Lezione Fisiologia Umana 16-04-2012 - Omero

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16.01.2015 Views

CIRCUITI CORTICALI Cell. stellata Le cellule della corteccia sono organizzate in moduli. All’interno di ogni modulo esistono dei circuiti che permettono la trasmissione dalle cellule stellate dello strato IV (che ricevono le afferenze talamiche nel caso di corteccie sensoriali) ai neuroni piramidali dello strato III e V . Cell. piramidale Le afferenze di tipo associativo (tramite fibre callosali) innervano invece principalmente neuroni degli strati più superficiali. Interneuroni inibitori (cellule a canestro) permettono di delimitare funzionalmente i moduli.

CIRCUITI CORTICALI<br />

Cell. stellata<br />

Le cellule della corteccia sono<br />

organizzate in moduli. All’interno di<br />

ogni modulo esistono dei circuiti che<br />

permettono la trasmissione dalle<br />

cellule stellate dello strato IV (che<br />

ricevono le afferenze talamiche nel<br />

caso di corteccie sensoriali) ai neuroni<br />

piramidali dello strato III e V .<br />

Cell. piramidale<br />

Le afferenze di tipo associativo (tramite<br />

fibre callosali) innervano invece<br />

principalmente neuroni degli strati più<br />

superficiali. Interneuroni inibitori (cellule<br />

a canestro) permettono di delimitare<br />

funzionalmente i moduli.


ORIGINE DEL SEGNALE EEG<br />

L’ampiezza del segnale EEG é data dal prodotto tra I (corrente sinaptica) e<br />

Re (resistenza extracellulare). Il segnale generato é quindi di ampiezza<br />

ridotta rispetto al segnale sinaptico il cui valore é dato dal prodotto tra I e<br />

Rm (resistenza di membrana).<br />

La propagazione del segnale sinaptico genera in ogni cellula un campo<br />

elettrico, che essendo descritto da un vettore ha intensità, direzione e<br />

verso. Solo quando i vettori hanno la stessa direzione si sommeranno per<br />

generare un segnale risultante non nullo.<br />

La direzione del campo dipende dall’orientamento dell’albero<br />

dendritico. Nel caso delle cellule piramidali i vettori sono paralleli e<br />

quindi si sommano. Nel caso delle cellule stellate, data la loro<br />

simmetria radiale il loro campo elettrico risultante è nullo.


IL POTENZIALE GENERATO DA UN DIPOLO<br />

Solo segnali sincroni si sommano ed il<br />

segnale EEG risulta dalla somma di tanti<br />

campi elettrici generati in maniera<br />

sincrona. I segnali sincroni sono quelli<br />

sinaptici (lenti) e non i potenziali d’azione<br />

(veloci).<br />

Una eccezione a questo principio si ha nel caso di scariche sincrone di potenziali<br />

d’azione (si verificano nel caso di attacchi epilettici).


IL TRONCO DELL’ENCEFALO CONTROLLA L’ATTIVITA’ DEI NEURONI CORTICALI<br />

ENCEFALO ISOLATO: NORMALE<br />

RITMO SONNO-VEGLIA<br />

SEZIONE MEDIO<br />

PONTINA:<br />

PTB<br />

CERVELLO ISOLATO: SONNO<br />

CONTINUO


IL RITMO SONNO VEGLIA DIPENDE DALL’ATTIVITA’ DI 2 CENTRI NERVOSI<br />

-<br />

CENTRO BULBARE DEL<br />

SONNO<br />

(INIBISCE IL<br />

CENTRO<br />

PONTINO)<br />

CENTRO PONTINO DELLA<br />

VEGLIA<br />

LA PERFUSIONE SELETTIVA DEL BULBO (CENTRO DEL SONNO)<br />

CON SOLUZIONE SALINA CONTENENTE UN BARBITURICO<br />

CAUSA IL RISVEGLIO DELL’ANIMALE ADDORMENTATO. QUESTO<br />

INDICA CHE L’ATTIVITA’ DEL CENTRO BULBARE E’ NECESSARIA<br />

PER INDURRE IL SONNO. QUINDI IL SONNO E’ A TUTTI GLI<br />

EFFETTI UN FENOMENO ATTIVO E NON UN FENOMENO<br />

PASSIVO GENERATO DALL’ASSENZA DI STIMOLI SENSORIALI.


EFFETTO DEI BARBITURICI SULLA DURATA E SULLA STRUTTURA DEL SONNO


DIDASCALIA. Le cellule gangliari fotosensibili della retina (blu) rilevano le<br />

variazioni cicliche dell’intensità luminosa e i loro assoni formano<br />

connessioni con il nucleo soprachiasmatico (SCN), il principale orologio<br />

biologico interno dell’organismo. SCN influenza l’attività del ganglio<br />

cervicale superiore (SCG), il quale controlla la produzione ciclica, secondo<br />

un ritmo di circa 24 ore (circadiano), della melatonina da parte della<br />

ghiandola pineale (P). Gli assoni delle cellule gangliari fotosensibili<br />

mandano collaterali anche al nucleo olivare del pretetto (OPN) e tramite la<br />

proiezioni dal OPN al nucleo di Edinger-Westhphal (EW). E’ questa la<br />

ragione per cui un certo grado di controllo del diametro pupillare è<br />

presente anche quando i fotorecettori sono degenerati.

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