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8 numero 508 del 4 Novembre 2010 Politica La Provincia Carbonia Iglesias è particolarmente impegnata a mettere in sicurezza l’intero patrimonio stradale, per migliorare le condizioni di percorribilità e dare maggiore assistenza a chi visiti questo territorio. L’Assessore Marco Simeone, già Sindaco di Carloforte, con delega Lavori Pubblici-Nuove Opere e Manutenzioni, non perde tempo, anche perché conosce quale importanza abbiano le strade di collegamento con gli altri territorio. D) Assessore Simeone, scuole, strade, portualità: cosa in questo territorio, tra le infrastrutture, ha priorità R) Le priorità sono dettate anche dalle disponibilità economiche. E’ pur vero che nella pianificazione e nella programmazione, l’asse importante della Provincia è la portualità, un progetto importante condiviso in Consiglio provinciale anche dall’opposizione. Non dimentichiamo che siamo una provincia giovane. Opposizione e maggioranza in questo caso si fondono nell’interesse di tutta la Provincia. Questa è una cosa che mi ha fatto molto piacere. Sono solo 5 mesi Assessore, abituato alle bagarre dei Consigli comunali di Carloforte, invece ho visto che lo spirito che contraddistingue questo Consiglio provinciale e questa Giunta, è di piena collaborazione, nell’ottica di una collaborazione a 360 gradi. Per gli obiettivi condivisi tutti siamo dalla stessa parte. Già disponiamo di un grande piano strategico per lo sviluppo della portualità, nelle zone turistiche di Sant’Anna Arresi, Calasetta, Sant’Antioco, Carloforte Portoscuso e la portualità mineraria. Stiamo parlando di portualità turistica, che non è solo il porto, sono tutte le infrastrutture a monte: la viabilità; la possibilità di percepire la bellezza del territorio che è sconosciuto ai più. Il tutto parte non solo da questo grande progetto, ma anche da un utilizzo razionale della viabilità. La gente pensa che i Lavori Pubblici si occupino di tutto. In realtà i Lavori Pubblici, in Assessorato, sono l’ultimo tassello di una catena. Viene prima la programmazione di cui è a capo il presidente Salvatore Cherchi; poi il mio collega Guido Vacca che si occupa di navigazione e viabilità; e alla fine, in base alle priorità indicate dalla programmazione e pianificazione, subentrano i Lavori Pubblici. Le linee guida strategiche vengono fatte dal Presidente, la razionalizzazione della viabilità viene coordinata dal piano, dopo di che i Lavori Pubblici realizzano, su base di schemi e priorità concertate. Sicuramente la portualità è un progetto a medio o lungo termine. A breve invece la necessità primaria LE INFRASTRUTTURAZIONI SOCIALI E TURISTICHE PER FAR USCIRE LA PROVINCIA DALL’ISOLAMENTO L’ASSESSORE MARCO SIMEONE A “GAZZETTA” Marco Simeone è mettere in sicurezza le strade. La precedente Amministrazione ha fatto delle buone opere, non bisogna disconoscere il lavoro fatto da chi ci ha preceduto. Ha investito abbastanza nella viabilità. Noi stiamo completando il programma di viabilità, abbiamo inserito delle nuove opere e ne stiamo completando diverse nel 2010. Ma in questa fase il compito principale è garantire la sicurezza di tutti i cittadini sulcitani, iglesienti, sardi; o comunque chi dovesse percorrere le nostre strade le deve trovare sicure, che non abbiano avvallamenti o cedimenti: questo è l’obiettivo principale. Altro obiettivo, per quanto riguarda l’Assessorato cui sono delegato, è quello delle scuole. Le linee guida della nostra Giunta, della nostra Amministrazione, del Presidente e di tutto il Consiglio è garantire a tutti gli studenti la sicurezza degli edifici. Dunque deve essere fatto un grande lavoro di monitoraggio e di reale condizione delle scuole. Si sono investiti tantissimi soldi per la messa in sicurezza e tanti per le nuove opere. Quattordici o quindici milioni di euro sull’edilizia scolastica, più un paio di milioni di euro destinati a garantire la massima efficienza degli istituti in termini di sicurezza antincendio, impianti elettrici, allarmi, zone di pertinenza, piazzali, insomma un lavoro di messa a norma che necessita. Tutto questo ovviamente non è solo frutto del lavoro di un Assessore. E’ la Giunta che attiva uno spirito di collaborazione ottimo, direi abbastanza inusuale, ognuno collabora, aiuta l’altro. Noi avendo una serie di servizi in gestione come Assessorato, di fatto progettiamo e pianifichiamo. L’insieme delle opere deve essere un po’ da supporto agli altri. D) Avete programmato tutta una serie di piccoli impianti sportivi per i giovani. R) Esatto. Questa è una cosa interassessoriale. E’ stato concertato col collega Luca Pizzuto dei Servizi Sociali e con la collega Marinella Grosso dello Sport, di studiare dei progetti cofinanziati con i Comuni, per dotare i centri abitati di piccoli campi in grado di risolvere i problemi che sono: uno della mia età non ha la possibilità sempre di giocare in un campo da tennis, ma se vuole farsi una partita tra amici “tre contro tre”, all’americana, và in un mezzo campo di quartiere e si diverte ed evita forse di fumarsi un pacco di sigarette o bersi un paio di birre. Questo non è solo per quelli della mia età, ma anche per i ragazzi che Marco Massa invece di perdersi nel poker o nel video poker possono utilizzare i campi fuori dal circuito tradizionale. Li chiamiamo proprio campi di periferia, che soddisfano le necessità di assecondare i bisogni sociali, sportivi e dare una mano ai Comuni cofinanziando fino all’ottanta percento, e che favoriscono il formarsi di piccole società o gruppi sportivi facilmente gestibili. D) Prima ha accennato ad un particolare. Questo territorio è poco conosciuto. Dobbiamo intanto cominciare a crederci noi, a promuovere quella sensibilità che abbiamo, metterla in campo per avere un territorio più accogliente per chi voglia venire a trascorrere qualche giorno da noi. R) Le azioni di promozione sono dell’Assessore Marinella Grosso. Da parte nostra è quello di renderlo accogliente, pulito, evitare li scarichi abusivi, rendere tutto fruibile senza pericolo. E sta a tutta la Giunta far si che una volta che il turista viene qua, abbia da godere COSACEM • INGEGNERIA - FORNITURE • ENGINEERING - SUPPLIES • MONTAGGI MECCANICI ED ELETTROSTRUMENTALI • MECHANICAL AND ELECTRICAL INSTRUMENTATION ASSEMBLIES • MANUTENZIONI • MAINTENANCE • GLOBAL SERVICE • GLOBAL SERVICES delle bellezze naturali, archeologiche e di quant’altro. Tutte bellezze che attualmente non sono neanche tutte segnalate. Nel programma triennale abbiamo previsto nel 2011 un grosso investimento, credo di 500 mila euro, per la cartellonistica turistica, archeologica. Ciò significa che finalmente un turista che arriva da Cagliari saprà dove sono le pecualirità di Nuxis, Narcao, Sant’Antioco, Sant’Anna Arresi, Santadi. Purtroppo la gente visita una Provincia meravigliosa, ma se passa a cento metri da una meravigliosa catacomba non lo sa. D) Oggi si viaggia in internet e si guarda quelle che sono le peculiarità di un territorio, quindi l’attrattiva viene letta attraverso dei portali e uno si programma sulla base di queste indicazioni. Dobbiamo saper offrire il prodotto del nostro territorio. R) Esatto. Teniamo presente che la nostra Provincia è caratterizzata da macrozone. Le isole che vivono autonomamente da un punto di vista turistico perché hanno un proprio bacino d’utenza. Il nostro compito e degli isolani, parlo anche da carlofortino ed ex Sindaco, è utilizzare la nostra isola come sponda. Per anni abbiamo cercato di far capire che il Sulcis non è solo Carloforte, ma c’è un interno meraviglioso, e tanti turisti che sono stati informati e hanno potuto visitare le miniere sono rimasti affascinati. L’anno successivo forse hanno speso un giorno in meno a Carloforte, ma una settimana in più nel territorio. La punta di lancio del turismo è Carloforte, ma fa da sponda, perché poi tutto il territorio fa da sponda per Carloforte: è il principio che ci ha guidati nella creazione al Girotonno. Il Girotonno è una manifestazione guidata e curata da 18 Comuni. Tutti hanno dato e hanno avuto un indotto di pubblicità gratuita e turisti che hanno soggiornato nel loro territorio. Se noi riusciamo veramente con questa giovane Provincia a lavorare compatti, riusciremo a entrare nella nicchia internazionale del turismo. Dobbiamo riuscire a fare delle cose che altri non possono fare, perché la natura che abbiamo noi è invidiata da parecchie entità molto più conosciute dal punto di vista turistico, ma meno di sostanza. Molta forma e poca sostanza. LA PROVINCIA PER I CASSINTEGRATI D) La Provincia si è distinta nell’impegno a favore dei cassaintegrati. Ci vuol parlare di che cosa si tratta e soprattutto qual è il progetto e come vengono impegnati questi lavoratori R) Purtroppo sono ancora cassaintegrati, noi vorremo che non lo fossero più. E’ un progetto quadro finanziato dalla Regione. Il nostro Assessore Alberto Pili ha creduto in questo progetto, ed è stata la prima provincia in Sardegna. Il progetto mira a dare a questi lavoratori una stabilizzazione e un’integrazione salariale a quello che percepivano con la cassa integrazione ordinaria, consentendo loro di arrivare a 1000 euro mensili, tale da avvicinarsi ad una vita decorosa. Questo piccolo miracolo si è realizzato, perché noi come Assessorato Lavori Pubblici abbiamo occupato 45 di questi ragazzi. C’è tanta gente che percepisce 700- 800 euro di cassa integrazione e che devono lavorare 36 ore la settimana per aggiungere altri 200 euro. Loro vogliono dimostrare che la professionalità e le qualità che possiedono non sono perse, non sono dei finiti, degli scoppiati. Sono delle persone che stanno dando tantissimo. Se voi vedete le scuole in ordine, le strade in ordine, è grazie a questi 45 lavoratori che hanno messo la loro professionalità, il loro tempo, la loro volontà e la loro grinta per dare soddisfazione oltre che a loro stessi, anche a noi. E’ stata una scommessa vinta, perché è due mesi o tre mesi che stanno lavorando ed hanno totalmente cambiato la faccia della Provincia. L’Assessore Pili ci ha creduto, noi siamo il braccio operativo, li stiamo mettendo alla prova e stanno dando risultati veramente incredibili. Io spero che la Provincia quando vede questi ragazzi, si renda conto che stanno lavorando quasi gratis. Costruttori soc. coop. PORTOSCUSO Zona Industriale Strada per Paringianu Tel. +39.0781.510065 - Fax +39.0781.510604 e-mail: cosacem@tiscali.it
Realtà Locale numero 508 del 4 Novembre 2010 9 Inizia proprio da Buenos Aires il viaggio alla scoperta della sardità d’oltremare: perché c’è, esiste ed è tangibile. Molti ne hanno scritto, discusso, di questa emigrazione senza confini terrestri. Tanto è stato detto e fatto: centinaia di circoli sardi dislocati in tutto il globo, per cercare di ritrovare un po’ di quell’Isola e di se stessi, ovunque il destino li abbia portati. Buenos Aires, un sogno per me. Una laurea in tasca, pochi sogni ma decisi e una buona intenzione: trovare i Sulcitani emigrati in Argentina. Sarebbe troppo difficile partire da Cortoghiana, il paese in cui ho vissuto 19 anni (ora purtroppo, o per fortuna non si sa, vivo a Milano, ma sono una pendolare). Inizio così da Carbonia verso qualcosa di nuovo. Nonostante il sindaco Tore Cherchi mi dica, nel Settembre 2009, che “ Non è possibile che lei trovi qualcosa su Carbonia. E’ troppo giovane e da quello che so, dopo la costruzione- saprà bene che Carbonia è una città nata sotto il fascismo- nessuno è emigrato in Argentina”. E qui, subito, ho storto il naso. Ho storto il naso Rossana Ghessa perchè, essendoci in Argentina comunità carlofortine ed anche qualche iglesiente, non c’era motivo perché qualcuno da Carbonia non emigrasse in Argentina o in America Latina. Ma il sindaco è stato irremovibile. Tuttavia, sedendo e mirando impolverati registri dell’archivio del Comune, e la famigerata SERIE XIII, qualcosa ho scoperto. Due nomi, due cognomi: fratello e sorella emigrati in Argentina. Si tratta della famiglia Gaviano, a tutt’oggi residente a Buenos Aires. Tuttavia, due persone mi sembravano veramente troppo poche. E così, un giorno, parlando con Marga Tavera, figlia del cavaliere Cosimo Tavera, ex presidente del circolo, scopro che una signora di Carbonia c’è, in questa Buenos Aires. Vive qui da 40 anni e ha anche aperto una attività. E poi, cercando qua e la su internet, scopro che in Brasile, più esattamente a Rio de Janeiro, vive una donna, molto bella e molto famosa, che da Carbonia è partita quando era una bambina, ed ora è attrice e produttrice cinematografica. Col vostro permesso, vi porterò a conoscere Buenos Aires e Rio de Janeiro, e vi farò incontrare queste concittadine che, da lontano, ci ascoltano e camminano con noi. La sardità non svanisce a causa della distanza. ANCHE IN ARGENTINA E BRASILE VIVE CARBONIA TRA I FIGLI DI EMIGRATI CHE ONORANO L’ISOLA Roberta Murroni ELENA NULCHIS Buenos Aires, quartiere Palermo Soho, uno dei più belli della città. Accompagnata dalla mia amica Teresa Fantasia, emigrata sarda di Pattada residente a Buenos Aires da più di cinquanta anni, mi reco in Gurruchaga e Costa Rica, molto vicino a Plaza Cortazar, una delle più famose del quartiere insieme a Plaza Serrano. E’ un piccolo edificio bianco, ben curato, con una bella insegna che dice “ Sa Giara” e un cavallino a mo’ di decorazione. Incontro una giovane donna, mi dice che la seÀora no está, di tornare due giorni dopo. Così, due giorni dopo, sempre con Teresa, sono di nuovo lì. Mi trovo davanti una donna di statura media, dai capelli rossi e l’incarnato sottile. Le dico che sono lì per un’intervista per la mia tesi di laurea, che sono di Carbonia. Arrossisce, Buenos Aires ci fa accomodare offrendoci un caffè (argentino, non italiano, ma ugualmente ottimo) e inizia, timidamente, ad accennarmi qualcosa di sé, in spagnolo e un italiano stentato. Elena Nulchis è nata il 15 Giugno 1948 a Carbonia, ma il padre era nativo di Sassari e la madre di Gesturi. Per motivi di lavoro, come molti all’epoca, si era dovuto recare a Carbonia per lavorare in miniera, e aveva portato con se tutta la famiglia. Nel 1952, i genitori decidono di partire per l’Argentina: Elena non ricorda quindi nulla della sua infanzia in Sardegna, aveva solo tre anni quando è andata via, ma ha mantenuto forti legami con la famiglia della madre, che risiede tutt’ora a Gesturi, e si è per questo recata parecchie volte in visita ai parenti. La famiglia del padre, invece, emigrò in toto. Elena, all’inizio timida, si lascia andare ad un lungo racconto, abbastanza sofferto. “Come tutti gli immigrati, io credo, i miei genitori sentirono lo sradicamento dalla loro terra, e lo sentirono veramente molto forte. Io ero piccola e al momento non lo sentì tanto perché era come se io alla fine fossi cresciuta e vissuta sempre in Argentina. Ho preso qualche abitudine argentina, ma è più forte quella sarda, perché in casa sempre si mantennero quelle abitudini, quei modi di vivere, cucinare. Parlo di me personalmente, credo che mai si riesca veramente a integrarsi con la terra che ti ospita: sei come divisa, il cuore è da una parte, ma per la necessità ti trovi a vivere in un altro luogo. Però, ecco, a noi gli Argentini ci hanno accolto molto molto bene, non ho avuto alcun problema nemmeno a scuola o all’università, dove mi sono laureata come nutrizionista; tuttavia, dentro, lo sradicamento si sente. Ricordo mia madre, io ero piccola, seduta in una sedia, in una parte oscura della casa, piangeva. Lei era l’unica della sua famiglia ad essere emigrata e durante il tragitto la nave rischiò l’affondamento.. Dio ha voluto che arrivassimo, e così con tutta la nostra forza, ci siamo. Noi siamo grandi lavoratori, la cultura del lavoro è stata fondamentale nella mia famiglia. Basti vedere cosa ha dovuto fare mio padre per il lavoro, ha lasciato la Sardegna per andare dall’altra parte del mondo.. però ecco, se mi chiedi se mi sento totalmente sarda, non lo so. Sono sarda, però ho vissuto qui, ho la mia famiglia qui, quindi sono anche argentina. Ho visto mia madre soffrire molto, lasciò la madre e la sorella; tornò due volte in Sardegna. Per fortuna dopo venticinque anni poté tornare, ma era normale, tutti gli emigrati di quel tempo partivano sapendo di non tornare mai più a vivere nel paese d’origine, ed è molto triste per una donna sapere di non poter vedere più la sua mamma. Non siamo venuti perché ci piaceva l’Argentina, non sapevamo nulla, si venne per necessità di lavoro perché in Italia in quell’epoca non c’era nessuna possibilità; mio padre lavorava nel campo delle costruzioni, mentre in Sardegna era minatore e contadino; mia madre invece era casalinga e noi, cinque figli. Mi sono sposata, con un argentino discendente di spagnoli, e abbiamo avuto due figli, maschio e femmina, e sono nonna. I miei figli sono a conoscenza della mia cultura e del mio amore per la Sardegna, mio figlio lavora con me, nel mio ristorante, e dice sempre “Io sono sardo!. Il ristorante è un piccolo angolo di Sardegna che ho ricreato volutamente nella casa in cui ho vissuto quando ero piccola. Mi era sempre piaciuto molto cucinare, conoscere la cucina europea, ed ero e sono nutrizionista. Quando il quartiere è diventato commerciale, ho deciso di cogliere l’occasione, anche perché nel 2002 vennero delle delegazioni sarde, e io seguii un corso per piccola imprenditoria. Necessitavo di uno stimolo morale dalla mia terra, un segno e questo corso mi diede la forza. E adesso sono qui, cuciniamo cibi sardi e realizziamo dolci sardi, con le ricette di mia mamma. Però sono specializzata in pasta ripiena, sopratutto culurgiones”. E di Carbonia, ripete: “ Non la ricordo e non ci sono mai tornata. Pero’ mi piacerebbe conoscerla..” ; sorride, mi chiede di descrivergliela. Ci metto un Elena Nulchis e Teresa Fantasia po’ di tempo, non voglio deludere me stessa ne le sue aspettative. Ci salutiamo con una promessa: le invierò qualche libro di cucina sarda. ROSSANA GHESSA Il mio incontro con Rossana Ghessa è stato causale: digitando su GOOGLE le parole “Brasile” e “ Carbonia” ho trovato la biografia di questa donna che, successivamente sono riuscita a intervistare via mail. Rossana parla ancora italiano, anche se alcuni errori mostrano l’influenza del portoghese. E’ nata il 24 Gennaio 1943 a Carbonia, dove i genitori si erano trasferiti per motivi di lavoro. Nel 1950, quando Rossana ha appena sette anni, tutta la famiglia si trasferisce in Brasile “Siamo emigrati per conto di mio cognato. Avevo uno zio che fece una richiesta perché venissimo tutti in Brasile. Siamo sbarcati a San Paulo e siamo rimasti lì. Ma io ora vivo a Rio de Janeiro”. Qui, iniziò per la famiglia Ghessa una nuova vita. “Il mio babbo, che a Carbonia era minatore, ha lavorato come giardiniere, perché non ha mai imparato a parlare il portoghese. Lui non tornò mai in Italia. Solo la mia mamma, dopo la morte dì mio padre andò in Italia e ci restò un anno. Anche mia sorella e il marito, con i 3 figli nati in Brasile, dopo 5 anni sono tornati in Italia. Mia sorella si chiama Ersilia e vive a Capoterra. Vado sempre a trovare lei. Anche i miei zii, sono tutti a Capoterra e lì ho molti parenti”. Rossana ha mantenuto stretti rapporti con la sua terra, così da tornare spesso in visita, ma quando le chiedo se lei, invece, è mai tornata proprio a Carbonia, mi dice: “A Carbonia sono solo nata, ma mi farebbe molto piacere conoscerla”. In Brasile, Rossana non è una persona qualunque. Fin da giovanissima ha studiato danze e recitazione. “Finita la scuola media cominciai le Belle Arti. Ancora molto giovane cominciai a lavorare come attrice e per questo motivo ho smesso di studiare, però ho fatto molti corsi liberi, come canto, danza classica, dizione e tanti altri, sempre finalizzati al mio mestiere.”, ci dice, e d’altra parte anche su internet le informazioni su di lei abbondano. Ora, è una produttrice cinematografica e assieme al marito, Durval Garcia, possiede la casa di produzione Verona Filmes. La coppia ha un figlio, “si chiama Romolo. La moglie Paula sta aspettando il primogenito, cosi presto diventerò nonna.”. E’ giusto che Carbonia sappia che una sua figlia, ancora una volta, ha saputo rendersi grande e portare glorioso il nome della città.
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