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12 numero 508 del 4 Novembre 2010 Realtà Locale RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO A DUE ANNI DAGLI EVENTI CALAMITOSI DI CAPOTERRA 22 ottobre 2008: Capoterra e una vasta area del Cagliaritano; 28 novembre 2008: La Baronia di Orosei; 29 settembre 2009: Gallura e Baronia; 12 ottobre 2010: vaste aree del Nuorese; E’ questa una rapida scansione degli eventi alluvionali verificatisi in Sardegna negli ultimi anni, che ne mette in evidenza la sempre più preoccupante cadenza e ravvicinata periodicità. In particolare le alluvioni dell’ottobre 2008 e del settembre 2009, sono state purtroppo accompagnate, oltre che da ingenti danni al territorio, anche dalla inaccettabile perdita di vite umane, mettendo in evidenza ancora una volta la fragilità idrogeologica del territorio della nostra Sardegna. Oggi, a due anni dall’evento calamitoso che ha interessato in particolare E’ stato presentato, lunedì scorso nella sala convegni dell’Hotel Mediterraneo di Cagliari, il Bando “Sostegno a programmi e reti di volontariato nel Mezzogiorno” promosso dalla Fondazione per il Sud. L’iniziativa, organizzata dal CSV Sardegna Solidale, è rivolta ai dirigenti delle organizzazioni di volontariato che intendono presentare progetti a valere sul bando emanato dalla Fondazione per il Sud che prevede il finanziamento di progetti per 4 milioni di euro, nelle sei Regioni del Mezzogiorno (Campania. Basilicata, Puglia, Calabria, l’abitato di Capoterra, l’Ordine dei Geologi della Sardegna intende ricordare e rinnovare la propria solidarietà a chi ha perso i propri cari e a tutti coloro che, dopo gli ingenti danni subiti, cercano con fatica di riacquisire una normale quotidianità. Il Presidente Davide Boneddu, in questa giornata dedicata al ricordo, rimarca come sia ormai indispensabile che una corretta ed oculata pianificazione del territorio debba costantemente scaturire da una sua approfondita conoscenza geologica. E’ prioritario, quindi, che gli eventi calamitosi derivanti dal dissesto idrogeologico vengano, per quanto possibile, limitati e arginati da scrupolose politiche di difesa del suolo, consistenti, ad esempio, in efficaci piani di monitoraggio e prevenzione, mirati ed efficienti studi sul rischio idrogeologico, aggiornati dati sull’evoluzione e uso del territorio e, soprattutto, da un auspicato crescente numero di geologi operanti nella Pubblica Amministrazione. L’Ordine dei Geologi della Sardegna, rappresenta oggi una classe di professionisti impegnata quotidianamente ad affrontare le complesse tematiche relative al dissesto idrogeologico, in uno spirito di confronto e dialogo interprofessionale sempre fattivo e costruttivo. A testimoniare l’operatività di questo Ordine Professionale e dei geologi sardi tutti, il Presidente Boneddu ricorda che è stato avviato, proprio in questi giorni, un impegnativo calendario di incontri con tutte le Amministrazioni Comunali capoluogo e con le Amministrazioni Provinciali: il tema sarà la cultura geologica e la corretta pianificazione del territorio. Ordine dei Geologi della Sardegna DALLA FONDAZIONE PER IL SUD 4 MILIONI AL VOLONTARIATO DEL MEZZOGIORNO Sostegno a programmi e reti di volontariato nel Mezzogiorno Bonifiche Ingurtosu - Stabilizzazione discarica Sicilia e Sardegna). Il Bando ha l’obiettivo di sostenere le reti di volontariato esistenti e, in misura più limitata, le organizzazioni di volontariato che promuovono e sperimentano modalità di lavoro “in rete”, per accrescere il loro impatto sociale sul territorio e favorire lo sviluppo delle comunità. Il processo di accentuata frammentazione del volontariato meridionale (la Sardegna in questo è una “anomalìa”) – secondo una nota della Fondazione per il Sud – può essere invertito promuovendo relazioni stabili e non strumentali fra le organizzazioni, che aiutino i gruppi di volontariato a preservare e coltivare il nucleo identitario fondamentale di queste esperienze (radicamento nel territorio e gratuità) e ad esercitare più efficacemente la loro dimensione politica per il cambiamento sociale. Il Bando, che scade il 30 novembre prossimo, sarà illustrato dalla Dr.ssa Anna Marino, responsabile delle attività istituzionali della Fondazione per il Sud. Coordinerà i lavori il Prof. Giampiero Farru, presidente del CSV Sardegna Solidale. Hanno aderito all’iniziativa le organizzazioni regionali del volontariato sardo. Non è il formato che fa grande un giornale, ma i suoi contenuti. “Gazzetta del Sulcis Iglesiente” punta alla realtà dei Lettori. SPAZIO AGLI EMIGRATI OTTAVO INCONTRO AL “QUATTRO MORI” DI LIVORNO SULLA STORIA DELLA SARDEGNA FORMULA VINCENTE Paola Bosio Bua Livorno E’ questa l’idea che ha convinto l’ Associazione culturale sarda “Quattro Mori” di Livorno a proseguire nella serie di incontri iniziata nel 2002 con i più accreditati storici sardi invitati a Livorno a presentare la storia dell’isola, a partire da sostrato pre - nuragico all’epoca moderna. Il 16 ottobre scorso si è tenuto l’ottavo della serie, intitolato “La Sardegna Sabauda”. Nella prestigiosa sede dell’ Auditorium del Museo di Scienze Naturali di Villa Henderson, messo come sempre a disposizione dalla Provincia di Livorno, il Professor Francesco Cesare Casula, Ordinario di Storia Medievale, di Paleografia e Diplomatica del Dipartimento di Storia dell’Università di Cagliari, membro del CNR ed il Professor Angelo Castellaccio, ordinario di Antichità e Istituzioni Medievali dell’università di Sassari, entrambi autori di numerose pubblicazioni, si sono misurati in una relazione sulla storia della Sardegna che ha vivamente interessato i numerosi presenti, non solo per la fecondia e la scientificità del racconto, ma anche per il taglio interpretativo e documentario. L’intento di entrambi i relatori è stato quello di ribaltare la comune immagine della Sardegna e della sua civiltà come espressione di uomini ed eventi separati e distanti dalla storia nazionale ed europea, presentandone invece quegli aspetti salienti che hanno fatto dell’isola elemento importante nel periodo dell’egemonia spagnola e fattore centrale ai fini della formazione dello Stato sabaudo. Si tratta ha esordito A. Castellaccio, “ di dare nobiltà alle vicende come per esempio considerare dialettica e non divisione interna un luogo comune come la rivalità storica tra Sassari e Cagliari. A fine ‘800 Sassari era superiore a Cagliari come densità demografica, smentendo la presunta superiorità dell’attuale capitale”. I fatti cruciali che hanno caratterizzato la Sardegna spagnola L’assolutismo monarchico che non consentì mai ad un sardo di assumere la carica di Viceré, di Arcivescovo di Cagliari o di vescovo di Alghero, la cacciata degli Ebrei nel 1492 dalla Castiglia e dalla Sardegna, fattore che impoverì il tessuto economico sardo, gli attacchi barbareschi non repressi dagli Spagnoli, il pastorello di Porto Torres che divenne re di Algeri ( e sconfisse Carlo V), il tribunale della Santa Inquisizione che fece bruciare sul rogo a Toledo il sardo Sigismondo Arquer, letterato, teologo, studioso all’Università di Pisa di diritto civile canonico, accusato nel 1562 dall’Inquisizione di essere luterano. Inoltre la mancata istituzione degli Spagnoli di una flotta sarda, nonostante i Sardi venissero imbarcati come galeotti e versassero le imposte. Affascinante e provocatoria la tesi sostenuta dal prof. Casula. Quella che lo storico porta avanti e documentata ormai da anni, e cioè che la storia dello Stato Sabaudo e di quello unitario devono essere letti in chiave sarda, considerando che la loro matrice originaria è quel Regno di Sardegna che al termine della Guerra di Successione Spagnola, fu assegnato nel 1718 con il Patto di Londra al Ducato di Savoia. Quest’ ultimo derivò il titolo regio in quel preciso momento appunto dal Regno di Sardegna. Nel 1720 avvenne la “fusione”, per cui il Regno di Sardegna si federò con il Principato del Piemonte ed il Ducato di Nizza e Savoia. “Non è mai esistita una Sardegna piemontese, sostiene Casula”, ma è esistito un Piemonte sardo. E sotto gli occhi increduli degli ascoltatori il professore mostra documenti della metà dell’Ottocento quando libri di geografia parlano del Ticino, del Tanaro come “fiumi della Sardegna” e perfino The Illustrated London News” cita “la costa sarda del lago Maggiore”. Altre “Chicche”: lo storico e studioso Luigi Cibrario, nato a Torino, era citato come ministro degli Esteri “sardo” , di Cavour i giornali dell’epoca scrivevano che avrebbe inaugurato il ponte sul Rodano che univa la “Francia alla Sardegna”. I francobolli dello stato unitario sono quelli sardi e non di altri stati, Mazzini e Carlo Alberto avevano passaporti sardi, etc etc. L’automobile dunque è sarda, sostiene con una metafora il professore e tale resta, anche se cambiano i passeggeri o l’autista. Interessante e fondamentale inoltre ricordare che lo Statuto albertino è modellato su quello sardo e così pure lo schema bicamerale del Parlamento. E’ mancato purtroppo il tempo a Francesco Cesare Casula per esaurire i molti altri aspetti di un argomento così scottante e risarcitorio. Si rimanda perciò con vivo interesse e piacere ai suoi due ultimi libri “ La terza via della storia “ e “ Italia: il grande inganno 1861 – 2010”. COMUNE DI IGLESIAS CENTRO DIREZIONALE AMMINISTRATIVO Via Isonzo 5, 09016 IGLESIAS (CI) Tel. 0781/2741 - Telefax 0781/274201 - UFFICIO CONTRATTI - Iglesias 25 ottobre 2010 AVVISO DI GARA ESPERITA ENTE APPALTANTE: Comune di Iglesias, Via Isonzo, 5 - 09016 IGLESIAS - Provincia Carbonia Iglesias - Tel. 0781/2741 - Telefax 0781/274201. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: Aperta. OGGETTO DELL’APPALTO: Trattasi di LAVORI DI RECUPE- RO DELL’EX CIRCOLO UFFICIALI, DA ADIBIRE A CEN- TRO GIOVANILE POLIVALENTE. DATA DI AGGIUDICAZIONE DELL’APPALTO: Determinazione n° 624/4 del 21.10.2010 . CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: L’appalto è stato esperito ai sensi dell’articolo 82, comma 2 lettera a) del D.Lgs. n. 163 del 12.04.2006 e s.m.i. e all’art. 90 del D.P.R. 554/99. L’aggiudicazione è stata eseguita con il criterio del prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara . NUMERO DI OFFERTE RICEVUTE: 19 (diciannove). NUMERO IMPRESE AMMESSE: 19 (diciannove). IMPRESA AGGIUDICATARIA: Impresa SARDA CANTIERI 2000 S.r.l. Via Spano, 3 CABRAS (OR) . IMPORTO DELL’APPALTO A BASE DI GARA: Euro 261.274,77 al netto degli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, pari ad Euro 4.725,23. IMPORTO DI AGGIUDICAZIONE: Ribasso del 17,677% da applicarsi sull’importo posto a base di gara di Euro 261.274,77 per un importo finale al netto degli oneri di sicurezza di Euro 215.089,23. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Geom. Dario Scarpa. ORGANO COMPETENTE PER PROCEDURE RICORSO: Tribunale Amministrativo Regionale Via Sassari 17, 09100 Cagliari. Il Responsabile dell’Ufficio Appalti e Contratti Dott.ssa Bonaria Uccheddu Per le prenotazioni telefonare al servizio visite: tel. 0781.491300 - fax 0781.491395 o via e-mail: segr.dir@igeaminiere.it Redazione - Via Gramsci, 199 - Carbonia - Sede Legale - Via Dalmazia, 135 - Carbonia Tel. 0781.675289 - Fax 0781.1864436 - E-mail: gazzettadelsulcis@tiscali.it Tel. 0781.671271 - Cell. 333.6077645 - www.gazzettadelsulcis.it

Storia e Personaggi numero 508 del 4 Novembre 2010 13 Relitto La notizia era stata ripresa a luglio dal sito dell’emigrazione sarda www.tottusinpari.blog.tiscali.it e si riferiva alla tragedia del cargo russo Komsomolets Kalmykii, naufragato il 31 dicembre 1974 a Capo Carbonara in Sardegna con 9 marinai sovietici annegati. Nel sito ci sono state diverse testimonianze su quell’accaduto oramai lontano 36 anni. Anni di silenzio relativo in cui non si è più parlato del carico stivato nel cargo sovietico. La prima testimonianza raccolta è del signor Raffaele (citiamo solo il nome) italiano residente a Mosca che ci parla del carico del Kalmykii: “qualcosa si sta muovendo anche grazie al vostro sito: ora si può ipotizzare tutto ciò che si vuole e anche questo può andare bene al fine di smuovere le acque e provocare gli interventi dovuti. La nave russa (così come ho scritto su Wikipedia), aveva caricato 4.939 tonnellate di profilati d’acciaieria, 1.732 tonnellate di NaoH fusa al 98% infustata in contenitori metallici per un totale di 6.671 ton. Detto questo si comprende che la teoria di un ulteriore carico di 1.500 ton. è praticamente assurda se si considera che la nave aveva una stazza lorda di 5.200 ton.. Stefano Masala, prima della sua scomparsa mi aveva raccontato che il relitto, e parte del fondale adiacente, era ricoperto da un manto di sali bianchi, e si doveva intervenire con urgenza per recuperare i fusti di soda prima che si corrodano tutti”. Ed è intorno a quest’ultima questione che si dipanano gli interrogativi: un qualcosa che comunque interessava molto il governo sovietico che, per circa tre anni, cercò inutilmente il relitto della Komsomolets Kalmykii nel mare di Capo Carbonara. Erano gli anni della “Guerra Fredda” e a quella nave si interessarono molto anche i servizi segreti italiani, l’intelligence americana e la Us Navy. Il relitto era però introvabile. Sembrava essere svanito nel nulla. E qui entra in ballo Stefano Masala già citato dal signor Raffaele. Sono stato contattato dal fratello Eugenio: “Io e Stefano facevamo parte di una nota impresa di lavori subacquei della Sardegna. Per diverso tempo abbiamo cercato la nave in una zona circoscritta, senza nessun risultato”. Sarà finito su un fondale di almeno mille metri, dicevano negli anni Settanta gli esperti della Capitaneria di porto di Cagliari. E così la storia del cargo sovietico venne dimenticata. Fino a due anni fa, quando il relitto è stato localizzato. Recuperata la mozione del Consiglio Regionale L’ABBONAMENTO A della Sardegna (a firma di Zuncheddu, Uras, Ben Amara, Sechi e Zedda) scopriamo che la nave, ad una profondità di soli 118 metri, è stata avvistata proprio da Stefano Masala. L’autore del ritrovamento - dice la mozione - esperto subacqueo, è deceduto mesi dopo durante una immersione. E ad oggi, non si conosce ancora la posizione esatta del relitto. Tuttavia il suo ritrovamento è da considerarsi di grande importanza al fine di accertare un eventuale danno ecologico legato alla presenza a bordo del carico di soda caustica contenuta in fusti metallici, nonché all’eventuale presenza di materiali tossici o radioattivi stoccati all’interno della nave e non dichiarati. La soda caustica o sodio idrossido (NaoH) è una polvere bianca tendenzialmente granulare, inodore e molto solubile in acqua. Si tratta di una sostanza chimica (detergente caustico) utilizzata nell’industria siderurgica; ad alte concentrazioni è corrosiva per la pelle, le mucose e per gli occhi. Per quanto riguarda la tossicità, si sono verificati decessi in adulti che hanno ingerito meno di 10 grammi di idrossido di sodio: a livello ambientale, se scaricata nelle acque ha violente reazioni esotermiche. In ogni caso la soda caustica è responsabile di una forte variazione di pH con gravi ripercussioni per l’habitat marino e i suoi organismi viventi. Il mistero s’infittisce: cosa trasportava la nave Kalmykii Non è stata mai chiarita ufficialmente la natura di quel carico e dove fosse stato imbarcato. Ma in Regione Sardegna, rileggendo la mozione del 29 luglio 2010, sembrano avere un po’ più le idee chiare seppur a distanza di tantissimi anni ponendosi la domanda sul perché soprattutto i russi avessero insistito a lungo nella ricerca. A tutt’oggi, 36 anni dopo, l’interesse dei russi per la localizzazione del relitto è ancora vivo, viste anche le sollecitazioni recenti documentabili e datate 26 novembre 2009. Un dato importante è che la tipologia del 50% del carico risultava sconosciuta sia alle autorità che alle assicurazioni. La Kalmykii era una nave moderna e dotata della più sofisticata tecnologia navale dell’epoca. Il naufragio, poi, risulta essere una sorta di buco nero. Prima di tutto la fragilità della versione ufficiale: la nave sarebbe affondata in un mare in burrasca. Una circostanza clamorosamente smentita dal bollettino meteo ufficiale che parlava di “vento di maestrale, con mare agitato valutato in forza quattro, tendente forza cinque”. Insomma, non certo È LA MIGLIORE FORMA PER RESPIRARE SEMPRE ARIA E PROBLEMI DI CASA INCHIESTA SULLA NAVE RUSSA SCOMPARSA NEL 1974 IL FANTASMA DEL “KALMYKII” E I SUOI VELENI una burrasca e comunque una situazione sicuramente non critica per una nave di quella stazza. La testimonianza più coinvolgente ottenuta dal sito di “Tottus in Pari” è del signor Corrado Armerino, che originario di Ponza, vive a Capoterra in precarie condizioni di salute: “Ho 4 figli, mia moglie è originaria di Desulo: la Sardegna è la mia seconda terra. Ho dedicato la mia vita al mare e sono uno dei pochi ancora in vita che quel giorno erano sul rimorchiatore Vigore che doveva prestare soccorso”. I soccorsi appunto: finiti sotto inchiesta per la loro lentezza. L’- Sos venne lanciato alle 15 circa, dopo mezz’ora di navigazione. I soccorsi si mossero con un inspiegabile ritardo e con mezzi assolutamente inadeguati: il rimorchiatore Vigore, molto lento, uscì dal porto di Cagliari alle 17,45. Cioè quasi tre ore dopo la richiesta d’intervento. Nove dei 36 marinai della nave sovietica morirono nel mare di Capo Carbonara. Tra loro, anche il capitano Nikolay Sychev. Per l’incredibile ritardo dei soccorsi, l’allora comandante della Capitaneria di porto di Cagliari, Bruno Sassu, nel 1980 finì sotto processo per omicidio colposo plurimo. Ma Corrado invece parla che l’ordine di salpare arrivò molto tardi: “Il Vigore ormeggiò alla vecchia stazione marittima di fronte ai Vigili del Fuoco in attesa delle 18, orario della partenza del postale per Civitavecchia. Ma poco prima di quell’ora ci arrivò l’ordine di allerta pronti ad uscire per un salvataggio”. Insomma, il sospetto che intorno al relitto, diventato oggi una bomba ecologica, si sia sviluppata una sorta di spy-story: una corsa al suo recupero, ma anche una volontà di occultamento del luogo esatto in cui Komsomolets Kalmykii è finita. In questo contesto potrebbe inquadrarsi il misterioso incidente al sommergibile americano a 1 Réserve Géologique de Haute Provence – FRANCE 2 Vulkaneifel European Geopark – GERMANY 3 Petrified Forest of Lesvos – GREECE 4 Maestrazgo Cultural Park – Aragon, SPAIN 5 Psiloritis Nature Park – GREECE 6 Terra.Vita Nature Park – GERMANY 7 Copper Coast Geopark– IRELAND 8 Marble Arch Caves European Geopark – IRELAND and UK 9 Madonie Geopark – ITALY 10 Rocca Di Cerere Geopark – ITALY 11 Nature Park Steirische Eisenwurzen – AUSTRIA 12 Nature Park Bergstrasse Odenwald – GERMANY 13 North Pennines AONB – ENGLAND, UK 14 Park Naturel Régional du Luberon – FRANCE 15 North West Highlands – SCOTLAND, UK 16 Geopark Swabian Albs – GERMANY Massimiliano Perlato propulsione nucleare SSN-653 Ray della classe Sturgeon, avvenuto il 20 settembre 1977. Dopo aver tenuto nascosto per due giorni l’incidente, il comando della VI Flotta diffuse un comunicato ufficiale nel quale si diceva che il Ray era finito “contro una montagna sottomarina di corallo” circa 60 miglia a sud di Cagliari. Si parlò genericamente di “imperizia da parte dell’equipaggio” e che comunque non si erano verificati danni al propulsore nucleare. Versione dubbia: nel canale di Sardegna i fondali sono superiori ai mille metri di profondità e i sommergibili della classe Sturgeon raggiungono una profondità massima operativa di 350 metri. E poi, in quell’area non ci sono montagne sottomarine. Tanto meno di corallo. Ne deriva che l’incidente è sicuramente avvenuto altrove e su fondali molto più bassi. Scavando nella storia di questo sommergibile, poi, si scopre che il Ray era il mezzo più attrezzato per lo spionaggio sottomarino. Cosa stava cercando Il signor Corrado, testimone vivente dell’accaduto, nel suo dettagliato resoconto che abbiamo ricevuto, avanza dubbi anche sulla profondità del relitto: “dicono di averla trovata a 118 metri di profondità. Ma tale fondale stando alla carta nautica lo troviamo a circa 5 miglia a sud dell’Isola dei Cavoli anzi dalla secca di Santa Caterina unica responsabile di tale sciagura dedotto dal racconto del primo ufficiale russo che salvammo per primo e che ci aiutò nel salvataggio di coloro che erano ancora in acqua”. Altra discrepanza quindi. La Regione Sarda ora vuole chiarezza sulla vicenda che ha fortemente interessato Stati internazionali come gli U.S.A. e l’ex U.R.S.S. Quale trama criminale si nasconde nelle acque cristalline della Sardegna IL PARCO GEOMINERARIO STORICO AMBIENTALE DELLA SARDEGNA NELLA RETE DEI GEOPARCHI EUROPEI UNESCO EUROPEAN GEOPARKS NETWORK 17 Geopark Harz Braunschweiger Land Ostfalen Geopark – GERMANY 18 Mecklenburg Ice Age Park – GERMANY 19 Hateg Country Dinosaurs Geopark – ROMANIA 20 Beigua Geopark - ITALY 21 Fforest Fawr Geopark – WALES, UK 22 Bohemian Paradise Geopark – CZECH REPUBLIC 23 Cabo de Gata – Nijar Nature Park – Andalucia, SPAIN 24 Naturtejo Geopark – PORTUGAL 25 Sierras Subbeticas Nature Park – Andalucia, SPAIN 26 Sobrarbe Geopark – Aragon, SPAIN 27 Gea Norvegica – NORWAY 28 Geological, Mining Park of Sardinia – ITALY 29 Papuk Geopark - CROATIA 30 Lochaber Geopark – SCOTLAND, UK 31 English Riviera Geopark – ENGLAND, UK 32 Adamello – Brenta Nature Park - ITALY

Storia e Personaggi numero 508 del 4 Novembre 2010<br />

13<br />

Relitto<br />

La notizia era stata ripresa a luglio<br />

dal sito dell’emigrazione<br />

sarda www.tottusinpari.blog.tiscali.it<br />

e si riferiva alla tragedia<br />

del cargo russo Komsomo<strong>le</strong>ts<br />

Kalmykii, naufragato il 31 dicembre<br />

1974 a Capo Carbonara<br />

in Sardegna <strong>con</strong> 9 marinai<br />

sovietici annegati. Nel sito ci<br />

sono state diverse testimonianze<br />

su quell’accaduto oramai<br />

lontano 36 anni. Anni di si<strong>le</strong>nzio<br />

relativo in cui non si è più<br />

parlato del carico stivato nel<br />

cargo sovietico. La prima testimonianza<br />

raccolta è del signor<br />

Raffae<strong>le</strong> (citiamo solo il nome)<br />

italiano residente a Mosca che<br />

ci parla del carico del Kalmykii:<br />

“qualcosa si sta muovendo<br />

anche grazie al vostro sito: ora<br />

si può ipotizzare tutto ciò che<br />

si vuo<strong>le</strong> e anche questo può andare<br />

bene al fine di smuovere<br />

<strong>le</strong> acque e provocare gli interventi<br />

dovuti. La nave russa<br />

(così come ho scritto su Wikipedia),<br />

aveva caricato 4.939<br />

tonnellate di profilati d’acciaieria,<br />

1.732 tonnellate di NaoH<br />

fusa al 98% infustata in <strong>con</strong>tenitori<br />

metallici per un tota<strong>le</strong> di<br />

6.671 ton. Detto questo si comprende<br />

che la teoria di un ulteriore<br />

carico di 1.500 ton. è<br />

praticamente assurda se si<br />

<strong>con</strong>sidera che la nave aveva<br />

una stazza lorda di 5.200 ton..<br />

Stefano Masala, prima della<br />

sua scomparsa mi aveva rac<strong>con</strong>tato<br />

che il relitto, e parte<br />

del fonda<strong>le</strong> adiacente, era ricoperto<br />

da un manto di sali<br />

bianchi, e si doveva intervenire<br />

<strong>con</strong> urgenza per recuperare i<br />

fusti di soda prima che si corrodano<br />

tutti”. Ed è intorno a<br />

quest’ultima questione che si<br />

dipanano gli interrogativi: un<br />

qualcosa che comunque interessava<br />

molto il governo sovietico<br />

che, per circa tre anni, cercò<br />

inutilmente il relitto della<br />

Komsomo<strong>le</strong>ts Kalmykii nel<br />

mare di Capo Carbonara. Erano<br />

gli anni della “Guerra Fredda”<br />

e a quella nave si interessarono<br />

molto anche i servizi segreti<br />

italiani, l’intelligence<br />

americana e la Us Navy. Il relitto<br />

era però introvabi<strong>le</strong>. Sembrava<br />

essere svanito nel nulla.<br />

E qui entra in ballo Stefano<br />

Masala già citato dal signor<br />

Raffae<strong>le</strong>. Sono stato <strong>con</strong>tattato<br />

dal fratello Eugenio: “Io e Stefano<br />

facevamo parte di una nota<br />

impresa di lavori subacquei<br />

della Sardegna. Per diverso<br />

tempo abbiamo cercato la nave<br />

in una zona circoscritta, senza<br />

nessun risultato”. Sarà finito<br />

su un fonda<strong>le</strong> di almeno mil<strong>le</strong><br />

metri, dicevano negli anni Settanta<br />

gli esperti della Capitaneria<br />

di porto di Cagliari. E così<br />

la storia del cargo sovietico<br />

venne dimenticata. Fino a due<br />

anni fa, quando il relitto è stato<br />

localizzato. Recuperata la mozione<br />

del Consiglio Regiona<strong>le</strong><br />

L’ABBONAMENTO A<br />

della Sardegna (a firma di Zuncheddu,<br />

Uras, Ben Amara, Sechi<br />

e Zedda) scopriamo che la<br />

nave, ad una profondità di soli<br />

118 metri, è stata avvistata proprio<br />

da Stefano Masala. L’autore<br />

del ritrovamento - dice la<br />

mozione - esperto subacqueo, è<br />

deceduto mesi dopo durante<br />

una immersione. E ad oggi,<br />

non si <strong>con</strong>osce ancora la posizione<br />

esatta del relitto. Tuttavia<br />

il suo ritrovamento è da <strong>con</strong>siderarsi<br />

di grande importanza al<br />

fine di accertare un eventua<strong>le</strong><br />

danno ecologico <strong>le</strong>gato alla<br />

presenza a bordo del carico di<br />

soda caustica <strong>con</strong>tenuta in fusti<br />

metallici, nonché all’eventua<strong>le</strong><br />

presenza di materiali tossici o<br />

radioattivi stoccati all’interno<br />

della nave e non dichiarati. La<br />

soda caustica o sodio idrossido<br />

(NaoH) è una polvere bianca<br />

tendenzialmente granulare,<br />

inodore e molto solubi<strong>le</strong> in acqua.<br />

Si tratta di una sostanza<br />

chimica (detergente caustico)<br />

utilizzata nell’industria siderurgica;<br />

ad alte <strong>con</strong>centrazioni è<br />

corrosiva per la pel<strong>le</strong>, <strong>le</strong> mucose<br />

e per gli occhi. Per quanto<br />

riguarda la tossicità, si sono<br />

verificati decessi in adulti che<br />

hanno ingerito meno di 10<br />

grammi di idrossido di sodio: a<br />

livello ambienta<strong>le</strong>, se scaricata<br />

nel<strong>le</strong> acque ha vio<strong>le</strong>nte reazioni<br />

esotermiche. In ogni caso la<br />

soda caustica è responsabi<strong>le</strong> di<br />

una forte variazione di pH <strong>con</strong><br />

gravi ripercussioni per l’habitat<br />

marino e i suoi organismi viventi.<br />

Il mistero s’infittisce: cosa<br />

trasportava la nave Kalmykii<br />

Non è stata mai chiarita<br />

ufficialmente la natura di quel<br />

carico e dove fosse stato imbarcato.<br />

Ma in Regione Sardegna,<br />

ri<strong>le</strong>ggendo la mozione del<br />

29 luglio 2010, sembrano avere<br />

un po’ più <strong>le</strong> idee chiare seppur<br />

a distanza di tantissimi anni<br />

ponendosi la domanda sul<br />

perché soprattutto i russi avessero<br />

insistito a lungo nella ricerca.<br />

A tutt’oggi, 36 anni dopo,<br />

l’interesse dei russi per la<br />

localizzazione del relitto è ancora<br />

vivo, viste anche <strong>le</strong> sol<strong>le</strong>citazioni<br />

recenti documentabili<br />

e datate 26 novembre 2009. Un<br />

dato importante è che la tipologia<br />

del 50% del carico risultava<br />

s<strong>con</strong>osciuta sia al<strong>le</strong> autorità<br />

che al<strong>le</strong> assicurazioni. La Kalmykii<br />

era una nave moderna e<br />

dotata della più sofisticata tecnologia<br />

nava<strong>le</strong> dell’epoca. Il<br />

naufragio, poi, risulta essere<br />

una sorta di buco nero. Prima<br />

di tutto la fragilità della versione<br />

ufficia<strong>le</strong>: la nave sarebbe<br />

affondata in un mare in<br />

burrasca. Una circostanza clamorosamente<br />

smentita dal<br />

bol<strong>le</strong>ttino meteo ufficia<strong>le</strong> che<br />

parlava di “vento di maestra<strong>le</strong>,<br />

<strong>con</strong> mare agitato valutato in<br />

forza quattro, tendente forza<br />

cinque”. Insomma, non certo<br />

È LA MIGLIORE FORMA<br />

PER RESPIRARE SEMPRE<br />

ARIA E PROBLEMI DI CASA<br />

INCHIESTA SULLA NAVE RUSSA SCOMPARSA NEL 1974<br />

IL FANTASMA DEL “KALMYKII” E I SUOI VELENI<br />

una burrasca e comunque una<br />

situazione sicuramente non critica<br />

per una nave di quella<br />

stazza. La testimonianza più<br />

coinvolgente ottenuta dal sito<br />

di “Tottus in Pari” è del signor<br />

Corrado Armerino, che originario<br />

di Ponza, vive a Capoterra<br />

in precarie <strong>con</strong>dizioni di salute:<br />

“Ho 4 figli, mia moglie è<br />

originaria di Desulo: la Sardegna<br />

è la mia se<strong>con</strong>da terra. Ho<br />

dedicato la mia vita al mare e<br />

sono uno dei pochi ancora in<br />

vita che quel giorno erano sul<br />

rimorchiatore Vigore che doveva<br />

prestare soccorso”. I soccorsi<br />

appunto: finiti sotto inchiesta<br />

per la loro <strong>le</strong>ntezza. L’-<br />

Sos venne lanciato al<strong>le</strong> 15 circa,<br />

dopo mezz’ora di navigazione.<br />

I soccorsi si mossero<br />

<strong>con</strong> un inspiegabi<strong>le</strong> ritardo e<br />

<strong>con</strong> mezzi assolutamente inadeguati:<br />

il rimorchiatore Vigore,<br />

molto <strong>le</strong>nto, uscì dal porto<br />

di Cagliari al<strong>le</strong> 17,45. Cioè<br />

quasi tre ore dopo la richiesta<br />

d’intervento. Nove dei 36 marinai<br />

della nave sovietica morirono<br />

nel mare di Capo Carbonara.<br />

Tra loro, anche il capitano<br />

Nikolay Sychev. Per l’incredibi<strong>le</strong><br />

ritardo dei soccorsi,<br />

l’allora comandante della Capitaneria<br />

di porto di Cagliari,<br />

Bruno Sassu, nel 1980 finì sotto<br />

processo per omicidio colposo<br />

plurimo. Ma Corrado invece<br />

parla che l’ordine di salpare<br />

arrivò molto tardi: “Il Vigore<br />

ormeggiò alla vecchia<br />

stazione marittima di fronte ai<br />

Vigili del Fuoco in attesa del<strong>le</strong><br />

18, orario della partenza del<br />

posta<strong>le</strong> per Civitavecchia. Ma<br />

poco prima di quell’ora ci arrivò<br />

l’ordine di al<strong>le</strong>rta pronti<br />

ad uscire per un salvataggio”.<br />

Insomma, il sospetto che intorno<br />

al relitto, diventato oggi una<br />

bomba ecologica, si sia sviluppata<br />

una sorta di spy-story: una<br />

corsa al suo recupero, ma anche<br />

una volontà di occultamento<br />

del luogo esatto in cui Komsomo<strong>le</strong>ts<br />

Kalmykii è finita. In<br />

questo <strong>con</strong>testo potrebbe inquadrarsi<br />

il misterioso incidente<br />

al sommergibi<strong>le</strong> americano a<br />

1 Réserve Géologique de Haute Provence – FRANCE<br />

2 Vulkaneifel European Geopark – GERMANY<br />

3 Petrified Forest of Lesvos – GREECE<br />

4 Maestrazgo Cultural Park – Aragon, SPAIN<br />

5 Psiloritis Nature Park – GREECE<br />

6 Terra.Vita Nature Park – GERMANY<br />

7 Copper Coast Geopark– IRELAND<br />

8 Marb<strong>le</strong> Arch Caves European Geopark – IRELAND and UK<br />

9 Madonie Geopark – ITALY<br />

10 Rocca Di Cerere Geopark – ITALY<br />

11 Nature Park Steirische Eisenwurzen – AUSTRIA<br />

12 Nature Park Bergstrasse Odenwald – GERMANY<br />

13 North Pennines AONB – ENGLAND, UK<br />

14 Park Naturel Régional du Luberon – FRANCE<br />

15 North West Highlands – SCOTLAND, UK<br />

16 Geopark Swabian Albs – GERMANY<br />

Massimiliano Perlato<br />

propulsione nuc<strong>le</strong>are SSN-653<br />

Ray della classe Sturgeon, avvenuto<br />

il 20 settembre 1977.<br />

Dopo aver tenuto nascosto per<br />

due giorni l’incidente, il comando<br />

della VI Flotta diffuse<br />

un comunicato ufficia<strong>le</strong> nel<br />

qua<strong>le</strong> si diceva che il Ray era<br />

finito “<strong>con</strong>tro una montagna<br />

sottomarina di corallo” circa<br />

60 miglia a sud di Cagliari. Si<br />

parlò genericamente di “imperizia<br />

da parte dell’equipaggio”<br />

e che comunque non si erano<br />

verificati danni al propulsore<br />

nuc<strong>le</strong>are. Versione dubbia: nel<br />

cana<strong>le</strong> di Sardegna i fondali<br />

sono superiori ai mil<strong>le</strong> metri di<br />

profondità e i sommergibili<br />

della classe Sturgeon raggiungono<br />

una profondità massima<br />

operativa di 350 metri. E poi,<br />

in quell’area non ci sono montagne<br />

sottomarine. Tanto meno<br />

di corallo. Ne deriva che l’incidente<br />

è sicuramente avvenuto<br />

altrove e su fondali molto più<br />

bassi. Scavando nella storia di<br />

questo sommergibi<strong>le</strong>, poi, si<br />

scopre che il Ray era il mezzo<br />

più attrezzato per lo spionaggio<br />

sottomarino. Cosa stava cercando<br />

Il signor Corrado, testimone<br />

vivente dell’accaduto,<br />

nel suo dettagliato reso<strong>con</strong>to<br />

che abbiamo ricevuto, avanza<br />

dubbi anche sulla profondità<br />

del relitto: “di<strong>con</strong>o di averla<br />

trovata a 118 metri di profondità.<br />

Ma ta<strong>le</strong> fonda<strong>le</strong> stando<br />

alla carta nautica lo troviamo<br />

a circa 5 miglia a sud dell’Isola<br />

dei Cavoli anzi dalla secca<br />

di Santa Caterina unica responsabi<strong>le</strong><br />

di ta<strong>le</strong> sciagura dedotto<br />

dal rac<strong>con</strong>to del primo<br />

ufficia<strong>le</strong> russo che salvammo<br />

per primo e che ci aiutò nel<br />

salvataggio di coloro che erano<br />

ancora in acqua”. Altra discrepanza<br />

quindi. La Regione<br />

Sarda ora vuo<strong>le</strong> chiarezza sulla<br />

vicenda che ha fortemente interessato<br />

Stati internazionali come<br />

gli U.S.A. e l’ex U.R.S.S.<br />

Qua<strong>le</strong> trama crimina<strong>le</strong> si nas<strong>con</strong>de<br />

nel<strong>le</strong> acque cristalline<br />

della Sardegna<br />

IL PARCO GEOMINERARIO STORICO AMBIENTALE DELLA SARDEGNA<br />

NELLA RETE DEI GEOPARCHI EUROPEI UNESCO<br />

EUROPEAN GEOPARKS NETWORK<br />

17 Geopark Harz Braunschweiger Land Ostfa<strong>le</strong>n Geopark – GERMANY<br />

18 Meck<strong>le</strong>nburg Ice Age Park – GERMANY<br />

19 Hateg Country Dinosaurs Geopark – ROMANIA<br />

20 Beigua Geopark - ITALY<br />

21 Fforest Fawr Geopark – WALES, UK<br />

22 Bohemian Paradise Geopark – CZECH REPUBLIC<br />

23 Cabo de Gata – Nijar Nature Park – Andalucia, SPAIN<br />

24 Naturtejo Geopark – PORTUGAL<br />

25 Sierras Subbeticas Nature Park – Andalucia, SPAIN<br />

26 Sobrarbe Geopark – Aragon, SPAIN<br />

27 Gea Norvegica – NORWAY<br />

28 Geological, Mining Park of Sardinia – ITALY<br />

29 Papuk Geopark - CROATIA<br />

30 Lochaber Geopark – SCOTLAND, UK<br />

31 English Riviera Geopark – ENGLAND, UK<br />

32 Adamello – Brenta Nature Park - ITALY

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