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DOSSIER Gianluca Giannini, Ma il realismo è proprio il bentornato che si rinviene «in tutto ciò che non è emendabile», non essendo «a disposizione dell’interprete», letteralmente «non lo si può cambiare col pensiero» 21 , a partire dal pensiero. Il ritorno, per questo, di quel plesso di atteggiamenti concreti e movenze speculative che focalizzino e facciano perno, sempre, in una vigorosa e inalterabile stiratura e compressione ai fatti e che, quindi, consentano valutare situazioni e cose nella loro concretezza ed effettività. Tutt’altro che sconsiderato e sprovveduto «materialismo», il ritorno della realtà è invece imprescindibile richiamo e appello alla «densità delle esperienze fondative primarie» 22 . Il ritorno del sano, vecchio realismo, verrebbe fatto di concludere, ovvero l’effettivo di un deciso rinvio a una accezione di corrispondenza che ammette solo una mera illustrazione nei termini propri di una chiarificazione della verità stessa nella sua tangibile possibilità e nelle sue vitali articolazioni. Ovviamente, non così dichiaratamente. Ma come che sia, sulle macerie dell’iper‐costruzionismo di matrice kantiana e della conseguente iper‐relativizzazione interpretativa di marca nietzschiana, si rende necessario un modo dell’orientamento che proceda sicuro e spedito in direzione di un “innovato realismo” che di queste avventure – comprese quelle metafisicheggianti e creazionistiche da cui anche il vecchio realismo – faccia tesoro al punto da produrre moti reattivi a qualsiasi lusinga ritornante di ulteriori agenti infettivi disgregatori a venire. “Innovato” allora, stando così le cose, vuol dire anzitutto che «il realista [...] sostiene che non è vero che tutta la realtà è socialmente costruita, come viceversa affermano gli amici delle 21 M. Ferraris, Il mondo esterno, Bompiani, Milano 2013 (2a ed.), p. 89 e p. 93. 22 A. Lavazza‐V. Possenti, Introduzione, cit., p. 8. 64
S&F_n. 9_2013 interpretazioni, che proprio su quella base possono affermare che l’ermeneutica [...] è un fenomeno universale» 23 . E “innovato” vuol anche significare, nella forza dell’evidenza dispiegata, dell’evidenza che persino si auto‐dispiega, che «le domande filosofiche o scientifiche o religiose o politiche davvero rilevanti sono tutte collegate al problema della realtà da assegnare a questa o quella cosa» 24 . E “innovato” vuol anche dimostrare che una tradizione è «nuovamente in movimento» dacché «così deve essere in quanto diversi fattori spingono a riprenderne il tema», laddove “riprendere”, e ciò deve essere ben compreso, vuol significare «non solo tornare a considerare ma pure far emergere le virtualità inespresse di una tradizione imponente» 25 . E “innovato” vuol anche rivelare che i diversi fattori che spingono e che, a titolo vario, rinvengono «principali aree di criticità della filosofia dell’ultimo mezzo secolo (e anche più)», impegnano in «un movimento di rinascita» che è «una reazione», un opporsi‐a che implica principalmente «riprendere il discorso metafisico dopo un lungo periodo in cui l’obiezione antimetafisica e postmetafisica è risultata particolarmente estesa» 26 . Come non convenire e, indi, cedere a tale inconfutabile assennatezza che, vibrante, si oppone al disfacimento. Come non ripartire, dunque, da tale evidente equilibrio e buonsenso. Come non far propria e disporre, in ogni piattaforma filosofica a venire, di questa «nuova disponibilità nei confronti del mondo esterno, di un reale che esorbita dagli schemi concettuali, e che ne è indipendente», di un’autentica “svolta ontologica” che, a partire dal riconoscimento della fallacia trascendentale, del potenziale disgregativo del prospettivismo radicale, vuol 23 M. Ferraris, Nuovo realismo FAQ, in «Noéma», 2, 2011, pp. 1‐14, in particolare, p. 1. 24 Ibid., p. 2. 25 A. Lavazza‐V. Possenti, Introduzione, cit., p. 8 [corsivo mio]. 26 Ibid. 65
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interpretazioni, che proprio su quella base possono affermare che<br />
l’ermeneutica [...] è un fenomeno universale» 23 .<br />
E “innovato” vuol anche significare, nella forza dell’evidenza<br />
dispiegata, dell’evidenza che persino si auto‐dispiega, che «le<br />
domande filosofiche o scientifiche o religiose o pol<strong>it</strong>iche davvero<br />
rilevanti sono tutte collegate al problema della realtà da<br />
assegnare a questa o quella cosa» 24 .<br />
E “innovato” vuol anche dimostrare che una tradizione è<br />
«nuovamente in movimento» dacché «così deve essere in quanto<br />
diversi fattori spingono a riprenderne il tema», laddove<br />
“riprendere”, e ciò deve essere ben compreso, vuol significare<br />
«non solo tornare a considerare ma pure far emergere le virtual<strong>it</strong>à<br />
inespresse di una tradizione imponente» 25 .<br />
E “innovato” vuol anche rivelare che i diversi fattori che<br />
spingono e che, a t<strong>it</strong>olo vario, rinvengono «principali aree di<br />
cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à della filosofia dell’ultimo mezzo secolo (e anche più)»,<br />
impegnano in «un movimento di rinasc<strong>it</strong>a» che è «una reazione», un<br />
opporsi‐a che implica principalmente «riprendere il discorso<br />
metafisico dopo un lungo periodo in cui l’obiezione antimetafisica<br />
e postmetafisica è risultata particolarmente estesa» 26 .<br />
Come non convenire e, indi, cedere a tale inconfutabile<br />
assennatezza che, vibrante, si oppone al disfacimento.<br />
Come non ripartire, dunque, da tale evidente equilibrio e<br />
buonsenso.<br />
Come non far propria e disporre, in ogni piattaforma filosofica a<br />
venire, di questa «nuova disponibil<strong>it</strong>à nei confronti del mondo<br />
esterno, di un reale che esorb<strong>it</strong>a dagli schemi concettuali, e che<br />
ne è indipendente», di un’autentica “svolta ontologica” che, a<br />
partire dal riconoscimento della fallacia trascendentale, del<br />
potenziale disgregativo del prospettivismo radicale, vuol<br />
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M. Ferraris, Nuovo realismo FAQ, in «Noéma», 2, 2011, pp. 1‐14, in<br />
particolare, p. 1.<br />
24 Ibid., p. 2.<br />
25 A. Lavazza‐V. Possenti, Introduzione, c<strong>it</strong>., p. 8 [corsivo mio].<br />
26 Ibid.<br />
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