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Il vangelo di Luca

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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />

eterna Alleanza.<br />

46) Diceva loro: Nella Bibbia sta scritto: La mia casa sarà casa <strong>di</strong> preghiera, voi invece, ne avete<br />

fatto un covo <strong>di</strong> briganti<br />

Unendo due antiche profezie (Is.57,7 e Ger.7,11), Gesù motiva con linguaggio aspro, la vera intenzione<br />

del suo gesto: purificare, innovare e, si potrebbe <strong>di</strong>re, abolire ogni abuso deturpante la casa<br />

<strong>di</strong> preghiera; è possibile aggiungere che il Cristo voglia rettificare un <strong>di</strong>sinvolto modo<br />

d’interpretare la preghiera, troppo formale e lontana dalla santità amorosa <strong>di</strong> Dio.<br />

Rimane chiaro a questo punto che l’intenzione <strong>di</strong> Gesù cozzava contro la “Tra<strong>di</strong>zione” ebraica del<br />

tempo e quin<strong>di</strong> suscitava un vero sovvertimento delle usanze che da Abramo in poi si erano se<strong>di</strong>mentate<br />

nella religiosità del “Popolo eletto”; questa presa <strong>di</strong> posizione significava altresì affermare<br />

il primato <strong>di</strong> Gesù, nel quale è per Lui e con Lui che il culto a Dio supera ogni ritualismo, localismo,<br />

ogni precettistica svincolata dalla più pura delle preghiere, quella del Figlio <strong>di</strong> Dio. Si comprende<br />

allora che il messaggio presente nella “presa <strong>di</strong> possesso” del Tempio da parte <strong>di</strong> Gesù troverà risonanze<br />

determinanti nel successivo processo, e relativa condanna a morte, a carico dello stesso<br />

“Re-Messia”.<br />

Annotazione finale<br />

47–48) Questi ultimi due versetti rappresentano un’utile informazione sui giorni successivi<br />

all’“ingresso” <strong>di</strong> Gesù a Gerusalemme; il Tempio e la città saranno la sede della presenza e<br />

dell’azione pubblica <strong>di</strong> Gesù ad in<strong>di</strong>care, nell’ottica lucana, che i due “luoghi” perdono il loro primato<br />

per scadere in una “Tra<strong>di</strong>zione” <strong>di</strong> fatto ormai superata o incompleta.<br />

A questo proposito va rilevata l’impotenza delle stesse autorità religiose del tempo, impossibilitate<br />

ad eliminare la causa <strong>di</strong> una sovversione che minava non solo il culto d’Israele, ma qualsiasi forma<br />

<strong>di</strong> preghiera <strong>di</strong>sancorata dall’unico Dio universale e dalla “me<strong>di</strong>azione” del Figlio dell’uomo, quale<br />

l’insegnamento <strong>di</strong> Gesù rivelava e che il popolo apprezzava.<br />

Al termine <strong>di</strong> questo “trittico” riguardante l’arrivo <strong>di</strong> Gesù a Gerusalemme, pare opportuno allertare<br />

la nostra attenzione su quelli che saranno gli ultimi giorni <strong>di</strong> vita del Salvatore; giungere a questa<br />

méta per Gesù significava essere <strong>di</strong>sposto a vivere fino alle estreme conseguenze il “mandato”<br />

ricevuto dal Padre, come precedentemente aveva comunicato ai suoi <strong>di</strong>scepoli, apparsi e rimasti<br />

increduli su una fine così drammatica.<br />

Alla luce <strong>di</strong> questa sottolineatura si comprenderà meglio l’importanza <strong>di</strong> tutte le parole e le opere<br />

che Gesù interpreterà nella capitale del suo popolo, in quanto contribuiranno a determinare non<br />

solo il suo congedo dagli amici, la e il fine della sua missione, ma quello che si potrebbe chiamare,<br />

e non a torto, il suo “testamento”, ovvero la sua “Pasqua” quale luce per illuminare tutto il resto<br />

della sua “Incarnazione”.<br />

Fin d’ora pare opportuno rimarcare l’importantissimo ruolo che Gesù assegna alla preghiera quale<br />

“via” privilegiata nella relazione, personale e <strong>di</strong> popolo, con Dio.<br />

Discussione sull’autorità <strong>di</strong> Gesù (20,1-8)<br />

1Gesù stava insegnando nel Tempio e annunziava al popolo il suo messaggio. I capi dei sacerdoti,<br />

i maestri della Legge, insieme con le altre autorità, andarono da lui e gli <strong>di</strong>ssero: 2 -<br />

Tu devi <strong>di</strong>rci una cosa: che <strong>di</strong>ritto hai <strong>di</strong> fare quel che fai Chi ti ha dato l'autorità <strong>di</strong> agire<br />

così<br />

3Gesù rispose loro: - Voglio farvi anch'io una domanda. 4 Ditemi: Giovanni, chi lo ha mandato<br />

a battezzare Dio o gli uomini<br />

5Quelli allora si consultarono tra loro: "Se <strong>di</strong>ciamo che Giovanni è stato mandato da Dio, ci<br />

chiederà: "Perché dunque non avete creduto in lui". 6 Se invece <strong>di</strong>ciamo che Giovanni è sta-<br />

Kairòs 198

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