L'archivio di pietra di Capodistria
L'archivio di pietra di Capodistria L'archivio di pietra di Capodistria
furono levati perché pericolanti quelli di DOMENICO MOROSINI (1480), GIOVANNI MALIPIERO (1585), SEBASTIANO CONTARNI (1516), GIOVANNI ANTONIO BONO (1588), MARINO GRADENIGO (1608), GIOVANNI MINOTTO (1614), e dello stesso VINCENZO BEMBO (1664). * * * L’attenzione va ora indirizzata agli altri edifici della Piazza. Il Municipio, nell’attuale anonima e anodina veste architettonica, nulla lascia vedere dei due edifici della Foresteria e dell’Armeria che lo compongono. Sono rimasti però inalterati i fori a tutto sesto dell’armeria e alcune testimonianze epigrafiche e araldiche. Il poggiolo che univa il Pretorio alla Foresteria è scomparso ma resta il classicheggiante portale con lo stemma di PIETRO LOREDAN (1506) con la scritta che ci informa che egli :::::REM P AUXIT ET ILLUSTRAVIT::::: provvide cioè ad incrementare ed illustrare la comunità. Sulla prima porta della Foresteria sono ricordati FRANCESCO BOLDU’ (1606) pio e giusto; sulla seconda porta FRANCESCO BADOER (1628) con l’indicazione che la porta dava accesso a qualche ufficio AD IURA PRIVATORUM ADENDA / AD PUBBLICE URBIS DECRETA SERVANDA una specie di archivio di atti privati e pubblici; sulla terza porta gli stemmi a cartoccio dello stesso BADOER e dei sindaci deputati GIOVANNI POLA e GIOVAN BATTISTA ZAROTTI. Passando alla contigua Armeria, sede poi del civico Monte di Pietà, ecco l’epigrafe di DOMENICO MAURO (1609) :::::HUIUS SACRIS MONTIS PESTIS INCENDIO /MISERABILI- TER COLLAPSI / PIETISSIMO INSTAURATORI::::: pietosissimo restauratore del Monte di Pietà collassato da un’epidemia di peste. 12
Altra epigrafe a GABRIELE MAURO (1513 o 1523) :::::IUSTITIA MAGNIFICENTIA PIETATE / IN URBE REPARANDA / NULLI SECUNO::::: a nessuno secondo per giustizia, magnificenza e pietà, con dedica dei sindaci deputati cav. BARNABA BRUTI e dott. GIULIANO DE BELLI. Qui, caduto alcuni anni or sono una parte dell’intonaco, è apparso un frammento di altra epigrafe. Al piano superiore, sotto uno stemma che appare scalpellato e pertanto non leggibile, vi è un’altra epigrafe dedicata a LEONIDA VENIER (1531). Sotto. sull’architrave del portale, compare un cenno al principato di FRANCESCO DUODO ed alla reggenza di GIROLAMO CICOGNA (1530). Su questa architrave è stato posto, intorno al 1870, lo stemma del comune recante la Medusa anguicrinita, uno degli ultimi, se non l’ultimo documento araldico da citare. A destra del portale esisteva la lapide marmorea con i nomi dei caduti nella guerra del 1915-18 con NAZARIO SAURO al posto d’onore, ivi apposta nell’aprile del 1921 e distrutta dagli slavo-comunisti nel febbraio del 1950.Va ricordato, infine, che nell’atrio del municipio, come in ogni altra città italiana, è esistito un ricordo delle sanzioni economiche decretate dalla Società delle Nazioni nel 1935, all’epoca della guerra d’Etiopia: La Loggia è un edificio storico cospicuo sotto il punto di vista architettonico, ma l’epigrafia è limitata ad un’invocazione alla Vergine VIRGO PANONPHEI GENITRIX chiusa dall’oscura sigla S.C.T.A.D. riportata sullo zoccolo della Madonna, un cotto datato 1463, nonchè da una breve dedica a MARCO MICHELE SALOMON, che nel 1698 ha curato il rimaneggiamento dell’edificio, leggibile sotto il cornicione del tetto. Va un po’ meglio con l’araldica. Sul lato occidentale, a sinistra della bifora trilobata, si vede la quattrocentesca arma che potrebbe essere di GIOVANNI MORO (1464). A destra, lo stemma di FRANCESCO CAPPELLO (1596) accompagnato col sole araldico della città in forma ancora involuta specialmente nei raggi solari. Al centro della facciata, sopra il Leone Marciano col libro chiuso, 13
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Altra epigrafe a GABRIELE MAURO (1513 o 1523)<br />
:::::IUSTITIA MAGNIFICENTIA PIETATE / IN URBE<br />
REPARANDA / NULLI SECUNO:::::<br />
a nessuno secondo per giustizia, magnificenza e pietà, con de<strong>di</strong>ca dei<br />
sindaci deputati cav. BARNABA BRUTI e dott. GIULIANO DE BELLI.<br />
Qui, caduto alcuni anni or sono una parte dell’intonaco, è apparso un<br />
frammento <strong>di</strong> altra epigrafe.<br />
Al piano superiore, sotto uno stemma che appare scalpellato e pertanto<br />
non leggibile, vi è un’altra epigrafe de<strong>di</strong>cata a LEONIDA VENIER (1531).<br />
Sotto. sull’architrave del portale, compare un cenno al principato <strong>di</strong><br />
FRANCESCO DUODO ed alla reggenza <strong>di</strong> GIROLAMO CICOGNA<br />
(1530). Su questa architrave è stato posto, intorno al 1870, lo stemma del<br />
comune recante la Medusa anguicrinita, uno degli ultimi, se non l’ultimo<br />
documento aral<strong>di</strong>co da citare.<br />
A destra del portale esisteva la lapide marmorea con i nomi dei caduti<br />
nella guerra del 1915-18 con NAZARIO SAURO al posto d’onore, ivi apposta<br />
nell’aprile del 1921 e <strong>di</strong>strutta dagli slavo-comunisti nel febbraio del 1950.Va<br />
ricordato, infine, che nell’atrio del municipio, come in ogni altra città italiana, è<br />
esistito un ricordo delle sanzioni economiche decretate dalla Società delle<br />
Nazioni nel 1935, all’epoca della guerra d’Etiopia:<br />
La Loggia è un e<strong>di</strong>ficio storico cospicuo sotto il punto <strong>di</strong> vista<br />
architettonico, ma l’epigrafia è limitata ad un’invocazione alla Vergine<br />
VIRGO PANONPHEI GENITRIX<br />
chiusa dall’oscura sigla S.C.T.A.D. riportata sullo zoccolo della<br />
Madonna, un cotto datato 1463, nonchè da una breve de<strong>di</strong>ca a MARCO<br />
MICHELE SALOMON, che nel 1698 ha curato il rimaneggiamento<br />
dell’e<strong>di</strong>ficio, leggibile sotto il cornicione del tetto.<br />
Va un po’ meglio con l’aral<strong>di</strong>ca. Sul lato occidentale, a sinistra della<br />
bifora trilobata, si vede la quattrocentesca arma che potrebbe essere <strong>di</strong><br />
GIOVANNI MORO (1464). A destra, lo stemma <strong>di</strong> FRANCESCO<br />
CAPPELLO (1596) accompagnato col sole aral<strong>di</strong>co della città in forma ancora<br />
involuta specialmente nei raggi solari.<br />
Al centro della facciata, sopra il Leone Marciano col libro chiuso,<br />
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