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Il vangelo di Luca

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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />

16) Nessuno accende una lucerna e la copre con un vaso o metterla sotto il letto…<br />

Questi versetti sono la parte conclusiva della spiegazione data ai <strong>di</strong>scepoli della precedente parabola<br />

con protagonista il Buono Seminatore, nonché la parola <strong>di</strong> Dio.<br />

Per Gesù non ci può essere una testimonianza della Parola occultata o anonima; il Popolo <strong>di</strong> Dio e<br />

il cristiano sono i germogli visibili della semina, quella caduta sul buon terreno, sono la presenza<br />

viva, nella storia, della generosità <strong>di</strong>vina.<br />

Non sono la Chiesa e il cristiano un’ostentazione della propria presunta bontà, quanto piuttosto il<br />

frutto della luce<strong>di</strong> Colui che attua la seminagione; sono la testimonianza insopprimibile della Parola<br />

posta in atto dal Cristo, affinché <strong>di</strong>minuisca la presenza del Maligno e le sue insi<strong>di</strong>e presso gli<br />

uomini.<br />

16c) ma piuttosto per metterla in alto perché chi entra in casa veda la luce<br />

I <strong>di</strong>scepoli, coloro che accettano <strong>di</strong> dar seguito al seme ricevuto col Battesimo e con gli altri Sacramenti,<br />

<strong>di</strong>ventano, per modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, il biglietto <strong>di</strong> presentazione, il segno luminoso per coloro che<br />

entrano nella Chiesa o vi si avvicinano fosse anche solo per curiosità, per coloro che desiderano<br />

frequentare la Casa della luce.<br />

18) Fate bene attenzione, dunque, a come ascoltate<br />

Gesù insiste nel tratteggiare la figura tipo del <strong>di</strong>scepolo e insiste sulla <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> cuore che<br />

questi deve riservare al dono della Parola; l’annuncio-semina è abbondante, <strong>di</strong> buona qualità ma<br />

anche il <strong>di</strong>scepolo, in qualità <strong>di</strong> vero u<strong>di</strong>tore ha da metterci del suo.<br />

Nel mondo, presso gli altri terreni c’è un’implicita attesa <strong>di</strong> luce, <strong>di</strong> senso, <strong>di</strong> gioia, <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> vita<br />

e tutto ciò è patrimonio adatto ai riverberi della luce della Parola e i cristiani devono esserne consapevoli,<br />

quali novelli tedofori (portatori della luce) affinché <strong>di</strong>minuisca il numero <strong>di</strong> coloro che<br />

credendo <strong>di</strong> avere, credono allora <strong>di</strong> essere, col rischio così <strong>di</strong> perdere anche quel poco che pensa<br />

(no) <strong>di</strong> avere.<br />

I veri parenti <strong>di</strong> Gesù (8,19–21)<br />

19Un giorno la madre e i fratelli <strong>di</strong> Gesù andarono a trovarlo, ma non potevano avvicinarlo<br />

perché era circondato dalla folla. 20 Qualcuno gli <strong>di</strong>sse: - Qui fuori ci sono tua madre e i tuoi<br />

fratelli che desiderano vederti. 21 Ma Gesù rispose loro: - Mia madre e i miei fratelli sono<br />

quelli che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la mettono in pratica!<br />

21) Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la mettono in pratica<br />

Quest’episo<strong>di</strong>o, narrato da <strong>Luca</strong> con minor spirito polemico del racconto parallelo <strong>di</strong> Marco, lo si<br />

può considerare come un’appen<strong>di</strong>ce conclusiva del <strong>di</strong>scorso in parabole <strong>di</strong> Gesù, che merita<br />

un’iniziale precisazione.<br />

Gesù con l’affermazione relativa a coloro che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la mettono in pratica e<br />

per questo <strong>di</strong>ventano come suoi intimi familiari, non intende scar<strong>di</strong>nare il valore della famiglia, con<br />

le sue precise parentele e i suoi ruoli essenziali.<br />

Egli, in questo caso, intende rimarcare, tra gli effetti portati dalla parola ascoltata, l’affinità e<br />

l’amore che al <strong>di</strong>scepolo viene riservato da parte del Verbo <strong>di</strong> Dio.<br />

Come la Madre e i fratelli <strong>di</strong> Gesù, il <strong>di</strong>scepolo va a trovare il suo Maestro sia per affetto che per<br />

contiguità <strong>di</strong> cammino; tuttavia per il come egli ascolta la buona novella, e <strong>di</strong> questa si nutre e vive,<br />

ha la gioia <strong>di</strong> sentirsi definire non tanto buon terreno, quanto piuttosto venire in<strong>di</strong>cato come<br />

suo congiunto e amato familiare.<br />

Partecipare alla mensa della Parola, ascoltare-accogliere-perseverare-vigilare-incarnare quel che<br />

Gesù riserva ai suoi <strong>di</strong>scepoli, attua in loro un incre<strong>di</strong>bile cambiamento: da peccatori a familiari<br />

suoi e del Padre che l’ha mandato nel mondo.<br />

Kairòs 72

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