15.01.2015 Views

Il paziente oncologico - Acta Bio Medica Atenei Parmensis

Il paziente oncologico - Acta Bio Medica Atenei Parmensis

Il paziente oncologico - Acta Bio Medica Atenei Parmensis

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

2 G. Madeddu<br />

tre 10 anni e di non aver mai accettato di praticare la<br />

terapia antiretrovirale. <strong>Il</strong> <strong>paziente</strong> era classificabile come<br />

Grado 1 (riduzione dell’attività fisica ma gestibile<br />

in ambulatorio e capace di eseguire lavori leggeri o di<br />

natura sedentaria) secondo l’ECOG performance status.<br />

È stato, quindi, proseguito l’iter diagnostico con<br />

esecuzione di TC total body con m.d.c. che ha evidenziato<br />

una condizione di enfisema centrolobulare,<br />

marcata epatosplenomegalia e, a livello dell’ilo epatico,<br />

e in sede peripancreatica piccole tumefazioni linfonodali.<br />

La tomografia PET total body con 18F-FDG<br />

evidenziava un’ampia area di intenso accumulo del<br />

tracciante a livello del mascellare superiore di sinistra<br />

estendentesi medialmente ad interessare il palato duro<br />

oltre la linea mediana a destra e cranialmente la parete<br />

laterale del naso e della fossa nasale. Ulteriori aree<br />

di accumulo erano presenti a livello della regione alveolare<br />

mediana del corpo della mandibola destra e livello<br />

della parete posteriore paramediana destra del rinofaringe.<br />

Una modesta iperfissazione era evidenziabile<br />

a livello di adenopatie in parte confluenti a pacchetto<br />

in sede ascellare bilaterale, ilare epatica e peripancreatica.<br />

Alla biopsia osteomidollare si evidenziavano<br />

sezioni midollari ipercellulate con rappresentazione<br />

delle tre linee maturative e incremento delle forme<br />

plasmacellulari policlonali per catene leggere K e γ,<br />

quadro compatibile con plasmocitosi reattiva.<br />

I parametri immunovirologici erano CD4 = 224<br />

(14%), HIV RNA 2100 cp/ml mentre l’HCV RNA<br />

era di 9.100.000 U/L.<br />

In considerazione dell’urgenza di iniziare la chemioterapia<br />

antiblastica, era necessario un approccio<br />

multidisciplinare per poter affrontare correttamente<br />

tutte le problematiche presentate dal <strong>paziente</strong>, sia dal<br />

punto di vista neoplastico che dell’infezione da HIV e<br />

dell’abuso di sostanze.<br />

<strong>Il</strong> <strong>paziente</strong> è stato posto, dunque, su consulenza<br />

dei colleghi del SERD, in terapia con 30 mg di metadone<br />

cloridrato.<br />

In seguito alla verifica dell’aderenza alla terapia<br />

metadonica e la reale interruzione della tossicodipendenza<br />

attiva, è stata iniziata la cART con<br />

Lopinavir/r/Tenofovir/Emtricitabina con rapida negativizzazione<br />

della carica virale, iniziale recupero immunologico<br />

e senza segni di tossicità epatica o renale.<br />

Dopo aver iniziato profilassi con Fluconazolo e<br />

Trimetoprim-sulfametossazolo, il <strong>paziente</strong> è stato sottoposto,<br />

su consulenza dei colleghi dell’Ematologia<br />

dell’Università di Sassari, a chemioterapia antiblastica<br />

utilizzando il protocollo CHOP (Ciclofosfamide/<br />

Doxorubicina/Vincristina/Prednisone) da praticare<br />

ogni 14-21 giorni compatibilmente con le condizioni<br />

generali e i parametri ematologici del <strong>paziente</strong>.<br />

È stata, inoltre, iniziata profilassi della localizzazione<br />

a carico del SNC dapprima con Metotrexate e,<br />

in seguito con Citarabina liposomiale per via intratecale<br />

ogni 14 giorni con buona tollerabilità per il <strong>paziente</strong>.<br />

Dopo il primo ciclo di chemioterapia il <strong>paziente</strong><br />

ha presentato sintomi d’astinenza da oppiacei, motivo<br />

per cui il dosaggio del Metadone è stato aumentato a<br />

40 mg, die suddivisi in due somministrazioni con risoluzione<br />

della sintomatologia.<br />

<strong>Il</strong> <strong>paziente</strong>, tuttavia, nonostante la buona risposta<br />

clinica iniziale con notevole riduzione nella neoformazione<br />

non si presentava al ricovero per praticare il 3°<br />

ciclo di chemioterapia e si rendeva irreperibile per alcuni<br />

giorni. Si attivava, dunque, il servizio di assistenza<br />

domiciliare per pazienti con AIDS che prevede anche<br />

un supporto psicologico. <strong>Il</strong> <strong>paziente</strong>, dunque, ulteriormente<br />

motivato dall’equipe multidisciplinare, si<br />

convinceva a riprendere l’iter terapeutico e acconsentiva<br />

al ricovero.<br />

Dopo 4 cicli di CHOP è stata ottenuta una remissione<br />

completa con successivo consolidamento<br />

chemio e radioterapico.<br />

A distanza di oltre un anno dai primi sintomi<br />

correlati al linfoma il <strong>paziente</strong>, asintomatico, prosegue<br />

il trattamento antiretrovirale (Lopinavir/r è stato sostituito<br />

con Fosamprenavir/r per intolleranza gastrointestinale)<br />

con ottima risposta virologica e recupero immunologico.<br />

Discussione<br />

<strong>Il</strong> caso clinico da noi presentato evidenzia le problematiche<br />

della gestione di un <strong>paziente</strong> “difficile” con<br />

neoplasia AIDS correlata. Nel nostro caso all’infezione<br />

da HIV si aggiungevano la coinfezione con HCV e<br />

la tossicodipendenza attiva che avrebbero potuto infi-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!