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LABORATORIO DIDATTICO DI GEOMETRIA Esercizi: FOGLIO 3

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Paola Gramaglia<br />

<strong>LABORATORIO</strong> <strong><strong>DI</strong>DATTICO</strong> <strong>DI</strong> <strong>GEOMETRIA</strong><br />

<strong>Esercizi</strong>: <strong>FOGLIO</strong> 3<br />

ESERCIZIO 1<br />

Dimostrare che l’asse di un segmento è il luogo geometrico dei punti equidistanti dagli estremi<br />

del segmento stesso.<br />

I prerequisiti per lo svolgimento di questo esercizio sono la definizione di asse di un segmento e il<br />

concetto di luogo geometrico.<br />

• L’asse di un segmento è la retta perpendicolare al segmento e passante per il suo punto<br />

medio.<br />

• Per luogo geometrico si intende, invece, l’insieme di tutti e soli i punti del piano che godono<br />

di una certa specificata proprietà. La definizione di luogo geometrico non è particolarmente<br />

semplice da capire ed è secondo me importante che subito, data questa definizione,<br />

l’insegnante insista sul fatto che per provare che una figura, o una retta, è un luogo di punti<br />

occorre dimostrare sia che tutti i suoi punti godono della proprietà detta, sia che questi punti<br />

sono i soli ad avere quella caratteristica, ossia che se un punto ha la proprietà indicata, allora<br />

deve appartenere a quella figura, o a quella retta.<br />

La dimostrazione richiesta in questo esercizio presenta quindi la difficoltà di dover effettuare la<br />

doppia verifica richiesta per i luoghi geometrici. Inoltre quello dell’asse di un segmento è<br />

generalmente il primo luogo geometrico che viene presentato agli studenti: è quindi senz’altro<br />

necessario che la dimostrazione richiesta in questo esercizio sia svolta in classe e illustrata<br />

dall’insegnante.<br />

Per quanto osservato sopra direi che è più chiaro distinguere nella dimostrazione due parti.<br />

1. Dimostrare che tutti i punti dell’asse di un segmento sono equidistanti dagli estremi del<br />

segmento stesso, ossia che, preso un qualsiasi punto sull’asse, la sua distanza dai due<br />

estremi del segmento è la stessa.<br />

2. Dimostrare che i punti dell’asse del segmento sono gli unici punti del piano a godere della<br />

proprietà di essere equidistanti dagli estremi del segmento, ossia dimostrare che se un punto<br />

è equidistante dagli estremi di un segmento, allora appartiene all’asse di quel segmento.<br />

Parte 1<br />

Ipotesi.<br />

• a è l’asse del segmento AB<br />

• P∈a<br />

⎪⎧<br />

AM = MB<br />

⇒ ⎨<br />

⎪⎩ a ⊥ AB<br />

Tesi.<br />

• PA = PB<br />

1


Svolgimento.<br />

È facile osservare che i due triangoli PMA e PMB sono congruenti, per il primo criterio di<br />

congruenza dei triangoli. Infatti:<br />

o AM = MB , per ipotesi, dal momento che l’asse di un segmento, per definizione, passa per il<br />

punto medio del segmento stesso,<br />

o P Mˆ A = PMˆ B , poiché sono due angoli retti, visto che l’asse è, per definizione,<br />

perpendicolare al segmento,<br />

o PM è comune ai due triangoli.<br />

Dalla congruenza dei due triangoli indicati, segue che PA = PB , che era proprio la tesi che si<br />

voleva dimostrare.<br />

c.v.d.<br />

Parte 2<br />

Ipotesi.<br />

• PA = PB<br />

Tesi.<br />

• P è un punto dell’asse del segmento AB<br />

Svolgimento.<br />

P è un punto qualsiasi del piano per cui si sa per ipotesi che PA = PB . Allora se si considera il<br />

triangolo APB, si vede subito che questo triangolo è isoscele.<br />

Tracciamo la bisettrice dell’angolo al vertice A Pˆ B : questa interseca il segmento ABin un punto M,<br />

come mostra la seguente figura. Osserviamo che, per il teorema di esistenza e unicità della bisettrice<br />

di un angolo, questa costruzione è sempre lecita.<br />

A questo punto si può ricordare il teorema che afferma che, in un triangolo isoscele, la bisettrice<br />

dell’angolo al vertice è perpendicolare alla base e la divide a metà. In questo caso, allora, il teorema<br />

dice che PM ⊥ AB e AM = MB : allora la retta passante per P e per M che è stata costruita è l’asse<br />

del segmento AB e si può così concludere che P è un punto dell’asse di AB.<br />

c.v.d.<br />

2


Osservazione.<br />

Anche senza ricordarsi del teorema sopra riportato, relativo ai triangoli isosceli, si arriva<br />

semplicemente allo stesso risultato osservando la congruenza, per il primo criterio, dei due triangoli<br />

PMA e PMB:<br />

o PA = PB , per ipotesi,<br />

o M PˆA = MPˆ B , per costruzione, essendo PM la bisettrice dell’angolo A Pˆ B ,<br />

o PM è comune ai due triangoli.<br />

Allora AM = MB e i due angoli P Mˆ A e P Mˆ B sono uguali e supplementari, quindi sono retti,<br />

ossia PM ⊥ AB . La retta per PM coincide con l’asse del segmento AB.<br />

ESERCIZIO 14<br />

Dimostrare che le diagonali di un rettangolo sono uguali e viceversa, ossia dimostrare che se<br />

in un parallelogramma le due diagonali sono uguali esso è un rettangolo.<br />

I prerequisiti per lo svolgimento di questo esercizio sono i seguenti.<br />

• La definizione di parallelogrammo: un parallelogrammo è un quadrilatero avente i lati<br />

opposti paralleli.<br />

• Le proprietà dei parallelogrammi, in particolare:<br />

in ogni parallelogrammo i lati opposti sono uguali,<br />

in ogni parallelogrammo gli angoli adiacenti a ciascun lato sono supplementari,<br />

in ogni parallelogrammo gli angoli opposti sono uguali.<br />

• La definizione di rettangolo: un rettangolo è un parallelogrammo avente tutti i quattro angoli<br />

uguali, e quindi retti.<br />

La dimostrazione richiesta in questo esercizio è importante per definire le proprietà dei rettangoli e<br />

deve quindi essere affrontata in classe.<br />

Dividiamo la dimostrazione in due parti.<br />

1. Dimostrare che in un rettangolo le diagonali sono uguali.<br />

2. Dimostrare che un parallelogrammo avente le diagonali uguali è un rettangolo.<br />

Parte 1<br />

Ipotesi.<br />

• ABCD è un rettangolo<br />

Tesi.<br />

• BD = AC<br />

Svolgimento.<br />

Si osserva che i due triangoli DAB e ABC, individuati dalle diagonali del rettangolo, sono<br />

congruenti. Infatti:<br />

o AD = BC , perché il rettangolo, essendo un particolare parallelogrammo, gode della<br />

proprietà dei parallelogrammi di avere i lati opposti uguali,<br />

o D ÂB = CBˆ A , perché, per definizione, il rettangolo ha gli angoli uguali,<br />

o AB è comune ai due triangoli.<br />

3


Per il primo criterio di congruenza i due triangoli detti sono uguali: quindi anche<br />

Parte 2<br />

Ipotesi.<br />

• ABCD è un parallelogrammo<br />

• BD = AC<br />

Tesi.<br />

• ABCD è un rettangolo: ha i quattro angoli uguali<br />

BD = AC .<br />

c.v.d.<br />

Svolgimento.<br />

I triangoli DAB e ABC sono congruenti per il terzo criterio di congruenza dei triangoli perché<br />

hanno i lati ordinatamente congruenti. Infatti:<br />

o AD = BC , perché nei parallelogrammi i lati opposti sono uguali,<br />

o il lato AB è comune ai due triangoli,<br />

o DB = AC, per ipotesi, dato che si suppone che le diagonali del parallelogrammo siano<br />

uguali.<br />

Allora i due angoli D ÂB<br />

e C Bˆ A sono uguali. Inoltre, essendo ABCD un parallelogrammo, si ha<br />

che gli angoli adiacenti ad un lato sono supplementari. Quindi D ÂB = CBˆ A e sono due angoli<br />

supplementari, perché adiacenti ad AB : allora D ÂB<br />

e C Bˆ A sono due angoli retti.<br />

In un parallelogrammo vale anche la proprietà che gli angoli opposti sono uguali: allora anche gli<br />

angoli A Dˆ C , uguale a C Bˆ A , e D ĈB, uguale a D ÂB<br />

, sono retti.<br />

ABCD è un parallelogrammo che ha tutti gli angoli uguali, e retti: quindi è un rettangolo.<br />

c.v.d.<br />

ESERCIZIO in più<br />

Trovare il luogo geometrico dei punti di intersezione delle diagonali dei rettangoli in cui il lato<br />

AB è fisso.<br />

Propongo questo esercizio perché mi sembra abbastanza interessante per verificare le conoscenze<br />

acquisite relativamente ai luoghi geometrici e alle proprietà dei rettangoli.<br />

I prerequisiti fondamentali sono quindi proprio la definizione di luogo geometrico e le definizioni e<br />

le proprietà di parallelogrammi e rettangoli; in più si farà ricorso a teoremi che si suppone siano<br />

ormai entrati a far parte del bagaglio di conoscenze degli studenti, come ad esempio il teorema sulla<br />

somma degli angoli interni di un triangolo.<br />

Questo esercizio non è particolarmente semplice e richiede, innanzi tutto, di capire quale sia il<br />

luogo geometrico richiesto. Per far questo, oltre al ragionare con carta e penna, si può consigliare<br />

agli studenti di usare gli strumenti offerti da Cabri.<br />

In modo particolare, disegnato un rettangolo di base fissa AB e individuato il punto P di<br />

intersezione delle sue diagonali, utilizzando la funzione “Traccia”, si può far disegnare al<br />

programma la traccia del punto P al variare della lunghezza dei lati del rettangolo non fissi: la retta<br />

che viene segnata sulla figura è proprio il luogo geometrico richiesto, ed è facile capire che è l’asse<br />

del segmento AB.<br />

4


A questo punto, si deve dimostrare rigorosamente quanto è stato visto intuitivamente. Come già<br />

osservato nell’esercizio 1, per provare che una data figura, in questo caso una retta, è un luogo<br />

geometrico occorre fare un doppia dimostrazione, ed è allora opportuno dividere l’esercizio in due<br />

parti.<br />

1. Dimostrare che tutti i punti dell’asse di AB sono punti di intersezione delle diagonali di un<br />

rettangolo di base AB, opportunamente scelto; ossia dimostrare che, preso un punto P<br />

qualsiasi sull’asse di AB, è possibile costruire un rettangolo di base AB le cui diagonali si<br />

intersecano in P.<br />

2. Dimostrare che i punti dell’asse di ABsono i soli a godere della proprietà di essere punti di<br />

intersezione delle diagonali dei rettangoli di base AB fissata; ossia dimostrare che, se P è il<br />

punto d’intersezione delle diagonali di un rettangolo avente come base il segmento AB,<br />

allora P appartiene all’asse di AB.<br />

Parte 1<br />

Ipotesi.<br />

• a è l’asse del segmento AB<br />

• P∈a<br />

⎪⎧<br />

AM = MB<br />

⇒ ⎨<br />

⎪⎩ a ⊥ AB<br />

Tesi.<br />

• Esiste un rettangolo tale che P è il punto di intersezione delle sue diagonali<br />

Svolgimento.<br />

Si può procedere cercando inizialmente di costruire un quadrilatero opportuno per cui P sia il punto<br />

di intersezione delle diagonali e dimostrando poi che questo è un rettangolo.<br />

Si tracciano, a partire dai punti A e B due semirette: quelle perpendicolari al segmento AB e quelle<br />

passanti per P; si indicano con C e D, come è stato fatto in figura, i punti di intersezione di tali<br />

semirette. Congiungendo C con D, si ottiene un quadrilatero le cui diagonali si incontrano in P. La<br />

tesi del problema è quindi ora di dimostrare che ABCD è un rettangolo.<br />

Si osserva, innanzi tutto, che PA = PB : P è un punto dell’asse di AB e quindi è equidistante dagli<br />

estremi del segmento.<br />

Allora il triangolo APB è isoscele sulla base AB e P ÂB = PBˆ A .<br />

5


Considerando i due triangoli DAB e CBA, si hanno allora queste relazioni:<br />

o D ÂB = CBˆ A , perché, per costruzione, le rette per DA e per CB sono perpendicolari ad<br />

AB,<br />

o AB è comune ai due triangoli,<br />

o D Bˆ A = CÂB<br />

, per quanto osservato prima.<br />

Allora i due triangoli sono congruenti per il secondo criterio di congruenza, e in particolare si ha:<br />

• DB = AC,<br />

• A Dˆ B = BĈA<br />

.<br />

Procedendo, si osserva che nel triangolo DAB, la somma degli angoli interni è pari ad un angolo<br />

piatto e, poiché D ÂB<br />

è retto per costruzione, si ha che A Dˆ B + DBˆ A deve essere pari ad un angolo<br />

retto. Poiché, inoltre, D Bˆ A = CÂB<br />

e D ÂC + CÂB<br />

è un angolo retto per costruzione, segue che<br />

A Dˆ B = DÂC .<br />

Allora il triangolo APD ha gli angoli alla base uguali ed è quindi isoscele: segue che PD = PA .<br />

Analogamente si dimostra che anche PC = PB ; e in conclusione: PA = PB = PC = PD .<br />

Nella figura riportata qui di seguito sono riportate tutte le uguaglianze fra angoli e segmenti ricavate<br />

con i precedenti ragionamenti.<br />

Abbiamo provato che PD = PB e PA = PC , ossia che le diagonali del quadrilatero ABCD si<br />

tagliano scambievolmente a metà: allora ABCD è un parallelogrammo.<br />

Inoltre DB = AC, come già è stato provato: allora ABCD è un parallelogrammo che ha le diagonali<br />

uguali, ossia è un rettangolo.<br />

c.v.d.<br />

Parte 2<br />

Ipotesi.<br />

• ABCD è un rettangolo<br />

• P è il punto di intersezione delle diagonali<br />

Tesi.<br />

• P appartiene all’asse del segmento AB<br />

6


Svolgimento.<br />

Per ipotesi ABCD è un rettangolo quindi le sue diagonali sono uguali: AC = DB. Inoltre, essendo<br />

un particolare parallelogrammo, le diagonali di ABCD incontrandosi dimezzano: allora PA = PB ,<br />

perché sono metà di segmenti congruenti.<br />

Dire che PA = PB significa dire che P è equidistante dagli estremi del segmento AB e cioè che P<br />

appartiene all’asse di AB, dal momento che l’asse di un segmento è il luogo geometrico dei punti<br />

equidistanti dagli estremi del segmento stesso: abbiamo quindi provato la tesi del teorema.<br />

c.v.d.<br />

7

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