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PiX
Interiors & Components
L’Esagono
in architettura e nel design
hexagon in architecture and design
Appunti e Idee
anticipazioni da matteo ragni
advances from matteo ragni
USA Design
la piastrella esagonale per pavimento
hexagonal ceramic floor tiles
Fantavisioni
le geometrie dello sguardo
geometries of the eye in sci-fi
Etruria Design
progetti&realizzazioni
projects&works
Know-How
tecnologia e geometria
technology and geometry
numero 8 - ottobre 2008

indice/index
presentazione/presentation .....................................................................................................................................................................
editoriale/editorial ............................................................................................................................................................................................
L’esagono in architettura e nel design. Figura geometrica componibile e scomponibile/
The hexagon in architecture and design. A geometric figure that can be put together and taken apart ...........
Un sogno chiamato Diamantato. Forse è proprio così che potrei definire la nostra azienda/
A dream evoked by diamond bevel-edging. Perhaps this is how I could define our company ..............................
Un buon inizio. Appunti, idee ed anticipazioni dal designer italiano/
A good start. Notes, ideas and advances from the Italian designer ........................................................................................
Le geometrie dello sguardo. La semplificazione delle forme nel cinema di fantascienza/
The geometries of the eye. Simplification of shapes in science-fiction cinema ...............................................................
Progetti&Realizzazioni/Project&Works ...........................................................................................................................................
Know-how. Tecnologia e geometria. Materiali innovativi a matrice esagonale/
Know-how. Technology and geometry. New materials in a hexagonal matrix ....................................................................
Storia di un adorato elemento americano di design. La piastrella esagonale per pavimento/
History of a cherished american design element. Hexagonal ceramic floor tiles ............................................................
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Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. È vietata la riproduzione senza l’autorizzazione di ETRURIA design.
Entire contents copyright Pix. All rights reserved.
Un’iniziativa
An initiative
Gruppo di lavoro interno al Dipartimento di Progettazione e studio dell’architettura dell’Università degli Studi
Roma Tre, finalizzato alla collaborazione tra università ed attività produttive.
Work group which operates in the framework of the Roma Tre University’s Department of Design and architectural
studies, targeted at optimising synergies between training, designing and productive activities.
Coordinamento/Coordinator: prof. Paolo Martegani http://host.uniroma3.it/progetti/design
Via Jugoslavia 74/76 - 41100 Modena (Italia) - Tel. 059.452188 - Fax 059.452191
e-mail: info@etruriadesign.it
www.etruriadesign.it
Pubblicazione Semestrale - Numero 8 - Ottobre 2008
Iscrizione al Tribunale di Modena n° 1724 del 12 Novembre 2004
Direttore Responsabile: dott. ssa Giulia Ligabue - ETRURIA design
Direzione Scientifica: prof. arch. Paolo Martegani, dott. arch. Mauro Corsetti - Design&Sinergie
Progetto Grafico: Mauro Corsetti
Collaborazione alla Redazione: dott. arch. Chiara Lucarini
Fotografie: Luciano Busani, Photodigital
Traduzioni: LOGOS
Stampa: Litographic Group spa
Finito di stampare: Settembre 2008
in copertina: Jean Nouvel, IMA - Institut du Monde Arabe, Parigi, 1987. Dettaglio della facciata.
cover: Jean Nouvel, IMA - Institut du Monde Arabe, Paris, 1987. Facade detail.

Andrea Ligabue
Presentazione
Presentation
ETRURIA design, che fino ad ora si era occupata solo di rivestimento
Diamantato, fa la sua proposta per il pavimento. ETRURIA design porta il
Diamantato a pavimento, che diventa “Esagono”.
Nel mio percorso di ricerca e approfondimento sulla storicità dell’esagono, mi
sono imbattuto nel matematico premio Nobel per l’economia (1994) John
Nash, inventore nel 1949 del Gioco dell’Hex; personalità molto complessa ma
di un’incredibile straordinarietà, che mi porta a fare alcune considerazioni sul
lavoro e sul gioco.
Si lavora, se costretti dalla necessità, anche se non ci piace; il gioco al contrario
si fa solo liberamente per nostra scelta e piacere, consistendo nella gioia e
nel coraggio di sfidare volontariamente se stessi con intelligenza, fantasia
destrezza e caparbietà. Sia nel lavoro che nel gioco ci sono regole da rispettare,
che nel lavoro ci impongono limiti repressivi, mentre nel gioco ci offrono
opportunità incentivanti. Il gioco è competizione, evasione, fortuna, rischio, premio;
serve a rompere la monotonia rendendo bella e varia l’esistenza.
Sia nel lavoro che nel gioco vi è dispendio di energie, che vanno recuperate
attraverso il riposo, che è quindi complementare e non alternativo ad essi.
Il gioco è sempre espressivo, il lavoro lo è solo quando è creativo. Più il lavoro
diventa creativo, più si avvicina al gioco fino quasi a sovrapporsi ad esso.
L’imprenditore, quindi, tutto preso dalla passione dell’impresa in cui rischia e
cresce, difficilmente sa dire se la propria attività è un lavoro o un gioco.
1
ETRURIA design, that until now had specialised only in bevel-edged tiles, now offers its floor product.
ETRURIA design brings bevel-edging to the floor, that becomes a “Hexagon”.
On my journey of research and learning about the history of the hexagon, I met the mathematician
who won the Nobel prize for economics (1994), John Nash; in 1949 he invented the Hex Game; he
is a very complex personality but an incredibly unusual one, and it is he who leads me to put forward
some considerations on work and play.
We work, if forced by necessity, even if we do not like it; on the other hand, we play freely at our
choice and pleasure, and play consists of the joy and courage of voluntarily challenging ourselves
with intelligence, imagination, skill and stubbornness.
In both work and play there are rules to observe, which in work impose repressive limits on us, while
in play they offer us stimulating opportunities.
Play is competition, evasion, luck, risk, prize-winning; it is used to break the monotony, making life
pleasant and varied.
In both work and play there is expenditure of energy, that is recuperated through rest, and this process
is therefore complementary and not an alternative to it.
Play is always expressive, work is only expressive when it is creative. The more creative work becomes,
the closer it gets to play until it almost takes its place.
The businessman, therefore, completely taken up by the passion for the business in which he takes
risks and grows, finds it hard to say whether his job is work or play.
Presentazione
Andrea Ligabue
Presidente ETRURIA design

Paolo Martegani
editoriale
editorial
Questa edizione di PiX Interiors&Components è speciale. Infatti mentre continua la
consolidata linea editoriale volta ad argomentare sulle caratteristiche ed ad offrire testimonianza
dell’uso del diamantato prevalentemente nelle superfici verticali degli spazi
architettonici, il numero 8 presenta in anteprima la nuova collezione di piastrelle ETRU-
RIA design, per la prima volta espressamente dedicata ai pavimenti. Se la piastrella
tronco piramidale che da sempre caratterizza ETRURIA design è particolarmente adatta
ai rivestimenti, la nuova collezione di piastrelle esagonali Hex trova nelle posature
orizzontali delle pavimentazioni la propria naturale destinazione. La geometria complessa,
la componibilità, i trattamenti cromatici costituiscono degli elementi di contatto tra le
collezioni “storicizzate” di ETRURIA design ed Hex, che offre nuove opportunità di realizzare
ambientazioni sempre più complesse, ricche e variegate.
Proprio in occasione della presentazione della collezione Hex, questo numero di PiX
raccoglie un numero considerevole di articoli, interventi, illustrazioni, curiosità che fanno
riferimento all’esagono. Si spazia dalla geometria, che nell’esagono e nei suoi sviluppi
tridimensionali risulta particolarmente intrigante, fino ad osservarne le molteplici conseguenze
di carattere percettivo, astratto, grafico, cromatico e riservando sempre alle
applicazioni pratiche del prodotto industriale una particolare attenzione. L’intento è
quello di offrire un contributo di idee e di metodo per il rilancio di un prodotto che affonda
le radici nella tradizione, ma che opportunamente trattato può essere ancora capace
di evoluzione e re interpretazione propositiva. In un scenario che diviene sempre più
contraddistinto dalla competizione, è importante che ogni singola realtà aziendale
tenda allo sviluppo della propria produzione e che, contemporaneamente, contribuisca
alla crescita ed all’affermazione più in generale del sistema in cui è inserita. In linea con
questa esigenza, PiX contribuisce allo sviluppo del comparto a cui appartiene, punta
sull’innovazione basata sullo sviluppo continuo di valori radicati nella tradizione, favorendo
l’affermarsi di questa formula tipica del Made in Italy.
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This issue of PiX Interiors&Components is special. In fact, although the consolidated editorial line
turns towards affirming the features and offering testimony to the use of the bevelled tile predominantly
on upright surfaces of architectural areas, issue number 8 presents a preview of the new collection of
ETRURIA design tiles, for the first time expressly intended for floors. Although the truncated cone-shaped
tile that has always characterised ETRURIA design is particularly suitable for wall-coverings, the
new collection of Hex hexagonal tiles finds, in the horizontal settings of floors, its own natural destination.
The complex geometry, composition capability and colour treatment all form the elements of contact
between the “historically-based” collections of ETRURIA design and Hex, that provides new opportunities
for making increasingly complex, rich and variegated settings.
At the same time as the Hex collection is presented, this PiX edition brings together a considerable
number of articles, works, illustrations and studies referring to the hexagon. It ranges from geometry,
that in the hexagon and its three-dimensional developments is particularly intriguing, to an observation
of its numerous consequences of a perceptive, abstract, graphic and chromatic nature, and always
paying special attention to the practical applications of the industrial product.
The aim is to provide a contribution of ideas and method for relaunching a product that has its roots
deep in tradition, but that, if correctly treated, can also be capable of development and reinterpretation
in the way it is used. In a scenario that is increasingly marked by competition, it is important that every
individual company aspect should lead to development of the company’s own production and that, at
the same time, help towards the growth and strengthening in more general terms of the system of which
it is a part. In line with this requirement, PiX contributes towards the development of the division it
belongs to, with the aim of achieving innovation based on continuous development of values rooted in
tradition, and helps consolidate this typical formula of the product Made in Italy.
Le lucertole di M.C. Escher
(1898-1972) si ripetono
all’infinito, poiché disegnate
attraverso una tassellazione
di elementi esagonali.
The lizards of M.C. Escher
(1898-1972) are repeated
ad infinitum, since they are
designed through a
mosaic pattern of hexagonal
pieces.
Editoriale

Paolo Martegani
L’esagono in architettura e nel design
Figura geometrica componibile e scomponibile
The hexagon in architecture and design
A geometric figure that can be put together and taken apart
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Monitor
Le api nella loro operosità utilizzano
la forma esagonale.
Bees in their operations use the
hexagonal shape.
Palmanova Città Fortezza.
Palmanova Fortress City
http://www.palmanova.it/
“L’architettura è il gioco sapiente rigoroso
e magnifico dei volumi assemblati nella
luce” secondo la definizione di Le
Corbusier, il massimo esponente del
movimento moderno: l’esagono, figura
piana interessante, può acquisire connotati
tridimensionali e si presta bene ad
interpretare il proprio ruolo nel “gioco”.
Infatti nel piano si può giustapporre, comporre
e si può ridurre ai propri elementi
costituenti, mentre nello spazio si può estrudere totalmente
o parzialmente e infine si può rappresentare in un
vuoto definito dai piani che lo delimitano: ne è derivato e
ne deriva un impiego esteso e variegato.
Esagonale è lo schema di città fortificata che venne utilizzato
in Europa a partire dal Cinquecento. In Italia si fortificarono
diverse città impiegando questa forma geometrica:
nel 1593 Palmanova, definita
urbanisticamente attraverso un
chiaro sistema radiale, nel 1693
l’esagono venne impiegato per
progettare le città di Avola e di
Occhialà ora Grammichele.
La pianta esagonale caratterizza
numerose costruzioni, spesso a
forte sviluppo verticale, quali torri,
ciminiere, silos e grattacieli.
Nelle abitazioni mono famigliari si
sono sperimentate le forme più
varie, tuttavia nelle sperimentazioni
di industrializzazione la forma
esagonale è stata spesso privilegiata;
basti ricordare la Dymaxion
House che Buckminster Fuller propose negli anni centrali
del secolo scorso e i numerosi esempi che seguirono.
Le caratteristiche geometriche presenti nell’esagono
offrono ampi spunti per trattamenti cromatici di interessante
valore espressivo, che acquistano connotati scientifici
quando la forma esagonale viene utilizzata per rappresentare
il “cerchio dei colori”.
Interessanti proprietà ottiche sono connesse all’esagono
e alla dimensione degli angoli dei triangoli che lo costituiscono.
Gli oggetti - posti all’interno dell’angolo diedro di
60° formato da due specchi inseriti all’interno di un cilindro
osservati da un punto di vista azimutale - si moltiplicano
creando l’illusione ottica di un esagono. È il principio
del caleidoscopio apparecchio ideato dal fisico scozzese
David Firewster. Un richiamo al caleidoscopio torna
alla mente osservando lo stand “Kasa Digitalia” allestito
alla Triennale di Milano ’08, dove la suggestione delle
variazioni dei piccoli oggetti interni al caleidoscopio viene
sostituito dalla cangianza dell’illuminazione posta dietro
ai pannelli traslucidi posizionati in modo da realizzare un
suggestivo spazio a sezione esagonale.
Il nido d’ape, struttura a maglia esagonale, ha da tempo
costituito la parte centrale, leggera e spesso coibente
delle strutture tamburate. La sua funzione, inizialmente
solo tecnica e nascosta alla vista, lo ha reso di colore
neutro e non curato negli aspetti espressivi.
Più recentemente, con lo sviluppo dei nuovi materiali
dalle caratteristiche fisiche e specialmente ottiche legate
alla trasparenza ne ha favorito lo sviluppo anche degli
aspetti estetici.
Alla scala ridotta la forma esagonale è utilizzata nella produzione
di elementi metallici di connessione e fissaggio
come i dadi dei bulloni, le rispettive chiavi per il serraggio
Avola, dopo il terremoto del 1693 nella Val di Noto
alcune città furono riedificate in aree ritenute più
sicure. Foto aerea dell’area centrale della città di
Occhialà ora Grammichele.
Avola - after the earthquake in 1693 in the Val di
Noto some cities were rebuilt in areas considered
safer. Aerial photo of the central area of the city
of Occhialà, now Grammichele.

La figura esagonale possiede caratteristiche
geometriche che ne garantiscono una componibilità
complessa sia per ripetizioni che per
riduzione di essa nei sei triangoli che la costituiscono.
The hexagonal figure has geometric characteristics
that guarantee that it can be put together
in a complex way both by repetitions and by
breaking it up into the six triangles forming it.
e la diffusa brucola cava esagonale. Di maggiore visibilità
sono gli elementi e i complementi d’arredo: tavoli, piani
d’appoggio, sedute, tuttavia il massimo della diffusione di
questa forma in architettura si raggiunge nei componenti
edilizi legati alle pavimentazioni dove la componibilità
della forma ne facilita un impiego esteso e variegato per
colori posature ed abbinamenti.
Frequente è l’uso della matrice formale che fa riferimento
all’esagono nelle strutture espositive, infatti gli angoli
diversi da quello retto consentono slanci e viste prospettiche
di dinamismo maggiore; normalmente gli elementi
strutturali sono connessi mediante giunti cilindrici o sferici,
le aggregazioni modulari che ne derivano privilegiano
l’angolo di 60° ed i suoi multipli, ma non escludono composizioni
con porzioni dell’insieme caratterizzate dall’angolo
retto. Giustapponendo gli elementi base si ottengono
articolazioni differenti che si adattano all’involucro
architettonico all’interno del quale vengono collocate e si
individuano percorsi che possono caratterizzarsi sia al
proprio interno che nei terminali, realizzando ambiti o
“stanze” con destinazioni differenziate.
Attualmente sono in corso sperimentazioni per riproporre
le strutture espositive insieme agli involucri architettonici
che le ospitano negli universi sintetici - come Second Life
- che rappresentano l’attuale tentativo di introdurre la
terza dimensione nel Web.
L’innovazione è cercata anche negli spazi reali, infatti la
tendenza della “transmodernità” concepisce l’architettura
come spazio pluridimensionale capace di utilizzare le
potenzialità offerte dalla dimensione digitale.
Avanzatissima in tal senso è la ricerca di Paul Verschure
sugli ambienti immersivi intelligenti dotati di pareti e pavimenti
interattivi. “ADA – the intelligent space” è un padiglione
interattivo presentato
all’Esposizione Nazionale
Svizzera Expo.02 e progettato
dall’Istituto di
Neuroinformatica di Zurigo.
Le pareti e i pavimenti di
ADA si “intrattengono” con
i suoi visitatori ed è interessante
notare che per la
forma dei moduli sensibili
costituenti il calpestio è
stato scelto l’esagono.
“Architecture is the wise, strict
and magnificent play of volumes
assembled in the light” as
defined by Le Corbusier, the
greatest exponent of the
modern movement: the hexagon,
an interesting flat figure,
can take on three-dimensional
characteristics and lends itself
well to interpreting its own role
in the “play”. In fact, on the flat it is possible to juxtapose, put
together and break up its constituent parts, while in space it can
be extruded totally or partially and lastly it can be represented in
a vacuum defined by the planes that demarcate it: from it an
extensive and variegated use is derived and derives. The hexagonal
shape is the layout of the fortified city that has been used in
Europe from the sixteenth century. In Italy, several cities were fortified
using this geometric shape: in 1593 Palmanova, defined in
city planning terms by means of a clear radial system, and in 1693
the hexagon was used to design the cities of Avola and Occhialà,
Il Matitone (ufficialmente "San
Benigno Torre Nord") grattacielo
progettato da Skidmore, Owings
and Merrill, Mario Lanata e Andrea
Messina e terminato nel 1992
Sampierdarena, Genova.
Matitone (officially "San Benigno
Torre Nord"), a skyscraper designed
by Skidmore, Owings and
Merrill, Mario Lanata and Andrea
Messina and completed in 1992,
Sampierdarena, Genova.
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Abitazioni a pianta esagonale:
progetto della Dymaxion
House di Buckminster Fuller e
la Chemosphere realizzata dall’architetto
John Lautner a Los
Angeles nel 1960.
Hexagonal-shaped houses:
design of Dymaxion House by
Buckminster Fuller and the
Chemosphere made by the
architect John Lautner in Los
Angeles in 1960.

La forma esagonale
impiegata per rappresentare
“il cerchio dei
colori” nel quale le tre
tinte primarie, rosso,
giallo e blu, si integrano
e costituiscono
l’arancio (miscela di
rosso e giallo), il verde
(miscela di giallo e
blu), il porpora (miscela
di rosso e blu).
The hexagonal shape used to represent “the circle of
colours” in which the three primary colours, red, yellow and
blue are added together and become orange (mixture of red
and yellow), green (mixture of yellow and blue), purple (mixture
of red and blue).
6
Monitor
Nella “Biblioteca di Babele” di Jorge Luis Borges,
si descrive un allucinante universo che essenzialmente
è una biblioteca spazialmente infinita composta
di sale esagonali, che raccoglie disordinatamente
tutti i possibili libri di 410 pagine in cui si
susseguono sequenze di caratteri senza ordine, in
tutte le possibili combinazioni.
In “Babel’s Library” by Jorge Luis Borges, a dazzling
world is described that is essentially a spatially infinite
library made up of hexagonal rooms, that gathers together
in a disorderly fashion all possible books with 410
pages in which there follow sequences of characters in
no order, in all possible combinations.
now called Grammichele.
The hexagonal plan characterises numerous constructions, often
with a strong vertical development, such as towers, chimneys,
silos and skyscrapers. In individual family houses the most varied
forms have been tried, while in industrialised experiments the
hexagonal shape has often been preferred; we only need to
remember Dymaxion House that Buckminster Fuller offered in the
mid-twentieth century, and numerous examples after that.
The geometric characteristics existing in the hexagon offer extensive
suggestions for chromatic treatments of interesting expressive
value, that take on scientific features when the hexagonal
shape is used to represent the “circle of colours”. Interesting
optical properties are connected to the hexagon and to the
dimension of the angles of the triangles forming it. Objects - placed
inside the dihedral angle of 60° formed by two mirrors inserted
inside a cylinder observed from an azimuth viewpoint - multiply
creating the optical illusion of a hexagon. This is the principle
of the kaleidoscope, a device invented by the Scottish physicist,
David Firewster. A reminder of the kaleidoscope comes to mind
when looking at the “Kasa Digitalia” stand set up at the Milan ’08
Triennial Exhibition, where the suggestion of the variations of
small objects inside the kaleidoscope is replaced by the change
of lighting placed behind translucent panels put in such positions
as to make a suggestive hexagonal-section area.
The honeycomb, in a hexagonal mesh formation, has for a long
time been the central, light and often insulating part of the drumshaped
structures. Its function, initially only technical and hidden
from view, has made it neutral in colour and with no care taken in
its expressive aspects. More recently, the development of new
materials with physical and in particular optical characteristics
linked to transparency has allowed it to take on aesthetic aspects
as well. In the small scale, the hexagonal shape is used in the
production of metal connecting and fixing parts, such as nuts,
Milano, Triennale 2008, allestimento
"KASA DIGITALIA"
Milan, Triennial Exhibition 2008,
stand “KASA DIGITALIA”

L’esagono nella produzione industriale,
la rete a maglie esagonali e
l’interpretazione del nido d’ape
con materiale plastico traslucido.
The hexagon in industrial production,
the hexagonal wire mesh and
the interpretation of the honeycomb
with translucent plastic
material.
their respective tightening keys and the widely-used hexagonalheaded
screw. More visible are furniture items and accessories:
tables, shelves, chairs, although the most popular aspect of this
form in architecture is reached in building components related to
floors where the form can be put together and creates a widespread
and variegated use for colour bases and combinations.
The formal matrix referring to the hexagon is often used in exhibition
buildings, in fact the angles, being different from right angles,
allow more dynamic prospective rakes and views; normally structural
parts are connected by means of cylindrical or spherical
joints, modular additions that result by giving preference to the
60° angle and its multiples, but do not exclude compositions with
portions of the whole characterised by the right angle. By juxtaposing
the basic elements, different articulations are obtained
that adapt to the architectural shell inside which they are placed
and passages are identified that can be characterised both inside
themselves and in the terminals, forming areas or “rooms”
intended for different uses.
At present, experiments are being conducted to offer again exhibition
buildings together with architectural shells that house them
in synthetic worlds - like a Second Life - representing the current
attempt to introduce the third dimension into the Web. Innovation
is sought also in real spaces, in fact the trend of “transmodernism”
sees architecture as a multi-dimensional area capable of
using the potentials offered by the digital dimension. In this
respect, the research of Paul Verschure on intelligent immersive
environments equipped with interactive walls and floors is very
advanced. “ADA – the intelligent space” is an interactive pavilion
presented at the Swiss National Exhibition Expo.02 and designed
by the Neurocomputer Science Institute in Zurich. The walls and
floors of ADA “engage” with their visitors and it is interesting to
note that for the shape of the sensitive modules forming the tread
surface the hexagon was chosen.
Elemento d’arredo in poliestere rinforzato con fibre di vetro, le superfici verticali
alternativamente concave e convesse ne garantiscono la componibilità.
Piece of furniture in reinforced polyester with fibre glass; the vertical surfaces
alternatively concave and convex guarantee its modularity.
Strutture espositive a configurazione esagonale in uno studio di allestimento
in Second Life con la presenza di avatar.
Show buildings in a hexagonal shape in a Second Life equipment study with
avatar present.
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Nell’ambiente sensibile ADA - the intelligent space, Paul
Verschure, Zurigo, 2002 una pavimentazione a matrice
esagonale reinterpreta in chiave avveniristica un connotato
espressivo ben radicato nell’inconscio collettivo.
In the sensitive ADA environment - the intelligent space,
Paul Verschure, Zurich, 2002 a floor in a hexagonal matrix
reinterprets in a futuristic key an expressive characteristic
deep-rooted in the collective unconscious.

Giulia Ligabue
Un sogno chiamato Diamantato
Forse è proprio così che potrei definire la nostra azienda
A dream evoked by diamond bevel-edging
Perhaps this is how I could define our company
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Una scena tratta dal film di Dino Risi (1968) “Straziami ma di baci saziami”.
Un’abitazione tipica degli anni ’30 dove ritroviamo un pavimento esagonale.
A scene taken from the film by Dino Risi (1968) “Straziami ma di baci saziami”
(Torment me but cover me with kisses). A typical house of the ’30s where we
find a hexagonal floor.
Mercato centrale di Valencia (Spagna): il pavimento esagonale disegna un
pattern geometrico.
Central market in Valencia (Spain): the hexagonal floor draws a geometric
pattern.
ETRURIA design nacque con una missione
ben precisa: riportare alla luce la classica
piastrella diamantata 15x15 cm e 7,5x15 cm
comparsa sulla scena mondiale nei primi anni
del Novecento e poi scomparsa causa l’industrializzazione
del processo produttivo.
Come poteva una piastrella che fu la prima ed unica vera
piastrella di design scomparire dal mercato
Come potevano non essere sviluppate quelle sue caratteristiche
di tridimensionalità, quindi giochi di luci ed
ombre, che la resero un basilare e nobile elemento architettonico
e non solo un semplice rivestimento
Si è saputo addirittura che nel suo primo utilizzo nella
Metropolitana di Parigi, queste sue caratteristiche contribuirono
a mascherare le storture delle volte delle gallerie.
La forte personalità della piastrella diamantata, colore
dopo colore, pezzo dopo pezzo, ha permesso ad ETRU-
RIA design, dopo il recupero della parte classica già
conosciuta, di evolverla verso il futuro con le collezioni
Optical ed Haring, che tracciano le linee guida che
l’azienda seguirà per mantenere sempre il prodotto al
passo con i tempi.
Monitor
Assecondando l’evoluzione della piastrella diamantata a
rivestimento, è giunto il momento per ETRURIA design di
pensare anche al pavimento.
La prima idea è quella di portare il diamantato a pavimento.
Sembra strano, quasi folle l’idea di una piatrella
diamantata da calpestare, invece ecco un pavimento
che non è altro che la trasposizione del diamante a terra:
l’ESAGONO.
Guardando un diamante dall’alto, l’esagono è la forma che

La natura, per sua definizione è colei che fa nascere le cose, e le cose create
dalla natura sono sempre state perfette nella sostanza e nella forma.
È l'Esagono la forma perfetta generata dalla natura. Basti pensare all'ape, che
senza nessuno strumento di misura, costruisce l'alveare creando esagoni di
straordinaria perfezione. Anche l'uomo, quando ha voluto costruire simboli
importanti, ha usato questa forma geometrica; i battisteri, per esempio ne
sono una testimonianza.
All'Esagono si sono ispirati uomini di scienza e poeti che hanno visto in esso
un simbolo di perfezione. Leonardo da Vinci vedeva nei sei lati dell'esagono le
fonti essenziali della vita umana.
spesso troviamo, in quanto è uno dei tipi di taglio usati.
Altra grande similitudine che troviamo tra il diamante e
l’esagono, sempre guardandoli dall’alto, è tra i giochi di
luce e le conseguenti differenze di colorazioni che scaturiscono
dalle innumerevoli sfaccettature del diamante, e
le diverse combinazioni di colori che si possono ottenere
con le molteplici composizioni di posa dell’esagono.
Stesse magiche atmosfere che poi ritroviamo nelle pareti
rivestite con la piastrella diamantata, a dimostrazione
che questo pavimento s’inserisce perfettamente nel progetto
ETRURIA design, fatto di forme, colori e grande
progettualità. Piastrella Diamantata ed Esagono sono
accumunati dallo stesso destino: molto popolari all’inizio
del Novecento e poi dimenticati nei decenni successivi
causa la trasformazione dei processi produttivi.
Nasce così HEX collection: il diamantato a pavimento.
Il matematico premio Nobel per l’economia (1994) John
F. Nash Junior nella primavera del 1949, nell’università di
Princeton, studiò i giochi fino a farne una teoria applicabile
a vari campi scientifici, dalla matematica all’economia.
Partendo dalla teoria dei giochi di Von Neumann e
Mortensen, sviluppò una parte di questa che nessuno
aveva precedentemente approfondito: la teoria alla base
dei giochi tra più persone non a somma zero.
Durante questi studi, inventò un gioco che consisteva
nel raggiungere il lato opposto di una tavola da gioco
romboidale suddivisa in esagoni regolari.
Gli studenti della facoltà furoni i primi a cimentarsi in
questo gioco. La grande particolarità era che giocavano
nelle pause tra una lezione e l’altra sui pavimenti dei
bagni dell’università, rivestiti appunto da esagoni di pic-
Marciapiede rivestito di esagoni utilizzati con il tipico pattern a fiori consecutivi
creati con l’uso di due colori a contrasto.
Pavement covered with hexagons used with the typical pattern of consecutive
flowers created with the use of two contrasting colours.
Hex: gioco da tavolo inventato da John Nash poi commercializzato dalla
Parker Brothers nel 1952.
Hex: table game invented by John Nash, then marketed by Parker
Brothers in 1952.
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Nature, by definition, is the one who creates things, and things created by nature
have always been perfect in substance and form.
It is Hexagon the perfect shape generated by nature. Just think of bee, that
without any measuring instrument, builds its honeycomb creating hexagons of
extraordinary perfection. Even the human being used this geometrical shape,
when he wanted to build important symbols; baptisteries, for example, are an
evidence of it.
By Hexagon have been inspired scientists and poets that saw in it a symbol of
perfection. Leonardo da Vinci saw in the six sides of Hexagon the essential
sources for human life.
10
John F. Nash Junior vinse il premio Nobel per l’economia nel 1994 grazie
alla sua Teoria dei Giochi.
John F. Nash Junior won the Nobel prize for Economics in 1994, thanks
to his Games Theory.
cola dimensione, quindi molto adatti. Si trattava del
Gioco dell’Hex.
Per affinità, così come per rendere omaggio ad uno dei
più grandi studiosi di tutti i tempi, ETRURIA design chiama
HEX collection il suo diamante a pavimento.
ETRURIA design si avvale della migliore tecnologia ceramica
oggi disponibile e produce HEX collection in Gres
fine porcellanato a tutto impasto, affinchè siano garantite
quelle qualità tecniche che il mercato oggi richiede a
un pavimento, utilizzabile sia da interno sia da esterno.
ETRURIA design was founded with a very
precise mission: to bring to light the classical
diamond bevel-edged tile 15x15 cm and
7.5x15 cm that appeared on the world scene
in the early 20th century and then disappeared
because of the industrialisation of the
production process.
Monitor
How could a tile that was the first and only true design tile
disappear from the market How could those three-dimensional
features disappear, that were then plays of light and shadow,
that made it a basic and noble architectural item and not
simply a covering It is even known that in its first use in the
Underground in Paris, its features helped to hide the imperfections
of the vaults in the tunnels.
The strong personality of diamond bevel-edged tile, colour
after colour, piece after piece, has enabled ETRURIA design,
after restoring the already familiar classical part, to develop it
to the future with the Optical and Haring collections, that
trace the guidelines that the company will follow to keep the
product always up with the times.
HEX collection: ETRURIA design porta il diamante a pavimento e propone una piastrelle esagonale in gres porcellanato
a tutto impasto in 15 colori.
HEX collection: ETRURIA design brings the diamond to the floor and offers a hexagonal tile in tile in fully impasted
porcelain stoneware in 15 colours.

Diamante Hexagon 73: nuovo
taglio esagonale, a 73 faccette, che
esalta la forma perfetta della natura.
Hexagon 73 Diamond: new hexagonal
cut with 73 facets, which
exalts the perfect form of nature.
In accordance with the development of the diamond bevelshaped
wall tile, the moment arrived for ETRURIA design to
think also about floor. The initial idea was that of bringing diamond
bevel-edging to the floor. It seems strange, almost
crazy the idea of a diamond bevel-edged tile to tread on, but
instead here is a floor that is none other than the transfer of
the diamond to the ground: the HEXAGON.
Looking down at a diamond from above, the hexagon is the
shape we often find, since it is one of the types of cut used.
Another great similarity we find between the diamond and the
hexagon, still looking down on it from above, is between the
plays of light and the resulting differences in colouring that
originate from the countless facets of the diamond, and the
different combinations of colours that can be obtained with
the many compositions of the setting of the hexagon.
The same magical atmospheres that we then find again in the
walls covered with the diamond bevel-edged tile, showing that
this flooring is perfect for inclusion in the ETRURIA design project,
made up of shapes, colours and grand designs.
The Diamond bevel-edged tile and Hexagon are united by the
same destiny: very popular at the beginning of the 20th century
and then forgotten in the subsequent decades because
of the conversion of production processes.
one had previously studied in depth: the theory based on
games between several people not to a zero sum.
During these studies, he invented a game that consisted of
reaching the other side of a rhomboid-shaped games table
subdivided into regular hexagons.
The students of the faculty were the first to try their hand at this
game. The very special detail was that they played in the breaks
between one class and another on the floors of the bathrooms
at the university, covered precisely with small hexagons,
and therefore very suitable. It was called the Hex Game.
Thus, in order to pay homage to one of the great scholars of
all time, ETRURIA design calls its diamond floor tiles the HEX
collection.
ETRURIA design uses the best tile technology available today
and produces the HEX collection in fine fully impasted porcelain
stoneware, so as to guarantee those technical qualities
that the market today requires in a floor, and that can be used
both indoors and outdoors.
Due esempi della grande progettualità
del pavimento HEX
collection: utilizzando due
colori si possono creare molteplici
pattern differenti.
Two examples of the large
design potential of the HEX
collection floor: by using two
colours, many different patterns
can be created.
11
Thus the HEX collection is founded: the diamond beveledged
floor tile.
The mathematician who won the Nobel prize for economics
(1994), John F. Nash Junior, in the spring of 1949, at the
University of Princeton, studied games until he reached a
theory applicable to various scientific fields, from mathematics
to economics. Starting from the theory of games of Von
Neumann and Mortensen, he developed a part of this that no-

Matteo Ragni
Un buon inizio
Appunti, idee ed anticipazioni dal designer italiano
A good start. Notes, ideas and advances from the Italian designer
12
Monitor
BUONI APPETITI: rendering del progetto nato dalla collaborazione di ETRURIA design con il designer
Matteo Ragni.
BUONI APPETITI: rendering of the project derived from the co-operation between ETRURIA design and
the designer Matteo Ragni.
Non è da molto che conosco Andrea Ligabue, ma fin dalla
prima telefonata a ridosso del Salone è scattata una certa
simpatia; sarà per il suo accento modenese ed il suo
modo di saperti mettere a tuo agio, ma siamo partiti subito
con darci del tu e parlare a ruota libera di progetto.
Il primo incontro non è stato da meno. In azienda per
un’oretta, una chiacchera su chi sono, cosa fanno e
soprattutto cosa vogliono diventare, poi un buon pranzo
di rito in un locale tipico con del buon vino rosso.
Ricordo sempre le parole di Vico Magistretti che diceva:
“il design è come l’amore: si fa sempre in due: da una
parte il designer, dall’altra l’imprenditore”.
E meno male che esistono ancora degli imprenditori che
hanno il coraggio di rischiare in prima persona, di mettersi
in gioco, di sperimentare per cercare di fare sempre
qualcosa di diverso dagli altri.
E su questo ci siamo trovati con il primo progetto che ho
sviluppato per loro in occasione della Mostra in Triennale
Architectural_food organizzata da Ceramic Tiles of Italy.
Il tema assegnato, molto aperto, voleva indagare il rapporto
tra ceramica e spazio del cibo. Progettare una tavola
Troppo scontato. Così l’idea di trasferire l’atto del consumo
del cibo, e non solo, nella zona più intima della
casa, nella stanza da letto. Ed è nato “Buoni Appetiti“.
Allora il letto come luogo degli appetiti Perché no.
Sempre più fulcro della casa, il letto non è più il luogo
della privacy, o almeno non solo. A letto si lavora, si riceve,
si decidono strategie domestiche, si mangia qualcosa.
Luogo ibrido, di nuova convivialità e, naturalmente, di
antichi appetiti. Buoni Appetiti è un ready made: un letto
primo prezzo di Ikea (la favolosa serie Malm), tempestato
di tessere di ceramica ETRURIA design, scelte nella collezione
più lussuosa: Mondrian Diamantato.
Letto Malm di Ikea: la miglior rappresentazione del design democratico.
Ikea Malm bed: the best representation of democratic design.

Lo specchio diventa cornice, racchiudendo
al suo interno una texture composta da piastrelle
Diamantate, che grazie all'illuminazione
interna allo specchio, acquista ancor più
valore. Quasi come una teca in vetro che racchiude
al suo interno un oggetto prezioso.
Di fronte al letto un mosaico riproduce l’immagine della
schermata più famosa della televisione. Per esorcizzarne
la presenza almeno a letto…
Infine la scelta dei colori e del pattern: un richiamo alle
tovaglie quadrettate della tradizionale trattoria italiana.
Buoni Appetiti.
Questo progetto sperimentale ed ironicamente provocatorio
è stato il primo passo per conoscerci meglio, diciamo
un primo appuntamento andato a buon fine. Così,
dopo un paio di mesi dal Salone, una chiamata “alle
armi” di Andrea: “la settimana prossima sarò da te per
parlarti di una cosa che ho in mente”, niente di più.
Il mistero si è svelato qualche giorno più tardi, davanti ad
un cappuccino ed una brioche alla Nutella. L’idea è quella
di produrre degli oggetti che siano rappresentativi dello
spirito dell’azienda e che possano essere venduti, in serie
limitata e numerata, come opere d’arte, ma con una funzione
specifica.
Uno specchio potrebbe essere una buona tipologia,
anche se le perplessità iniziali sul perché progettare un
oggetto di questo genere mi hanno fatto cercare fin da
subito delle alternative tipologiche.
Poi però è nata un’intuizione sulla quale poter raccontare
una storia, fatta di magia, di spaesamento percettivo e di
un pensiero alternativo. Ancora una volta allora, come nel
caso di “Buoni appetiti”, ho provato a “mescolare” gli
ingredienti del progetto. Ne è nato sì uno specchio ma
ribaltato, ossia il rapporto specchio cornice è stato ribaltato:
la cornice diventa specchio, mentre al suo interno,
al posto dello specchio, è custodito un mosaico di
Mondrian Diamantato in diverse colorazioni.
Una sorta di teca che rispecchia l’essenza di ETRURIA
design, la sua attitudine al voler essere sempre qualcosa
BUONI APPETITI
alla Mostra Architectural_Food,
tenutasi alla Triennale di Milano
in occasione del Salone del
Mobile (Aprile 2008).
BUONI APPETITI
at the Architectural_Food Fair,
held at the Milan Triennial
Exhibition during the Furniture
Show (April, 2008).
13

The mirror becomes frame surrounding an
internal texture composed of Bevelled Tiles,
that rises in value thanks to lighting inside the
mirror. Almost as a glass shrine that encloses
a precious object.
14
Monitor
kirupatext=Matteo Ragni si è laureato in Architettura al
Politecnico di Milano. Dal 1995 si occupa di design. Docente
presso il Politecnico di Milano e l'Istituto Europeo di Design.
Dal 1998 al 2005 dà vita con Giulio Iacchetti allo studio
Aroundesign ed insieme nel 2001 si aggiudicano il
Compasso d’Oro con la posata multiuso biodegradabile
“Moscardino”, oggi parte dell'esposizione permanente del
design al MOMA di New York.
kirupatext=Matteo Ragni graduated with a degree in
Architecture from Politecnico di Milano. He works as designer
since 1995. He teaches at the Politecnico di Milano and the
Istituto Europeo di Design. From 1998 till 2005 collaborates
with Giulio Iacchetti and with him gives life to the Aroundesign
studio. In 2001 their project for a disposable fork
"Moscardino" wins the Compasso d'Oro ADI, now part of the
permanent design exhibition at MOMA, New York.
Tra i suoi clienti/He works for: Armani, Bialetti, Breil, Caimi
Brevetti, Coop, Desalto, De Vecchi, Guzzini, JVC, Krios Italia,
Liv'it, Mandarina Duck, Meritalia, Mitshubishi, Navadesign,
Pandora Design, Pinetti, Piquadro, Samsung, Suisse
Lagenthal, Ti Voglio, United Pets.
Attività didattica/Teaching: Politecnico di Milano, Facoltà del
Design; IED, Istituto Europeo di Design Milano; Edinburgh
College of Art, Edinburgh, Scotland; Università Marittima,
Vina del Mar, Cile; Università Tecnica Santa Maria,
Valparaiso, Cile.
Conferenze/Conferences: Politecnico di Milano, Facoltà del
Design; IED, Istituto Europeo di Design Milano; IED, Istituto
Europeo di Design Barcellona; IULM, Milano; Domus
Academy, Milano; Università La Sapienza, Roma; Edinburgh
College of Art, Edinburgh, Scotland; Università Marittima,
Vina del Mar, Cile; Università Tecnica Santa Maria,
Valparaiso, Cile; Università Finis Terrae, Santiago, Cile.
di diverso, di riconoscibile, ma anche e soprattutto un
oggetto che rispecchi l’immagine di chi l’ha comprata, in
senso fisico ma anche e soprattutto metaforico.
Una serie di LED inseriti nello spessore della struttura illuminano
in modo radente la superficie, enfatizzando maggiormente
la tridimensionalità della piastrella e rendendola
magicamente vibrante.
Per ora esistono due versioni, una rettangolare da appoggio
a parete (120x220 cm) ed una quadrata da appendere
come un quadro (120x120). Verranno presentate al prossimo
Cersaie a Bologna e tutto ci fa sperare che possano
diventare dei prodotti/manifesto di ETRURIA design nei
punti vendita più esclusivi, ma anche degli oggetti d’uso,
utilizzabili in ambienti domestici per rispecchiare il carattere
di chi li utilizza.
Per le sue magiche commistioni di riflessioni e spiazzamenti
visivi, ho pensato che “Incanto” potrebbe essere
un buon nome per questo mio secondo progetto.
La strada è segnata, ma sono certo che il meglio deve
ancora venire!
I have not known Andrea Ligabue for long, but ever since the first
telephone call just after I Saloni exhibition a certain sympathy
sprang up; perhaps it was because of his Modenese accent and
his way of putting you at ease, but we started off right away by
being informal and talking freely. The first meeting was not a failure.
In the business for about an hour, a chat about who they are,
what they do and above all what they want to become, then the
usual good lunch in a typical restaurant with good red wine.
I always remember the words of Vico Magistretti who used to say:
“design is like love: it’s always done in pairs: on one side the
designer, on the other the entrepreneur”.
It’s a good thing there are still entrepreneurs who still have the
courage to take a personal risk, to become involved, to experiment
in order to do something ever different from the others.
And on this matter we have the first project that I have developed
for them at the Ceramic Tiles of Italy Triennial Exhibition
Architectural_food.
The very open subject assigned was to look into the relationship
between ceramics and the food area. To design a table Too
much taken for granted. Hence the idea of transferring the act of
eating food, and not just that, in the most intimate part of the
house, in the bedroom. So, “Buoni Appetiti” was born.
Now, the bed as a place for appetites Why not More and more
the heart of the house, the bed is no longer the place of privacy,
or at least not just that. Bed is where people work, receive guests,

decide domestic plans, eat something. A hybrid place, of new
conviviality and, of course, of ancient appetites. Buoni Appetiti is
a ready made unit: a prime price bed from Ikea (the legendary
Malm series), studded with ETRURIA design ceramic mosaics,
chosen in a most luxurious collection: Mondrian Diamantato.
Opposite the bed a mosaic reproduces the image of the most
famous television screen. To exorcise its presence at least in bed
… Finally, the choice of colours and pattern: a reminder of the
check tablecloth of the traditional Italian trattoria. Buoni Appetiti.
This experimental and ironically provocative project was the first
step to our getting to know each other better, let’s say a first date
that went well. So, a couple of months after the exhibition, a call
“to arms” from Andrea: “next week I’m coming to talk to you
about something I have in mind”, nothing else.
The mystery was revealed several days later, before a cappuccino
and a brioche with Nutella. The idea is that of producing
objects that are representative of the spirit of the company and
that can be sold, in a limited and numbered series, as works of
art, but with a special function. A mirror could be a good type,
even if the initial concerns on the reason for designing an object
of this kind made me immediately look for alternative types.
Then, however, an intuition was born on which to be able to tell a
story, made of magic, of perceptive bewilderment and an alternative
thought. Now once again, as in the case of “Buoni appetiti”,
I tried to “mix” the ingredients of the project.
A mirror was born, yes, but upside down, or rather the mirrorframe
relationship was turned upside down: the frame becomes
mirror, while inside it, in place of the mirror, a mosaic of Mondrian
Diamantato in different colours is housed.
A sort of reliquary that respects the essence of ETRURIA design,
its attitude to wanting always something different, recognisable,
but also and above all an object that reflects the image of the person
who has bought it, in a physical but also and in particular a
metaphysical sense.
A series of LEDs inserted in the thickness of the frame light up the
surface in a skimming fashion, emphasising mostly the threedimensional
nature of the tile and making it magically vibrant.
For now there are two versions, a rectangular one to lean against
a wall (120x220 cm) and a square one to be hung as a picture
(120x120). They will be on show at the forthcoming Cersaie in
Bologna and we hope that they will become the showpieces of
ETRURIA design at the most exclusive sales outlets, but also everyday
objects that can be used in the home to reflect the character
of the person using them. Through their magical mixtures of
visual reflections and movements, I thought that “Incanto” could
be a good name for this second project of mine.
The road is marked, but I am sure that the best is still to come!
INCANTO: il nuovo frutto della collaborazione tra ETRURIA design e Matteo Ragni.
Nuova concezione dello specchio come opera d’arte.
INCANTO: the new outcome of co-operation between ETRURIA design and Matteo Ragni.
A new concept of the mirror as a work of art.
15

Barbara Maio
Le geometrie dello sguardo
La semplificazione delle forme nel cinema di fantascienza
The geometries of the eye
Simplification of shapes in science-fiction cinema
16
Monitor
La Lamborghini Countach rappresenta una rivoluzione nel design automobilistico per la sua forma innovativa
della parte anteriore, detta “a cuneo”, che le attribuisce un carattere particolarmente aggressivo.
The Lamborghini Countach represents a revolution in car design because of its innovative share at the
front, known as “wedge-shaped”, that gives it a particularly aggressive character.
La Autocar della serie televisiva Automan è la virtualizzazione della Lamborghini Countach, realizzata
attraverso linee laser blu, che evidenziano la matrice geometrica del veicolo.
The Autocar from the television series Automan is the virtualisation of the Lamborghini Countach, made
by means of blue laser lines, that show the vehicle’s geometric matrix.
Lo schermo cinematografico, interfaccia reale per un racconto
virtuale, è il mezzo attraverso il quale il meccanismo
cinefilo seduce lo sguardo dello spettatore.
Uno sguardo che vuole farsi sedurre – non è necessario
citare qui il piacere voyeristico della scopofilia cinematografica
– uno sguardo che cerca la seduzione promessa
dalla macchina cinema.
Lo sguardo, però, non è sempre fonte di piacere: il perturbante
freudiano, cioè l’incontro tra lo spaventoso e il
familiare è, ad esempio, un ossimoro sul quale si basa
gran parte del cinema horror.
La voglia di voler essere spaventati, il desiderio di subire
uno shock aspettato eppure improvviso.
Lasciando però da parte le teorie psicoanalitiche sulla
visione cinematografica, esiste un altro punto di vista su
cui ragionare parlando dello sguardo spettatoriale: le
geometrie come oggetto della visione.
Partendo da ciò che ci viene mostrato, è possibile individuare
le forme geometriche come protagoniste dello scenario
filmico. E non si tratta di oggetti di design che compongono
l’arredamento del set design ma forme che
diventano protagoniste, geometrie – reali o virtuali – che
fanno da contrappunto alle geometrie dello sguardo.
Per ovvi motivi iconici, è il genere sci-fi ad offrire numerosi
esempi a questo riguardo: che si tratti dell’interno delle
navicelle spaziali della saga di Star Wars o delle ambientazioni
ibride sci-fi/western di Serenity, il reiterarsi di elementi
geometrici che fanno da sfondo a queste avventure
assume un significato che va al di là del puro allestimento
scenico.
In questa ottica è interessante analizzare il film Tron.
Prodotto dalla Disney e diretto da Steve Lisberger nel
1982, Tron rappresenta per molti versi il precursore della
Alla stregua degli altri veicoli della serie Automan, anche l’elicottero del protagonista è connotato dalla silhouette di
linee luminose, che ne graficizzano la geometria.
In the same way as the other vehicles of the Automan series, the main character’s helicopter is also characterised
by the silhouette of lines of light, that trace its geometry.

Il cinema racconta storie meravigliose che si
ambientano in spazi accuratamente disegnati
e decorati. Il cinema di fantascienza è il
genere privilegiato per rappresentazioni
audaci e futuribili, spesso descritte mediante
caratterizzazioni geometriche e scomposizioni
in forme base.
sci-fi contemporanea. Reale e virtuale si alternano nell’universo
proposto dal film dove l’azione non è svolta
nello spazio profondo, nell’infinitamente grande, ma esattamente
nel suo opposto, nell’infinitamente piccolo dei
bit, degli zero e degli uno del sistema binario.
La trama, infatti, si sviluppa seguendo le avventure di un
programmatore di software che viene incorporato all’interno
del sistema virtuale da lui stesso creato. Gran parte
del film segue le avventure di Flynn (Jeff Bridges) in questo
universo freddo e pericoloso, accompagnato dal suo
alter ego virtuale, Tron (Bruce Boxleitner).
L’universo computerizzato – girato in bianco e nero e
colorato in post-produzione – si avvale di segmenti esagonali
che vanno a comporre lo sfondo ma anche la struttura
stessa del cyber-mondo. Una struttura modulare che
si compone di geometriche ripetizioni all’infinito, creando
un mondo senza orizzonte, al contempo infinito e asfittico.
Le strade percorse da Flynn e Tron sono semplici
fasci di luce blu o griglie ripetute all’infinito in cui corrono
veloci moto virtuali (le light-bikes).
Un immaginario iconico raccolto solo un anno dopo, nel
1983, dalla serie tv creata da Glen A.Larson per la Fox e
trasmessa dalla ABC, Automan. In questa serie assistiamo
immediatamente ad un rovesciamento del punto di
partenza: in questo caso è il personaggio virtuale ad
entrare nel mondo reale ed affiancare il suo programmatore.
La serie condivide comunque con il film l’immaginario
visuale del côté virtuale. Automan (Chuck Wagner) si
presenta con forti analogie con i personaggi di Tron a
partire dalle tute composte da elementi geometrici fosforescenti
che richiamano l’esagono, il quadrato, il triangolo.
Anche i mezzi di trasporto utilizzati dal protagonista
della serie, elicottero, auto, moto, si denotano come una
composizione geometrica modulare.
Esagoni, triangoli, parallelepipedi, vanno ad agglomerarsi
per comporre una sorta di puzzle di luci. La macchina
del protagonista, ad esempio, è una Lamborghini
Countach (1973-1981) personalizzata da fasci di luce blu
che ne evidenziano la linea squadrata, detta “a cuneo”,
caratteristica della vettura così come gli sportelli ad apertura
verticale.
La serie, omaggio-citazione di Tron, ha avuto vita breve –
solo 13 episodi – ma è interessante notare come tra i due
prodotti vi sia un’affinità di impianto visivo.
In pratica, il modulo geometrico è qui utilizzato per evocare
una futuribilità oggi sicuramente ingenua ma che,
all’inizio degli anni Ottanta rappresentava quanto di più
avveniristico si potesse immaginare.
Senza queste sperimentazioni visive film come Matrix o
Speed Racer non sarebbero oggi possibili.
L’utilizzo della geometria, quindi, come contrappunto alla
geometria dello sguardo: l’oggetto che diventa protagonista
non come oggetto in sé ma come composizione.
E comunque, non si tratta di un semplice dècor ma di un
utilizzo significativo della costruzione geometrica.
Si tratta a ben guardare di una analisi puramente descrittiva
ma che possiede una fascinazione non indifferente
per lo spettatore in cerca di seduzioni visive.
17
Speed Racer è l’ultima evoluzione del genere Sci-Fi, che fa largo uso della
geometrizzazione del set design in forma evoluta, abbandonando le forme
poligonali semplici a favore di una geometria non euclidea, tipica del
nuovo millennio.
Speed Racer is the latest development of the Sci-Fi genre, that makes extensive
use of geometrization of the set design in advanced form, abandoning
simple polygonal shapes in favour of a non-Euclidian geometry, typical of
the new millennium.

18
I passaggi tra reale e virtuale
sono rappresentati tramite tunnel
computerizzati formati da esagoni
scomposti in moduli triangolari
o quadrati.
The journeys between real and
virtual are represented by means
of computerised tunnels made
up of hexagons broken down
into triangular or square modules.
The cinema tells marvellous stories that are
set in accurately designed and decorated
spaces. Science-fiction cinema is the preferred
genre for bold and futurist pictures, often
described by means of geometric characterisations
and decompositions in basic shapes.
And it is not a question of object of design that make up the decoration
of the set design but shapes that become protagonists,
geometries – real or virtual – that act as a counterpoint to the
geometries of the eye.
For obvious iconic reasons, it is the sci-fi genre that offers numerous
examples in this respect: whether it is the inside of spaceships
in the Star Wars saga or the hybrid sci-fi/western settings
of Serenity, repeating geometric parts that act as a background
The cinema screen, a real interface for a virtual story, is the
to these adventures takes on a significance that goes beyond that
means whereby the cinema-loving mechanism seduces the
of the mere scenic decoration.
audience’s eye.
From this viewpoint it is interesting to study the movie Tron.
An eye that wants to be seduced – it’s not necessary to mention
Produced by Disney and directed by Steve Lisberger in 1982,
here the voyeuristic pleasure of cinematographic scopophilia –
Tron in many ways represents the precursor of the modern sci-fi
an eye that looks for the seduction promised by the cinema
cinema. Real and virtual alternate in the universe suggested by
machine.
the film where the action is not carried out in deep space, in the
The eye, however, is not always a source of pleasure: the pertur-
infinitely large space, but precisely the opposite, in the infinitely
bing Freudian, that is the meeting between the frightening and
small space of bits, zeros and ones of the binary system.
the familiar is, for example, and oxymoron on which a large part
The plot, in fact, develops following the adventures of a software
of the horror cinema is based.
programmer who is put inside the virtual system he himself crea-
The will to want to be frightened, the desire to suffer an expected
ted. A large part of the film follows the adventures of Flynn (Jeff
yet sudden shock.
Bridges) in this cold and dangerous universe, accompanied by
But, leaving aside the psychoa-
his virtual alter ego, Tron (Bruce Boxleitner).
nalytical theories on cinemato-
The computerised universe – shot in black and white and made
graphic vision, there is another
into colour at the post-production stage – uses hexagonal seg-
point of view on which to rea-
ments that go to make up the background but also the structure
son talking about the eye of the
of the cyberworld itself. A modular structure that is made up of
spectator: the geometries as
geometrical repetitions ad infinitum, creating a world with no hori-
an object of vision.
zon, at the same time infinite and asphyxiated. The roads taken by
Starting from what is shown to
Flynn and Tron are simple shafts of blue or grey lights repeated
us, it is possible to identify geo-
ad infinitum on which fast virtual motorbikes (light-bikes) run.
metric shapes as protagonists
An iconic fictitious character taken just a year later, in 1983, from
Monitor
of the film scenario.
the TV series created by Glen A. Larson for Fox and transmitted
Il protagonista di Automan è caratterizzato da una tuta virtuale composta da poligoni fluorescenti, che richiamano evidentemente
all’iconografia di Tron.
The main character of Automan is characterised by a virtual suit made up of fluorescent polygons, that clearly recall
the iconography of Tron.

y ABC, Automan. In this series, we witness at once an upset
from the outset: in this case it is the virtual character who goes
into the real world and helps his programmer.
The series, however, shares with the film the visual fictitious character
of the virtual côté. Automan (Chuck Wagner) is shown with
strong analogies to the characters in Tron from the suit made up
of phosphorescent geometric parts that recall the hexagon, the
square, the triangle. Even the means of transport used by the
main character in the series, helicopter, car, motorbike, are
depicted as a modular geometric composition.
Hexagons, triangles, parallelepipeds combine to form a sort of
puzzle of lights. The main character’s machine, for example, is a
Lamborghini Countach (1973-1981), customised by shafts of
blue light that show its square line – known as “wedge-shaped”,
characteristic of the car as well as the vertically-opening doors.
The series, a homage-mention of Tron, was short-lived – just 13
episodes – but it’s interesting to note how there is a similarity of
visual system between them. In practice, the geometric module
is used here to evoke a futurism that today is surely naive but that,
in the early nineteen-eighties represented the most futuristic
world imaginable.
Without these visual experiments, films like Matrix or Speed
Racer would not be possible today.
The use of geometry, therefore, as a counterpoint to the geometry
of the eye: the object that becomes a protagonist not as an
object in itself but as a composition. And in any case, it is not a
question of a simple décor but of a significant use of geometric
construction.
Looking closely, it is a matter of a purely descriptive study but one
that has a not-indifferent fascination for the spectator looking for
visual seductions.
I personaggi del film si muovono su sfondi geometrici così come utilizzano le forme geometriche i costumi
dei personaggi.
The characters in the film move against geometric backgrounds and also the costumes they wear are made
up of geometric shapes.
19
Gli interni “reali” sono connotati dall’utilizzo della forma geometrica per qualificare gli elementi
d’arredo come non convenzionali e futuristici.
The “real” interiors are characterised by the use of the geometric form to qualify the pieces
of furniture as unconventional and futuristic.

20
Il colore degli stati d’animo. Immagine tratta da libro “L’arte del colore”, Betty Edwards, 2006, Longanesi.
The colour of states of mind. Picture taken from the book “The art of colour”, Betty Edwards, 2006, Longanesi.
Progetti&Realizzazioni
Colore significa vita.
Tutte le aree della terra brulicanti di vita - giungle, oceani,
foreste e pianure - sono un tripudio di colori naturali.
E’ difficile immaginare un mondo che ne sia privo, anche
se il nostro approccio nei confronti del colore rischia di
diventare sempre più scontato.
In natura ogni colore ha subìto una graduale evoluzione
per assolvere specifici fini pratici. In passato esistevano
colori estremamente costosi, come il viola, riservato
all’abbigliamento dei ricchi; alcuni colori costituivano elementi
preziosi, paragonabili a gioielli.
Questa ricchezza di significato è andata estinguendosi
con il tempo, anche perché la possibilità di fruizione di
milioni di tinte a buon mercato ha fatto sì che oggi, sia se
si compra un vestito o se si deve ridipingere una parete,
si può scegliere liberamente tra una vasta gamma di
colori che in passato sarebbero stati inaccessibili.
L’attenuazione di significato e di scopo pratico ha determinato
il rischio di ridurre la nostra sensibilità all’importanza
del colore. Eppure il nostro retaggio biologico continua
ancora a dettare le sue leggi. Ci sono colori che
destano attrazione, altri repulsione, alcuni colori considerati
rilassanti, altri rivitalizzanti, altri energizzanti.
Esiste un “codice colore” che regola il traffico stradale, un
“codice cromatico” che regolamenta alcune feste comandate:
il verde ed il rosso per il Natale; l’arancione ed il
nero per Halloween. Molti illustri pensatori della storia,
come Aristotele, Newton, Goethe, versarono fiumi d’inchiostro
per dare una risposta alla domanda: “Che cos’è
il colore”. Un interrogativo che non riesce ad avere
ancor oggi una risposta univoca ed oggettiva.
Colour means life.
All the areas of the earth teeming with life - jungles, oceans,
forests and plains - are a galaxy of natural colours. It’s difficult to
imagine a world without colour, even if our approach to it risks
becoming more and more taken for granted. In nature, every
colour has undergone a gradual development in order to perform
specific practical purposes. In the past there were extremely
costly colours, like violet, reserved for the clothes of the rich;
some colours were precious elements, comparable to jewels.
This wealth of meaning began to disappear over time, also
because the possibility of the use of millions of cheap shades has
ensure that today, whether you buy a dress or have to repaint a
wall, you can choose freely from among a vast range of colours
that in the past would have been inaccessible. The weakening of
meaning and practical purpose has brought about the risk of
reducing our sensitivity to the importance of colour.
Nevertheless, our biological heritage still continues to dictate its
laws. There are colours that arouse attraction, others repulsion,
some colours are considered relaxing, other revitalising, other
energising. There is a “colour code” that regulates road traffic, a
“chromatic code” that regulates some controlled holidays: green
and red for Christmas; orange and black for Halloween.
Many famous thinkers throughout history, like Aristotle, Newton
and Goethe, poured out rivers of ink to answer the question:
“What is colour”. A question that even today still has no unequivocal
and objective answer.

Progetti&Realizzazioni
Il colore è vita!
Projects&Works
Colour is life!
I colori possono cambiare radicalmente l’aspetto e l’atmosfera
di un ambiente. Nei progetti che analizzeremo si
noterà come i progettisti siano riusciti ad ottenere armonie
cromatiche molto diverse.
Uno schema cromatico rilassante è ad esempio quello
ottenuto nel progetto Collage armonico.
Il caldo color sabbia delle pareti permette di ottenere una
base neutra, ottimale per l’inserimento del marrone (terra
di Siena bruciata) del mosaico, che è un colore caldo e
ricco e dunque aggiunge profondità all’ambiente.
La colorazione del marmo mantiene armonioso lo schema,
un tocco di verde oliva lo vivacizza e lo riporta ad un
equilibrio ispirato ai toni della terra.
Un elemento che desta curiosità è la presenza di mattonelle
anche sul soffitto, dove è collocato anche uno specchio
che moltiplica le superfici. Questo trattamento delle
pareti ricrea un involucro accogliente, un’alcova, nel
luogo in cui prevale l’elemento acqua, rappresentato
dalla monumentale vasca.
Il ritorno alla natura culmina nella vista panoramica attraverso
due finestre molto grandi che si affacciano sul giardino
esterno. Le textures aggiungono un’ulteriore connotazione
armonica al progetto; si può notare, infatti, oltre
all’inserimento di un motivo zebrato, anche quello di formati
completamente diversi di piastrelle: dal mosaico,
alla piastrella quadrata, alla lastra di marmo. Materiali che
ben si addicono al concept del progetto: “...è una villa nei
dintorni di Mosca progettata per un businessman, che
aveva bisogno di una casa in stile serio e severo ma con
un tocco di moderna vivacità”, come scrive il progettista.
L’uso del marmo, delle piastrelle e dei tessuti coordinati
fa pensare al linguaggio e alla ricerca di struttura del collage:
una tecnica che vanta origini assolutamente sovversive,
e che è diventata una poetica di sfrontata maestria,
dagli esiti a volte bizzarri, altre kitsch, altre ancora, da virtuoso
trompe-l’oeil. Di sicuro, una poetica di grande
inventiva. Tutto parte dall’invenzione del papier collé,
delle carte incollate ad opera dei genitori del cubismo,
con Picasso e Braque in prima linea, che guardavano al
prelievo diretto di materiali dalla sfera del quotidiano
come ad una logica rivoluzionaria per costruire nuove
strutture sceniche, innovative variazioni cromatiche e
figurative, per stimolare una lettura diversa dell’opera da
parte del pubblico.
Come reazione feroce all’idea di collage cubista, insorge
il collage futurista che affronta con una temperatura più
drammatica la questione del superamento dei confini
della pittura. La carica eversiva del collage esplode, se
non deflagra, con l’esperienza Dada, acquisendo un
carattere provocatorio di deformazione e ibridazione
delle immagini in senso polemico e ironico. Lo dimostra
Max Ernst, che attraverso l’accostamento di realtà diverse
Eric Blumenfeld, Collage.
Collage armonico.
Progetto di un’abitazione a Mosca.
Harmonic collage.
Project for a house in Moscow.
21

22
Marcel Duchamp, Collage.
Bar Ficus. Progetto di un locale ad Agrigento.
Ficus Bar. Design of a venue in Agrigento (Sicily).
e lontane tra loro riesce ad esasperare quel sapiente
effetto di spaesamento che di lì a poco assurgerà a principio
guida della poetica surrealista.
Poi arriva Matisse e la tecnica del ritaglio punta ad esprimere
la “gioia di vivere”. Bando alla sovversione, alla provocazione,
alla scalpitante voglia di trasfigurare le norme
della pittura, com’era accaduto fino allora, il collage assume
un’aura più mite ed estetica.
Tra i progetti presentati, un altro interessante esempio d’incrocio
tra ricerca cromatica e collage di materiali è il Bar Ficus.
Nella nostra percezione non incidono solo le condizioni
di luce. Noi vediamo i colori in modo diverso anche a
seconda di quelli circostanti o adiacenti. I colori sortiscono
una specie di effetto avanti-indietro tra loro e sulla percezione
dei loro rapporti, un effetto noto come “contrasto
simultaneo”. Quando due colori complementari vengono
a contatto, il loro accentuato contrasto ci fa vedere una
specie di luccichio. Inoltre, se circondiamo di colori diversi
una medesima tonalità di grigio, questo sembra assumere
una vaga sfumatura del colore che gli sta intorno.
È sul contrasto simultaneo che si basa l’armonia cromatica
della parete del bar, in cui campeggia un rettangolo
di piastrelle verdi su uno sfondo color glicine.
Il tutto è arricchito da un gioco di forme geometriche,
materiali e textures giustapposti come in un collage.
Progetti&Realizzazioni
Nel progetto Città del Mare, il progettista spiega così il
suo intervento: “L’intento principale del progetto è stato
quello di riqualificare l’intero villaggio Città del Mare,
costruito negli anni Settanta e poi ristrutturato negli anni
2000. Durante questa ristrutturazione, si sono incontrate e
intrecciate due necessità differenti: il voler rimodernare
alcuni servizi pur mantenendo la “sicilianità” intrinseca nel
luogo. L’utilizzo di maioliche locali unite alla piastrella diamantata
di ETRURIA design che, in alcune tinte, richiama
la ceramica tradizionale, ha permesso di esprimere questo
connubio.In particolare, il bar e la piazza su cui si
affaccia, rappresentano il luogo tipico dello svolgimento
della vita e delle abitudini degli abitanti. All’interno, si è
deciso di utilizzare piastrelle più moderne rispetto alle
maioliche usate negli altri locali, e di richiamare con la
loro tinta unita blu intenso e la loro tridimensionalità, il
colore e la fluttuazione del mare. L’unione con il legno
delle finiture, richiama l’idea del ponte di una nave, con
riferimenti architettonici alla prua”.
I riferimenti all’acqua, alla prua di una nave, sono presenti
come elementi iconografici legati indissolubilmente alla
natura del luogo. Così l’interno diviene specchio dell’esterno,
nello spazio fisico che accoglie il visitatore sono presenti
tutti gli elementi del viaggio e del confronto dell’uomo
con la natura: uno dei temi interpretati dal Romanticismo.
Nel dipinto “Il viandante sul mare di nebbia” (Caspar
David Friedrich, 1811), viene ritratto di spalle un uomo,
solitario, la sua posizione evoca la parte inconscia e
nascosta di se stesso. Affacciato su un mare di nebbia,
come dalla prua di una nave che copre un intero paesaggio,
è lì ad osservare il tutto. Si avverte inconfondibilmente
un senso di sublime meraviglia e sgomento di fronte
all’immensità dell’universo.
Questo senso ci è dato anche dall’uso di colori con tonalità
tali da creare uno stacco tra il primo piano e lo sfondo.
Il dipinto rappresenta uno dei manifesti del romanticismo:
l’uomo è assorto nella contemplazione dell’infinito,
di qualcosa che sublima la comprensione umana.
Il tema dal rapporto con la natura e con il paesaggio, seppure
in un’accezione più stemperata, legata ad un’idea di
convivenza armonica più che di sublime contemplazione,
è centrale anche nell’iconografia della pittura nostrana:

l’identità italiana si rispecchia fino al Novecento nella trama
intricatissima dell’espressione figurativa italiana. Dalle tele
dei quadri paesaggi multiformi, fatti di natura, luce e case
alte squadrate, ci hanno parlato delle nostre radici.
La tradizione fa da costante guida alle scelte progettuali
delle Terre Toscane, come spiega l’autore: “...Nel cuore
del Mugello, nella terra natia di artisti come Giotto e Beato
Angelico, ricca di tradizioni, usi e costumi gelosamente
conservati, si trova la fattoria. Lo scopo del progetto è
stato realizzare un agriturismo che conservasse la memoria
storica dell’edificio rurale con le tipiche caratteristiche
tosco-mugellane. Anche nei bagni, quindi, sono state utilizzate
le piastrelle diamantate ETRURIA design per creare
un sapore retrò e legare questi ambienti alla storicità
dell’edificio. Per quanto riguarda la matrice cromatica,
l’uso di intonaci a grassello di calce, quindi non pitturati,
ha dato toni naturali alle stanze e ai bagni. La scelta di tutti
i materiali è stata guidata dalla stessa necessità di rispettare
le tradizioni: cotto fatto a mano per i pavimenti, porte
antiche di recupero, arredamento di memoria rurale
dell’Ottocento”. Il legno delle travi, il color cotto del pavimento,
l’uso del marrone, dell’ocra, del bianco e del
nero, costituiscono un forte richiamo alla terra, giustificato
dalla vocazione del luogo. Il fatto che sia il colore legato
alla terra, spiega probabilmente perché il marrone
(insieme al bianco, al nero e al rosa) appartenga al novero
delle denominazioni cromatiche più antiche, pur non
essendo tra i colori primari né tra quelli secondari.
Nel momento in cui l’arte, nel compimento del destino
della modernità, abbandona i luoghi ad essa deputati e si
riversa per le strade e sugli oggetti che accompagnano la
vita dell’uomo, questi si fanno paesaggi essi stessi, s’impadroniscono
dei colori delle terre, dei campi, dei blu dei
cieli. È proprio in questi oggetti che oggi trasferiamo i
nostri paesaggi interiori, è anche questo uno dei motivi
per cui il design è così centrale nella cultura del nostro
paese. Espressione di questa identità, disegnatore di
paesaggi interiori dove non esiste più differenza tra interno
ed esterno, Ettore Sottsass incarna pienamente questa
filosofia. Gli anni Novanta per la sua produzione hanno
contraddistinto l’estensione dei suoi progetti a quasi tutte
le realtà del mondo industriale, esplorando l’universo del
colore e delle superfici in un viaggio nelle possibilità della
cultura materiale.”Se è vero che il timbro di voce è indicativo
della vita interiore di un individuo, molto si può intuire
del modo di pensare di una persona, della sua sensibilità
e dei suoi comportamenti, dalle combinazioni cromatiche
predilette” (Johannes Itten, Arte del colore, 1961).
Per gli artisti parte della gioia di dipingere sta nello scoprire
le sensazioni che ci danno i colori. Ciascuno di noi
ha le sue preferenze cromatiche radicate nella propria
esperienza, natura e psicologia. Cosicché, anche per un
architetto, dare indicazioni sulla scelta di un colore per
arredare un ambiente diviene un’operazione assai difficile,
poiché deve essere capace di interpretare le soggettive
predilezioni cromatiche della committenza.
Contrasto simultaneo. Immagine tratta da libro “L’arte del colore”, Betty Edwards, 2006, Longanesi.
Simultaneous contrast. Picture taken from the book “The art of colour”, Betty Edwards, 2006, Longanesi.
23
BAR FICUS
STUDIO SALEFINO
Via Giovanni XXIII, 42a - Agrigento
info@salefino.com
Rivenditore/Reseller:
COSTANZA CERAMICHE (Raffadali – AG)
Bar ad Agrigento
Materiali Utilizzati/Materials used:
Toilette: 15x15 Lilla Silk
Bar: 7,5x15 Deep Green Silk

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Caspar David Friedrich, “Il viandante sul mare
di nebbia”, 1811.
Caspar David Friedrich, “The traveller on the
sea of fog”, 1811.
Città del Mare - progetto di un villaggio vacanze
a Terrasini (Pa).
Città del Mare - project of a holiday village in
Terrasini (Pa).
Nel progetto Intensi cromatismi di un’abitazione a
Palermo, il progettista dà questa spiegazione alla scelta
dei colori dei rivestimenti: “...nella scelta dei materiali,
negli accostamenti, nelle finiture e nei colori si è scrupolosamente
cercato di evitare di soverchiare gli elementi
originari, come ad esempio nei due ambienti bagno. E’
stata utilizzata dunque una piastrella tradizionale sino ad
un’altezza di cm. 110 ad effetto lambris, così da creare
un’area di gusto vagamente retrò ravvivata da colori (il
rosso e l’azzurro intenso) che vi aggiungono un tocco di
rinnovata vitalità. Il bianco, individuato come colore base
nella decorazione degli ambienti doccia in abbinamento
ai colori forti, comunica una sensazione di fresca luminosità.
L’azzurro, scelto in quanto colore riposante e distensivo,
accoppiato al bianco, evoca l’allegria del mare (perfetta
la tonalità scelta fra quelle proposte di ETRURIA
design) mentre si è puntato su una tonalità energica ed
avvolgente per il bagno rosso, che accoppiato al bianco,
riesce a dare energia a tutto l’ambiente”.
La scelta operata predilige colori primari. Nel cerchio cromatico,
come molti sanno, i tre colori puri sono il giallo, il
rosso ed il blu. Essi rappresentano i tre elementi costitutivi
del colore. Sono detti “primari” perché costituiscono l’imprescindibile
punto di partenza e perché non si possono
ottenere da nessuna mescolanza di colori preesistenti.
Il nostro retaggio biologico anche in questo caso ha dettato
la sua interpretazione, come spiega anche il progettista,
sembra che vi sia un certo accordo generale riguardo
al nesso esistente tra colore e stati emotivi.
Sul significato simbolico del rosso converge in assoluto il
più vasto consenso: associato all’idea di forza, di stimolo,
di pericolo, di eccitamento, di energia. Il rosso è associato
al diavolo (nell’iconografia ritratto con pelle e abiti
rossi), è il colore della guerra (i soldati romani andavano
in guerra con insegne rosse), la bandiera rossa è un
segnale di pericolo, per i Russi significava rivoluzione, in
Cina le spose vestono di Rosso, il rosso è il colore dell’amore
e potremmo continuare ancora per molto.
La tranquillità è espressa il più delle volte con colori tenui,
mentre alla gioia sono spesso abbinati colori vivaci.
Progetti&Realizzazioni
In conclusione, nel loro riferimento agli elementi della
natura, del paesaggio, della tradizione italiana, i progetti
presentati ci hanno ricordato che, come ha scritto Henri
Matisse: “Il colore dovrebbe essere per quanto possibile a
servizio dell’espressione: questo è il suo fine principale”.
Colours can radically change the appearance and atmosphere of
an environment. In the projects we will study, you will see how the
designers succeeded in obtaining very different colour harmonies.
A relaxing colour scheme is, for example, the one obtained
in the project Harmonic collage. The warm sand colour of the
walls makes it possible to obtain a neutral base, excellent for
inserting the brown (earth of burnt sienna) of the mosaic, that is a
warm rich colour and thus adds depth to the environment.
The marble colouring keeps the scheme harmonious, a touch of
olive green enlivens it and brings it back to a balance inspired by
the shades of the earth. One element that arouses curiosity is the
presence of tiles also on the ceiling, where a mirror is also placed
that multiplies the surfaces. This treatment of the walls
COLLAGE ARMONICO
Ava Design
Davydkovskaja UL., 3
Mosca 121352 - Russia
ava_design@mail.ru
Abitazione a Mosca
Materiali Utilizzati/Materials used:
30x45 Mondrian comp. B Brown Silk
30x45 Mondrian comp. J Mink Lux
CITTA’ DEL MARE
Studio Fanti
Arch. Gloria & Ing. Livio Fanti
Via Trebbi n°7 - 40128 Bologna
Geom. Tommaso Brudetti
c/o “Città del Mare”
S.S. 113, Km 301,100
90049 Terrasini (PA)
Rivenditore/Reseller:
F.LLI BALSAMO (Terrasini – PA)
Villaggio Turistico “Città del Mare”
www.cittadelmare.it
Materiali Utilizzati/Materials used:
7,5x15 Diamantato Victoria Blue Lux

ecreates a cosy shell, an alcove, in the place where the water
element prevails, represented by the monumental bathtub.
The return to nature culminates in the panoramic view through
two very large windows overlooking the outdoor garden. The textures
add a further harmonic characteristic to the project; in fact,
you can see, besides the insertion of a striped motif, including
that of completely different tile formats: from the mosaic, to the
square floor-tile, to the marble slab. Materials that are well-suited
to the concept of the project: “…it’s a villa on the outskirts of
Moscow, designed for a businessman, who needed a house in a
serious and severe style, but with a touch of modern vivacity”,
the designer writes. The use of marble, tiles and co-ordinated
fabrics makes us think of the language and the search for a collage
structure: a technique that boasts absolutely subversive origins,
and that has become a poetry of audacious mastery, from
the results that are sometimes bizarre, other times kitsch, other
times still, with a virtuoso trompe-l'oeil. Of course, a very inventive
poetry. Everything starts from the invention of papier collé,
paper glued to works of the fathers of cubism, with Picasso and
Braque in the forefront, who were looking at the direct collection
of materials from the everyday world, like a revolutionary logic, to
construct new scenic structures, innovative chromatic and figurative
variations, in order to stimulate a different reading of the work
by the public. As a fierce reaction to the idea of cubist collage,
there arises the futurist collage that faces, with a more dramatic
temperature, the question of overcoming the boundaries of painting.
The subversive charge of the collage explodes, but does not
burst into flame, with the Dada experience, acquiring a provocative
character of deformation and hybridisation of images in a
polemic and ironic sense. Max Ernst shows it; by putting together
different realities that are far apart from each other, he manages
to exasperate that learned effect of bewilderment that will soon
rise to become the main guide of surrealist poetry. Then comes
Matisse and the technique of point cutting to express joie de
vivre. Banishing subversion, provocation, the insistent will to transform
the rules of painting, as had happened up to then, the collage
takes on a milder and more aesthetic aura.
Giotto, “Cacciata dei diavoli da Arezzo”
1295 - 1300.
Giotto, “Expulsion of the devils from
Arezzo” 1295 - 1300.
Terre toscane. Progetto per una fattoria
a Molezzano (Fi).
Tuscan Lands. Project for a farm in
Molezzano (Fi).
Beato Angelico, “Deposizione della croce”, 1432 -1434.
Fra Angelico, “Deposition from the cross”, 1432 -1434.
25
Among the projects on display, another interesting example of the
cross-over between the search for colour and collage of materials
is the Ficus Bar. Not only light conditions affect our perception.
We see colours in a different way according to those circumstances
or surroundings. The colours have a sort of forward-backward
effect among themselves and on the perception of their relations,
an effect known as “simultaneous contrast”. When two complementary
colours come into contact, their accentuated contrast
makes us see a kind of sparkling. Furthermore, if we surround the
same shade of grey with different colours, the latter seems to take
on a slight gradation of the colour that is around it. It is on simultaneous
contrast that the chromatic harmony of the wall of the bar
is based, in which resides a rectangle of green tiles on a wisteriacoloured
background. It is all enriched with a play of geometric
shapes, materials and textures juxtaposed as in a collage.
In the project entitled Città del Mare (City of the Sea), the designer
explains his work as follows: “The main aim of the project
was to redefine the whole village of Città del Mare, built in the
‘70s and then restructured in decade of 2000. During this
restructuring, two different needs were found and intertwined:
the wish to re-modernise some services while keeping the intrinsic
“Sicilian nature” of the place. The use of local majolica tiles
TERRE TOSCANE
arch. Pozzoli Marco
Via delle casine, 31/A - Firenze
studio.pozzoli@tin.it
Rivenditore/Reseller:
SPAZIOCASA S.R.L.
(Castelfiorentino - FI)
Fattoria il Farneto
Molezzano, Firenze - Italia
www.fattoriailfarneto.com
Materiali Utilizzati/Materials used:
15x15 Ottagono White Lux
3x3 Tozzetto Burgundy Lux
11x15 Battiscopa Metro Burgundy Lux
15x15 Diamantato White Lux
15x15/2 Triangolo Diamantato White Lux
3.5x15 Cornice Guimard Burgundy Lux
5x15 Cornice Liberty Burgundy Lux
Materiali Utilizzati/Materials used:
15x15 Piano Burgundy Lux
11x15 Battiscopa Metro Mink Lux
15x15 Diamantato Burgundy Lux
15x15/2 Triangolo Diamantato
Burgundy Lux
3.5x15 Cornice Guimard Mink Lux
5x15 Cornice Liberty Mink Lux

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Ettore Sottsass, Mobile in laminato plastico, 1994.
Ettore Sottsass, Piece of furniture in laminated plastic, 1994.
Rappresentazione dei tre colori fondamentali nel cerchio
cromatico di Delacroix.
Representation of the three primary colours in the
colour circle of Delacroix.
together with the diamond-shaped wall tiles of ETRURIA design
that, in some shades, recalls traditional ceramics, has made it
possible to express this union. In particular, the bar and the
square it overlooks represent the typical place where the life and
the customs of the people go on. Inside, the decision was to use
more modern tiles than the majolica tiles used in the other places,
and to recall with their uniform bright blue shade and their
three-dimensional nature, the colour and movement of the sea.
The union with the wood of the finishings recalls the idea of the
bridge of a ship, with architectural references to the bow”.
The references to the water and to the bow of a ship are present
as iconographic elements indissolubly linked to the nature of the
place. Thus the interior becomes a mirror of the outside, and in
the physical space that welcomes the visitor there are present all
the elements of the journey and man facing nature: one of the
themes interpreted by Romanticism. In the picture “The traveller
on the sea of fog” (Caspar David Friedrich, 1811), a solitary man
is depicted from the back. His position conjures up the unconscious
and hidden part of oneself. Looking out over a sea of fog,
as from the bow of a ship that covers a whole landscape, and
there to see everything. We notice unmistakeably a feeling of
sublime wonder and awe at the immensity of the universe. We get
this feeling also from the use of colours with such shades as to
create a gap between the foreground and the background.
The picture is one of the expressions of romanticism: man is
absorbed in contemplation of the infinite, something that goes
beyond human comprehension.
The theme of the relationship with nature and the landscape,
although in a softer meaning, linked to the idea of harmonious
coexistence rather than sublime contemplation, is central also in
the iconography of national painting: the Italian identity is reflected
up into the 20th century in the very intricate weave of figurative
Italian expression. From the canvases of the multiform landscape
pictures, matters of nature, light and high square houses
have spoken to us of our roots.
Progetti&Realizzazioni
Intensi cromatismi. Progetto di
un’abitazione a Palermo.
Intense colours. Project of a
house in Palermo.
Tradition acts as a constant guide to the design choices of the
Terre Toscane, as the author explains: “... In the heart of Mugello,
in the native land of artists like Giotto and Fra Angelico, rich in
traditions, uses and customs jealously preserved, lies the far.
The aim of the project was to do an agricultural tourism that
would keep the historical memory of the rural building with the
typical characteristics of Tuscany and Mugello. Therefore, even
in the bathrooms ETRURIA design diamond-shaped tiles are
used to create a retro taste and link these environments to the
building’s history. As regards the colour matrix, the use of lime
putty plaster, then not painted, has given natural tones to the
rooms and bathrooms. The choice of all the materials was guided
by the same need to respect traditions: hand-made brick for
the floors, antique doors of regenerated wood, furniture reminding
us of the countryside in the 19th century”. The wood of the
beams, the terracotta colour of the floor, the use of brown, ochre,
black and white, are a strong reminder of the earth, justified by
the type of place it is. The fact that the colour is linked to the earth
probably explains why brown (together with back, white and pink)
belongs to the list of the most ancient names of colours, while not
being among the primary or the secondary colours.
At the time when art, fulfilling the destiny of modernity, abandons
the places assigned to it and goes back along the roads and
Materiali Utilizzati/Materials used:
15x15 Piano Mink Lux
15x15 Diamantato Burgundy Lux
15x15 Diamantato Mink Lux
15x15/2 Triangolo Diamantato Burgundy Lux
7.5x15 Diamantato Burgundy Lux
Materiali Utilizzati/Materials used:
15x15 Ottagono Light Gray Lux
3x3 Tozzetto Victoria Blue Lux
11x15 Battiscopa Metro Victoria Blue Lux
15x15 Diamantato Light Gray Lux
15x15/2 Triangolo Diamantato Light Gray Lux
3.5x15 Cornice Guimard Victoria Blue Lux
5x15 Cornice Liberty Victoria Blue Lux

objects accompanying man’s life, these become landscapes
themselves, they take on the colours of the earth, the fields, the
blue of the skies. It is precisely into these objects that today we
transfer our interior landscapes, and this is also one of the reasons
why design is so central in the culture of our country. An
expression of this identity, designer of interior landscapes where
there is no longer any difference between internal and external,
Ettore Sottsass fully embodies this philosophy. For his production,
the ‘90s have marked the extension of his projects to almost
all the real situations of the industrial world, exploring the universe
of colour and surfaces in a voyage into the possibilities of
material culture. “If it is true that the tone of voice expresses the
inner life of a person, it is possible to understand a lot about a
person’s way of thinking from his or her sensitivity and his or her
behaviour, from the favourite colour combinations” (Johannes
Itten, Art of colour, 1961). For artists, part of the joy of painting lies
in discovering the sensations that colours give us. Each one of us
has his or her colour preferences that stem from one’s own experience,
nature and psychology. So it is that, for an architect too, to
give indications on the choice of a colour to furnish an environment
becomes a rather difficult operation, since he or she must be
able to interpret the customers’ subjective colour preferences.
Il colore degli stati d’animo.
Immagine tratta da libro: “L’arte del colore”, Betty Edwards, 2006, Longanesi.
The colour of states of mind.
Picture taken from the book: “The art of colour”, Betty Edwards, 2006, Longanesi.
27
In the project Intense colours of a house in Palermo, the designer
gives this explanation on the choice of colours for coverings:
“...in the choice of materials, in the matches, in the finishings
and in the colours, a scrupulous attempt was made to
avoid outdoing the original elements, as for example in the two
bathroom environments. So, a traditional tile was used up to a
height of 110 cm with a panelling effect, such as to create an
area of vaguely retro taste revived with colours (red and bright
blue) that add to it a touch of renewed vitality. White, identified as
a base colour in decorating shower areas in combination with
strong colours, gives a feeling of fresh brightness. Blue, chosen
as being a restful and soothing colour, together with white, evokes
the joy of the sea (the tone chosen among those on offer by
ETRURIA design is perfect), the aim was for a powerful and
enveloping tone for the red bathroom, that combined with white,
succeeds in giving the whole environment energy”. The choice
made has a preference for primary colours. In the colour circle,
as many people know, the three pure colours are yellow, red and
blue. These represent the three elements making up colour. They
are called “primary” because they are the essential starting point
and because they cannot be obtained by mixing pre-existing
colours. In this case too, our biological heritage has dictated its
interpretation, as the designer also explains. It seems that there is
a certain general agreement regarding the existing bond between
colour and emotional states. There is absolutely the widest
consensus on the symbolic meaning of red: associated with the
idea of force, stimulus, danger, excitement, energy. Red is associated
with the devil (in iconography pictured with red skin and
clothes), it is the colour of war (Roman solders went into war with
red insignia), the red flag is a sign of danger, for the Russians it
meant revolution, in China, wives wear red, red is the colour of
love and we could go on and on. Tranquillity is most often expressed
with soft colours, while joy is often linked to bright colours.
Intensi cromatismi. Progetto di un’abitazione
a Palermo.
Intense colours. Project of a house in
Palermo.
In conclusion, in their reference to elements of nature, the landscape,
Italian tradition, the projects displayed have reminded us
that, as Henri Matisse wrote: “Colour should be, as far as possible,
at the service of expression: this is its main purpose”.
INTENSI CROMATISMI
Studio Stewens Arch. Aldo Lena
Piazzetta F. Bagnasco n.29
- 90141 - Palermo
sws@stewens.it
Abitazione a Palermo
Materiali Utilizzati/Materials used:
15x15 Diamantato White Lux
7.5x15 Diamantato White Lux
15x15 Piano White Lux
7.5x15 Diamantato China Blue Lux
7.5x15 Piano China Blue Lux
3x15 Cornice Flavin White Lux
Materiali Utilizzati/Materials used:
15x15 Diamantato Red Lux
15x15 Piano Red Lux
7.5x15 Cornice Crane White Lux

Carlo Lannutti e Mauro Corsetti
Tecnologia e geometria
Materiali innovativi a matrice esagonale
Technology and geometry
New materials in a hexagonal matrix
28
Know-How
Tutti i elementi strutturali vengono sagomati al fine di massimizzare le
prestazioni, togliendo materiale laddove non serve.
All the structural parts are formed in order to maximise performance,
removing material where it is of no use.
Quando le bolle si uniscono tendono a disegnare degli esagoni, in
quanto figura geometrica che più si avvicina al cerchio e permette la formazione
di una superficie piano/curva continua.
When the bubbles are joined together they tend to draw hexagons, since
the hexagon is a geometric figure that is closest to the circle, and allows the
formation of a continuous flat/curved surface.
The Eden Project, Nicholas Grimshaw, St. Blazey (UK), 2001.
Le grandi bolle che coprono le serre sono realizzate in strutture esagonali in ETFE.
The Eden Project, Nicholas Grimshaw, St. Blazey (UK), 2001.
The large bubbles covering the greenhouses are made in hexagonal structures in ETFE.
Gli elementi che devono sopportare sforzi di compressione
o di flessione aumentano il loro momento d’inerzia
cambiando la geometria della sezione trasversale.
Le strutture piene possono essere sostituite da tubi vuoti,
sull’esempio della struttura dei bambù e anche di molte
ossa. Gli ingegneri usano spesso tubi o elementi con
sezioni a doppia T per “togliere” il materiale dove non
serve, utilizzandolo solo dove “lavora”. Per massimizzare
le prestazioni, quando i materiali vengono sagomati in
fogli o lamine, vengono spesso corrugati, come le lamiere
o il cartone; oppure corrugati a forma esagonale a
costituire una struttura continua a “nido d’ape”, che diviene
la più simile ad un fascio di tubi contigui.
Dall’osservazione delle forme che crea la natura è possibile
trarre alcune considerazioni che possono essere utili
nella progettazione di strutture e per la produzione di
materiali artificiali.
Guardando ad esempio il comportamento delle bolle e
delle gocce risulta evidente che i liquidi hanno una tensione
superficiale, perché resistono ad un aumento della
loro area superficiale. Se non vi fosse una tensione
superficiale, non sarebbe infatti possibile la formazione
né di bolle, né di gocce. Un aspetto rilevante consiste nel
verificare che quando si uniscono tra loro le bolle tendono
a disegnare, lungo le linee di contatto, degli esagoni
in quanto figura geometrica che più si avvicina al cerchio
pur permettendo la formazione di una superficie
piano/curva continua.
Questa caratteristica naturale è alla base di alcune tra le
più interessanti applicazioni di un polimero parzialmente
fluorato, l’ETFE (Etilene TetrafluoroEtilene); questo è un
materiale plastico progettato per avere un'alta resistenza
alla corrosione in un ampio spettro di temperature. Si tratta
di una plastica trasparente, più leggera e più resistente
del vetro e di altri materiali plastici trasparenti. Rispetto
al vetro, è più isolante e più semplice ed economico da
installare. Un recentissimo utilizzo di questo materiale si
può vedere sull’involucro dell’Eden Project (2001) o del
Water Cube, la piscina olimpionica realizzata per
Pechino2008.
Oltre a questo materiale che si utilizza alla grande scala
dell’architettura, esiste anche una grande quantità di altri
prodotti “a matrice geometrica esagonale” che possono
essere utilizzati anche negli interni o per il design.
Il laminato plastico è un materiale oramai di uso comune
e dalle caratteristiche note; è un materiale costituito da
strati di carta kraft impregnata con resine termoindurenti
e da uno o più strati superficiali di carta decorativa impregnata
con resine aminoplastiche, pressati a 9 MPa e a
150°C. Presenta ottime caratteristiche di resistenza

La configurazione geometrica dei materiali
ne condiziona le prestazioni e dunque i possibili
utilizzi. Numerosi sono i materiali, sia
naturali che artificiali, che si basano sulla
forma esagonale.
In questa breve carrellata illustriamo alcuni
materiali innovativi ed i loro possibili utilizzi.
Installazione Abet Laminati alla Triennale di Milano, 2003. Il laminato
è stampato con un pattern esagonale che reagisce alla luce di Wood.
Abet Laminates Installation at the Milan Triennial Exhibition, 2003.
The laminate is printed with a hexagonal pattern that reacts to Wood light.
all'abrasione, stabilità dimensionale alle temperature elevate,
resistenza all'urto con sfera di piccolo diametro,
resistenza al graffio.
L’azienda leader del prodotto, l’Abet Laminati si caratterizza
dalla continuità dell’attività di ricerca tecnologica e
da un’intensa e mai interrotta collaborazione con il
mondo del design. Proseguendo su tale cammino l’Abet
Laminati ha introdotto nella sua gamma DigitalPrint, il
laminato realizzato con stampa digitale, creando così un
collegamento rapido e diretto tra il computer del progettista
e la produzione della superficie laminata.
Il risultato di tale “specializzazione” è che ogni progettista
può a suo piacimento personalizzare la superficie del
laminato. Nel 2003 l’Abet ha promosso una
mostra/concorso alla Triennale di Milano che coinvolse i
progettisti nella progettazione di una superficie che innovasse
il laminato: uno degli esiti è stato una superficie
trattata con un pattern esagonale che fosse visibile alla
luce di Wood (la cosiddetta “luce nera”, che riflette i colori
dello spettro ultravioletto).
Il Bencore Starlight è un pannello composito con anima
interna in struttura a nido d'ape trasparente (Birdwing) e
pelli di rivestimento in PETG, Policarbonato o PMMA
Starlight.
È un materiale plastico il cui utilizzo nasce per imballi e
allestimenti con struttura “a nido d’ape”, ma grazie all'ampia
gamma di colori e finiture, è un prodotto adattabile ad
innumerevoli soluzioni architettoniche ed il suo uso si è
allargato anche all'arredo ed alla decorazione.
Presenta un ottimo Modulo di Elasticità (1300 N/mm 2 ) ed
una elevata resistenza a compressione (3 N/mm 2 ).
Ci sono anche delle varianti al prodotto: lo Starlight Extra
a resistenza maggiorata, adatto alle situazioni in cui il
pannello viene sottoposto a forti stress di tensione o carico,
lo Starlight Plus, particolarmente indicato in situazioni
in cui la resistenza al fuoco è determinante (Classe 1
Italia) oppure per pavimentazioni sopraelevate retroilluminate
e per utilizzi in esterno grazie a particolari superfici
con protezione UV; il LightBen è invece un pannello composito
con anima alveolare costituita da cilindri paralleli di
policarbonato trasparente e pelli di rivestimento in materiale
plastico trasparente (o colorato, o satinato) ed ha
una struttura interna cellulare che riflette la luce.
Il materiale è facilmente lavorabile per fresatura, può essere
rifinito ai bordi ed i pannelli solo tra loro incollabili.
I materiali metallici hanno caratteristiche e forme ampiamente
diversificate; la rete metallica esagonale è utilizzata
prevalentemente per recinzioni, ma una sua possibile
evoluzione è un elemento decorativo di grande appeal,
progettato dallo studio australiano Korban/Flaubert.
Hexscreen è uno schermo decorativo ed un divisorio spaziale
che si basa sulla geometria dell'esagono e struttura
il suo semplice modello attraverso elementi ripetuti in
acciaio inox. L’ispirazione nasce dalle sequenze matematiche
e dai modelli di crescita naturali, realizzando un effetto
visualmente stimolante attraverso un utilizzo minimo di
materiali. Si possono realizzare pannelli da pavimento a
soffitto di dimensioni che arrivano ai 200x193x10 cm.
Quando il materiale diventa multimediale, i suoi utilizzi e
l’interesse intorno alle potenzialità che esso offre crescono
in maniera esponenziale.
È questo il caso del sistema Light Brix, progettato dallo
studio francese HEHE Association, in collaborazione con
l’Interaction Design Institute Ivrea. Il mattone luminoso
intelligente è un sistema leggero e modulare che risponde
al tocco attraverso i campi elettromagnetici del corpo
umano. Un’architettura composta da luce; le unità esagonali
possono essere assemblate in molte forme ed essere
modulate per comporre situazioni di illuminazione multiple.
Una parete ricoperta da esagoni plastici interattivi e
reattivi: passando la mano gli esagoni si accendono o si
spengono, e la luce aumenta o diminuisce.
La composizione dei moduli offre infinite possibilità di
caratterizzare uno spazio in maniera sempre differente ed
interattiva; così come è possibile creare un sistema si
segnalazioni o di “scritte luminose”, si può infatti lasciare
agli utenti la scelta di variare o comporre a piacimento
l’immagine della parete.
Mind the Gap è un’installazione interattiva che coinvolge
lo spettatore e ne varia la percezione dello spazio.
Si tratta di una superficie in materiale plastico trasparente
di dimensioni customizzabili da utilizzare in interno per
dividere lo spazio, caratterizzandolo.
Il sistema Mind the Gap è una rete interconnessa di scatole
esagonali in materiale acrilico e strisce plastiche
applicate a differenti densità.
La designer danese Ann Lykke utilizza queste scatole
come mattoni per costruire pareti personalizzate,
con specifiche caratteristiche
di profondità ed introspezione.
I livelli paralleli e la riflessione della luce
sulle superfici acriliche creano illusioni
ottiche in cui le strisce verticali sembrano
muoversi a seconda di come varia la
posizione dell’utente e della sua distanza
rispetto alla parete stessa.
Bencore Starlight. Il materiale
plastico ha una struttura a nido
d’ape che lo rende leggero,
trasparente e molto resistente.
I suoi utilizzi spaziano dall’allestimento
al design.
Bencore Starlight. The plastic
material has a honeycomb
structure that makes it light, transparent
and very hard-wearing.
It has many uses, from equipment
to design.
29

The geometric configuration of materials
affects their performance and thus their possible
uses. There are many materials, both natural
and artificial, that are based on the hexagonal
shape. In this brief tracking shot we describe
some new materials and their possible uses.
30
Know-How
Bencore Starlight. Tabella delle caratteristiche meccaniche del materiale.
Bencore Starlight. Table of mechanical characteristics of the material.
Il mattone esagonale
LightBrix si accende e
spegne mediante sfioramento
e consente una
componibilità che permette
di realizzare scritte,
disegni e decorazioni
luminose interattive a
parete.
The LightBrix hexagonal
brick lights up and goes
out by touch and provides
modularity which
permits interactive writing,
drawings and light
decorations to be made
on the wall.
Elements that have to support compression or flexion stresses
increase their moment of inertia by changing the geometry of the
transverse section. Full structures can be replaced by empty
tubes, on the example of the bamboo cane and many-boned
structure. Engineers often use tubes or double-T section parts to
“remove” the material where it is of no use, only using “work”
goddesses. In order to maximise performance, when materials
are shaped into leaves or sheets, they are often corrugated, like
sheet-iron or cardboard; or corrugated in a hexagonal shape to
form continuous “honeycomb” structure, that becomes very similar
to a bundle of adjacent tubes.
By observing shapes that nature creates it is possible to derive
some ideas that may be useful in designing buildings and for producing
artificial materials. For example, looking at the behaviour
of bubbles and drops it is clear that liquids have a surface tension,
because the resist an increase of their surface area. If there
were no surface tension, it would not, in fact, be possible for
either bubbles or drops to form.
One important aspect consists of checking that, when they join
together, bubbles tend to draw, along the lines of contact, hexagons,
like a geometric figure that is nearer to the circle, yet permitting
a continuous flat/curved surface to be formed. This natural
characteristic is at the basis of some of the most interesting
applications of a partially fluorinated polymer, ETFE (Ethylene
Tetrafluoroethylene); this is a plastic material designed to be
highly rust-resistant in a wide range of temperatures. It is a transparent
plastic, lighter and stronger than glass and other transparent
plastic materials. Compared to glass, it is more insulating
and simpler and cheaper to install.
A very recent use of this material can be seen on the shell of the
Eden Project (2001) and on the Water Cube, the Olympic swimming
pool made for Peking 2008. As well as this material that is
used on a grand scale in architecture, there are a large number
of other products with a “hexagonal geometric matrix” that can
also be used in interiors or for design.
Laminated plastic is a material that is now commonly used and
has well-known characteristics; it is a material made up of layers
of kraft paper impregnated with thermo-setting resins and of one
or more surface layers of decorative paper impregnated with aminoplastic
resins, pressed at 9 MPa and at 150 °C. It has excellent
characteristics of abrasion resistance, dimensional stability at
high temperatures, knock resistance with small-diameter spheres,
and scratch resistance. The product leader company, Abet
Laminati is characterised by the continuity of technological research
activity and by an intense and uninterrupted co-operation
with the world of design. Continuing on this road, Abet Laminati
has introduced into its DigitalPrint range the laminate made with
digital printing, thus creating a rapid and direct connection between
the designer’s computer and production of the laminated
surface. The result of this “specialisation” is that every designed
can customise the surface of the laminate as he or she wishes.
In 2003 Abet put on a show/competition at the Milan Triennial
Exhibition that involved designers in the design of a surface that
would introduce innovation to the laminate: one of the results was
a surface treated with a hexagonal pattern that would be visible in
Wood’s light (the so-called “black light”, that reflects the colours
of the ultraviolet spectrum).
The Bencore Starlight is composite panel with an internal core in
a transparent honeycomb (Birdwing) structure and coating layers
in PETG, Polycarbonate or PMMA Starlight.

It is a plastic material, which was originally used for packages
and equipment with a “honeycomb” structure, but thanks to the
wide range of colours and finishes, it is a product that can be
adapted to countless architectural solutions and its use has
extended also to furniture and decoration.
It has an excellent Elasticity Module (1300 N/mm 2 ) and high compression
resistance (3 N/mm 2 ). There are also variations of the
product: the Starlight Extra with greater resistance, adapted to
situations where the panel is subjected to strong pressure and
load stress, the Starlight Plus, especially recommended in situations
where fire resistance is a determining factor (Class 1 Italy)
or for backlit raised floors and for outdoor uses thanks to special
surfaces with UV protection; the LightBen is, on the other hand, a
composite panel with an alveolar core made up of parallel cylinders
of transparent polycarbonate and coating layers in transparent
(or coloured or glazed) plastic material and has an inner cell
structure that reflects the light.
The material can be worked easily by milling, it can be finished
on the edges and the panels can just be stuck together.
The metallic materials have widely differing characteristics and
shapes; the hexagonal wire mesh is used mainly for fencing, but
one of its possible developments is as a decorative item of huge
appeal, designed by the Australian workshop of Korban/Flaubert.
Hexscreen is a decorative screen and a room divider that is
based on the geometry of the hexagon and builds its simple
model by means of repeated stainless steel parts. The inspiration
derives from mathematical sequences and models of natural
growth, making a visually stimulating effect through minimal use
of materials. Panels can be made from floor to ceiling in sizes that
reach 200x193x10 cm.
HexScreen è uno schermo decorativo in metallo che disegna un pattern
esagonale tridimensionale, progettato dallo studio Korban/Flaubert.
HexScreen is a decorative metal screen that draws a three-dimensional
hexagonal pattern, designed by the Korban/Flaubert studio.
Mind the Gap è una rete tridimensionale di scatole esagonali in acrilico
e strisce plastiche progettate dalla designer danese Ann Lykke come
alternativa alle tradizionali pareti divisorie per gli interni.
Mind the Gap is a three-dimensional network of hexagonal boxes in acrylic
material and plastic strips designed by the danish designer Ann Lykke
as an alternative to the traditional partitions for interiors.
31
When the material becomes multimedia, its uses and the interest
in relation to the potentials it offers grow exponentially.
This is also the case of the Light Brix system, designed by the
French workshop HEHE Association, in co-operation with the
Interaction Design Institute in Ivrea. The intelligent light brick is a
light modular system that responds to touch through the electromagnetic
fields of the human body. A form of architecture made
up of light; the hexagonal units can be assembled in many shapes
and be modulated to form multiple-light situations.
A wall covered with interactive and reactive plastic hexagons:
when the hand passes over it, the hexagons light up or extinguish,
and the light increases or reduces.
The composition of the modules offers infinite possibilities to characterise
a room in an ever different and interactive way; in the
same way it is possible to create a system of signals or “writing
in lights”, users can, in fact, be left to choose whether to vary or
create the picture of the wall as they wish.
Mind the Gap is an interactive system that involves the spectator
and varies his or her perception of space. It is a surface in transparent
plastic material with made-to-measure sizes, to be used
indoors to divide the room by characterising it. The Mind the Gap
system is an interconnected network of hexagonal boxes in acrylic
material and plastic strips applied at different thicknesses.
The danish designer Ann Lykke uses these boxes as bricks to
build customised walls, with specific characteristics of depth and
introspection. The parallel levels and the reflection of light on the
acrylic surfaces create optical illusions in which the vertical strips
seem to move as the position of the user varies and according to
the distance he or she is away from the wall itself.

Nancy Bhupathi
Storia di un adorato elemento americano di design
La piastrella esagonale per pavimento
History of a cherished american design element
Hexagonal ceramic floor tiles
32
News
Nell’evoluzione della piastrella di ceramica
usata in America, il pavimento
esagonale occupa un posto speciale.
È un classico senza tempo, che attrae
sia la sensibilità di design tradizionale
che moderno.
Creato circa un secolo fa, questo pavimento
iconico era definito negli Stati
Uniti “bathroom style”. Storicamente
significante e destinato ad essere
ammirato almeno per un altro secolo a
venire, lo sviluppo di questo stile è una
storia multi-sfaccettata e affascinante.
Le piastrelle esagonali si adattano perfettamente al
movimento “Arts and Crafts”
Nel tardo 19° inizio 20° secolo, il movimento “Arts and
Crafts” (Arti e Mestieri) si diffuse nell’Europa occidentale
così come negli Stati Uniti. I devoti a questo punto di vista
estetico erano influenzati dagli scritti di John Ruskin, professore
ad Oxford e più famoso teorico dei suoi tempi.
Semplicemente, la sua enfasi era rivolta alla riverenza per
la natura, rispetto per gli artigiani e per il rapporto organico
tra il lavoratore, il suo ambiente e la sua comunità. In
Gran Bretagna, il movimento favorì un design in stile
Gotico ricco di dettagli, che era prodotto da artigiani
escusivamente per i benestanti, a causa dell’accurato
processo produttivo necessario. In America invece il
trend era decisamente a favore dell’uguaglianza. I fautori
del movimento qui respinsero l’opulenza a favore della
semplicità, buon artigianato, design e accessibilità.
La casa preferita del movimento “Arts and Crafts” americano
era il “bungalow”, sebbene sia lo stile sia il termine
siano originari dell’oriente indiano. La versione americana
di questa casa ad un piano con ampia veranda ha
assunto molte incarnazioni, con adattamenti di stile per
ogni regione geografica. Questo stile rimane oggi molto
popolare e ricercato.
Il design del bagno nei bungalows americani dell’inizio
del 20° secolo mostrava gli ideali del “Sanitary Movement”
(Movimento Sanitario), così come la praticità e semplicità
dell’ideologia artigiana. Con una gran enfasi sull’igiene, la
sola superficie adatta per pavimento, pareti e soffitto era
la piastrella, la quale poteva essere pulita facilmente. Le
piastrelle da rivestimento erano della tipologia “Subway”,
così chiamate perchè erano simili a quelle usate nelle stazioni
della metropolitana di New York, Boston e Chicago
recentemente inaugurate. Il pavimento prevalentemente
utilizzato era il mosaico esagonale di 1 pollice (2,54 cm);
la superfice non smaltata e le molte linee di fuga che risultavano
dalla piccola dimensione, creavano una superfice
virtualmente antiscivolo. Questi pavimenti sopravvivono
tutt’ora grazie alla loro natura praticamente indistruttubi-
Chicago. Bagno di una casa privata rinnovata dal designer Christine Julian pubblicato
dalla rivista “The Old House Magazine”: il pavimento esagonale beige scuro
con qualche accenno bianco è un mite allontanamento dal pattern bianco e nero
tipico dei bagni vintage.
Chicago. Bathroom in a private home renovated by designer Christine Julian published
in the magazine “The Old House Magazine”: the hexagonal floor tiles in a taupe
background with white accents is a soothing departure from the black and white patterns
tipically used in vintage bathrooms.

le. Originariamente, sia i rivestimenti che i pavimenti
dovevano essere bianchi per ragioni sanitarie. Ma dalla
metà degli anni Venti, influenzate dalla Jazz Age e dall’Art
Decò, le piastrelle e le finiture in colori arditi e assertivi
divennero popolari. In tutto il paese, le piastrelle esagonali
per pavimento divennero una finitura onnipresente
per i bagni, sia residenziali che commerciali.
Un gioco intelligente – le piastrelle da bagno esagonali
stimolano la mente
Nell’antica Asia, le piastrelle esagonali erano usate nelle
strategie di connessione del gioco del “Go”. Nel 1942,
all’istituto Niels Bohr in Danimarca, il matematico Piet
Hein ha creato un gioco che chiamò “Con-Tac-Tix”, che
era giocato con le piastrelle esagonali. Il gioco continuò
ad essere popolare in Danimarca, ma fu successivamente
conosciuto come “Polygon”. Indipendentemente, il
brillante matematico John Nash, ispirato dalle complessità
del gioco del “Go”, inventò un gioco basato sulle stesse
piastrelle esagonali all’università di Princeton nel 1949.
Gli studenti di Nash si riferivano a questo gioco col nome
“John” (slang americano che significa bagno) perchè lo
giocavano sul pavimento dei bagni, non in omaggio al
loro professore. Nel 1952, Parker Brothers ne mise sul
mercato una versione da tavolo, che chiamarono “Hex” e
questo fu il nome che rimase.
Pavimenti di bagni rivestiti con piastrelle esagonali –
ancora al passo con i tempi
Anche oggi, questo look vintage è ricercato da molti designers,
che optano per il suo aspetto elegante, pratico e
senza tempo. La decorazione chic del “SoHo Grand
Hotel” di Manhattan ravviva l’aspetto della New York di
fine secolo. L’acclamata azienda di interior design, Studio
Sofield, ha pavimentato i bagni con piastrelle esagonali
grigie e bianche per completare il look retrò.
Leigh Bucknam, Manager del famoso ristorante “Five
Points” a New York, ha lavorato in stretto contatto con
l’architetto Senior dello studio Riddell Kurczabas, Erin
Shilliday, per rinnovare il locale. L’entusiasmo di Leigh è
contagioso: “Trovo che queste piastrelle esagonali siano
senza tempo. Amo il sentimento sdolcinato. Non ti servono
molte decorazioni su queste piastrelle, perchè puoi
creare un pattern con le piastrelle stesse. Ci piace anche
il fatto che queste piastrelle abbiano un aspetto mascolino,
ma stiano molto bene anche negli spazi tipicamente
femminili. È semplicemente la forma perfetta.” Secondo il
sig. Shillday, “Five Points era inteso come una versione
moderna di uno spazio “Arts and Crafts”. L’edificio fu
costruito nel 1860. Nel rifarne il design, volevamo diventasse
un cenno a Frank Lloyd Wright, e che fosse in più
moderno e fresco. Associo le piastrelle esagonali all’estetica
Europea e la New York dei
primi del ‘900 emanava un
vero sentimento europeo.
Nelle vecchie case popolari
nella zona del lower east side,
si trovavano questi tipi di pavimenti
anche con bordature.
L’aspetto è tipico della New
York di quegli anni. Siamo stati
capaci di mescolare le piastrelle
con altri elementi, come
un soffitto moderno, così che
lo spazio desse ascolto al passato
e contemporaneamente
sembrasse molto attuale.”
Lo style director di “House
Beautiful”, Newell Turner, utilizzò
piastrelle esagonali da 2
inch (5,08 cm) nere e bianche
per il pavimento del suo
bagno vintage. Secondo
Turner, “le piastrelle esagonali
nere e bianche fanno eco al
passato, ma la dimensione
leggermente più grande mantiene
un aspetto fresco."
Bagno vintage di Newell Turner
(style director della rivista House
Beautiful): le piastrelle esagonali
bianche e nere fanno eco al passato,
ma la dimensione leggermente
più grande (2 inch = 5.08
cm) mantiene un aspetto fresco.
Vintage bathroom of Newell
Turner (style director of House
Beautiful magazine): black-andwhite
hezagonal tiles echo the
past, but the slightly larger
scale (2 inch) keeps the look
fresh.
33

In the evolution of ceramic tile use in
America, the hexagonal floor tile holds a
special place. It is an enduring classic,
which appeals to both traditional and
modern design sensibilities. Beginning
almost a century ago, this iconic flooring
defined bathroom style in the US. Historically
significant, and bound to be admired for at
least another century to come, the development
of this style is both a multi-faceted and
fascinating story.
34
Bagno vintage di Newell
Turner (style director della rivista
House Beautiful): le piastrelle
esagonali bianche e
nere fanno eco al passato, ma
la dimensione leggermente più
grande (2 inch = 5.08 cm)
mantiene un aspetto fresco.
Vintage bathroom of Newell
Turner (style director of
House Beautiful magazine):
black-and-white hexagonal
tiles echo the past, but the
slightly larger scale (2 inch)
keeps the look fresh.
House Beautiful “Cucine
migliori dell’anno 2007”:
la cucina vincitrice disegnata
da Joan Schindler.
(Photo credits: Lucas Allen Photographer)
http://www.lucasallen.com
House Beautiful “Kitchen of
the Year 2007”:
the award-winning kitchen
designed by Joan Schindler.
(Photo credits: Lucas Allen Photographer)
http://www.lucasallen.com
La rivista ha celebrato la piastrella esagonale in molti articoli,
compreso uno sulle cucine migliori dell’anno 2007.
Disegnata da Joan Schindler, la cucina vincitrice metteva
in risalto un pavimento con esagoni neri e bianchi in una
realizzazione molto regale e invitante. L’Hampton summer
cottage della Designer Leslie Klotz, anch’esso esaltato
nella rivista “House Beautiful”, include un bagno con
pavimento composto da piastrelle esagonali da 2 inch.
Apartment Therapy, un blog che traccia i trend del design,
decantava recentemente le piastrelle esagonali trovate in
una drogheria nell’area centrale e modaiola di
Manhattan, “Abbiamo approvato questo nuovo negozio e
amato i suoi pavimenti puliti e di aspetto vintage. Era semplice
ma aveva carattere, ci piacerebbe in una cucina.
Anche lo stucco aiuta a creare il look, non bianco ma di
un caldo grigio.”
La rivista “This Old House Magazine”, la risorsa di informazioni
più amata negli Stati Uniti sulla costruzione e
mantenimento di vecchie case, ha offerto un pezzo
approfondito sulla ristrutturazione di una casa privata
fatta dal designer di Chicago Christine Julian.
Secondo quello che hanno scritto gli editori in Raising the
Roof, “il bagno non solo sta bene con il resto della casa,
ma ha anche un aspetto pulito e invitante. Sebbene
nuovo, sembra come se fosse stato strappato dal passato.
Così fa il pavimento esagonale. Il proprietario ha scelto
un fondo beige scuro con qualche accenno bianco
come una mite allontanamento dal pattern bianco e nero
tipico dei bagni vintage.”
In aggiunta al progetto di Julian, la rivista ha incluso altri
due bagni con il pavimento esagonale nella loro galleria
“I nostri 19 bagni migliori di sempre” (Our Nineteen
Favorite Baths Ever). Nel suo articolo, intitolato Country
Rock, Betsy Andrews, editore online scrive, “Sebbene
questo bagno sia stato costruito per una famiglia, è sexy.
È un po’ country, con pareti blu e dettagli rivestiti con pannelli
di legno, ed è un po’ rock’n’roll. Immagino qualcuno
fissarsi le calze al reggicalze… i suoi tacchi picchiettare
attraverso i pavimenti esagonali”.
Nella storia, San Francisco Treat, il bagno elegantemente
rinnovato nel cottage nel 1920 a San Francisco mette in
evidenza un pattern a pavimento composto di piastrelle
esagonali bianche, che mostrano la versatilità di questa
forma e il suo impatto quando viene usata in una composizione
su larga scala.
Le piastrelle esagonali sono una finitura amata negli interni
americani, sia tradizionali sia contemporanei, commerciali
e residenziali. I designers apprezzano la loro versatilità
di formato, finitura, potenziale decorativo e possibilità
di colore, dal rigido colore monocromatico fino alle tinte
vibranti e tutte le possibilità intermedie.
Per oltre un secolo, queste piastrelle sono state inserite in
alcuni dei progetti più ispirati, creativi ed unici.
Chiaramente, la tendenza e ancora viva e vegeta e lo sarà
anche nel prossimo secolo.
Hexagonal Tiles Fit Right into the Arts and Crafts Movement
In the late 19th to early 20th century, the Arts and Crafts Movement
flourished in Western Europe as well as the US. Devotees of this
aesthetic viewpoint were influenced by the writings of John
Ruskin, the Oxford professor and most famous cultural theorist of
his day. Simply put, his emphasis was on reverence for nature,
respect for artisans and the organic relationship between the worker,
his environment and his community. In Britain, the movement
favored richly detailed Gothic-style design, which was produced
by craftsmen exclusively for the wealthy, due to the painstaking
process of creating it. In America however, the trend was decidedly
egalitarian. Proponents here rejected opulence in favor of sim-
News

plicity, good craftsmanship, design and affordability.
The runaway favorite house style of the American Arts and Crafts
movement was bungalow, although both the style and word are
East Indian creations. The American version of this single or one
and one half story home with a wide veranda has taken on many
incarnations, with each geographic region adapting a bungalow
style of its own. This style remains extremely popular and sought
after today.
Bathroom design in American bungalows of the early 20th century
displayed the ideals of the “Sanitary Movement” as well as the
practicality and simplicity of the Craftsman ideology. With an
emphasis on hygiene, the only suitable wall, ceiling and floor surface
was tile, which could be cleaned easily. Wall tiles were of the
“Subway” variety, so named for the similar tile used in the recently
opened subway stations in New York, Boston and Chicago.
The most prevalent type of floor tile was the one-inch hexagonal
mosaic. Its unglazed ceramic face and the many grout lines resulting
from its small size produced a virtually slip proof surface. The
tile floors survive even today, due to their practically indestructible
nature. Originally, both wall and floor tiles as well as fixtures
were mandated to be white for sanitary reasons. But by the mid
1920s, influenced by both the Jazz Age and Art Deco, tiles and
fixtures in bold and assertive colors became the rage. Across the
country, hexagonal floor tiles became an omnipresent feature of
bathrooms, both residential and commercial.
A Clever Game – Hexagonal Bath Tiles Stimulate the Mind
In ancient Asia, hexagonal tiles were used in the connection strategy
game of Go. In 1942, at the Niels Bohr Institute in Denmark, the
mathematician Piet Hein created a game he called Con-Tac-Tix,
which was played with hexagonal tiles. The game continued to be
popular in Denmark, but was subsequently known as Polygon.
Independently, the brilliant mathematician John Nash, inspired by
the intricacies of Go, invented a game based on these very same
hexagonal tiles at Princeton University in 1949. Nash’s students
referred to the game as John (American slang term for bathroom)
because they played on the lavatory floor, not in homage to their
professor. In 1952, Parker Brothers marketed a boxed board-game
version, which they named Hex and this time the name stuck.
Hexagonal Tiled Bathroom Floors: Still In Step with the Times
Even now, this vintage look is sought after with many designers
opting for its elegant, practical and timeless appearance. The
chic décor in Manhattan’s SoHo Grand Hotel revives the look of
turn of the century New York. Acclaimed interior design firm,
Studio Sofield, incorporated bathrooms floored in gray and white
hexagonal tile to complete the retro look.
Leigh Bucknam, Manager of the popular Five Points restaurant in
New York, worked closely with Riddell Kurczaba’s Senior
Architect, Erin Shilliday, on the restaurant renovation. Leigh’s
enthusiasm is contagious: “I find these hexagonal tiles to be
timeless. I love the honeycomb feeling. You don’t need too much
pattern on the tiles since you create a pattern with the tiles. We
also like the fact that these tiles feel masculine but also work well
for women’s spaces. It is simply the perfect shape.” According to
Mr. Shillday, “ Five Points was meant to be a modern version of
an Arts and Crafts space. The building was built in 1860. In doing
the design, we wanted it to be a nod to Frank Lloyd Wright, yet
we wanted it to be modern and fresh. I associate hexagonal tiles
with a European aesthetic- and early New York had a real
European feeling. In old tenement buildings in the lower east
side, I would find those kinds of tile floors with borders as well.
The look is very much a part of old New York. We were able to
mix the tiles with other elements, like a modern ceiling, so that
the space hearkened back to the past, yet felt very current.”
House Beautiful Style Director, Newell Turner, utilized two-inch
black and white hexagonal tiles for the floor in his own vintage
inspired bathroom. According to Turner, “Black-and-white hexagonal
tiles echo the past, but the slightly larger scale keeps the
look fresh”. The magazine has celebrated the hexagonal tile in
Bar Tano (Brooklin – U.S.A.): in
questo locale di NY si è scelto
di portare il pavimento esagonale
utilizzato all’interno anche
sull’entrata esterna. Questo da
un senso di continuità con la
sala principale del bar, che
accompagna chi esce e invita
ad entrare chi è fuori.
Tano Bar (Brooklyn – U.S.A.): in
the NY venue the choice has
been made to have the hexagonal
floor, used inside and also
at the outside entrance. This
gives a feeling of continuity with
the main room of the bar, which
accompanies the person leaving
and invites the person outside
to come in.
Bar Tano (Brooklin – USA):
particolare del pavimento
esterno che continua all’interno
del locale.
Tano Bar (Brooklyn – USA):
detail of the outside floor that
continues inside the premises.
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News
Bar Tano (Brooklin – USA):
particolare della sala interna.
Tano Bar (Brooklyn - USA):
detail of the main room.
many articles, including one on the House Beautiful Kitchen of
the Year 2007. Designed by Joan Schindler, the award- winning
kitchen featured a black and white hexagonal patterned floor in a
very regal yet inviting setting. Designer Leslie Klotz’s Hampton’s
summer cottage, also featured in House Beautiful, includes a
bathroom floor composed of two-inch white hexagonal tiles.
Apartment Therapy, a hip website blog that charts design trends,
recently extolled the hexagonal tiles found in a local grocery store
in Manhattan’s fashionable downtown area, “We passed this new
shop and just loved the clean, vintage feeling of their new tile floors.
It was simple, but had character. We'd love this in a kitchen.
The grout also informs the look. Not white, it’s a warm grey.”
This Old House Magazine, the beloved source for all information
on building and maintaining old houses in the US, offered an indepth
piece on the renovation of a private home by Chicago
Designer Christine Julian. According to the magazine editors in
Raising the Roof, “The bathroom not only fits right in with the rest
of the house, but it has a clean, inviting look. Though new…it
looks like it was plucked from the past. So does the hexagonal
floor tile. The owners chose a taupe background with white
accents as a soothing departure from the black and white patterns
typically used in vintage bathrooms.”
In addition to Julian’s project, the magazine included two other
baths with hexagonal tiled floors in their gallery of Our Nineteen
Favorite Baths Ever. In her piece, entitled Country Rock, Betsy
Andrews, Online editor writes, “Though this bath is built for a
family, it’s sexy. It’s a little bit country, with blue walls and wainscoting
details, and it’s a little bit rock’n’roll. I imagine someone
fastening her stockings to her garters …her heels clicking across
the hexagonal tile floors.” In the story, San Francisco Treat, the
elegantly renovated bath in a 1920s San Francisco cottage features
a floor pattern comprised of white hexagonal tiles, which
shows the versatility of this form and its impact when used in a
larger scale composition.
Hexagonal tiles are a beloved fixture in fine American interiors,
both traditional and contemporary, commercial and residential.
Designers appreciate their versatility of size, finish, patterning
potential and color possibilities, running the spectrum from starkly
monochromatic to vibrantly hued and everything in between.
For over a century, these tiles have been included in some of the
most inspired, creative and unique projects. Clearly, the trend is
alive and well in the next century.

PiX_8 a cura di/ edited by:
Paolo Martegani
Giulia Ligabue
Barbara Maio
Nancy Bhupathi
Carlo Lannutti
Mauro Corsetti
Architetto, docente dell'Università degli Studi Roma Tre, si occupa di progettazione architettonica, design e Information Communication
Technology. Ha organizzalo alcune mostre e collaborato con numerose riviste. Tra le pubblicazioni: “architettura, componente, computer”.
“Digital Design. New Frontiers for the Objects”. Coordina l'iniziativa “Design&Sinergie”. Ha fondato e curato dal 2002 al 2005 la rubrica
“design” su AR - Periodico dell'Ordine degli Architetti di Roma. La pubblicazione più recente “Digital Habitat, evolving architecture international
network”. È membro dell’ADI - Associazione per il Disegno Industriale.
Architect, professor at Università degli Studi Roma Tre and expert in architectural planning, design and information communication technology.
He has organized several exhibitions and worked with a number of specialist journals. His recent publications include: “architettura, componente,
computer” [architecture, component, computer], “Digital Design. New Frontiers for the Objects”. He is coordinator for
“Design&Sinergie” [design and synergies]. He founded and directed from 2002 to 2005 the “design” column in AR, the periodical published
by the National Association of Architects in Rome. His most recent publication is entitled “Digital Habitat, evolving architecture international
network”. He is a member of the Italian Industrial Design Association (ADI).
martegan@uniroma3.it
Laureata in Economia e Marketing Internazionale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Responsabile Marketing e
Comunicazione ETRURIA design.
An Economics and International Marketing graduate from the University of Modena and Reggio Emilia, she is currently the Marketing and
Communication Director at ETRURIA design.
marketing@etruriadesign.it
Dottore di Ricerca presso il Dipartimento Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre, laureata in Lettere – Indirizzo Spettacolo e
Comunicazione all’Università Roma Tre e specializzata in Scienze della Comunicazione all’Università “La Sapienza”. È curatrice della collana editoriale
Fiction TV (Aracne Editrice, Roma) nella quale ha pubblicato il volume inaugurale sulla serie televisiva Buffy The Vampire Slayer. Tra le ultime
pubblicazioni: Legittimare la cacciatrice, il Set Design di Firefly e Serenity, Dario Argento e la Televisione, L’estetica dell’ibrido. Il cinema contemporaneo
tra reale e digitale, Fiction Tv. Manuale della fiction televisiva.
PhD at the Department of Entertainment and Communication at the “Roma Tre” University, graduated in Arts – with a study track centring on
Entertainment and Communication at the “Roma Tre” University - and specialised in Communication Sciences at the “La Sapienza” University.
She edits the series Fiction TV (Aracne Editrice, Roma) whose inaugural book she published on the television serie Buffy The Vampire Slayer.
Among the last pubblications: Legittimare la cacciatrice, il Set Design di Firefly e Serenity, Dario Argento e la Televisione, L’estetica dell’ibrido.
Il cinema contemporaneo tra reale e digitale, Fiction Tv. Manuale della fiction televisiva.
barbara.maio@uniroma3.it
Giornalista freelance, vive e lavora a New York City. Attualmente lavora come PR nell'industria del design.
Is a freelance writer that lives and works in New York City. She currently works in PR in the design industry.
Professore ordinario in “Tecnologia dell'Architettura” presso la facoltà di architettura “Valle Giulia” dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Svolge attività di ricerca all'interno del dipartimento ITACA (Dipartimento di industrial design, tecnologia dell’architettura e cultura dell’ambiente); in
tale ambito ha orientato la ricerca alla definizione di metodologie per un approccio sistematico alla conoscenza delle caratteristiche fisiche e meccaniche
dei materiali; al fine di valutarne il comportamento in opera. Parallelamente, ha condotto studi sulla compatibilità tecnologica ed architettonica
tra le componenti energetiche e le logiche costruttive dell’esistente.
Full Professor in “Architectural Technology” at the faculty of architecture “Valle Giulia” of the “La Sapienza” university in Rome. He conducts
research within the ITACA department (Industrial design, Architectural technology and Enviromental culture); within this field he has guided
research towards the definition of methodologies for a systematic approach to the understanding of the physical and mechanical characteristics
of materials, with the aim of evaluating their operational behaviour. At the same time, he has directed studies on the technological and
architectural compatibity between energy components and construction logic in existing structures.
Architetto, dottore di ricerca in “Progettazione Ambientale” presso il dipartimento Itaca dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Si occupa di allestimento ed architettura alla piccola scala. Nel DIPSA dell’Università degli Studi Roma Tre partecipa all'iniziativa
“Design&Sinergie”. Insegna presso il corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza” e collabora al corso di Allestimento della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi Roma Tre. Ha pubblicato il libro
“BrandProject - La progettazione degli spazi espositivi nell'era del franchising” ed articoli su libri e riviste di settore.
Architect, PhD in “Environmental Design” at the ITACA department of the “La Sapienza” University in Rome, he specializes in interior planning
and small-scale architecture. He is part of the “Design&Sinergie” project at DIPSA department at the Università degli Studi di Roma
Tre. He is part of the teaching staff of the Industrial Design degree course at the Faculty of Architecture of the “La Sapienza” University in
Rome. He also contributes to the exhibit design course at the Faculty of Architecture, Università degli Studi Roma Tre. He published “Brand
Project - Designing exhibition spaces in the franchising era” and various articles for specialist books and journals.
design@uniroma3.it
Corrispondenza dall’estero
Foreign correspondence
Università&Industria
University&Industry
Comunicazione innovativa per l'industria
Innovative Comunication for Industry
nel prossimo numero:
next issue:
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