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Il vangelo di Luca

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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />

valore, o ad<strong>di</strong>rittura a non compromettersi riguardo all’agire dei propri simili.<br />

In altre parole i <strong>di</strong>scepoli, sia come comunità sia come singoli, sono invitati a tener presente che<br />

<strong>di</strong> Dio e solo <strong>di</strong> Lui è il giu<strong>di</strong>zio definitivo, assoluto e che quello <strong>di</strong>vino sarà sempre un giu<strong>di</strong>zio<br />

santo e giusto, sarà sempre un giu<strong>di</strong>zio dettato dall’Amore; questa potestà <strong>di</strong>vina e<br />

quest’Amore saranno i parametri, i punti <strong>di</strong> riferimento dei credenti se vorranno essere pieni <strong>di</strong><br />

bontà, così come Dio, (loro) Padre, è pieno <strong>di</strong> bontà.<br />

Accanto al saper collocare su due piani <strong>di</strong>stinti il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong>vino e il giu<strong>di</strong>zio umano, anche<br />

quando quest’ultimo è investito da un preciso mandato <strong>di</strong> Dio, quando l’uomo-<strong>di</strong>scepolo emette<br />

un giu<strong>di</strong>zio, questi va <strong>di</strong>stinto dalla condanna con cui si vuole retribuire chi ha sbagliato: un<br />

conto è l’errore, che si può e si deve condannare, e un altro è l’errante; l’eventuale condanna <strong>di</strong><br />

quest’ultimo, per essere giusta, non può non tener conto del perdono che è l’aspetto più sublime<br />

<strong>di</strong> ogni autentica bontà, perdono che è la perfezione della misericor<strong>di</strong>a, perdono senza il<br />

quale ogni condanna assume il sapore della vendetta o <strong>di</strong> un criterio meramente retributivo e<br />

mai redentivi.<br />

38) Date agli altri e Dio darà a voi: riceverete da lui una misura buona, pigiata, scossa e traboccante.<br />

Innanzi tutto va detto che queste parole sono un invito non solo a praticare la logica<br />

dell’Amore, ma a conseguire la gioia che deriva dal dare agli altri per amore: C’è più gioia nel<br />

dare che nel ricevere (At 20, 35).<br />

Inoltre quel che la Parola ci offre è che il destino <strong>di</strong> felicità che ogni donna e ogni uomo perseguono<br />

passa dalla generosità con la quale essi commisurano il loro dare agli altri: quanto più intenso<br />

è il dare per amore, tanto più abbondante sarà la benevolenza <strong>di</strong>vina che vi corrisponderà.<br />

38b) Con la stessa misura con cui voi trattate gli altri, Dio tratterà voi<br />

Accanto al filo condotto dell’amore, nei due versetti vi è pure il legame del riconoscimento che<br />

Dio riserverà a coloro che accetteranno <strong>di</strong> ascoltare-interpretare la Legge dell’Amore.<br />

In altre parole questi consigli evangelici affermano che dalla qualità-misericor<strong>di</strong>a delle nostre<br />

relazioni, passerà il nostro destino escatologico, che da come noi guarderemo il volto degli altri,<br />

Dio guarderà il nostro – s’intende sempre con tutta quella misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> cui il Dio <strong>di</strong> Gesù è<br />

capace.<br />

Per una creatura così tanto amante della propria libertà e del proprio protagonismo qual è appunto<br />

l’uomo, bisogna ammettere che quanto sopraddetto è <strong>di</strong> notevole rilevanza, considerato<br />

l’esplicito legame che Gesù rivela esserci tra l’agire dell’uomo e il <strong>di</strong>venire dell’agire <strong>di</strong> Dio; chi<br />

comprende questo sa che dalla propria storia, come dalle proprie scelte, viene deciso l’amoregiu<strong>di</strong>zio<br />

<strong>di</strong> Dio sulla vita intrapresa e praticata.<br />

<strong>Il</strong> Discorso della montagna. Alcune parabole (6,39-45)<br />

39Gesù <strong>di</strong>sse loro anche questa parabola: Un cieco può forse pretendere <strong>di</strong> fare da guida a un<br />

altro cieco Se lo facesse, cadrebbero tutti e due in una buca!<br />

40Nessun <strong>di</strong>scepolo è più grande del suo maestro; tutt'al più, se si lascia istruire bene, sarà<br />

come il suo maestro.<br />

41E tu perché stai a guardare la pagliuzza che è nell'occhio <strong>di</strong> un tuo fratello e non ti accorgi<br />

della trave che è nel tuo occhio 42Come osi <strong>di</strong>rgli: Fratello, lascia che tolga la pagliuzza dal<br />

tuo occhio, mentre tu non ve<strong>di</strong> la trave che è nel tuo Ipocrita, togli prima la trave dal tuo<br />

occhio, allora vedrai chiaramente e potrai togliere la pagliuzza dall'occhio <strong>di</strong> tuo fratello.<br />

Kairòs 55

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