carbonia - Gazzetta del Sulcis Iglesiente
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10 numero 574 <strong>del</strong> 15 Marzo 2012 Realtà Locale<br />
Le grotte sono degli ambienti<br />
naturali molto <strong>del</strong>icati, formatisi<br />
in centinaia di migliaia di<br />
anni e al contrario di altri ambienti<br />
una volta alterati, diventano<br />
praticamente irrecuperabili,<br />
a tale scopo è di fondamentale<br />
importanza, studiarne<br />
le caratteristiche ed intervenire<br />
in caso si notino anomalie.<br />
Nel caso <strong>del</strong>le grotte turistiche,<br />
queste vengono valorizzate<br />
per l’alto pregio estetico,<br />
oppure perchè presentano valenze<br />
di altro genere. Per tale<br />
motivo è di fondamentale importanza<br />
preservarle non solo<br />
dai vandali, ma anche da un<br />
eventuale intervento sconsiderato<br />
in modo che i parametri<br />
naturali non vengano alterati.<br />
L’impatto antropico, se non tenuto<br />
in debita considerazione,<br />
potrebbe provocare innalzamento<br />
<strong>del</strong>la temperatura con<br />
conseguente variazione <strong>del</strong>l’umidità<br />
e <strong>del</strong>la concentrazione<br />
di anidride carbonica, fattori<br />
apparentemente innocui, ma<br />
di straordinaria importanza,<br />
poiché se controllati in modo<br />
razionale non determinano<br />
conseguenze sull’ambiente<br />
ipogeo molto gravi. Per questo<br />
motivo è necessario evidenziare<br />
eventuali carenze nella<br />
gestione di questi beni. E’ il<br />
caso <strong>del</strong>le “Grotte di Is Zuddas”.<br />
Questa cavità è stata studiata<br />
in modo da descriverne<br />
le caratteristiche e quindi valutare<br />
la sua fruibilità.<br />
L’ipogeo si apre nel complesso<br />
carsico di Monte Meana nel<br />
comune di Santadi. Sino agli<br />
anni sessanta si conosceva solo<br />
la prima sala, raggiungibile<br />
attraverso un’angusta strettoia.<br />
Alla fine degli anni cinquanta,<br />
divenne oggetto come per altre<br />
<strong>del</strong>l’area di sfruttamento<br />
minerario, precisamente da cave<br />
di alabastro (onice). Questo<br />
comportò un ampliamento<br />
<strong>del</strong>l’ingresso, con conseguente<br />
frequentazione incontrollata e<br />
quindi la distruzione da parte<br />
dei tagliatori di concrezioni.<br />
Nel 1971, la cavità è stata scoperta<br />
dal G.R.S “E.A. Martel”<br />
di Carbonia, ed esplorata con<br />
lo Speleo Club Santadese. Nel<br />
1972 il Clan Speleologico<br />
<strong>Iglesiente</strong> (CSI), lo pubblica<br />
UNA REALTA’ TURISTICA NEL NOSTRO TERRITORIO<br />
LE GROTTE “ IS ZUDDAS” DI SANTADI<br />
Roberto Curreli<br />
Grotte Is Zuddas<br />
FOTOGRAFIE<br />
Cooperativa<br />
Monte Meana<br />
sul periodico Speleologia Sarda<br />
e pone in evidenza uno sviluppo<br />
spaziale di 688 metri.<br />
In seguito lo Speleo Club Santadese<br />
ha proseguito l’esplorazione<br />
<strong>del</strong>la grotta in altre direzioni.<br />
Attualmente la grotta<br />
supera i duemila metri di sviluppo.<br />
Nel 1973 ha avuto un<br />
vincolo paesaggistico da parte<br />
<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Pubblica<br />
Istruzione quale “singolarità<br />
geologica”.<br />
Nel 1980 l’Amministrazione<br />
comunale di Santadi espropriò<br />
l’area dove ricadono le grotte<br />
e ne affidò la gestione alla<br />
Cooperativa Monte Meana costituita<br />
da ex speleologici <strong>del</strong>lo<br />
Speleo Club Santadese, che<br />
tutt’oggi ne mantengono la gestione.<br />
Attualmente la Cooperativa<br />
fa parte <strong>del</strong>l’ISCA (International<br />
Show Caves Association)<br />
e <strong>del</strong>l’AGTI (Associazione<br />
Grotte Turistiche Italiane),<br />
che si occupano di tutela,<br />
promozione e studio <strong>del</strong>le<br />
grotte turistiche sia in Italia<br />
che in tutto il mondo. Nella<br />
cavità sono stati effettuati e si<br />
stanno effettuando tuttora vari<br />
studi, con pubblicazioni sia<br />
scientifiche che di promozione<br />
turistica.<br />
La sua importanza è principalmente<br />
dovuta alla grossa varietà<br />
di speleo temi e di ambienti<br />
ipogei.<br />
Questa è caratterizzata dalla<br />
presenza di strettoie, diaclasi e<br />
cunicoli allungati secondo<br />
fratture che hanno caratterizzato<br />
l’impostazione <strong>del</strong>la grotta,<br />
la loro intersezione forma<br />
grossi ambienti, ampliati da<br />
fenomeni franosi, avvenuti all’interno<br />
e dovuti al collassamento<br />
di parti <strong>del</strong>la volta talora<br />
ben documentati (sala <strong>del</strong><br />
crollo). I depositi dovuti a<br />
concrezioni carbonati che sono<br />
i più appariscenti e sono di<br />
vario tipo, a partire da quelli<br />
“pendenti”, quali stalattiti<br />
(coniche e tubolari), stalagmiti,<br />
cortine o vele, quelli dovuti<br />
a caduta libera <strong>del</strong>l’acqua e<br />
deposito in vaschette (coralloidi<br />
e splash), colonnari, dovuti<br />
a scorrimento <strong>del</strong>l’acqua<br />
(colate, crostoni ), cristallizzazioni<br />
aghiformi (aragoniti) e<br />
monnmilk (particolare tipo di<br />
deposito plastico, di colore<br />
bianco candido).<br />
E’ presente nella parte bassa<br />
<strong>del</strong>la grotta anche un sifone<br />
d’acqua perenne. Gli speleotemi<br />
che hanno contribuito maggiormente<br />
a rendere celebre la<br />
cavità data la loro bellezza e<br />
abbondanza sono le “eccentriche”.<br />
Queste si presentano sotto forma<br />
di ramoscelli o filamenti<br />
che si diramano in ogni direzione<br />
descrivendo percorsi variabili<br />
nello spazio e sono costituite<br />
principalmente da aragonite.<br />
La Grotta è stata studiata precedentemente<br />
dal punto di vista<br />
climatico, valutando le variazioni<br />
in relazione al tipo di<br />
flusso turistico più o meno intenso.<br />
Da questi studi risulta<br />
evidente che all’interno <strong>del</strong>la<br />
grotta vi siano piccole variazioni<br />
di temperatura e di umidità<br />
ben ripristinata nell’arco<br />
di pochissimo tempo a dimostrare<br />
che l’ipogeo è molto<br />
energetico, il che fa presumere<br />
che potrebbe sopportare anche<br />
un carico maggiore dei 50.000<br />
turisti fino ad ora raggiunto.<br />
“Attualmente il numero <strong>del</strong>le<br />
presenze sta diminuendo, la<br />
causa è dovuta sicuramente<br />
anche alla situazione economica<br />
poco felice di questo periodo.<br />
Nel mese di agosto, cui<br />
generalmente si fa riferimento,<br />
rispetto all’anno precedente,<br />
le visite sono diminuite <strong>del</strong><br />
30%. Per questo stiamo cercando<br />
di sopperire anche grazie<br />
alla partecipazione con il<br />
FAITA SARDEGNA, Associazione<br />
che si occupa di villaggi<br />
e campeggi in Sardegna, offrendo<br />
i nostri servizi, e per<br />
quanto riguarda le attività didattiche<br />
con le scuole si ha un<br />
positivo rapporto di collaborazione<br />
con la fattoria didattica<br />
“Monte Fracca”, che si occupa<br />
anche di ippoturismo,<br />
combinando così le escursioni<br />
in grotta con quelle a cavallo”<br />
afferma Stefano Diana presidente<br />
<strong>del</strong>la Cooperativa Monte<br />
Meana. “Per il futuro ci auguriamo<br />
di potenziare un percorso<br />
culturale che, combinato<br />
a quello naturalistico, potrebbe<br />
produrre ottimi<br />
risultati” conclude Diana.<br />
L’esperienza ben consolidata<br />
di questa società dovrebbe far<br />
comprendere che il futuro <strong>del</strong><br />
territorio Sud Occidentale sardo<br />
deve tener conto anche di<br />
queste realtà.<br />
La grotta di Is Zuddas, come<br />
le altre presenti nel territorio<br />
(Su Mannau, San Giovanni,<br />
Santa Barbara), sono l’esempio<br />
che una forma di turismo<br />
alternativo a quello costiero è<br />
estendibile a tutto l’arco <strong>del</strong>l’anno<br />
e quindi realmente fattibile.