L'archivio di pietra di Capodistria
L'archivio di pietra di Capodistria
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Capo<strong>di</strong>stria, privilegiata sede del podestà e capitano <strong>di</strong> Venezia quale<br />
rappresentante del governo centrale, e sede non meno privilegiata degli uffici<br />
governativi dell’intera provincia dell’Istria veneta, residenza quin<strong>di</strong> pro<br />
tempore <strong>di</strong> personaggi <strong>di</strong> spicco e <strong>di</strong> funzionari superiori nonchè <strong>di</strong> esponenti<br />
delle famiglie citta<strong>di</strong>ne più attive ed impegnate, ha lasciato una plurisecolare<br />
traccia documentata con centinaia <strong>di</strong> epigrafi e stemmi (almeno 615) costituenti<br />
un vero e proprio archivio litico, che viene ad integrare, talvolta con notizie<br />
proprie, l’archivio membranaceo e cartaceo proprio <strong>di</strong> ogni centro storico.<br />
Con riguardo all’andamento topografico dell’antica città quale<br />
contenente un simile archivio, gli stemmi e le epigrafi si trovano in numero<br />
preponderante nella Piazza del Duomo e nell’a<strong>di</strong>acente Brolo, nei lapidari del<br />
Civico Museo <strong>di</strong> Storia ed Arte, nella Piazza da Ponte e lungo le vie principali<br />
mentre una trentina <strong>di</strong> pezzi isolati sono reperibili qua e là.<br />
Un archivio particolare, questo, che non teme il sole e la pioggia, unico<br />
nell’Istria, esibito alla vista <strong>di</strong> tutti, quantomeno <strong>di</strong> quanti hanno la curiosità <strong>di</strong><br />
alzare gli occhi e la capacità intellettiva <strong>di</strong> comprendere <strong>di</strong> che si tratta, <strong>di</strong><br />
leggere un po’ <strong>di</strong> latino.<br />
Non è molto semplice passare in rassegna una documentazione del<br />
genere, che va dal 1269 agli iniziali anni 40 del nostro secolo. Bisogna stabilire<br />
un criterio che ben potrebbe essere cronologico se non ostasse la<br />
frammentazione e la commistione, non solo sotto questo aspetto, dei tanti<br />
documenti litici per cui conviene seguire semplicemente la collocazione<br />
topografica degli stessi con l’avvertenza che la pianta topografica e la<br />
nomenclatura viaria citta<strong>di</strong>na qui citata è quella del 1945, quella cioè della<br />
originale Capo<strong>di</strong>stria veneta, quale non esiste più perché travolta dagli<br />
avvenimenti seguiti sotto ogni profilo civico, ambientale, culturale,<br />
amministrativo e politico.<br />
A Capo<strong>di</strong>stria si arrivava, fino al 1945 e poco dopo, principalmente per<br />
via <strong>di</strong> mare, si sbarcava dal piroscafo della società Navigazione Capo<strong>di</strong>striana<br />
al molo, detto popolarmente “della Sanità”, antistante la Via Santorio che<br />
veniva imboccata dalla maggior parte dei passeggeri.<br />
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