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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />
dormentati, sfiniti per la tristezza 46 e <strong>di</strong>sse loro: Perché dormite Alzatevi e pregate<br />
per resistere nel momento della prova.<br />
Premessa<br />
<strong>Il</strong> contenuto del brano letto è la prima parte<br />
<strong>di</strong> un quadro (22,39–53) che fa da cerniera<br />
tra la Cena del Signore e l’arresto <strong>di</strong> Gesù; <strong>di</strong><br />
seguito si offrono alcune lineamenti generali,<br />
mentre l’approfon<strong>di</strong>mento che seguirà,<br />
riguarderà la parte oggi proposta.<br />
La prima cosa che si può osservare del quadro<br />
sopradetto, è l’essere ambientato in un<br />
posto sul monte degli Ulivi, al quale Gesù<br />
era solito andare <strong>di</strong> notte con i suoi <strong>di</strong>scepoli<br />
dolo l’arrivo in Gerusalemme (cfr 21,37); nel<br />
nostro caso era una notte particolare, quella<br />
dopo la cena pasquale e la prima parte ne è<br />
quasi la continuazione se si considera, come<br />
filo conduttore, la preghiera e l’aspetto e-<br />
Figura 104 - Agonia <strong>di</strong> Gesù al Getsemani<br />
sortativo del Maestro, con la sola <strong>di</strong>fferenza della <strong>di</strong>mensione: da quella comunitaria precedentemente<br />
celebrata, si passa a quella personale, a sottolineare che entrambi fanno parte <strong>di</strong><br />
quell’unica realtà che è la comunione-relazione fra Dio e l’uomo.<br />
Un altro aspetto dell’unità narrativa è la centralità della figura del Cristo, ancora fattivo e propositivo<br />
come lo <strong>di</strong>mostrano i suoi consigli, la sua esemplarità, una guarigione operata, il non sottrarsi<br />
alla molta gente venuta per catturarlo; Gesù non è succube degli eventi, li precede e interpreta,<br />
pur sentendone il peso e la drammaticità.<br />
Un terzo elemento lo offre la sottolineatura che l’evangelista fa dei sentimenti con i quali Gesù affronta<br />
la suaora; il dato è in continuità col racconto della cena, con il passaggio dall’ardente desiderio<br />
alla grande tensione che il Maestro sperimenta durante la prova (agonia, lotta) del dopo Cena.<br />
Queste caratteristiche uniscono la <strong>di</strong>versità dei due momenti che compongono la narrazione: il<br />
primo momento maggiormente collocato sul versante dei preparativi con i quali Gesù si pre<strong>di</strong>spose<br />
a vivere il tempo del patire, mentre il secondo dà inizio in misura più marcata alla sua passione,<br />
al dramma suo e dei suoi <strong>di</strong>scepoli che vedremo interpretato con modalità ben <strong>di</strong>verse.<br />
Un ultimo elemento che pare doveroso comunicare riguarda il genere letterario che l’evangelista<br />
<strong>Luca</strong> usa, una scelta redazionale che gli avrebbe permesso <strong>di</strong> portare avanti da un lato la concordanza<br />
con gli altri Evangelisti, specie con Marco, dall’altro <strong>di</strong> mantenere fede alle linee del suo<br />
scritto, ovvero servizio alla Verità e servizio alla fede vissuta della comunità per la quale scrive.<br />
Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi il genere letterario usato è quello tipico dei racconti narranti un martirio,<br />
stile presente, per esempio, nel secondo libro dei Maccabei, e ha come messaggio principale, quello<br />
<strong>di</strong> presentare il martire come persona in <strong>di</strong>fficoltà nell’affrotare il dolore della prova e per questo,<br />
egli cerca nella preghiera a Dio, al quale si affida, ciò <strong>di</strong> cui ha bisogno per portare avanti quel<br />
progetto <strong>di</strong> cui si sente testimone, ma che solo l’Altissimo può operare compiutamente in lui.<br />
In questa luce, <strong>Luca</strong> può continuare ad evidenziare come Gesù cerchi sempre <strong>di</strong> attuare la volontà<br />
del Padre, grazie ad una costante e sentita preghiera che gli permette da un lato <strong>di</strong> superare il potere<br />
delle tenebre che hanno in Satana il principale autore e per questo il vero antagonista del Cristo,<br />
e dall’altro <strong>di</strong> estendere i frutti del suo pregare a quei <strong>di</strong>scepoli che per tristezza non riescono<br />
Kairòs 237