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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />
l’ingresso e il pianto sulla città, viene da <strong>Luca</strong> presentata la “presa <strong>di</strong> possesso” del Tempio, centro<br />
nevralgico per la religione d’Israele, ma anche determinante<br />
dal punto <strong>di</strong> vista socio politico per i governi<br />
del tempo, governi <strong>di</strong> tipo teocratico; la terminologia<br />
che viene usata in queste ultime tre catechesi si rifà<br />
allo schema in uso nella realtà profana <strong>di</strong> duemila anni<br />
fa, avendo nel contempo l’accortezza <strong>di</strong> rimarcare le<br />
sostanziali <strong>di</strong>fferenze messe in atto dai re terreni e dal<br />
“Re-Messia”, quale Gesù s’interpreta e si propone.<br />
Quest’ultimo atto è conosciuto anche come “La purificazione<br />
del Tempio” e in effetti l’azione <strong>di</strong> Gesù ha<br />
proprio l’inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> eliminare ogni possibile profanazione<br />
della sacralità del Luogo che, va ricordato,<br />
era considerato la residenza del Dio d’Israele.<br />
Tutti gli evangelisti riportano questo fatto, il che sta ad<br />
in<strong>di</strong>care l’importanza che esso assume nel ministero<br />
pubblico <strong>di</strong> Gesù; questa rilevanza è rimarcata anche<br />
Figura 91 - Cacciata dei mercanti dal Tempio<br />
Giotto<br />
dalla collocazione cronologica in cui è collocata: Giovanni pone la “cacciata dei mercanti” all’inizio<br />
della missione <strong>di</strong> Gesù, mentre i tre sinottici la pongono alla fine del viaggio del “Maestro” a Gerusalemme;<br />
tale scelta redazionale è in funzione del piano della loro opera e dell’u<strong>di</strong>torio a cui si rivolgono,<br />
e però collocare al principio o alla conclusione un determinato episo<strong>di</strong>o significa che è<br />
fondamentale nel prima opera e coronamento negli altri scritti, in ogni caso rafforzativo del fatto e<br />
del messaggio che si vuole trasmettere.<br />
Fra i quattro evangelisti, <strong>Luca</strong>, l’evangelista della misericor<strong>di</strong>a, è quello che lo presenta con tinte<br />
attenuate: non presenta Gesù con la sferza in mano (Gv 2,13–20), né Gesù che rovescia i tavoli dei<br />
mercanti (Mt.21,12–17) e neanche in atteggiamento <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re il culto del Tempio (Mc.11,15–<br />
19); questa comparazione permette pure <strong>di</strong> rilevare che secondo il racconto lucano, dopo<br />
l’ingresso, Gesù non s’allontanò più da Gerusalemme, ribadendo così il ruolo della città nel suo<br />
racconto.<br />
45) Poi Gesù entrò nel cortile del Tempio e cominciò a cacciar via quelli che stavano là a vendere<br />
Quante volte in passato abbiamo potuto osservare la calma, la pazienza, l’attenzione <strong>di</strong> Gesù a non<br />
lasciarsi alterare dalle minacce, dai pericoli, dalle provocazioni dei suoi “avversari”; pur attenuando<br />
la <strong>di</strong>rompenza dell’atto <strong>di</strong> Gesù, <strong>Luca</strong> <strong>di</strong> fatto c’informa che l’inten<strong>di</strong>mento del “nuovo Re” è<br />
quello <strong>di</strong> porre fine agli antichi rituali presenti nella liturgia del Tempio.<br />
Mercanti e cambiavalute erano necessari al buon funzionamento e al rispetto delle norme che <strong>di</strong>sciplinavano<br />
i riti del culto d’Israele, soprattutto per i pellegrini: i primi vendevano gli animali da<br />
offrire quale sacrificio a Dio, i secon<strong>di</strong>, davano la possibilità <strong>di</strong> cambiare le monete dei paesi <strong>di</strong> provenienza<br />
degli Ebrei della <strong>di</strong>aspora, monete ritenute impure e quin<strong>di</strong> inidonee per la sacralità<br />
dell’offerta.<br />
<strong>Il</strong> problema semmai era il profitto che l’utilità del “mercato” permetteva a coloro che lo gestivano,<br />
profitto troppo legato all’aspetto economico che alla finalità sottesa. Di per sé l’azione <strong>di</strong> Gesù non<br />
fu vera novità, in quanto <strong>di</strong>versi Profeti avevano condannato un certo modo d’interpretare il culto<br />
del popolo ebraico; tenendo presente il contributo degli altri evangelisti, Gesù, più che profeta,<br />
pone se stesso come <strong>di</strong>scrimine tra vecchio e nuovo culto, instaurando la sua “Signoria” e la sua<br />
autorità come nuovo modo d’interpretare l’azione orante rivolta alla Divinità.<br />
Questo lo capirono ben presto i primi cristiani, in particolar modo Paolo e gli autori delle lettere<br />
apostoliche: Gesù è Tempio, Offerta e Sommo Sacerdote ad un tempo, all’interno <strong>di</strong> una nuova ed<br />
Kairòs 197