2. - Clinica malattie apparato respiratorio
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I QUADERNI DELLA BPCO<br />
<strong>2.</strong> Alterazioni<br />
della meccanica ventilatoria<br />
Modificazioni dei volumi polmonari<br />
Riccardo Pellegrino<br />
CARATTERISTICHE STATICHE<br />
DEL SISTEMA RESPIRATORIO<br />
Le proprietà elastiche<br />
Parete toracica<br />
In condizioni di riposo a fine espirazione corrente<br />
(capacità funzionale residua, CFR), la parete toracica<br />
ha una pressione leggermente positiva, così<br />
che, se aperta, essa si distende per raggiungere il<br />
suo punto di equilibrio a circa il 60% della capacità<br />
polmonare totale (CPT) 1 (figura <strong>2.</strong>1). Per distenderla<br />
fino a CPT è necessario applicare una<br />
forza di altri 10 cm H 2 O sulla sua parete interna,<br />
mentre per comprimerla fino a volume residuo<br />
(VR) è necessario applicare una forza di circa 40-<br />
50 cm H 2 O sulla sua parete esterna. La sua funzione<br />
in corso di BPCO è trattata in una parte apposita<br />
di questo capitolo.<br />
100<br />
MEP<br />
MIP<br />
CPT<br />
75<br />
CV, %<br />
50<br />
25<br />
0<br />
–100<br />
L<br />
CW<br />
0 100<br />
Ptp, cmH 2 O<br />
CFR<br />
VR<br />
Figura <strong>2.</strong>1<br />
Curve pressione-volume quasi-statiche<br />
del polmone (L) e della gabbia toracica<br />
(CW) (linee continue) rapportate alle<br />
pressioni generate dai muscoli inspiratori<br />
ed espiratori durante sforzi massimali<br />
(MIP e MEP) (linee tratteggiate).<br />
Sull’asse verticale c’è il volume polmonare<br />
espresso in % della capacità vitale<br />
(CV) e sull’asse orizzontale c’è la pressione<br />
transpolmonare (Ptp). CPT è la<br />
capacità polmonare totale, CFR è la capacità<br />
funzionale residua e VR è il volume<br />
residuo. La CFR è il volume al<br />
quale la pressione elastica del polmone<br />
è uguale, ma di segno opposto alla pressione<br />
elastica della gabbia toracica.<br />
9
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Polmone<br />
La struttura elastica del tessuto polmonare rende<br />
possibile l’adattamento dinamico del polmone alle<br />
varie condizioni ambientali e patologiche. Funzionalmente,essa<br />
è valutata in termini di elastanza,cioè<br />
di pressione necessaria per produrre un certa variazione<br />
di volume polmonare 1,2 . La figura <strong>2.</strong>1 mostra<br />
come la pressione elastica necessaria per distendere<br />
il tessuto polmonare aumenti linearmente<br />
con l’aumentare del volume per i primi 2/3 della<br />
massima escursione,ma tende ad aumentare maggiormente<br />
per ogni variazione di volume nell’ultimo<br />
terzo, particolarmente quando la distensione<br />
diventa massimale. L’elevato aumento di pressione<br />
ad alti volumi polmonari è probabilmente dovuto<br />
allo stiramento del tessuto connettivale che tende<br />
a impedire la sovradistensione polmonare. I fattori<br />
che contribuiscono a rendere il polmone un organo<br />
elastico sono 2 : il surfattante alveolare, il tessuto<br />
connettivo-elastico dell’interstizio, bronchi e vasi e,<br />
infine, le cellule contrattili del polmone come gli<br />
anelli muscolari posti all’entrata degli alveoli e le<br />
cellule interstiziali di Kapancy 2 .<br />
La misura della pressione elastica del polmone si esegue<br />
con l’introduzione, nel terzo inferiore dell’esofago,<br />
di un piccolo sondino ricoperto da un palloncino di<br />
lattice nella sua parte terminale 3 .Poiché la pressione<br />
esofagea (Pes) riflette la pressione pleurica, la pressione<br />
elastica polmonare (o pressione transpolmonare,<br />
Ptp) è la differenza tra Pes e pressione alveolare,<br />
equivalente alla pressione alla bocca quando il flusso<br />
espiratorio è zero. Espressa in funzione del volume<br />
polmonare, essa permette di stimare la distensibilità<br />
del polmone nel range del volume corrente (compliance<br />
polmonare, C L ) (figura <strong>2.</strong>2). Nei giovani la C L è circa<br />
200 ml/cm H 2 O e aumenta con l’età fino a valori<br />
di 350 ml/cm H 2 O verso gli 80 anni, per la progressiva<br />
perdita di elasticità del tessuto. Un altro metodo<br />
semplice per valutare l’elasticità del polmone è<br />
la misura dei valori assoluti di Ptp a CPT e a valori<br />
inferiori (90%, 80%, 70%, 60% e 50% di CPT).<br />
Ruolo dell’elasticità del polmone<br />
nel soggetto sano<br />
L’elasticità polmonare è necessaria per generare il<br />
flusso espiratorio 4 ,regolare i volumi polmonari 1,5<br />
e mantenere, per mezzo della forza di interdipendenza,<br />
la pervietà delle vie aeree e dei vasi polmonari<br />
5 . Questo capitolo tratta unicamente della<br />
Volume, l<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
0<br />
10<br />
B<br />
Ptp, cmH 2 O<br />
Figura <strong>2.</strong>2<br />
Misura della compliance polmonare statica (C L ). La pendenza della<br />
retta che connette CRF e CFR + 0,5 l esprime la facilità del polmone<br />
a distendersi. Nel caso A (normale elasticità del polmone) 1 cm<br />
H 2 O può mobilizzare 200 ml di gas, mentre nel caso B (enfisema)<br />
la stessa pressione può spostare 500 ml di gas perché il polmone è<br />
flaccido e anelastico.<br />
regolazione dei volumi polmonari, mentre gli altri<br />
due processi sono trattati in altre parti di questo<br />
capitolo.<br />
4<br />
20<br />
1<br />
A<br />
0,5<br />
0,5<br />
I volumi polmonari statici<br />
I volumi polmonari più importanti (CFR, VR e<br />
CPT) sono regolati in base alle forze elastiche del<br />
sistema <strong>respiratorio</strong>.<br />
La CFR è il volume di gas contenuto nel polmone<br />
al termine dell’espirazione corrente e al quale la pressione<br />
dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong> è zero in condizioni<br />
di respiro tranquillo. In queste condizioni di equilibrio<br />
statico la pressione del polmone (circa 3 cm<br />
H 2 O) sarebbe tale da collassare il polmone stesso, se<br />
30<br />
10
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
non fosse controbilanciata da un’analoga pressione<br />
della parete toracica che mantiene così il polmone<br />
disteso (figura <strong>2.</strong>1) 1,5 .Poiché la ventilazione spontanea<br />
è continuamente modificata dalle attività richieste,anche<br />
la CFR varia consensualmente in virtù<br />
della contrazione dei muscoli espiratori. Per esempio,<br />
essa si riduce con il parlare, il cantare, il ridere,<br />
il camminare, il correre e altre attività simili, allo scopo<br />
di favorire e ottimizzare l’espansione del polmone<br />
necessaria alle relative attività. Un suo aumento,<br />
invece, si manifesta più frequentemente in corso di<br />
patologie dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong>, a eccezione delle<br />
<strong>malattie</strong> restrittive del polmone 6 .Nello spostamento<br />
dalla posizione seduta o eretta a quella supina,la<br />
CFR tende a ridursi consensualmente alla spinta<br />
degli organi della cavità addominale sul diaframma<br />
1 .Pertanto, in questa posizione la pressione elastica<br />
della parete toracica aumenta. Se questo fenomeno<br />
ha uno scarso rilievo nella vita normale di un<br />
soggetto sano, esso si dimostra critico nel paziente<br />
BPCO, perché la riduzione del volume polmonare<br />
si associa anche a una riduzione del calibro delle vie<br />
aeree già compromesse dalla malattia stessa.<br />
Il VR è il volume di gas che rimane nel polmone<br />
a seguito di un’espirazione massimale. Determinante<br />
nella sua misura è la capacità del soggetto<br />
di mantenere a lungo il tempo espiratorio senza<br />
interromperlo precocemente. Nel soggetto giovane<br />
e sano, il VR è determinato dalla forza dei<br />
muscoli espiratori necessaria per vincere l’elasticità<br />
della gabbia toracica e non dalla chiusura delle<br />
vie aeree (figura <strong>2.</strong>1) 7 . Con l’età, il VR aumenta<br />
non perché la forza dei muscoli espiratori si riduca,<br />
ma perché le vie aeree iniziano a chiudersi<br />
a un volume polmonare più elevato rispetto al soggetto<br />
giovane, a causa della naturale riduzione della<br />
pressione elastica del polmone sulla parete delle<br />
vie aeree 6 .<br />
La CPT è il volume di aria contenuto nel polmone<br />
alla fine di un’inspirazione massimale. I suoi determinanti<br />
meccanici sono la forza dei muscoli inspiratori<br />
e la tendenza retrattiva operata dalla pressione<br />
elastica del polmone (circa 30 cm H 2 O) e della<br />
gabbia toracica (circa 10 cm H 2 O) (figura <strong>2.</strong>1) 1,5 .<br />
Esistono altri volumi e capacità polmonari i cui<br />
estremi sono determinati dai suddetti tre volumi polmonari.<br />
Alcuni di questi assumono un’importanza<br />
fondamentale nell’ambito clinico (figura <strong>2.</strong>3). Per<br />
esempio, la capacità vitale (CV) (differenza tra CPT e<br />
VR) ha un ruolo di estremo interesse in quanto una<br />
sua riduzione è sempre sinonimo di patologia polmonare<br />
8,9 .Il volume corrente (V T ) è il volume mobilizzato<br />
durante un respiro tranquillo. I suoi estremi<br />
sono regolati dai meccanismi sopra menzionati per<br />
Volume, % di CPT<br />
120<br />
80<br />
40<br />
0<br />
CPT<br />
CFR<br />
RV<br />
N<br />
VRI<br />
CI<br />
V T<br />
VRE<br />
CV<br />
Tempo<br />
O<br />
R<br />
Figura <strong>2.</strong>3<br />
Rappresentazione schematica dei volumi<br />
e capacità polmonari in un soggetto<br />
normale (N). Da sinistra a destra sono<br />
rappresentati: la CPT (capacità polmonare<br />
totale), la CFR (capacità funzionale<br />
residua) e il VR (volume residuo);<br />
un tracciato spirografico (volume-tempo)<br />
durante respiro tranquillo, massima inspirazione<br />
e massima espirazione;nel riquadro<br />
il V T (volume corrente), i VRI e<br />
VRE (volumi di riserva inspiratoria ed<br />
espiratoria), la CI (capacità inspiratoria)<br />
e la CV (capacità vitale). Si noti che il<br />
rapporto tra VR e CPT è circa il 25%.<br />
Seguono due esempi tipici di riduzione<br />
della CV. Nel caso O (ostruzione delle<br />
vie aeree), la CV è ridotta a causa del<br />
marcato incremento di VR per chiusura<br />
delle vie aeree che è addirittura superiore<br />
a CFR del soggetto normale. CPT<br />
è leggermente aumentato. In tale caso<br />
VR/CPT è il 57%. Nel caso R (restrizione<br />
polmonare), anche se la CV è<br />
ridotta quanto nel caso O, CPT è il<br />
60% del valore del soggetto normale e<br />
VR/CPT è circa il 22%.<br />
11
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
la CFR e dall’interruzione dell’inspirazione a opera<br />
di stimoli nervosi che hanno origine dai recettori<br />
di stiramento polmonari. La sua misura durante<br />
respiro tranquillo è di scarsa utilità clinica e diagnostica,<br />
ma assume un notevole interesse nell’attività<br />
fisica, in quanto è in grado di dimostrare la presenza<br />
di limite ventilatorio all’esercizio insieme ad altri<br />
parametri. La capacità inspiratoria (CI) è la differenza<br />
tra CFR e CPT. Di scarsa utilità nel soggetto<br />
sano, riveste un ruolo critico nella valutazione del<br />
grado di distensione polmonare e delle sue variazioni<br />
nei test con broncocostrittori e broncodilatatori<br />
nella BPCO e nell’esercizio fisico 10-13 . Infine, i<br />
volumi di riserva inspiratoria ed espiratoria (VRI e VRE)<br />
non hanno grande interesse nella clinica pratica se<br />
non in corso di esercizio fisico 13,14 .<br />
Metodi di misura<br />
dei volumi polmonari<br />
Il volume di gas e le capacità polmonari mobilizzabili<br />
durante le varie manovre respiratorie (V T ,CV,<br />
CI,VRI e VRE) sono comunemente misurati con<br />
spirometri o pneumotacografi 9 . Gli spirometri misurano<br />
direttamente la quantità di aria inspirata ed espirata<br />
attraverso lo spostamento di una campana immersa<br />
nell’acqua, o di un soffietto, o ancora di un<br />
pistone mobile all’interno di un cilindro. I pneumotacografi<br />
misurano invece il flusso di gas e da questo<br />
ottengono il volume polmonare. Il sistema si basa sul<br />
principio che il flusso aereo che attraversa un tubo<br />
è uguale alla differenza di pressione esistente tra un<br />
capo e l’altro del tubo stesso divisa per la resistenza<br />
incontrata nel percorso.Conoscendo la resistenza del<br />
tubo, il flusso di gas che attraversa il pneumotacografo<br />
è misurato dalla differenza di pressione esistente<br />
tra i due capi del tubo. In alternativa allo spirometro<br />
e flussimetro che prevedono l’uso di boccaglio<br />
e tappanaso e che in qualche modo possono<br />
alterare il profilo <strong>respiratorio</strong>, esistono altri metodi<br />
totalmente non invasivi, quali i magnetometri 15 e la<br />
pletismografia a induttanza 16 . Nel primo, il volume<br />
polmonare è calcolato dalle variazioni dei segnali<br />
magnetici emessi e registrati da spirali magnetiche<br />
poste sulle superfici opposte del torace a opera dei<br />
movimenti del torace. La pletismografia a induttanza<br />
si avvale di due bande elastiche attorno al torace e<br />
all’addome, percorse al loro interno da una spirale<br />
isolata ed eccitata da un circuito elettrico a bassissima<br />
intensità che varia con i movimenti del torace.<br />
Al contrario dei volumi polmonari sopra menzionati,<br />
CPT, CFR e VR sono misurati con tecniche<br />
più complesse, perché parte o tutto il volume di tali<br />
entità non è mobilizzabile con le manovre respiratorie.<br />
L’utilizzo di gas inerti (wash-out dell’azoto<br />
ed elio) 9 permette la misura dei volumi polmonari<br />
assoluti comunicanti con le vie aeree sul principio<br />
della conservazione della massa: la diluizione di<br />
una nota quantità di gas nel compartimento polmonare<br />
permette di risalire al volume polmonare<br />
nel quale il gas viene diluito. Poiché queste tecniche<br />
necessitano di tempi di studio talora lunghi (in<br />
particolare nei casi di ostruzione polmonare) senza<br />
la possibilità di riprodurre i dati in tempi stretti,<br />
l’applicazione clinica di questi test è meno diffusa<br />
della pletismografia corporea 17 , che si basa invece sul<br />
principio della legge di Boyle e Mariotte. In questo<br />
caso il volume polmonare è stimato in una cabina<br />
dalla relazione tra le variazioni della pressione<br />
alla bocca durante movimenti respiratori contro<br />
uno shutter chiuso e la relativa variazione di pressione<br />
(pletismografo a volume costante) o di volume<br />
(pletismografo a pressione costante) all’interno<br />
della cabina. Contrariamente ai metodi con diluizione<br />
di gas, la pletismografia tende a sovrastimare<br />
i volumi polmonari nell’ostruzione severa quando<br />
la pressione alveolare non è correttamente trasmessa<br />
alla bocca.<br />
Il ritorno elastico<br />
e l’iperdistensione polmonare<br />
statica nella BPCO<br />
Due sono le più importanti caratteristiche fisiopatologiche<br />
della BPCO:la riduzione del calibro bronchiale<br />
conseguente al rimodellamento delle vie aeree,<br />
tipica della bronchite ostruttiva cronica, e la riduzione<br />
della pressione elastica del polmone, tipica<br />
dell’enfisema 6 . Entrambe possono portare a un aumento<br />
dei volumi polmonari, sebbene con modalità<br />
differenti.Alcuni meccanismi come le modificazioni<br />
del profilo <strong>respiratorio</strong> (respiro superficiale<br />
corto) 18 , l’allungamento del tempo di svuotamento<br />
del polmone 18 e l’eventuale associazione di limitazione<br />
espiratoria al flusso 19 vanno sotto il nome di<br />
meccanismi dinamici dell’iperdistensione polmonare e sono<br />
descritti in altra parte di questo capitolo. In questa<br />
sede, invece, si tratterà principalmente dei meccanismi<br />
statici che causano iperdistensione polmonare.<br />
Il concetto è mostrato nelle figure <strong>2.</strong>3 e <strong>2.</strong>4. Per de-<br />
12
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
CV, %<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
–50<br />
VR<br />
–25 0 25<br />
CFR<br />
CPT<br />
50<br />
Figura <strong>2.</strong>4<br />
Effetti dello spostamento della curva<br />
pressione-volume in condizioni normali<br />
(linea continua) a sinistra come<br />
nell’enfisema (linea tratteggiata) sui<br />
volumi polmonari. VR aumenta perché<br />
la nuova curva interseca il suo valore<br />
zero (dove non c’è flusso aereo) a<br />
un valore maggiore, CFR aumenta<br />
perché il nuovo equilibrio con la pressione<br />
della gabbia toracica è ottenuto a<br />
un valore maggiore e, infine, CPT aumenta<br />
perché i muscoli inspiratori possono<br />
maggiormente contrarsi e quindi<br />
iperdistendere l’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong> a<br />
causa della bassa resistenza elastica offerta<br />
dal polmone. Si noti che il modello<br />
non prevede variazioni della pressione<br />
elastica della parete toracica, se<br />
non una sua normale estensione verso<br />
l’alto con l’aumento del volume polmonare.<br />
Ptp, cmH 2 O<br />
finizione, qualsiasi spostamento a sinistra della curva<br />
pressione-volume del polmone determina un aumento<br />
del gas intrapolmonare a qualsiasi volume esso<br />
sia considerato. Per esempio, il VR aumenta perché<br />
le vie aeree si chiudono a un volume polmonare<br />
più alto (il flusso di gas cessa dove la Ptp diventa<br />
zero); CFR aumenta perché il volume polmonare<br />
a cui la pressione elastica è uguagliata dalla<br />
pressione elastica del torace è maggiore; CPT aumenta<br />
perché i muscoli inspiratori possono espandere<br />
maggiormente il polmone meno elastico.Tale<br />
definizione dei meccanismi statici di iperdistensione<br />
polmonare implica, in teoria, che qualsiasi aumento<br />
del calibro delle vie aeree come dopo terapia<br />
broncodilatatrice non dovrebbe avere nessun effetto<br />
sui volumi polmonari e sul grado di iperdistensione<br />
polmonare, a meno che il farmaco non alteri<br />
allo stesso tempo il ritorno elastico polmonare.<br />
In effetti, alcune osservazioni proverebbero che il<br />
grado di iperdistensione polmonare non si riduce<br />
anche se le vie aeree si dilatano 12 . In realtà, nell’enfisema<br />
polmonare e nella bronchite ostruttiva cronica<br />
che coesistono molto frequentemente, le cause<br />
statiche di iperdistensione polmonare sono frequentemente<br />
associate alle cause dinamiche.Pertanto,non<br />
è sempre facile, nel singolo paziente, distinguere e<br />
riconoscere i meccanismi che causano iperdistensione<br />
polmonare.<br />
Generalmente, l’effetto dell’aumento del VR nella<br />
BPCO sulle misure spirometriche si traduce in<br />
una riduzione consensuale della CV se CPT rimane<br />
costante o aumenta poco (figura <strong>2.</strong>3, caso<br />
O). Tale riduzione, specialmente quando è molto<br />
marcata, può ingenerare dubbi interpretativi nella<br />
diagnostica differenziale tra difetto ventilatorio<br />
ostruttivo e restrittivo.A tale proposito, solo la misura<br />
diretta di CPT può escludere o confermare il<br />
dubbio 8 . Il concetto è mostrato nella figura <strong>2.</strong>3<br />
(pannelli di centro e di destra): la stessa CV è compatibile<br />
sia con ostruzione delle vie aeree sia con<br />
restrizione polmonare. In passato, è stata data molta<br />
importanza al rapporto tra VR e CPT.Tuttavia,<br />
si deve ricordare che VR/CPT è un rapporto tra<br />
parametri ambedue variabili, per cui tale indice<br />
può talora non correttamente stimare le condizioni<br />
funzionali polmonari e non dovrebbe essere<br />
inteso come specifico di una tipica patologia<br />
ostruttiva.<br />
Conseguenze dell’iperdistensione<br />
polmonare nella BPCO<br />
Se da un lato l’iperdistensione polmonare è un meccanismo<br />
benefico che tende a mantenere le vie ae-<br />
13
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
ree maggiormente pervie e riduce le resistenze al<br />
flusso nella BPCO, dall’altro essa ha importanti effetti<br />
negativi,soprattutto sui muscoli inspiratori 6 .Infatti,<br />
il lavoro di questi ultimi aumenta con l’aumentare<br />
del volume polmonare per contrastare l’elevata<br />
elasticità del tessuto parenchimale, specialmente<br />
nel tratto meno ripido della relazione pressione-volume<br />
(figure <strong>2.</strong>1, <strong>2.</strong>2, e <strong>2.</strong>4). Inoltre, a causa<br />
dell’aumento del volume polmonare i muscoli inspiratori<br />
si accorciano progressivamente e generano<br />
così meno pressione per un dato stimolo. Anche se<br />
in parte esiste un certo adattamento muscolare con<br />
riduzione del numero di sarcomeri in serie, l’aumentato<br />
carico lavorativo dei muscoli inspiratori e<br />
la loro ridotta capacità di generare forza in corso di<br />
iperdistensione polmonare possono essere fonte di<br />
dispnea e di fatica muscolare, che a lungo andare<br />
contribuiscono all’insorgenza di insufficienza respiratoria<br />
grave, soprattutto quando l’ostruzione delle<br />
vie aeree diventa severa. Ulteriori effetti negativi<br />
dell’iperdistensione polmonare si manifestano sui<br />
muscoli inspiratori e sull’<strong>apparato</strong> cardiocircolatorio<br />
quando essa si associa alla presenza di limitazione<br />
espiratoria al flusso 20 . Una loro trattazione più esauriente<br />
viene fatta in altra parte di questo capitolo.<br />
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14
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
19. Pellegrino R,Violante B, Nava S, Rampulla C, Brusasco<br />
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hyperinflation during methacholine-induced bronchoconstriction.<br />
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Rapporti tra struttura e funzione<br />
Vito Brusasco<br />
Nella BPCO vengono classificate entità nosologiche<br />
assai diverse fra loro (bronchite cronica,<br />
asma cronico, enfisema) che, pur distinguendosi<br />
sul piano clinico e anatomopatologico, hanno<br />
in comune un’anomalia squisitamente funzionale,<br />
e cioè l’ostruzione al flusso aereo 1 .Per quanto il<br />
termine ostruzione possa richiamare solamente patologie<br />
a carico delle vie aeree, quali l’asma e la<br />
bronchite cronica, la conoscenza dei meccanismi<br />
dell’ostruzione al flusso aereo permette di comprendere<br />
come questa possa realizzarsi anche in una<br />
patologia squisitamente parenchimale, come l’enfisema<br />
primitivo (panacinoso), nel quale sono assenti<br />
alterazioni a carico dei bronchi.<br />
MECCANISMI DELL’OSTRUZIONE<br />
AL FLUSSO AEREO<br />
Il flusso d’aria durante l’espirazione è dato dal rapporto<br />
tra la differenza di pressione dagli alveoli alla<br />
bocca e la resistenza delle vie aeree. La caduta<br />
di pressione dagli spazi alveolari alla bocca è dovuta<br />
all’accelerazione convettiva e all’attrito fra le<br />
molecole nel loro movimento lungo l’albero tracheo-bronchiale.<br />
Se si considera per semplicità il<br />
caso di un’espirazione passiva (figura <strong>2.</strong>5), in cui<br />
cioè non vi sia intervento dei muscoli espiratori,<br />
la pressione che genera il flusso aereo è totalmente<br />
fornita dalla forza di retrazione elastica del polmone.<br />
Se questa è ridotta, come si verifica nel caso<br />
dell’enfisema, il flusso aereo è pure ridotto, anche<br />
se le vie aeree (bronchi) sono anatomicamente<br />
integre. Si parla in questo caso di ostruzione al<br />
flusso aereo da cause estrinseche. Nel caso di <strong>malattie</strong><br />
in cui il lume bronchiale è ridotto di calibro, quali<br />
la bronchite cronica ostruttiva e l’asma cronico,<br />
il flusso aereo è ridotto a causa dell’aumentata resistenza,<br />
anche se la pressione fornita dalla forza di<br />
retrazione elastica del polmone è conservata. Si<br />
parla in questo caso di ostruzione al flusso aereo da<br />
cause intrinseche.<br />
Le due condizioni sopra descritte sono paradigmatiche<br />
di patologie nettamente distinte, quali l’enfisema<br />
primitivo da un lato e la bronchite cronica<br />
ostruttiva o l’asma dall’altro. Nella realtà clinica, l’ostruzione<br />
al flusso aereo è, in molti casi di BPCO,<br />
il risultato della combinazione di cause intrinseche<br />
ed estrinseche, il cui contributo relativo dipende<br />
dalla prevalente natura della malattia. Inoltre, è importante<br />
ricordare che il calibro bronchiale non è<br />
unicamente determinato dalle condizioni anatomiche<br />
e funzionali delle pareti bronchiali, ma anche<br />
dalle forze esterne a cui queste sono sottoposte.<br />
IL CONCETTO<br />
DI INTERDIPENDENZA<br />
I bronchi sono anatomicamente situati all’interno<br />
del parenchima polmonare e con esso condividono<br />
parte dello spazio interno della cavità toracica.<br />
Le pareti bronchiali sono connesse, tramite il connettivo<br />
peribronchiale, all’impalcatura connettivale<br />
del parenchima polmonare (fibre dei setti alveolari)<br />
che,a sua volta,si continua direttamente nel connettivo<br />
periferico della pleura viscerale 2 .A causa di<br />
questa continuità anatomica, le variazioni di pressione<br />
pleurica vengono trasmesse da ciascuna struttura<br />
a tutte quelle a essa adiacenti. Questo fenomeno<br />
è conosciuto come interdipendenza e fa sì<br />
che le varie regioni del polmone e i bronchi in esse<br />
contenuti si espandano in maniera consensuale 3 .<br />
Le pareti bronchiali sono dunque sottoposte a una<br />
forza di trazione in senso sia radiale sia longitudinale,<br />
la cui grandezza dipende dalla forza di retra-<br />
15
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Figura <strong>2.</strong>5<br />
Principali meccanismi dell’ostruzione al flusso<br />
aereo nella BPCO. Il polmone è rappresentato,<br />
per semplicità, da un unico alveolo e<br />
le vie aeree da un unico condotto. Durante<br />
un’espirazione passiva, il flusso espiratorio è<br />
fisiologicamente determinato dal rapporto fra<br />
la pressione elastica (Pel) e la resistenza delle<br />
vie aeree (Raw). In condizioni patologiche, il<br />
flusso espiratorio può ridursi in eguale misura<br />
per aumento della Raw, come nel caso dell’asma<br />
e della bronchite cronica ostruttiva, o<br />
per riduzione della Pel, come nel caso dell’enfisema.<br />
Pel<br />
Pel<br />
Raw<br />
Flusso =<br />
Flusso =<br />
Pel<br />
Raw<br />
Pel<br />
Raw<br />
Raw<br />
Pel<br />
Flusso =<br />
Pel<br />
Raw<br />
Raw<br />
zione elastica del polmone e dall’integrità strutturale<br />
della zona di connessione fra il tessuto connettivo<br />
peribronchiale e quello dei setti alveolari<br />
circostanti.<br />
L’interdipendenza tra vie aeree e polmone fa sì che<br />
esista fisiologicamente una stretta relazione fra volume<br />
polmonare e calibro bronchiale, per cui le vie<br />
aeree si restringono e si allargano consensualmente<br />
ai cambiamenti di volume polmonare. Il polmone<br />
normale si espande più o meno in modo<br />
uniforme e pertanto tutte le dimensioni lineari,<br />
compreso il diametro dei bronchi, cambiano con<br />
la radice cubica dei cambiamenti di volume polmonare<br />
4 . La resistenza delle vie aeree è direttamente<br />
proporzionale alla lunghezza e inversamente<br />
proporzionale alla quarta potenza del raggio delle<br />
vie aeree e quindi, se le dimensioni delle vie aeree<br />
cambiano proporzionalmente a quelle del polmone,<br />
la resistenza sarà inversamente proporzionale<br />
al volume polmonare (figura <strong>2.</strong>6). Negli individui<br />
sani questa relazione è abbastanza costante, perciò<br />
il prodotto della resistenza per la capacità funzionale<br />
residua è simile fra soggetti di diversa dimensione<br />
corporea 5 .<br />
Nella BPCO, la relazione fra volume polmonare e<br />
resistenza delle vie aeree è alterata nel senso che il<br />
calibro delle vie aeree aumenta meno del volume<br />
polmonare. Questa alterazione può essere la conseguenza<br />
sia di una riduzione della forza di trazione<br />
radiale sulle vie aeree sia di una maggiore<br />
rigidità delle pareti bronchiali e non fornisce pertanto<br />
informazioni sulla causa (intrinseca o estrinseca)<br />
dell’ostruzione al flusso aereo (figura <strong>2.</strong>7).<br />
L’unico modo per distinguere fra questi due meccanismi<br />
dell’aumento di resistenza al flusso è quello<br />
di mettere in relazione quest’ultima con i valori<br />
di pressione elastica polmonare statica 6,7 .Nel caso<br />
dell’ostruzione da sole cause estrinseche (enfisema<br />
primitivo), la resistenza sarà aumentata in<br />
proporzione alla riduzione della pressione elastica<br />
polmonare e la loro relazione risulterà normale.<br />
Nel caso dell’ostruzione da cause intrinseche<br />
(asma, bronchite cronica) la resistenza sarà abnormemente<br />
elevata per i corrispondenti valori di<br />
pressione elastica polmonare e il loro rapporto risulterà<br />
alterato.<br />
In definitiva, nell’interpretazione fisiopatologica di<br />
un incremento della resistenza al flusso aereo si deve<br />
tenere presente che il calibro di ogni diramazione<br />
dell’albero bronchiale è determinato dal volume<br />
polmonare, dalla corrispondente pressione di<br />
ritorno elastico polmonare, dalla forza di interdipendenza<br />
e dalle condizioni anatomo-funzionali<br />
della parete bronchiale.<br />
16
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
Volume polmonare<br />
Calibro bronchiale<br />
Volume<br />
Raw<br />
Figura <strong>2.</strong>6<br />
Rappresentazione schematica<br />
del concetto di interdipendenza<br />
fra vie aree e polmone<br />
e sue conseguenze funzionali.<br />
A sinistra è rappresentato<br />
un tracciato spirometrico,<br />
al centro le modificazioni<br />
di calibro delle vie aeree<br />
dovute alla diversa forza<br />
di trazione da parte del tessuto<br />
polmonare (raffigurata<br />
dalle molle), a destra la conseguente<br />
relazione fra resistenza<br />
delle vie aeree (Raw)<br />
e volume polmonare. Da notare<br />
come la Raw diminuisca<br />
in maniera iperbolica con<br />
l’aumentare del volume polmonare.<br />
ANATOMIA FUNZIONALE<br />
DELLE VIE AEREE<br />
Da un punto di vista anatomo-funzionale, la parete<br />
bronchiale può essere suddivisa in tre strati concentrici<br />
(figura <strong>2.</strong>8) 8 .<br />
Lo strato interno è rappresentato dalla mucosa, che<br />
comprende l’epitelio con le cellule caliciformi, la<br />
membrana basale e la lamina propria con le ghiandole<br />
sierose e un plesso venoso. L’importanza funzionale<br />
di questo strato è che, essendo esso costituito<br />
da materiale incompressibile situato all’interno<br />
del muscolo liscio, è un determinante maggiore<br />
del calibro bronchiale per una data lunghezza del<br />
muscolo liscio.<br />
Lo strato intermedio è rappresentato dalla sottomucosa,<br />
che è costituita da tessuto connettivo lasso in<br />
cui si trovano le cellule muscolari lisce.<br />
Lo strato esterno è rappresentato dall’avventizia,costituita<br />
dal tessuto connettivo che si continua con<br />
quello del parenchima polmonare circostante.L’importanza<br />
di questo strato sta nel fatto che esso costituisce<br />
l’interfaccia fra parete bronchiale e polmone<br />
circostante e la sua integrità è essenziale per<br />
il mantenimento dell’interdipendenza.<br />
Raw<br />
Volume<br />
Raw<br />
Pel<br />
Figura <strong>2.</strong>7<br />
Rappresentazione schematica della<br />
dipendenza della resistenza delle<br />
vie aree (Raw) dal volume polmonare<br />
e dalla pressione elastica (Pel)<br />
nelle diverse forme di BPCO. A<br />
qualsiasi volume polmonare la Raw<br />
può essere egualmente aumentata<br />
rispetto alla norma (area ombreggiata)<br />
nel caso sia di ostruzione da<br />
cause bronchiali intrinseche (linea<br />
tratteggiata) sia da riduzione della<br />
pressione elastica (linea continua).<br />
Quando però la riduzione di Pel<br />
è la sola anomalia presente, come<br />
nell’enfisema puro, la relazione fra<br />
Raw e Pel rimane nell’ambito della<br />
normalità.<br />
17
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Figura <strong>2.</strong>8<br />
Rappresentazione schematica della parete<br />
di un bronco intraparenchimale. La<br />
parete interna (mucosa) è separata da<br />
quella intermedia (sottomucosa) da uno<br />
strato di connettivo lasso situato immediatamente<br />
all’interno del muscolo<br />
liscio bronchiale (linea continua). Lo<br />
strato esterno è quello fra il muscolo liscio<br />
e i tessuti circostanti 8 .<br />
Epitelio<br />
Membrana basale<br />
Mucosa<br />
Lamina propria<br />
Muscolo liscio<br />
Sottomucosa<br />
Cartilagine<br />
Avventizia<br />
BASI MORFOLOGICHE<br />
DELL’OSTRUZIONE<br />
BRONCHIALE NELLA BPCO<br />
La riduzione del calibro bronchiale e l’eccessiva riduzione<br />
del flusso aereo possono realizzarsi principalmente<br />
per quattro meccanismi:<br />
● presenza di secrezioni nel lume bronchiale;<br />
● ispessimento della parete bronchiale;<br />
● maggiore capacità di generare forza contrattile<br />
da parte del muscolo liscio bronchiale;<br />
● riduzione della forza di interdipendenza fra vie<br />
aeree e polmone.<br />
Tutti questi meccanismi possono coesistere nel paziente<br />
BPCO, ma il loro ruolo relativo cambia a<br />
seconda della patologia prevalente.<br />
La presenza di secrezioni all’interno del lume bronchiale<br />
e l’ispessimento della mucosa a causa di infiltrazione<br />
di cellule infiammatorie sono caratteristiche<br />
morfologiche sia della bronchite cronica sia dell’asma<br />
e possono essere, in parte, responsabili dell’aumento<br />
della resistenza delle vie aeree che si può riscontrare<br />
in ambedue queste condizioni patologiche.<br />
Dati morfo-funzionali recenti hanno dimostrato una<br />
relazione diretta fra lo spessore dello strato interno<br />
della parete bronchiale e il grado di ostruzione bronchiale<br />
nella BPCO 9 .Inoltre,l’ispessimento dello strato<br />
interno della parete bronchiale può, per ragioni<br />
puramente geometriche, amplificare gli effetti dei<br />
cambiamenti di lunghezza del muscolo liscio, sia<br />
quando questo si accorcia sia quando si allunga. Pertanto,<br />
sia gli effetti degli stimoli broncocostrittori sia<br />
di quelli broncodilatatori possono essere amplificati<br />
in presenza di una mucosa bronchiale ispessita (figura<br />
<strong>2.</strong>9). Queste predizioni teoriche sono suffragate<br />
dalle osservazioni sperimentali di significative correlazioni<br />
fra lo spessore della mucosa e il grado di iperreattività<br />
bronchiale 11 e di reversibilità dell’ostruzione<br />
dopo somministrazione di broncodilatatore 9 .<br />
La capacità di generare forza contrattile da parte della<br />
muscolatura liscia bronchiale dipende dalle sue<br />
caratteristiche contrattili e dalla sua massa. La contrattilità<br />
del muscolo liscio bronchiale non è valutabile<br />
in vivo, in quanto la sua caratterizzazione dovrebbe<br />
comprendere le relazioni tra forza, lunghezza,<br />
velocità e tempo. Al momento attuale non<br />
vi sono dati disponibili in letteratura che supportino<br />
una differenza nella capacità di generare forza<br />
18
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
Area della parete = 20%<br />
R = 1<br />
30% di accorciamento<br />
del muscolo liscio<br />
Area della parete = 40%<br />
R = 7,6<br />
Figura <strong>2.</strong>9<br />
Rappresentazione schematica dell’effetto<br />
dell’ispessimento della mucosa<br />
bronchiale sul calibro bronchiale.Assumendo<br />
che lo strato interno al muscolo<br />
liscio rappresenti il 20% dell’area<br />
occupata dal bronco, un accorciamento<br />
muscolare del 30% causerebbe<br />
un aumento della Raw di circa<br />
8 volte (parte superiore). Assumendo<br />
che lo stesso grado di accorciamento<br />
del muscolo liscio avvenga<br />
in un bronco con mucosa che rappresenti<br />
il 40% dell’area del bronco,<br />
l’aumento della Raw sarebbe di 80<br />
volte (parte inferiore). Da notare come<br />
l’effetto di amplificazione dell’accorciamento<br />
muscolare sia molto<br />
maggiore rispetto all’effetto dell’ispessimento<br />
di per sé (aumento della<br />
Raw di sole 8 volte) 10 .<br />
30%<br />
di accorciamento<br />
del muscolo liscio<br />
R = 1 R = 1,8<br />
R = 80<br />
da parte dei muscoli lisci bronchiali di soggetti<br />
BPCO e normali. La massa muscolare può essere<br />
valutata indirettamente misurando lo spessore dello<br />
strato muscolare relativo allo spessore totale della<br />
parete bronchiale su materiale di provenienza<br />
chirurgica o autoptica, in quanto le biopsie bronchiali<br />
non sono sufficientemente profonde. Un aumento<br />
dello spessore dello strato muscolare è stato<br />
ripetutamente osservato nei bronchi di soggetti<br />
asmatici 12-14 e, seppure in misura minore, in quelli<br />
di soggetti BPCO 15,16 . Applicando modelli matematici<br />
ai dati morfologici disponibili, è stato suggerito<br />
che la forza generata dal muscolo liscio bronchiale<br />
sia il maggiore determinante dell’iperreattività<br />
bronchiale nei soggetti asmatici ma non in<br />
quelli BPCO 17,18 .Potrebbe fare eccezione l’asma<br />
cronico, nel quale è ipotizzabile un ruolo più rilevante<br />
per il muscolo liscio, ma non vi sono dati<br />
sperimentali a supporto di questa ipotesi.<br />
Anche in presenza di normali contrattilità e massa<br />
del muscolo liscio, il calibro bronchiale può essere<br />
ridotto nei pazienti BPCO a causa della riduzione<br />
del carico elastico che il muscolo liscio bronchiale<br />
deve vincere prima che la forza contrattile<br />
da esso generata si traduca in un suo accorciamento<br />
19 . Il carico elastico totale è rappresentato da<br />
tutte le componenti non contrattili della parete<br />
bronchiale e del muscolo liscio stesso (carico interno)<br />
e dalle strutture elastiche del parenchima<br />
polmonare (carico esterno). Una perdita di rigidità<br />
della parete bronchiale può essere presente a causa<br />
della degradazione enzimatica dell’elastina 20 e<br />
del collageno 21 . La conseguente riduzione del carico<br />
elastico sul muscolo liscio comporterebbe una<br />
maggiore capacità di generare forza e un maggiore<br />
accorciamento per una data forza prodotta 21 .Caratteristica<br />
dell’asma bronchiale è la fibrosi subepiteliale<br />
per deposizione di collageno 22 .Ciò renderebbe<br />
le vie aeree più rigide e avrebbe quindi un<br />
effetto protettivo nei confronti del broncospasmo,<br />
ma renderebbe d’altro canto i bronchi meno suscettibili<br />
di dilatazione. Ciò potrebbe spiegare l’evoluzione<br />
verso l’ostruzione fissa nell’asma cronico<br />
23 . Una riduzione del carico elastico esterno è<br />
caratteristica dell’enfisema e potrebbe spiegare l’iperreattività<br />
bronchiale presente in molti pazienti<br />
BPCO. A supporto dell’importanza della forza di<br />
retrazione elastica polmonare quale fattore limitante<br />
l’ostruzione bronchiale è l’osservazione che<br />
la risposta a uno stimolo broncocostrittore è attenuata<br />
a volume polmonare elevato e accentuata a<br />
volume polmonare ridotto 24 .<br />
19
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Figura <strong>2.</strong>10<br />
Rappresentazione schematica dell’effetto<br />
della perdita di interdipendenza<br />
sul calibro bronchiale. In condizioni<br />
di normale trasmissione della forza<br />
di trazione radiale sulla parete bronchiale<br />
da parte del tessuto polmonare<br />
(in alto) un accorciamento del muscolo<br />
liscio bronchiale del 35% determinerebbe<br />
un aumento della Raw<br />
di 8 volte. In presenza di attenuazione<br />
della forza di interdipendenza<br />
(in basso), lo stesso accorciamento del<br />
muscolo liscio bronchiale causerebbe un<br />
incremento della Raw di 50 volte 10 .<br />
R = 1 R = 8<br />
35%<br />
di accorciamento<br />
del muscolo liscio<br />
35%<br />
di accorciamento<br />
del muscolo liscio<br />
35%<br />
di accorciamento<br />
del muscolo liscio<br />
R = 1<br />
R = 50<br />
In teoria, anche in presenza di una normale forza<br />
di retrazione elastica polmonare, il carico elastico<br />
esterno può essere ridotto se la zona di interfaccia<br />
fra bronchi e polmone non è morfologicamente integra<br />
25 .Per esempio, in caso di edema o infiammazione<br />
peribronchiale la trasmissione della forza<br />
di trazione radiale dalle strutture polmonari ai<br />
bronchi potrebbe essere impedita, lasciando libero<br />
il muscolo liscio bronchiale di accorciarsi senza opposizione<br />
(figura <strong>2.</strong>10). Ciò avrebbe come conseguenza<br />
l’iperreattività bronchiale.Tuttavia, i dati disponibili<br />
in letteratura non hanno evidenziato relazioni<br />
significative fra lo spessore della parete esterna<br />
del bronco (avventizia) e il grado di ostruzione 9<br />
o iperreattività bronchiale 11 .<br />
CONCLUSIONI<br />
Gli studi dell’ultimo decennio hanno condotto a<br />
un considerevole progresso nelle conoscenze del rimaneggiamento<br />
strutturale delle vie aeree e del parenchima<br />
polmonare nelle <strong>malattie</strong> infiammatorie<br />
croniche del polmone. La completa comprensione<br />
delle conseguenze funzionali di questo rimaneggiamento<br />
è complessa a causa della frequente coesistenza<br />
di alterazioni funzionali che possono avere<br />
effetti diversi a seconda della loro combinazione.<br />
Nella COPD, le anomalie della meccanica polmonare<br />
risultanti dal rimaneggiamento strutturale<br />
possono costituire il maggiore determinante della<br />
gravità della malattia.<br />
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Limitazione dei flussi<br />
Claudio Tantucci<br />
CURVA FLUSSO-VOLUME<br />
MASSIMALE<br />
L’esecuzione di una manovra di espirazione forzata<br />
a partire da capacità polmonare totale (CPT) sino<br />
a volume residuo (VR), seguita da un’inspirazione<br />
forzata di nuovo sino a CPT, consente di porre<br />
in relazione la variazione del volume polmonare,<br />
convenzionalmente posto sull’asse delle ascisse,<br />
con quella dei flussi massimali espiratori e inspiratori<br />
corrispondenti, ottenendo una curva tipica e<br />
riproducibile per ogni soggetto, nota come curva<br />
flusso-volume massimale 1 (figura <strong>2.</strong>11A).<br />
La sua importanza sta nel fatto che riflette, in particolare<br />
per la parte espiratoria che segue il picco di<br />
flusso, solo le proprietà meccaniche del parenchima<br />
polmonare e delle vie aeree, indipendentemente,<br />
seppur entro certi limiti, dalla forza muscolare mas-<br />
21
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
A<br />
B<br />
espiratorio<br />
espiratori<br />
o<br />
Esercizio<br />
Flusso<br />
VRI<br />
CI<br />
V T<br />
VRE<br />
CFR<br />
VR<br />
0<br />
Flusso<br />
0<br />
inspiratorio<br />
inspiratori<br />
Volume<br />
Volume<br />
Figura <strong>2.</strong>11A<br />
Curva flusso-volume. Il flusso espiratorio e quello inspiratorio (sull’asse<br />
delle ordinate) sono posti continuamente in relazione con il volume<br />
espirato e successivamente inspirato (sull’asse delle ascisse) durante<br />
la respirazione corrente (linea tratteggiata) e durante una manovra,<br />
espiratoria e inspiratoria, massimale (linea continua) in un soggetto<br />
normale.<br />
Figura <strong>2.</strong>11B<br />
In corso di esercizio fisico incrementale il soggetto normale dispone di<br />
4 gradi di libertà (frecce) per aumentare V T e i flussi (linea tratteggiata<br />
spessa) grazie alla cospicua riserva funzionale inspiratoria ed<br />
espiratoria in volume e flusso di cui dispone. Per sforzi da lievi a moderati<br />
CFR tende a ridursi a spese di VRE e CI, di conseguenza,<br />
tende ad aumentare.<br />
simale generabile dal soggetto 2 .Tuttavia, è altrettanto<br />
importante sottolineare che la curva flusso-volume<br />
massimale definisce la disponibiltà di flussi e di<br />
volume polmonare di un soggetto e quindi ne determina<br />
la riserva ventilatoria (figura <strong>2.</strong>11A).<br />
Nel soggetto normale che respira tranquillamente a<br />
riposo vi è un’ampia riserva di volume corrente (V T )<br />
ediflusso inspiratorio ed espiratorio. Se necessario,<br />
infatti,V T può aumentare utilizzando sia il volume di<br />
riserva espiratoria (VRE) sia, soprattutto nell’ambito<br />
della capacità inspiratoria (CI), il volume di riserva<br />
inspiratoria (VRI).Analogamente, grazie a una maggiore<br />
attività dei muscoli inspiratori e al reclutamento<br />
dei muscoli espiratori, anche il flusso, rispettivamente<br />
inspiratorio ed espiratorio, può aumentare notevolmente,<br />
consentendo per un dato V T l’incremento<br />
della frequenza respiratoria (fr).Ciò si traduce nella<br />
possibilità di un marcato aumento della ventilazione<br />
minuto (V E =V T x fr) senza alcun aumento<br />
del volume polmonare a fine espirazione, cioè della<br />
capacità funzionale residua (CFR) (figura <strong>2.</strong>11B).<br />
OSTRUZIONE<br />
E LIMITAZIONE AL FLUSSO<br />
Nei soggetti BPCO la connotazione funzionale più<br />
importante è l’ostruzione al flusso delle vie aeree, la<br />
quale, indipendentemente dai meccanismi che la<br />
determinano ampiamente delineati in altra parte di<br />
questo capitolo, comporta una diminuzione dei<br />
flussi massimali, in particolare espiratori, relativamente<br />
al rispettivo volume polmonare 3 .L’ostruzione<br />
riduce dunque la riserva di flusso, specialmente<br />
espiratorio, ma tuttavia ne consente ancora<br />
un incremento (figura <strong>2.</strong>12). In questo caso, infatti,<br />
il flusso espiratorio a riposo è normalmente generato<br />
dalla differenza tra pressione alveolare e pressione<br />
atmosferica e può essere incrementato aumentando<br />
la pressione pleurica e quindi alveolare<br />
mediante l’attivazione dei muscoli espiratori, senza<br />
necessità di modificare il volume polmonare. In<br />
concomitanza di un’aumentata richiesta ventilato-<br />
22
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
Flusso<br />
inspiratorio espiratorio<br />
Esercizio<br />
OSTRUZIONE<br />
0<br />
Flusso<br />
inspiratorio espiratorio<br />
Esercizio<br />
OSTRUZIONE<br />
e<br />
FILE<br />
0<br />
Volume<br />
Volume<br />
Figura <strong>2.</strong>12<br />
In presenza di ostruzione al flusso la curva flusso-volume massimale<br />
(linea continua spessa) dimostra flussi inspiratori ed espiratori ridotti<br />
rispetto alla condizione di normalità (linea continua sottile) in<br />
rapporto ai corrispondenti volumi polmonari.Tuttavia, in corso di esercizio<br />
fisico incrementale V T e i flussi possono aumentare, almeno inizialmente,<br />
senza alcun incremento di CFR e riduzione di CI (linea<br />
tratteggiata spessa).<br />
Figura <strong>2.</strong>13<br />
Se i flussi espiratori sono massimali in corso di respirazione tranquilla, se<br />
cioè la curva flusso-volume corrente (linea tratteggiata) si sovrappone durante<br />
l’espirazione alla curva flusso-volume massimale (linea continua<br />
spessa), è presente FLE. Il soggetto dispone sostanzialmente di un solo<br />
grado di libertà (freccia) per aumentareV T e simultaneamente i flussi espiratori<br />
e inspiratori (linea tratteggiata spessa). In corso di esercizio fisico si<br />
osservano pertanto un aumento di CFR e una speculare riduzione di CI.<br />
ria, pertanto, non si osserverà, almeno inizialmente,<br />
un aumento di CFR.<br />
La limitazione del flusso definisce invece, anche nell’ambito<br />
delle BPCO, quella particolare condizione<br />
funzionale in cui i flussi utilizzati sono già massimali<br />
e non modificabili dall’attività muscolare, in<br />
particolare durante la respirazione a riposo 4 .A differenza<br />
dell’ostruzione, la limitazione di flusso (intratoracico)<br />
è fenomeno che si osserva solamente<br />
in espirazione (flusso limitazione espiratoria, FLE)<br />
a causa della minore riserva fisiologica di flusso<br />
espiratorio (figura <strong>2.</strong>13).<br />
In un sistema di tubi comprimibili, quali le vie aeree<br />
intra-toraciche, attualmente si pensa che la limitazione<br />
del flusso espiratorio possa avvenire in<br />
ogni sua parte quando il flusso aereo supera la velocità<br />
di propagazione dell’onda di pressione che lo<br />
genera, causandovi un collasso dinamico (teoria<br />
della limitazione della velocità d’onda) 5 , oppure, secondo<br />
quanto ritenuto in passato, quando la pressione<br />
all’interno delle vie aeree diviene minore di<br />
quella pleurica che si esercita all’esterno (teoria del<br />
punto di ugual pressione) 2 . In ogni caso un ulteriore<br />
aumento della pressione pleurica (e di conseguenza<br />
alveolare) non comporterà alcun incremento<br />
del flusso espiratorio poiché, comunque, esso<br />
risulterà generato solamente dalla pressione di<br />
retrazione elastica del polmone 6 .<br />
La pressione di retrazione elastica polmonare dipende<br />
dal volume del polmone e aumenta solo<br />
con l’incremento del volume polmonare e non con<br />
lo sforzo espiratorio 7 . Quindi in presenza di FLE,<br />
per disporre di una maggiore ventilazione minuto,<br />
quando necessariamente occorrono flussi inspiratori<br />
ma anche espiratori più elevati, la sola<br />
possibilità è quella di respirare a un volume polmonare<br />
più alto con inevitabile e progressivo aumento<br />
di CFR.<br />
FLE si raggiunge fisiologicamente in tutti i soggetti<br />
durante l’esecuzione della manovra di capa-<br />
23
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
cità vitale forzata espiratoria (CVF) correttamente<br />
eseguita 8 .Tuttavia, mentre nei soggetti normali<br />
FLE si osserva solamente in questa circostanza (salvo<br />
prestazioni ventilatorie eccezionali durante<br />
sforzo strenuo, di solito in individui di età avanzata<br />
9 ), in soggetti BPCO FLE può anche verificarsi<br />
dapprima nel corso di esercizio fisico, dove<br />
necessitano ventilazione minuto e flussi espiratori<br />
elevati 10 e poi, come sottolineato in precedenza,<br />
nei casi più gravi a riposo, inizialmente in decubito<br />
supino e successivamente in posizione seduta<br />
o eretta 11 .<br />
FATTORI PREDISPONENTI<br />
ALLA LIMITAZIONE AL FLUSSO<br />
L’esistenza di una marcata ostruzione al flusso aereo,<br />
in particolare quando si caratterizza per una spiccata<br />
riduzione dei flussi espiratori ai bassi volumi<br />
polmonari, rappresenta ovviamente il principale<br />
fattore che favorisce lo sviluppo di FLE 12 . In questo<br />
senso, infatti, più che il valore del VEMS (specie<br />
in percento del predetto) appare maggiormente<br />
critica la morfologia della curva flusso-volume<br />
massimale espiratoria in corrispondenza del volume<br />
corrente (figura <strong>2.</strong>13).<br />
In ogni caso FLE tende a manifestarsi più facilmente<br />
quando è la riduzione della pressione di retrazione<br />
elastica del polmone a determinare prevalentemente<br />
l’ostruzione al flusso a causa della più<br />
facile compressione dinamica delle vie aeree intrapolmonari<br />
13 , anche in conseguenza di una riduzione<br />
del meccanismo di interdipendenza parenchimale<br />
14 .<br />
Elevati volumi correnti e/o alte frequenze respiratorie necessari<br />
per soddisfare un’aumentata richiesta ventilatoria<br />
di qualsiasi natura, quando si associano a<br />
un’ostruzione al flusso, indubbiamente favoriscono,<br />
sia durante esercizio fisico sia a riposo, la comparsa<br />
di FLE.<br />
Infine, dal momento che in posizione supina CFR<br />
si riduce per l’azione esercitata dal contenuto addominale<br />
sul diaframma a causa della forza gravitazionale<br />
7 in assenza di modificazioni significative<br />
della curva flusso-volume massimale 15 , l’assunzione<br />
di questa posizione corporea comporta necessariamente<br />
una diminuita riserva di flusso, specie espiratorio,<br />
in corrispondenza del volume corrente e<br />
di per sé rende più facile l’insorgenza di FLE, in<br />
particolare in soggetti affetti da BPCO 16 .<br />
CONSEGUENZE DELLA<br />
LIMITAZIONE AL FLUSSO<br />
In condizioni di FLE il flusso espiratorio utilizzabile<br />
(non modificabile dall’attività muscolare) è già<br />
il più elevato possibile: in queste condizioni per<br />
raggiungere il proprio volume di rilasciamento<br />
(Vr: determinato dall’equilibrio elastico tra polmone<br />
e parete toracica) il sistema <strong>respiratorio</strong> necessita<br />
di tempi obbligati in relazione al volume<br />
inspirato. Per completare la normale espirazione,<br />
infatti, un soggetto con FLE ha bisogno di un tempo<br />
espiratorio che, per un dato V T ,deve ovviamente<br />
essere tanto più prolungato quanto più basso<br />
è il valore del flusso espiratorio possibile per<br />
quel soggetto. In queste circostanze, facilmente già<br />
durante respirazione tranquilla, ma obbligatoriamente<br />
se il tempo espiratorio è ridotto (in senso<br />
assoluto: fr elevata; in senso relativo: V T elevato),<br />
l’inspirazione successiva inizierà partendo da un<br />
volume polmonare di fine espirazione maggiore di<br />
Vr e si originerà un’iperinflazione dinamica<br />
(CFR>Vr) 17 .<br />
A differenza di un’ostruzione al flusso più o meno<br />
grave, dunque, l’esistenza di FLE a riposo si associa<br />
molto spesso, anche se non obbligatoriamente, durante<br />
respirazione tranquilla a un’iperinflazione dinamica<br />
polmonare 11,18 . La sua comparsa risulterà<br />
comunque inevitabile durante lo svolgimento di<br />
una qualsiasi attività fisica, poiché la sola possibilità<br />
di aumentare il flusso espiratorio, se è presente FLE,<br />
resta quella di respirare progressivamente a volumi<br />
polmonari assoluti più elevati con incremento della<br />
CFR e speculare riduzione della CI 10 .<br />
Infine, in condizioni di FLE l’eventuale utilizzo dei<br />
muscoli espiratori durante l’attività respiratoria, sebbene<br />
non comporti alcun aumento del flusso espiratorio,<br />
tende tuttavia a favorire, tramite l’incremento<br />
della pressione pleurica che ne consegue,<br />
un’ulteriore compressione dinamica delle vie aeree<br />
intratoraciche poste distalmente (cioè verso la bocca)<br />
rispetto al segmento responsabile della limitazione<br />
al flusso. Questo meccanismo è stato recentemente<br />
associato con l’aumento della sensazione di<br />
dispnea avvertita in pazienti BPCO e con FLE 19 .È<br />
ipotizzabile che la respirazione con espirazione a labbra<br />
socchiuse, caratteristicamente adottata da questi<br />
soggetti, attraverso l’aumento della pressione all’interno<br />
del lume bronchiale che determina, possa alleviarne<br />
la sensazione di dispnea controbilanciando<br />
l’eccessiva compressione dinamica delle vie aeree.<br />
24
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
IPERINFLAZIONE DINAMICA<br />
Ogniqualvolta il volume polmonare a fine espirazione,<br />
identificato dalla capacità funzionale residua<br />
(CFR), è superiore al volume di rilasciamento del<br />
sistema <strong>respiratorio</strong> (Vr), determinato dall’equilibrio<br />
tra le forze elastiche contrapposte esercitate dal<br />
polmone e dalla parete toracica, si verifica un’iperinflazione<br />
dinamica (CFR>Vr, dove Vr può essere<br />
= oppure > al predetto).<br />
Come sottolineato in precedenza la limitazione al<br />
flusso espiratorio facilita grandemente e molto<br />
spesso si trova associata con un’iperinflazione dinamica.<br />
L’iperinflazione dinamica, tuttavia, può verificarsi<br />
in assenza di FLE per altri meccanismi che<br />
agiscono sia passivamente sia attivamente.<br />
Tra i primi, una diminuita elastanza polmonare, vale<br />
a dire un’aumentata distensibilità polmonare (C), e/o<br />
un eccessivo aumento della resistenza al flusso delle vie<br />
aeree (R), causando un allungamento della costante<br />
di tempo del sistema <strong>respiratorio</strong> (τ,rs) che risulta<br />
dal loro prodotto (τ,rs = CxR), possono impedire<br />
una completa deflazione sino a Vr se, prima<br />
della susseguente inspirazione,il tempo espiratorio (Te)<br />
non è lungo a sufficienza o addirittura è ridotto per un<br />
aumento della frequenza respiratoria 17 .<br />
Nelle BPCO gravi questo può accadere anche se<br />
viene marcatamente ridotta l’azione di freno esercitata<br />
dall’attività dei muscoli inspiratori nella prima<br />
parte dell’espirazione e se l’espirazione diviene<br />
attiva per reclutamento dei muscoli espiratori. In<br />
queste circostanze un’elevata domanda ventilatoria<br />
(febbre, ansia, dolore ecc.) con incremento del V T e<br />
ulteriore aumento della fr rende molto più probabile<br />
la comparsa di iperinflazione dinamica.<br />
Anche meccanismi attivi, legati cioè alla contrazione<br />
muscolare, sono in grado, rallentando il flusso<br />
espiratorio, di indurre iperinflazione dinamica.<br />
La persistente attivazione dei muscoli inspiratori, in particolare<br />
della gabbia toracica, nel corso dell’espirazione<br />
20 e/o il restringimento espiratorio della glottide<br />
che si verificano per esempio durante broncostruzione<br />
acuta nell’asma sono ritenuti responsabili dell’iperinflazione<br />
dinamica che si osserva in queste<br />
circostanze 21 .<br />
Sebbene l’iperinflazione dinamica possa causare modificazioni<br />
fisiopatologiche favorevoli quali aumentare<br />
il calibro delle vie aeree, diminuendone la resistenza<br />
la flusso, e migliorare l’entità e la distribuzione<br />
della ventilazione all’interno del polmone, riducendo<br />
le alterazioni dello scambio gassoso, molteplici<br />
sono gli aspetti negativi che l’accompagnano.<br />
Indipendentemente dai meccanismi in causa, infatti,<br />
l’iperinflazione polmonare dinamica, a differenza<br />
di quella statica (CFR=Vr, dove Vr>predetto)<br />
che si instaura progressivamente nel tempo permettendo<br />
un certo grado di rimodellamento strutturale<br />
e quindi funzionale dei muscoli inspiratori 22 ,<br />
per le modalità con cui si produce, ne provoca invece<br />
un rapido e sostanziale accorciamento che si<br />
riflette in una diminuita capacità di generare forza<br />
e produrre quindi pressione,a parità di stimolo neurale<br />
23 . Ciò, più che per i muscoli della gabbia toracica,<br />
è vero per il diaframma, il quale anche per<br />
motivi geometrici (minore curvatura degli emidiaframmi<br />
e disposizione più radiale che assiale delle<br />
fibre inserite sulle coste) e per riduzione della zona<br />
di apposizione e conseguentemente della forza<br />
apposizionale diviene molto meno efficiente come<br />
generatore di pressione 23 .<br />
D’altra parte, analogamente a quanto accade in caso<br />
di iperinflazione statica, la respirazione, avvenendo<br />
a volume polmonare assoluto più elevato,<br />
insiste in una parte della curva pressione-volume<br />
del sistema <strong>respiratorio</strong> più curvilinea che impone<br />
un maggiore carico (e lavoro) elastico durante l’acquisizione<br />
del V T ai muscoli inspiratori.A ciò si aggiunge<br />
una maggiore impedenza della gabbia toracica<br />
all’inflazione dovuta a uno spostamento in senso<br />
craniale delle coste a fine espirazione.<br />
In ultimo, ma fenomeno di grande rilievo e in netta<br />
contrapposizione con quanto si verifica in presenza<br />
di iperinflazione statica, il mancato raggiungimento<br />
del Vr, che tipicamente caratterizza l’iperinflazione<br />
dinamica, implica di necessità che la<br />
pressione alveolare media a fine espirazione sia sopra-atmosferica,<br />
che esista, cioè, una pressione tele-espiratoria<br />
positiva (PEEP), definita come PEEP<br />
intrinseca (PEEPi) o auto-PEEP (figura <strong>2.</strong>14) 24 .<br />
La presenza di PEEPi ostacola il ritorno venoso intratoracico<br />
e compromette la gettata cardiaca, peggiora<br />
lo scambio gassoso intrapolmonare in relazione<br />
alla sua inomogenea distribuzione regionale,<br />
ma soprattutto costituisce un carico inspiratorio di<br />
natura elastica che i muscoli inspiratori devono<br />
controbilanciare prima di generare una pressione<br />
alveolare negativa, cioè sub-atmosferica, e permettere<br />
l’inizio di un flusso inspiratorio 25 .<br />
Stime condotte su pazienti con BPCO meccanicamente<br />
ventilati hanno dimostrato che il lavoro imposto<br />
dalla PEEPi sui muscoli inspiratori eccedeva<br />
tutte le altre componenti (resistive e visco-elastiche)<br />
del lavoro <strong>respiratorio</strong> non elastico e che da solo rappresentava<br />
più del 50% del lavoro elastico totale 26 .<br />
25
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
te associata alla percezione di dispnea, in particolare<br />
inspiratoria, riferita da soggetti BPCO nel corso di<br />
esercizio fisico 27 .Sia il valore del rapporto Pi/Pi,max<br />
sia l’intensità della dispnea appaiono ben correlati<br />
con alcuni indici funzionali di iperinflazione dinamica<br />
e in particolare con l’incremento di CFR 27 .<br />
b<br />
c<br />
Volume corrente<br />
CONCLUSIONI<br />
Volume<br />
a<br />
Vr<br />
Volume corrente<br />
CFR<br />
dinamicamente<br />
determinata<br />
PEEPi<br />
In conclusione, FLE rappresenta una condizione<br />
funzionale peculiare che differisce dalla semplice<br />
ostruzione al flusso.È causata dall’ostruzione al flusso<br />
delle vie aeree ed è facilitata da elevate richieste<br />
ventilatorie e dalla posizione supina. Favorendo<br />
la compressione dinamica delle vie aeree e la comparsa<br />
di iperinflazione polmonare dinamica, FLE<br />
contribuisce significativamente alla sensazione di<br />
dispnea nei soggetti con BPCO, in particolare durante<br />
esercizio fisico.<br />
_<br />
0 Pressione<br />
+<br />
Figura <strong>2.</strong>14<br />
La curva pressione-volume statica del sistema <strong>respiratorio</strong> indica che<br />
normalmente alla fine di un’espirazione corrente la pressione alveolare<br />
è atmosferica, cioè pari a 0 cm H 2 O e che il lavoro elastico compiuto<br />
dai muscoli inspiratori durante l’inspirazione è rappresentato dall’area<br />
“a”. In presenza di iperinflazione dinamica il lavoro elastico durante<br />
un’inspirazione comparabile (area “c”) è aumentato (area “c” ><br />
area “a”) per la minore distensibilità del sistema <strong>respiratorio</strong> (essenzialmente<br />
del polmone) a volumi polmonari più elevati. Inoltre, la pressione<br />
alveolare a fine espirazione è sovra-atmosferica, cioè positiva<br />
(PEEPi) (linea tratteggiata) e pertanto i muscoli inspiratori devono controbilanciarla<br />
prima di poter generare un flusso inspiratorio e iniziare<br />
l’inspirazione successiva, eseguendo un sforzo sostanzialmente isometrico.<br />
Ciò comporta un lavoro di tipo elastico aggiuntivo, quantificato<br />
dall’area “b”.Vr = volume di rilasciamento del sistema <strong>respiratorio</strong>.<br />
In condizioni di iperinflazione dinamica un aumentato<br />
lavoro elastico dovuto sia all’elevato volume<br />
polmonare a cui si attua il V T , sia, soprattutto,<br />
alla presenza del carico soglia imposto dalla PEEPi<br />
deve quindi essere sostenuto da muscoli inspiratori<br />
funzionalmente meno efficienti.<br />
Questa discrepanza tra la maggiore forza che deve<br />
essere generata per produrre l’aumento di pressione<br />
richiesto a ogni inspirazione (Pi) e la diminuita forza<br />
(e quindi pressione) massima che può essere sviluppata<br />
dai muscoli inspiratori (Pi,max), specialmente<br />
quando rapportata alla risposta ventilatoria ottenuta<br />
(V T /capacità vitale), risulta significativamen-<br />
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Alterazioni del torace e della pompa ventilatoria<br />
nella BPCO<br />
Andrea Rossi<br />
Il torace è, con i centri respiratori e i muscoli<br />
respiratori, una componente della pompa ventilatoria.<br />
Chiaramente, quando si parla di alterazioni<br />
meccaniche della pompa ventilatoria si intendono<br />
quelle riferibili alla struttura passiva torace-addome<br />
e ai muscoli respiratori. Restano ovviamente<br />
esclusi i centri respiratori che, pur essendo<br />
una componente fondamentale della pompa<br />
ventilatoria, non presentano alterazione di macromeccanica.<br />
27
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Tutto quello che accade nel polmone si ripercuote<br />
sul torace 1 . Le due strutture hanno compiti apparentemente<br />
diversificati, cioè lo scambio gassoso<br />
e la ventilazione, rispettivamente.Tuttavia, proprio<br />
per l’interconnessione anatomica e funzionale tra<br />
queste due componenti dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong>,<br />
le alterazioni della meccanica del torace svolgono<br />
un ruolo fondamentale nella progressione della fisiopatologia<br />
della BPCO.<br />
Sebbene non si possa stabilire con certezza l’esatta<br />
cronologia del momento in cui la meccanica<br />
del torace perde le sue caratteristiche di “normalità”<br />
nella storia naturale della BPCO, è possibile<br />
assumere con ragionevole approssimazione che le<br />
alterazioni meccaniche della parete toracica acquisiscono<br />
un rilevante significato clinico in due<br />
condizioni:<br />
●<br />
●<br />
VEMS stabilmente
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
Volume polmonare (l)<br />
0,8<br />
Cdyn,l CcW<br />
0,6<br />
0,4<br />
C<br />
D<br />
I B<br />
0,2<br />
Vr<br />
0<br />
-15 -10 -5 0 5<br />
Pes (cmH 2 O)<br />
10 15 20 25<br />
E<br />
Figura <strong>2.</strong>15<br />
Relazione tra il volume polmonare sopra la capacità<br />
funzionale residua e la pressione pleurica (Pes) (diagramma<br />
di Campbell) in un paziente con iperinflazione<br />
polmonare statica (Vr = volume di riposo elastico<br />
dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong> a un valore positivo di<br />
Pes) e dinamica. Le linee indicano la relazione volume-Pes<br />
della compliance dinamica polmonare<br />
(Cdyn, l) e della compliance toracica (Ccw). Il punto<br />
B segna la fine dell’espirazione e l’inizio dello<br />
sforzo inspiratorio; il punto I segna l’inizio dell’inspirazione<br />
vera e propria. Quindi il segmento B-I<br />
rappresenta la PEEP intrinseca controbilanciata dalla<br />
contrazione dei muscoli inspiratori; il punto B indica<br />
la fine dell’inspirazione che è quindi descritta<br />
dal segmento I-B; il segmento C-D rappresenta la<br />
breve pausa di fine inspirazione; il punto D segna<br />
l’inizio dell’espirazione che è attivamente guidata dai<br />
muscoli espiratori sino al punto E; il segmento C-B<br />
rappresenta la riduzione di pressione pleurica alla fine<br />
dell’espirazione per il rilasciamento dei muscoli<br />
espiratori. In questo paziente la variazione di pressione<br />
pleurica alla fine dell’espirazione prima dell’inspirazione<br />
vera è in gran parte determinata dal<br />
rilasciamento dei muscoli espiratori attivo durante l’espirazione,mentre<br />
è minimo il contributo della PEEP<br />
intrinseca vera e propria, limitata al segmento B-I<br />
(modificata da 5 ).<br />
a provocare l’eccessiva limitazione del flusso espiratorio,<br />
come descritto in altra parte di questo capitolo,può<br />
determinare addirittura la chiusura precoce<br />
di alcuni bronchioli durante l’espirazione,con<br />
conseguente “intrappolamento” dell’aria inspirata<br />
a valle di quelle vie aeree. Seppur in parte compensato<br />
dalla ventilazione collaterale, quell’intrappolamento,<br />
che certamente contribuisce all’aumento<br />
del volume residuo (VR), può essere uno<br />
dei meccanismi dell’aumento anche della CFR.<br />
Nei casi più gravi, l’aumento di CFR può superare<br />
il valore teorico della capacità polmonare totale<br />
(CPT).<br />
Eccessiva limitazione<br />
del flusso espiratorio<br />
La terza causa di aumento della CFR è l’eccessiva<br />
limitazione del flusso espiratorio, ancora dovuta alla<br />
compressione dinamica delle vie aeree in assenza<br />
della trazione elastica parenchimale, che frena ulteriormente<br />
l’espirazione corrente, già rallentata dalla<br />
ridotta forza di retrazione elastica del polmone.<br />
In queste condizioni, il punto di equilibrio elastico<br />
dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong> non viene raggiunto nel<br />
tempo disponibile per una espirazione corrente e il<br />
nuovo sforzo inspiratorio interviene a interrompere<br />
un’espirazione ancora incompleta (figura <strong>2.</strong>16) 6 .<br />
La quantità di volume che rimane nei polmoni e<br />
nelle vie aeree per questo meccanismo “dinamico”<br />
dipende dall’entità della flusso-limitazione, dalla<br />
compliance e dalla frequenza respiratoria:maggiori sono<br />
queste tre grandezze, maggiore è il volume che<br />
non viene espirato. Infatti, la perdita di forza di retrazione<br />
elastica del polmone, cui corrisponde una<br />
compliance elevata, non ha solo conseguenze statiche.<br />
La retrazione elastica, immagazzinata durante l’inspirazione<br />
precedente, è la principale forza di spinta<br />
del flusso espiratorio in condizioni di rilasciamento<br />
dei muscoli espiratori e anche in presenza di<br />
attività degli stessi se la limitazione del flusso è eccessiva.<br />
Pertanto, a un’elevata compliance con ridotta<br />
forza di retrazione elastica corrisponde un flusso<br />
espiratorio più lento. La frequenza respiratoria elevata,<br />
per esempio >25-30 atti/min, si associa a un<br />
tempo espiratorio ridotto, insufficiente per un’espirazione<br />
completa al punto di equilibrio elastico.<br />
Inoltre,la possibilità di completare l’espirazione cor-<br />
29
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Figura <strong>2.</strong>16<br />
Tracciato di flusso (V'), pressione<br />
transdiaframmatica (Pdi), gastrica<br />
(Pga) ed esofagea (Pes) in un paziente<br />
rappresentativo con BPCO<br />
durante la respirazione corrente. Il<br />
volume corrente era 0,75 l. La linea<br />
verticale tratteggiata indica il<br />
tempo corrispondente all’inizio del<br />
flusso inspiratorio. Si noti come il<br />
flusso espiratorio termini improwisamente<br />
alla fine dell’espirazione,<br />
mentre la variazione della Pdi e<br />
della Pes (sforzo inspiratorio) è già<br />
iniziata, mentre la Pga rimane costante<br />
nell’intervallo. La differenza<br />
tra il punto corrispondente l’inizio<br />
della variazione della Pdi e della<br />
Pes e il punto zero del flusso rappresenta<br />
la PEEP intrinseca che<br />
deve essere controbilanciata dalla<br />
contrazione dei muscoli inspiratori<br />
per iniziare la fase di inspirazione<br />
(modificata da 6 ).<br />
V'<br />
(l.s –1 )<br />
Pdi<br />
(cmH 2 O)<br />
0,5<br />
0<br />
10<br />
PEEPi<br />
1s<br />
INSP<br />
0<br />
Pga<br />
(cmH 2 O)<br />
10<br />
Peso<br />
(cmH 2 O)<br />
–10<br />
PEEPi<br />
0<br />
rente dipenderà anche dalla quantità di volume inspirato.<br />
Chiaramente, tanto maggiore sarà il volume<br />
inspirato, tanto più lungo sarà il tempo richiesto per<br />
espirarlo e tanto più probabile sarà l’interruzione<br />
dell’espirazione da parte del nuovo sforzo inspiratorio<br />
e quindi l’iperinflazione “dinamica”.<br />
Non sono disponibili dati di misura diretta del “volume<br />
intrappolato” per chiusura delle vie aeree o<br />
per eccessiva limitazione del flusso espiratorio nei<br />
pazienti con BPCO grave, ma stabile. Tuttavia, almeno<br />
la componente da causa dinamica del volume<br />
è calcolabile dal valore della PEEP intrinseca<br />
(vedi oltre) per la quale esistono molti dati in letteratura.<br />
È verosimile che 200-400 ml di CFR siano<br />
determinati da questo meccanismo dinamico.<br />
Allungamento della costante di tempo<br />
La costante di tempo (τ) risulta dal prodotto della<br />
resistenza delle vie aeree (R) e della compliance respiratoria<br />
(C) secondo la semplice formula: τ = C × R.<br />
A causa della distruzione di fibre elastiche, C è più<br />
alta del normale nella BPCO. Nello stesso tempo, a<br />
causa dell’infiammazione della parete bronchiale, la<br />
30
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
resistenza al flusso è fortemente aumentata. Ne consegue<br />
che la costante di tempo è molto più lunga<br />
nei pazienti BPCO rispetto ai soggetti normali, nei<br />
quali un valore di circa 0,2 sec risulta da una compliance<br />
respiratoria di 0,1 l cmH 2 O-1 per una resistenza<br />
al flusso di 2 cmH 2 O.L-1.s. Un tempo espiratorio<br />
>4τ è necessario per completare un’espirazione<br />
corrente e raggiungere il volume di equilibrio<br />
elastico dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong> prima dell’inspirazione<br />
successiva. Se la costante di tempo è allungata<br />
per l’aumentato valore di C e/o di R, come accade<br />
nella BPCO, il tempo espiratorio non è sufficiente<br />
e l’espirazione viene interrotta dall’inspirazione<br />
successiva prima che sia raggiunto il punto di<br />
equilibrio elastico. La discrepanza quindi tra una τ<br />
allungata e un tempo espiratorio relativamente breve<br />
è una causa ulteriore di iperinflazione dinamica.<br />
Questo meccanismo è sostanziale nell’iperinflazione<br />
dinamica in corso di riacutizzazione.Tuttavia,nella<br />
BPCO, l’esistenza costante dell’eccessiva limitazione<br />
del flusso espiratorio rende meno significativa<br />
la variazione di valore della costante di tempo in<br />
senso stretto.<br />
Conseguenze<br />
Le conseguenze dell’iperinflazione polmonare sono<br />
devastanti per la pompa ventilatoria e costituiscono<br />
il meccanismo principale dell’insufficienza<br />
respiratoria cronica e cronica riacutizzata. Sinteticamente,<br />
l’iperinflazione polmonare causa un significativo<br />
aumento dello sforzo inspiratorio, mentre<br />
è ridotta la capacità dei muscoli inspiratori di<br />
generare forza, a parità di stimolo centrale.<br />
Lavoro <strong>respiratorio</strong><br />
In primo luogo, vi può essere un aumento del lavoro<br />
<strong>respiratorio</strong> elastico. Infatti, i muscoli inspiratori<br />
devono espandere non solo il polmone, ma anche<br />
la parete toracica che a elevati volumi polmonari<br />
ha una retrazione verso l’interno. Inoltre, se la<br />
compliance statica totale dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong><br />
(polmone e parete toracica) può essere nei limiti di<br />
norma o di poco aumentata, la compliance polmonare<br />
dinamica (Cdyn,l) è diminuita e il lavoro elastico<br />
è di conseguenza maggiore. Chiaramente l’aumento<br />
della resistenza delle vie aeree per l’infiammazione<br />
della parete bronchiale accresce la componente<br />
resistiva del lavoro <strong>respiratorio</strong> totale, che ne risulta<br />
quindi ulteriormente appesantito.La condizione può<br />
essere ben rappresentata utilizzando la classica equazione<br />
di moto dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong>:<br />
Pmus = V T /Cdyn + RxV' (1)<br />
dove Pmus è la pressione sviluppata dalla contrazione<br />
dei muscoli inspiratori del paziente, V T è il<br />
volume corrente, Cdyn è la compliance dynamica,R<br />
è la resistenza al flusso aereo inspiratorio,V' è il flusso<br />
stesso, talvolta espresso dal flusso inspiratorio medio<br />
V T /T I in cui T I è il tempo inspiratorio. Chiaramente<br />
ogni riduzione di compliance e/o aumento di<br />
resistenza richiederà una maggiore pressione da parte<br />
dei muscoli, cioè uno sforzo più consistente, a<br />
parità di flusso e di volume e quindi un aumento<br />
del lavoro <strong>respiratorio</strong> (work of breathing,WOB) che<br />
è dato dalla forza (Pmus) per lo spostamento (V T ):<br />
WOB = Pmus × V T (2)<br />
PEEP intrinseca<br />
In secondo luogo, forse ancora più importante per<br />
la fisiopatologia della fase di riacutizzazione, l’incompleta<br />
espirazione lascia una pressione alveolare<br />
positiva alla fine dell’espirazione, conseguente alla<br />
presenza di forza di retrazione elastica che stava guidando<br />
il flusso espiratorio nel momento in cui questo<br />
è bruscamente invertito dalla contrazione dei<br />
muscoli inspiratori. Chiaramente, la pressione alveolare<br />
positiva alla fine dell’espirazione deve essere<br />
controbilanciata dai muscoli ispiratori per creare<br />
una pressione negativa nelle vie aeree centrali e<br />
dare quindi inizio all’inspirazione vera e propria.<br />
Questa pressione alveolare positiva di fine espirazione<br />
è stata denominata PEEP intrinseca (PEEPi),<br />
per analogia con la PEEP (positive end-expiratory pressure)<br />
fissata durante la ventilazione meccanica. In<br />
presenza di PEEPi l’equazione 1 diviene:<br />
Pmus = PEEPi + V T /Cdyn + RxV' (3)<br />
Nei pazienti con BPCO avanzata, in condizioni di<br />
stabilità, senza insufficienza respiratoria cronica, la<br />
PEEP intrinseca ammonta a 2-3 cm H 2 O, di media,<br />
aumentando a >10 cm H 2 O nelle fasi di riacutizzazione,<br />
nei pazienti con insufficienza respiratoria<br />
cronica grave 7 ,e nell’esercizio fisico. È importante<br />
ricordare che la PEEPi, misurata nei pazienti<br />
in ventilazione spontanea, rappresenta la pressione<br />
positiva minima da controbilanciare perché<br />
l’inspirazione abbia inizio, cioè la PEEPi nelle unità<br />
31
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
15<br />
13<br />
AP = 5 cmH 2 O<br />
5<br />
polmonari regionali con la più breve costante di<br />
tempo.A causa della disomogeneità della distruzione<br />
del tessuto polmonare e dell’infiammazione delle<br />
vie aeree, la PEEPi risulterà disomogeneamente<br />
distribuita con valori molto più elevati nelle unità<br />
regionali con elevata compliance e lunga costante di<br />
tempo 8 (figura <strong>2.</strong>17). Il valore medio e più indicativo<br />
della PEEPi si ottiene con una breve occlusione<br />
(3-5 sec) di fine-espirazione e la misura della<br />
pressione positiva all’apertura delle vie aeree. Questa<br />
manovra, semplice nei pazienti in ventilazione<br />
meccanica, è scarsamente affidabile come tecnica di<br />
misura nei soggetti che respirano attivamente per<br />
l’attivazione dei muscoli sia inspiratori sia espiratori<br />
in reazione all’occlusione.<br />
Quindi, in condizioni di iperinflazione polmonare,<br />
i muscoli inspiratori affrontano una contrazione<br />
in due fasi: dapprima una contrazione isometrica<br />
per controbilanciare la PEEPi, successivamente<br />
la contrazione isotonica per generare il flusso e<br />
il volume inspiratorio (figura <strong>2.</strong>16). Lo sforzo inspiratorio<br />
di un paziente con BPCO e iperinflazione<br />
polmonare, cioè della maggioranza dei pazienti<br />
con VEMS
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
23<br />
23<br />
21<br />
21<br />
19<br />
19<br />
17<br />
17<br />
Tensione (kg/cm 2 )<br />
15<br />
13<br />
11<br />
9<br />
15<br />
13<br />
11<br />
9<br />
SE<br />
SC<br />
7<br />
7<br />
5<br />
5<br />
3<br />
3<br />
1<br />
1<br />
40 50 60 70 80 90 100 110 120 130<br />
Lunghezza (%)<br />
5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19<br />
Lunghezza (cm)<br />
Figura <strong>2.</strong>18<br />
Relazioni di lunghezza-tensione del diaframma animali di controllo (criceti)<br />
(SC) e in criceti enfisematosi (SE). Quando la lunghezza del muscolo<br />
è espressa in valore assoluto (pannello destro), la relazione ottenuta<br />
negli animali enfisematosi si sposta verso sinistra e la lunghezza ottimale,<br />
cioè quella che genera la massima forza (LO) si riduce. Quando<br />
la lunghezza del muscolo è espressa in percentuale di LO, le due curve<br />
si sovrappongono (a sinistra) e la tensione massima (espressa in kg/cm 2 )<br />
rimane nella norma anche negli animali enfisematosi (modificata da 9 ).<br />
L’iperinflazione altera anche la configurazione geometrica<br />
del diaframma, il cui raggio di curvatura<br />
aumenta appiattendosi la cupola del tendine centrale.<br />
In conseguenza della legge di Laplace, l’aumento<br />
del raggio di curvatura porta a una riduzione<br />
della forza generabile. Così, per entrambi questi<br />
elementi, riduzione della lunghezza iniziale e aumento<br />
del raggio di curvatura, la capacità di produrre<br />
pressione da parte delle fibre del diaframma,<br />
a parità di stimolo centrale, è ridotta senza che intervenga<br />
necessariamente alcun fattore a modificare<br />
la contrattilità intrinseca delle fibre stesse.<br />
Inoltre, la minore pressione generata ha una compromessa<br />
capacità di espandere la cassa toracica in<br />
condizioni di iperinflazione polmonare, rispetto al<br />
normale, per la riduzione dell’area di apposizione,<br />
cioè la zona inferiore della parete toracica (caudalmente<br />
alla VII costa) in cui l’addome è a contatto<br />
con la parete costale. L’area di apposizione riveste una<br />
fondamentale importanza nella ventilazione corrente.<br />
La contrazione delle fibre del diaframma determina<br />
l’abbassamento del grande tendine centrale e<br />
una pressione intratoracica negativa che prima controbilancia<br />
la PEEPi e poi crea il flusso inspiratorio.<br />
Di simile entità, ma di segno contrario, quell’abbassamento<br />
causa anche un aumento della pressione addominale,<br />
particolarmente nell’addome alto e quindi<br />
anche sull’area di apposizione. Questo aumento di<br />
pressione nell’addome superiore (misurabile dalle variazioni<br />
di pressione gastrica durante gli atti inspiratori)<br />
determina un aumento di volume della parete<br />
toracica inferiore che contribuisce a negativizzare ulteriormente<br />
la pressione intratoracica e a espandere<br />
le basi polmonari cui è diretta la maggior parte della<br />
perfusione per lo scambio gassoso. Con la diminuzione<br />
dell’area di apposizione questa azione della<br />
pressione addominale sulla parete toracica inferiore<br />
viene persa, riducendo sostanzialmente l’azione inspiratoria<br />
del diaframma (figura <strong>2.</strong>19) 12 . Quest’ultimo<br />
si trova così a dover agire in buona parte da “diaframma”<br />
vero e proprio. La contrazione delle sue fibre<br />
avrà infatti come compito fondamentale non di<br />
abbassare il pavimento del torace e di aumentare il<br />
volume della parete toracica inferiore, ma di creare<br />
una tensione isometrica capace di controbilanciare la<br />
pressione intratoracica negativa generata dai muscoli<br />
inspiratori extradiaframmatici per impedire che questa<br />
risucchi nel torace il contenuto addominale invece<br />
di espandere il torace superiore, che rimane ormai<br />
l’unica possibilità di inspirare 12 .<br />
33
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Figura <strong>2.</strong>19<br />
Illustrazione schematica dell’azione del<br />
diaframma sulla parete toracica in un soggetto<br />
normale (sinistra) e in un paziente<br />
con BPCO (destra). Normalmente, la<br />
parte bassa della parete toracica (RC) viene<br />
espansa (1) dall’azione diretta dell’inserzione<br />
muscolare (2) e dall’aumento<br />
della pressione intra-addominale sulla<br />
zona di apposizione; questi effetti sono<br />
in parte controbilanciati dall’azione della<br />
pressione pleurica negativa sulla parte<br />
alta della parete toracica (3). Il bilancio<br />
finale delle forze applicate è inspiratorio,<br />
ma le azioni meccaniche 1 e 2 diventano<br />
progressivamente meno efficaci con<br />
l’aumento del volume polmonare.Nel paziente<br />
con iperinflazione polmonare, l’azione<br />
espansiva del diaframma è compromessa<br />
perché si riduce la zona di apposizione<br />
e l’effetto inserzionale diventa<br />
addirittura espiratorio. Un aumento dell’attività<br />
dei muscoli inspiratori extradiaframmatici<br />
è necessario per compensare<br />
l’alterazione negli effetti meccanici del<br />
diaframma (modificata da 12 ).<br />
2<br />
1<br />
3<br />
Normale<br />
RC<br />
L<br />
D1<br />
1<br />
3<br />
COPD<br />
RC<br />
L<br />
D1<br />
Pab<br />
2 2<br />
In sintesi, quindi, il diaframma non solo genera meno<br />
pressione a parità di stimolo, ma perde anche<br />
buona parte, se non tutta, della sua azione come<br />
muscolo inspiratorio riducendosi a uno stabilizzatore<br />
del torace inferiore.<br />
MECCANISMO<br />
DI ADATTAMENTO<br />
Studi sperimentali, su animali con enfisema polmonare<br />
indotto, hanno dimostrato che l’iperinflazione<br />
polmonare prolungata causa una perdita del<br />
10-15% di sarcomeri nelle fibre del diaframma.<br />
Questa riduzione nel numero di sarcomeri modifica<br />
la curva tensione-lunghezza che viene spostata<br />
a sinistra verso lunghezze minori, così che la capacità<br />
di generare pressione è relativamente conservata<br />
anche a una minore lunghezza delle fibre.<br />
Ovviamente, simili misure dirette non esistono nei<br />
pazienti. Esistono misure indirette che suggeriscono<br />
la presenza di simili meccanismi compensatori<br />
di “rimodellamento”. È infatti vero che i pazienti<br />
con BPCO avanzata sviluppano una pressione transdiaframmatica<br />
massima significativamente minore<br />
di quella generata da soggetti normali; tuttavia,<br />
quando la pressione transdiaframmatica è rapportata<br />
al volume polmonare in cui è generata, il valore<br />
è di fatto sovrapponibile a quello generabile da<br />
un soggetto normale a quel volume polmonare (figura<br />
<strong>2.</strong>20) 13 . In altre parole, il rimodellamento del<br />
diaframma, con la perdita di sarcomeri, conserva la<br />
capacità del muscolo di produrre forza. Il minor valore<br />
di questa rispetto alle condizioni di normalità<br />
è sostanzialmente determinato dall’aumentata CFR<br />
cui opera il diaframma nei pazienti BPCO, senza<br />
sostanziali alterazioni della contrattilità intrinseca<br />
delle fibre.<br />
Spesso, tuttavia, altri fattori come la malnutrizione,<br />
gli squilibri elettrolitici, la terapia steroidea, l’ipossiemia<br />
e l’ipercapnia determinano una debolezza di<br />
tutta la muscolatura scheletrica, in cui sono coinvolti<br />
anche i muscoli respiratori e il diaframma. In<br />
particolare, è importante sottolineare il danno che<br />
una terapia steroidea per via generale causa ai muscoli<br />
respiratori nei pazienti BPCO.<br />
34
<strong>2.</strong> ALTERAZIONI DELLA MECCANICA VENTILATORIA<br />
32<br />
28<br />
24<br />
20<br />
Soggetti normali<br />
Pazienti BPCO<br />
Figura <strong>2.</strong>20<br />
Relazione tra la pressione transdiaframmatica<br />
misurata durante la stimolazione sovramassimale<br />
(twich) del nervo frenico (Pdi,t) e<br />
il volume polmonare espresso come % della<br />
capacità polmonare teorica (% pred TLC) in<br />
soggetti normali e in pazienti BPCO e iperinflazione<br />
polmonare. In tutti i soggetti, la<br />
Pdi,t è stata misurata in condizioni di rilasciamento.<br />
Si osserva come a parità di volume<br />
polmonare, i pazienti sviluppino una<br />
maggiore Pdi,t dei soggetti normali (modificata<br />
da 13 ).<br />
Pdi,t (cmH2O)<br />
16<br />
12<br />
8<br />
4<br />
0<br />
40 70 100 130<br />
Volume (% pred TLC)<br />
MUSCOLI INSPIRATORI<br />
EXTRADIAFRAMMATICI<br />
Poiché i pazienti BPCO hanno un diaframma meno<br />
efficace dei soggetti normali, la ventilazione è<br />
sostenuta principalmente dai muscoli inspiratori extradiaframmatici<br />
e in particolare dai muscoli intercostali<br />
parasternali e dagli scaleni.<br />
Scarsa è invece l’attività dello sternocleidomastoideo<br />
e del trapezio in condizioni di ventilazione corrente.<br />
Alcuni dati sperimentali indicano che le proprietà<br />
forza-lunghezza dei muscoli intercostali parasternali<br />
sono differenti da quelle del diaframma. La lunghezza<br />
ottimale delle fibre di quelli per generare la<br />
massima forza è a livello della CPT e non della CFR<br />
come per il diaframma.<br />
Accanto al rimodellamento del diaframma, questa<br />
diversa proprietà forza-lunghezza degli intercostali<br />
parasternali consente, ai pazienti con BPCO grave,<br />
di sostenere la ventilazione anche a livelli molto elevati<br />
di iperinflazione polmonare, come quando la<br />
CFR supera il valore teorico della CPT.<br />
MUSCOLI ESPIRATORI<br />
Mentre il retto dell’addome e l’obliquo esterno<br />
rimangono in condizioni di rilasciamento durante<br />
la ventilazione corrente,il muscolo trasverso dell’addome<br />
è attivo durante l’espirazione corrente<br />
nei pazienti con BPCO di grado avanzato. Da un<br />
punto di vista strettamente teleologico, quella contrazione<br />
non appare di grande utilità. Infatti, a causa<br />
dell’eccessiva limitazione del flusso espiratorio,<br />
l’attività di un muscolo espiratorio, che contribuisce<br />
a rendere più positiva la pressione intratoracica,<br />
non può incrementare il flusso aereo, mentre<br />
aumenta la compressione dinamica delle vie aeree.<br />
Il fenomeno è ben visualizzato durante l’espirazione<br />
forzata in cui il flusso espiratorio è spesso<br />
inferiore al flusso espiratorio corrente allo stesso<br />
volume.<br />
È stato ipotizzato che la riduzione del volume addominale<br />
determinato dall’attività dei muscoli espiratori<br />
possa aumentare la lunghezza delle fibre diaframmatiche<br />
alla fine dell’espirazione,mettendo così<br />
il diaframma stesso in una migliore condizione<br />
35
IL VOLTO DELLA BPCO CHE CAMBIA ● QUADERNO 2<br />
Tabella <strong>2.</strong>1<br />
Cause dell’iperinflazione polmonare<br />
● Ridotta forza di retrazione elastica del polmone<br />
● Interdipendenza parenchima-vie aeree<br />
– Chiusura precoce di bronchioli durante l’espirazione<br />
– Eccessiva limitazione del flusso espiratorio<br />
● Allungamento della costante di tempo<br />
● Insufficiente tempo espiratorio<br />
– Elevata frequenza respiratoria<br />
– Eccessivo volume inspirato<br />
Tabella <strong>2.</strong>2<br />
Conseguenze dell’iperinflazione polmonare<br />
● Maggiore sforzo (lavoro) inspiratorio<br />
– PEEP intrinseca<br />
– Bassa Cdyn<br />
– Elevata resistenza<br />
● Minore forza dei muscoli inspiratori<br />
– Minore lunghezza<br />
– Minore area di apposizione<br />
– Minore curvatura del diaframma<br />
operativa per generare la pressione necessaria all’inspirazione.<br />
In realtà, i muscoli addominali si rilasciano<br />
immediatamente prima dell’inizio dell’inspirazione,<br />
perciò quel tipo di azione non appare<br />
particolarmente significativa come forma di “supporto<br />
inspiratorio”. Molto probabilmente, l’attività<br />
dei muscoli espiratori durante l’espirazione è solo<br />
la conseguenza del più vigoroso stimolo (drive) centrale<br />
nei pazienti con BPCO grave. Infatti, anche<br />
nei soggetti normali l’aumento dello stimolo centrale,<br />
per esempio in condizioni di ipossiemia e/o<br />
ipercapnia indotte, determina l’attivazione dei muscoli<br />
espiratori 14 . Nei pazienti BPCO la broncocostrizione<br />
indotta farmacologicamente si associa a<br />
un’attivazione dei muscoli espiratori progressivamente<br />
maggiore con l’aggravarsi della broncocostrizione<br />
15 .<br />
L’attività dei muscoli espiratori ha implicazioni rilevanti<br />
per l’iperinflazione polmonare dinamica.<br />
Quest’ultima, infatti, è sistematicamente associata<br />
alla pressione alveolare positiva di fine espirazione:<br />
la PEEP intrinseca. In condizioni di rilasciamento<br />
muscolare, come avviene per esempio nei pazienti<br />
in ventilazione meccanica, la PEEPi riflette la forza<br />
di retrazione elastica dell’<strong>apparato</strong> <strong>respiratorio</strong><br />
alla fine dell’espirazione incompleta. Se i muscoli<br />
espiratori sono attivi, il decremento della pressione<br />
intratoracica (pleurica) che precede l’inspirazione<br />
vera e propria sarebbe dovuto solo in parte alla contrazione<br />
dei muscoli inspiratori per controbilanciare<br />
la PEEP intrinseca; in parte sarebbe determinato<br />
dal rilasciamento dei muscoli espiratori. Diversi<br />
tentativi sono stati fatti per misurare separatamente<br />
le due componenti della PEEPi, cioè la pressione<br />
alveolare positiva causata dalla forza di retrazione<br />
elastica e quella dovuta all’azione dei muscoli<br />
espiratori. Di fatto, questa separazione richiede l’utilizzo<br />
di due cateteri con palloncino, rispettivamente<br />
nell’esofago e nello stomaco per misurare le<br />
variazioni di pressione pleurica e di pressione addominale.<br />
Questa tecnica, largamente impiegata<br />
nella ricerca, è poco spendibile nella pratica clinica<br />
se non in condizioni molto particolari, come i<br />
pazienti di difficile svezzamento e/o con importanti<br />
problemi di adattamento al ventilatore 16 .<br />
CONCLUSIONI<br />
Poiché i polmoni e il torace sono “uniti per la vita<br />
nel bene e nel male”, non è sorprendente che<br />
l’uno risenta delle modificazioni degli altri. L’indissolubile<br />
matrimonio è stabilito dal volume 1 .<br />
Nella BPCO, la CFR, cioè il volume di aria che<br />
rimane nei polmoni e nelle vie aeree alla fine del<br />
volume corrente, è molto aumentata fino a superare<br />
la CPT teorica. Questo aumento ha cause “statiche”e<br />
“dinamiche”,riassunte nella tabella <strong>2.</strong>1,con<br />
conseguenze devastanti sulla meccanica ventilatoria<br />
(tabella <strong>2.</strong>2) che rivestono un ruolo centrale nella<br />
fisiopatologia dell’insufficienza respiratoria acuta<br />
e cronica nei pazienti BPCO.<br />
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