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RECENSIONI&REPORTS report<br />

ragionare ancora in termini individualistici se consideriamo la<br />

v<strong>it</strong>a del neonato come qualcosa di risolvibile all’interno di una<br />

sfera privata In questo modo se ne trascura la dimensione<br />

pubblica, quella cui le nostre v<strong>it</strong>e appartengono». Secondo la<br />

Bon<strong>it</strong>o Oliva questo individualismo produce una<br />

deresponsabilizzazione nel governo delle v<strong>it</strong>e comuni. «Il problema<br />

non è forse quello di ragionare nei termini delle responsabil<strong>it</strong>à e<br />

degli spazi della v<strong>it</strong>a comune» domanda la Bon<strong>it</strong>o Oliva. L’ultima<br />

questione che solleva riguarda la definizione di persona data<br />

dagli autori. Considerare la persona come un soggetto capace di<br />

porre scopi e avere aspettative significa appiattire la v<strong>it</strong>a della<br />

persona sulla sua attiv<strong>it</strong>à neuronale. «Come facciamo a stabilire<br />

che cosa significa aspettativa, che cosa significa potenzial<strong>it</strong>à,<br />

solo sulla base di un tracciato», questa l’ultima questione posta<br />

dalla Bon<strong>it</strong>o Oliva, che passa la parola ad Alberto Giubilini.<br />

Dopo essersi defin<strong>it</strong>o un bioeticista laico, Giubilini evidenzia<br />

sub<strong>it</strong>o la sua difficoltà di trovare un argomento che giustifichi<br />

la moral<strong>it</strong>à dell’aborto prenatale e allo stesso tempo sconfessi<br />

quello postnatale. «Quando io e Francesca abbiamo riflettuto su<br />

questi temi – dice – abbiamo constatato che argomenti convincenti<br />

non ce ne sono. Anzi abbiamo trovato un argomento convincente a<br />

favore della tesi opposta». Pensare che l’aborto sia permesso solo<br />

in determinate circostanze, perché il feto non ha quelle proprietà<br />

sufficienti a conferirgli un dir<strong>it</strong>to alla v<strong>it</strong>a prevalente su altri<br />

dir<strong>it</strong>ti, come quello all’autonomia della donna, implica pensare<br />

che nelle stesse circostanze, poiché anche il neonato non possiede<br />

quelle caratteristiche, la sua uccisione sarebbe leg<strong>it</strong>tima da un<br />

punto di vista morale. La tesi dell’equivalenza morale tra<br />

l’aborto prenatale a quello postnatale, continua Giubilini, in<br />

filosofia non è affatto nuova ed è stata utilizzata sia da chi si<br />

professava contro l’aborto, sia da chi ne sosteneva la leg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à<br />

anche dopo la nasc<strong>it</strong>a. Questa, in sintesi, è l’argomentazione<br />

dello studioso, che prosegue precisando la differenza tra la sua<br />

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