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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />
bi la paternità legale <strong>di</strong> Giuseppe, quella <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> si basava sulla <strong>di</strong>nastia <strong>di</strong> Maria, forse anche perché<br />
questa ascendenza permetteva <strong>di</strong> collegarla alla promessa primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> una stirpe <strong>di</strong>scendente<br />
da Eva in grado <strong>di</strong> vincere il male con la vita e con l’obbe<strong>di</strong>enza al piano <strong>di</strong> Dio, mentre quella<br />
<strong>di</strong> Matteo rispecchiava la <strong>di</strong>scendenza del casato <strong>di</strong> Giuseppe, quin<strong>di</strong> attenta alla tra<strong>di</strong>zione e-<br />
braica.<br />
In entrambi i casi era comunque garantita la <strong>di</strong>scendenza dalla stirpe regale <strong>di</strong> Davide. Comparando<br />
le genealogie <strong>di</strong> Matteo e <strong>Luca</strong>, i soli evangelisti che le propongono, si può notare che la prima<br />
è fatta risalire ad Abramo, quin<strong>di</strong> con particolare riferimenti alle promesse e bene<strong>di</strong>zioni fatte da<br />
Dio al grande Patriarca, capostipite del popolo eletto, mentre quella <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> risale ad Adamo e a<br />
Dio e quin<strong>di</strong> con l’intento <strong>di</strong> presentare Gesù come nuovo Adamo e, come lui, senza padre naturale,<br />
il tutto in una evidente <strong>di</strong>mensione universale per la quale ogni uomo è fratello del Cristo e in<br />
Lui partecipe <strong>di</strong> una nuova e redenta umanità.<br />
Questa lunga <strong>di</strong>gressione, che può apparire più per specialisti che per comuni lettori <strong>di</strong> messaggi<br />
web, i quali però sono da ritenere sempre cercatori <strong>di</strong> verità, può permettere qualche suggestione<br />
in grado <strong>di</strong> confortare l’umanità e la spiritualità del credente.<br />
Una nota relativa a questi nomi è il loro <strong>di</strong>ffuso anonimato che però ci permette una considerazione<br />
illuminante: come gli ascendenti <strong>di</strong> Gesù, anche i suoi ere<strong>di</strong>, nella fede, pur se anonimi o<br />
sconosciuti dai più, hanno, grazie al Messia, l’opportunità, la grazia, la gioia <strong>di</strong> far parte della sua<br />
stirpe, della sua umanità, della sua missione, della sua ere<strong>di</strong>tà.<br />
A proposito poi <strong>di</strong> ascendenti più o meno anonimi,<br />
che presentano quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>fficoltà a rintracciare un’ affidabile continuità storica, nella genealogia<br />
proposta da Matteo, così attento nella sua opera, a rimarcare la <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> Gesù da<br />
Abramo e da Davide, sono presenti quattro nomi <strong>di</strong> donne definibili non proprio per bene: una<br />
prostituta, una meretrice, un’adultera, una ban<strong>di</strong>ta dalla comunità ebraica. Attraverso questa piccola<br />
noticina si può comprendere come lo scrittore biblico non tema <strong>di</strong> presentare<br />
l’imparentamento del Figlio <strong>di</strong> Giuseppe, con persone più qualificate dalla loro storia <strong>di</strong> peccato e<br />
quin<strong>di</strong>, con la derivante agli occhi della fede, che neanche il Figlio <strong>di</strong> Dio teme <strong>di</strong> apparire legato<br />
ad una storia, quella <strong>di</strong> Israele o quella <strong>di</strong> Adamo, percorsa da scelte peccaminose o trasgressive;<br />
anche questa contaminazione è suo libero atto <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a legato al suo essersi fatto carne.<br />
Tutto questo può aiutarci a comprendere come Gesù non abbia manifestato preclusioni nel presentarsi<br />
davanti a Giovanni il Battista in mezzo a una folla penitente per i propri peccati e come<br />
anche in seguito, il suo ministero lo presenterà in molti casi accanto a persone o ambienti poco<br />
dabbene.<br />
Ultima sottolineatura <strong>di</strong> tipo storico - culturale, e comunque meritevole <strong>di</strong> un accenno, è quella<br />
che riguarda la cura con la quale molte Chiese particolari o locali, fanno risalire la loro nascita attraverso<br />
il ricordo dei propri vescovi succedutesi a partire o da un Apostolo, o da un collaboratore<br />
<strong>di</strong> questi; anche questo può arrecare senso <strong>di</strong> appartenenza, <strong>di</strong> continuità e <strong>di</strong> fedeltà al mandato<br />
e al ruolo missionario. Un po’ come un’aggiornata genealogia <strong>di</strong> tipo post pasquale.<br />
Le tentazioni <strong>di</strong> Gesù (4,1–13)<br />
Figura 13 Gesù tentato dal demonio.<br />
1Gesù, pieno <strong>di</strong> Spirito Santo, si allontanò dalla regione del Giordano. Poi, sempre sotto l'azione<br />
dello Spirito, andò nel deserto 2e rimase là quaranta giorni, mentre Satana lo assaliva<br />
con le sue tentazioni. Per tutti quei giorni non mangiò nulla e alla fine ebbe fame. 3Allora il<br />
<strong>di</strong>avolo gli <strong>di</strong>sse:- Se tu sei il Figlio <strong>di</strong> Dio comanda a questa pietra <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare pane.<br />
4Ma Gesù gli rispose: -No, perché nella Bibbia è scritto: Non <strong>di</strong> solo pane vive l'uomo. 5<strong>Il</strong> <strong>di</strong>avolo<br />
allora condusse Gesù sopra un monte e in un solo istante gli fece vedere tutti i regni<br />
della terra. – 6-7Gli <strong>di</strong>sse: - Ve<strong>di</strong>, tutti questi regni, ricchi e potenti, sono miei: a me sono stati<br />
Kairòs 29