Aldo Cherini, 7 giugno 1999 Ristampa maggio 2011 — www.cherini.eu
Capo<strong>di</strong>stria, privilegiata sede del podestà e capitano <strong>di</strong> Venezia quale rappresentante del governo centrale, e sede non meno privilegiata degli uffici governativi dell’intera provincia dell’Istria veneta, residenza quin<strong>di</strong> pro tempore <strong>di</strong> personaggi <strong>di</strong> spicco e <strong>di</strong> funzionari superiori nonchè <strong>di</strong> esponenti delle famiglie citta<strong>di</strong>ne più attive ed impegnate, ha lasciato una plurisecolare traccia documentata con centinaia <strong>di</strong> epigrafi e stemmi (almeno 615) costituenti un vero e proprio archivio litico, che viene ad integrare, talvolta con notizie proprie, l’archivio membranaceo e cartaceo proprio <strong>di</strong> ogni centro storico. Con riguardo all’andamento topografico dell’antica città quale contenente un simile archivio, gli stemmi e le epigrafi si trovano in numero preponderante nella Piazza del Duomo e nell’a<strong>di</strong>acente Brolo, nei lapidari del Civico Museo <strong>di</strong> Storia ed Arte, nella Piazza da Ponte e lungo le vie principali mentre una trentina <strong>di</strong> pezzi isolati sono reperibili qua e là. Un archivio particolare, questo, che non teme il sole e la pioggia, unico nell’Istria, esibito alla vista <strong>di</strong> tutti, quantomeno <strong>di</strong> quanti hanno la curiosità <strong>di</strong> alzare gli occhi e la capacità intellettiva <strong>di</strong> comprendere <strong>di</strong> che si tratta, <strong>di</strong> leggere un po’ <strong>di</strong> latino. Non è molto semplice passare in rassegna una documentazione del genere, che va dal 1269 agli iniziali anni 40 del nostro secolo. Bisogna stabilire un criterio che ben potrebbe essere cronologico se non ostasse la frammentazione e la commistione, non solo sotto questo aspetto, dei tanti documenti litici per cui conviene seguire semplicemente la collocazione topografica degli stessi con l’avvertenza che la pianta topografica e la nomenclatura viaria citta<strong>di</strong>na qui citata è quella del 1945, quella cioè della originale Capo<strong>di</strong>stria veneta, quale non esiste più perché travolta dagli avvenimenti seguiti sotto ogni profilo civico, ambientale, culturale, amministrativo e politico. A Capo<strong>di</strong>stria si arrivava, fino al 1945 e poco dopo, principalmente per via <strong>di</strong> mare, si sbarcava dal piroscafo della società Navigazione Capo<strong>di</strong>striana al molo, detto popolarmente “della Sanità”, antistante la Via Santorio che veniva imboccata dalla maggior parte dei passeggeri. 1