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Il vangelo di Luca

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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />

Nella parte del versetto proposto, c’è un evidente contrasto nella personalità <strong>di</strong> Giuda, uno dei<br />

do<strong>di</strong>ci. Egli viene presentato come guida <strong>di</strong> molta gente dall’apparenza piuttosto bellicosa, visto<br />

l’ar-mamentario che portava; ciò fa pensare al fallimento <strong>di</strong> quanto Gesù gli aveva con<strong>di</strong>viso, dalle<br />

cure alla formazione, allo stesso nome <strong>di</strong> apostolo che gli aveva dato, un nome che esprimeva ben<br />

altra missione e ben altro annuncio, un nome dato a coloro che dovevano farsi pastore, come il<br />

Maestro, presso un popolo che appariva caratterizzato proprio dalla mancanza <strong>di</strong> guide (cfr Mc 6,<br />

34 ss ); Giuda, prima ancora <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re l’amico e Maestro, tra<strong>di</strong>sce la Parola e l’insegnamento ricevuti,<br />

tra<strong>di</strong>sce il suo recente passato.<br />

Formato per <strong>di</strong>ventare guida <strong>di</strong> un nuovo popolo, Giuda, si presenta sulla scena come guida <strong>di</strong> un<br />

vecchio modo <strong>di</strong> risolvere gli eventuali problemi umani: con l’uso della forza, con la violenza.<br />

La fosca immagine <strong>di</strong> Giuda appare quin<strong>di</strong> marcata da evidenti contrad<strong>di</strong>zioni; come frequentemente<br />

succede, nel dramma si possono cogliere aspetti tragicomici frutto dell’alterazione dei sentimenti<br />

<strong>di</strong> chi lo scatena: il tra<strong>di</strong>tore, da un lato voleva ottenere il suo scopo lontano dalla folla e<br />

non ci riesce, dall’altro egli si presenta a Gesù con atteggiamento benevolo senza accorgersi <strong>di</strong><br />

quanto fosse poco cre<strong>di</strong>bile in quel contesto e con quel seguito. Povero Giuda!<br />

E l’aggettivo che l’esclamazione arreca vuole in<strong>di</strong>care che l’apostolo era nella con<strong>di</strong>zione ideale per<br />

ricorrere all’amicizia e al perdono del Maestro, considerato ciò che aveva ascoltato e visto dalla<br />

Galilea in poi; invece non ne approfittò preferendogli Satana.<br />

48) Allora Gesù <strong>di</strong>sse: - Giuda, con un bacio tu tra<strong>di</strong>sci il Figlio dell'uomo<br />

Con pochissime parole, <strong>Luca</strong>, descrive l’azione del tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Giuda; per la verità l’evangelista,<br />

nel raccontare gli eventi capitati agli Ulivi, è molto più sintetico <strong>di</strong> Matteo e Marco, così come era<br />

stato più lungo <strong>di</strong> loro nel racconto della cena pasquale e lo scopo che emerge da questa scelta<br />

redazionale appare la costante fedeltà <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> a rimarcare la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Gesù, anche <strong>di</strong> fronte<br />

ad un amico-tra<strong>di</strong>tore o ad eventi così dolorosi.<br />

Si può notare come non ci sia nessun accenno particolare su quel saluto così amicale dell’apostolo<br />

verso il Maestro, se non una domanda, con implicito desiderio <strong>di</strong> vero incontro e <strong>di</strong> vero <strong>di</strong>alogo:<br />

Giuda, con un bacio tu tra<strong>di</strong>sci il Figlio dell'uomo.<br />

Quante riflessioni sono state scritte su questo segno, che doveva essere abituale negli incontri del<br />

gruppo apostolico; l’unica amarissima constatazione che in merito si offre è quella relativa a Giuda<br />

che ha fatto <strong>di</strong> un gesto d’affetto, qual è un bacio, il modo <strong>di</strong> farsi vicino a colui che egli tra<strong>di</strong>va: un<br />

segno d’amore per tra<strong>di</strong>re l’Amore, per tra<strong>di</strong>re un’amicizia, un’appartenenza comune.<br />

Nel racconto <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> non viene scritto se Giuda portò a compimento l’evidente volontà del bacio,<br />

probabilmente questo silenzio dell’evangelista fu causato dalla sua sensibilità o per rispetto della<br />

comunità per cui scrisse, considerata l’insopportabilità del segno col quale avvenne il tra<strong>di</strong>mento.<br />

49) Quelli che erano con Gesù, appena si accorsero <strong>di</strong> ciò che stava per accadere, <strong>di</strong>ssero: - Signore,<br />

usiamo la spada<br />

Quale <strong>di</strong>verso atteggiamento tra il precedente dormire dei <strong>di</strong>scepoli e la loro reattiva <strong>di</strong>sponibilità<br />

a <strong>di</strong>fendere Gesù; l’unica cosa da rimarcare in questi due opposti tratti è la lontananza dei <strong>di</strong>scepoli<br />

dalla logica del Maestro: se non si prega, se il pregare non viene ritenuto la vera risorsa del <strong>di</strong>scepolo,<br />

la tentazione della violenza appare abbastanza scontata in caso <strong>di</strong> conflittualità.<br />

Verrebbe da <strong>di</strong>re con tenero scoramento: ; in verità gli apostoli si rivolgono<br />

a lui chiamandolo Signore ed è questo l’unico elemento positivo a favore<br />

dell’attaccamento al loro rabbi, ma la sequela, il <strong>di</strong>scepolato sono altra scelta.<br />

50–51) Due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> reagire<br />

Gesù come in precedenza al tavolo nella sala grande, riafferma il suo no all’uso della violenza,<br />

Kairòs 242

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