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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />
pesi della vita.<br />
26c) Gli caricarono sulle spalle la croce e lo costrinsero a portarla <strong>di</strong>etro a Gesù<br />
Grazie ai Vangeli, soprattutto grazie a <strong>Luca</strong>, il Cireneo è <strong>di</strong>ventato la figura tipica del <strong>di</strong>scepolo, del<br />
cristiano chiamato a seguire Gesù sulla stessa via dolorosa.<br />
Se qualcuno vuol venire con me, smetta <strong>di</strong> pensare a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e<br />
mi segua (9,23)<br />
<strong>di</strong>sse un giorno il Maestro; Simone, più inconsapevole che cosciente, venne chiamato a qualcosa <strong>di</strong><br />
più profondo del detto citato: portare la Croce del Cristo, portare il segno <strong>di</strong> salvezza e <strong>di</strong> libertà<br />
per tutte le croci dell’uomo. Secondo il racconto <strong>di</strong> Marco, ispirato secondo la tra<strong>di</strong>zione dalla pre<strong>di</strong>cazione<br />
<strong>di</strong> Pietro, Simone <strong>di</strong> Cirene, fu papà <strong>di</strong> due <strong>di</strong>scepoli noti a quel tempo, Alessandro e Rufo;<br />
pure la moglie <strong>di</strong>venne molto apprezzata se si pensa che questa donna, secondo<br />
un’antichissima tra<strong>di</strong>zione, venne considerata da Paolo come una madre anche per lui (Rm.16,13).<br />
Appare molto bello pensare attraverso queste notizie, come da quell’incontro, più subito e casuale<br />
che ambito, tutta la vita e tutta la famiglia <strong>di</strong> Simone il Cireneo cambiarono; questo pensiero sembra<br />
in linea con altri cambiamenti che il racconto lucano ci presenta in questa parte finale del suo<br />
racconto.<br />
27) Erano in molti a seguire Gesù: una gran folla <strong>di</strong> popolo e un gruppo <strong>di</strong> donne che si battevano<br />
il petto e manifestavano il loro dolore per lui<br />
Dopo la parentesi del processo, dalla narrazione <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> emerge, fin dall’inizio della via dolorosa,<br />
un mutamento dell’agire del popolo: dall’ostilità, dall’invettiva al ripensamento su ciò che stava<br />
avvenendo, dal puntare il <strong>di</strong>to al battersi il petto. Ad onor del vero la componente più colpita dalla<br />
tragica processione che seguiva il condannato è quella femminile; se in <strong>Luca</strong> è stata una costante il<br />
rimarcare i sentimenti del popolo, lo è stato altrettanto la sua attenzione benevola verso le donne<br />
che ebbero a che fare con il Rabbi <strong>di</strong> Nazareth. Nel nostro caso, poi, l’evangelista sottolinea la<br />
compassione <strong>di</strong> quel gruppo <strong>di</strong> donne che pubblicamente, e quin<strong>di</strong> molto coraggiosamente, manifestavano<br />
il loro dolore per lui; un bell’esempio <strong>di</strong> pubblica partecipazione al dolore altrui e <strong>di</strong><br />
ravve<strong>di</strong>mento.<br />
28) Gesù si voltò verso <strong>di</strong> loro e <strong>di</strong>sse: Donne <strong>di</strong> Gerusalemme, non piangete per me. Piangete<br />
piuttosto per voi e per i vostri figli<br />
Gesù fu sempre attento alla riconoscenza, al <strong>di</strong>alogo con coloro che gli volevano bene e lo incontravano<br />
per ascoltarlo sinceramente; in questo caso, Gesù, toccato da quel sentimento, nonostante<br />
la sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sofferenza e <strong>di</strong> umiliazione, riservò a quel gruppo <strong>di</strong> donne una parola che<br />
le aiutasse a personalizzare e, soprattutto, a con<strong>di</strong>videre il loro sentimento.<br />
Ciò che Gesù <strong>di</strong>ce loro, più che un rimprovero, appare un invito-profezia a considerare tutta la portata<br />
<strong>di</strong> quell’evento che esse stavano vedendo-seguendo; da compiangere non era il Figlio<br />
dell’uomo (nel racconto lucano queste sono le ultime parole del Maestro pronunciate nei suoi itinerari<br />
terreni), ma coloro che non si rendevano conto della portata salvifica <strong>di</strong> cui lui era portatore,<br />
<strong>di</strong> cui lui era vittima sacrificale. Parole molto simili Gesù le riservò quando pianse su Gerusalemme<br />
(19,41-44).<br />
31) Perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà <strong>di</strong> quello secco<br />
Questo versetto è la felice chiave d’interpretazione dei cenni profetici richiamati in precedenza da<br />
Gesù (cfr.Zc.12,10–14; Os.18,8); il messaggio è evidente: se gli uomini trattano così il giusto,<br />
l’innocente, male<strong>di</strong>cendolo e uccidendolo, cosa sarà mai riservato agli iniqui, a coloro a cui sarà<br />
imputato qualcosa <strong>di</strong> male<br />
Questo detto del Maestro può avere a tutt’oggi un forte impatto sul comportamento delle autorità<br />
in genere: è molto più facile gestire una condanna o prendersela con un debole, piuttosto che farsi<br />
Kairòs 257