distinte.
Bisogni prioritari trasversali alle diverse Aree di intervento
1. Necessità di favorire l’integrazione e la sostenibilità dei sistemi sanitari, sociosanitari e sociali
anche attraverso azioni di formazione condivise;
2. Carenza di una programmazione di lavoro per “Reti di servizi” attive o da promuovere sul territorio;
3. Necessità di migliorare l’informazione al cittadino;
4. Carenza di una rete di sostegno e solidarietà evidente e strutturata;
5. Carenza/assenza di un sostegno economico minimo per vivere dignitosamente e sentirsi parte
attiva della società, situazione a rischio (alloggio e lavoro);
6. Fatica e fragilità negli adolescenti/minori nell'acquisire e sviluppare adeguate competenze sociorelazionali
ed affettive, coerenti con i compiti di sviluppo ed i cicli evolutivi;
7. L’isolamento relazionale della famiglia e la difficoltà di integrazione sociale a fronte delle profonde
trasformazioni sociali in atto, promuovendo e sostenendo azioni di prevenzione.
La necessità di attivare processi di responsabilità diffusa in tutta la cittadinanza sembra rappresentare la
chiave di accesso condivisa per delineare una progettazione attenta a sviluppare azioni di prevenzione e di
sussidiarietà orizzontale. In particolare l’ambito INFORMAZIONE è stato evidenziato in maniera cogente un
po’ all’interno di tutti i Tavoli e per più target di riferimento.
Il bisogno di informazione risponde alla necessità della popolazione in genere di essere informati sui
servizi del territorio e sulle modalità per fruirne, di accedere in modo agevole alle informazioni e di essere
aggiornati ed informati relativamente alle risorse, interventi presenti sul territorio.
Gli obiettivi che i Tavoli si sono posti per soddisfare questo bisogno vanno dal garantire
un’informazione esaustiva, aggiornata, integrata ed uniforme circa i servizi del territorio, alla garanzia di
151

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE
Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
una informazione completa e continuamente aggiornata sui servizi e sulle modalità per fruirne al fine di dare
un orientamento coerente al cittadino e semplificare i percorsi di accesso ai servizi da parte dell’utente.
Fra le azioni previste per raggiungere questi obiettivi: l’implementazione dello “sportello integrato”
quale modalità di lavoro condivisa fra le 28 sedi del servizio sociale comunale e quindi attivo in ogni
Comune; la condivisione di informazioni sui servizi sociali e socio-Sanitari presenti sul territorio dove la
pluralità dell’offerta, che rappresenta sicuramente un punto di forza del sistema, poiché garantisce al
cittadino una risposta congrua ai suoi bisogni, rende più difficile l’orientamento al cittadino stesso; la
revisione e miglioramento dei Siti comunali e del Sito aziendale Ulss 7; l’aggiornamento e ripubblicazione
della Carta dei Servizi o di altro materiale cartaceo dove valutato opportunamente integrante
dell’informazione informatizzata.
Anche l’ambito FORMAZIONE è stato oggetto di ampio sostegno all’interno dei Tavoli di Area. E’ stata
considerata la formazione rivolta:
- agli operatori/tecnici dei servizi sociali comunali, socio sanitari territoriali dell’Azienda Ulss 7
e professionisti di altre Agenzie istituzionali e non del territorio per la condivisione di un linguaggio
comune, la dimensione dell’integrazione professionale e lo sviluppo delle relazioni tra i diversi servizi
presenti sul territorio; il passaggio dalla pratica professionale alla pratica gestionale ed organizzativa,
l’attivazione di modalità di analisi e di presa in carico condivise, la predisposizione di protocolli/procedure di
presa in carico integrata sperimentabili sul territorio;
- ai familiari di utenti, a target di popolazione collegati ad Associazioni di volontariato, a
Soggetti con responsabilità educativa al fine di condividere un linguaggio comune, attivare processi di coresponsabilità
educativa, divulgare le buone prassi, promuovere approcci ed iniziative che affrontino
l'isolamento della persona/genitore/famiglia.
Fra le azioni proposte si segnalano percorsi formativi di breve e media durata rivolti ad operatori e a
target di popolazione sopra citati: corsi, laboratori per l’incentivazione delle attività di collaborazione fra
Soggetti diversi del territorio, momenti di condivisione di esperienze.
L’ambito della POVERTÀ ECONOMICA è sicuramente trasversale a più Tavoli, includendovi anche la
dimensione della POVERTÀ RELAZIONALE, le cui ricadute sono più avvertite nelle persone/famiglie fragili,
ma è stata affrontata prevalentemente nell’Area Marginalità ed inclusione sociale.
In risposta a tale bisogno, il Tavolo ha fatto sintesi anche delle indicazioni di altre Aree evidenziando
per lo più interventi caratterizzati da azioni per il sostegno economico (anche nella forma di Regolamenti
condivisi fra i 28 comuni per individuazione di criteri minimi per accesso ai servizi) o da politiche di
agevolazione nell’acquisto (o assegnazione) della casa con la promozione di soluzioni abitative
economicamente sostenibili.
Attenzione alla povertà intesa anche come risposta all’emergenza attraverso l’individuazione di uno
spazio di Pronta accoglienza per i senzatetto/homeless al fine di garantire loro un posto letto, pasto caldo,
igiene personale.
L’ambito BENESSERE è un ambito di intervento trasversale a tutti i Tavoli di lavoro, evidenziato come
orientamento al benessere complessivo della persona e alla responsabilità sociale come risorsa.
Il benessere della persona ha assunto significati, obiettivi ed interventi molto diversi e specifici in
quanto riferiti all’intero ciclo di vita e di particolari situazioni di fragilità (nascita, vita e periodo di “fine vita”).
L’ambito della PREVENZIONE, rappresenta un aspetto importante e qualificante del lavoro di
condivisione e concertazione realizzato all’interno di questo Piano. I diversi Tavoli hanno cercato di
coniugare i bisogni emersi con la prospettiva di interventi atti a favorire stili di vita corretti e migliore
qualità della vita stessa: particolare attenzione alla diagnosi precoce; sostegno della famiglia come
soggetto potenziale di risorsa di salute; promozione della responsabilità e coerenza educativa da parte degli
adulti; prevenzione dei fenomeni di polidipendenza; attenzione alla dimensione preventiva del consumo e
dell'abuso di alcol e droghe tra i giovani e giovanissimi; sostegno alle politiche a favore di strategie intese a
prevenire e ridurre la povertà aumentando la partecipazione e la responsabilità individuale e collettiva nella
lotta all’esclusione sociale;
Nell’ambito della prevenzione anche una riflessione sulla modalità di lavoro multidisciplinare di rete, al
fine di co-progettare insieme modalità alternative di approccio al bisogno.
152

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE
Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Di seguito si riportano i bisogni e le politiche che riassumo le azioni trasversali fra le diverse Aree di
intervento del Piano di zona 2011/2015.
Politiche sociali e socio-sanitarie
Bisogno n. 1
Necessità di favorire l’integrazione
e la sostenibilità dei sistemi
sanitari, sociosanitari e sociali.
Bisogno n. 2
1) Politiche sociali e socio-sanitarie
1.1) Migliorare la presa in carico globale e continuativa dei servizi
migliorando l’integrazione fra i servizi della rete (anche attraverso
azioni di formazione condivise)
1.2) Garantire e incentivare la trasferibilità delle informazioni e delle
esperienze/progetti/buone prassi
1.3) Promuovere e sostenere la ricerca di nuove forme di finanziamento
dei servizi
2) Politiche sociali e socio-sanitarie
Carenza di una programmazione di
lavoro per “Reti di servizi” attive o da
promuovere sul territorio
2.1) Sviluppo della collaborazione ed integrazione fra servizi afferenti a
sistemi diversi
2.2) Sviluppo in tutto il territorio di forme di co-progettazione con il
privato sociale a livello municipale, sovracomunale ed interservizi
Bisogno n. 3
Necessità di migliorare
l’informazione al cittadino
2.3) Avviare sul territorio un percorso di condivisione, dando visibilità
alle reti territoriali di solidarietà e al valore nascosto dei beni relazionale
3) Politiche sociali e socio-sanitarie
3.1 Garantire una maggiore conoscenza (informazione/formazione) del
sistema di offerta e della rete territoriale anche al fine di ottimizzare
l’uso delle risorse
3.2) Coinvolgimento del mondo produttivo come ambito di promozione
ed informazione (stakeholder)
Bisogno n. 4
Carenza di una rete di sostegno e
solidarietà evidente e strutturata;
tendenza alla delega della
competenza educativa
Bisogno n. 5
Carenza/assenza di un sostegno
economico minimo per vivere
dignitosamente e sentirsi parte
attiva della società; presenza di ,
situazioni a rischio (carenza di
alloggio e/o lavoro)
3.3) Promuovere la conoscenza dal punto di vista dei diritti umani,
dell’identità di genere, della salute.
4) Politiche sociali e socio-sanitarie
4.1) Promozione del benessere
4.2) Promozione e sviluppo della rete di sostegno alla genitorialità
4.3) Promozione di politiche coordinate per favorire l’autonomia dei
giovani
5) Politiche sociali e socio-sanitarie
5.1) Promuovere pari opportunità e dignità ai cittadini potenziando e
ampliando le risorse e gli strumenti per garantire disponibilità di alloggio
e di opportunità lavorative (anche soluzioni economicamente
sostenibili)
5.2) Sviluppo di una rete di sostegno al reddito e delle opportunità di
integrazione lavorativa
153

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE
Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Bisogno n. 6
Fatica e fragilità nei minori
nell'acquisire e sviluppare
adeguate competenze sociorelazionali
ed affettive, coerenti
con i compiti di sviluppo ed i cicli
evolutivi.
6) Politiche sociali e socio-sanitarie
6.1) Garantire e incentivare azioni coordinate, la trasferibilità delle
informazioni e delle esperienze/progetti positivi fra i diversi Soggetti del
pubblico e privato sociale coinvolti
6.2) Promozione al benessere e sostegno ad adolescenti e giovani
attraverso politiche ed interventi coordinati
6.3) Assicurare una risposta comprensiva e individualizzata ai bisogni di
salute mentale della persona, anche nei casi più complessi, con
comorbilità non psichiatrica o in condizione di grave disagio psicosociale.
Bisogno n. 7
7) Politiche sociali e socio-sanitarie
L’isolamento relazionale della
famiglia e la difficoltà di
integrazione sociale a fronte delle
profonde trasformazioni sociali in
atto, promuovendo e sostenendo
azioni di prevenzione.
7.1) Sviluppo delle collaborazioni ed integrazioni fra servizi afferenti a
sistemi sociali diversi finalizzate alla promozione della famiglia.
154

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Scelte operative/Azioni
TABELLA 1 - 1/A: descrizione delle Azioni di mantenimento (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
Segretariato sociale/porta unitaria per
l'accesso ai servizi
- Comuni
- Ulss(*)
1.1) Migliorare la presa in carico globale e
continuativa dei servizi migliorando l’integrazione
fra i servizi della rete
2011 6.524 € 139.762,31
Contributi per favorire interventi del terzo
settore
- Comuni
2.1) Sviluppo della collaborazione ed integrazione
fra servizi afferenti a sistemi diversi
2011 - € 32.989,70
Altro - Comuni 2011 - € 18.471,02
(*) Risorse ed utenza già inclusi nei specifici Servizi all’interno delle Aree tematiche
155

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
(PB= Progetto Benessere - PS= Progetto Sistema) (PROGRAMMAZIONE PERIODO 2011 / 2015)
Interventi/Azioni
(PB) – POTENZIAMENTO
Potenziamento dei servizi educativi
per l’infanzia (Nidi)
(DGRV 84/2007 e DGRV 674/2008
Nido in famiglia)
(Attivazione di Finanziamenti
regionali x Corsi di formazione)
(PB) – MANTENIMENTO
Sostegno alla funzione educativa
della famiglia e degli adulti
significativi
(Progetto educaz alla sessualità
2011:
Finanz. Reg. € 22.000,00
+ Ulss 7 iso risorse € 6.000,00
(PB) – MANTENIMENTO
Percorsi nascita
Aree
di intervento coinvolte
Famiglia
(capofila)
Infanzia/Minori
Infanzia/Minori
Adolescenza / Giovani
Famiglia
(capofila)
Dipendenze
Immigrazione/Intercult.
Infanzia/Minori
(capofila)
Adolescenza / Giovani
Famiglia
ULSS 7
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
in co-progettazione con:
- Comuni
- Regione
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Comuni
- Cooperativa sociale
Thauma
- Banca della Marca
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Consultori privati
156
Politiche sociali e sociosanitarie
riferite
alle Aree coinvolte
4.1) Promozione del
benessere
4.2) Promozione e sviluppo
della rete di sostegno alla
genitorialità
7.1) Sviluppo delle
collaborazioni ed integrazioni
fra servizi afferenti a sistemi
sociali diversi finalizzate alla
promozione della famiglia.
4.2) Promozione e sviluppo
della rete di sostegno alla
genitorialità
Anno
Numero
Posti/utenti
2011 3
2012
2013
2014
2015
2011 790
2012
2013
2014
2015
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
€ 28.000,00
(area infanzia
minori)
2011 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PS) – POTENZIAMENTO
Individuazione di Punti di incontro
tra genitori in spazi già strutturati e
sperimentazione del modello di
intervento (piccoli e giovani)
(PS) – INNOVAZIONE
Progetto di Formazione per
operatori socio-sanitari su pratiche
di Mutilazioni genitali femminili
(Finanziamento 2011:
DGRV4317/2009: Finanziamento
regionale)
Aree
di intervento coinvolte
Infanzia/Minori
(capofila)
Adolescenza / Giovani
Famiglia
Infanzia/Minori
(capofila)
Adolescenza / Giovani
Famiglia
Immigrazione/Interc.
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
COMUNI
in co-progettazione con:
- Associazioni
Volontariato
- Privato sociale
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni;
- Ulss 7
- Soggetti Terzo
settore;
- Associazioni di
Volontariato.
Politiche sociali e sociosanitarie
riferite
alle Aree coinvolte
4.2) Promozione e
sviluppo della rete di
sostegno alla genitorialità
3.1) Garantire una
maggiore conoscenza
(informazione/formazione)
del sistema di offerta
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
2011 NR
2012
2013
3.3) Promuovere la
conoscenza dal punto di
2014
vista dei diritti umani,
dell’identità di genere,
della salute. 2015
€ 51.726,39
(area
Infanzia/Minori)
(PB) – POTENZIAMENTO
Progetto Adolescenti
( Percorso di
formazione/informazione rivolto a
famiglie/popolazione)
Salute Mentale
(capofila)
Adolescenza / Giovani
Infanzia/Minori
Dipendenze
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Associazioni di
Volontariato
6.3) Assicurare una
risposta comprensiva e
individualizzata ai bisogni
di salute mentale della
persona, anche nei casi
più complessi, con
comorbilità non
psichiatrica o in
condizione di grave
disagio psicosociale
2011 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
157

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PS) – POTENZIAMENTO
Sviluppo Agenzia di avviamento al
lavoro del privato sociale
(Finanziamento 2011:
- Cooperativa Sociale NOI: €
30.000,00
Altro:€ 5.000,00 per disponibilità di
una sede/affitto attrezzatura)
Aree
di intervento coinvolte
Marginalità /
Inclusione sociale
(capofila)
Persone con disabilità
Dipendenze
Salute Mentale
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
COOPERATIVA
SOCIALE “B”, “NOI” di
Castelfranco Veneto
in co-progettazione con:
- Provincia
- Ulss 7
Politiche sociali e sociosanitarie
riferite
alle Aree coinvolte
5.1) Promuovere pari
opportunità e dignità ai
cittadini potenziando e
ampliando le risorse e gli
strumenti per garantire
disponibilità di opportunità
lavorative
Anno
Numero
Posti/utenti
2011 NR
2012
2013
2014
2015
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
€ 35.000,0
(area
Marginalità)
(PB) – INNOVAZIONE
Realizzazione Progetto
“Fondamenta – Istituto
dell’Amministratore di sostegno”
(Finanziamento 2011:
Fondo per la Non Autosufficienza)
Persone con disabilità
(capofila)
Salute Mentale
Dipendenze
Persone Anziane
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Coordinamento
Associazioni di
Volontariato di Vittorio
Veneto
2.2) Sviluppo in tutto il
territorio di forme di coprogettazione
con il privato
sociale a livello municipale,
sovracomunale ed interservizi
3.1) Garantire una maggiore
conoscenza
(informazione/formazione) del
sistema di offerta e della rete
territoriale anche al fine di
ottimizzare l’uso delle risorse
2011
2012
2013
2014
2015
€ 20.000,00
(area Persone
con disabilità)
158

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PS) – POTENZIAMENTO
Definire nuove modalità e prassi che
garantiscano uno scambio costante tra
operatori dei servizi e del territorio su
tematiche relative a fasce età 11/14-
14/24
Aree
di intervento coinvolte
Adolescenza / Giovani
(capofila)
Infanzia/Minori
Famiglia
Dipendenze
ULSS 7
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
in co-progettazione con:
- Comuni
- Privato sociale
Politiche sociali e sociosanitarie
riferite
alle Aree coinvolte
1.1) Migliorare la presa in
carico globale e continuativa
dei servizi migliorando
l’integrazione fra i servizi
della rete
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) – POTENZIAMENTO
Mappatura e condivisione degli
interventi nell’Area della Prevenzione
con gli altri servizi che intervengono in
questo ambito
Adolescenza / Giovani
(capofila)
Famiglia
Infanzia/Minori
Dipendenze
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Cooperativa sociale
Thauma/Operativa di
Comunità
2.1) Sviluppo della
collaborazione ed
integrazione fra servizi
afferenti a sistemi diversi
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) – INNOVAZIONE
Indagine Gruppi AMA sul territorio dell’
Ulss 7
Famiglia
(capofila)
Infanzia /Minori
Persone Anziane
Persone con disabilità
Salute Mentale
Dipendenze
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Centro Servizi
Volontariato di
Treviso (CSV)
1.1) Migliorare la presa in
carico globale e continuativa
dei servizi migliorando
l’integrazione fra i servizi
della rete
7.1) Sviluppo delle
collaborazioni ed
integrazioni fra servizi
afferenti a sistemi sociali
diversi finalizzate alla
promozione della famiglia.
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
159

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PS) – INNOVAZIONE
Realizzazione Campagne di
informazione comunicazione e
sensibilizzazione nell’ambito della
donazione del cordone ombelicale
(PS) – INNOVAZIONE
Creare con il tessuto produttivo
partnership, relativi strumenti e modalità
per contribuire a diffondere informazioni di
interesse sociale
Aree
di intervento
coinvolte
Famiglia
(capofila)
Infanzia /Minori
.
Adolescenza /
Giovani
(capofila)
Infanzia/Minori
Famiglia
Dipendenze
Salute Mentale
Immigrazione/Intercult.
ULSS 7
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
in co-progettazione con:
- Centro Servizi
Volontariato di
Treviso (CSV)
COMUNI
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Privato sociale
- Associazioni di
Volontariato
Politiche sociali e sociosanitarie
riferite
alle Aree coinvolte
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
3.1 Garantire una maggiore
2011 NR ISO RISORSE
conoscenza
(informazione/formazione)
del sistema di offerta e della
rete territoriale anche al fine
2012
2013
2014
di ottimizzare l’uso delle
risorse 2015
3.2) Coinvolgimento del
mondo produttivo come
ambito di promozione ed
informazione (stakeholder)
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) – INNOVAZIONE
Attivazione sperimentazione di
“A.I.S.A.” –
Agenzia di Intermediazione Sociale
all’Abitare
per accompagnamento alla ricerca abitativa e
analisi del mercato immobiliare, allo
svolgimento dell’iter burocratico, all’accesso al
credito…
Avvio attività sperimentale nel 2012
(Finanziamento 2012:
per Comuni coinvolti nella
sperimentazione € 20.000,00 annui costo
operatore/ufficio/segreteria)
Marginalità e
inclusione sociale
(capofila)
Salute Mentale
COMUNI
in co-progettazione con:
- Cooperativa Sociale
“Una casa per
l’Uomo”
- Ulss 7
5.1) Promuovere pari
opportunità e dignità ai
cittadini potenziando e
ampliando le risorse e gli
strumenti per garantire
disponibilità di alloggio
2011 NR
2012
2013
2014
2015
20.000,00
(area
Marginalità)
160

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Aree
di intervento coinvolte
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e sociosanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) – POTENZIAMENTO
Studio fattibilità per la realizzazione
di Sito Web per gestione in rete di
informazioni ed iniziative (x
iniziative/attività format., autismo,
autonomia ecc…)
Infanzia/Minori
Persone con disabilità
(capofila)
ASSOCIAZIONI di
VOLONTARIATO
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Comuni
- Agenzie del territorio
3.1) Garantire una
2011 NR ISO RISORSE
maggiore conoscenza
(informazione/formazione)
del sistema di offerta e
della rete territoriale
2012
2013
anche al fine di
2014
ottimizzare l’uso delle
risorse 2015
(PS) – POTENZIAMENTO
“Valori nascosti”, dare evidenza
alle Reti di solidarietà esistenti
attraverso iniziative condivise e
promuovere le esperienze di
sussidiarietà
Marginalità e inclusione
sociale
(capofila)
Famiglia
Immigrazione/Intercult.
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Provincia
- Comuni
- Cooperative sociali “B”
2.3) Avviare sul territorio
un percorso di
condivisione, dando
visibilità alle reti territoriali
di solidarietà e al valore
nascosto dei beni
relazionale
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) – POTENZIAMENTO
Mappatura e messa in rete dei
“Sensori” e punti di ascolto pubblici
e privati attivi nel territorio
Adolescenza / Giovani
(capofila)
Infanzia/Minori
Famiglia
Dipendenze
Immigrazione/intercult.
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni
- Privato sociale
4.1) Promozione del
benessere
4.3) Promozione di
politiche coordinate per
favorire l’autonomia dei
giovani
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
161

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Aree
di intervento
coinvolte
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e
socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PS) – POTENZIAMENTO
Promozione di interventi di Politiche
Attive del lavoro ” (azioni di
diffusione sul territorio di opportunità
esistenti e progettualità finanziate,
gestione di attività e lavori accessori in
forma associata da parte dei comuni al
di sotto dei 5000 abitanti)
Marginalità e
inclusione sociale
(capofila)
Persone con
disabilità
Dipendenze
Salute Mentale
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Provincia
- Comuni
5.1) Promuovere pari
opportunità e dignità ai
cittadini potenziando e
ampliando le risorse e
gli strumenti per
garantire disponibilità di
opportunità lavorative
2011 NR ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
(PS) – INNOVAZIONE
Tutoraggio personale qualificato
primi giorni inserimento
dell’Assistente Familiare/ Badante
Eventuali Finanziamenti da definire
Persone Anziane
(capofila)
Immigrazione /
Interculturalità
Persone con
disabilità
COMUNI
in co-progettazione con:
- Ulss 7
- Provincia
- Cooperative sociali
1.1) Migliorare la presa
in carico globale e
continuativa dei servizi
migliorando
l’integrazione fra i servizi
della rete
2011 ISO RISORSE
2012 20
2013
2014
2015
162

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
(PS) – POTENZIAMENTO
La presa in carico integrata sul
territorio dell’ ULSS 7
Percorso di Formazione
(Finanziamento 2011:Fondo per la
Non Autosufficienza e Ulss 7)
Aree
di intervento coinvolte
Persone Anziane
(capofila)
Persone con disabilità
Salute Mentale
ULSS 7
Soggetto/i
responsabile/i
della gestione
in co-progettazione con:
- Comuni
- Coordinamento
Associazioni di
Volontariato della
Sinistra Piave
Politiche sociali e
socio-sanitarie
1.1) Migliorare la presa in
carico globale e
continuativa dei servizi
migliorando
l’integrazione fra i servizi
della rete
Anno
Numero
Posti/utenti
2011 NR
2012
2013
2014
2015
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
€ 19.500,00
(area Persone
anziane)
(PS) – INNOVAZIONE
a) Promozione di iniziative di
“found raising”
Tutte le Aree
a) FONDAZIONE DI
COMUNITA’
b) ULSS 7
1.3) Promuovere e
sostenere la ricerca di
nuove forme di
finanziamento dei servizi
2011 NR € 50.000,00
2012
2013
b) Presentazione di progetti in
ambito europeo
in co-progettazione con:
- Soggetti del terzo
settore
2014
2015
(PB) – POTENZIAMENTO
Interventi di prevenzione del disagio
e della devianza negli adolescenti
Adolescenza / Giovani
(capofila)
Immigrazione/Intercultural.
CONFERENZA DEI
SINDACI
in co-progettazione con:
- Istituti Scolastici
- Comuni;
- Ulss 7
- Soggetti Terzo
settore;
- Associazioni di
Volontariato.
4.1) Promozione del
benessere
2011 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
163

4. La pianificazione per singola area
Area TRASVERSALE: l’Integrazione fra le Aree di intervento
Conferenza dei Sindaci
Interventi/Azioni
Aree
di intervento
coinvolte
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Politiche sociali e
socio-sanitarie
Anno
Numero
Posti/utenti
Risorse
(finanziamenti
complessivi)
(PB) – INNOVAZIONE
Realizzazione HOSPICE
Struttura dedicata ai malati di
neoplasia in fase avanzata che
necessitano di protezione e assistenza
continua sanitaria e/o sociale,
temporanea o permanente.
Costruzione struttura entro il 2011,
apertura attività entro il 2012
Trasversale
a tutte le Aree del
Piano
Anziani
(capofila)
ULSS 7
in co-progettazione con:
- Comuni
- LILT di Conegliano
- LILT di Vittorio Veneto
- Centri di Servizio
- Diocesi di Vittorio
Veneto
3/B Migliorare la qualità
delle cure alle
persone inserite in
struttura in
particolare a quelle
con maggiori
necessità di
assistenza sanitaria
2011 10 3.600.000,00
2012
2013
2014
(Finanziamento 2011: Ulss 7)
2015
(PB) – INNOVAZIONE
Studio fattibilità
Progetto Centro Servizi “Vicolo
Miotti” di Revine Lago,
approfondimento proposta
Anziani
(capofila)
Marginalità
Persone con disabilità
Immigrazione/Interc.
COMUNE
di REVINE LAGO
in co-progettazione con:
- Comuni
- Ulss 7
- Associazioni/Privato
sociale
2/I Favorire lo studio e la
sperimentazione di
soluzioni abitative
innovative
1/B Prevenire la
solitudine relazionale
favorire momenti di
aggregazione e
scambio
intergenerazionali
2011 54 ISO RISORSE
2012
2013
2014
2015
164

5. Il quadro delle risorse economiche
Conferenza dei Sindaci
5. IL QUADRO DELLE RISORSE ECONOMICHE
La pianificazione quinquennale del Piano di zona ha posto l’attenzione in modo evidente sul processo di
integrazione dei servizi, di partecipazione e condivisione di politiche da parte dei diversi soggetti che hanno
concertato e co-progettato azioni ed interventi.
Pertanto le risorse economiche e finanziarie interessano non solo i servizi pubblici, ma anche il mondo
della cooperazione e dell’associazionismo del territorio, che coprogetta e realizza una gamma qualificata di
interventi/azioni territoriali (vedasi allegato n. 8 Elenco soggetti co-progettatori). Qualora le azioni/interventi
descritti all’interno del Piano di zona 2011-2015 vengano finanziate, i realizzatori degli stessi, potranno
essere uno o più soggetti co-progettatori delle azioni medesime.
Dai dati di sintesi emerge la grande complessità delle fonti e dei canali di finanziamento, in parte
derivanti dal quadro normativo, tuttora in evoluzione ed in parte dalla natura stessa della programmazione
delle politiche sociali, caratterizzate dal pluralismo dei soggetti e dei livelli istituzionali coinvolti.
Sarà quindi possibile avere un quadro delle competenze di ruolo e risorse disponibili solo dopo
l’approvazione degli specifici bilanci di previsione da parte delle Amministrazioni comunali, della
Conferenza dei Sindaci, della Regione del Veneto e dopo la definizione delle risorse specifiche da
parte dello Stato (e della stessa Regione), sia sul Fondo sanitario che su quello sociale, nonché sul
Fondo della Non Autosufficienza (regionale e nazionale).
Pertanto il quadro delle risorse sotto riportato riguarda la previsione del solo anno 2011, sulla
base delle informazioni oggi disponibili.
Per la più analitica pianificazione di azioni/interventi successive al 2011, sempre all’interno della
programmazione delineata, si rimanda altresì alla definizione annuale delle disponibilità finanziarie da
parte della Conferenza dei Sindaci, dell’Azienda Ulss 7 (Fondo Sanitario Regionale, Fondo Sociale
Regionale, finanziamenti statali), dei Comuni e del Privato Sociale.
Di seguito si presentano le due tabelle di sintesi relative alle “Risorse per Area e tipologia di intervento”
(TABELLA A) e alle “Fonti di finanziamento per Area di intervento” (TABELLA B).
165

Il quadro delle risorse economiche
Conferenza dei Sindaci
TABELLA A - Risorse per area e tipologia di intervento - anno 2011
Aree di intervento
Famiglia,
infanzia/minori,
adolescenza/giovani
Accesso,
consulenza e
presa in
carico
Interventi
domiciliari e
territoriali
Interventi
semiresidenziali
(compresi servizi
prima infanzia)
Interventi
residenziali
Sostegno
economico
(compreso assegno
di cura e rette per
residenzialità extra
Ulss)
Altri interventi
(interventi per la
socializzazione,
l’integrazione, di
prevenzione e azioni
di sistema)
Altro
TOTALE
RISORSE PER
AREA DI
INTERVENTO(*)
€ 4.862.595,61 € 236.479,29 € 5.189.972,52 € 3.490.711,30 € 1.347.478,72 € 1.209.854,44 € 14.349,88 € 16.351.441,76
Persone anziane € 681.021,64 € 5.271.642,84 € 1.019.434,47 € 57.422.704,03 € 3.295.142,90 € 948.127,18 € 4.381,58 € 68.642.454,64
Persone con
disabilità
€ 6.964.292,24 € 2.317.438,49 € 5.105.655,31 € 4.246.745,36 € 1.911.918,50 € 62.491,95 € 20.608.541,85
Dipendenze € 1.618.644,86 € 21.667,03 € 165.900,00 € 1.959.200,56 € 932.143,37 € 25.350,00 € 4.722.905,82
Salute mentale € 3.785.598,09 € 134.979,54 € 1.051.213,26 € 2.843.112,43 € 514.531,43 € 2.800,00 € 1.760.613,00 € 10.092.847,75
Immigrazione /
Interculturalità
Marginalità e
inclusione sociale
€ 273.100,48 € 623.465,48 € 61.423,04 € 957.989,00
€ 124.174,66 € 89.775,29 € 63.400,00 € 483.200,83 € 760.550,78
Trasversale € 194.762,31 € 3.600.000,00 € 32.989,70 € 93.226,39 € 18.471,02 € 3.939.449,42
TOTALE RISORSE
PER TIPOLOGIA
DI INTERVENTO
€ 18.504.189,89 € 8.071.982,48 € 12.532.175,56 € 73.625.873,68 € 9.140.870,93 € 2.403.273,00 € 1.797.815,48 € 126.076.181,02
166

Il quadro delle risorse economiche
Conferenza dei Sindaci
TABELLA B - Fonti di finanziamento per area di intervento – anno 2011
Aree di intervento
Famiglia,
infanzia/minori,
adolescenza/giovani
Regione/Ulss
Comuni
singoli
Comuni
Conferenza
dei Sindaci
Fondi statali,
vincolati e
fondi UE
Altri enti
pubblici
(Provincia,
ecc…)
Utenza
Enti
privati/privato
sociale
TOTALE
RISORSE PER
AREA DI
INTERVENTO(*)
€ 6.425.605,05 € 4.564.803,07 € 490.561,27 € 34.405,00 € 106.140,24 € 3.210.929,11 € 1.518.997,96 € 16.351.441,76
Persone anziane € 35.478.983,41 € 3.476.040,75 € 1.422,60 € 8.118,33 € 28.524.821,00 € 1.153.068,54 € 68.642.454,64
Persone con
disabilità
€ 14.292.691,80 € 1.101.890,22 € 3.784.382,83 € 438,88 € 24.996,47 € 1.178.056,21 € 226.085,44 € 20.608.541,85
Dipendenze € 4.286.812,25 € 93.720,82 € 60.987,34 € 6.103,90 € 3.611,70 € 271.669,81 € 4.722.905,82
Salute mentale € 9.039.774,62 € 228.668,29 € 442.974,28 € 45.191,62 € 336.238,94 € 10.092.847,75
Immigrazione /
Interculturalità
€ 535.160,65 € 347.446,86 € 39.170,00 € 35.447,49 € 764,00 € 957.989,00
Marginalità e
inclusione sociale
€ 112.626,91 € 515.279,98 € 54.581,26 € 13.062,63 € 65.000,00 € 760.550,78
Trasversale € 3.713.226,39 € 196.223,03 € 30.000,00 € 3.939.449,42
TOTALE RISORSE
PER FONTE DI
FINANZIAMENTO
€ 73.884.881,09 € 10.524.073,02 € 4.818.075,72 € 36.266,48 € 280.579,31 € 33.267.483,59 € 3.264.821,75 € 126.076.181,02
(*) Importi soggetti a modifica in base alla reale disponibilità finanziaria da parte degli enti coinvolti
167

5. Il quadro delle risorse economiche
Conferenza dei Sindaci
Fig. 1 - Ripartizione delle risorse per area di intervento – anno 2011
Anziani
16,3%
13,0%
Persone con disabilità
Famiglia, infanzia, adolescenza,
giovani e minori
Salute mentale
54,4%
8,0%
3,7%
0,8%
3,1% 0,6%
Dipendenze
Immigrazione
Marginalità sociale
Multiutenza
Fig. 2 - Ripartizione delle risorse per tipologia di intervento – anno 2011
58,4%
Interventi residenziali
Accesso consulenza e presa in carico
14,7%
Interventi semiresidenziali
9,9%
Sostegno economico
7,3%
Interventi domiciliari/territoriali
6,4%
Altri interventi (per la socializzazione,
1,4% 1,9% l'integrazione, di prevenzione, azioni di
sistema)
Altro
168

5. Il quadro delle risorse economiche
Conferenza dei Sindaci
Fig. 3 - Ripartizione delle risorse per fonte di finanziamento – anno 2011
REGIONE/ULSS
COMUNI
58,6%
8,3%
3,8%
0,2%
CONFERENZA
FONDI STATALI
26,4%
ALTRI ENTI PUBBLICI
UTENZA
2,6%
ENTI PRIVATI /PRIVATO
SOCIALE
La figura 1 rappresenta la distribuzione delle risorse previste per l’anno 2011 per area: il 54,4% è riferito
all’Area Persone Anziane (di cui oltre l’80% è dedicato alla residenzialità), il 16,3% è riservato all’Area
Persone con disabilità all’interno della quale un peso consistente è determinato dalle strutture residenziali,
dai servizi territoriali dell’Az. Ulss 7 e dal Presidio riabilitativo dell’Istituto “La Nostra Famiglia”. Segue l’Area
Famiglia - Infanzia/Minori – Adolescenza/Giovani con il 13% delle risorse (riservate in gran parte ai Servizi
per la prima infanzia, alle Comunità residenziali per minori e ai servizi dell’Az. Ulss 7 (Consultorio Familiare e
Servizio Età Evolutiva).
L’8% delle risorse è riferito all’Area Salute Mentale a sostegno dei servizi del Dipartimento di Salute
Mentale e delle strutture residenziali e semiresidenziali.
Complessivamente il 58,4% delle risorse è dedicato ai servizi residenziali, il 14,7% agli interventi di
accesso, consulenza e presa in carico da parte del Servizio Sociale Professionale, Consultorio Familiare,
Servizio Età Evolutiva, Servizio Disabilità Età Adulta, SerT, CSM e Ist. La Nostra Famiglia (Fig. 2).
La figura 3 indica la ripartizione delle risorse previste per fonti: il 58,6% è ad erogazione regionale (fondi
sociali e sanitari), il 26,4% quale contribuzione dell’utenza (in particolare per la residenzialità e i servizi per la
prima infanzia) e il 12,1% proviene dal finanziamento dei Comuni (quota trasferita all’Az. Ulss e risorse
proprie).
169

6. Gli strumenti ed i processi di governo
del Piano di zona
Conferenza dei Sindaci
6. GLI STRUMENTI ED I PROCESSI DI GOVERNO DEL PIANO DI ZONA
6.1 Ruolo dell’Azienda Ulss e dei Comuni all’interno del Piano
L’Azienda Ulss è :
- coordinatore e gestore del Piano attraverso la Direzione dei Servizi Sociali, che presiede al governo
delle varie azioni coadiuvando la Conferenza dei Sindaci;
- strumento fondamentale dell’Ulss è l’Ufficio di Piano che coordina lo sviluppo e il monitoraggio dei
progetti con l’apporto diretto dei responsabili di Area e referenti di progetto; organizza e gestisce i
periodici incontri dei gruppi di monitoraggio, supervisiona le preposte schede di avanzamento per
ogni singolo progetto; provvede alla gestione della raccolta ed analisi dei dati relativi alla rete dei
servizi del territorio;
- partecipa, attraverso i propri servizi, all’erogazione degli interventi e coordinamento di diverse aree
del Piano.
I Comuni:
- detengono la titolarità del Piano attraverso la Conferenza dei Sindaci che ha il compito di dare
indirizzi e linee guida e stabilire l’ammontare dei budget economici;
- sono rappresentati all’interno di ogni gruppo di Area dal Referente politico;
- partecipano, tramite i propri servizi, all’erogazione degli interventi e coordinamento di diverse aree
del Piano.
6.2 L'Ufficio di Piano
Composizione:
- Dirigente Ufficio attività socio sanitarie della Direzione dei Servizi Sociali, dott.ssa Annamaria Nardi in
qualità di Responsabile Ufficio di Piano (18 h settimanali);
- Collaboratore amministrativo professionale settore statistico/Unità Controllo di Gestione, dott.ssa
Valentina Candeago, per le elaborazioni statistiche (18 h settimanali),
- Coadiutore amministrativo/Ufficio amministrativo della Direzione dei servizi Sociali, dott.ssa Paola
Salezze per l’attività amministrativa di supporto (18 h settimanali).
Finalità dell’Ufficio:
- Sostiene e coordina il percorso tecnico ed organizzativo di realizzazione del Piano, attuando le linee di
indirizzo individuate dall’ Organo di Governo Politico e programmate dal Gruppo di Coordinamento (GC);
- Coordina le proposte elaborate dai gruppi di lavoro tematici per sottoporle all’approvazione degli
organismi istituzionali preposti (Organo di Governo Politico, Gruppo di Coordinamento, Conferenza dei
Sindaci).
Supporta il Gruppo di Coordinamento (GC):
1. nella costruzione di strumenti di analisi, monitoraggio e di valutazione in grado di sostenere il processo
di stesura e realizzazione del Piano o la sua ripianificazione;
2. nell’attivazione di momenti di confronto sinergico fra tutti i soggetti coinvolti;
3. nell’analisi del sistema di offerta dei servizi presenti sul territorio (mappatura);
4. per la definizione del sistema di rete fra i Comuni/servizi – l’Azienda/servizi – Territorio/servizi;
5. nell’individuazione e superamento delle eventuali problematicità organizzative e gestionali per la
realizzazione del documento di Piano;
6. nella predisposizione di piani di lavoro e di comunicazione relativamente alle Aree di intervento del
Piano;
171

6. Gli strumenti ed i processi di governo
del Piano di zona
Conferenza dei Sindaci
7. nella predisposizione dell’accordo di programma/protocollo intesa per l’attuazione del Piano;
8. per la stesura del documento di Piano.
L’Ufficio si avvale della collaborazione di:
- Responsabili tecnici Aree tematiche (1 Referente Dipartimento Salute Mentale, 1 Referente Dipartimento
per le Dipendenze, 1 Referente Cure Primarie, 1 Referente Servizio Disabilità Età Adulta, 1 Referente
Infanzia/Adolescenza/Famiglia, 1 Referente Area Povertà/Emarginazione e 1 Referente Area
Immigrazione/Intercultura);
- Coordinamento degli Assistenti Sociali comunali;
- Servizio Epidemiologico/Prevenzione Ulss7;
- Unità Controllo di Gestione Ulss7;
- Servizio per lo Sviluppo della Qualità Ulss7;
- Servizio Economico/Finanziario Ulss7;
- Ufficio attività socio sanitarie della Direzione servizi Sociali;
- Tecnici rappresentanti della Provincia di Treviso;
- Rappresentanti del mondo della Scuola;
- Rappresentanti delle Cooperative sociali;
- Rappresentanti delle Associazioni di Volontariato.
6.3 Monitoraggio e controllo del Piano
Il Monitoraggio, la verifica e la valutazione costituiscono momenti fondamentali del processo
pianificatorio. Con il termine monitoraggio e controllo si intende il momento di verifica del lavoro svolto, la
rilevazione dello stato di avanzamento delle azioni/progetti, la supervisione, ma anche l’identificazione e
l’attuazione degli eventuali interventi correttivi necessari per eliminare gli scostamenti rispetto al Piano.
Fra le funzioni dell’Ufficio di Piano anche la gestione e il coordinamento del sistema di monitoraggio
e valutazione delle diverse azioni di Piano; l’Ufficio cura la realizzazione di schede e griglie a livello locale
per la raccolta di dati e la registrazione delle diverse fasi di monitoraggio/aggiornamento, sostiene i diversi
Enti/Istituzioni/Soggetti diversi responsabili di Azioni/Progetti nella stesura delle schede di monitoraggio,
attraverso la realizzazione di incontri specifici dedicati per giungere ad una valutazione, intermedia nel
quinquennio e finale di Piano, condivisa.
Saranno costituiti i Gruppi di monitoraggio specifici per singola Area tematica coinvolgendo una
rappresentanza fra i diversi Enti/Istituzioni e Soggetti del privato sociale che hanno partecipato alla
realizzazione del documento di Piano.
Ogni Gruppo di monitoraggio sarà composto da: Referente politico, Responsabile/Coordinatore
tecnico di Area, Direttori di Distretto socio sanitario, Responsabili dei singoli progetti, uno/due
Rappresentanti del Privato sociale, uno/due Rappresentanti di altri istituzioni/Enti significativi del territorio,
uno/due Assistenti sociali dei Comuni, un Rappresentante delle Organizzazioni Sindacali, il Responsabile
Ufficio di Piano dell’Azienda Ulss 7.
Il monitoraggio del Piano di zona prevede anche la rilevazione annuale dei dati relativi alle
azioni attivate con la programmazione locale, che devono essere inseriti da ciascun Ufficio di Piano nel
Web regionale. Oltre alla raccolta dei dati, come richiesto dalla Regione del Veneto, sarà prodotta dall’Ufficio
di Piano, in collaborazione con i Responsabili di Area , l’annuale Relazione Valutativo - previsionale
finalizzata a render conto e dare visibilità all’avanzamento della programmazione in termini di priorità di
risultati raggiunti e dei cambiamenti da apportare nell’anno successivo di programmazione.
La Relazione Valutativo – previsionale annuale diviene quindi strumento utile per stimolare il
confronto fra i diversi ambiti regionali, fornendo indicazioni di benchmark e, dall’altra, stimolare il raccordo fra
il livello di programmazione locale con quello regionale, per garantire integrazione e circolarità fungendo
anche da riferimento per la definizione del piano di indirizzo promosso dalla Regione stessa.
172

6. Gli strumenti ed i processi di governo
del Piano di zona
Conferenza dei Sindaci
Modalità e frequenza dell’azione di monitoraggio
La responsabilità per l’effettuazione del monitoraggio, in particolare per le azioni innovative e/o di
potenziamento/Progetti è affidata al capo progetto che deve tenere costantemente aggiornato il
Responsabile tecnico di Area che in particolare deve visionare i documenti prima dell’invio all’Ufficio di
Piano.
In particolare per il monitoraggio di azioni/progetti l’attenzione sarà sulla verifica dei risultati raggiunti e
sui costi sostenuti.
La verifica dei risultati raggiunti dovrà essere eseguita alla chiusura di ogni quadrimestre, quindi alla
fine di aprile, di agosto e di dicembre.
La verifica costi sostenuti sarà effettuata 2 volte all’anno al termine del primo semestre (entro il 10 di
luglio) e al termine dell’anno (entro il 15 gennaio) avendo cura di verificare:
• la rilevazione dei costi sostenuti fino a quel momento;
• la verifica degli effettivi finanziamenti attivati/disponibili;
• l’adeguamento del progetto agli effettivi finanziamenti in atto.
In particolare, la verifica dello stato di avanzamento di tutto il sistema dei progetti nell’arco del tempo
considerato, sarà effettuata dal responsabile dell’Ufficio di piano, utilizzando i format previsti.
La verifica sullo stato di attuazione del Piano di zona sarà effettuata dal Gruppo di Coordinamento
(GC) che sarà convocato una/due volte l’anno.
6.4 La Valutazione del Piano e dei singoli progetti
.
Se il monitoraggio del progetto ha l’obiettivo di garantire che il gruppo di lavoro adotti tutti gli
accorgimenti possibili per garantire il rispetto di quanto pianificato (efficienza dei progetti), la valutazione è
rivolta a capire se le scelte effettuate sono le più adatte relativamente ai bisogni rilevati al fine di rispondere
adeguatamente alle esigenze dei cittadini (efficacia dei progetti e del Piano).
La valutazione è un processo di ricerca che si propone di individuare gli sviluppi futuri tenendo conto
sia degli elementi emersi dalla verifica sia di tutti quegli aspetti che non erano prevedibili e che, proprio
perché non previsti, costituiscono la vera novità alla luce dei quali sarà possibile ri-programmare.
Per tale motivo la valutazione deve discendere ed essere correlata all’analisi del profilo dell’area e in
particolare dei bisogni, quali punto di partenza dal quale è stato costruito il Piano stesso e sono stati
identificati i progetti.
A livello di singolo progetto la valutazione parte dalla lettura del bisogno che ha generato il progetto e
verifica sia durante lo svolgimento, sia al termine del progetto che i risultati intermedi che si stanno
conseguendo e il risultato finale sono la risposta reale alle esigenze manifestate inizialmente.
Ancora più importante è la valutazione a livello di Area per la quale l’efficacia degli interventi deve
essere valutata prendendo in esame tutti i progetti che si stanno svolgendo e dovrà verificare quanto le
esigenze emerse in fase di analisi dei bisogni dell’area sono efficacemente soddisfatte dai risultati
complessivi di tutti i progetti realizzati.
Nel corso del quinquennio si potranno utilizzare i seguenti percorsi di valutazione:
1. gli strumenti proposti dalla Direzione Regionale dei Servizi Sociali per una analisi comparata dei
Piani, a partire dagli indicatori evidenziati dalla Regione del Veneto (DGRV 2082/2010, Allegato A) utili
per leggere differenze territoriali e cambiamenti nel tempo dei fenomeni sui quali si è individuato di
interviene;
2. la individuazione di possibili indicatori (di esito e/o di processo) collegati alle priorità ed alle politiche
di intervento riferite alle singole Aree tematiche;
3. la Relazione Valutativa – previsionale prevista per ogni annualità del Piano;
4. la predisposizione di strumenti per la valutazione del grado di soddisfazione dei servizi da parte
dell’utenza.
Al termine del quinquennio di programmazione sarà prodotta una Relazione Valutativa conclusiva e
complessiva finalizzata a valutare i risultati raggiunti rispetto alle politiche perseguite nel quinquennio di
programmazione locale.
173

Conferenza dei Sindaci
ALLEGATO 1 – TABELLE STRUTTURA E DINAMICA DELLA POPOLAZIONE
Tab. 1 - Trend popolazione residente – anni 2005-2009
2005 2006 2007 2008 2009
Var %
2005-2009
Cappella Maggiore 4.477 4.525 4.553 4.576 4.578 +2,3%
Cison di Valmarino 2.653 2.629 2.654 2.687 2.701 +1,8%
Codognè 5.265 5.234 5.271 5.321 5.356 +1,7%
Colle Umberto 4.992 5.021 5.051 5.129 5.154 +3,2%
Conegliano 35.520 35.508 35.401 35.514 35.676 +0,4%
Cordignano 6.967 6.990 7.036 7.086 7.091 +1,8%
Farra di Soligo 8.453 8.571 8.728 8.811 8.882 +5,1%
Follina 3.988 3.963 3.983 4.003 4.019 +0,8%
Fregona 3.109 3.119 3.163 3.191 3.181 +2,3%
Gaiarine 6.227 6.219 6.185 6.227 6.208 -0,3%
Godega di Sant'Urbano 6.044 6.082 6.113 6.116 6.140 +1,6%
Mareno di Piave 8.918 9.155 9.363 9.438 9.492 +6,4%
Miane 3.637 3.620 3.607 3.620 3.552 -2,3%
Moriago della Battaglia 2.756 2.785 2.848 2.844 2.807 +1,9%
Orsago 3.841 3.846 3.905 3.917 3.869 +0,7%
Pieve di Soligo 11.736 11.824 12.003 12.096 12.131 +3,4%
Refrontolo 1.800 1.798 1.793 1.799 1.815 +0,8%
Revine Lago 2.171 2.175 2.247 2.249 2.269 +4,5%
San Fior 6.398 6.536 6.677 6.811 6.881 +7,5%
San Pietro di Feletto 5.152 5.216 5.300 5.329 5.441 +5,6%
Santa Lucia di Piave 8.159 8.354 8.582 8.806 8.912 +9,2%
San Vendemiano 9.475 9.577 9.675 9.897 10.089 +6,5%
Sarmede 3.145 3.170 3.178 3.215 3.222 +2,4%
Sernaglia della Battaglia 6.242 6.327 6.365 6.439 6.381 +2,2%
Susegana 11.541 11.743 11.918 12.059 12.082 +4,7%
Tarzo 4.657 4.613 4.599 4.620 4.609 -1,0%
Vazzola 6.815 6.874 6.945 7.017 7.101 +4,2%
Vittorio Veneto 29.229 29.083 29.216 29.234 29.210 -0,1%
DISTRETTO NORD 100.012 100.213 101.024 101.599 101.602 +1,6%
DISTRETTO SUD 113.355 114.344 115.335 116.452 117.247 +3,4%
TOTALE ULSS 7 213.367 214.557 216.359 218.051 218.849 +2,6%
Veneto 4.738.313 4.773.554 4.832.340 4.885.548 4.912.438 +3,7%
1

Conferenza dei Sindaci
Tab. 2 - Distribuzione della popolazione per fascia d’età – anni 2005-2009
Fasce d'età 2005 2006 2007 2008 2009
Var %
2005-2009
0-4 10.322 10.492 10.665 10.756 10.672 +3,4%
5-9 10.034 10.221 10.405 10.507 10.597 +5,6%
10-14 9.309 9.483 9.665 9.923 10.154 +9,1%
15-19 9.158 9.266 9.629 9.771 9.830 +7,3%
20-24 10.453 10.239 10.307 10.395 10.221 -2,2%
25-29 13.272 12.633 12.461 12.027 11.774 -11,3%
30-34 17.082 16.605 16.052 15.753 14.902 -12,8%
35-39 18.374 18.225 18.110 18.032 17.883 -2,7%
40-44 18.016 18.458 18.762 18.829 18.760 +4,1%
45-49 15.276 15.712 16.270 16.783 17.420 +14,0%
50-54 13.496 13.803 14.019 14.436 14.892 +10,3%
55-59 13.851 13.379 13.155 13.184 13.295 -4,0%
60-64 11.794 12.325 12.624 12.780 12.889 +9,3%
65-69 11.959 12.156 12.160 12.214 11.999 +0,3%
70-74 9.866 9.958 10.098 10.502 10.970 +11,2%
75-79 9.027 8.956 8.857 8.662 8.725 -3,3%
80-84 7.069 7.256 7.330 7.276 7.301 +3,3%
85-89 2.636 3.097 3.646 4.344 4.794 +81,9%
>90 2.373 2.293 2.144 1.877 1.771 -25,4%
TOTALE 213.367 214.557 216.359 218.051 218.849 +2,6%
Distretto Nord
0-14 13.944 14.064 14.265 14.378 14.413 +3,4%
0-17 16.555 16.698 17.000 17.134 17.193 +3,9%
15-29 15.381 14.994 15.041 14.847 14.666 +2,6%
30-44 24.568 24.419 24.278 24.185 23.570 -9,7%
45-64 25.462 25.795 26.285 26.829 27.385 +6,5%
>64 20.657 20.941 21.155 21.360 21.568 +4,4%
>74 10.378 10.588 10.754 10.788 10.891 +5,1%
TOTALE 100.012 100.213 101.024 101.599 101.602 +1,6%
Distretto Sud
0-14 15.721 16.132 16.470 16.808 17.010 +8,2%
0-17 18.652 19.075 19.495 19.910 20.141 +8,0%
15-29 17.502 17.144 17.356 17.346 17.159 +2,0%
30-44 28.904 28.869 28.646 28.429 27.975 -7,1%
45-64 28.955 29.424 29.783 30.354 31.111 +6,7%
>64 22.273 22.775 23.080 23.515 23.992 +7,5%
>74 10.727 11.014 11.223 11.371 11.700 +9,0%
TOTALE 113.355 114.344 115.335 116.452 117.247 +3,4%
2

Conferenza dei Sindaci
Tab. 3 - Distribuzione della popolazione per fascia d’età e comune – anno 2009
0-4 5-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75-84 85 e più Totale
Cappella Maggiore
200 393 389 559 753 683 611 538 343 109 4.578
4,4% 8,6% 8,5% 12,2% 16,4% 14,9% 13,3% 11,8% 7,5% 2,4% 100%
Cison di Valmarino
138 235 246 348 447 407 307 293 205 75 2.701
5,1% 8,7% 9,1% 12,9% 16,5% 15,1% 11,4% 10,8% 7,6% 2,8% 100%
Codognè
262 518 480 775 865 829 616 516 367 128 5.356
4,9% 9,7% 9,0% 14,5% 16,2% 15,5% 11,5% 9,6% 6,9% 2,4% 100%
Colle Umberto
275 469 461 676 882 807 630 529 304 121 5.154
5,3% 9,1% 8,9% 13,1% 17,1% 15,7% 12,2% 10,3% 5,9% 2,3% 100%
Conegliano
1.488 3.078 3.199 4.045 5.609 5.264 4.509 4.210 2.989 1.285 35.676
4,2% 8,6% 9,0% 11,3% 15,7% 14,8% 12,6% 11,8% 8,4% 3,6% 100%
Cordignano
361 723 667 836 1.260 1.078 810 661 479 216 7.091
5,1% 10,2% 9,4% 11,8% 17,8% 15,2% 11,4% 9,3% 6,8% 3,0% 100%
Farra di Soligo
497 892 872 1.218 1.448 1.255 1.010 831 622 237 8.882
5,6% 10,0% 9,8% 13,7% 16,3% 14,1% 11,4% 9,4% 7,0% 2,7% 100%
Follina
224 374 359 500 697 546 530 390 281 118 4.019
5,6% 9,3% 8,9% 12,4% 17,3% 13,6% 13,2% 9,7% 7,0% 2,9% 100%
Fregona
173 275 296 370 495 520 411 292 226 123 3.181
5,4% 8,6% 9,3% 11,6% 15,6% 16,3% 12,9% 9,2% 7,1% 3,9% 100%
Gaiarine
267 569 597 750 919 918 859 680 443 206 6.208
4,3% 9,2% 9,6% 12,1% 14,8% 14,8% 13,8% 11,0% 7,1% 3,3% 100%
Godega di
294 528 609 753 946 942 686 708 467 207 6.140
Sant’urbano 4,8% 8,6% 9,9% 12,3% 15,4% 15,3% 11,2% 11,5% 7,6% 3,4% 100%
Mareno di Piave
563 957 868 1.265 1.796 1.397 1.016 902 545 183 9.492
5,9% 10,1% 9,1% 13,3% 18,9% 14,7% 10,7% 9,5% 5,7% 1,9% 100%
Miane
159 331 344 424 584 495 463 346 293 113 3.552
4,5% 9,3% 9,7% 11,9% 16,4% 13,9% 13,0% 9,7% 8,2% 3,2% 100%
Moriago della
145 319 275 375 464 394 300 297 167 71 2.807
Battaglia 5,2% 11,4% 9,8% 13,4% 16,5% 14,0% 10,7% 10,6% 5,9% 2,5% 100%
Orsago
177 406 339 456 626 579 463 401 321 101 3.869
4,6% 10,5% 8,8% 11,8% 16,2% 15,0% 12,0% 10,4% 8,3% 2,6% 100%
Pieve di Soligo
682 1.281 1.186 1.671 2.101 1.797 1.223 1.110 805 275 12.131
5,6% 10,6% 9,8% 13,8% 17,3% 14,8% 10,1% 9,2% 6,6% 2,3% 100%
Refrontolo
80 180 151 198 321 283 223 189 139 51 1.815
4,4% 9,9% 8,3% 10,9% 17,7% 15,6% 12,3% 10,4% 7,7% 2,8% 100%
Revine Lago
110 217 203 236 367 376 307 218 174 61 2.269
4,8% 9,6% 8,9% 10,4% 16,2% 16,6% 13,5% 9,6% 7,7% 2,7% 100%
San Fior
334 727 634 882 1.288 971 796 642 449 158 6.881
4,9% 10,6% 9,2% 12,8% 18,7% 14,1% 11,6% 9,3% 6,5% 2,3% 100%
San Pietro di Feletto
236 548 498 562 901 852 695 551 399 199 5.441
4,3% 10,1% 9,2% 10,3% 16,6% 15,7% 12,8% 10,1% 7,3% 3,7% 100%
Santa Lucia di
560 845 804 1.255 1.758 1.218 892 847 522 211 8.912
Piave 6,3% 9,5% 9,0% 14,1% 19,7% 13,7% 10,0% 9,5% 5,9% 2,4% 100%
San Vendemiano
487 1.032 902 1.186 1.878 1.530 1.120 1.033 691 230 10.089
4,8% 10,2% 8,9% 11,8% 18,6% 15,2% 11,1% 10,2% 6,8% 2,3% 100%
Sarmede
157 322 307 382 542 483 398 315 215 101 3.222
4,9% 10,0% 9,5% 11,9% 16,8% 15,0% 12,4% 9,8% 6,7% 3,1% 100%
Sernaglia della
361 658 595 848 1.026 880 778 614 470 151 6.381
Battaglia 5,7% 10,3% 9,3% 13,3% 16,1% 13,8% 12,2% 9,6% 7,4% 2,4% 100%
Susegana
715 1.206 1.139 1.523 2.166 1.802 1.413 1.152 729 237 12.082
5,9% 10,0% 9,4% 12,6% 17,9% 14,9% 11,7% 9,5% 6,0% 2,0% 100%
Tarzo
192 433 350 495 748 683 544 557 395 212 4.609
4,2% 9,4% 7,6% 10,7% 16,2% 14,8% 11,8% 12,1% 8,6% 4,6% 100%
Vazzola
401 812 695 901 1.265 986 758 650 430 203 7.101
5,6% 11,4% 9,8% 12,7% 17,8% 13,9% 10,7% 9,2% 6,1% 2,9% 100%
Vittorio Veneto
1.134 2.423 2.586 3.187 4.491 4.337 3.816 3.497 2.556 1.183 29.210
3,9% 8,3% 8,9% 10,9% 15,4% 14,8% 13,1% 12,0% 8,8% 4,0% 100%
Distretto Nord
4.888 9.525 9.287 12.323 16.626 15.024 12.361 10.677 7.674 3.217 101.602
4,8% 9,4% 9,1% 12,1% 16,4% 14,8% 12,2% 10,5% 7,6% 3,2% 100%
Distretto Sud
5.784 11.226 10.764 14.353 20.017 17.288 13.823 12.292 8.352 3.348 117.247
4,9% 9,6% 9,2% 12,2% 17,1% 14,7% 11,8% 10,5% 7,1% 2,9% 100%
Totale Ulss 7
10.672 20.751 20.051 26.676 36.643 32.312 26.184 22.969 16.026 6.565 218.849
4,9% 9,5% 9,2% 12,2% 16,7% 14,8% 12,0% 10,5% 7,3% 3,0% 100%
3

Conferenza dei Sindaci
Tab. 4 - Principali indicatori di struttura – anni 2005-2009
Indice di
vecchiaia 1
Indice di
dipendenza
giovani 2
Indice di
dipendenza
anziani 3
% pop
0-14 anni
% pop
> 64 anni
2005 2009 2005 2009 2005 2009 2005 2009 2005 2009
Cappella Maggiore 162,1 166,9 19,4 19,8 31,4 33,1 12,8% 13,0% 20,8% 21,6%
Cison di Valmarino 153,6 153,6 21,0 21,3 32,3 32,6 13,7% 13,8% 21,1% 21,2%
Codognè 128,8 129,6 21,7 21,9 28,0 28,4 14,5% 14,6% 18,7% 18,9%
Colle Umberto 122,0 128,2 21,5 21,5 26,2 27,6 14,5% 14,4% 17,7% 18,5%
Conegliano 184,0 185,8 18,6 20,2 34,3 37,5 12,2% 12,8% 22,4% 23,8%
Cordignano 120,7 125,1 23,0 23,3 27,7 29,2 15,2% 15,3% 18,4% 19,1%
Farra di Soligo 124,0 121,7 23,5 23,9 29,2 29,1 15,4% 15,6% 19,1% 19,0%
Follina 129,7 131,9 22,2 22,7 28,8 30,0 14,7% 14,9% 19,1% 19,6%
Fregona 164,6 143,1 19,0 21,4 31,3 30,6 12,6% 14,1% 20,8% 20,2%
Gaiarine 150,2 159,0 19,9 20,7 29,8 32,9 13,3% 13,5% 19,9% 21,4%
Godega di Sant'Urbano 165,4 168,1 19,9 20,9 33,0 35,1 13,0% 13,4% 21,6% 22,5%
Mareno di Piave 113,8 107,2 21,6 24,0 24,6 25,7 14,8% 16,0% 16,8% 17,2%
Miane 143,6 153,5 20,2 21,2 29,1 32,6 13,6% 13,8% 19,5% 21,2%
Moriago della Battaglia 119,7 115,3 23,1 25,7 27,6 29,6 15,3% 16,5% 18,3% 19,1%
Orsago 149,2 141,2 21,6 23,7 32,2 33,4 14,0% 15,1% 20,9% 21,3%
Pieve di Soligo 110,0 111,6 23,6 24,6 26,0 27,5 15,8% 16,2% 17,4% 18,1%
Refrontolo 140,9 145,8 21,1 22,1 29,8 32,2 14,0% 14,3% 19,7% 20,9%
Revine Lago 140,0 138,5 21,7 22,0 30,4 30,4 14,3% 14,4% 20,0% 20,0%
San Fior 115,5 117,7 23,3 23,2 26,9 27,3 15,5% 15,4% 17,9% 18,2%
San Pietro di Feletto 147,5 146,6 21,5 22,3 31,6 32,8 14,0% 14,4% 20,7% 21,1%
Santa Lucia di Piave 119,4 112,5 21,2 23,7 25,4 26,7 14,5% 15,8% 17,3% 17,7%
San Vendemiano 120,2 128,6 22,7 23,0 27,2 29,5 15,1% 15,1% 18,2% 19,4%
Sarmede 136,1 131,7 21,9 22,7 29,8 29,9 14,4% 14,9% 19,7% 19,6%
Sernaglia della Battaglia 117,9 121,2 23,5 24,7 27,7 29,9 15,5% 16,0% 18,3% 19,4%
Susegana 111,8 110,3 21,6 23,9 24,1 26,3 14,8% 15,9% 16,6% 17,5%
Tarzo 182,7 186,2 21,2 22,2 38,7 41,3 13,2% 13,6% 24,2% 25,3%
Vazzola 109,2 105,8 25,2 26,3 27,5 27,9 16,5% 17,1% 18,0% 18,1%
Vittorio Veneto 197,7 203,4 19,1 19,3 37,8 39,3 12,2% 12,2% 24,1% 24,8%
DISTRETTO NORD 148,1 149,6 21,3 22,0 31,6 32,9 13,9% 14,2% 20,7% 21,2%
DISTRETTO SUD 141,7 141,0 20,9 22,3 29,6 31,5 13,9% 14,4% 19,6% 20,5%
TOTALE ULSS 7 144,7 145,0 21,1 22,1 30,5 32,1 13,9% 14,3% 20,1% 20,8%
Veneto 138,2 139,9 20,7 21,5 28,7 30,1 13,9% 14,2% 19,2% 19,9%
1 Indice di vecchiaia: anziani con più di 64 anni ogni 100 giovani con meno di 15 anni
2 Indice di dipendenza anziani: anziani con più di 64 anni ogni 100 adulti 15-64 anni
3 Indice di dipendenza giovani: giovani con meno di 15 anni ogni 100 adulti 15-64 anni
4

Conferenza dei Sindaci
Tab. 5 - Principali tassi demografici (per 1000 abitanti) – anni 2007-2009
Tasso di crescita
naturale 4
Tasso migratorio
interno 5
Tasso migratorio
estero 6
Tasso di crescita
totale 7
2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009
Cappella Maggiore 1,8 -0,7 0,7 -0,7 -1,5 -2,4 5,1 7,2 2,2 6,2 5,0 0,4
Cison di Valmarino -0,8 3,4 0,0 -8,3 0,4 1,1 18,6 8,6 4,1 9,5 12,4 5,2
Codognè 0,0 -0,6 1,7 1,5 -4,0 -0,7 5,5 14,0 5,6 7,0 9,4 6,6
Colle Umberto 5,0 0,4 1,9 -3,8 8,1 -1,4 4,8 6,9 4,3 6,0 15,3 4,9
Conegliano -1,0 -0,6 -1,8 -15,3 -8,1 -1,7 13,3 11,8 8,0 -3,0 3,2 4,6
Cordignano 1,9 0,1 -1,1 -0,1 -0,4 1,3 4,8 7,4 0,6 6,6 7,1 0,7
Farra di Soligo 2,9 -2,3 2,6 8,4 -0,9 -0,5 6,8 12,7 5,9 18,2 9,5 8,0
Follina 0,0 3,0 -2,5 -5,0 -5,3 3,0 10,1 7,3 3,5 5,0 5,0 4,0
Fregona -0,3 -1,3 -1,3 5,4 2,2 -3,5 8,9 7,9 1,6 14,0 8,8 -3,1
Gaiarine -2,3 1,1 -1,0 -12,6 0,0 -4,3 9,4 5,6 2,3 -5,5 6,8 -3,1
Godega di Sant'Urbano 0,2 -0,3 0,7 -2,5 -2,9 -0,7 7,4 3,8 3,9 5,1 0,5 3,9
Mareno di Piave 3,9 2,6 6,3 11,9 -0,1 -5,5 6,7 5,5 4,9 22,5 8,0 5,7
Miane 0,3 1,1 -3,3 -16,3 -7,2 -19,0 12,5 9,7 3,3 -3,6 3,6 -19,0
Moriago della Battaglia 1,1 2,8 -1,8 9,9 -12,6 -12,0 11,4 8,4 0,7 22,4 -1,4 -13,1
Orsago -1,5 -1,5 -1,3 12,1 -7,2 -12,1 4,6 11,8 1,0 15,2 3,1 -12,3
Pieve di Soligo 4,4 2,8 5,4 -2,9 -2,6 -9,1 13,6 7,5 6,6 15,0 7,7 2,9
Refrontolo -1,7 0,6 -4,4 -2,8 -0,6 10,5 1,7 3,3 2,8 -2,8 3,3 8,9
Revine Lago 0,9 -2,7 2,7 23,5 -0,9 1,3 8,1 4,4 4,9 32,6 0,9 8,9
San Fior -0,3 1,2 4,7 12,3 12,0 3,5 9,4 6,7 2,0 21,3 19,9 10,2
San Pietro di Feletto -4,2 -6,0 -2,6 13,9 11,3 20,2 6,3 0,2 3,2 16,0 5,5 20,8
Santa Lucia di Piave 2,5 3,7 4,1 12,4 11,6 3,4 12,0 10,5 4,5 26,9 25,8 12,0
San Vendemiano 3,4 5,0 3,2 -3,2 6,1 11,2 10,0 11,5 4,8 10,2 22,7 19,2
Sarmede -0,3 0,3 -2,2 -9,5 3,8 -2,2 12,3 7,5 6,5 2,5 11,6 2,2
Sernaglia della Battaglia 1,7 4,2 3,4 -4,6 -2,8 -15,1 8,8 10,2 2,7 6,0 11,6 -9,0
Susegana 8,3 5,0 3,0 -5,7 -4,7 -7,0 12,2 11,4 5,9 14,8 11,8 1,9
Tarzo -10,9 -14,3 -8,9 -2,8 10,6 0,9 10,6 8,2 5,6 -3,0 4,6 -2,4
Vazzola 2,3 1,3 0,0 2,3 -2,9 5,2 5,6 11,9 6,7 10,3 10,3 11,9
Vittorio Veneto -3,1 -5,0 -5,1 -1,6 -1,2 -2,5 9,3 6,7 6,8 4,6 0,6 -0,8
DISTRETTO NORD -0,1 -1,4 -1,1 -1,1 -0,8 -3,7 9,3 7,9 4,8 8,1 5,7 0,0
DISTRETTO SUD 1,1 1,1 1,0 -2,6 -1,1 0,3 10,1 9,7 5,5 8,6 9,6 6,8
TOTALE ULSS 7 0,5 -0,1 0,0 -1,9 -0,9 -1,5 9,7 8,8 5,2 8,4 7,8 3,7
Veneto 0,9 0,8 0,7 0,6 0,0 0,5 10,8 10,2 6,3 12,2 11,0 7,4
4 Tasso di crescita naturale: rapporto tra il saldo naturale (differenza fra nati vivi e morti) e la popolazione media dell’anno, per mille
5 Tasso migratorio interno: rapporto tra il saldo migratorio interno (differenza tra immigrati e emigrati da/per altri comuni) e l’ammontare
medio annuo della popolazione residente per mille
6 Tasso migratorio estero: rapporto tra il saldo migratorio estero (differenza tra immigrati e emigrati da/per l’estero) e l’ammontare medio
annuo della popolazione residente per mille
7 Tasso di crescita totale: somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio
5

Conferenza dei Sindaci
Tab. 6 - Distribuzione della popolazione straniera per fascia d’età – anni 2005-2009
Fasce d'età 2005 2006 2007 2008 2009
Var %
2005-2009
0-4 1.910 2.106 2.341 2.498 2.567 +34,4%
5-9 1.334 1.485 1.611 1.792 1.865 +39,8%
10-14 1.098 1.214 1.364 1.457 1.500 +36,6%
15-19 1.130 1.230 1.351 1.479 1.512 +33,8%
20-24 1.495 1.577 1.822 2.066 2.047 +36,9%
25-29 2.481 2.408 2.636 2.663 2.632 +6,1%
30-34 2.820 2.873 3.038 3.266 3.327 +18,0%
35-39 2.613 2.740 2.944 3.127 3.154 +20,7%
40-44 1.817 1.960 2.239 2.505 2.671 +47,0%
45-49 1.279 1.358 1.574 1.701 1.834 +43,4%
50-54 659 810 974 1.113 1.249 +89,5%
55-59 372 430 511 642 696 +87,1%
60-64 136 154 198 245 322 +136,8%
65-69 102 106 124 154 170 +66,7%
70-74 64 72 77 93 111 +73,4%
75-79 32 30 38 49 65 +103,1%
80-84 15 18 18 20 20 +33,3%
85-89 11 11 15 16 13 +18,2%
>90 2 2 1 2 4 +100,0%
TOTALE 19.370 20.584 22.876 24.888 25.759 +33,0%
Distretto Nord
0-4 904 981 1.081 1.104 1.138 +25,9%
5-14 1.203 1.276 1.396 1.500 1.521 +26,4%
15-24 1.314 1.324 1.498 1.617 1.617 +23,1%
25-34 2.560 2.546 2.660 2.780 2.756 +7,7%
35-44 1.949 2.015 2.203 2.375 2.421 +24,2%
45-64 1.149 1.250 1.473 1.652 1.811 +57,6%
> 64 98 101 125 157 172 +75,5%
TOTALE 9.177 9.493 10.436 11.185 11.436 +24,6%
Distretto Sud
0-4 1.006 1.125 1.260 1.394 1.429 +42,0%
5-14 1.229 1.423 1.579 1.749 1.844 +50,0%
15-24 1.311 1.483 1.675 1.928 1.942 +48,1%
25-34 2.741 2.735 3.014 3.149 3.203 +16,9%
35-44 2.481 2.685 2.980 3.257 3.404 +37,2%
45-64 1.297 1.502 1.784 2.049 2290 +76,6%
> 64 128 138 148 177 211 +64,8%
TOTALE 10.193 11.091 12.440 13.703 14.323 +40,5%
6

Conferenza dei Sindaci
Tab. 7 - Trend popolazione straniera residente – anni 2005-2009
2005 2006 2007 2008 2009
Var %
2005-2009
Cappella Maggiore 203 226 246 263 268 +32,0%
Cison di Valmarino 319 309 313 357 373 +16,9%
Codognè 386 408 452 542 551 +42,7%
Colle Umberto 284 288 294 343 357 +25,7%
Conegliano 3.503 3.740 4.352 4.756 5.086 +45,2%
Cordignano 498 510 578 646 616 +23,7%
Farra di Soligo 888 952 1.075 1.166 1.209 +36,1%
Follina 485 475 511 515 523 +7,8%
Fregona 270 266 299 305 289 +7,0%
Gaiarine 550 587 633 685 714 +29,8%
Godega di Sant'Urbano 462 507 535 572 592 +28,1%
Mareno di Piave 665 737 807 841 859 +29,2%
Miane 487 458 461 483 459 -5,7%
Moriago della Battaglia 362 384 442 441 439 +21,3%
Orsago 341 351 403 437 424 +24,3%
Pieve di Soligo 1.675 1.768 1.986 2.096 2.150 +28,4%
Refrontolo 60 65 67 76 84 +40,0%
Revine Lago 151 156 185 183 188 +24,5%
San Fior 521 588 636 682 702 +34,7%
San Pietro di Feletto 171 190 207 210 219 +28,1%
Santa Lucia di Piave 689 755 877 981 996 +44,6%
San Vendemiano 608 683 757 915 993 +63,3%
Sarmede 216 225 257 297 321 +48,6%
Sernaglia della Battaglia 703 774 780 854 836 +18,9%
Susegana 1.465 1.663 1.826 2.035 2.074 +41,6%
Tarzo 339 327 381 382 375 +10,6%
Vazzola 832 882 955 1.047 1.113 +33,8%
Vittorio Veneto 2.237 2.310 2.561 2.778 2.949 +31,8%
DISTRETTO NORD 9.177 9.493 10.436 11.185 11.436 +24,6%
DISTRETTO SUD 10.193 11.091 12.440 13.703 14.323 +40,5%
TOTALE ULSS 7 19.370 20.584 22.876 24.888 25.759 +33,0%
Veneto 320.793 350.215 403.985 454.453 480.616 +49,8%
7

Conferenza dei Sindaci
Tab. 8 - % popolazione straniera – anni 2005-2009
popolazione straniera totale
popolazione straniera 0-17 anni
2005 2009 2005 2009
n. % su tot n. % su tot n. % su tot n. % su tot
Cappella Maggiore 203 4,5% 268 5,9% 43 6,3% 58 8,1%
Cison di Valmarino 319 12,0% 373 13,8% 86 19,6% 105 23,7%
Codognè 386 7,3% 551 10,3% 91 10,1% 119 12,9%
Colle Umberto 284 5,7% 357 6,9% 74 8,7% 90 10,2%
Conegliano 3.503 9,9% 5.086 14,3% 767 14,9% 1.220 22,3%
Cordignano 498 7,1% 616 8,7% 123 9,9% 152 11,7%
Farra di Soligo 888 10,5% 1.209 13,6% 264 17,2% 336 20,5%
Follina 485 12,2% 523 13,0% 146 21,2% 147 20,6%
Fregona 270 8,7% 289 9,1% 68 14,2% 76 14,3%
Gaiarine 550 8,8% 714 11,5% 137 13,7% 184 18,5%
Godega di Sant'Urbano 462 7,6% 592 9,6% 128 13,3% 157 15,9%
Mareno di Piave 665 7,5% 859 9,0% 191 12,3% 252 14,3%
Miane 487 13,4% 459 12,9% 139 22,7% 129 22,1%
Moriago della Battaglia 362 13,1% 439 15,6% 99 19,8% 124 23,3%
Orsago 341 8,9% 424 11,0% 103 16,0% 132 19,5%
Pieve di Soligo 1.675 14,3% 2.150 17,7% 429 19,7% 610 26,3%
Refrontolo 60 3,3% 84 4,6% 11 3,6% 16 5,2%
Revine Lago 151 7,0% 188 8,3% 47 12,5% 43 11,2%
San Fior 521 8,1% 702 10,2% 112 9,7% 157 12,4%
San Pietro di Feletto 171 3,3% 219 4,0% 33 3,8% 62 6,6%
Santa Lucia di Piave 689 8,4% 996 11,2% 176 12,5% 263 16,0%
San Vendemiano 608 6,4% 993 9,8% 159 9,5% 237 13,2%
Sarmede 216 6,9% 321 10,0% 60 11,1% 89 15,9%
Sernaglia della Battaglia 703 11,3% 836 13,1% 199 17,6% 245 20,6%
Susegana 1.465 12,7% 2.074 17,2% 398 19,9% 624 27,7%
Tarzo 339 7,3% 375 8,1% 95 13,2% 114 15,5%
Vazzola 832 12,2% 1.113 15,7% 260 19,5% 334 23,6%
Vittorio Veneto 2.237 7,7% 2.949 10,1% 540 12,6% 725 16,6%
DISTRETTO NORD 9.177 9,2% 11.436 11,3% 2.423 14,6% 3.059 17,8%
DISTRETTO SUD 10.193 9,0% 14.323 12,2% 2.555 13,7% 3.741 18,6%
TOTALE ULSS 7 19.370 9,1% 25.759 11,8% 4.978 14,1% 6.800 18,2%
Veneto 320.793 6,8% 480.616 9,8% 77.043 9,8% 117.275 14,1%
8

Conferenza dei Sindaci
Tab. 9 - Popolazione straniera per cittadinanza – anni 2005-2009
Provenienza
2005 2009
maschi femmine totale % tot maschi femmine totale % tot
Var %
2005-2009
Europa 5.460 5.082 10.542 54,4% 6.970 7.304 14.274 55,4% +35,4%
Albania 1.489 1.219 2.708 14,0% 1.652 1.494 3.146 12,2% +16,2%
Macedonia 1.524 1.041 2.565 13,2% 1.826 1.412 3.238 12,6% +26,2%
Romania 681 679 1.360 7,0% 1.247 1.489 2.736 10,6% +101,2%
Bosnia-Erzegovina 435 317 752 3,9% 501 357 858 3,3% +14,1%
Ucraina 106 591 697 3,6% 198 853 1.051 4,1% +50,8%
Croazia 342 265 607 3,1% 300 266 566 2,2% -6,8%
Serbia-Montenegro 375 227 602 3,1% 264 202 466 1,8% -22,6%
Polonia 141 133 274 1,4% 272 198 470 1,8% +71,5%
Moldova 62 163 225 1,2% 141 318 459 1,8% +104,0%
Africa 3.501 2.050 5.551 28,7% 4.084 2.672 6.756 26,2% +21,7%
Marocco 1.676 1.088 2.764 14,3% 1.943 1.460 3.403 13,2% +23,1%
Senegal 790 270 1.060 5,5% 933 360 1.293 5,0% +22,0%
Ghana 330 251 581 3,0% 407 323 730 2,8% +25,6%
Nigeria 214 155 369 1,9% 170 132 302 1,2% -18,2%
Camerun 142 106 248 1,3% 181 149 330 1,3% +33,1%
Asia 1.422 1.011 2.433 12,6% 2.099 1.730 3.829 14,9% +57,4%
Bangladesh 599 358 957 4,9% 778 533 1.311 5,1% +37,0%
Cina 517 423 940 4,9% 888 826 1.714 6,7% +82,3%
India 116 69 185 1,0% 147 102 249 1,0% +34,6%
Centro-Sud America 256 551 807 4,2% 282 580 862 3,3% +6,8%
Brasile 45 108 153 0,8% 36 132 168 0,7% +9,8%
Ecuador 55 75 130 0,7% 64 86 150 0,6% +15,4%
Rep. Dominicana 38 86 124 0,6% 57 99 156 0,6% +25,8%
Altro 21 16 37 0,2% 22 16 38 0,1% +2,7%
TOTALE 10.660 8.710 19.370 100,0% 13.457 12.302 25.759 100,0% +33,0%
9

Conferenza dei Sindaci
Tab. 10 - Famiglie e numero medio di componenti – anni 2005-2009
2005 2006 2007 2008 2009
n. medio di
componenti
per famiglia
n. famiglie
n. medio di
componenti
per famiglia
n. famiglie
n. medio di
componenti
per famiglia
n. famiglie
n. medio di
componenti
per famiglia
n. famiglie
n. medio di
componenti
per famiglia
n. famiglie
Cappella Maggiore 1.822 2,45 1.842 2,45 1.864 2,44 1.884 2,42 1.911 2,39
Cison di Valmarino 1.119 2,37 1.120 2,35 1.133 2,34 1.142 2,35 1.149 2,35
Codognè 1.896 2,78 1.911 2,74 1.950 2,70 2.003 2,66 2.043 2,62
Colle Umberto 1.922 2,60 1.952 2,57 1.999 2,53 2.038 2,52 2.064 2,50
Conegliano 16.105 2,18 16.354 2,14 16.051 2,17 15.537 2,26 15.690 2,25
Cordignano 2.643 2,60 2.681 2,57 2.703 2,56 2.741 2,55 2.759 2,53
Farra di Soligo 3.110 2,68 3.166 2,67 3.237 2,66 3.298 2,65 3.345 2,63
Follina 1.595 2,48 1.595 2,47 1.598 2,47 1.612 2,46 1.626 2,46
Fregona 1.253 2,45 1.271 2,42 1.283 2,43 1.301 2,42 1.298 2,42
Gaiarine 2.298 2,71 2.308 2,69 2.314 2,67 2.327 2,67 2.348 2,64
Godega di Sant'Urbano 2.248 2,69 2.280 2,67 2.318 2,63 2.334 2,62 2.369 2,59
Mareno di Piave 3.350 2,66 3.475 2,63 3.597 2,60 3.652 2,58 3.673 2,58
Miane 1.469 2,47 1.470 2,46 1.470 2,45 1.472 2,46 1.463 2,43
Moriago della Battaglia 1.021 2,70 1.027 2,71 1.047 2,72 1.055 2,69 1.050 2,67
Orsago 1.429 2,68 1.449 2,65 1.478 2,63 1.497 2,61 1.492 2,58
Pieve di Soligo 4.675 2,49 4.706 2,50 4.776 2,50 4.869 2,47 4.904 2,46
Refrontolo 686 2,62 691 2,60 696 2,58 707 2,54 717 2,53
Revine Lago 902 2,41 916 2,37 964 2,33 961 2,34 976 2,32
San Fior 2.393 2,65 2.448 2,65 2.535 2,61 2.611 2,59 2.638 2,59
San Pietro di Feletto 1.959 2,59 2.013 2,56 2.044 2,55 2.064 2,54 2.119 2,53
Santa Lucia di Piave 3.148 2,56 3.248 2,54 3.388 2,50 3.488 2,50 3.550 2,48
San Vendemiano 3.664 2,59 3.753 2,55 3.836 2,52 3.991 2,48 4.099 2,44
Sarmede 1.182 2,66 1.198 2,65 1.216 2,61 1.230 2,61 1.228 2,62
Sernaglia della Battaglia 2.303 2,71 2.339 2,70 2.395 2,66 2.444 2,63 2.444 2,61
Susegana 4.538 2,54 4.619 2,54 4.678 2,55 4.722 2,55 4.747 2,54
Tarzo 1.817 2,42 1.816 2,40 1.819 2,39 1.854 2,36 1.847 2,37
Vazzola 2.421 2,78 2.463 2,76 2.502 2,75 2.509 2,77 2.557 2,75
Vittorio Veneto 12.557 2,29 12.552 2,28 12.705 2,26 12.812 2,24 12.963 2,22
DISTRETTO NORD 40.076 2,47 40.342 2,46 40.905 2,44 41.420 2,43 41.744 2,41
DISTRETTO SUD 45.449 2,48 46.321 2,45 46.691 2,45 46.735 2,47 47.325 2,46
TOTALE ULSS 7 85.525 2,47 86.663 2,45 87.596 2,45 88.155 2,45 89.069 2,44
Veneto 1.882.981 2,49 1.913.802 2,47 1.950.889 2,46 1.985.191 2,44 2.007.146 2,43
10

Conferenza dei Sindaci
ALLEGATO 2 - UNITA’ D’OFFERTA DEL TERRITORIO
1. Area Anziani
Tab. 1 - Strutture residenziali
Posti
Microtipologia
Unità d’offerta
Soggetto responsabile dell’erogazione
TOTALE
Non autosufficienti
di cui
religiosi
di cui
SAPA
di cui SVP
autosufficienti
Centro di Servizi per
anziani non
autosufficienti;
Casa per anziani
autosufficienti;
Stati Vegetativi
Permanenti;
Sezione Alta
Protezione Alzheimer
Casa Fenzi – Conegliano
IPAB Casa di riposo Fenzi
Opera Immacolata di Lourdes – Conegliano
Fondazione Santa Augusta onlus
Fondazione De Lozzo - Dalto – S. Pietro di Feletto
Parrocchia Purific. B.V. – Fond. De Lozzo-Dalto
Casa di soggiorno Fratelli Mozzetti – Vazzola
IPAB Casa di soggiorno Fratelli Mozzetti
Casa di soggiorno Divina Provvidenza – S. Lucia di Piave
Parrocchia S. Lucia Vergine e Martire
Istituto Bon Bozzolla – Farra di Soligo
IPAB Istituto Bon Bozzolla
Istituto Botteselle – Farra di Soligo
Fondazione Santa Augusta onlus
Casa per anziani – Pieve di Soligo
Fondazione Casa per anziani onlus
RSA S. Giuseppe – Follina
Ente Provincia Veneta Ordine Servi di Maria
Istituto Cesana Malanotti – Vittorio Veneto
IPAB Istituto Cesana Malanotti
Residenza Papa Luciani – San Vendemiano
IPAB Istituto Cesana Malanotti
Casa di Riposo Villa Bianca – Tarzo
Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re
Istituto Padre Pio – Tarzo
Dr. Alberto Bocchi s.p.a
Residenza per anziani Casa Amica – Fregona
Fondazione Maria Rossi onlus
Casa di Riposo S. Pio X – Cordignano
Istituto delle figlie di S. Maria della Provvidenza
142 5 82
103 25 10
60 10
90
102 12 23
118 25
60 32
70 28
40 20
180 5
60
91 30
113 10
44 40
120
Ist. Suore del Santo Volto – San Fior 25
Casa di riposo S. Antonio – Conegliano
Ist. Sorelle della Misericordia
45
TOTALE 1.393 67 10 10 340
1

Conferenza dei Sindaci
Tab. 2 - Strutture semiresidenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Centro diurno per
persone anziane non
autosufficienti
Centro diurno per anziani di Francenigo - Gaiarine
Cooperativa Itaca – Coop. Soc. onlus
Istituto Cesana Malanotti – Vittorio Veneto
IPAB Istituto Cesana Malanotti
Centro diurno Casa per Anziani – Pieve di Soligo
Fondazione Casa per anziani onlus
Istituto Padre Pio – Tarzo
Dr. Alberto Bocchi s.p.a
Opera Immacolata di Lourdes – Conegliano
Fondazione Santa Augusta onlus
20
25
25
10
15
TOTALE 95
2. Area Famiglia, infanzia/minori, adolescenza/giovani
Tab. 1 – Strutture residenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Comunità educativa per
minori
Comunità familiare
Comnità educativa
mamma-bambino
Casa Ezio Mario – Conegliano
Fondazione Figli Maria Antonietta Bernardi onlus
Casa Antonio Colomban – Conegliano
Fondazione Figli Maria Antonietta Bernardi onlus
Casa Maria Pia Dal Canton – Conegliano
Fondazione Figli Maria Antonietta Bernardi onlus
Piccola Resi – Vittorio Veneto
Associazione La Porta onlus
Piccola Comunità Educante – Sarmede
Associazione La Porta onlus
Casa famiglia Anawim – Farra di Soligo
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Casa Famiglia Madre dei Poveri – San Fior
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Casa Mater Dei – Vittorio Veneto
Diocesi di Vittorio Veneto
8
8
8
8
8
6
6
8
TOTALE 60
Tab. 2 – Strutture semiresidenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Comunità educativa
diurna
Comunità diurna – Conegliano
Fondazione Figli Maria Antonietta Bernardi onlus
8
Tab. 3 – Altre unità d’offerta
Microtipologia
Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione
Consultorio Familiare – Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo - Ulss 7
Consultorio Familiare
Consultorio Familiare U.C.I.P.E.M. – Vittorio Veneto
Centro per la famiglia - Conegliano
2

Conferenza dei Sindaci
Tab. 4 – Servizi prima infanzia (1)
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Asilo nido
Centro infanzia
Nido integrato
Asilo nido Zamboni – Conegliano
Comune di Conegliano
Asilo nido Panizza – Conegliano
Comune di Conegliano
Asilo nido I pulcini – Pianca School - Conegliano
Pianca School S.R.L.
Asilo nido Peter Pan – Mareno di Piave
Comune di Mareno di Piave
Asilo nido comunale – Vittorio Veneto
Comune di Vittorio Veneto
Centro infanzia I Sogni dei Bambini – Conegliano
Aquilone Rosazzurro Piccola Coop. Sociale A.R.L.
Centro infanzia Il Giardino – Conegliano
Sooc. Coop. Soc. Insieme si può
Centro infanzia Bimbibelli – Farra di Soligo
Ditta individuale
Centro infanzia Villa Elena – Gaiarine
Sooc. Coop. Soc. Insieme si può
Centro infanzia Sacro Cuore – Gaiarine
Parrocchia S. Tiziano Vescovo
Centro infanzia Il sorriso – Moriago della Battaglia
Comune di Moriago della Battaglia
Centro infanzia Girotondo delle Età – San Pietro di Feletto
Parrocchia Purificazione Beata Vergine
Sc. d’inf. S. Giuseppe – Nido integrato – Cappella Maggiore
Parrocchia S. Maria Maddalena
Nido integrato Bambin Gesù – Codognè
Parrocchia di Sant’Andrea
Sc. d’inf. San Pio X - Nido integrato – Conegliano
Parrocchia S. Pio X
Nido integrato Gli Angeli – Fregona
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Nido integrato don Dionisio Ragazzon – Godega di Sant’Urbano
Parrocchia S. Martino Vescovo di Bibano
Nido integrato Maria Bambina – Orsago
Parrocchia S. Benedetto Abate
Nido integrato Il Mio Nido – Pieve di Soligo
Parrocchia Maria Immac. – Sc. Inf. Monumento ai Caduti
Sc. d’inf. Divina Provvidenza -Nido integrato – San Fior
Parrocchia di S. Pietro e Paolo
Nido integrato S. Maria Goretti – San Pietro di Feletto
Parrocchia S. Maria in Betlemme
Nido integrato Maria Bambina – Sarmede
Parrocchia di San Pancrazio Martire
Sc. d’inf. B. Giuliana di Collalto - Nido integrato Piccole Impronte –
Susegana - Parrocchia Visitazione B.V. Maria
Nido integrato Le Giovani Marmotte – Susegana
Le Giovani Marmotte snc
Sc. d’inf. Santa Cecilia - Nido integrato – Susegana
Parrocchia San Daniele profeta
Nido integrato Il sorriso di Papa Luciani – Vazzola
Parrocchia di San Francesco d’Assisi
60
60
60
54
60
12
56
14
24
30
41
50
24
29
27
20
18
24
29
32
24
12
23
22
15
29
3

Conferenza dei Sindaci
Tab. 6 – Servizi prima infanzia (2)
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Micronido e servizi < 30
Nido aziendale
Nido in famiglia
Micronido Arcobaleno – Colle Umberto
Arcobaleno s.a.s.
Micronido Brucobimbo – Cordignano
Comune di Cordignano
Micronido Mary Poppins’ House – Godega di Sant’Urbano
Ditta individuale
Micronido Pinocchio – San Vendemiano
Pinocchio snc
Micronido Piccoli Amici – San Vendemiano
Nido d'infanzia Piccoli Amici snc
Micronido Eta Beta /L’isola del Tesoro – San Vendemiano
Micronido Eta Beta
Micronido Il Nido degli Angeli – Sernaglia della Battaglia
Ditta individuale
La Chiocciola – Conegliano
Ulss 7
Aquilone – Scomigo – Conegliano
Eta Beta snc
Babyboom – Colle Umberto 6
Nido da Patty – Conegliano 6
Casetta Minù – Mareno di Piave 6
Il Borgo dei Gelsi – San Fior 6
Il Mondo di Sponge Bob – Santa Lucia di Piave 6
Bambini in fattoria - Tarzo 6
La Casa dei Puffi – Vittorio Veneto 6
Mamma di Arianna – Vittorio Veneto 6
Rosazzurro – Vittorio Veneto 6
Nido cuore – San Pietro di Feletto* 6
Bambine, bambini e… - Conegliano* 6
L’albero dei gufi – Conegliano* 6
30
20
15
17
20
12
30
30
38
TOTALE 1.133
*apertura prevista a gennaio 2011
Tasso di copertura sulla popolazione 0-2 anni: 17,8%
Obiettivo secondo il trattato di Lisbona, pari al 33% della popolazione 0-2 anni: n. 2.097 posti
4

Conferenza dei Sindaci
3. Area disabilità
Tab. 1 – Strutture residenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Comunità alloggio per
persone con disabilità
RSA per persone con
disabilità
Gruppo appartamento
per persone con disabilità
Comunità alloggio Una casa tra le Case – Farra di Soligo
Cooperativa Sociale Sorgente
Comunità alloggio Il Girasole – Orsago
Cooperativa Sociale FAI
Comunità alloggio Fondazione Zaina - Bernardi – Susegana
Fondazione Piccolo Rifugio
Comuità alloggio Piccolo Rifugio – Vittorio Veneto
Fondazione Piccolo Rifugio
Comunità alloggio Handy Hope – Vazzola
Associazione Hope
RSA Residenza Papa Luciani – San Vendemiano
IPAB Istituto Cesana Malanotti
Gruppo Appartamento
Fondazione Piccolo Rifugio
10
18
10
28
10
30
5
TOTALE 111
Tab.2 – Strutture semiresidenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Centro diurno per persone
con disabilità
Ceod Città di Co-negliano – Conegliano
Ulss 7
Ceod Codognè – Codognè
Ulss 7
Ceod Il Germoglio – Susegana
Ulss 7
Ceod Don Gnocchi- San Vendemiano
Ulss 7
Ceod Al Colle – Colle Umberto
Ulss 7
Ceod Soligo – Farra di Soligo
Ulss 7
C.L.G. Mareno – Mareno di Piave
Asociazione La Nostra Famiglia
C.L.G. Le Filande – Vittorio Veneto
Fenderl Soc. Coop. Soc.
Ceod Cozzuolo – Vittorio Veneto
Fenderl Soc. Coop. Soc.
Ceod L’Incontro – Vittorio Veneto
Fenderl Soc. Coop. Soc.
Ceod Piccolo Rifugio – Vittorio Veneto
Fondazione Piccolo Rifugio
40
21
22
30
30
30
36
30
21
16
8
TOTALE 284
5

Conferenza dei Sindaci
4. Area dipendenze
Tab. 1 – Strutture residenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Servizi residenziali di tipo A (di base) Ceis Belluno onlus 4
Servizi residenziali di tipo B (intensivo) Associazione Piccola Comunità 30
Servizi residenziali di tipo C (specialistico) Associazione Comunità Giovanile 10
Servizi residenziali di tipo C2 (per minori/adolescenti
tossicodipendenti a alcoldipendenti)
Associazione Comunità Giovanile 10
TOTALE 54
Tab. 2 – Servizi ambulatoriali
Microtipologia
Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione
Servizi ambulatoriali SerT – Conegliano Ulss 7
5. Area Salute mentale
Tab. 1 – Strutture residenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Comunità terapeutica residenziale
protetta
Comunità alloggio
Gruppo appartamento protetto
CTRP Beato Fra Claudio – Susegana
Ulss 7
CTRP Villa delle Rose – Vittorio Veneto
Ulss 7
Comunità alloggio – Vittorio Veneto
Ulss 7
Comunità alloggio – Conegliano
Ulss 7
Comunità alloggio – Farra di Soligo
Ulss 7
Comunità alloggio Casa Bianca – Farra di Soligo
Ulss 7
Gruppo appartamento – Conegliano
Ulss 7
Gruppo appartamento Centro per i Disturbi alimentari - Conegliano
Sooc. Coop. Soc. Insieme si può
20
13
6
6
6
20
4
6
TOTALE 81
6

Conferenza dei Sindaci
Tab. 2 – Strutture semiresidenziali
Microtipologia Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione Posti
Centro diurno
Centro Diurno - Conegliano
Ulss 7
Centro Diurno – Vittorio Veneto
Ulss 7
Centro Diurno – Falzè di P. Sernaglia della Battaglia
Ulss 7
Centro Diurno Centro per i Disturbi alimentari - Conegliano
Sooc. Coop. Soc. Insieme si può
20
20
20
20
TOTALE 80
Tab. 3 – Altre unità d’offerta
Microtipologia
CSM – Centro di Salute Mentale
Unità d’offerta/Soggetto responsabile dell’erogazione
CSM – Conegliano, Vittorio Veneto, Farra di Soligo
Ulss 7
7

ALLEGATO 3
Area vasta - Aziende ULSS 1 – 2 – 7 - 8 e 9
delle Provincie di Treviso e Belluno
Gruppo di lavoro:
PROBLEMI RIABILITATIVO-TERAPEUTICI NELLA PSICOPATOLOGIA
DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
Il Gruppo di lavoro era composto di operatori dei Servizi per l’età evolutiva/Neuropsichiatria
infantile e dei Dipartimenti di salute mentale delle UULLSSSS 1-2-7-8-9.
Compito del gruppo era
o Le verifica dei percorsi di presa in carico degli adolescenti (fascia d’età 11-21 anni) nelle
diverse Aziende ULSS 7
o L’approfondimento dei bisogni terapeutico-riabilitativi nel territorio e le relative criticità,
con particolare riferimento al trattamento in acuzie e all’ipotesi di realizzazione in area
vasta di una CTRP per adolescenti
La metodologia di lavoro individuata è stata la predisposizione di una scheda di rilevazione dei
dati, quantitativi e qualitativi, relativi ai percorsi di presa in carico e nella successiva
individuazione delle criticità e di alcune ipotesi di risposta. I dati si riferiscono all’anno 2009.
Risultati dell’indagine
1. I servizi e la loro collocazione
a. I Servizi che si occupano di preadolescenti e adolescenti per problemi/disturbi di
natura psicopatologica sono rappresentati in modo sostanzialmente omogeneo
nelle diverse realtà territoriali
i. Dal DSM
ii. Dal Servizio territoriale per l’età evolutiva/ NPI
iii. Da alcuni Servizi Ospedalieri di NPI (TV-BL)
iv. Dal Dipartimento per le dipendenze
v. Dal Consultorio Giovani o Spazio adolescenti
b. La collocazione di tali Servizi è prevalentemente all’interno della struttura
distrettuale; anche dove essi sono inseriti in Ospedale è previsto il collegamento
con i servizi territoriali.
L’utenza dei Servizi
La rilevazione del numero di utenti preadolescenti e adolescenti che hanno avuto accesso ai
Servizi nel 2009 indica un tasso di incidenza in area vasta per la fascia d’età considerata stimato
intorno all’1,8%.
Le diagnosi si concentrano soprattutto in tre grandi raggruppamenti, Disturbi Nevrotici- da
stress –somatoformi, Disturbi comportamentali con esordio nell’infanzia e adolescenza e
Sindromi Comportamentali associate a fattori fisici (che comprendono in misura significativa i
DCA). Sono tuttavia rappresentati in modo significativo anche i disturbi psicotici e di personalità.
1

Le strutture educative e riabilitative
Il dato relativo alla presenza nei territori delle diverse ULSS di strutture residenziali o diurne
di tipo educativo o riabilitativo per minori e adolescenti evidenzia la presenza, nei diversi territori,
di strutture di tipo educativo. E’ presente inoltre una comunità terapeutica per tossicodipendenti.
Si rileva l’assenza in tutti i territori di strutture terapeutico-riabilitativo per minori/adolescenti.
Il bisogno di poter inserire utenti di questa fascia d’età in strutture terapeutiche è evidenziato
dal fatto che i servizi inseriscono minori presi in carico in comunità terapeutiche di altri territori e
in altre regioni, come si evidenzia dalla tabella seguente.
Numero, fascia d’età dei soggetti inseriti in Comunità terapeutico-riabilitative anche in
altre ULSS o Regioni nel 2009
Fascia
d’età
CTRP
nel territorio
ULSS
CTRP
fuori territorio ULSS
ma all’interno della
regione Veneto
CTRP
in altra Regione
TOTALE
11-13 2 1 3
14-18 6 3 9
19-21 7 6 2 15
Totale 7 14 6 27
La necessità d’inserimento in Comunità terapeutico riabilitativa rappresenta uno degli aspetti
critici più rilevanti per i Servizi.
Come si evince dai dati, infatti, 14 (su 27) pazienti sono stati inseriti in CTRP al di fuori
dell’ULSS, ma in Regione, e 6 in altra Regione.
Ciò condiziona negativamente la possibilità per il Servizio inviante di mantenere realmente la
presa in carico del caso e di monitorare e cogestire il progetto terapeutico.
La gestione delle urgenze
La gestione delle urgenze riguarda sostanzialmente due aspetti
o L’esigenza di fornire consulenze per gli adolescenti in situazione di acuzie
o La necessità di ricovero
Entrambi questi aspetti rappresentano nelle diverse aziende delle importanti criticità.
2

Per quanto riguarda le consulenze, infatti, in generale si possono osservare modalità
abbastanza comuni: le consulenze urgenti sono in genere fornite per questa fascia d’età dal
Servizio NPI/età evolutiva in orario di apertura dei servizi, dal DSM o, in qualche caso (Feltre e
Asolo), dall’U.O. di Pediatria in altre fasce orarie.
L’aspetto critico evidenziato riguarda l’impossibilità di erogare la consulenza da parte del NPI
nei giorni e orari in cui non è attivo il servizio territoriale che costringe a ricorrere agli interventi del
DSM o della Pediatria che possono essere però, nelle diverse fasce d’età, inappropriati.
Anche per quanto riguarda i ricoveri, si evidenzia la mancanza di una struttura adeguata in
cui inserire il minore.
Di fronte a tale mancanza, nelle diverse realtà territoriali si ricorre a due principali soluzioni: il
ricovero in SPDC o in Pediatria. Tali modalità sono in alcune realtà regolate da protocolli e
accordi interni.
Le attuali soluzioni (SPDC e U.O. di Pediatria) presentano soprattutto due criticità:
o
o
la difficoltà di garantire il contenimento e sicurezza per l’U.O. di Pediatria
L’inappropriatezza del reparto per pazienti psichiatrici adulti alle caratteristiche ed esigenze
di un pre/adolescente
Come dimostra un primo dato rilevato, il numero di ricoveri nelle diverse UU.OO. nel 2009 è stato
di 59 utenti ricoverati.
Ipotesi di sviluppo
Gli aspetti critici più rilevanti e condivisi nelle diverse ULSS dell’area vasta possono essere
riassunti nell’assenza o in appropriatezza della risposta a due principali problemi:
a. La necessità d’inserimento in comunità terapeutico-riabilitativa
b. La presa in carico delle situazioni in fase di acuzie (con l’esigenza di erogare le
consulenti urgenti e del ricovero dell’utente)
La necessità d’inserimento in comunità terapeutico-riabilitativa
Il problema dell’inserimento in comunità terapeutico riabilitativa può essere analizzato da
almeno tre punti di vista: quello della quantificazione del bisogno e, di conseguenza, della
sostenibilità economica, quello della qualità delle prestazioni e, infine, quello del rapporto con i
servizi invianti.
Per quanto riguarda il primo punto, i dati riportati indicano che 27 utenti hanno avuto nel 2009
bisogno di questo tipo d’intervento. Di conseguenza, l’ipotesi della creazione di una CTRP per
minori/adolescenti sembra essere supportata dal punto di vista del numero di inserimenti
possibili, dato anche che la capacità recettiva della CTRP è al massimo di 12 utenti.
La creazione di una CTRP appare dunque rispondere a un’esigenza condivisa dai Servizi
delle cinque ULSS dell’area vasta per poter effettuare il processo di presa in carico dell’utente in
modo più efficace e appropriato.
Si propone dunque la istituzione di una CTRP per adolescenti nel territorio dell’ULSS 7
(proposta già presentata da un soggetto privato).
Dal punto di vista qualitativo, si evidenzia la necessità che la istituzione di tale comunità sia il
risultato di un processo di co-costruzione e riflessione condivisa fra i servizi delle Aziende e il
partner del privato sociale che può farsi carico della gestione.
Ciò al fine di evitare che l’inserimento in comunità si traduca in un semplice invio ad altri e
per costruire al contrario un rapporto organico tra servizi e comunità che funga da garanzia per
una risposta efficace e qualitativamente qualificata ai bisogni e permetta la gestione condivisa dei
pazienti.
3

Ciò in linea anche con le recenti nuove unità di offerta proposte dalla Regione Veneto in
relazione alle diverse tipologie di comunità (terapeutico-riabilitativa protetta, educativa riabilitativa,
educativa per soggetti con psicopatologia) che prevedono che la titolarità del progetto quadro sia
in ogni caso del servizio età evolutiva/NPI inviante.
Il Progetto terapeutico individualizzato dovrà inoltre essere formulato in collaborazione con il
servizio territoriale titolare del caso.
La stretta connessione tra Servizio NPI/EE inviante e la CTRP nella programmazione degli
interventi rende dunque necessario che la costruzione del modello operativo e i requisiti strutturali
della CTRP siano oggetto di elaborazione e definizione congiunta.
In tal senso appare necessario individuare alcuni aspetti strutturali qualificanti che devono essere
oggetto di attenzione e condivisione e che possono costituire una garanzia di qualità.
o La qualificazione ed esperienza del personale
o La stabilità del personale
o La formazione
o La supervisione
La presa in carico delle situazioni in fase di acuzie (con l’esigenza di erogare le consulenze
urgenti e/o del ricovero dell’utente)
Entrambe le soluzioni attualmente adottate nelle ULSS (il ricovero in Pediatria o in SPDC)
presentano alcune criticità: la prima quella di non garantire sufficienti condizioni di contenimento
e sicurezza, la seconda l’in appropriatezza del reparto per pazienti psichiatrici adulti alle
caratteristiche ed esigenze di un pre/adolescente.
Ugualmente per le consulenze, la risposta nelle fasce orarie non coperte dai Servizi per l’età
evolutiva o di NPI non appare appropriata.
Tra le recenti offerte di nuove unità elaborata dalla Regione Veneto, una si riferisce proprio
alla istituzione di un reparto dedicato a pazienti in età pre/adolescenziale con problemi
psicopatologici.
I numeri dei ricoveri e i costi dell’attivazione e gestione di una U.O. dedicata non sembrano
giustificare la creazione di tale U.O. in ogni azienda.
Appare più realistico pensare all’istituzione di un reparto che possa rispondere ai bisogni in
area vasta. A tal fine, si propone la istituzione di una U.O. per il ricovero e la gestione delle
urgenze psichiatriche in età evolutiva nell’Azienda ULSS n.9 di Treviso.
A livello di area vasta e azienda, appare, contemporaneamente, necessario agire a livello
locale per l’elaborazione e adozione di protocolli con le UUOO di Pediatria, di Pronto Soccorso,
di Medicina per permettere, tramite anche l’individuazione di specifiche strategie organizzative, il
ricovero dei pazienti in UU.OO. appropriate alle caratteristiche dell’età e della fase evolutiva.
4

Conferenza dei Sindaci
ALLEGATO 4a
ATTO DI RECEPIMENTO DGRV n. 2416/2008
”Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi
di protezione e tutela del minore – Biennio 2011-2012”
Premessa
La Delibera Giunta Regionale n. 2416/ 08 intende sostenere e valorizzare lo sviluppo dei servizi
per la protezione e tutela dei minori in un ottica di qualificazione degli interventi, di ricerca di un
quadro di riferimento unitario e di un sistema di servizi integrato capace di rispondere ai seguenti
obiettivi prioritari:
-consolidamento dei processi di de-istituzionalizzazione e di promozione delle risorse accoglienti
-sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso
-sviluppo dei processi di accompagnamento dei processi adottivi
-sviluppo della collaborazione e dell’ integrazione fra servizi che appartengono a sistemi diversi.
A livello locale il recepimento di tale delibera richiede la descrizione delle forme, dei modi e dei
tempi dell’ applicazione delle Linee Guida per la protezione e tutela 2008, così come delle Linee
Guida per l’Affidamento familiare e degli Orientamenti nel rapporto scuola - servizi territoriali e
delle altre indicazioni , linee guida e buone prassi in tema di adozione, abuso e maltrattamento .
Nell’ ottobre 2009 è stata realizzata, in collaborazione con l’Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori
, una Giornata di Studio finalizzata alla presentazione, ai Servizi sociali, socio-sanitari, alla Scuola
ed al Privato sociale del Territorio, delle Linee di Indirizzo e del sistema di protezione e tutela dell’
Ulss 7, nonché delle sue prospettive di sviluppo.
Nel dicembre 2009 è stato attivato il Tavolo Tecnico Territoriale di coordinamento e di
programmazione previsto dalla DGR 2416/09.
Poiché nell’ atto formale di recepimento delle Linee Guida, degli Orientamenti e delle Linee di
Indirizzo devono inoltre essere chiaramente individuati i soggetti, le competenze ed i percorsi nei
casi di segnalazione e presa in carico di minori in situazione di rischio e di pregiudizio, vengono di
seguito descritte:
-l’attuale organizzazione territoriale della protezione e tutela dei minori;
-la rete dei servizi;
-i principali partner territoriali ed i principali soggetti sovra- territoriali;
-le principali azioni finora attuate nell’ambito dell’Ulss 7 per l’applicazione di quanto previsto dai
documenti succitati.
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DELLA PROTEZIONE E TUTELA DEI MINORI
Nel territorio dell’Ulss 7 la tutela minorile è stata oggetto di specifiche progettualità a partire dal
Piano di Zona 1997/99.
Dal 2000 è attivo un modello di gestione integrata della tutela minorile, regolamentato da
specifico Protocollo d'Intesa, approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 09.05.2000(v. allegato) .
Tale gestione integrata si concretizza nel Modulo Operativo Minori (Mom), composto sia da
operatori della Ulss che dei Comuni. Questo gruppo di lavoro inter-istituzionale è incaricato di
1

Conferenza dei Sindaci
elaborare progetti valutativi e di intervento per minori nell'ambito della tutela. Il progetto-quadro
definito dagli operatori MOM in un ottica di presa in carico globale e condivisa, può prevedere il
coinvolgimento dei servizi socio-sanitari presenti sul territorio, quali ad esempio il Sert ed il Csm. Le
progettualità elaborate in sede Mom, definite nei modi, tempi, ruoli e responsabilità dei servizi
coinvolti, sono soggette a monitoraggio, verifica e riprogettazione periodica da parte del
gruppo tecnico stesso. La funzione di referente istituzionale è esercitata dall'assistente sociale del
comune di residenza del minore. Le procedure definite dal Protocollo d’intesa prevedono che di
prassi la segnalazione vada rivolta all’Assistente Sociale del Comune, a cui spetta la prima stima
delle informazioni e, qualora non sia palese il grave rischio o il pregiudizio, l’attivazione del MOM.
Nell’ambito dell’ Ulss7 sono stati attivati tre MOM con sede a Pieve di Soligo, Vittorio Veneto e
Conegliano, ciascuno costituito da:
o
o
o
Assistente sociale del Comune di residenza del minore
Assistente sociale del Consultorio familiare del territorio di riferimento
Psicologo del Servizio per l'Età Evolutiva del territorio di riferimento
Il monte -ore assegnato per l'attività MOM agli operatori Ulss del Distretto Sud è stato di 4 ore
settimanali pro capite, nel Distretto Nord di 4 ore per il territorio del Vittoriese e di 2 per il
Quartiere del Piave, mentre per le assistenti sociali dei Comuni non è stato previsto un monte-ore
dedicato.
A seguito di una rivisitazione del modello di tutela esistente, anche alla luce delle indicazioni
contenute nelle Linee Guida Regionali che andavano delineandosi, nel dicembre 2007 la
Conferenza dei Sindaci si è pronunciata favore di una delega tecnica della competenza di
tutela minorile all’Ulss e nel 2008 è stata richiesta alla Regione l’autorizzazione all’ assunzione di
personale dedicato.
Nel frattempo è stato definito il Progetto “ Dal Modulo operativo minori al modello organizzativo
intermedio per la tutela dei minori- MOM UNIFICATO” con la finalità di :
-attivare un processo di graduale centralizzazione dell’attività Mom, utile e coerente con la
successiva introduzione di una delega tecnica
-sviluppare un lavoro di rete a carattere di elevata integrazione socio sanitaria tra Ulss e Comuni
e con il Privato Sociale;
-attivare una formazione congiunta tra operatori Ulss e Comuni per la conoscenza della
casistica, la predisposizione di strumenti di rilevazione omogenei e individuazione di una
metodologia condivisa.
Tale progetto prevede un gruppo stabile di operatori con un monte-ore prefissato, così
articolato:
o n. 1 Psicologo del Servizio per l’età evolutiva – Responsabile del Progetto, per 18 ore
settimanali
o n .1 Assistente sociale del Consultorio Familiare del Distretto Sud , per 6 ore settimanali
o n. 2 Assistenti sociali del Consultorio Familiare del Distretto Nord, per complessive 6 ore
settimanali ( CF Pieve di Soligo 2 ore, CF Vittorio Veneto 4 ore )
o Assistente sociale del comune di residenza del minore.
A tale gruppo sono demandate le funzioni Mom secondo quanto previsto dal Protocollo
d’intesa esistente.
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Conferenza dei Sindaci
Il Progetto è stato approvato con delibera del Direttore Generale dell’Ulss 7 n. 1808, del
30.12.2009 e presentato alla Conferenza dei Sindaci che ne ha previsto la sperimentazione nel
periodo gennaio/ottobre 2010.
LA RETE DEI SERVIZI
I principali Servizi e risorse sociali e socio-sanitarie che partecipano alla costruzione della rete di
protezione e tutela, nel territorio dell’ Ulss7 sono le seguenti.
Il Servizio sociale delle Amministrazioni Comunali
La Legge quadro 328/2000 riprende la definizione di “Servizi Sociali” già fornita dal Decreto
Legislativo 112/1998 (art. 128) "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle
regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59":
“rientrano tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a
pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di
bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto
quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in
sede di amministrazione della giustizia.”
In particolare per quanto attiene all’area dei minori, i Comuni – titolari della tutela minorile –
attraverso i servizi sociali si occupano delle problematiche di nuclei familiari con minori, con l’
obiettivo di restituire ai singoli individui e a chi svolge funzioni genitoriali la capacità di muoversi
in autonomia usufruendo di tutte le potenzialità e risorse personali, familiari e della rete sociale .
In questa ottica il Servizio Sociale rivolto ai minori:
- opera in collaborazione con i servizi socio-sanitari per tutti gli interventi che richiedono la
collaborazione di Psicologi, Neuropsichiatri infantili, Terapisti della riabilitazione, ecc.;
- attiva convenzioni/accordi con Associazioni e con Cooperative per interventi che richiedono
la collaborazione di educatori e l’inserimento in comunità di minori.
Gli interventi del servizio, attraverso progetti personalizzati che migliorano la cura e la tutela dei
minori, sono principalmente rivolti a:
Persone che hanno figli minorenni e che si trovano in situazione di grave disagio economico e
con difficoltà di integrazione sociale
- Contributi economici (secondo regolamento Isee);
- agevolazione per l’accesso agli alloggi di edilizia pubblica;
- agevolazione per le spese relative al servizio scolastico;
- agevolazioni nell’accesso alle scuole d’infanzia, ai centri ricreativi estivi e nella fruizione dei
servizi scolastici
- trasporti scolastici per minori in situazione di grave disagio;
- appoggi e affidi familiari.
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Conferenza dei Sindaci
Ragazzi e minori con disabilità e alle loro famiglie
- Assegni di cura e contributi economici;
- trasporti scolastici;
- agevolazione per l’accesso alle scuole d’infanzia, ai centri ricreativi per la fruizione dei servizi
scolastici;
- sostegno nella frequenza di attività educative extra scolastiche e nei processi di integrazione
sociale anche dopo la scuola dell’obbligo.
Adolescenti e bambini in situazione di disagio psicologico e relazionale per i quali esiste il
rischio o sia accertata la condizione di maltrattamenti e di abbandono o che siano essi stessi a
rischio di comportamenti devianti ( anche in collaborazione con gli Organi di Giustizia).
- Valutazione della condizione di rischio o di danno subito;
- progetti di tutela, di protezione, di recupero;
- applicazione di provvedimenti di tutela, protezione e recupero su mandato della magistratura;
- valutazione, sostegno e recupero delle risorse genitoriali;
- sostegno e recupero del danno subito dal minore o dai comportamenti devianti.
Ragazze minorenni e donne, vittime di sfruttamento, con figli minorenni
- Le ragazze minorenni possono ricevere protezione attraverso l’accoglimento in una comunità
o in una famiglia affidataria e la nomina di un tutore;
- le donne maggiorenni che hanno figli minorenni possono ricevere protezione attraverso
l’accoglimento in comunità per madri con bambini;
- aiuto e sostegno per svolgere il ruolo di madre e per raggiungere l’autonomia.
Persone singole o coppie interessate all’affido familiare
- Ricevere informazioni sul percorso di affido e relativo invio al Centro per l’Affido;
Tutela e protezione dei minori per contrastare maltrattamenti e violenze
- Il Servizio Sociale riceve le segnalazioni di grave trascuratezza, di abbandono, di
maltrattamento e di abuso subito dai minori, di violenza assistita e di rischio di devianza. Il servizio
attua i primi interventi tempestivi ed urgenti qualora il caso non consenta di attendere
l’immediata progettazione condivisa con i servizi specialistici (che comunque saranno
prontamente informati e convocati). Gli interventi che ne conseguono sono finalizzati al
sostegno, alla tutela e protezione dei minori, al sostegno e al recupero delle risorse genitoriali, in
collaborazione con i servizi specialistici (come da progetto MOM e/o condiviso in UVMD). La
tutela e la protezione del minore prevedono diversi livelli e forme di intervento, anche in
4

Conferenza dei Sindaci
applicazione di provvedimenti della Magistratura (valutazione delle risorse genitoriali,
valutazione dell’ interesse del minore, sostegno al minore ed ai genitori, prescrizioni agli esercenti
la potestà genitoriale, integrazione delle risorse genitoriali, sostituzione delle funzioni genitoriali e
collocazione in comunità o in affido familiare).
Si accede al Servizio Sociale dei 28 Comuni attraverso l’assistente sociale.
I comuni più popolosi quali ad esempio, di Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo
dispongono di assistenti sociali che curano in particolare l'area minori, ma nella maggior dei
comuni l’ assistente sociale si occupa tuttora di tutte le fasce di età.
Le modalità di accesso sono definite dalle singole amministrazioni. In alcune realtà è previsto un
pre-filtro tramite un servizio di segretariato sociale o di tipo amministrativo che fornisce
informazioni sulle prestazioni e accoglie le richieste o le segnalazioni del cittadino.
Sul piano operativo risulta fondamentale l’integrazione con altri e diversi professionisti, con i
servizi pubblici sociali, educativi, sanitari che intervengono sulle tematiche familiari e minorili e
con tutte le componenti del terzo settore operanti o impegnate nell’ ambito. La sede MOM e
UVMD sono i contesti specificatamente dedicati alla valutazione e definizione di progettualità
individualizzate in ambito di protezione e tutela (v. “ capitoli” dedicati nel presente documento)
E’ attivo un Coordinamento delle assistenti sociali dei Comuni afferenti al territorio dell’ Ulss7 , all’
interno del quale sono individuate 4 referenti per l’ area minori che sono il riferimento privilegiato
per l’ attività di rete sovra- comunale.
Ad oggi non sono definiti criteri minimi condivisi rispetto alla formazione ed aggiornamento
continuo.
Il Consultorio Familiare
Il Consultorio Familiare è servizio dell’ULSS 7 ad alta integrazione socio-sanitaria che si occupa di
tutte le problematiche della famiglia, raccordandosi con gli altri servizi del territorio. Le aree d’
intervento comprendono :
- contraccezione e pianificazione familiare;
- assistenza medica, ostetrica, sociale e psicologica alla donna in stato di gravidanza e alla
coppia, sia in attesa, che lungo tutto il cosiddetto “percorso nascita”, puerperio compreso;
- consulenze e visite per bisogni e disturbi legati alla sfera della sessualità e della relazione di
coppia e per problemi di infertilità;
- consulenza e assistenza nel periodo della menopausa;
- problematiche psicologiche e sociali relative al singolo, alla coppia e alla famiglia in tema di
affettività, relazionalità, sessualità, genitorialità e rapporti familiari;
- adozione;
- affido;
- separazione, divorzio, affidamento figlia genitori separati;
- consulenze legali per problematiche inerenti la famiglia;
- consulenza e assistenza medica, psicologica e sociale alla donna in caso di richieste di
interruzione volontaria di gravidanza.
I Consultori Familiari dell’Ulss 7 sono due Unità operative semplici, con proprio Responsabile,
collocati, all’ interno delle Unità Operative Complesse Infanzia Adolescenza Famiglia dei due
5

Conferenza dei Sindaci
Distretti. Le sedi operative sono tre, una nel Distretto Sud (Conegliano) e due nel Distretto Nord
(Vittorio Veneto e Pieve di Soligo).
L’organico dei Consultori familiari è formato da ginecologi, psicologi, assistenti sociali ed
ostetriche in misura di 1 tempo pieno equivalente per profilo professionale ogni 50.000 abitanti,
che operano secondo un modello d’intervento integrato e di èquipe.
Si avvale inoltre di consulenza legale su contratto libero-professionale, condivisa con gli altri
servizi territoriali .
Dispone della risorsa dei mediatori culturali tramite convenzione che l’ Azienda Ulss ha stipulato
con la locale Associazione “Mondo insieme”.
Nell’ambito della protezione e tutela minorile il Consultorio Familiare effettua, su progettualità
Mom o mandato giudiziario, valutazioni del contesto familiare e delle competenze genitoriali,
interventi di sostegno alla genitorialità nonché di mediazione familiare e di recupero delle
situazioni di disagio/conflittualità, interventi di spazio neutro, anche on collaborazione con il
Servizio per l’ Età evolutiva ed il Privato sociale.
Attua inoltre progetti di prevenzione e di sostegno alla neo-genitorialità ed alla famiglia nelle sue
normali fasi di fragilità .
All’ interno del Consultorio familiare sono attivi il Consultorio Giovani (con finanziamenti a
progetto), il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare (CASF) e l’Equipe Adozioni.
Per un’ analisi completa dell’ offerta di prestazioni va ricordata inoltre la presenza nel territorio
dell’ Ulss7 di due Consultori Familiari privati riconosciuti dalla Regione, l’ UCIPEM con sede a
Vittorio Veneto ed il “Centro per la Famiglia” con sede a Conegliano.
Il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare
Con deliberazione del Direttore Generale n.1409 del 25.10.06, il pre-esistente Ufficio Affidi è stato
ridefinito quale Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare dell’ULSS 7.
E’ un servizio del Consultorio Familiare con competenze interdistrettuali, collocato all’ interno
della UOC IAF del distretto sud, dal cui Direttore dipende funzionalmente e gerarchicamente.
La dotazione organica del Servizio prevede la presenza di uno psicologo e da un’assistente
sociale, entrambi a 25 ore settimanali. E’attualmente integrata con un operatore laureato in
scienze dell’ educazione (finanziamento del Piano Infanzia Adolescenza Famiglia 2008-09) che si
occupa prevalentemente di promozione e di sensibilizzazione all’affido in collaborazione con i
Servizi Sociali di base ed il Privato Sociale.
L’attivazione del CASF avviene secondo le linee definite nel protocollo del Mom. L’iter per
l’avvio, il monitoraggio e la conclusione del percorso di affido avviene secondo le Linee-Guida
regionali, come pure la presa in carico delle risorse familiari.
Alla luce degli indirizzi contenuti nella DGR 1855/06 e recepiti nel Piano di zona 2007-09, sono
stati attivati interventi di sviluppo ( sensibilizzazione e formazione) e di sostegno dell’affidamento
familiare.
E’ tuttora attivo il Tavolo sull’ Affido, costituitosi per l’ attuazione del Progetto Regionale di cui
alla DGRV 1855/06 che si riunisce periodicamente per la programmazione delle attività di
promozione e sensibilizzazione e il confronto sulle tematiche dell’ affido e della vicinanza
solidale.
Il Tavolo, coordinato dal Direttore dell’ UOC Infanzia Adolescenza Famiglia, è composto dal
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Conferenza dei Sindaci
CASF, dai rappresentanti delle Strutture di accoglienza minori e madre-bambino del territorio e
da quattro assistenti sociali , referenti dei Comuni per l’Area minori.
Il Tavolo ha attivato nel primo semestre del 2010 una ricognizione sulle risorse accoglienti del
territorio .
Sono inoltre tuttora attivi due gruppi di sostegno alle famiglie con affido in corso, di cui una
gestita da CASF, l’altra dall’ Associazione La Porta di Vittorio Veneto, secondo una progettualità
condivisa dal Tavolo sull’ Affido.
Nell’attualità le famiglie disponibili all’affido che fanno riferimento al CASF sono circa 25 e
presentano caratteristiche diverse per composizione familiare, per disponibilità di tempo e per
collocazione territoriale e sono potenzialmente abbinabili a bisogni differenti di singoli minori.
Per un quadro completo dell’ offerta, va considerato che in questo territorio vengono attivati
affidi anche direttamente dal servizio titolare della tutela con proprie risorse.
Ad oggi non è definito alcun modello di collaborazione tra CASF e Comuni, per i progetti di
affido che esulino da una progettazione in sede Mom e/o che prevedano l’ attivazione di risorse
familiari non afferenti al CASF.
Infine, per quanto concerne gli affidi intra-familiari, questi sono seguiti dal servizio di tutela e non
sono definiti protocolli di collaborazione tra servizi .
.
Equipe Adozioni
Con Delibera del Direttore Generale Ulss 7 n 1023/02 è stata istituita l’ Equipe Adozioni dell’ULSS
7, con competenza interdistrettuale, composta da 2 psicologi e 2 assistenti sociali afferenti ai
Consultori familiari di entrambi i Distretti., con assegnazione orarie per l’Equipe adozioni di 13 ore
settimanali per psicologo e 15 ore per assistente sociale.
L’ Equipe dipende funzionalmente e gerarchicamente dal Direttore del UOC IAF Sud
Ad essa sono affidati i seguenti compiti:
-attivazione di corsi periodici di informazione, sensibilizzazione e preparazione all’ adozione
-studio psicologico e sociale della coppia/famiglia aspirante all’ adozione
-relazione al Tribunale dei Minori sugli esiti delle valutazioni
- monitoraggio dell’ adozione
Alla luce delle indicazioni contenute nella DGR 1855/06, e recepiti nel Piano di zona 2007-09,
sono stati inoltre implementati gli interventi a sostegno della genitorialità adottiva attraverso
interventi di consulenza, sostegno psicologico, incontri di gruppo con le famiglie adottive.
Successivamente, in linea con le tre aree di sviluppo indicate dalla DGR n.1842/08, Piano
Infanzia Adolescenza Famiglia, biennio 2008-2009, sono stati attivati incontri specifici per coppie
idonee in attesa di abbinamento ed è stato realizzato un gruppo di sostegno a genitori adottivi
con figli adolescenti.
E’ stata infine avviata l’attività di sensibilizzazione rivolta all’Istituzione Scolastica, attraverso un
corso di formazione a livello provinciale. L’Equipe Adozioni, con la collaborazione degli Enti
Autorizzati, ha pianificato per il 2010 la prosecuzione di tale attività a livello locale.
E’ stata inoltre definita la programmazione delle attività secondo quanto indicato dal DGRV N.
21188/09 Piano Infanzia Adolescenza Famiglia 2010.
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Conferenza dei Sindaci
Servizio per l’Età Evolutiva
Il Servizio per l’ Età Evolutiva dell’ULSS 7 è un servizio integrato socio-sanitario con funzioni di
prevenzione,diagnosi e cura delle problematiche relative allo sviluppo neurologico,
psicologico,del linguaggio e delle motricità , che possono sorgere in età evolutiva.
Opera in maniera integrata con i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale e le
altre strutture socio-sanitarie dell’ Ulss 7 ( ospedale, distretti socio-sanitari, dipartimenti) .
Collabora con le altre istituzioni che si occupano del bambino ( scuola, comune, privato sociale,
associazioni di volontariato).
Le attività offerte dal Servizio sono le seguenti:
- informazione: promozione ed educazione alla salute attraverso gruppi d’ incontro con genitori,
insegnati, altri operatori;
- consulenza: indicazioni, consigli , chiarimenti da parte dei vari professionisti a genitori, famiglia,
altri operatori;
- diagnosi e valutazione: valutazioni ed approfondimenti diagnostici dei problemi e delle
difficoltà di sviluppo segnalate;
- prevenzione, cura e di riabilitazione: rilevazione ed intervento sulle situazioni a rischio e
trattamento dei disturbi evidenziati in fase diagnostica;
- assistenza sociale: informazione ed assistenza sui diritti e benefici previsti dalle normative per i
minori e le Famiglie;
- integrazione scolastica e sociale dei minori in situazione di handicap: collaborazione con gli
altri servizi ed Istituzioni per favorire l’ integrazione scolastica e sociale dei minori disabili;
- espletamento delle procedure necessarie per l ‘attivazione delle risorse previste per l’
integrazione scolastica dalla L.104/92.
I Servizi per l’Età Evolutiva dell’Ulss 7 sono due unità operativa semplici, con proprio
Responsabile, collocati all’ interno delle UOC Infanzia Adolescenza Famiglia dei due Distretti.
Le sedi operative sono quattro , di cui due nel Distretto Sud (Conegliano, Vazzola) e due nel
Distretto Nord (Vittorio Veneto, Pieve di Soligo).
L’ organico dei Servizi per l’Età Evolutiva è composto dalle seguenti figure professionali (tra
parentesi è indicato il numero in termini di tempi pieni equivalenti):
Neuropsichiatra infantile (3), Psicologo (7,50),Logopedista (8.42), Fisioterapista (2.65), Terapista
della psicomotricità dell’età evolutiva (3,75), Assistente sociale (5,92), Educatore professionale
(1,25), Fisiatra (0,15), Foniatra (0,65), Ammistrativo (2,56), Ass. sanitaria (1,42).
Nell’ambito della protezione e tutela minorile il Servizio per l’Età Evolutiva effettua, su
progettualità Mom o mandato giudiziario, valutazioni ed indagini psicodiagnostiche sui minori ,
interventi di sostegno a minori in situazione di rischio/disagio/devianza, interventi
riabilitativo/terapeutici dei disturbi comportamentali o di interesse neuropsichiatrico , interventi di
spazio neutro.
Collabora con le altre Istituzioni e Servizi coinvolti alla realizzazione dei progetti d’ intervento
attivati a protezione e tutela dei minori.
Attua inoltre progetti di prevenzione e di sostegno alla neo-genitorialità .
Per un’analisi completa dell’offerta di prestazioni va ricordata la presenza nel territorio dell’Ulss7
dell’Associazione La Nostra Famiglia, con un ruolo rilevante nell’erogazione di prestazioni
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Conferenza dei Sindaci
diagnostico-riabilitative per i minori. Partecipa alle definizione ed alla realizzazione delle
progettualità elaborate dal Modulo Operativo Minori e dall’Unità Valutativa Multidimensionale
per i propri utenti .
Servizio Sociale Ospedaliero
Il Servizio Sociale Ospedaliero dell’ULSS 7 viene coinvolto prevalentemente in due tipi di attività
che interessano la problematica minorile
1)Figlio non riconosciuto da “madre che non vuole essere nominata”:
Attività relative alle disposizioni legislative riguardo al diritto all’anonimato per la “Madre che non
vuole essere nominata” e alla tutela del neonato.
In tale ambito il Servizio collabora con le Unità operative Ospedaliere di riferimento della madre
e del neonato (Ostetricia, Ginecologia, Nido, Pediatria e Neonatologia. Predispone le relazioni
per le Procure della Repubblica per i Minorenni, mantiene i contatti con il Tribunale dei
Minorenni e ne recepisce il decreto di affidamento. Stabilisce contatti con gli assegnatari del
provvedimento a ricevere il minore e con il Pubblico Tutore ed organizza la dimissione,
stabilendo i tempi necessari per il passaggio di informazioni di nursering e delle esigenze del
minore, dal personale di reparto alle persone incaricate ricevere il bambino. Informa infine l’
Autorità Giudiziaria dell’ avvenuta dimissione.
2) Minore riconosciuto con genitori in stato di disagio :
Minore con genitori multiproblematici, in stato di disagio socio-economico; minori seguiti dai
servizi sociali comunali e/o dai servizi specialistici, con segnalazione al Tribunale Minorenni
il Servizio recepisce e valuta le segnalazioni provenienti dalle Unità Operative Ospedaliere,
collabora con i servizi socio-sanitari e sociali territoriali competenti, la Pubblica sicurezza
dell’Ospedale, la Procura e il Tribunale dei Minorenni; monitora il percorso ospedaliero del
minore, mediando tra le esigenze dei servizi competenti e le esigenze delle Unità Operative
Ospedaliere coinvolte; organizza e supervisiona la dimissione, raccordandosi anche con gli
istituti di accoglienza per minori e madri, il privato sociale e il volontariato.
Unità Valutativa Multidimensionale
Con del. n. 637 del 09.05.2008 l'Ulss 7 ha definito il Regolamento che disciplina l'attività
dell'UVMD.
L’attivazione delle Unità Valutative Multidimensionali è inserito nel Documento di Direttive 2009
dell’ Ulss 7 quale obiettivo strategico nell’ area di miglioramento dell’ efficacia dei processi di
prevenzione,diagnosi cura e riabilitazione in ambito sanitario, socio-sanitario e sociale .
“Obiettivo generale dell’ attività UVMD è la definizione, in ciascun area d’ intervento, del
progetto individuale della persona in condizione di bisogno socio-sanitario complesso o nel caso
di minori in situazione di tutela del progetto quadro”( Regolamento- art. 2).
Obiettivi specifici e prioritari dell’ Area Minori sono:
-favorire più a lungo possibile un’idonea permanenza del minore presso il proprio domicilio e la
propria famiglia;
-garantire al minore ed alla sua famiglia in situazione di disagio adeguati supporti anche
attraverso l’ affidamento etero- familiare;
-perseguire percorsi di integrazione nel contesto scolastico e sociale;
-attivare idonei percorsi di protezione e tutela in situazioni di pregiudizio, abbandono,
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Conferenza dei Sindaci
maltrattamento;
-garantire un appropriato uso delle risorse territoriali;
La valutazione UVMD è richiesta per l’ Area minori, in base alle indicazioni regionali ed alla
programmazione locale vigente, per:
-accesso alla comunità educativa (anche diurna)o familiare e alle comunità madre-bambino;
- l’accoglienza presso una famiglia affidataria;
- l’accesso alla comunità educativo-riabilitativa;
- l’accesso alla presa in carico terapeutica e psico/educativa da parte dei Centri Regionali di
contrasto e presa in carico delle situazioni di maltrattamento , abuso, sfruttamento sessuale dei
minori.
Funzione dell’UVMD ( composto da Responsabile UVMD, Assistente sociale competente, PLS o
MMG, Operatore/i del Servizio/i socio-sanitari coinvolti nel progetto) è la valutazione
multidimensionale e multi-professionale, la definizione del progetto individualizzato,
l’individuazione del case-manger, la verifica dell’ attuazione del progetto.
Nel giugno 2009 è stato predisposto un modello di Scheda valutativa multidimensionale
specifica per l’Area minori da sperimentare .
I PRINCIPALI PARTNER TERRITORIALI
La Scuola
Nelle Scuole di vario ordine e grado , afferenti al territorio dell’ Ulss 7 sono stati attivati negli ultimi
anni numerosi progetti mirati a rispondere sia ai bisogni psico-fisici ed affettivi evolutivi che alle
problematiche educative, relazionali, comportamentali riconducibili all’ area del disagio/rischio
Nella realizzazione di tali attività la Scuola si avvale dei Servizi ma anche di personale non
docente di diversa provenienza: operatori addetti all’assistenza (Cooperative e ULSS), assistenti
alla comunicazione (Provincia e Associazioni di Categoria), operatori di comunità,
psicopedagogisti, psicologi liberi professionisti, formatori liberi professionisti con varie
competenze, Associazioni sportive e varie.
Il Piano dell’Offerta Formativa (POF ) risulta essere ad oggi lo strumento fondamentale per
introdurre all’interno del percorso scolastico curricolare attività, iniziative di formazione,
collaborazione con i Servizi e quant’altro sia attinente ai compiti educativi e formativi della
Scuola.
Tra le Scuole afferenti ai 28 comuni del territorio e l’ Ulss7 è stata stipulata alcuni anni fa una
convenzione per la gestione e la condivisione delle tematiche relative all’Educazione alla
Salute.
In seguito alle mutate esigenze, visto anche l’abbassarsi delle problematiche verso età
adolescenziali e in alcuni casi verso età della scuola primaria (6-10 anni) , si è proceduto ad una
ridefinizione di tali modalità di collaborazione, con la istituzione di un Tavolo tecnico composto
da alcuni Dirigenti scolastici in rappresentanza dei colleghi del Territorio (a ciò delegati con
l’assemblea del 28 ottobre 2009) ed il Direttore dei Servizi Sociali dell’ULSS 7, coadiuvato da
alcuni responsabili dei Servizi territoriali.
I Dirigenti Scolastici (DS) individuati sono: i DS degli Istituti Capofila dei due CTI, i DS degli Istituti
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Conferenza dei Sindaci
capofila delle Reti Stranieri, i DS capofila delle Reti Orientamento i DS referenti del gruppo
preesistente per l’Educazione alla Salute. Dopo alcuni incontri preparatori i DS si sono suddivisi
per aree corrispondenti a quelle del Piano di Zona: area infanzia/minori, area
adolescenza/giovani, area immigrazione ed area persone con disabilità. Questi Dirigenti hanno
partecipato agli incontri di verifica delle iniziative legate al Piano di Zona 2007-09, prorogate al
2010, partecipano ai tavoli di progettazione del Piano di Zona 2011-15 ed agli incontri
periodicamente convocati dal Direttore Sociale dell’Ulss7.
Per quanto attiene alla protezione e tutela dei minori , le scuole si attivano con i Servizi Sociali del
Territorio di competenza al fine di prevenire situazioni di sofferenza e per favorire il percorso
scolastico.
Si è rilevato tuttavia che gli operatori scolastici non sempre dispongono di una conoscenza
chiara ed indicazioni definite e precise in merito alle procedure di segnalazione delle situazioni
di rischio e di pregiudizio o nei casi di dispersione scolastica sopra i 16 anni e di inadempienza
sotto tale soglia.
Pertanto le modalità di segnalazione, raccordo e di collaborazione coi i servizi non sempre sono
risultate univoche.
Al fine di favorire la collaborazione e l’integrazione fra servizi che appartengono a sistemi diversi,
una rappresentanza di Dirigenti Scolastici e di referenti per le problematiche giovanili ha
partecipato alla Giornata di Studio tenutosi l’8 ottobre 2009 presso l’Auditorium del “La Nostra
Famiglia” di Conegliano, dove l’Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori ha presentato, con la
Direzione Servizi Sociali dell’ULSS 7, le Linee guida della DGRV n° 2416/08.
La Scuola ha inoltre aderito, insieme all’Ulss al “Corso di formazione regionale per operatori dei
Servizi socio-sanitari e per Dirigenti/insegnanti per una rete di referenti territoriali in materia di
buone prassi di comunicazione scuola e servizi in circostanze di disagio di bambini/e, ragazzi/e
in contesto scolastico”, avviato nel marzo 2010 .
In merito alla tematica delle Adozioni l’Ufficio Scolastico Provinciale di Treviso e le tre ULSS della
Provincia hanno organizzato un percorso di formazione per docenti legato al tema
dell’inserimento scolastico del minore adottato e delle relative problematiche. A tale percorso,
articolato in 6 incontri di formazione nel periodo settembre-novembre 2009, hanno partecipato
una ventina di docenti, di cui cinque di Istituti dell’ULSS 7. Il percorso proseguirà con dei
laboratori guidati.
11

Conferenza dei Sindaci
Le strutture di Accoglienza
Nel territorio dell’ Ulss 7 sono presenti le seguenti strutture residenziali per minori:
Ente erogatore Denominazione Sede
Fondazione “Figli di
Maria Antonietta
Bernardi “ Onlus
Fondazione “Figli di
Maria Antonietta
Bernardi “ Onlus
Fondazione “Figli di
Maria Antonietta
Bernardi “ Onlus
Associazione
“La Porta” Onlus
Associazione
“La Porta” Onlus
Associazione
“Comunità Papa
Giovanni XXIII”
Associazione
“Comunità Papa
Giovanni XXIII”
Diocesi
di Vittorio Veneto
“Casa Ezio Mario”
“Casa Antonio
Colomban”
“Casa Maria Pia
Dal Canton”
“Piccola
Comunità
Educante”
“Piccola Resi”
“Casa Famiglia
Anawin”
“Casa Famiglia
Khantati”
Comunità “Mater
Dei”
Conegliano
Conegliano
Conegliano
Sarmede
Vittorio
Veneto
Farra di
Soligo
S.Fior
Vittorio
Veneto
Tipologia di
Prestazioni
Comunità
educativa
Comunità
Educativa
Comunità
Educativa
Comunità
Educativa
Comunità
Educativa
Casa Famiglia
Casa Famiglia
Comunità
madre-bambino
Tipologia
n. posti
utenza
maschi e
femmine 8
6-17 anni
maschi
6-17 anni 8
Femmine
6-17 8
maschi
6-17 anni 8
Maschi e
femmine
6-17 anni
maschi e
femmine
0-18anni
maschi e
femmine
0-18anni
Donne gestanti
e Madri con figli
0-3
TOTALE 60
8
6
6
8
Le Strutture di accoglienza per minori del territorio partecipano ai Tavoli istituiti nell’ ambito del
Piano di Zona da svariate annualità, condividendo sia l’ analisi dei bisogni che la successiva
elaborazione e realizzazione di progettualità specifiche .
In particolare, sia l’ Associazione La Porta di Vittorio Veneto che La Fondazione Bernardi di
Conegliano si sono orientati a diversificare l’ offerta che, per quanto riguarda la residenzialità,
coinvolge annualmente un numero limitato di minori dell’ Ulss7 (circa 1/3 dei posti disponibili) ,
attivando nuove tipologie di intervento rispondenti ai bisogni emergenti .
Sono state siglate convenzioni con entrambe le Comunità per la gestione dello Spazio Neutro su
invio dei Comuni e dei Servizi Ulss (Piano di zona 2003-05 e 2007-09; Finanziamenti Regionali PIAF).
A partire dal 2007 sono state attivate sperimentazioni di inserimenti diurni ed è attivato, in cogestione
l’ Ulss7 e la Fondazione Bernardi, un Progetto sperimentale di intervento educativo
diurno di gruppo per minori in situazione di disagio psico-sociale e/o con disturbo del
comportamento, inseriti in famiglie con difficoltà nell’espletamento delle funzioni genitoriali
(Piano di zona 2007-09; Finanziamenti Regionali PIAF).
A seguito dell’esito positivo di tali sperimentazioni la Fondazione Bernardi ha richiesto ed
ottenuto l’autorizzazione al esercizio anche come struttura d’accoglienza diurna.
12

Conferenza dei Sindaci
ATTIVITÀ DI PREVENZIONE/RILEVAZIONE E INTERVENTO PRECOCE SULLE SITUAZIONI DI RISCHIO/
DISAGIO
Il Piano di Zona dei Servizi alla Persona è lo strumento principale di definizione delle politiche
sociali, sanitarie , educative in un ottica di sistema integrato di interventi e servizi.
Pertanto nel territorio dell’ Ulss 7 le progettualità e gli interventi più rilevanti in ambito di
prevenzione e di intervento precoce sul rischio/ disagio dei minori e delle loro famiglie sono
inserite in tale cornice.
Vengono di seguito riportate le progettualità più significative del Piano 07-09, estese
all’annualità 2010 (DGRV n.1809/09):
Progetto Obiettivo Destinatari
CRESCERE INSIEME
GENITORIALITA’
SOCIALE
BEN-ESSERE
TUTTI INSIEME
CONSAPEVOLMENTE
(SPAZIO NEUTRO)
- sostegno alla genitorialità
- Implementazione
/diversificazione affido
- sostegno alle famiglie affidatarie
ed adottive
- garantire forme di supporto
psicologico ed educativo in
situazioni di
deprivazione/disagio/rischio
- recupero responsabilità
educativa genitoriale/relazioni
familiari serene
genitori con
minori fascia
eta’ 0-3
famiglie
affidatarie ed
adottive
minori con
deprivazione
affettivorelazionale/
a
rischio di
evoluzione
patologica
minori /famiglie
Enti/servizi
associazionismo/
Privato sociale coinvolti
- Servizio Età Evolutiva
- Consultorio Familiare
- Pediatri Libera Scelta
- Comunità Fond. “Figli di M.
A. Bernardi “ onlus
- CASF
- Consultorio Familiare
- Comuni
- Assoc. “La Porta”
- Servizio Età Evolutiva
- Consultorio Familiare
- Comuni
- Cooperativa “Thauma”
- Comunità Fond. “Figli di M.
A. Bernardi “ onlus
- Servizio Età Evolutiva
- Consultorio Familiare
- Comuni
- Assoc. “La Porta”
- Comunità Fond. “Figli di M.
A. Bernardi “ onlus
EMOZIONI MEDIA
NUOVE TECNOLOGIE
- aumento competenze relazionali
e autonomia
- aumento competenze educative
pre-adolescenti
adolescenti
genitori
adulti con
responsabilità
educativa
- Consultorio Giovani
- Consultorio Familiare
- Comuni
- Scuole
- Cooperativa “Thauma”
- Organizz. Terzo Settore
RICONOSCERE E
PREVENIRE IL
DISAGIO
- sensibilizzazione alle
problematiche giovanili
- intervento precoce sul disagio
adolescenti e
giovani 14-24
- Servizio Età Evolutiva
- Consultorio Familiare
- Consultorio Giovani
- CSM
- SERT
- MMG
13

Conferenza dei Sindaci
IL MURETTO
Progetto Obiettivo Destinatari
GIONA-T.A.N
I MINORI IMMIGRATI E
LA SCUOLA
SERVIZI EDUCATIVI
EXTRASCOLASTICI :
Individuazione di
criteri di accesso e
gestione comuni
- aumento delle possibilità di
intercettazione ed aggancio di
giovani a rischio
- aggancio giovani a rischio o già
consumatori di sostanze
- favorire la relazione socioeducativa
in ambito scolastico
del minore immigrato e della sua
famiglia
- permettere lo svolgimento delle
attività lavorative dei genitori
garantendo la tutela dei minori.
adolescenti e
giovani 13-24
adolescenti e
giovani 15-24
genitori
educatori
minori immigrati
e famiglie
insegnanti
mediatori
culturali
minori 3-11
- Scuola
- Coop. “Insieme si può”
Enti/servizi
associazionismo/
Privato sociale coinvolti
- Consultorio Familiare
- Consultorio Giovani
- CSM
- SERT
- MMG
- Scuola / CIC
- Comuni/Informagiovani
- Coop. “Insieme si può”
- Cooperativa “Thauma”
- Ass. “Comunità Giovanile”
- Ce.I.S. Belluno
- SERT
- Ass. “Comunità Giovanile”
- Scuola
- Comuni
- Ulss7
- Scuola
- Organizz. Terzo Settore
- Ulss
- Comuni
- Scuola
- Cooperative varie
- Volontariato
Operativa di Comunità
Il servizio si realizza su tutti i 28 comuni dell’ Ulss7 , suddivisi in tre territori: Area del Coneglianese,
Vittoriese e Quartier del Piave e Vallata.
L’”Operativa di Comunità” fa parte del Piano di zona per i servizi alla persona-Area Giovani. Esso
da un lato garantisce la programmazione di base dei singoli comuni, rispetto agli interventi di
promozione a favore dei minori 11-17 e degli adulti a responsabilità educativa, dall’ altro si
integra e va a potenziare le attività dei Progetti Giovani locali.
Attraverso l’ Operativa di Comunità si realizzano iniziative socio-educative di promozione e
prevenzione in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, quali soggetti
committenti.
I progetti nascono da forme di progettazione partecipata, comunale ed intercomunale, tra
diverse agenzie educative, scuole secondarie di primo e secondo grado, parrocchie,
organizzazioni di volontariato e sportive.
L’operativa di Comunità collabora inoltre con alcuni servizi Ulss, quali il Consultorio Giovani ed il
Dipartimento per le Dipendenze
14

Conferenza dei Sindaci
Altri Servizi educativi
I 28 comuni dell’ Ulss7 organizzano e gestiscono in autonomia:
-centri d’infanzia/nido integrato;
-attività ed iniziative educative, ludiche, ricreative;
-servizi di sostegno socio-psico-educativo scolastico;
-assistenza educativa domiciliare/territoriale;
-interventi per favorire la socializzazione e l’aggregazione.
Per quanto concerne i Progetti per l’ Educazione e la Promozione della Salute per la Scuola per l’
anno scolastico2010-11 si riportano di seguito quelli più significativi per l’area del benessere
psico-sociale dei minori :
TITOLO OBIETTIVI DESTINATARI SERVIZI/ENTI COINVOLTI
PROGETTO DI
EDUCAZIONE
ALLA SESSUALITA’ ED
ALL’AFFETTIVITA’
LA CITTA’ INVISIBILE:
NAVIGAZIONE SICURA
SU INTERNET
Sostenere la costruzione
dell’identità personale e
sessuale
Favorire l’uso sicuro di
internet da parte dei minori
Adolescenti
Genitori
Insegnanti
Genitori
Educatori
- Consultorio Familiare
- Consultorio Giovani
- Dip. di Prevenzione
- Scuola
- Servizio Età Evolutiva
- Scuole
- Dip. di prevenzione
COMUNICATTIVI
Prevenire l’uso dannoso del
cellulare: aspetti di salute,
sociali/relazionali, legali
Ragazzi del II anno della
scuola secondaria di II
grado
- Dip. di Prevenzione
- Polizia postale
- Scuola
PROGETTO DI
PREVENZIONE ALL’
ABUSO DI SOSTANZE
ALCOOLICHE
Favorire nei giovani e
giovanissimi lo sviluppo di
comportamenti e stili di vita
sani;
Coinvolgere e
responsabilizzare gli adulti
Studenti delle classi terze
delle scuole secondarie
di I grado
Studenti classi quarte
scuole secondarie di II
grado
Genitori
Insegnanti
- Sert
- Scuola
Per
IL MURETTO
GIONA-T.A.N
v. tabella precedente
15

Conferenza dei Sindaci
Gli istituti scolastici di vario ordine e grado organizzano inoltre varie attività formative, preventive
e di supporto rivolte ai minori alle loro famiglie ed al personale docente.
Si riportano di seguito una sintesi delle attività principali attivate nel 2010.
Scuola Attività Risorse attivate
Primaria
Secondaria
1° grado
- spazio di ascolto
- percorsi formativi previsti in POF su affettività,
sessualità,educazione alle emozioni
- laboratori mirati per gli alunni con problemi
di comportamento
- training sul metodo multicriteriale per la
gestione delle piccole scelte
- informazione sui servizi del territorio
- percorsi di formazione per genitori
- organizzazione doposcuola /accesso mensa.
- attivazione di gruppi di lavoro docenti/Servizi
- per situazioni di disagio/rischio
- interventi diretti con le famiglie
- segnalazione ai Servizi competenti
- formazione, aggiornamento dei docenti
- supervisione dei docenti CIC e degli Spazi di
ascolto
- Esperti e formatori in varie discipline
- Uffici scolastici comunali
- Servizi Sociali e Socio-Sanitari
- Docenti disponibili e formati al compito
- Psicopedagogisti interni alla scuola
- Volontariato /Privato Sociale
- Progetti Giovani
- Informagiovani
- Progetti interistituzionali ad hoc
- Servizi di doposcuola e per il tempo
libero
- Convenzioni con Enti per attivazione
risorse e finanziamenti
Secondaria
2° grado
CFP
Come sopra oltre a:
- attivazione di percorsi, laboratori mirati per lo
sviluppo di tematiche di interesse
- corsi di recupero degli apprendimenti
- avvio a servizi socialmente utili in alternativa
alla sanzione/sospensione
- agevolazioni per gli alunni in difficoltà
economica
- valorizzazione delle risorse umane di cui
dispone la scuola sia per l’affiancamento
nello studio, sia come Tutor.
- valorizzazione delle competenze degli
studenti
Come sopra oltre a risorse previste da
progetti specifici (es. : Progetto GionaTan
Progetto Rete scolastica coneglianese)-
16

Conferenza dei Sindaci
PRINCIPALI SOGGETTI SOVRA-TERRITORIALI
Autorità Giudiziaria
Per quanto attiene ai rapporti con Autorità Giudiziaria, i Servizi sociali e socio-sanitari coinvolti
nella attività di protezione e tutela si attengono alle indicazioni contenute nelle Linee Guida
2008 in merito a ruoli, competenze , responsabilità, modalità di segnalazione, denuncia ed
informazione nelle varie fasi del percorso giudiziario.
In situazioni dubbie e/o di urgenza è possibile la comunicazione telefonica urgente con il
Magistrato di turno 24 ore su 24 presso la Procura.
Ulteriori indicazioni sono contenute nel documento inviato dalla Procura della Repubblica , prot.
N.105/08 del 21.01.2008, avente per oggetto” Comunicazioni dirette e nuovo modello di
frontespizio per la trasmissione di segnalazioni scritte alla Procura della Repubblica per i
minorenni del Veneto per la tutela giudiziaria dei diritti del fanciullo da utilizzare in concomitanza
con l’ adozione delle Linee Guida 2008 e comunque non oltre il 1° luglio 2008”.
In particolare viene definito che il modello di frontespizio di cui sopra “deve accompagnare
necessariamente le segnalazione dei servizi all’ Autorità Giudiziaria, per consentire la sua rapida
registrazione, classificazione, trattazione secondo le priorità stabilite per migliorare la
tempestività delle risposte istituzionali dei magistrati…”
Pertanto i servizi hanno adottato tale modello nelle loro comunicazioni con l ‘A.G.
Centri Regionali di cura e protezione dei bambini dei ragazzi e delle famiglie
I Centri di cura e protezione Regionale sono servizi di secondo livello, con funzioni di contrasto
e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso sessuale .
Il Centro di cura e protezione Regionale di riferimento per il territorio dell’ Ulss 7 è il “TETTO
AZZURRO”, con sede a Treviso.
Nelle Linee- guida per gli operatori dei Centri (v. pubblicazione Regione Veneto, febbraio 2006
“Buone Prassi…..”) è contenuto il Protocollo che definisce le modalità di collaborazione per
casi, già in carico ai Servizi territoriali.
Gli ambiti di intervento per cui è possibile richiedere la collaborazione sono:
-valutazione psicodiagnostica del minore
-terapia al minore
-valutazione delle capacità genitoriali residue
-sostegno a genitori protettivi non coinvolti nelle azioni di maltrattamento
-attività di consulenza per reinserimento di minore che manifesti problematiche
specificatamente correlate al maltrattamento/abuso
-consulenze sociali-sanitarie e legali agli operatori dei servizi
I Centri Regionali collaborano inoltre con l’ Autorità Giudiziaria nell’ ambito delle audizioni
protette del minore vittima di reato, negli incidenti probatori, nel sostegno del minore durante l’
iter giudiziario e nella idoneità a testimoniare.
Forniscono consulenze ad insegnanti/operatori su casi dubbi e si raccordano con i servizi
17

Conferenza dei Sindaci
territoriali di competenza per le situazioni a loro direttamente segnalate.
L’Ufficio Pubblico Tutore dei Minori
Progetto Tutori volontari:
Il piano di reperimento, monitoraggio, accompagnamento e formazione permanente dei tutori
legali volontari è stato elaborato dall’Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori a livello regionale.
Il piano dell’UPT M fissa gli obiettivi generali e specifici, la metodologia, i contenuti, gli strumenti, i
tempi, le verifiche per la sensibilizzazione, la selezione e la formazione, il monitoraggio e
l’accompagnamento permanente dei tutori legali volontari.
L’ULSS 7 ha aderito al Progetto Regionale Tutori a partire dal 2002 individuando , oltre al
difensore civico, due operatori referenti territoriali.
Nell’ambito del Progetto, inserito nel Piano di zona 2003-05, sono stati reperiti e formati
complessivamente 18 tutori, di cui attualmente disponibili 15.
Nel corso del 2007 l'attività del tutori volontari, formati nell'ambito di tale Progetto Regionale , è
stata regolamenta con un Protocollo di gestione (Delibera Azienda Ulss7 n.1075 del 23.08.2007).
Tale protocollo individua nell’ assistente sociale del Centro per l'Affido, Referente Territoriale del
Progetto per l’Ulss, l’operatore che acquisisce la comunicazione dell'avvenuta nomina del
tutore e a definisce le modalità di collaborazione, supporto e verifica dell'attività svolta dallo
stesso.
Per i tutori volontari è inoltre attivata una copertura assicurativa, a carico dell' Azienda Ulss 7, per
tutta la durata della tutela.
Sono mantenuti contatti regolari con l’ Ufficio del Pubblico Tutore sia per le singole tutele che
per le linee d’indirizzo e di programmazione generale.
Attività di ascolto
L’ attività istituzionale di ascolto è tra le attività specifiche e distintive dell’ UPTM, fruibile anche
per il territorio dell’Ulss 7 . Si concretizza nell’ accoglimento di segnalazioni relative a diritti dei
minori violati o trascurati o a segnalazioni di difficoltà o disfunzionalità nei processi attivati a loro
protezione. Tali segnalazioni possono pervenire sia da soggetti provati che istituzionali e posso
dar luogo ad interventi di consulenza, orientamento, di supporto tecnico, di mediazione nei
conflitti o portare a segnalazione agli organi competenti.
18

Conferenza dei Sindaci
Elenco documenti di riferimento:
LINEE GUIDA 2008 PER I SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI – LA CURA E LA SEGNALAZIONE – La
responsabilità nella protezione e nella tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Veneto
LINEE GUIDA 2008 PER I SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI – L’AFFIDO FAMILIARE IN VENETO –
Cultura, orientamenti, responsabilità e buone pratiche per la gestione dei processi di affidamento familiare
ORIENTAMENTI per la comunicazione tra scuola e servizi sociali e sociosanitari per la protezione e tutela dei
diritti dei bambini e dei ragazzi nel contesto scolastico
DGRV n. 2416 del 08.08.2008 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LO SVILUPPO DEI SERVIZI DI
PROTEZIONE E TUTELA DEL MINORE – BIENNIO 2009/2010
PROTOCOLLO D’ INTESA MODULO OPERATIVO MINORI – approvato dalla Conferenza dei Sindaci ULSS 7 il
09.05.2000
DELIBERA DEL DIRETTORE GENERALE n. 1808 DEL 30.12.2009: approvazione progetto “DAL MODULO
OPERATIVO MINORI AL MODELLO ORGANIZZATIVO INTERMEDIO PER LA TUTELA DEI MINORI - MOM
UNIFICATO”
Legge 8.11.2000 n. 328 - LEGGE QUADRO PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI
INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI
L. 29/07/1975 n. 405 - ISTITUZIONE DEI CONSULTORI FAMILIARI.
L.R. n. 28 del 25 marzo 1977 - DISCIPLINA DEI CONSULTORI FAMILIARI
LINEE GUIDA PER IL SERVIZIO DI CONSULTORIO FAMILIARE NELLA REGIONE DEL VENETO – Allegato a
Dgr n. 215 del 3 febbraio 2010
DELIBERA DEL DIRETTORE GENERALE n.1409 del 25/10/2006 – CENTRO PER L’AFFIDO E LA
SOLIDARIETA’ FAMILIARE DEFINIZIONI (Decr.Reg. n. 194 del 03.08.2006)
PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ATTUAZIONE DEGLI AFFIDI 12/09/2001
DGRV n. 3827 del 27/11/2007 PIANO REGIONALE INFANZIA, ADOLESCENZA, FAMIGLIA: BIENNIO
GENNAIO 2008-DICEMBRE 2009
DGRV n. 1855/06 - SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ SOCIALE: INTERVENTI PER LO SVILUPPO
DELL’AFFIDAMENTO FAMILIARE
DELIBERA DIRETTORE GENERALE n. 1023del 10/07/2002 – L. 31.12.1998, N. 476 – EQUIPE ADOZIONI DEL
CONSULTORIO FAMILIARE DELL’U.L.S.S. 7 – PRESA D’ATTO.
REGOLAMENTO SERVIZIO PER L’ETA’ EVOLUTIVA- AZIENDA ULSS 7 – GIUGNO 2004
DELIBERA DEL DIRETTORE GENERALE n. 637 del 09/05/2008 – REGOLAMENTO PER L’ATTIVITA’ DELLE
UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DISTRETTUALE (U.V.M.D.) - RECEPIMENTO
PIANO DI ZONA DEI SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA COMUNITA’ 2007-09
19

Conferenza dei Sindaci
DGRV n. 1809 del 16/06/2009 – PIANI DI ZONA DEI SERIVI ALLA PERSONA 2007/2009: PROROGA VALIDITA’
AL 31.12.2010
DGRV n. 157/2010 APPROVAZIONE LINEE GUIDA REGIONALI SUI PIANI DI ZONA
PROGETTO OPERATIVA DI COMUNITA’ approvato con delibera 280 (26/02/2010)
PROGETTI DI EDUCAZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE PER LA SCUOLA - ANNO SCOLASTICO 2010-
2011
COMUNCAZIONE PROCURA DELLA REPUBBLICA n.105/08 di prot. del 21/01/2008 – “COMUNICAZIONI
DIRETTE E NUOVO MODELLO DI FRONTESPIZIO PER LA TRASMISSIONE DI SEGNALAZIONI SCRITTE alla
Procura della Repubblica per i minorenni del Veneto per la tutela giudiziaria dei diritti del fanciullo
DGRV n. 4031 del 30.12.2002 “PROGETTO PILOTA REGIONALE DI PREVENZIONE, CONTRASTO E PRESA
IN CARICO DELLE SITUAZIONI DI MALTRATTAMENTO, ABUSO E SFRUTTAMENTO SESSUALE DI MINORI.
ISTITUZIONE DEI CENTRI TERAPEUTICO-RIABILITATIVI A LIVELLO PROVINCIALE O
INTERPROVINCIALE, IN ATTUAZIONE DI QUANTO PREVISTO DALLA L. 269/98 E DAL DECRETO N.
89/2002”
BUONE PRASSI PER GLI OPERATORI CHE DEVONO AFFRONTARE SITUAZIONI DI ABUSO E
MALTRATTAMENTO. Linee guida per gli operatori dei Centri Regionali di cura e protezione dei bambini, dei
ragazzi e delle famiglie
DGRV n. 2667 del 30/09/2002 - PROGETTO TUTORI. La sensibilizzazione, il reclutamento e la formazione dei
volontari disponibili ad assumere la tutela di un minore
DELIBERA DEL DIRETTORE GENERALE n. 1075/07 PROTOCOLLO DI GESTIONE TUTORI VOLONTARI
Conegliano, 28 settembre 2010
20

Conferenza dei Sindaci
FIRME DI SOTTOSCRIZIONE DEL DOCUMENTO
- Presidente della Conferenza dei Sindaci/Sindaco del Comune di Conegliano
______________________________________________
- Direttore Generale Az. Ulss 7
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Cappella Maggiore
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Cison di Valmarino
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Codognè
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Colle Umberto
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Cordignano
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Farra di Soligo
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Follina
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Fregona
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Gaiarine
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Godega di Sant’Urbano
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Mareno di Piave
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Miane
21

Conferenza dei Sindaci
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Moriago della Battaglia
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Orsago
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Pieve di Soligo
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Refrontolo
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Revine Lago
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Santa Lucia di Piave
______________________________________________
- Sindaco del Comune di San Pietro di Feletto
______________________________________________
- Sindaco del Comune di San Fior
______________________________________________
- Sindaco del Comune di San Vendemiano
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Sarmede
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Sernaglia della Battaglia
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Susegana
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Tarzo
______________________________________________
22

Conferenza dei Sindaci
- Sindaco del Comune di Vazzola
______________________________________________
- Sindaco del Comune di Vittorio Veneto
______________________________________________
- Legale rappresentante Fondazione Figli M A. Bernardi onlus
______________________________________________
- Legale rappresentante Associazione La Porta
______________________________________________
- Legale rappresentante Associazione Papa Giovanni XXIII
______________________________________________
- Legale rappresentante Casa Mater Dei
______________________________________________
- Legale rappresentante Cooperativa Sociale Insieme si può
______________________________________________
- Legali rappresentanti Istituti Comprensivi del territorio
______________________________________________
- Legale rappresentante Centro Regionale “Tetto Azzurro”
______________________________________________
23

ALLEGATO 5
Conferenza dei Sindaci
in applicazione delle
DGRV n. 190/2011 e n. 502/2011
1. ARTICOLAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE E DELLA QUALIFICAZIONE DEL
SISTEMA DI OFFERTA.
_______________________________________________________________________________________________________________
UNITA’ LOCALE SOCIO SANITARIA N° 7 - 31053 PIEVE DI SOLIGO (TV) - VIA LUBIN, 16 - C.F. e P.I. 00896790268
COORDINAMENTO DISTRETTI SOCIO-SANITARI
31015 CONEGLIANO (TV), via Maset n° 1 Tel. 0438 - 663919 Fax 0438 - 663917
Pag. 1

Come noto nei prossimi anni l’aumento degli ultra75enni sarà accompagnato da un parallelo
aumento delle persone non autosufficienti con un conseguente crescita della richiesta di
residenzialità. Il grafico che segue riporta la proiezione fino al 2015 del fabbisogno sulla base dei
parametri previsti dalla Regione Veneto.
La situazione nel nostro territorio si delinea come segue:
Popolazione al 31.12.2010
Popolazione
Comune
> 64 anni > 74 anni
n. % n. %
TOTALE
Cappella Maggiore 988 21,2% 473 10,1% 4.664
Cison di Valmarino 586 21,5% 282 10,3% 2.730
Codognè 997 18,5% 499 9,3% 5.386
Colle Umberto 957 18,5% 442 8,5% 5.180
Conegliano 8.483 23,7% 4.331 12,1% 35.748
Cordignano 1.368 19,2% 707 9,9% 7.141
Farra di Soligo 1.708 19,1% 870 9,7% 8.955
Follina 781 19,5% 379 9,5% 3.997
Fregona 659 20,6% 357 11,1% 3.203
Gaiarine 1.326 21,5% 665 10,8% 6.181
Godega di Sant'Urbano 1.388 22,5% 704 11,4% 6.173
Mareno di Piave 1.644 17,1% 735 7,6% 9.640
Miane 745 21,0% 405 11,4% 3.545
Moriago della Battaglia 532 19,1% 252 9,1% 2.782
Orsago 829 21,4% 437 11,3% 3.875
Pieve di Soligo 2.228 18,3% 1.110 9,1% 12.159
Refrontolo 372 20,0% 197 10,6% 1.863
Revine Lago 457 20,2% 234 10,3% 2.264
San Fior 1.252 18,0% 616 8,9% 6.940
San Pietro di Feletto 1.167 21,5% 607 11,2% 5.416
Santa Lucia di Piave 1.594 17,6% 763 8,4% 9.035
San Vendemiano 1.949 19,3% 936 9,2% 10.121
Sarmede 623 19,5% 322 10,1% 3.202
Sernaglia della Battaglia 1.255 19,7% 637 10,0% 6.358
Susegana 2.129 17,7% 1.010 8,4% 12.054
Tarzo 1.174 25,4% 630 13,6% 4.621
Vazzola 1.274 17,9% 661 9,3% 7.107
Vittorio Veneto 7.229 25,0% 3.786 13,1% 28.964
TOTALE 45.694 20,8% 23.047 10,5% 219.304
Distretto Nord 21.662 21,3% 11.083 10,9% 101.628
Distretto Sud 24.032 20,4% 11.964 10,2% 117.676
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ISTAT: Previsioni della popolazione residente - Scenario centrale (su base 2007)
Veneto
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
0-64 3.942.925 3.968.190 3.972.829 3.982.353 3.990.655 4.000.647 4.010.087 4.021.903 4.032.896 4.043.250 4.051.607
65-74 504.051 498.746 515.175 523.933 529.854 533.113 536.083 539.492 543.875 547.542 554.609
> 74 473.523 485.643 495.724 507.522 522.365 537.115 551.762 562.717 572.678 583.308 591.933
TOTALE 4.920.499 4.952.579 4.983.728 5.013.808 5.042.874 5.070.875 5.097.932 5.124.112 5.149.449 5.174.100 5.198.149
% popolazione anziana
(>64 anni)
19,9% 19,9% 20,3% 20,6% 20,9% 21,1% 21,3% 21,5% 21,7% 21,9% 22,1%
% popolazione > 74 anni 9,6% 9,8% 9,9% 10,1% 10,4% 10,6% 10,8% 11,0% 11,1% 11,3% 11,4%
0-64 100 100,0 100,1 100,4 100,6 100,8 101,1 101,4 101,6 101,9 102,1
65-74 100 100,0 103,3 105,1 106,2 106,9 107,5 108,2 109,0 109,8 111,2
> 74 100 100,0 102,1 104,5 107,6 110,6 113,6 115,9 117,9 120,1 121,9
TOTALE 100 100,0 100,6 101,2 101,8 102,4 102,9 103,5 104,0 104,5 105,0
Stima Ulss 7 applicando gli stessi incrementi previsti a livello regionale
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
0-64 173.338 173.610 173.813 174.230 174.593 175.030 175.443 175.960 176.441 176.894 177.260
65-74 22.918 22.647 23.393 23.791 24.060 24.208 24.342 24.497 24.696 24.863 25.184
> 74 22.597 23.047 23.525 24.085 24.790 25.490 26.185 26.705 27.177 27.682 28.091
TOTALE 218.853 219.304 220.731 222.106 223.442 224.727 225.970 227.162 228.315 229.438 230.534
% popolazione anziana
(>64 anni)
20,8% 20,8% 21,3% 21,6% 21,9% 22,1% 22,4% 22,5% 22,7% 22,9% 23,1%
% popolazione > 74 anni 10,3% 10,5% 10,7% 10,8% 11,1% 11,3% 11,6% 11,8% 11,9% 12,1% 12,2%
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Nel corso degli ultimi 10 anni Azienda Ulss 7 e Conferenza dei Sindaci si sono impegnati nel
garantire ai propri cittadini la disponibilità di tutti i posti accreditabili secondo la programmazione
regionale riequilibrando, per quanto possibile, la distribuzione fra Distretto Nord e Distretto Sud.
Il numero dei posti sopra riportato comprende n. 1316 posti per non autosufficienti, n. 67 posti per
religiosi e n. 10 posti per stati vegetativi permanenti.
Il grafico sottostante evidenzia il parziale riequilibrio dei posti fra i due distretti.
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Nel periodo di validità del prossimo Piano, applicando i criteri di programmazione utilizzati dalla
Regione nella DGRV 394/2007, aggiornato dalla DGRV 3903/2009 e secondo i criteri delle DGRV
190/2011 e 502/2011, che prevedono un incremento del 25% dei posti sul fabbisogno, i posti letto,
autorizzabili/accreditabili per non autosufficienti, calcolato per il 2010 è pari a 1559.
2010
attuale
proposta
PREVISIONE DI POSTI PER NON AUTOSUFFICIENTI DA
AUTORIZZARE / ACCREDITARE
2011
nuova
proposta
1316 1559
NETTI N. 243 POSTI PER NON
AUTOSUFFICIENTI DA AUTORIZZARE /
ACCREDITARE
La DGRV n. 502/2011 individua i seguenti criteri per l’autorizzazione di posti letto:
1. definire il fabbisogno del territorio dell’ULSS sulla base dei parametri dettati dalla
programmazione regionale al momento vigente (attualmente la DGRV n. 190 del 22/02/2011),
previa verifica della capacità ricettiva complessiva delle singole strutture esistenti ed operanti
sul territorio suddivise per natura giuridica della proprietà immobiliare e della titolarietà della
prevista gestione, se diversa dalla proprietà;
2. individuare, in conformità al primo criterio definito dalla DGRV n. 190/2011 (patrimonio
esistente), il numero di posti letto che le nuove strutture potranno garantire una volta esaurita
la capacità ricettiva complessiva di quelle già esistenti sul territorio;
3. indicare i criteri adottati per la localizzazione e l’accessibilità dei nuovi Centri di Servizi proposti
rispetto all’infrastrutturazione dei servizi sociali e sanitari del territorio ULSS e agli obiettivi del
piano socio sanitario regionale e in particolare del settore riabilititativo;
4. indicare i metodi di pubblicazione e divulgazione delle ipotesi di realizzazione di nuove
strutture, dopo l’approvazione dei Piani di Zona da parte della Giunta Regionale.
La Direzione dei Servizi Sociali della ULSS 7, in ottemperanza alla DGRV suindicata, ha richiesto
alle singole Strutture esistenti nel territorio i possibili ampliamenti ed alle Amministrazioni Comunali
le richieste di nuove realizzazione attualmente pervenute alle stesse.
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In considerazione della proiezione in tabella sono state richieste ai Centri di Servizi e ai Comuni le progettualità di crescita sia quantitativa che
qualitativa. La tabella che segue le riassume sinteticamente.
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INDIVIDUAZIONE DEI NUOVI POSTI DA AUTORIZZARE/ACCREDITARE
1. Posti letto per autosufficienti
Le richieste pervenute prevedono un incremento complessivo di 200 posti letto per
autosufficienti autorizzabili/accreditabili (diminuiscono i posti nelle strutture esistenti,
aumentano i posti in nuove strutture) per l’individuazione dei quali sono previsti i seguenti
criteri:
• Strutture innovative nell’area dell’autosufficienza;
• Forme di Co-housing;
• Appartamenti protetti;
• Comunità alloggio.
Pertanto le proposte di nuove strutture sono le seguenti:
• Comune di Conegliano – n. 20 posti Comunità Alloggio;
• Comune di Mareno di Piave - n. 30 posti Struttura innovativa area autosufficienza;
• Comune di San Fior
- n. 90 posti Struttura innovativa area autosufficienza;
• Comune di Sernaglia d/Batt. - n. 90 posti Casa Albergo
• Comune di Revine Lago - n. 10 posti Struttura innovativa area autosufficienza;
Esse possono rientrare nella programmazione locale.
2. Centri Diurni per anziani non autosufficienti
Nel corso degli ultimi anni il Centro Diurno si è rilevato sempre più una risorsa che permette alle
famiglie di continuare ad assistere i propri cari a domicilio. Nonostante la non omogenea
distribuzione territoriale dei posti e dei Centri disponibili, la loro capacità ricettiva è andata
saturandosi nel tempo.
Anche per i posti di Centro Diurno le DGRV 190/2011 e 502/2011 hanno dato il via alla nuova
programmazione prevedendo un numero di posti fino al 10% del fabbisogno per non autosufficienti
(pari a n. 125).
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La tabella seguente illustra le proposte dei diversi Centri di Servizi.
CENTRO DI SERVIZI
DISTRETTO NORD
ATTUALE ANNO
2011
ANNO
2012
ANNO
2013
ANNO
2014
ANNO
2015 CENTRO DI SERVIZI ATTUALE ANNO
2011
BOTTESELLE 0 0 0 0 0 0 FENZI 0 0 0 0 0 0
RSA S. GIUSEPPE 0 0 0 0 0 0 OPERA IMM. LOURDES 15 15 15 15 15 15
BON BOZZOLLA 0 0 0 0 20 20 DE LOZZO DALTO 0 0 0 0 0 0
CASA PER ANZIANI 25 25 25 25 25 25 F.LLI MOZZETTI 0 0 20 20 20 20
PADRE PIO 10 10 10 10 10 10 DIVINA PROVVIDENZA 0 0 0 0 0 10
VILLA BIANCA 0 0 0 0 0 0 ICM S. VENDEMIANO 0 10 10 10 10 10
CASA AMICA 0 0 0 0 0 0 C.D. FRANCENIGO 20 20 28 28 28 28
ICM VITTORIO V.TO 25 25 25 25 25 25 TOTALI D.S.S. SUD 35 45 73 73 73 83
S. PIO X 0 0 0 0 0 0
TOTALE D.S.S. NORD 60 60 60 60 80 80
PROGRAMMAZIONE POSTI CENTRI DIURNI
DISTRETTO SUD
ANNO
2012
ANNO
2013
ANNO
2014
ANNO
2015
TOTALI ULSS 7 95 105 133 133 153 163
Per l'assegnazione degli ulteriori n. 30 posti autorizzati/accreditati per Centro Diurno sono
previsti i seguenti criteri:
• Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio esistente;
• Distribuzione equilibrata fra territorio Nord-Sud, con particolare attenzione alla vicinanza
domicilio delle persone anziane non autosufficienti;
• Dichiarazione dei tempi di realizzazione;
Pertanto sono autorizzabili nella programmazione locale i seguenti Centri Diurni:
1. San Vendemiano / Istituto Cesana Malanotti per n. 10 posti
2. Vazzola / F.lli Mozzetti per n. 20 posti
PER COMPLESSIVI
N. 30 POSTI
Sulla base di ulteriori disposizioni regionali che potranno incrementare il numero dei posti, sarà
possibile procedere con l’attivazione dei seguenti Centri Diurni:
1. Gaiarine /Francenigo
2. Farra di Soligo / Bon Bozzolla
3. Santa Lucia di Piave / Divina provvidenza
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3. Posti letto per non autosufficienti
Per il prossimo futuro la nuova programmazione prevede un incremento, come già riportato, di n.
243 posti letto, per l’identificazione dei quali sono previsti i seguenti criteri, tenendo presente che in
conformità a quanto definito dalle DGRV 190/2011 e 502/2011 l’individuazione del numero di posti
letto che le nuove strutture potranno garantire dovrà essere una volta esaurita la capacità ricettiva
complessiva dei quelle esistenti sul territorio :
A. Le strutture attualmente esistenti nel territorio hanno richiesto complessivamente un
incremento pari a n. 170 posti (99+71).
CASA DI RIPOSO
TOTALE POSTI PER NON AUTOSUFF.
POSTI
S.V.
attuale 2011 2012 2013 2014 2015 attuale
STRUTTURE ESISTENTI DISTRETTO SUD
F. FENZI - CONEGLIANO (Res. EST e Res. OVEST) 137 137 182 182 182 182 5
OPERA IMM. LOURDES - CONEGLIANO 78 78 78 88 88 88 0
FOND. DE LOZZO DALTO - S. PIETRO DI F.TTO 60 60 60 60 60 80 0
F.LLI MOZZETTI - VAZZOLA 90 90 90 102 102 102 0
CESANA MALANOTTI - S. VENDEMIANO 60 72 72 72 72 72 0
TOTALI STRUTTURE ESISTENTI DISTRETTO SUD 425 437 482 504 504 524 5
+ 99 posti
CASA DI RIPOSO
TOTALE POSTI PER NON AUTOSUFF.
POSTI
S.V.
attuale 2011 2012 2013 2014 2015 attuale
STRUTTURE ESISTENTI DISTRETTO NORD
BON BOZZOLLA - FARRA DI SOLIGO 118 118 118 118 120 120 0
BOTTESELLE - FARRA DI SOLIGO 60 70 70 70 70 70 0
RSA S. GIUSEPPE - FOLLINA 40 56 56 56 56 56 0
CESANA MALANOTTI - VITTORIO VENETO (Casa del Sole e Casa
Arcobaleno) 175 195 195 195 195 195 5
CASA AMICA - FREGONA 44 67 67 67 67 67 0
TOTALI STRUTTURE ESISTENTI DISTRETTO NORD 437 506 506 506 508 508 5
+ 71 posti
I posti nelle strutture già esistenti dovranno essere realizzati entro 3 anni
dall’approvazione della presente programmazione (entro l’anno 2014).
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Per la localizzazione degli ulteriori n. 73 posti la Conferenza dei Sindaci prevede di
attivare una procedura di evidenza pubblica tenendo conto dei seguenti criteri:
• Rispetto di una equa distribuzione territoriale:
41.3% 58.7% 100%
• Modello caratterizzato da elementi di innovatività e qualità che tenga conto
delle nuove patologie;
• Realizzazione della struttura entro il 2014;
• Garanzie sulle risorse a disposizione per la realizzazione dell’immobile.
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Conferenza dei Sindaci
ALLEGATO 4b
ATTO DI PROGRAMMAZIONE
sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura e delle risorse accoglienti
Biennio 2011 – 2012 (DGRV 2416/2008)
1 . I presupposti della Programmazione
La programmazione sullo sviluppo del Sistema dei Servizi per la protezione, la cura e la tutela dei
bambini e dei ragazzi e delle risorse accoglienti nell’ambito dell’AZIENDA ULSS n.7 per il biennio
2011 -2012 nasce e si sviluppa in seguito al recepimento di specifiche deliberazioni regionali che
vengono a coniugarsi con le modalità locali di gestione della tutela minorile.
In particolare i documenti locali di riferimento sono rappresentati da:
• La legge 4 maggio 1983 n. 184, così come modificata con L. n.476/1998 e L. n.149/2001
(Diritto del minore a una famiglia)
• DPR n.616 /1977, art.23 e normativa seguente
• Il Protocollo d’Intesa stipulato tra ULSS e Comuni nel 2000, che individua un’apposita équipe
interistituzionale e multi professionale, denominata Modulo Operativo Minori, per elaborare
progetti valutativi e d’intervento a favore dei minori in situazione di trascuratezza, rischio e/o
pregiudizio;
• L’approvazione in sede di Conferenza dei Sindaci di un Modello Organizzativo Intermedio,
nel 2008, basato ancora operativamente sul Protocollo d’intesa tra ULSS e Comuni del 2000;
• Approvazione del regolamento dell’UVMD tramite delibera ULSS n.637 dello 09.05.2008,
con specifico riferimento all’area minori.
• Il Piano Infanzia Adolescenza Famiglia, inserito nel Piano di Zona dei servizi alla persona e
alla comunità 2007-2009, recepito dall‘Azienda ULSS con provvedimento n.539/2008 e
approvato dalla Conferenza dei Sindaci, con la redazione degli opportuni atti formali:
o
Protocollo d’intesa fra le Aziende ULSS 7 - 8 - 9 per l’attuazione del progetto
regionale per il sostegno alla genitorialità sociale, il sostegno della famiglia adottiva e
del minore adottato di cui alla DGRV n. 1842 del 01/07/2008.
o convenzione ULSS – Comunità Educative locali ( Associazione La Porta e
Fondazione Bernardi ) per la gestione dello “spazio neutro” a sostegno della
relazione genitore – minore, come da progetto Tutti Insieme Consapevolmente;
• Convenzione ULSS – Cooperativa Insieme Si Può per la gestione del Centro Disturbi del
Comportamento Alimentare e Centro Crisi.
• Delibera del 23/08/2007 avente per oggetto un Protocollo di gestione dell’attività dei Tutori
Legali Volontari.
Alla realizzazione del presente Atto di programmazione, curato e coordinato dalla Direzione Sociale
dell’azienda ULSS n.7, hanno partecipato tutte le realtà territoriali che costituiscono il sistema
integrato di Servizi per la protezione, cura e tutela dei bambini e dei ragazzi, in sinergia con operatori
dei Servizi dell’ ULSS n°7 e dei Servizi Sociali de i Comuni:
• La Fondazione Figli M. A. Bernardi onlus
• L’Associazione La Porta
• La Casa Mater Dei
• La Cooperativa Insieme Si Può
• I Tutori Volontari
• Il Centro Regionale Tetto Azzurro
• L’Associazione Giovanni XXIII°
• La Scuola
1

Conferenza dei Sindaci
2. Analisi ambientale
Sommario degli argomenti
2.1 Analisi della situazione di bambini e ragazzi fuori famiglia .
a) Minori in Comunità
b) Minori in Affido
c) Focus : minori preadolescenti e adolescenti
d) Focus : piccoli 0-3 / 0-6 anni
2.2 Analisi dell’offerta dei servizi per la protezione , la cura, la tutela
dei bambini e dei ragazzi : la rete dei servizi.
a) Il Servizio Sociale di Base dei Comuni : Porta d’Accesso ai Servizi
b) Il Modulo Operativo Minori
c) L’Unita’ Valutativa Multiprofessionale Distrettuale
d) Le risorse territoriali
e) Modalità dell’Integrazione di Rete : gli Strumenti tecnico –
amministrativi; il Piano Formativo Integrato.
2.3 Analisi della scolarizzazione nel territorio ULSS 7.
a) Contesto scolastico (scuole pubbliche e parificate di ogni ordine e grado presenti sul
territorio dell’Ulss 7).
b) Reti interscolastiche ed interistituzionali per l’orientamento e per l’integrazione degli
alunni stranieri e delle loro famiglie (Normativa scolastica).
c) Fotografia della popolazione scolastica
2.4 Analisi dei bisogni e dei problemi espressi e più diffusi nella popolazione scolastica nel
territorio dell’ ULSS 7 per fasce evolutive.
a) Area dell’ infanzia ( scuola dell’infanzia e primaria)
b) Area della preadolescenza ( scuola secondaria di I° grado)
c) Area dell’adolescenza ( scuole secondarie di I° e II° grado)
d) Area trasversale : bisogni e problemi comuni alle tre fasce d’età.
2.5 Analisi dei bisogni e dei problemi espressi e più diffusi nella popolazione scolastica nel
territorio dell’ULSS 7 per fasce evolutive
2.6 Analisi della situazione di bambini e ragazzi fuori famiglia in
situazione di protezione e tutela residenti nell’ULSS 7.
2

Conferenza dei Sindaci
2.1 Analisi della situazione di bambini e ragazzi fuori famiglia .
a) Minori in Comunità.
Nell’ULSS 7 i minori in Comunità sono passati da n° 30 a n° 22 dal 2004 al 2007,il dato permane
identico (n.22) nel 2008 e nel 2009, con un andamento più positivo rispetto alla media regionale
riportata nel dossier dell’ Osservatorio regionale minori.
Peraltro il dato relativo alla durata dell’inserimento in Comunità riferito al 2007, indica che un 35% di
minori permane in struttura oltre i 2 anni.
E’ parso perciò necessario un approccio qualitativo al dato degli inserimenti in Comunità, operando
una differenziazione tra i nuovi inserimenti da quelli già in corso e valutando l’esito finale degli
inserimenti stessi .
La situazione degli inserimenti è risultata molto diversificata.
Gli inserimenti riguardano sia minori stranieri che minori italiani.
Le tipologie di comunità di cui ci si è avvalsi sono diverse: comunità educative, comunità terapeutico
- riabilitative ( anche specialistiche, come nel caso della disabilità ), comunità mamma – bambino,
comunità alloggio.
Per quanto riguarda le comunità educative si utilizzano perlopiù quelle presenti nel territorio, mentre
per quelle terapeutico – riabilitative e/o specialistiche si deve fare riferimento a strutture fuori Ulss 7.
Nella maggior parte dei casi, gli inserimenti si sono protratti nel triennio 2007/2009 (alcuni sono
cominciati anche prima di questa data) e sono tutt’oggi in corso.
Per i minori con permanenza prolungata in Comunità oltre i 2 anni è stato osservato quanto segue :
• la maggior parte sono minori senza prospettive di rientro in famiglia;
• alcuni di loro presentano anche problemi di disabilità/ disturbi psichici ;
• alcuni permangono a lungo in attesa di decreto del Tribunale dei Minori che disponga l’affido
preadottivo o anche l’affido intrafamiliare;
• le situazioni madre – bambino con programmi di reinserimento sociale necessitano di
individuare soluzioni abitative consone, che richiedono tempi anche prolungati;
• per minori femmine che raggiungono la maggiore età, inserite in Comunità fuori ULSS, non ci
sono opportunità di sgancio e percorsi di autonomia a livello locale.
Si evidenzia che per un solo minore vi è stato rientro in famiglia.
Se tra gli obiettivi fondamentali della DGR 2416 vi è la riduzione dei tempi di permanenza in
Comunità, questi devono peraltro corrispondere alle effettive possibilità di recupero delle competenze
genitoriali ; permane infatti la necessità di tutelare i minori che sono impossibilitati a rientrare nel
proprio nucleo d’origine, in condizioni di rilevanti e permanenti criticità familiari, accertate dai servizi
nel percorso di intervento/monitoraggio e per i quali le forme di riavvicinamento familiare sono
limitate.
Anche a livello regionale emerge un dato comune a tutti i territori e cioè che gli inserimenti
residenziale in Comunità riguardano situazioni di grave carenza/inadeguatezza familiare , senza
possibilità di recupero di competenze genitoriali minimali.
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Conferenza dei Sindaci
b) Minori in Affido
Riguardo all’analisi quantitativa dei minori in affidamento familiare nel territorio dell’Ulss7, si
fa riferimento ai report forniti dall’osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia, non
essendovi a livello locale, un sistema di informatizzazione dei dati. Dal 2007, l’ Osservatorio ha
approntato delle schede di raccolta di informazioni sui minori in affidamento che i servizi titolari della
tutela, compilano semestralmente. La raccolta delle schede per l’invio allo stesso osservatorio è a
cura del CASF dell’ULSS7.
Le schede di rilevazione si riferiscono a minori in affidamento etero-familiare, intra-familiare,
giuridico, consensuale e residenziale.
Negli anni precedenti e a partire dal 2004, le schede della banca dati regionale venivano compilate
esclusivamente per i minori in affidamento sia etero che intra familiare ma esclusivamente in affido
residenziale e solo giuridico.
Con la particolarità dei modi di raccolta sopra segnalati, solo dopo il 2007 sarà possibile una
comparazione con i dati degli anni successivi.
Riportiamo comunque, il numero dei minori in affidamento familiare nel territorio dell’ULSS7 dal 2004
al 2007 così ripartiti :n. 36 del 2004, n. 46 del 2005, n. 52 nel 2006 fino ai 63 del 2007; n.65 nel 2008,
n. 58 nel 2009.
Non sono inclusi nelle statistiche gli affidi diurni e quelli dei minori stranieri non
accompagnati.
Dei 63 affidi seguiti nel corso dell’anno 2007 nel territorio dell’ULSS7, vengono fornite
percentualmente le caratteristiche, per classi di età, dei minori:
Fino a 1anno 3,2%
1-2 anni 3,2%
3-5 anni 7,9%
6-10 anni 17,5%
11-14 anni 33,3%
15-17 anni 22,2%
18-21 anni 12,7%
Rispetto alle risorse familiari disponibili all’affido, il CASF aziendale ha avviato negli anni
2008 e 2009 n. 3 corsi di formazione per famiglie disponibili all’accoglienza, ai quali hanno
partecipato complessivamente 27 nuclei familiari. Alla fine dei corsi un totale di 17 famiglie ha
continuato l’iter, chiedendo i colloqui di valutazione con le operatrici del centro.
Nell’attualità le famiglie disponibili all’affido che fanno riferimento al CASF sono circa 25 e presentano
caratteristiche diverse per composizione familiare, per disponibilità di tempo e per collocazione
territoriale e sono potenzialmente abbinabili a bisogni differenti di singoli minori.
Nell’analisi della situazione dell’affido familiare in questo territorio e in riferimento alle linee
guida regionali, emerge come non vi siano dati sufficientemente organizzati tali da offrire una
fotografia quantitativa e qualitativa degli affidamenti familiari in corso, in termini di avvio, durata e
conclusione del progetto. Manca in sostanza, la valutazione pratica in merito all’eventuale
condivisione in MOM e in UVMD del progetto di affido, al rispetto del requisito della temporaneità e
infine, alla conclusione nei termini previsti dal progetto, con il rientro del minore in famiglia di origine.
Viene rilevato quanto in questo territorio non vi sia sempre omogeneità nella modalità di avvio
e di gestione degli affidi. Alcuni affidi, soprattutto nell’ambito della tutela, vengono progettati in MOM,
attingendo a risorse familiari formate dal CASF, altri vengono direttamente avviati dal servizio titolare
della tutela con proprie risorse del territorio. Nei casi di minori che necessitano di interventi di
protezione e tutela per l’avvio di un affido, vi sono le procedure previste dal MOM, mentre non vi è
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Conferenza dei Sindaci
alcun modello di collaborazione tra CASF e servizio di tutela, qualora la risorsa familiare venga
attivata per un minore non soggetto a interventi di protezione.
Inoltre, per quanto riguarda gli affidi intra familiari non vi è un modello condiviso di
collaborazione tra i vari servizi e questo tipo di affido è seguito dal solo servizio di tutela.
Altra criticità emersa, riguarda la necessità di una valutazione più puntuale della
recuperabilità della famiglia di origine prima dell’avvio dell’affido stesso, attraverso la stesura del
progetto quadro riferito all’intero nucleo familiare. Spesso non vi è presenza di progetto quadro e
quindi di un piano di sostegno al nucleo originario del bambino, con la conseguenza che gli affidi
talora si protraggono verso una prospettiva sine die, con non raggiungimento della finalità stessa
dell’intervento.
Nell’ambito della promozione e sensibilizzazione si è evidenziata la mancanza di un piano
annuale delle attività di intervento che integri le iniziative tra servizi pubblici e privato sociale, spesso
vi sono iniziative non coordinate con il rischio, in alcuni territori, di una sovrapposizione, mentre, in
altri, di una carenza di interventi.
Il bisogno di avere disponibilità di risorse familiari accoglienti per poter avere un più ampio
ventaglio di possibilità di abbinamento famiglia affidataria/minore, rende necessario investire
nell’ambito della promozione; in questa area di intervento attualmente opera un’educatrice a progetto,
per poche ore settimanali; la sinergia di risorse e di programmazione pubblico/privato se ben
programmata, può integrare questa carenza di risorse.
Rispetto alle disponibilità familiari afferite in questi ultimi due anni al CASF e formate dagli
stessi operatori, è stato rilevato quanto queste risorse siano più adatte a interventi per così dire “lievi”
e per poche ore al giorno o per inserimenti di minori con caratteristiche vicine alla “normalità”. Mentre
le risorse cosiddette “esperte” risultano impegnate per affidi che con il tempo si sono trasformati in
affidi a lungo termine o sine die.
Nell’ambito dell’area definita dalle linee guida come “questioni aperte” oltre alla necessità di
dare delle linee di intervento rispetto alle collaborazioni tra servizi, per quanto riguarda gli affidi etero
familiari, si è individuato l’affido di bambini piccoli o piccolissimi come argomento di approfondimento.
c) Focus : preadolescenti – adolescenti
Nel territorio ULSS 7 pur essendo complessivamente in diminuzione il numero di minori inseriti
in Comunità, permane elevata la percentuale di preadolescenti di età compresa tra 11 – 14 anni, che
rappresenta il 45 % di minori tra 0 – 21 anni inseriti.
Inoltre permangono ancora in Comunità il 15% di adolescenti inseriti di età compresa tra i 18 e i
21 anni.
Questi dati fanno riferimento almeno in parte alla maggiore difficoltà di gestione del minore
preadolescente e adolescente in ambito di affidamento familiare; da ciò anche il prolungamento
della permanenza in Comunità, causa la carenza di idonee risorse di supporto a minori in questa
complessa fase della crescita.
Per alcune specifiche problematiche e di crisi adolescenziale , nel territorio dell’ULSS sono
presenti due risorse accoglienti : il Centro per i Disturbi Alimentari e il Centro Crisi, in grado di dare
risposta a minori provenienti da entrambi i Distretti, che richiedono interventi residenziali a carattere di
temporaneità.
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Permane a livello locale una difficoltà di intervenire in modo appropriato sull’adolescente con
disagio psichico rilevante e con scarso supporto familiare, che attualmente viene ricoverato/inserito
fuori territorio, con progettualità scarsamente integrata .
In particolare mancano in prossimità dell’ULSS le strutture terapeutico - riabilitative rivolte alla
casistica in situazione di grave disagio psico – relazionale e/o con gravi disturbi di comportamento, in
condizione di precarietà del supporto familiare.
In conformità con le nuove disposizioni regionali in materia di salute mentale, le Comunità terapeutico
riabilitative sono finalizzate ad un intervento terapeutico – riabilitativo personalizzato e continuativo,
costantemente monitorato e verificato che si rivolge al minore adolescente e alla sua famiglia, in rete
con servizi e strutture di appartenenza.
Ciò necessita di condizioni di vicinanza territoriale in grado di permettere soprattutto :
- di costruire un percorso terapeutico personalizzato, in un tempo
relativamente prolungato, in forma integrata con i diversi Servizi che seguono il caso;
- di proporsi come risposta alternativa al ricovero in situazione di
emergenza e con carattere prevalentemente socio – familiare;
- di coinvolgere la famiglia nel percorso terapeutico dell’adolescente;
- di aiutare l’adolescente una volta superata la fase acuta della psicopatologia, a riprendere o
a riformulare una progettualità legata alla sua esistenza : concludere un percorso di studi;
entrare nel mondo del lavoro; emanciparsi dalla famiglia o da un rapporto vissuto in modo
conflittuale ; intrecciare relazioni extrafamiliari positive.
d) Focus piccoli 0 - 3 anni / 0 - 6 anni.
Nel territorio Ulss 7 permane ancora elevata la percentuale di piccoli in Comunità che
rappresentano in totale il 20 % da 0 – 5 anni di cui il 10% da 0 a 2 anni.
L’affido familiare e l’appoggio a Comunità con almeno una famiglia residenziale, quando i
minori sono così piccoli, sono auspicabili sebbene richiedano particolari capacità emozionali da parte
della famiglia accogliente per gestire attaccamenti e separazioni. Sono opportunità che devono
essere attentamente vagliate, sostenute e monitorate.
Dai dati emersi dalla Comunità madre – bambino “Mater Dei” è stata anche rilevata
un’importante incidenza di madri straniere con piccoli e in particolare madri minorenni.
Nell’anno 2009 le situazioni in Pronta Accoglienza erano tutte relative a utenti stranieri
evidenziando l’emergere di una criticità nelle relazioni intrafamiliari degli stranieri con ricadute sulla
genitorialità materna.
La presenza di una struttura di accoglienza madre – bambino nel territorio rappresenta una
risorsa importante per i servizi con cui condividere progetti personalizzati: una buona relazione madre
– bambino è presupposto fondamentale per la salute psico – fisica del minore. Perciò è emersa
sempre più in sede di valutazione MOM la necessità di fruire di un idoneo luogo di accoglienza , che
funga anche da punto di osservazione degli attaccamenti primari per valutare precocemente la
relazione madre - bambino ed effettuare quindi accompagnamenti alla genitorialità con reali
possibilità di evoluzione positiva della relazione; da ciò alcune prime sperimentazioni.
E’ stata infine effettuata un’analisi ambientale volta a individuare tutte le risorse presenti nel
territorio ULSS 7 a favore dei nascituri, dei piccoli 0 – 3 / 0 -6 anni e relative famiglie, finalizzata
all’individuazione delle risorse di supporto ai legami primari dei minori .
Sono stati evidenziati alcuni percorsi/ progetti/ unità d’offerta nel territorio in grado di sostenere i
nuclei familiari in difficoltà, opportunità che necessitano di semplici azioni di integrazione e di
coordinamento interistituzionali (esempio: Nidi in Famiglia; percorso nascita quale
accompagnamento alla genitorialità; progetto “ Crescere insieme “ )
Un’area di promozione del benessere nella prima infanzia, di prevenzione del disagio e di intervento
precoce può configurarsi come un’area di sviluppo interistituzionale, finalizzata al mantenimento dei
piccoli – piccolissimi nel loro nucleo familiare.
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2.2 Analisi dell’offerta dei servizi per la protezione, la cura e la tutela dei bambini e dei
ragazzi: la rete dei servizi.
a) Il Servizio Sociale di Base : porta d’accesso ai Servizi.
Il Servizio Sociale di Base è sede primaria di accoglienza dei bisogni del cittadino e pertanto
rappresenta anche la Porta d’Accesso per le problematiche emergenti dal territorio che necessitano di
una prima valutazione .
Il Servizio Sociale di Base raccoglie pertanto la segnalazione di rischio/pregiudizio per il minore, che
può provenire da diverse fonti .
- Soggetti individuali: il minore stesso, un familiare, un parente, un vicino di casa o un cittadino a
conoscenza di una situazione di disagio.
- Soggetti collettivi: scuole, ospedali, servizi specialistici, strutture di accoglienza, servizi preposti
alla Giustizia Minorile, forze dell’ordine, associazioni, Pubblico Tutore dei Minori o altro soggetto
collettivo che rilevi un disagio minorile.
La segnalazione deve essere sempre formalizzata , ma può essere anche anonima se circostanziata.
Il Servizio attua i primi interventi per l’approfondimento della situazione segnalata e, in contesto di
emergenza, predispone già direttamente le condizioni di protezione del minore.
Il Servizio Sociale di Base attiva quindi il Modulo Operativo Minori quando si tratti di situazione che
richieda interventi di Protezione e Tutela per il minore ( in base a quanto stabilito nel Protocollo d’
intesa ULSS – Comuni ).
b) Il Modulo Operativo Minori.
Nel territorio dell’Azienda ULSS 7, per rispondere al bisogno di protezione, cura e tutela dei
minori e delle famiglie è stata individuata un’apposita Equipe interistituzionale e multi professionale : il
Modulo Operativo Minori (MOM).
Il MOM è formato da
o Assistente sociale del Comune di residenza del minore
o Assistente sociale del Consultorio familiare del territorio di riferimento
o Psicologo del Servizio per l'Età Evolutiva del territorio di riferimento
Il MOM, analizzate le necessità del caso, predispone un Progetto di valutazione/intervento per il
minore e la sua famiglia con la collaborazione e anche la diretta partecipazione di Servizi/Operatori
ULSS e del privato/sociale - risorse territoriali, quali, in particolare :
• Il Consultorio Familiare e il Consultorio Giovani ;
• il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare quando si ipotizza un affidamento
del minore;
• il Servizio Disabilità Età Adulta nel caso di disabilità del minore o di membri del
nucleo familiare di appartenenza;
• le Reti Territoriali presenti quali le Associazioni, il Volontariato o altri soggetti, già
coinvolti o da coinvolgere nel Progetto;
• il Servizio Età Evolutiva di competenza;
• i Pediatri di Libera Scelta e i Medici di Medicina Generale;
• il Dipartimento di Salute Mentale quando si tratti di genitori affetti da
psicopatologia
• il Servizio Tossicodipendenze quando si tratti di genitori affetti da dipendenza da
sostanze;
• la scuola di frequenza del minore;
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Conferenza dei Sindaci
• le Comunità anche extraterritoriali quando minori fuori famiglia inseriti in
strutture;
• l’Associazione La Nostra Famiglia per i minori .
I Servizi/operatori/risorse vengono attivati dal Servizio Sociale di Base dei Comuni nel percorso
di protezione, cura e tutela del minore, in un’ottica d’integrazione degli interventi.
Il Progetto è concordato in MOM e sottoscritto da tutti i presenti.
Il Coordinamento del MOM è affidato all’Assistente Sociale del Comune di residenza del minore, in
quanto il Comune rimane titolare del procedimento.
A distanza di alcuni anni dall'attivazione del Modulo Operativo Minori si è ravvisata la
necessità di verificarne la funzionalità, individuando possibili azioni di miglioramento.
Ciò ha portato all' elaborazione, nell'ambito del Piano di zona 2007-09, di un nuovo modello
organizzativo che introduce l'ipotesi di delega tecnica all'Ulss della competenza di tutela minorile.
Si è tuttavia rilevato che il passaggio da un modello operativo “MOM” decentrato,
interistituzionale ed interservizi ad un altro centralizzato ( con l’istituzione di un équipe
specificatamente dedicata) , appare particolarmente complesso e delicato sul piano organizzativo e
gestionale della casistica in quanto comporta una ridefinizione delle responsabilità, dei ruoli, delle
competenze e delle modalità operative dei servizi; nel contempo è necessario dare continuità ad
alcune delle funzioni insite nel precedente modello MOM, in quanto rispondenti ad una politica di deistituzionalizzazione
e di limitazione del ricorso all'Autorità Giudiziaria.
Quanto sopra ha fatto ipotizzare l’opportunità di elaborare un modello organizzativo
intermedio, che funga da “ponte” per un graduale trasferimento della funzione di tutela minorile
all’ Ulss.
Nell'annualità corrente l'attuazione di tale modello intermedio dovrebbe realizzarsi attraverso
una rivisitazione e riorganizzazione del Modulo Operativo Minori e l' attuazione di un percorso
formativo congiunto Ulss-Comuni che favorisca , nella prospettiva della delega, la condivisione dei
criteri di riferimento, delle metodologie e degli strumenti di valutazione delle situazioni.
c) L’Unità Valutativa Multi-professionale Distrettuale.
Con l’istituzione dell’UVMD e in particolare dopo la predisposizione del Regolamento riguardante
anche l’Area Minori, nel maggio 2008, attualmente in sede di UVMD vengono recepiti eventuali
progetti MOM ; l’avvallo in UVMD riguarda progetti per la casistica più complessa e che possono
prevedere :
• L’accesso alla comunità educativa (anche diurna) o familiare e
alle comunità mamma bambino
• L’accoglienza presso una famiglia affidataria
• L’accesso alla comunità educativo- riabilitativa
• L’accesso alla presa in carico terapeutica e/o psico – socio -educativa da parte dei Centri
regionali di Cura e Protezione,come il “tetto azzurro” .
Il Progetto finale viene approvato e sottoscritto dai presenti e contempla anche l’attribuzione delle
rispettive competenze economiche.
d) Le Risorse territoriali
Le principali risorse territoriali utilizzate ai fini di un contenimento dell’istituzionalizzazione possono
venire così suddivise :
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Conferenza dei Sindaci
- risorse territoriali di base
- risorse di intervento domiciliare
- risorse accoglienti aperte al territorio
Per risorse territoriali di base intendiamo le molteplici risorse comunali , diversificate per
territorio che rispondono ai bisogni “fisiologici” dei cittadini .
Nelle situazioni di rischio per i minori, ove si individuino in MOM scarse risorse familiari, a
fronte di possibilità di modificazione delle interazioni con idoneo progetto d’aiuto a cura dei servizi
specialistici, vengono valutate congiuntamente le risorse territoriali di base , ovvero di supporto al
nucleo, temporaneamente in stato di disagio/disadattamento.
I dati raccolti indicano una ricchezza di risorse comunali , anche molto diversificate, che
necessitano di essere conosciute, sia come buone prassi locali di esempio sia come opportunità
condivise.
L’ Educativa domiciliare rappresenta una risorsa di intervento prossimale alla famiglia,
esistente sul territorio da quasi dieci anni. Il progetto si è gradualmente orientato verso il disagio
sociale più rilevante, a rischio di istituzionalizzazione ed è stato modificato in termini di durata, di
continuità e di modalità d’intervento per rispondere in forma più incisiva alle situazioni di rischio per i
minori.
Questa progettualità che permane ancora vincolata a finanziamenti regionali, rappresenta una
modalità d’intervento efficace accolta quasi sempre con favore dai genitori, di sostegno al minore e di
facilitazione delle relazioni intrafamiliari.
Si tratta già di un intervento che viene a collocarsi in una cornice progettuale articolata dove
l’obiettivo è rivolto alla riduzione di condizioni di rischio del minore, già presenti e rilevate.
Nell’Ulss 7 si stanno diffondendo esperienze sperimentali di Comunità accoglienti aperte sul
territorio, con progetti di diurnato, allo scopo di mantenere il più possibile i minori nel loro nucleo
d’origine.
L’apertura delle Comunità ad inserimenti in forma diurna risulta più incisiva se rappresenta
una risposta in prossimità della famiglia e del minore e viene così ad integrarsi con altre forme di
intervento rivolto al nucleo.
I progetti di accoglienza in forma diurna, prevedono anche l’accompagnamento educativo dei genitori
in raccordo con i Servizi.
L’accoglienza in diurnato si connota già come risposta semi-residenziale e quindi si basa su
valutazioni di importante rischio per il minore, in presenza di competenze genitoriali ridotte. A volte
rappresenta una fase di transizione verso la residenzialità.
e) Modalità dell’Integrazione di Rete.
Gli Strumenti Tecnico - amministrativi.
Si evidenzia la necessità di elaborare alcuni strumenti utili all’integrazione della rete dei Servizi.
In particolare si ritengono utili strumenti di condivisione tra Servizi e tra Servizi e altri soggetti della
rete territoriale, per meglio definire le reciproche competenze e porre l’interesse del minore al centro
dell’operatività. Si sottolinea l’importanza dell’elaborazione del Progetto Quadro a favore del minore,
in ambito di MOM, che deve esprimere la progettazione individualizzata, con l’attribuzione dei
compiti specifici dei vari soggetti coinvolti , gli obiettivi, i tempi di monitoraggio e verifica e quanto altro
risulti funzionale al medesimo. Il Progetto Quadro , in ambito di UVMD, verrà integrato in base alle
condizioni previste dal regolamento indicanti le specifiche condizioni di gravità sociale.
L’informatizzazione sistematica e dettagliata dei dati relativi alla casistica può consentire una
rilevazione puntuale sullo stato di benessere – malessere dei minori nel territorio ULSS 7 e fornire
elementi qualitativi – quantitativi per la programmazione degli interventi; già i dati provenienti dalla
Regione, in raffronto con le altre ULSS, hanno consentito di evidenziare criticità e positività su cui
orientare l’operatività.
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f) Piano Formativo Integrato.
La DGR 2416 pone particolare accento sull’integrazione del sistema dei servizi per la protezione,
cura e tutela dei minori, coinvolgendo tutti i soggetti che sono chiamati ad occuparsi di minori e in
particolare attraverso gli Orientamenti anche la scuola è stata coinvolta direttamente in quanto
osservatorio privilegiato dello stato di benessere – malessere dei minori.
Per quanto già programmato in accordo tra ULSS e Comuni, il Progetto Modulo Operativo Minori
Unificato ha contemplato al proprio interno un Piano Formativo finalizzato alla definizione di criteri
comuni che identifichino i vari livelli del rischio ponendoli soprattutto in relazione a valutazioni su:
- le capacità genitoriali;
- la recuperabilità della funzione genitoriale;
- il consenso e/o la condivisione del Progetto familiare proposto;
- la valutazione delle risorse interne ed esterne.
Ciò allo scopo di giungere anche ad una differenziazione della casistica sottoposta a protezione e
tutela rispetto ad altre forme di disagio minorile e delinearne percorsi chiaramente diversificati.
All’interno del Piano Formativo pensato per i servizi ULSS – Comuni va considerato uno spazio
formativo comune e condiviso anche con la scuola.
In particolare si pone in evidenza anche come una necessità comune per i Servizi socio – sanitari ed
educativi l’acquisizione di un’informazione approfondita in materia di diritto minorile e della famiglia,
considerato anche che negli ultimi anni si è osservata una intensificazione della produzione normativa
in tale ambito; inoltre appare opportuna anche una informazione/ formazione sul percorso della
segnalazione.
2.3 Analisi della scolarizzazione nel territorio ULSS7
Si riporta di seguito una sintesi degli istituti e della popolazione scolastica presente nel territorio
dell’ULSS7 nell’anno scolastico 2009-10.
SCUOLE PRESENTI NEL TERRITORIO ULSS SUDDIVISE PER ORDINE E GRADO
TERRITORIO Infanzia Primaria
Secondaria di
primo grado
Secondaria di
secondo grado
Totale
scuole
DISTRETTO NORD 45 38 17 9 109
DISTRETTO SUD 39 40 15 7 101
TOTALE 84 78 32 16 210
NUMERO ALUNNI (SCUOLE PUBBLICHE + SCUOLE PRIVATE)
TERRITORIO Infanzia Primaria
Secondaria di
primo grado
Secondaria di
secondo grado
Totale
Alunni
DISTRETTO NORD 2678 4904 2946 3819 14347
DISTRETTO SUD 3248 5943 3517 5302 18.010
TOTALE 5926 10847 6463 9121 32.357
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Conferenza dei Sindaci
Nell’ambito territoriale, operano inoltre varie Reti scolastiche, quali quella per gli alunni stranieri
e la rete per l’orientamento; sono presenti inoltre le Reti delle scuole per l’attuazione di specifici
progetti, quali quella degli istituti del Comune di Conegliano con il Comune stesso e con l’azienda
ULSS 7 per l’analisi e la progettazione degli interventi per alunni in situazione di disagio e quella tra
gli istituti scolastici per l’attuazione del Progetto Tutti i bambini vanno bene a scuola, in collaborazione
con la Conferenza dei Sindaci, l’ULSS 7, l’Associazione Italiana Dislessia e la Banca della Marca.
Inoltre nei diversi istituti sono attivi numerosi Spazi ascolto che sono gestiti o dalle
psicopedagogiste o da altri operatori scolastici.
La condivisione e l’analisi dei problemi e l’individuazione di modalità integrate di intervento è
infine attuata da un Tavolo tecnico composto da alcuni Dirigenti scolastici in rappresentanza dei
colleghi del Territorio (a ciò delegati con l’assemblea del 28 ottobre 2009) ed dal Direttore dei Servizi
Sociali dell’ULSS 7, coadiuvato da alcuni responsabili dei Servizi territoriali.
2.4 Analisi dei bisogni e dei problemi espressi e più diffusi nella popolazione scolastica nel
territorio dell’ ULSS 7 per fasce evolutive.
Premessa
Partire da una fotografia di quale sia lo “stato di benessere” dei soggetti che nelle varie età
attraversano i contesti scolastici unita alla percezione e ai vissuti che di questo stato ne hanno gli
operatori scolastici e gli operatori dei servizi di volta in volta coinvolti, costituisce un positivo punto di
partenza per porre le basi dell’auspicata formazione di un linguaggio condiviso e della co-costruzione
dei singoli problemi di cui parlava già nel 2008 il Pubblico Tutore in una pubblicazione regionale 1 .
Se la tutela e la protezione del minore è la finalità degli interventi, in questo ambito, la cura
della comunicazione tra Scuola e Servizi sociali e sociosanitari ne diventa la strategia strumentale più
efficace, quella che può, reciprocamente, accompagnare gli attori coinvolti nel fronteggiamento e/o
risoluzione dei problemi senza, di contro, favorire processi di delega incondizionata.
Quanto questa strategia sia fondamentale, quanto sia determinante trovare sul piano operativo
quella che il Pubblico Tutore chiama la chiave d’accesso alla reciproca comunicazione, è
argomentato dai risultati della ricognizione fatta in tali contesti: la conferma se non una tendenza di
crescita di situazioni di disagio diffuso, ancora non ben identificato ma non per questo scevro di
ricadute faticose sul piano concreto, di un malessere che va a collocare i soggetti coinvolti in quella
zona grigia che, pur non rientrando nella casistica conosciuta degli interventi istituzionalmente
consolidati, richiedono un’attenzione d’intervento puntuale e mirata proprio per evitare di scivolare
dentro a tale casistica.
La rappresentazione che nasce dall’analisi effettuata è un richiamo a voler cogliere
• Il ruolo di osservatorio privilegiato che sempre più stanno assumendo i contesti scolastici
essendo testimoni diretti delle trasformazioni e delle complessità degli ambienti familiari, delle
instabilità delle relazioni, della varietà delle composizioni sociali e culturali, della
1 L. Strumendo, Prefazione in Orientamenti per la comunicazione tra scuola e servizi sociali e sociosanitari per
la protezione e tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi nel contesto scolastico- materiali per la discussione-a
cura di P. De Stefani e P.Sartori,Regione Veneto,ottobre 2008
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• contraddizione dei messaggi educativi, della solitudine relazionale, delle fatiche occupazionali
ed economiche
• L’irrinunciabilità ad assumere un’ottica promozionale con interventi di respiro preventivo mirati
a saper cogliere i sintomi anticipatori dei malesseri e a prese in carico operativamente
condivise.
La conferma di questa necessità di intervento preventivo viene data dall’analisi dettagliata dei dati che
evidenziano come sempre più siamo di fronte a fenomeni trasversali alle varie età e anticipatori
rispetto a quella che si considerava essere la consueta età di comparsa.
1. Area dell’Infanzia (scuola dell’infanzia e primaria)
a.1 Problemi/bisogni: l’area comincia a caratterizzarsi per la comparsa di
comportamenti/atteggiamenti che solo qualche anno fa era consueto attribuire al bagaglio
comportamentale dell’adolescente (maleducazione, aggressività verbale, apatia,
demotivazione, fragilità emotiva) e che, uniti ad altre manifestazioni ( vandalismo, bullismo,
opposizione/svalorizzazione delle regole) diventano segnali di esito di carenza di modelli
adulti di riferimento autorevoli, credibili e coerenti. Cominciare a registrare la presenza di
patologie psicofisiche (stati d’ansia, iperattività, disturbi del sonno,…) contribuisce
ulteriormente a sottolineare lo stato di malessere già presente in quest’area.
Sono minori molto spesso parte di famiglie in difficoltà ( in via di separazione o comunque in
conflitto e/o assenti o carenti di messaggi ed esempi educativi e di adeguata
responsabilizzazione e/o eccessivamente iperprotettive e/o scarsamente impegnate ad
investire sull’alfabetizzazione emotiva ed affettiva dei propri figli,).
Gli altri adulti interessati esprimono, in modo più o meno palese, necessità di aiuto. Gli
operatori scolastici nell’essere dotati di maggiori informazioni sia per riuscire ad intercettare
ed interpretare in modo corretto i primi segnali sia per intervenire con adeguatezza. Gli
operatori dei servizi nell’essere maggiormente coinvolti negli esordi delle problematiche per
avviare prese in carico condivise.
Le azioni possibili devono essere tutte orientate a creare alleanze educative tra i mondi degli
adulti (famiglie, scuola e servizi), tendo conto che possono essere facilitate da un elemento
favorevole caratterizzante questa area: una capacità dei genitori, data l’età dei figli, di essere
tendenzialmente ancora presenti, di sentirsi ancora coinvolti e collaborativi con il mondo della
scuola.
2. Area della Preadolescenza (scuola secondaria di 1° grado)
b.1 Problemi/bisogni: Continuano a comparire quegli aspetti comportamentali legati a
quella che può essere definita analfabetizzazione emotiva: sono da attribuire a questa origine
probabilmente i confusi investimenti emotivi e sentimentali che arrivano ad anticipare anche
le esperienze sessuali. Non sempre adeguato il comportamento sociale con atteggiamenti
non consoni alle regole attribuibili allo specifico ambiente: è così che anche a scuola si
manifesta difficoltà nella comunicazione, iperattività, svalorizzazione delle regole, non
riconoscimento dell’autorità dell’adulto, aggressività, degrado ambientale come sintomo di
quanto poco valore venga dato alle cose comuni.
Accanto a famiglie sempre più spettatrici lontane della vita scolastica dei figli non solo per la
difficile inconciliabilità dei ritmi lavorativi con i ritmi del privato ma anche per un distorto o
quantomeno poco pensato significato che viene attribuito al concetto di autonomia e alla
strada da far percorrere ai figli per raggiungerla, ci sono gli operatori scolastici in difficoltà di
fronte ai fenomeni emergenti con il conseguente rischio di non riuscire a percepirsi più come
risorsa utile a contrastare tali fenomeni.
12

Conferenza dei Sindaci
3. Area dell’Adolescenza (scuole secondarie di 1° e 2° grado)
c.1 Problemi/bisogni: Gli aspetti problematici che maggiormente emergono sono legati
all’abuso di sostanze e ad abitudini di vita cadenzati da ritmi sregolati che vanno ad avere
ripercussioni sull’impegno e rendimento scolastico tanto da includere come ulteriore effetto
negativo ripetuti insuccessi, abbandono o inadempienza scolastica.
L’assenza di spinte motivazionali diventa complice nell’ancorare ad atteggiamenti di
disinvestimento o con obiettivi a bassa soglia rispetto anche a potenzialità di maggior livello.
Le competenze acquisite rispetto alle nuove tecnologie ( cellulari, internet, videogiochi,…),
unite ad una fruibilità senza limiti, producono dipendenza non risolvendo, semmai acuendo, lo
stato di solitudine e le difficoltà relazionali.
L’età da sempre conosciuta e declinata come età difficile, ora è ulteriormente minata da fattori
che forse un tempo non le appartenevano: messaggi confusivi di riconoscimento da parte del
mondo degli adulti uniti alla scarsa coerenza negli atteggiamenti e nelle richieste educative
tra i mondi da loro attraversati, in primis la famiglia e la scuola.
4. Area trasversale: bisogni e problemi comuni alle tre fasce d’età
d.1 Problemi: Il fatto che, come già anticipato, siano aumentati i fenomeni problematici
trasversali alle varie fasce d’età potrebbe essere interpretato come una conseguenza della poca
attenzione che l’adulto ha esercitato ed esercita, in luoghi e ruoli diversi, verso i minori o, o anche,
come conseguenza della rapida trasformazione che hanno subito i nostri contesti, per vari motivi
e per varie responsabilità, tanto da contaminare contemporaneamente i soggetti qualunque sia il
ciclo di vita che stanno attraversando.
Le problematiche più significative che attraversano le età considerate possono sinteticamente
essere racchiuse all’interno di questi aspetti.
• Le competenze legate allo sviluppo dell’identità e alla stima di sé ( comparsa di
isolamento, insicurezze, ansie diffuse, deconcentrazione, difficoltà ad organizzare lo
studio , a portare a termine il compito dato, difficoltà di apprendimento in assenza di
disturbi cognitivi,…)
• Le competenze sociali ( difficoltà nell’esercitare rapporti tra pari, tendenza a creare
gruppi chiusi ed escludenti, difficoltà nel sostenere ruoli indirizzati a responsabilità di
cittadinanza attiva, nel riconoscere e dare valore alle regole, nell’accogliere e sostenere
processi di inclusione,…)
• Le nuove tecnologie per cui si assiste ad un’esposizione massiva e scarsamente
controllata dall’adulto agli strumenti (media, computer,…) e alle loro possibilità di utilizzo
offrendosi come sostituto virtuale alla comunicazione e alle relazioni senza peraltro
riuscire ad attivare contestualmente vere e proprie competenze relazionali ed innescando
piuttosto processi di solitudine.
• La variegata composizione sociale, ulteriormente arricchita dal fenomeno migratorio, che
accentua i problemi d’integrazione originati anche da atteggiamenti culturali rispetto ai
quali non è estranea la scarsa conoscenza reciproca delle diverse culture anche e
soprattutto da parte gli adulti.
Sono tutte problematiche che alimentano bisogni di attenzione, ascolto e di cura tali da richiedere
uno sbocco verso azioni di co-intervento attivo tra gli adulti interessati ad accompagnare i processi
evolutivi dei minori stessi.
Sono bisogni che non possono prescindere da interventi volti a mettere in comunicazione le varie
culture di appartenenza che, se divise, espongono i contesti a loro collegati ad un maggior rischio di
conflitto senza contare, come già emerso nell’analisi, l’evidente difficoltà ad intercettare in tempi
adeguati i cambiamenti e le esigenze amplificando così le cronicità e le emergenze.
13

Conferenza dei Sindaci
Una finalità che punta a mettere in campo un’idea di scuola come comunità educante esige, come
premessa vincolante, ciò che a suo tempo era stato già puntualizzato: …la volontà, condivisa dalla
scuola e dai servizi sociali e sociosanitari del territorio, di seguire e prendersi carico delle situazioni di
“rischio” in cui possono incorrere i minori; l’esigenza di condividere, nel rispetto dei diversi ruoli, i
percorsi di presa in carico; la formalizzazione di una “interfaccia” operativa chiara e flessibile su cui
imperniare la comunicazione… 2
3- GLI OBIETTIVI GENERALI DELLA PROGRAMMAZIONE.
La programmazione sullo sviluppo del sistema dei servizi per la promozione, la cura e la tutela
dei bambini e dei ragazzi nell’ambito dell’Azienda ULSS n.7 prende avvio dalle indicazioni e dagli
obiettivi definiti dalla programmazione regionale calati nella realtà locale, che vede in questo
momento attiva una modalità di lavoro interistituzionale – il Modulo Operativo Minori - piuttosto che un
servizio dedicato.
Si richiamano qui le 4 distinte direttrici d’azione previste dalla DGR 2416 e che sono:
1 Consolidamento dei processi di de-istituzionalizzazione e promozione delle risorse
accoglienti.
2 Sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso
sessuale.
3 Sviluppo dei processi di accompagnamento dei processi adottivi.
4 Sviluppo della collaborazione e dell’integrazione fra i servizi che appartengono ai diversi
sistemi.
OBIETTIVI SPECIFICI
OBIETTIVO 1 Consolidamento dei processi di de-istituzionalizzazione e promozione delle risorse
accoglienti.
Valorizzazione delle risorse di rete. La programmazione si deve concentrare sullo sviluppo di
opportunità territoriali, su una ricchezza di proposte, aumentando le alternative possibili .Va
individuata una forma di circolazione delle Buone Prassi tra i diversi Comuni in modo tale da
poterne avere conoscenza, usufruirne e/o attivare una rete di supporto coordinata, a favore della
famiglia anche con aggancio alle reti familiari.
Consolidamento di opportunità territoriali di contenimento dell’istituzionalizzazione e di riduzione
del ricorso all’ Autorità Giudiziaria, quali l’accompagnamento educativo personalizzato, il
potenziamento e la diversificazione dell’intervento domiciliare, l’inclusione in attività di gruppo.
2 Regione Veneto, Orientamenti per la… op.citata,pag. 15
14

Conferenza dei Sindaci
Promozione delle risorse accoglienti aperte al territorio. Le Comunità possono assumere
connotazione “territoriale” ed essere parte di progetti integrati con i Servizi finalizzati a:
o
o
o
o
potenziare la capacità di rispondere adeguatamente e con il miglior grado di
personalizzazione possibile al bisogno del singolo minore sia a livello residenziale che
semi – residenziale;
favorire il più possibile le forme di riunificazione familiare;
ricercare e attivare la rete territoriale a carattere di solidarietà familiare e di
socializzazione, in condizioni di permanenza prolungata in Comunità del minore,
garantendo il mantenimento dei rapporti con la famiglia d’origine nelle forme possibili;
supportare l’autonomia personale e sociale anche oltre i 18 anni qualora non sussistano
le condizioni per un rientro in famiglia.
Favorire un costante investimento nella promozione dell’affido e nella formazione di
famiglie
affidatarie.
OBIETTIVO 2 Sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e
abuso sessuale.
Sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di grave maltrattamento e abuso
sessuale.
In sede MOM può venire predisposto il progetto di invio-valutazione ai Centri Provinciali per i casi
di cui sopra . L’avvallo di percorsi terapeutici personalizzati avviene in sede di UVMD come da
regolamento, con la presenza degli operatori MOM stessi.
E’ competenza dei Centri Provinciali anche la formazione rivolta alla rete territoriale, su
organizzazione locale.
OBIETTIVO 3 Sviluppo dei processi di accompagnamento dei processi adottivi
Sviluppo dei processi di accompagnamento all’adozione
L'impegno dell'equipe adozioni a livello locale è quello di accogliere le richieste delle coppie,
famiglie del territorio che offrono la loro disponibilità all'accoglienza di un bambino in adozione e
di valorizzare l'intero percorso adottivo attraverso le diverse fasi.
Le azioni di sviluppo dell’accompagnamento si articolano come proseguimento secondo alcuni
specifici temi :
15

Conferenza dei Sindaci
o “Incontri tematici sull’attesa”
Si prefiggono di sostenere la coppia nella fase dell’attesa attraverso l’ approfondimento dei
percorsi e delle tematiche già poste in essere con il precedente progetto.
o “Oltre l’adozione” Gruppi di genitori adottivi .
proseguirà il lavoro già intrapreso di sostegno alle famiglie nel periodo del post-adozione
attraverso:
l’offerta di partecipare ad un gruppo per coppie di genitori nel periodo post- adottivo con
caratteristiche diverse dal precedente e
l’offerta di una presa in carico alle famiglie in difficoltà.
o “Apprendere dall’adozione”
Insegnanti,bambini e genitori di fronte a una nuova realtà.
Verrà riproposto il percorso formativo per insegnanti della scuola dell’obbligo provenienti dalle tre
Ulss provinciali, che verranno contattati con modalità concordate con l’Ufficio Scolastico
Provinciale per una proposta articolata in due momenti, l’uno a carattere provinciale e articolato in
incontri tematici, l’altro a livello locale articolato in laboratori didattici.
OBIETTIVO 4 Sviluppo della collaborazione e dell’integrazione fra i servizi che appartengono ai
diversi sistemi.
4.1 Integrazione del sistema dei servizi/ operatori
In MOM :
va sostenuta la valorizzazione della progettazione individualizzata, attraverso lo strumento del
“Progetto Quadro” e vanno coinvolti con sistematicità referenti sanitari, scolastici , sociali e culturali (
nel caso di stranieri ) del minore e della famiglia .
In UVMD :
o va supportata la progettazione individualizzata mediante recepimento del Progetto
Quadro e sua integrazione in base alle condizioni evidenziate nel regolamento area
minori.
o
o
MOM e UVMD devono configurarsi come livelli diversi di intervento relativamente alla
tutela : il MOM deve connotarsi come livello di prevenzione secondaria, una volta definita
con più chiarezza la casistica a rischio di tutela tramite formazione ; l’UVMD risulta già
come livello di prevenzione terziaria, in quanto richiede interventi sociali più forti.
Ognuno di questi ambiti deve poter rappresentare il punto d’accesso per tutte le situazioni
di pertinenza, come definito sopra, in modo da divenire anche punto di rilevazione e
osservatorio del benessere/malessere di minori e famiglie del territorio ULSS.
16

Conferenza dei Sindaci
o
Vanno consolidate collaborazioni e integrazioni fra servizi attraverso modalità di
integrazione della rete quali :
o
o
Individuazione di strumenti tecnico - amministrativi idonei di supporto per rendere
più efficaci ed efficienti le comunicazioni tra diversi sistemi ;
Attuazione di un piano formativo congiunto – condiviso tra soggetti della rete
territoriale di protezione e tutela dei minori e tra questi e la scuola.
Nell’area degli affidi favorire modalità di avvio e di gestione più omogenee tra il CASF e gli altri
soggetti coinvolti, anche attraverso la costruzione di modelli, procedure e strumenti condivisi.
4.2 Integrazione del sistema dei servizi sociali , socio-sanitari e della Scuola
4.2-1 Ambiti di Intervento prioritari
o Area della comunicazione e della collaborazione tra servizi sociali, socio-sanitari ed
istituzione scolastica (dall’individuazione del disagio, all’identificazione del bisogno/problema ,
dalla segnalazione all’intervento congiunto, alla gestione delle informazioni ) .
o
o
Area della prevenzione precoce del disagio evolutivo e delle situazioni a rischio di pregiudizio,
Area della formazione, strettamente connessa alle precedenti e rivolta al mondo adulto che
sta vivendo una crisi del proprio ruolo educativo a fronte dei cambiamenti significativi
nell’espressione dei bisogni e dei disagi, nonché nelle esperienze in età evolutiva e delle
crescenti istanze e criticità del sistema socio-economico.
4.2-2 Obiettivi
Area della formazione
o
o
Approfondire la conoscenza della normativa in merito all’organizzazione e funzionamento e
all’operatività dei servizi e della scuola, dei rispettivi ruoli, compiti istituzionali e strumenti;
Approfondire la conoscenza e l’applicazione delle competenze, degli obblighi e delle
responsabilità in materia di protezione e tutela minorile.
Area della comunicazione e della collaborazione Servizi-Scuola
o Ottimizzazione (consolidamento ed esportazione, adattamento) delle buone prassi di
comunicazione e collaborazione esistenti, quali, ad esempio: il progetto “Ben-Essere” e i
gruppi di lavoro interistituzionale scuola-servizi affini; la Rete delle Scuole coneglianese; i
17

Conferenza dei Sindaci
progetti di cittadinanza attiva presenti nelle scuole secondarie di II° grado dell’Ulss e il
percorso di prevenzione primaria “Peer Education” nel Vittoriese, i percorsi di educazione
all’affettività e alla salute attivati dall’Ulss con le Scuole.
o
Partecipazione strutturata e sistematica al MOM nelle situazioni di protezione e tutela previste
dalla normativa e dalle Linee Guida Regionali e che coinvolgano la scuola del minore
Area della prevenzione
o
Informazione e formazione per l’ individuazione ed identificazione precoce del disagio nelle
sue diverse forme (psicologico, psicofisico, affettivo-relazionale familiare, ambientale…);
o
Costruzione di un’alleanza educativa tra adulti coinvolti (genitori, docenti e, qualora vi siano,
operatori dei servizi).
AZIONI
Area della formazione
o
o
Realizzare un percorso formativo teorico-pratico per docenti, operatori dei servizi e figure
professionali territoriali interessate per ruolo e competenza in ambito minorile (es. pediatri e
medici di famiglia).
Avviare un percorso formativo congiunto ULSS – Comuni per la casistica MOM, finalizzato
alla differenziazione delle problematiche di tutela e non, alla individuazione di una
metodologia comune e di strumenti valutativi condivisi.
Area dell’integrazione del sistema dei Servizi/operatori per la protezione e tutela
o
Valorizzare – consolidare - promuovere risorse territoriali di base, domiciliari, di solidarietà, di
accoglienza e di affido in un’ottica di risposte appropriate , modulate sul bisogno specifico e
sul livello del rischio anche tramite sperimentazione e messa a regime di strumenti tecnicoprofessionali
ed amministrativi di raccordo e di collaborazione funzionali al sistema.
Area dell’Affido
o
o
o
o
Programmare in modo condiviso tra pubblico e privato le attività di promozione e
sensibilizzazione in materia di affido
Aumentare la conoscenza qualitativa dei progetti di affido etero familiare attivati nel territorio
dell’ulss7
Migliorare la conoscenza qualitativa dei progetti di affido intra familiare attivati nel territorio
dell’ulss7
Elaborare un nuovo modello di procedure di collaborazione tra i diversi servizi nei casi non
previsti dal protocollo MOM.
18

Conferenza dei Sindaci
o
Effettuare una analisi finalizzata a sviluppare linee guida e di indirizzo per il collocamento di
bambini piccoli o piccolissimi
Area della comunicazione e della collaborazione Servizi-Scuola
o
o
o
Sperimentare, in un tempo ed in un’area scolastica e/o territoriale, in base alle risorse
disponibili, le competenze e gli strumenti tecnico-operativi esito del percorso di formazione di
cui sopra (es. moduli per la gestione delle situazioni in carico, delle comunicazioni scuolafamiglia-
servizi);
Approfondire la conoscenza delle risorse umane, organizzative e delle competenze che le
scuole possono concretamente mettere in campo per l’avvio/esportazione delle prassi di
comunicazione e collaborazione esistenti e riuscite tra scuola-servizi per l’individuazione ed
eventuale gestione condivisa delle situazioni di disagio emergenti a scuola (Progetto Ben-
Essere).
Sperimentare e monitorare il modello di collaborazione adattato alla specifica realtà
scolastica disponibile e per l’anno scolastico individuato.
Pieve di Soligo, 28 settembre 2010
19

ALLEGATO 6
Area vasta - Aziende ULSS 1 – 2 – 7 - 8 e 9
delle Provincie di Treviso e Belluno
Gruppo di lavoro:
ORGANIZZAZIONE DI UNA RETE ASSISTENZIALE
PER PERSONE AFFETTE DA DISTURBO AUTISTICO
Premessa
La complessità clinica del fenomeno autismo e l’ampia variabilità nel tempo dei modelli eziologici ed
interpretativi ha contribuito a creare disomogeneità nella presa in carico territoriale, in quanto ogni Servizio
deputato faceva riferimento a modelli storici e teorici propri adattandoli al disturbo. E’ nata quindi sempre più
forte, l’esigenza di modelli operativi, diagnostici e terapeutici condivisi.
Scopo di questo lavoro è pertanto quello di delineare percorsi diagnostici e riabilitativi che si uniformino
ai principi e alle linee guida largamente condivisi dalla comunità scientifica nazionale e internazionale e
avviare un processo volto a garantire un’idonea rete di servizi all’interno di ciascuna Ulss, tracciando
percorsi che non risultino “dissonanti” rispetto ai parametri di riferimento già validati.
Prevalenza
I dati oggi disponibili sono molto eterogenei ma la stima di una prevalenza di 10 casi per 10.000 sembra
la più attendibile (Forbonne, 2003). Tale dato, confrontato con quelli acquisiti in passato, ha portato a
concludere che i disturbi dello spettro autistico risultino oggi 3 o 4 volte più frequenti di quanto riportato in
letteratura 30 anni fa. Tale discordanza nelle stime di prevalenza sarebbe da ricondurre non tanto ad un
reale incremento dei casi, quanto ad una migliore definizione dei criteri diagnostici, ad una maggior
conoscenza e consapevolezza del problema tra gli operatori e nella popolazione generale, all’istituzione di
servizi preposti alla fase diagnostica.
Azienda di
iscrizione
Az ULSS 1
Belluno
Az ULSS 2
Feltre
Az ULSS 7
Pieve di Soligo
Az ULSS 8
Asolo
Az ULSS 9
Treviso
Totale
complessivo
0-5 anni 6-11 anni 12-17 anni 18 anni e oltre TOTALE
5 16 14 10 45
4 3 5 0 12
25 32 17 38 112
14 31 13 16 74
21 52 35 28 136
69 134 84 92 379
Rilevazione Autismo: Osservatorio Regionale sulla condizione della persona anziana e disabile - Regione
Veneto
1

Elementi critici nell’attuale rete dei servizi
Sulla scorta delle riflessioni esposte è possibile quindi individuare le seguenti criticità nell’approccio alle
problematiche del disturbo autistico.
• Difficoltà a condividere un comune approccio diagnostico e quindi difficoltà a creare modelli
omogenei di intervento
• Mancanza di formazione nel personale
• Difficoltà ad effettuare diagnosi precoci e ad attivare progetti riabilitativi precoci
• Mancanza di “presa in carico” nel passaggio tra età evolutiva ed età adulta
• Carenza di servizi e strutture dedicate
Rete integrata di servizi
In considerazione di tali premesse è necessario formulare un progetto integrato per la realizzazione di
una rete di servizi rivolti alle persone con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie, in tutte le fasi del
ciclo di vita in grado di operare a diversi livelli di complessità per proporre opzioni di intervento differenziate e
adeguate a soddisfare le molteplici necessità di questi pazienti.
Pediatra di libera scelta
Il primo livello di questa rete assistenziale va individuato nel PLS: egli ha un ruolo fondamentale per il
rilievo degli indicatori relazionali, comunicativi e comportamentali che orientano verso una diagnosi precoce
di disturbo dello spettro autistico. A tal fine sarebbe opportuna, come è già stato sottolineato, la diffusione tra
i pediatri di libera scelta della CHAT (Checklist for Autism in Toddlers), quale strumento standardizzato di
identificazione precoce (18 mesi) di alcuni potenziali segni di autismo al fine di permettere un invio più
tempestivo.
La diagnosi di sospetto comporta l’invio presso i Servizi di Neuropsichiatria Infantile (NPI) e dell'Età
Evolutiva delle aziende ULSS per i successivi approfondimenti e l’eventuale conferma diagnostica.
Team di primo livello per la gestione e la presa in carico dei soggetti autistici in età evolutiva
E’ auspicabile che in ogni Azienda Ulss (o a livello interaziendale) venga attivato un gruppo di lavoro
multiprofessionale costituito da un pool di professionisti adeguatamente formati sulla tematica autistica
nell’età evolutiva, che operi ad un livello interdistrettuale (o interaziendale).
L’Equipe multiprofessionale è composta da NPI, Psicologo, Educatore professionale, Logopedista e
Psicomotricista, Assistente sociale.
Essi opereranno in connessione funzionale con i Servizi di Neuropsichiatria Infantile (NPI) e dell'Età
Evolutiva da un lato (servizi invianti) e con i servizi dedicati dall’altro. I primi hanno il compito di accogliere il
caso sospetto, formulare un primo orientamento diagnostico ed eventualmente inviare il soggetto,
“accompagnando” la famiglia, al Team. Quest’ultimo ha compito di formulare il piano terapeutico
abilitativo/riabilitativo individualizzato e di erogare un sistema integrato di interventi coordinati che
garantiscano la globalità della presa in carico dei soggetti con autismo (interventi a domicilio, coinvolgimento
della famiglia, stretta interazione con la scuola, i circuiti sociali, l’ambiente di vita del soggetto).
Una specifica formazione di figure professionali, una adeguata disponibilità oraria degli operatori, uno
spazio fisico dove operare interventi abilitativi/riabilitativi, individuali e/o in piccolo gruppo sono le condizioni
necessarie per offrire un servizio qualificato per l’autismo in età evolutiva.
Team di primo livello per la gestione e la presa in carico dei soggetti autistici in età adulta
E’ auspicabile che in ogni Azienda Ulss (o a livello interaziendale) venga costituito un gruppo di lavoro
multiprofessionale costituito da un pool di professionisti dei Servizi Distrettuali per la Disabilità dell’Adulto
adeguatamente formati sulla tematica autistica nell’adulto, che operi ad un livello interdistrettuale (o
interaziendale). E’ inoltre importante prevedere la partecipazione del medico psichiatra concordando le
modalità di collaborazione e consulenza con il Dipartimento di Salute Mentale.
Hanno il compito di proseguire gli interventi riabilitativi ed educativi già strutturati (con procedure definite
volte ad assicurare una corretta integrazione con il servizio per l’età evolutiva) o di intraprenderne di nuovi,
2

finalizzati all’acquisizione di competenze per raggiungere i migliori livelli possibili di autonomia personale, di
interazione sociale e di integrazione nel mondo del lavoro. Hanno inoltre il compito di formulare i percorsi
educativi e assistenziali di inserimento nel CD e nelle CR per adulti.
Servizi dedicati
Centro di riferimento per l’autismo e i disturbi pervasivi dello sviluppo
Funzionalmente collegato con le strutture che erogano assistenza ai soggetti autistici ai diversi livelli,
deve garantire la definizione diagnostica, quando richiesta dai servizi delle Aziende ULSS, dei casi sospetti e
la verifica dei percorsi terapeutico-riabilitativi individualizzati e opera in una dimensione interaziendale
configurandosi come livello di area vasta per l’assistenza ai soggetti autistici in età evolutiva ed adulta.
Deve altresì coordinare la formazione degli operatori implicati a vario titolo nella gestione delle
problematiche poste dai soggetti autistici al fine di porre gli interventi in linea con i più moderni e accreditati
protocolli operativi e terapeutici, e dare garanzie di appropriatezza ed efficacia. I destinatari dell’attività di
formazione sono i PLS, i NPI, gli psichiatri, gli psicologi, i MMG, i pedagogisti, i logopedisti, gli assistenti
sociali, gli educatori, gli addetti all’assistenza, i terapisti della riabilitazione, gli insegnanti e le famiglie.
Può infine porsi come riferimento/osservatorio per la raccolta dati a fini epidemiologici in area vasta.
Centro di riferimento ospedaliero
Occorre definire specifici protocolli con un polo ospedaliero, al fine di poter garantire l’esecuzione di
eventuali indagini strumentali e di laboratorio per la definizione diagnostica dei casi complessi
l’espletamento di procedure specialistiche diagnostiche o terapeutiche di più frequente riscontro
(odontoiatria, oculistica, piccola chirurgia) in modo da realizzare percorsi facilmente accessibili in un
ambiente protetto.
Centri Diurni per adulti
Valenza terapeutica, socio-riabilitativa e assistenziale finalizzata all’acquisizione di competenze per
raggiungere i migliori livelli possibili di autonomia personale, di interazione sociale e di integrazione nel
mondo del lavoro. Gli interventi devono essere posti all’interno del progetto di presa in carico globale
individualizzato formulato dai servizi territoriali dedicati. Resta aperta la questione circa l’opportunità di
creare strutture diurne dedicate oppure optare per inserimenti mirati nei CD per disabili prevedendo una
adeguata formazione di alcuni operatori sulla specificità del disturbo autistico.
Comunità Residenziali per adulti con autismo
Di norma per le persone con autismo si prevede l’inserimento presso le comunità residenziali e le RSA
presenti nel territorio delle singole ULSS.
Di fronte a situazioni di particolare complessità si propone la possibilità di programma, in una logica
d’area vasta, una comunità residenziale per adulti con autismo, specificatamente dedicata
Valenza terapeutica, socio-riabilitativa e assistenziale per soggetti che per le caratteristiche della
patologia e del loro contesto di vita non hanno trovato possibilità di gestione all’interno della famiglia.
Compiti della struttura sono l’acquisizione di competenze per raggiungere i migliori livelli possibili di
autonomia personale, di interazione sociale e di integrazione nel mondo del lavoro. Gli interventi devono
essere posti all’interno del progetto di presa in carico globale individualizzato formulato dai Servizi territoriali
dedicati.
Si ritiene necessario prevede l’inserimento
3

ALLEGATO 7
Area vasta - Aziende ULSS 1 – 2 – 7 - 8 e 9
delle Provincie di Treviso e Belluno
Gruppo di lavoro
“FORME PARTICOLARI E COMPLESSE DI DISABILITA’
PERSONE CON ESITI DI
GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE (GCA)
• Le Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA) sono conseguenze di traumi, principalmente dovuti ad incidente
stradale, o di patologie cerebrovascolari o tumorali od infettive. Esse colpiscono spesso persone giovani o
adulte, comportano sequele disabilitanti di tipo senso-motorio, cognitivo e comportamentale, ripercussioni
pratiche ed emotive sul sistema familiare e determinano difficoltà di reinserimento lavorativo e sociale.
L’aspettativa media di vita delle persone che sopravvivono ad una GCA, pur con sequele disabilitanti gravi è
dell’ordine di diversi decenni.
dopo la fase di riabilitazione intensiva
Dimensione del problema
richiesta di supporto diurno:
6-7 persone l’anno necessitano di supporto diurno continuativo;
richiesta di inserimenti residenziali :
8- 10 persone l’anno richiedono residenzialità, anche temporanea, con carattere di urgenza, a seguito
dimissioni dall’ospedale.
Il bisogno appare in progressivo aumento.
Situazione attuale dei servizi socio sanitari nella fase di riabilitazione estensiva, di integrazione sociale e
di assistenza nel lungo periodo
•gli interventi diurni vengono gestiti tramite:
l’ Assistenza Domiciliare Integrata
i progetti domiciliari individuali di autonomia e aiuto personale (L.162), che hanno carattere di continuità e
possono prevedere anche momenti di gruppo;
•gli inserimenti a carattere residenziale:
alcune persone sono inserite nelle attuali strutture diurne e residenziali per persone disabili o anziane, non
idonee
•solo nell’AUlss 8 è stato attivato uno specifico centro diurno e residenziale
dopo la fase di riabilitazione intensiva
Proposte:
•Domiciliarità condivisione di modalità per una gestione mirata dei progetti individuali di aiuto personale
legge 162, che preveda sia tempi individuali sia tempi in piccolo gruppo in appositi spazi; eventuale supporto
gruppi di discussione o di auto aiuto
•Residenzialità 1 struttura in area vasta di residenzialità anche temporanea (20-30 posti da attivare
progressivamente
PERSONE CON MALATTIE NEUROMUSCOLARI
Chiamate "malattie neuromuscolari" o "distrofie muscolari", le MNM sono un gruppo di disturbi molto
vario. Tutte le MNM colpiscono i muscoli o i nervi che controllano i muscoli, ma malattie diverse colpiscono
muscoli diversi come quelli degli arti o quelli del cuore. Le MNM comprendono malattie come la distrofia
1

muscolare di Duchenne o la miopia di Bethlem. Alcuni disturbi appartenenti a questo gruppo sono genetici e
vengono trasmessi nell’ambito di una famiglia.
Le persone affette da MNM perdono gradualmente la mobilità. Questo decline può essere più o meno
grave e più o meno lento, a seconda del paziente e della malattia. .
•Dimensione del problema
richiesta di supporto domiciliare
richiesta di inserimenti residenziali: vi sono circa 8-10 nuove richieste l’anno da parte di persone che
necessitano di assistenza nelle 24 ore e presentano un elevato bisogno sanitario, che hanno perso ogni
supporto familiare e per le quali non è più sufficiente il supporto di progetti e servizi domiciliari
Il bisogno appare in proressivo aumento.
•Situazione attuale dei servizi
•gli interventi domiciliari vengono gestiti tramite:
l’ Assistenza Domiciliare Integrata
i progetti individuali di Vita Indipendente (L.162), che hanno carattere di continuità e prevedono un
rimborso alla persona per l’assunzione di un “assistente personale”;
•gli inserimenti a carattere residenziale:
le persone sono inserite nelle attuali strutture diurne e residenziali per persone disabili o anziane, non
idonee, o in strutture lontane dal proprio territorio.
Proposte:
• Domiciliarità
Prosecuzione progetti domiciliari individuali di Vita Indipendente;
• Residenzialità
1 struttura in area vasta di residenzialità anche temporanea (20-30 posti da attivare progressivamente)
PERSONE CON RITARDO MENTALE
E GRAVI PROBLEMI COMPORTAMENTALI / DI SALUTE MENTALE
Dimensione del problema
In ogni territorio vi è circa il 6-7% di persone, inserite in centri diurni o strutture residenziali per persone
disabili che presentano gravi problemi comportamentali
Le situazioni a carattere eccezionale, che presentano gravi problemi comportamentali e costituiscono
fonte di pericolosità per sé e per gli altri sono da 1 a 6 per ogni territorio di AUlss;
•Situazione attuale dei servizi
•In tutti i territori le persone sono inserite nei Centri Diurni e nelle Comunità Alloggio o RSA per disabili, con
alcune eccezioni relative a persone inserite in strutture extra AUlss; le strutture incontrano difficoltà di
gestione, con richiesta di risorse aggiuntive
• Per le situazioni a carattere eccezionale vengono assegnate risorse aggiuntive con rapporto 1:1;
• In alcuni territori vengono attivati progetti specifici di formazione e di consulenza psico-educativa sui
disturbi comportamentali.
Proposte:
gestione nelle attuali strutture diurne e residenziali per persone disabili,
• progetti specifici di formazione degli operatori e consulenza di esperti per la costruzione di progetti
psicoeducativi sui problemi comportamentali (es. analisi funzionale, TEACCH…),
• attivazione/aggiornamento di protocolli di lavoro con i servizi di salute mentale,
• assegnazione di risorse aggiuntive per casi eccezionali definiti dall’UVMD .
2

•Problema
•I Centri diurni e le Comunità Alloggio non hanno la possibilità di gestire le problematiche sanitarie che
esulano dai compiti degli OSS e richiedono presenza continuativa di personale medico e infermieristico (es.
cambi catetere, aspirazione tracheostomie…..) ;
•Situazione attuale dei servizi
•In tutti i territori, tranne l’AUlss 9, sono già presenti RSA per persone disabili con problemi sanitari.
•Nei centri diurni si fa ricorso ad aumento OSS, ma la situazione non trova comunque idonea soluzione,
•Sono state rilevate anche difficoltà nella gestione dei farmaci nell’ambito dei Centri diurni e delle Comunità
Alloggio. Nell’AUlss 9 è stato concordato uno specifico protocollo per la gestione dei farmaci .
•Proposte:
• Residenzialità Necessità di RSA per persone disabili con gravi e specifici problemi sanitari in ogni
AUlss
• Residenzialità e Domiciliarità Per la gestione farmaci nelle Comunità Alloggio e nei Centri Diurni
condivisione e diffusione specifici percorsi di lavoro
• Per la gestione di alcune problematiche sarebbe necessario il riconoscimento regionale della figura
dell’OSS.
PERSONE < DI 65 ANNI CON GRAVI MALATTIE INVALIDANTI E CRONICIZZATE
Appare in progressivo aumento il numero di persone adulte con malattie invalidanti e cronicizzate, quali
gravi forme di diabete, neoplasie, gravi epilessie farmacoresistenti, esiti di abuso alcolico.
I loro bisogni sono molto diversificati.
L’ età prevalente è dai 60 ai 65 anni.
•Dimensione del problema
richiesta di supporto domiciliare
richiesta di inserimenti residenziali
vi sono circa almeno 30 nuove richieste l’anno da parte di persone che necessitano di assistenza nelle 24
ore e presentano un elevato bisogno sanitario, che hanno perso ogni supporto familiare e per le quali non è
più sufficiente il supporto di progetti e servizi domiciliari.
La richiesta di residenzialità appare in aumento e spesso ha carattere di urgenza seguito a dimissione
dall’ospedale.
Situazione attuale dei servizi
•Si cerca di limitare il ricorso alla residenzialità tramite l’assistenza domiciliare
•Gli inserimenti residenziali vengono spesso attuati in strutture improprie (es. strutture per anziani) o talvolta
in RSA extra AUlss.
Proposte:
•Si incontra difficoltà nell’individuare risposte adeguate alle diversità dei bisogni assistenziali e sanitari e al
loro continuo modificarsi; alcune situazioni appaiono assimilabili a quelle delle persone anziane, altre
potrebbero trovare risposta in nuclei specifici collegati a RSA.
3

PERSONE CON RITARDO MENTALE CHE INVECCHIANO
• E’ aumentata l’età media e l’aspettativa di vita della popolazione in generale e quindi anche delle persone
con disabilità.
Se molte persone disabili invecchiano mantenendo buoni livelli di autonomia, si assiste in generale
all’aumento della non autosufficienza e dei bisogni sanitari, e a esordi di demenza.
•Dimensione del problema
•Entro l’anno 2015 si prevedono circa 20 persone anziane nei centri diurni e 40 nei servizi residenziali (CA e
RSA);
•Situazione dei servizi
•il turn over è quasi inesistente
•nei servizi diurni e residenziali i gruppi iniziano ad essere eccessivamente disomogenei per età;
•si assiste ad un aumento della non autosufficienza e dei bisogni sanitari;
•Proposte:
• Domiciliarità al compimento del 65° anno:
• per gli utenti dei centri diurni l’UVMD stabilisce un progetto anche a lungo termine sulla base della
situazione della persona con eventuale per il passaggio ai servizi per anziani
• i progetti di aiuto personale L. 162 vengono chiusi e le persone vengono prese in carico dal SAD
• i progetti Vita Indipendente proseguono, sulla base della situazione della persona
•Residenzialità al compimento del 65° anno
• per gli utenti dei servizi residenziali l’UVMD stabilisce un progetto anche a lungo termine con eventuale
passaggio ai servizi per anziani sulla base della situazione della persona
MINORI CON GRAVI E SPECIFICI PROBLEMI SANITARI
Bambini con bisogni sanitari specifici quali aspirazione, cambio catetere, intubazione.
•Dimensione del problema
• In ogni territorio vi sono da 2 a 8 situazioni di particolare gravità, per complessivi circa 20 casi
• Per i bambini che possono frequentare la scuola, l’assistenza specifica non può essere erogata da OSS
del Servizio Assistenza Scolastica; a domicilio necessitano assistenza intensiva nelle 24 ore con necessità
di sollevare la famiglia da carico eccessivo.
•Il bisogno appare in progressivo aumento.
•Situazione attuale dei servizi
Gli interventi domiciliari e di integrazione scolastica vengono gestiti tramite:
- l’Assistenza Domiciliare Integrata;
- la sperimentazione di progetti specifici di contributo alla famiglia per gestione diretta personale di
assistenza con concorso alla spesa sociale (L.162) e sanitario
4

Conferenza dei Sindaci
ALLEGATO 8
PIANO DI ZONA 2011/2015
ELENCO CO-PROGETTATORI
TIPOLOGIA
DENOMINAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE
HOPE
ACAT SINISTRA PIAVE
ANCORA
Ce.I.S. DI BELLUNO
COMUNITA' GIOVANILE
PICCOLA COMUNITA' ONLUS
MONDO INSIEME
LA NOSTRA FAMIGLIA
SERGIO PICCIN
A.I.P.D.
Associazione Italiana Persone Down
ANGSA TREVISO - SINISTRA PIAVE
FABRIZIO VIEZZER
UICI
Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti
DIPENDE
CROCE ROSSA ITALIANA
LA VOCE
Associazione per la mediazione dei conflitti.
ANOLF
ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE NUMEROSE
AUSER VOLONTARIATO
LOTTA CONTRO I TUMORI RENZO E PIA FIOROT ONLUS
SAN VINCENZO DE PAOLI
SERVITIUM
NOI - Comitato Territoriale
AFIN
Associazione femminile per l'infanzia
COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII
LA PORTA ONLUS
AITSAM
ASSOCIAZIONE PSICHE 2000
CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO TREVISO
FONDAZIONE
FONDAZIONE
FONDAZIONE
C.S.V.
PCCOLO RIFUGIO
"FIGLI MARIA ANTONIETTA BERNARDI ONLUS"
FONDAZIONE DI COMUNITA'

Conferenza dei Sindaci
ALLEGATO 8
PIANO DI ZONA 2011/2015
ELENCO CO-PROGETTATORI
TIPOLOGIA
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI DISABILITA' ULSS 7
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO
SINISTRA PIAVE
ENTE ECCLESIASTICO
ENTE ECCLESIASTICO
ENTE ECCLESIASTICO
ORGANISMO DI PARTECIPAZIONE DI
RAPPRESENTANZA GIOVANILE DISCIPLINATO DA
APPOSITO REGOLAMENTO (LR 17/2008)
DENOMINAZIONE
ASSOCIAZIONI ADERENTI
ASSOCIAZIONI ADERENTI
DIOCESI DI VITTORIO VENETO
DIOCESI DI VITTORIO VENETO / CARITAS
DIOCESI DI VITTORIO VENETO / CASA MATER DEI
FORUM GIOVANI
CONSORZIO
CONSORZIO
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
Cooperative "A" e "B" afferenti al CONSORZIO PROVINCIALE
INTESA
Cooperative "A" e "B" afferenti al CONSORZIO INTEGRA
NONCELLO
INSIEME SI PUO'
CASTELMONTE
F.A.I.
CSA
CENTRO SERVIZI ASSOCIATI
FENDERL
CODESS
UNA CASA PER L'UOMO
COOPERATIVA I TIGLI 2
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
COOPERATIVA
LA SORGENTE
VISION
THAUMA CSRL
NOI
Nuovi Orizzonti Informatici
EUBIOS
FENDERL LAVORO
ALTEA

Allegato 9
Gruppo
AREA MARGINALITA’ SOCIALE
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 FOJADELLI LUCIA CROCE ROSSA ITALIANA
2 CAROSI MARINA ASSOCIAZIONE ANCORA
3 CATTAI MARA CARITAS DIOCESANA
4 MUTTON MARIANO CARITAS DIOCESANA
5 CESCHI ROSALISA COMUNE PIEVE DI SOLIGOP
6 MARCON PATRIZIA COMUNE GODEGA DI SANT’URBANO
7 ZANARDO MARIO COMUNE ORSAGO
8 ROSOLEN PAOLA COMUNE SARMEDE
9 BERNARDI LORIS COMUNE REVINE LAGO
10 CAMPANA STEFANIA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
11 MENEGHELLO FRANCESCA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
12 FIORENTIN FRANCESCO COOPERATIVA UNA CASA PER L’UOMO
13 BELLINA IDA CARITAS DICESANA
14 BERTANI EGIDIO
15 DE LORENZI LUCIANA CISL
16 BRESSAN GIOVANNA PROVINCIA TREVISO
17 MARCHIONI ADRIANA SERVIZI ULSS 7
18 TAGLIAMENTO ANGELO SERVIZI ULSS 7
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
SINISTRA PIAVE

Gruppo
INFANZIA/MINORI
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 GUGEL ELEONORA FORUM GIOVANI
2 DE NARDI SILVIA FORUM GIOVANI
3 FELTRIN STEFANIA LA NOSTRA FAMIGLIA
4 PASCUCCI STEFANIA LA PORTA ONLUS
5 LORENZETTO LAURA ASSOCIAZIONE LA VOCE
6 CERNO PAMELA ASSOCIAZIONE LA VOCE
7 VETTORETTO FIORELLA CEIS BELLUNO
8 REBELLATO TARCISIO COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
9 DA ROS CORA COMUNITA’ GIOVANILE
10 GALLON LORETTA COMUNE PIEVE DI SOLIGO
11 FAVARO LUCIO COMUNE GODEGA DI S.URBANO
12 TOMASELLA LAURA COMUNE CORDIGNANO
13 GRANZOTTO FRANCESCO COMUNE SAN FIOR
14 BERNARDI LORIS COMUNE REVINE LAGO
15 MUSSONI ANGELO CONSORZIO PROVINCIALE INTESA
16 DE GIROLAMI FEDERICA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
17 BORANGA TIZIANA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
18 ZALLA CHIARA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
19 SALATIN FEDERICA COOPERATIVA CENTRO SERVIZI ASSOCIATI
20 PELLIZZARI SARA THAUMA CSRL
21 DE NONI ANNA THAUMA CSRL
22 PIN FRANCA ELEONORA ASSOCIAZIONE MEDI@ETA’
23 SUOR CARMELITA SALVADOR CASA MATER DEI
24 FABRIS MICHELA CASA MATER DEI
25 PERENZIN DANIELA FIGLI MARIA ANTONIETTA BERNARDI ONLUS
26 CORREANI FELICETTA CGIL
27 BRUNELLO MARZIA PROVINCIA TREVISO
28 CARRER ANGELO ISTITUTO COMPRENSIVO VAZZOLA
29 NARDIN BRUNO SERVIZI ULSS 7
30 SIMONETTI UMBERTO SERVIZI ULSS 7

N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
31 MORO ANTONELLA SERVIZI ULSS 7
32 DESI AMODEO SERVIZI ULSS 7
33 MOLIN RESI PATRIZIA SERVIZI ULSS 7
34 MORANDIN ERNESTA SERVIZI ULSS 7
35 MAGRO ISABELLA SERVIZI ULSS 7
36 SCOTTA’ EMMA SERVIZI ULSS 7
37 DA RE CRISTINA SERVIZI ULSS 7
38 BAZZO MARIA RAPPRESENTANTE TUTORI LEGALI VOLONTARI

Gruppo
FAMIGLIA
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 ZUSSA GIULIA FORUM GIOVANI
2 CAIS DAVIDE FORUM GIOVANI
3 CASAGRANDE MARTINA FORUM GIOVANI
4 ZAMBON SARA LA NOSTRA FAMIGLIA
5 DALL’ARMELLINA SARA ASSOCIAZIONE LA VOCE
6 LUCCHESE LUCIANA ASSOCIAZIONE LA VOCE
7 AUGUARDO MARIATERESA ASOCIAZIONE NOI
8 SAVINO MARIO ASSOCIAZIONE AUSER VOLONTARIATO
9 ARALDI GIANFRANCO CARITAS DIOCESANA
10 LUNARDI ANGELO CARITAS DIOCESANA
11 MORO SARA COMUNITA’ GIOVANILE
12 SALSA CRISTINA ASSOCIAZIONE DIPENDE
13 FIOROT ALBERTA LOTTA CONTRO I TUMORI RENZO E PIA FIOROT ONLUS
14 CHIES STEFANIA COMUNE VITTORIO VENETO
15 BASTIANEL AMALIA COMUNE SUSEGANA
16 DE MARTIN ALESSANDRA COMUNE SAN VENDEMIANO
17 BALLIANA LORIS COMUNE CONEGLIANO
18 ZUDDAS CARMEN COMUNE CONEGLIANO
19 TRAETTA VINCENZO COMUNE CAPPELLA MAGGIORE
20 BERNARDI LORIS COMUNE REVINE LAGO
21 DE GIROLAMI FEDERICA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
22 PAGOTTO PAOLA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
23 FEDERICA SALATIN COOPERATIVA CENTRO SERVIZI ASSOCIATI
24 ZAGO MARIA CRISTINA THAUMA CSRL
25 PELLIZZARI SARA THAUMA CSRL
27 FAVARO MICHELA ASSOCIAZIONE DIPENDE
28 LA ROCCA MARIO COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO SINISTRA PIAVE
29 DON PIERPAOLO
DIOCESI DI VITTORIO VENETO
BAZZICHETTO
30 VAGLIERI UBALDO E
DIOCESI DI VITTORIO VENETO
BRUNELLA
31 CORREANI FELICETTA CGIL

N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
32 ROSADA ANTONELLA ISTITUTO COMPRENSIVO SANTA LUCIA DI PIAVE
33 SIMONETTI UMBERTO SERVIZI ULSS 7
34 PRIZZON CARMEN SERVIZI ULSS 7
35 NARDIN BRUNO SERVIZI ULSS 7
36 CUCINATO CRISTINA SERVIZI ULSS 7

Gruppo
DIPENDENZE
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 MAZZUCCO EDOARDO FORUM GIOVANI
2 ROSSETTO DANIELE ASSOCIAZIONE ANCORA
3 ARALDI GIANFRANCO CARITAS DIOCESANA
4 SEGATA MARIANGELA CEIS BELLUNO
5 BECAGLI ALESSANDRO COMUNITA’ GIOVANILE
6 SALSA CRISTINA ASSOCIAZIONE DIPENDE
7 ANDREONI EMANUELA ASSOCIAZIONE PICCOLA COMUNITA’ ONLUS
8 FAGNOL ANNA CARLA COMUNE VAZZOLA
9 DA RONCH MARIAPIA COMUNE VITTORIO VENETO
10 COLMELLERE ANGELA COMUNE MIANE
11 SARTORATO LUCA CONSORZIO PROVINCIALE INTESA
12 PAGOTTO PAOLA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
13 PILLOT TATIANA COOPERATIVA NONCELLO
14 NAPOLETANO MARCO THAUMA CSRL
15 ZAGO MARIA CRISTINA THAUMA CSRL
16 REDIO FRANCA CISL
17 DAL CIN MAURIZIA ISSIS DA COLLO
18 CAPUANI MARCO SERVIZI ULSS 7
19 LICCI ANNUNZIATA SERVIZI ULSS 7
20 CENEDESE CARLO SERVIZI ULSS 7
21 MAGRO ISABELLA SERVIZI ULSS 7
22 CLORINDA PAOLIN SERVIZI ULSS 7
23 CRISTOFOLI MILA COMUNE SAN VENDEMIANO

Gruppo
DISABILITA’
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 DANTOMIO GIOVANNI FORUM GIOVANI
2 ANDREETTA PAOLA ASSOCIAZIONE LA NOSTRAV FAMIGLIA
3 DE BIASI MARIA ASSOCIAZIONE SERGIO PICCIN
4 ROMOLO ROMANO ASSOCIAZIONE A.I.P.D.
5 TERMANINI LUIGI ASSOCIAZIONE ANGSA TREVISO-SINISTRA PIAVE
6 MIOTTO RICCARDO COOPERATIVA NOI
7 ROSSATO ROBERTO COOPERATIVA NOI
8 MARCER OSCAR ASSOCIAZIONE FABRIZIO VIEZZER
9 DI RIENZO MAURA ASSOCIAZIONE UICI
10 TONON TIZIANA ISTITUTO CESANA MALANOTTI
11 FRASSINELLI VALENTINA COMUNE ORSAGO
12 BIZ FRANCESCA COMUNE ORSAGO
13 DE VIDO ANDREA COMUNE VAZZOLA
14 CELANTE NATASCIA COMUNE CODOGNE’
15 CORAZZIN LORELLA COOPERATIVA FENDERL
16 CAIS LUISA COOPERATIVA INSIEME SI PU0’
17 DAL MAS FEDERICA COOPERATIVA FAI
18 FURLAN LARA ASSOCIAZIONE ANGSA
19 BELLOTTO FENIA COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI DISABILITA’ ULSS 7
20 MULOTTO DINO COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI DISABILITA’ ULSS 7
21 CREMASCO ANGELO COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI DISABILITA’ ULSS 7
22 TERRASAN VITTORIO COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI DISABILITA’ ULSS 7
23 CASATI GIGLIOLA ASSOCIAZIONE LA NOSTRA FAMIGLIA
24 DONADEL CARLO FONDAZIONE PICCOLO RIFUGIO
25 BRAIDO FRANCA ISA MUNARI
26 TOMASELLA RENATO ISTITUTO COMPRENSIVO SARMEDE
27 CARRER ANGELO ISTITUTO COMPRENSIVO VAZZOLA
28 MARIN CINZIA SERVIZI ULSS 7
29 MOLIN RESI PATRIZIA SERVIZI ULSS 7
30 PASIN FLAVIA SERVIZI ULSS 7

N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
31 VESCOVI PAOLA SERVIZI ULSS 7
32 BASTASIN ROSA SERVIZI ULSS 7
33 GIANDON CRISTINA SERVIZI ULSS 7
34 BRESSAN LUISELLA SERVIZI ULSS 7
35 FANTINEL MATTEO SERVIZI ULSS 7
36 ROSSI MARINELLA SERVIZI ULSS 7
37 DALLA CA STEFANO ASSOCIAZIONE HOPE

Gruppo
GIOVANI/ADOLESCENZA
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 CASAGRANDE MARTINA FORUM GIOVANI
2 URBAN SANDRO FORUM GIOVANI
3 ZANIN GIANCARLO ASSOCIAZIONE LA PORTA ONLUS
4 SOLDAN FABIO ASSOCIAZIONE LA VOCE
5 CAROSI MARINA ASSOCIAZIONE ANCORA
6 DON PAOLO CESTER ASSOCIAZIONE NOI
7 FADIN AMEDEO ASSOCIAZIONE SERVITIUM
8 SEGAT MARIANGELA CEIS BELLUNO
9 FRASSETTO CHIARA COMUNITA’ GIOVANILE
10 BIZ FRANCESCA COMUNE ORSAGO
11 DA RONCH MARIAPIA COMUNE VITTORIO VENETO
12 ZANCHETTA RENZO COMUNE SAN VENDEMIANO
13 MUSSONI ANGELO CONSORZIO PROVINCIALE INTESA
14 ROVEDA DARIO COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
15 CESCA SERENA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
16 PILLOT TATIANA COOPERATIVA NONCELLO
17 GAVA ROBERTA THAUMA CSRL
18 CASAGRANDE ROSSELLA THAUMA CSRL
19 GAVA ROBERTA THAUMA CSRL
20 GRANDO CHIARA THAUMA CSRL
21 MAZZER GUGLIELMO THAUMA CSRL
22 GALLINA GIORGIO COOPERATIVA UNA CASA PE L’UOMO
23 VETTORELLO NADIA COOPERATIVA UNA CASA PER L’UOMO
24 GRILLO GIOVANNI COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO SINISTRA PIAVE
25 DON FABIO SOLDAN DIOCESI VITTORIO VENETO
26 CORREANI FELICETTA CGIL
27 MASULLO ANTONELLA PROVINCIA TREVISO
28 ZUCCATO LAURA PROVINCIA TREVISO
29 BRUGNERA PAOLO CTI V.V.
30 CORUBOLO ROBERTO SERVIZI ULSS 7

N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
31 PAGOTTO SILVIA SERVIZI ULSS 7
32 D’INCECCO EVA SERVIZI ULSS 7

Gruppo
PERSONE ANZIANE
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 DAL COL LORENZO FORUM GIOVANI
2 SACCHET CHIARA FORUM GIOVANI
3 CAPRARO PAOLA FORUM GIOVANI
4 FORGIONE ANDREA ASSOCIAZIONE AUSER VOLONTARIATO
5 CHECCHIN NANDO CARITAS
6
VALOT PIAZZA AURORA
MITRIONE
ASSOCIAZIONE SAN VINCENZO DE PAOLI
7 CAPPELLI ROBERTO CASA DI RIPOSO F. FENZI
8 FADEL SIMONA CASA DI RIPOSO SAN PIO X
9 SALLEMI GIOVANNI CASA DI RIPOSO VILLA BIANCA
10 BUOSI SERANA CASA DI RIPOSO VILLA BIANCA
11 DAL BEN DANIELE CASA DI SOGGIORNO FRATELLI MOZZETTI
12 ELISA FRASSI CASA DI SOGGIORNO FRATELLI MOZZETTI
13 CIMETTA GINO FONDAZIONE MARIA ROSSI ONLUS
14 MENEGHIN MICHELA FONDAZIONE DE LOZZO-DALTO
15 CHIES ANNAMARIA FONDAZIONE MARIA ROSSI ONLUS
16 BORDIN ODETTA FONDAZIONE CASA PER ANZIANI
17 LICINI PAOLA FONDAZIONE CASA PER ANZIANI
18 SACCON EZIO FONDAZIONE SANTA AUGUSTA ONLUS
19 VENTURINO MAURIZIO ISTITUTO CESANA MALANOTTI
20 ANDREETTA FLAVIA ISTITUTO CESANA MALANOTTI
21 DE STEFANI MONIA ISTITUTO PADRE PIO
22 BOCCHI ALBERTO ISTITUTO PADRE PIO
23 ALICE DE COPPI ISTITUTO PADRE PIO
24 FREZZA EDDI RSA SAN GIUSEPPE
25 DE MARTIN ALESSANDRA COMUNE SAN VENDEMINANO
26 DORIGO CHIARA COMUNE CISON DI VALMARENO
27 BUSIOL LAURA COMUNE CODOGNE’
28 DAL VECCHIO FRANCESCA COMUNE REFRONTOLO
29 TRENTIN LAURA COMUNE SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA
30 ANDREATTA MARIA RITA COMUNE VITTORIO VENETO

N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
31 PIZZOL CARMELO COMUNE SARMEDE
32 PIANCA SPINADIN MARIKA COMUNE CONEGLIANO
33 ZARDET BATTISTA COMUNE REVINE LAGO
34 BENINATTO GIOVANNI COOPERATIVA INSIEME SI PU0’
35 DE GIROLAMI FEDERICA COOPEARTIVA INSIEME SI PUO’
36 MILANESE GIANCARLO COOPEARTIVA CENTRO SERVIZI ASSOCIATI
37 GRANDO CHIARA THAUMA CSRL
38 GAVA ROBERTA THAUMA CSRL
39 SCHIAVON GIOVANNI COOPERATIVA VISION
CLAUDIO
40 ARCOBELLI SEVERINO ASSOCIAZIONE AMICI PIAZZONI
41 DAL VECCHIO RAFFAELLA ASSOXIAZIONE MEDI@ETA’
42 BELLOTTO OTTAVIANO CGIL
43 BORDIGNON ZULEMA CGIL
44 BARO GIANNI CISL
45 ANTONIAZZI MAURO SERVIZI ULSS 7
46 SERNAGIOTTO FABRIZIO SERVIZI ULSS 7
47 MORETTO FRANCO SERVIZI ULSS 7

Gruppo
SALUTE MENTALE
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 CASAGRANDE SIMONE FORUM GIOVANI
2 DELLA COLLETTA GIORGIO ASSOCIAZIONE AITSAM
3 DA ROIT TULLIO ASSOCIAZIONE AITSAM
4 FAVERO SIMONE COMUNE FARRA DI SOLIGO
5 VENDRAME MARIO COOPERATIVA I TIGLI 2
6 ZORZETTO SANDRA COOPERATIVA I TIGLI 2
7 DURANTE MARIA COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
8 STELLA GIOVANNI COOPERATIVA ISIEME SI PUO’
9 PILLOT TATIANA COOPERATIVA NONCELLO
10 DE NARDI MARIA ASSOCIAZIONE PSICHE 2000
11 PICCIN FIORENZO ASSOCIAZIONE PSICHE 2000
12 ANTIGA DANIELE CGIL
13 SIMONETTI UMBERTO SERVIZI ULSS 7
14 LUCCHETTA ALESSANDRA SERVIZI ULSS 7
15 PERINI GIULIA SERVIZI ULSS 7
16 MONARI TIBERIO SERVIZI ULSS 7
17 ROSSI MARIA SERVIZI ULSS 7
18 MATRANGA MANLIO SERVIZI ULSS 7
19 PEREZ FRANCESCO SERVIZI ULSS 7
20 GEATTI SANDRO SERVIZI ULSS 7
21 SAL PICCOL CLAUDIA SERVIZI ULSS 7

Gruppo
IMMIGRAZIONE/INTERCULTURALITA’
N. COGNOME E NOME ENTE DI APPARTENENZA
1 MUSAJ FATMIRA ASSOCIAZIONE AFIN
2 CAPRARO TERESA ASSOCIAZIONE AFIN
3 ILLIC SANJA ASSOCIAZIONE MONDO INSIEME
4 SOSSAI MARCO ASSOCIAZIONE NOI
5 CATTAI MARA CARITAS
6 WEDAM SANDRO CARITAS
7 DE CONTO ORNELLA CARITAS
8 PIAI CECILIA CARITAS
9 BONOTTO GIOVANNI COMUNE VAZZOLA
10 BOSCARATTO SARA COMUNE VITTORIO VENETO
11 MARIAN FRANCESCA COMUNE FOLLINA
12 GRANZIERA OSCAR COOPERATIVA INSIEME SI PUO’
13 BUSO CRISTIANA COOPERATIVA INSIEME SI PU0’
14 MILANESE GIANCARLO COOPERATIVA CENTRO SERVIZI ASSOCIATI
15 NAPOLETANO MARCO THAUMA CSRL
16 GRANDO CHIARA THAUMA CSRL
17 CECILIAN GIOVANNI COOPERATIVA UNA CASA PER L’UOMO
18 GALLINA GIORGIO COOPERATIVA UNA CASA PE L’UOMO
19 DARJI HANA CGIL
20 BELLOTTO OTTAVIO CGIL
21 MARCUZZO FRANCO CISL
22 ARTUSO SETFANIA CTI V.V.
23 RIGO PAOLO CTI V.V.
24 PAOLETTI MARIA SERVIZI ULSS 7
25 SANTARCANGELO GIULIA SERVIZI ULSS 7

Conferenza dei Sindaci
ACCORDO DI PROGRAMMA
per l’attuazione del Piano di zona 2011 / 2015
Premesso
- che il Decreto Legislativo 30.12.1992. n. 502, con le successive modificazioni ed integrazioni, recante norme per
il riordino della disciplina in materia sanitaria, ha introdotto importanti cambiamenti nelle organizzazioni dei
servizi socio – sanitari, indicando nella Conferenza dei Sindaci l’ambito rappresentativo degli interessi delle
comunità locali in materia socio- sanitaria;
- che , secondo quanto disposto dalla L.R. 14.9.1994 n.. 56 recante “Norme e principi per il riordino del servizio
sanitario regionale in attuazione del D.lgs. 502/1992”, i Comuni partecipano al processo di programma socio –
sanitaria regionale mediante l’elaborazione del Piano di zona dei servizi alla persona e alla comunità da parte
della Conferenza dei Sindaci;
- che da L.R. 56/94 conferma il riparto delle competenze tra Unità Locale Socio Sanitaria e i Comuni in materia di
attività socio-sanitarie e socio-assistenziali;
- che la L.R. 3.2.1996, n.5 “Piano Socio- Sanitario regionale per il triennio 1996/1998 all’art. 4 individua i seguenti
strumenti per la gestione unitaria dei servizi sociali e socio sanitari in ambiti territoriali omogenei, che vengono
individuati nei distretti: la delega da parte dei comuni della gestione dei servizi alle Unità Locali Socio-
Sanitarie o, in alternativa, la stipula di accordi di programma tra gli enti interessati. Tali deleghe o accordi
vengono decisi e stipulati sulla base dei contenuti del Piano di zona, in relazione alle convenzioni già adottate
in ambito distrettuale tra i comuni. Per i comuni il Piano di zona rappresenta la possibilità concreta di incidere
attivamente sull’organizzazione complessiva dei servizi alla persona e sulla destinazione delle risorse
utilizzabili per le attività sociosanitarie del territorio, formulando, anche nei confronti dell’azienda Unità Locale
Socio Sanitaria, richieste precise di impegno su obiettivi ed azioni concordate. La valorizzazione del ruolo
dell’ente locale viene, infatti, realizzata dalla legislazione, che attribuisce ai comuni una funzione strategica
rispetto all’intero processo programmatorio: il Piano di zona è promosso dai comuni (tramite la
Rappresentanza dei Sindaci) ed è approvato dalla Conferenza dei Sindaci dei comuni afferenti il territorio
dell’azienda Unità Locale Socio Sanitaria di riferimento;
- che la Legge n. 328 dell’8.11.2000 “Legge quadro per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e
servizi sociali”, all’art.19, prevede che i comuni associati a tutela dei diritti della popolazione d’intesa con le
aziende unità sanitarie locali, provvedono, nell’ambito delle risorse disponibili, ai sensi dell’art. 4, per gli
interventi sociali e socio-sanitari, secondo le indicazioni del piano regionale di cui all’articolo 18, comma sei, a
definire il Piano di zona, che individua:
a) gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la relativa
realizzazione;
b) le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di
qualità in relazione alle disposizioni regionali adottate ai sensi dell’articolo 8, comma 3, lettera h;
c) le forme di rivelazione dei dati nell’ambito del sistema informativo di cui all’art. 21;
d) le modalità per garantire l’integrazione tra i servizi e prestazioni;
e) le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con
particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria e della giustizia;
f) le modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti nell’ambito della
solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità di cui all’art 1, comma 4;
- che con la stessa Legge n. 328/2000 i piani di zona sono diventati il principale strumento della
programmazione sociale e deputati a perseguire i seguenti obiettivi: facilitare il governo e coordinamento
dell’integrazione sociosanitaria , promuovere una programmazione sociale in grado di coniugare strategie di
protezione con quelle di promozione;
1

- che il Piano di zona è finalizzato a:
a. promuovere una programmazione sociale integrata in grado di coniugare le strategie di protezione
con quelle di promozione del benessere dei cittadini;
b. favorire l’equità territoriale, sostenendo l’equilibrio nell’offerta dei servizi e promuovendo regolamenti
e comportamenti uniformi all’interno del territorio;
c. favorire lo sviluppo di un sistema di offerta in grado di cogliere l’evoluzione dei bisogni della
popolazione;
d. favorire la piena integrazione tra i soggetti pubblici e i soggetti del privato sociale interessati alla
costruzione del sistema integrato di interventi e servizi sociali;
e. sostenere e facilitare il governo dell’integrazione sociosanitaria;
- che la L.R. 11/2001 ribadisce che il Piano di zona è lo strumento primario di attuazione della rete dei servizi
sociali e dell’integrazione sociosanitaria;
- che la Regione del Veneto con la DGRV 3702 del 28 novembre 2006 definisce le Linee Guida per la
predisposizione dei Piani di zona;
- che la Regione del Veneto con delibere di Giunta n. 1809 del 16/06/2009 ha prorogato la validità del Piano di
zona 2007/2009; con DGRV n. 157 del26/01/2010 ha approvato le Linee Guida Regionali sui Piano di Zona;
con DGRV 2082 del 03/08/2010 ha approvato il Documento di indirizzo regionale e le Indicazioni per la
presentazione del documento Piano di zona 2011/2015;
- che con Decreto n. 108 del 25 maggio 2011 la Direzione Regionale della Direzione Servizi Sociali ha accertato la
congruità del Piano di zona 2011/2015 del territorio dell’Azienda Ulss 7 con le disposizioni regionali di cui alla
DGRV 2082/2010;
- che all’Accordo di programma, per assicurare l’adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie,
partecipano i soggetti pubblici di cui alla L. 328/2000, art. 1, comma 3 (comuni e aziende Unità Locale Socio
Sanitaria), nonché i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4 (privato sociale) e all’articolo 10 (IPAB) che
attraverso l’accreditamento o specifiche forme di concertazione, concorrono, anche con proprie risorse, alla
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsti nel piano;
- che la sottoscrizione del presente accordo è condizione necessaria per la messa a disposizione delle risorse
economiche così come deliberato dalla Conferenza dei Sindaci;
Ricordato
- che il presente Piano di zona è il risultato dell’attività concertata dei diversi soggetti territoriali coinvolti nei
Tavoli di area tematica ed è stato predisposto in coerenza con la normativa vigente e le Linee Guida regionali,
approvate con provvedimento n. 3702/2006, DGRV 157 del 26.01.2010 e DGRV n. 2802 del 3.08.2010;
- che la Regione del Veneto, con DGRV 157/2010 , ha disposto che l’adozione del Piano di zona debba
avvenire attraverso la sottoscrizione di apposito Accordo di Programma da parte della Conferenza dei
Sindaci, del Direttore Generale dell’Azienda Ulss e da eventuali altre istituzioni pubbliche interessate;
- che gli accordi di programma, le collaborazioni con Enti pubblici e soggetti privati vigenti alla data di
approvazione del presente Accordo, sono recepiti e rientrano nel presente Piano di zona 2011-2015,
mantenendo la loro validità fino alla scadenza naturale;
- Fanno parte integrante del Piano di zona 2011/2015 i seguenti Allegati:
1. Documento Gruppo di lavoro Area Vasta: “Problemi riabilitativo-terapeutici nella psicopatologia
dell’infanzia e dell’adolescenza”;
2. Atto di recepimento Linee Guida, Orientamenti e Linee di indirizzo (DGRV 2416/2008);
3. Atto di programmazione sullo sviluppo dei servizi di protezione e cura delle risorse accoglienti –
Biennio 2011/2012 (DGRV 2416/2008);
4. Piano Locale della Non Autosufficienza per la residenzialità 2011/2015;
5. Documento Gruppo di lavoro Area Vasta: “Organizzazione di una rete assistenziale per persone
affette da disturbo autistico”;
6. Documento Gruppo di lavoro Area Vasta: “Forme particolari e complesse di disabilità”.
2

TRA
L’UNITÀ LOCALE SOCIO SANITARIA n. 7 Pieve di Soligo, nella persona del Direttore Generale, dott. Angelo Del
Favero
I COMUNI del territorio dell’Unità Locale Socio Sanitaria n. 7 Pieve di Soligo, nella persona dei loro Sindaci:
E
Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Codognè, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina,
Fregona, Gaiarine, Godega S. Urbano, Mareno di Piave, Miane, Moriago della Battaglia, Orsago, Pieve di Soligo,
Refrontolo, Revine Lago, San Fior, S. Pietro di Feletto, S. Lucia di Piave, S. Vendemiano, Sarmede, Sernaglia della
Battaglia, Susegana, Tarzo, Vazzola, Vittorio Veneto;
Convengono
di impegnarsi, ognuno per la parte di rispettiva competenza, dando attuazione all’Accordo sottoscrivendo quanto
segue:
Art. 1 – Percorso di attivazione del Piano di zona 2011/2015
Il modello elaborato per la definizione del Piano di zona 2011 – 2015 ha confermato la definizione della struttura
organizzativa già patrimonio del precedente Piano di zona che vedeva:
- l' ORGANO DI GOVERNO POLITICO che ha una visione complessiva del Piano di zona ed è composto
dall’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e dalla Direzione Generale dell’Azienda Ulss che si avvale del Direttore dei
Servizi Sociali;
- il GRUPPO DI COORDINAMENTO (GC) che si occupa di seguire dal punto di vista tecnico e metodologico le attività
necessarie alla costruzione e gestione del Piano: presieduto dal Direttore Servizi Sociali e composto dai Referenti dei
tavoli tematici (Referenti Politici e Responsabili Tecnici di Area) e dal Responsabile dell’Ufficio di Piano;
- i TAVOLI TEMATICI che rappresentano l’articolazione organizzativa attraverso la quale si realizza il coinvolgimento
degli Attori del territorio e sono formati dai Referenti Politici e Responsabili Tecnici, dai diversi Attori del territorio e
specifici per Area di intervento.
Con l’incontro del 12 aprile 2010, la Conferenza dei Sindaci ha approfondito le linee guida regionali, di cui alla
DGRV 157/2010 e definito il percorso operativo.
La Conferenza dei Sindaci, in data 24 novembre 2010, ha proceduto all’esamina ed approvazione del Piano di
zona 2011/2015, approvato altresì con provvedimento Aziendale n. 1501 del 29 novembre 2010 e inviato alla Regione
del Veneto per il visto di congruità in data 30 novembre 2010.
Con Decreto n. 108 del 25 maggio 2011 la Direzione Regionale della Direzione Servizi Sociali ha accertato la
congruità del Piano di zona 2011/2015 del territorio dell’Azienda Ulss 7 con le disposizioni regionali di cui alla DGRV
2082/2010.
Nella seduta del 19 luglio 2011 la Conferenza dei Sindaci ha approvato il testo del presente Accordo di
programma per l’attuazione del Piano di zona 2011/2015 e con provvedimento n. 1044 del 24.08.2011 lo stesso è
stato approvato dall’Azienda Ulss 7.
Art. 2 - Finalità
Il Piano di zona è uno strumento per la programmazione dei servizi sociali e socio-sanitari di una comunità, in
coerenza con le linee di indirizzo regionali, secondo i principi della responsabilizzazione, della
sussidiarietà e della partecipazione, includendo sia gli interventi consolidati, sia le azioni di potenziamento e di
innovazione promosse.
Il Piano di zona:
- favorisce la formazione dei sistemi locali di intervento fondati su servizi e prestazioni complementari
e flessibili, stimolando in particolare le risorse locali di solidarietà e di aiuto, nonché a
responsabilizzare cittadini nella programmazione e nella verifica dei servizi;
- favorisce e promuove la corresponsabilità di quanti, soggetti istituzionali e non, vengono coinvolti
nell’organizzazione dei servizi e nella fruizione degli stessi per la gestione concertata delle risorse
anche finanziarie;
3

- definisce i criteri di ripartizione della spesa a carico di ciascun comune, dell’Azienda unità locale
socio sanitaria e degli altri soggetti firmatari dell’accordo, prevedendo anche risorse vincolate per il
raggiungimento di particolari obiettivi;
- monitora l’analisi dell’evoluzione qualitativa e quantitativa dei bisogni della popolazione (consolidati
ed emergenti) per definire e sviluppare l livelli essenziali di assistenza nel territorio.
Il Piano di zona individua:
- bisogni, priorità e linee di sviluppo delle politiche sociali e sociosanitarie locali per ogni singola Area di
intervento;
- specifiche azioni di mantenimento, potenziamento/riconversione, di innovazione;
- modalità di raccordo fra le attività sociosanitarie delle Unità Locale Socio Sanitaria e le attività socioassistenziali
dei comuni;
- strategie di integrazione su obiettivi comuni fra i soggetti pubblici, fra questi, i soggetti del privato sociale
e le espressioni organizzate della comunità locale;
- forme di controllo e di verifica delle spese e di responsabilizzazione sui risultati raggiunti;
- forme di collaborazione e di raccordo fra il pubblico e il privato;
- soluzioni organizzative e gestionali flessibili e innovative;
- ottimale utilizzo e valorizzazione delle risorse disponibili;
- modalità innovative di attivazione di risorse pubbliche e private;
- forme di monitoraggio e verifica sull’andamento e stato di attuazione del Piano.
Art. 3 - Soggetti coinvolti
La realizzazione del Piano di zona 2011 / 2015 vede coinvolti i 28 Comuni del territorio, l’Azienda Ulss 7, la
Provincia, la Scuola, le organizzazioni del volontariato e del privato sociale, le cooperative sociali, le associazioni, il
Mondo della Chiesa, le Ipab al fine di promuovere una mobilitazione, non solo degli organi istituzionali, ma anche
della società civile più ampia e rappresentativa dell’ambito locale di riferimento.
Art. 4 – Campo di applicazione dell’Accordo
Con la sottoscrizione dell’Accordo per il Piano di zona 2011 / 2015 si intendono avviare e sostenere specifiche
azioni progettuali individuate tenendo conto delle priorità emerse dai dati rilevati all’interno di ogni gruppo di lavoro
relativo alle singole Aree tematiche. Le Aree di intervento considerate sono le seguenti: Infanzia/Minori,
Adolescenza/Giovani, Famiglia, Persone Anziane, Persone con disabilità, Salute Mentale, Dipendenze, Marginalità e
inclusione sociale, Immigrazione/Interculturalità, Trasversale.
All’interno di ogni Area sono definiti: il soggetto referente politico dell’Area, il soggetto responsabile tecnico
dell’Area, il responsabile tecnico per ogni singola progettualità, i soggetti a vario titolo coinvolti per la realizzazione
delle azioni/interventi, la spesa e la risorsa finanziaria prevista, i destinatari dell’intervento, la tipologia dell’intervento.
Art. 5 - Impegni dei Soggetti firmatari
Le parti stipulanti l’Accordo si impegnano reciprocamente, singolarmente e solidarmente, ad attuare le
strategie contenute nel Piano e si impegnano a compiere ogni azione necessaria alla realizzazione dei singoli
progetti/azioni, anche in collaborazione con: Cooperative sociali, Associazioni di Volontariato, Organizzazioni sindacali,
Fondazioni, Onlus, Ipab, Enti no profit e profit.
La Conferenza dei Sindaci e l’Azienda Ulss 7 riconoscono ed agevolano la partecipazione degli organismi
della cooperazione, delle associazioni e degli enti di promozione sociale, delle organizzazioni di volontariato, delle
Fondazioni, degli enti privati accreditati, delle organizzazioni sindacali, delle confessioni religiose.
Gli Enti che sottoscrivono l’Accordo si impegnano a partecipare, attraverso i propri delegati, agli incontri e
attività programmate per il monitoraggio e la verifica del Piano, attraverso la partecipazione ai gruppi di monitoraggio
costituiti per ogni Area di intervento, e ad attuare le strategie contenute nel Piano di zona 2011/2015, approvato dalla
Conferenza dei Sindaci nella seduta del 24.11.2010 e costruito attraverso l’adesione al Documento di indirizzo
Regionale per la presentazione del documento “Piano di zona 2011/2015” di cui alla DGRV n. 2082 del 3 agosto 2010
(Allegati A e B).
4

L’Azienda Ulss 7 si impegna, attraverso i propri uffici e Servizi a:
- recepire i contenuti del presente Piano di zona 2011 / 2015 ai sensi del decreto leg. N.229/99 e della
legge 328/2000, inserendoli nel Piano Attuativo Locale Aziendale (PAL);
- concorrere alla realizzazione delle azioni progettuali a favore dei destinatari come previsto all’interno
delle specifiche progettualità.
I Comuni del territorio di competenza si impegnano, attraverso i propri uffici e Servizi a:
- approvare il presente Accordo di programma;
- concorrere alla realizzazione delle azioni progettuali a favore dei destinatari come previsto all’interno
delle specifiche progettualità.
Gli oneri per la pubblicazione dell’accordo al BUR del Veneto saranno suddivisi tra i 28 comuni della zona, in
proporzione al numero degli abitanti (art. 5 comma 6 della L.R. n. 56/1994).
Art. 6 - Destinatari
Destinatari del presente accordo di programma sono i cittadini e le famiglie residenti nei Comuni del territorio
dell’Azienda Ulss 7 che hanno sottoscritto il presente Accordo.
Art. 7 - Risorse
Considerata la dimensione quinquennale della progettualità del Piano di zona 2011 / 2015, la definizione dei
finanziamenti sui singoli progetti verrà confermata annualmente dalla Conferenza dei Sindaci e dall’Azienda Ulss 7
sulla base della disponibilità finanziaria che costituisce la base economica per la realizzazione degli interventi (fondo
sanitario regionale, fondo sociale regionale, finanziamenti comunali, statali, risorse del privato sociale).
Art. 8 – Monitoraggio, verifica e valutazione del Piano zona
Il monitoraggio e la verifica sullo stato di attuazione del Piano di zona viene svolta, attraverso l’Ufficio di Piano
dell’Ulss 7 (strumento operativo di competenza tecnica a disposizione dei diversi soggetti coinvolti nella realizzazione
del Piano), a livello locale/territoriale attraverso gli incontri dei Gruppi di monitoraggio per singola Area di intervento
composti da: Referente politico, Responsabile tecnico, Responsabile/i di singolo progetto, Rappresentanti tecnici delle
Amministrazioni Comunali, Rappresentanti di altri Enti/Volontariato/Fondazioni.
Tutti i succitati componenti i diversi Gruppi di monitoraggio sono nominati in seno alla Conferenza dei Sindaci.
Annualmente sarà stilata una Relazione Valutativo-previsionale, da parte del Direttore dei Servizi Sociali
dell’Azienda Ulss 7 (L.R. 5/96, Art. 5 - comma 1), contenente i dati aggiornati relativi alle Unità di Offerta del territorio,
alle azioni attivate in ambito locale realizzate nell’anno precedente, eventuali azioni correttive e i dati riferiti al piano di
intervento per l’anno successivo. da trasmettere alla Regione del Veneto/Direzione Regionale dei Servizi Sociali,
previo parere da parte della Conferenza dei Sindaci.
La Relazione Valutativo-previsionale, che conterrà anche l’andamento dell’implementazione delle azioni insite
nei progetti, i risultati raggiunti e le criticità incontrate, sarà illustrata annualmente alla Conferenza dei Sindaci avviando
così un costante rapporto dinamico di informazione-collaborazione-verifica fra l’ambito più politico e quello più
propriamente tecnico.
La verifica sullo stato di attuazione del Piano di zona è effettuata dall’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e
dalla Direzione Generale dell’Azienda Ulss che si avvale del Direttore dei Servizi Sociali.
E’ quindi cura della Conferenza, in collaborazione con il Direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss 7, promuovere
momenti di confronto e di verifica dei contenuti progettuali al fine di rendere il piano stesso uno strumento di
programmazione attivo ed efficace, avvalendosi dell’Ufficio di Piano quale struttura operativa di coordinamento
dell’intero percorso tecnico ed organizzativo per la realizzazione del Piano.
Art. 9 - Durata dell’accordo
Gli Enti interessati, condiviso il Piano di zona 2011/2015, stipulano il presente Accordo di programma per l’intero
territorio dell’Azienda Ulss 7 il quale ha validità per il quinquennio 2011/2015 e rimarrà comunque efficace fino
all’entrata in vigore del Piano successivo. Durante il periodo di vigenza del Piano di Zona è fatta salva la possibilità di
procedere all’adozione di modifiche dello stesso, nonché delle disposizioni di cui al presente atto.
.
Art. 10 - Collegio di vigilanza
La vigilanza sull’esecuzione del presente accordo di programma sarà svolto da un Collegio composto
dall’Esecutivo dei Sindaci dell’Azienda Ulss 7 e dal Direttore dei Servizi Sociali dell’Azienda Ulss. Il Collegio è
presieduto dal Presidente della Conferenza dei Sindaci o suo delegato. Al Collegio di vigilanza sono attribuiti poteri
5

sostitutivi in caso di inadempienza di una delle parti stipulanti. Il Collegio è validamente costituito con la presenza del
Direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss e di almeno cinque Comuni.
Art. 11 - Controversie
Eventuali controversie derivanti dall’applicazione del presente accordo saranno devolute alla Conferenza dei
Sindaci o, su richiesta di una delle parti, ad un collegio arbitrale composto da tre membri di cui uno scelto dal
richiedente, uno dalla parte opponente ed il terzo di comune accordo o, in mancanza, dalla Regione Veneto.
Art. 12 - Diffusione e pubblicazione
A cura dei soggetti contraenti, saranno promossi incontri con il personale dei rispettivi servizi, finalizzati alla
illustrazione, diffusione dei contenuti del presente Accordo.
Analoga iniziativa sarà attivata, da parte del Presidente della Conferenza dei Sindaci e della Direzione Servizi
Sociali dell’Ulss, presso le associazioni, i gruppi di volontariato, cooperative sociali, parrocchie, ONLUS, privato
sociale, altri enti ed istituzioni interessati all’iniziativa e/o ai vari progetti.
Una informativa sarà inoltre rivolta a tutta la cittadinanza, per la diffusione dei contenuti di Piano e del
presente accordo.
Art. 13 - Disposizioni finali
Per quanto non contemplato dal presente Accordo di programma, si fa rinvio al testo di documento Piano di
zona 2011/2015 e alle disposizioni nazionali e regionali in materia.
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