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S&F_n. 9_2013<br />
determinare in modo ancora più deciso, in qualche modo<br />
irrevocabile, l’identificazione del femminile col materno,<br />
fissando nella forma dell’ipostasi il presunto essere della<br />
natura, intesa come meccanismo biologico. Ma più ancora ha spinto<br />
il materno all’ident<strong>it</strong>à con la cosiddetta natura, natura così<br />
intesa. L’essere umano che è donna finisce non solo laddove le si<br />
attribuisce un’ident<strong>it</strong>à, ossia quando ella è r<strong>it</strong>enuta consistere<br />
nel modo della relazione im<strong>it</strong>ativa, per cui quanto più prossima<br />
alla realtà da im<strong>it</strong>are è chi ha da im<strong>it</strong>are, tanto più la sua<br />
ident<strong>it</strong>à è compiuta, tanto più ella è identica. Perfezioneentelecheia<br />
della riproduzione.<br />
Ma più ancora tale essere umano finisce se im<strong>it</strong>a questa natura.<br />
Se è neutral<strong>it</strong>à automatica la natura che va im<strong>it</strong>ata perché<br />
sussista la propria ident<strong>it</strong>à – ident<strong>it</strong>à, ossia fiss<strong>it</strong>à im<strong>it</strong>ativa,<br />
che è r<strong>it</strong>enuta condizione dell’uman<strong>it</strong>à di quel vivente che è la<br />
donna – la donna finisce nell’atto di dare la v<strong>it</strong>a. Questo atto è<br />
il compimento del suo morire.<br />
6. Infine<br />
Per motivi non chiari,<br />
in circostanze ignote<br />
l’Essere Ideale smise di bastarsi.<br />
Dopotutto poteva durare e durare all’infin<strong>it</strong>o,<br />
sgrossato dall’oscur<strong>it</strong>à, forgiato dalla chiarezza,<br />
nei suoi giardini di sogno sopra il mondo.<br />
Perché, diamine, si mise a cercare impressioni<br />
in cattiva compagnia della materia<br />
Che se ne fa di im<strong>it</strong>atori<br />
mal riusc<strong>it</strong>i, sfortunati,<br />
senza prospettive per l’etern<strong>it</strong>à<br />
Una saggezza zoppa<br />
con una spina conficcata nel tallone<br />
Un’armonia fatta a pezzi<br />
da acque ag<strong>it</strong>ate<br />
Il Bello<br />
con dentro budella sgraziate<br />
E il Bene<br />
‐ perché con un ombra,<br />
se prima non l’aveva<br />
Doveva esserci una ragione,<br />
anche se all’apparenza irrilevante,<br />
ma questo non lo svelerà neppure la Nuda Ver<strong>it</strong>à<br />
occupata a rovistare<br />
nel guardaroba terreno.<br />
Per non dire di questi orribili poeti, Platone,<br />
trucioli che la brezza sparge da sotto le statue,<br />
rifiuti del grande Silenzio sulle vette...<br />
W. Szymborska, Platone ossia perché<br />
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