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ANTROPOLOGIE Lorenzo De Stefano, La libertà fragile<br />
l’integrazione dell’arto anteriore nel campo tecnico culminante<br />
nella mano, e solo in ultima battuta lo sviluppo cerebrale. Si può<br />
dire quindi che l’umano inizi dai piedi; non c’è alcun rapporto di<br />
prior<strong>it</strong>à tra l’evoluzione del cervello e del dispos<strong>it</strong>ivo che esso<br />
controlla, anzi è l’evoluzione cerebrale, culminante nell’Homo<br />
sapiens con l’apertura del ventaglio corticale e con l’abolizione<br />
dello sbarramento prefrontale, che struttura il contatto cosciente<br />
dell’uomo con il mondo, a essere l’ultimo e più tardivo risultato<br />
del processo evolutivo 12 .<br />
Da questo punto di vista è assai rilevante stigmatizzare come,<br />
tanto per Anders quanto per Leroi‐Gourhan, la comparsa<br />
dell’artificial<strong>it</strong>à non sia legata alla nasc<strong>it</strong>a della coscienza, ma<br />
sia un fenomeno primario. La comparsa di un pensiero simbolico,<br />
della coscienza e dell’intelligenza riflessiva è di gran lunga<br />
successiva alla capac<strong>it</strong>à tecnica, la quale scaturisce innanz<strong>it</strong>utto<br />
da un processo di liberazione meccanica piuttosto che cerebrale.<br />
«Tra cervello e struttura i rapporti sono quelli intercorrenti tra<br />
contenuto e contenente» 13 . È quindi a partire dall’acquisizione di<br />
un tipo meccanico determinato che si assiste all’invasione<br />
progressiva del cervello e non viceversa, ragion per cui<br />
l’adattamento fisico non è guidato in prima battuta dallo sviluppo<br />
cerebrale, sebbene quest’ultimo abbia sicuramente un ruolo nella<br />
selezione naturale dei tipi e, nell’uomo, animale dotato di una<br />
artificial<strong>it</strong>à specifica, nell’edificazione di un mondo proprio.<br />
Tuttavia il nesso tra specializzazione corporea e incremento<br />
cerebrale non è sempre biunivoco, anzi la paleontologia ci<br />
conferma che proprio i gruppi meno specializzati hanno dato v<strong>it</strong>a<br />
alle forme cerebralmente più evolute:<br />
12 A questo propos<strong>it</strong>o è interessante notare come tale posizione sia già stata<br />
prefigurata filosoficamente da Nietzsche nell’aforisma 11 de La Gaia scienza:<br />
«La coscienza è l’ultimo e più tardo sviluppo dell’organico e di conseguenza<br />
anche il più incompiuto e il più depotenziato», F. Nietzsche, La gaia scienza,<br />
c<strong>it</strong>., p. 63.<br />
13 A. Leroi‐Gourhan, Il gesto e la parola, c<strong>it</strong>., p. 70.<br />
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