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mezzo mediatico, ma inizia fin nella scuola.<br />
Perfino una scrittrice femminista della prima<br />
ora come Doris Lessing, si dovette convincere<br />
che tutto il sistema scolastico inglese era indirizzato<br />
in quel senso. E C. Off Sommers, in<br />
The war Against Boys (Touchstone, N.Y.<br />
2000), scrive:<br />
“I maschi sono continuamente attaccati per la<br />
loro identià. Abbiamo creato a scuola il senso<br />
che la mascolinità sia qualcosa di cattivo. I maschi<br />
si sentono in colpa ed è sorta una cultura<br />
scolastica che è sospettosa ed ha paura dei maschi.”<br />
b) L’attacco sistematico alla religione cristiana<br />
ma in particolare alla Chiesa Cattolica,<br />
considerata maschilista, oppressiva verso le<br />
donne e strumento principe del patriarcato.<br />
c) La svalutazione conseguente della donna/madre,<br />
e in particolare della figura della<br />
Madonna, vista simbolo della sottomissione<br />
femminile e della sua relegazione nell’ambito<br />
domestico. “La maternità è una delle insidie<br />
più velenose del patriarcato” (Lidia Menapace).<br />
Per dirla con le parole della Nucci,<br />
“<strong>Il</strong> conseguente assalto alla cultura popolare<br />
ha preso sostanzialmente cinque direzioni: delegittimare<br />
la normalità (stereotipizzare), far<br />
diventare norma l’eccezione (culto della diversità),<br />
inculcare motivi di risentimento e di accusa<br />
(vittimismo), delegittimare su questa base<br />
la religione cristiana e in particolare la gerarchia<br />
cattolica (patriarcato), sacralizzare con<br />
intento risarcitorio il femminile (neopaganesimo).”<br />
j<br />
Mi fermo qui, e non perché non vi sarebbero<br />
problemi importanti di cui discutere:<br />
a) Posto che incontestabilmente l’uomo<br />
nuovo, individuo parziale senza identità e memoria<br />
storica, è , in qualità di mero consumatore<br />
non solo di oggetti ma anche del tempo,<br />
funzionale all’economia globalizzata, perché<br />
i governi occidentali, anche quelli che in teoria<br />
dovrebbero essere su posizioni opposte,<br />
hanno finito per delegare queste questioni alle<br />
Agenzie Onu, per di più finanziandole abbondantemente<br />
Solo per colpevole sottovalutazione<br />
di questioni non direttamente attinenti<br />
alla “roba”, detto in termini più eleganti<br />
all’economia, il nuovo “feticcio” della modernità<br />
b) Oppure c’è di più, oppure sono compartecipi<br />
di una visione del mondo tesa a sacralizzare<br />
il femminile e che ha fatto breccia anche<br />
in settori della Chiesa Cattolica La teologia<br />
femminista, scrive A. Nucci,<br />
“[…] pretendendo di continuare a chiamarsi<br />
cristiana, anzi cattolica, riflette il neo-gnosticismo<br />
New Age e teosofico di cui mira ad attuare,<br />
secondo lo spirito dell’Età dell’Acquario,<br />
il principio dell’egemonia della donna, ripristinando<br />
un’ordine ribaltato dal Dio della<br />
Genesi.”<br />
Del resto la neoteologia femminista si salda<br />
con tutte quelle antropologie che, col pretesto<br />
di una malintesa salvaguardia della natura,<br />
assumono aspetti psichicamente regressivi<br />
che riporterebbero l’umanità al tempo in<br />
cui l’uomo non distingueva se stesso dal resto<br />
del cosmo, non aveva cioè elaborato compiutamente<br />
la distinzione autoriflessiva fra “io” e<br />
“tu”. Wangari Maathai, che fa parte del comitato<br />
promotore della Carta della Terra e<br />
della Croce Verde internazionale, vorrebbe<br />
riscrivere la Bibbia nel senso di<br />
“una Bibbia nella quale l’uomo, la natura e Dio<br />
siano parte di un tutto indifferenziato, per rompere<br />
la tradizione abramitica del giudaismo, del<br />
cristianesimo e dell’islam, dominata dall’antropocentrismo”<br />
(ciclo di conferenze nell’ottobre<br />
1998 organizzato dal Programma per l’Ambiente<br />
delle Nazioni Unite)<br />
Sulla stessa linea di pensiero totalizzante,<br />
che vede “il mondo come un tutto unico, in<br />
cui l’umanità è posta sullo stesso livello delle<br />
8 ottobre 2011 Anno XI