L'archivio di pietra di Capodistria
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MAGNO, DA MULA, BALBO. Dei personaggi locali compaiono esponenti<br />
delle famiglie GAVARDO, ZAROTTI, SPELATI, BRUTI.<br />
Anche l’aral<strong>di</strong>ca è bene rappresentata con gli stemmi inseriti nelle<br />
epigrafi oppure a sè stanti. Si porga l’attenzione, prima <strong>di</strong> tutto, al grande<br />
bassoriglievo cordonato, che reca la scritta<br />
S MCCCCLXL ADI IIII AVRIL G<br />
dove la S sta per Santo e la G per Gavardo: il particolare simbolo che<br />
accompagna l’arma, la lingua stretta da un freno a dentelli, richiama il noto<br />
episo<strong>di</strong>o del fiero capo<strong>di</strong>striano che, in servizio presso la corte reale <strong>di</strong> Napoli,<br />
rintuzza l’offesa <strong>di</strong> Rossetto da Capua contro gli istriani da lui definiti come<br />
barbari.<br />
Interessanti nelle loro linee classicheggianti il grande stemma dei<br />
PETRONIO e quello bipartito, <strong>di</strong> vaghe forme rococò, <strong>di</strong> SMERALDA<br />
TACCO e FRANCESCO TARSIA, nonchè quello spagnolesco dei<br />
BERRERA, forse un accompagnatore del principe Alfonso de Cardenas,<br />
Grande <strong>di</strong> Spagna, venuto a morire proprio a Capo<strong>di</strong>stria nel 1742, stemma<br />
che porta al banda ingollata da due fantastici animali marini, secondo l’uso<br />
spagnolo (ve<strong>di</strong> anche lo stemma del capitano Hojos apposto sul bastione<br />
meri<strong>di</strong>onale del castello <strong>di</strong> S.Giusto a Trieste).<br />
Delle altre famiglie presenti nelle raccolte del Civico Museo vanno<br />
notati i TACCO, POLESINI, LEPORE, GRISONI, VERZI, SANTORIO,<br />
VENIER, DONA’, BADOER, CAOTORTA, MAGNO, VITTORI,<br />
VERGERIO, MANZINI, GRAVISI, BARBABIANCA, LONGO, MU-<br />
SELLA, SERENI, REMIZIO. E ancora un MiIANI, BARBARO, MEMO,<br />
MINOTTO, BENZON, BONDUMIER.<br />
Non poche le armi degli ecclesiastici, specialmente vescovi: BRUTI,<br />
VALARESSO, NALDINI, ZENO, RUSCONI (o DA RUSCA), nonchè le<br />
insegne dei Francescani, dei Servi <strong>di</strong> Maria e qualche altra insegna o non<br />
identificata o decorativa.<br />
Ritornando ora sui nostri passi, sorpassata l’arma dei CARRERIO<br />
recante il Leogrifo rampante, posta sulla cinquecentesca casa <strong>di</strong> Via dei Fabbri,<br />
sorpassato il militaresco scudo <strong>di</strong> GABRIELE MAURO (1512) visibile in<br />
Largo Battisti, facciamo il nostro ingresso nella centrica Piazza del Duomo<br />
dove ci aspetta una seconda folla <strong>di</strong> personaggi ricordati variamente.<br />
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