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Untitled - scienzaefilosofia.it

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S&F_n. 9_2013<br />

e apparecchio a tracolla partivano baldanzosi per la sol<strong>it</strong>a g<strong>it</strong>a<br />

fuori porta. Tuttavia solo quando la settimana successiva avevano<br />

in mano le effigi di mogli arrossate in costume da bagno e di<br />

vivaci pargoli sguazzanti nell’acqua, la giornata di festa<br />

trascorsa diventava reale, tangibile, acquistando<br />

«l’irrevocabil<strong>it</strong>à di ciò che è stato e non può più essere messo in<br />

dubbio» (I. Calvino, L’avventura di un fotografo Milano, 1990, p.<br />

39).<br />

Ma che cos’è l’immagine e nella fattispecie la fotografia, che,<br />

sebbene attraverso forme mutevoli, ha di fatto invaso la nostra<br />

società a partire dalla fine del XIX Secolo<br />

È la domanda cui cerca di rispondere Roland Barthes in questo<br />

breve quanto ispirato testo.<br />

Il desiderio di Barthes è ontologico: della fotografia vuole<br />

catturare l’essenza, vuole scoprire cioè cosa essa sia in sé. Lo<br />

fa tuttavia a partire dalla propria esperienza personale di<br />

Spectator, di soggetto non esperto che guarda le foto. Il suo<br />

interesse è di tipo sentimentale più che eminentemente<br />

gnoseologico: la foto talvolta gli appare come una fer<strong>it</strong>a.<br />

La fotografia al fondo è l’espressione della contingenza assoluta,<br />

di ciò che è avvenuto una sola volta: essa «ripete meccanicamente<br />

ciò che non potrà mai ripetersi esistenzialmente» (Barthes, p. 6).<br />

L’immagine per certi versi appiattisce il suo referente<br />

all’interno di una tautologia: «nella foto la pipa è sempre una<br />

pipa, inesorabilmente» (p. 7). L’ipostatizzazione che mette in<br />

scena ha qualcosa del “r<strong>it</strong>orno del morto”. Al momento dello<br />

scatto, colui che viene fotografato non è né oggetto, né soggetto,<br />

bensì un soggetto che si sente diventare oggetto. Secondo l’autore<br />

si tratta di una micro‐esperienza della morte, nella quale si<br />

diventa spettri. Una foto può piacerci o non piacerci, colpirci,<br />

irr<strong>it</strong>arci addir<strong>it</strong>tura, e tuttavia l’emozione che essa provoca ha<br />

sol<strong>it</strong>amente la durata ridotta dello sguardo distratto che la<br />

attraversa, mentre la mano sta già sfogliando altro. Di essa non<br />

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