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Il vangelo di Luca

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<strong>Il</strong> <strong>vangelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />

mani in mano, a non temere le responsabilità personali o comunitarie, ad essere operativi come lo<br />

si è quando si accetta <strong>di</strong> servire la logica del “regno”, la salvezza dell’umanità. Appare ovvio ripeterlo:<br />

l’assunzione <strong>di</strong> responsabilità, l’alea legata al “mandato” ricevuto, la vigilanza per operare<br />

bene sono possibili in quanto le caratteristiche del Re-Messia con le quali egli amministra sono la<br />

misericor<strong>di</strong>a, il perdono, una prossimità che per prima serve i suoi amici e collaboratori, pur in una<br />

“fedeltà” alla “Legge del regno”, un amore forte ed esigente per l’alta posta in palio (non fu così<br />

Archelao). L’ultima osservazione la si riserva alla terza delle sentenze date, Via, toglietegli il denaro<br />

che ha e datelo a quello che lo ha fatto fruttare <strong>di</strong> più.<br />

È una sentenza questa che abbiamo già incontrato in precedenza a proposito dell’ascolto da prestare<br />

attentamente alla “parola <strong>di</strong> Dio” (cfr 8, 18), la quale, fra l’altro, mette in evidenza la sproporzione<br />

con la ricchezza del premio assegnato agli altri due servi; la ra<strong>di</strong>calità che nasce<br />

dall’incontro che salva, dal regno <strong>di</strong> un Padre a cui sta a cuore anche l’ultima delle sue creature,<br />

pur nel rispetto della libertà che le connota, <strong>di</strong> fatto significa operare (amare-pregare) con fede e<br />

fiducia nello Spirito che anima le relazioni della “Città <strong>di</strong> Dio”. Sottrarsi a tutto ciò non significa<br />

tanto essere condannati, quanto auto escludersi per mancanza <strong>di</strong> fiducia in Chi ti vuole protagonista<br />

<strong>di</strong> una storia orientata al “per sempre”, come l’amore che per essere vissuto va incarnato, storicizzato,<br />

tradotto in valori tali da suscitare come profitto la gioia comune per tutta la comunità a<br />

cui si appartiene.<br />

27) Ed ora i miei nemici, quelli che non mi volevano come loro re. Portateli qui e uccideteli alla<br />

mia presenza<br />

Quest’or<strong>di</strong>ne avvalora la tesi per la quale assumere un atteggimento ostile al “Re-Regno”, o praticare<br />

<strong>di</strong> fatto una scelta <strong>di</strong> incredulità o sfiducia, per <strong>di</strong> più inoperose, significa rifiutare l’avvento<br />

del Re-Messia. Con questa finale <strong>Luca</strong> allude chiaramente a quanto avverrà a Gerusalemme nei<br />

confronti <strong>di</strong> Gesù, come pure rimarca la terribile condanna per coloro che per interessi personali o<br />

<strong>di</strong> casta, lo proporranno per la più ignominiosa delle morti, quella per mezzo della croce.<br />

28) Dopo questi <strong>di</strong>scorsi Gesù continuò la sua strada verso Gerusalemme: camminava davanti a<br />

tutti<br />

Questa osservazione finale, che l’evangelista <strong>Luca</strong> ci propone quale conclusione dell’insegnamento<br />

precedente, ha l’intento <strong>di</strong> offrire alla sua comunità, a noi suoi lettori, un motivo in grado <strong>di</strong> far<br />

comprendere lo spirito con il quale Gesù faceva i suoi <strong>di</strong>scorsi, e per rimarcare che il suo viaggio<br />

continuava con la stessa méta, lo stesso scopo e la stessa intensa esemplarità tipica del Figlio<br />

dell’uomo, il quale anticipa nel suo ministero, gli itinerari che le sue parole comunicano ai propri<br />

<strong>di</strong>scepoli come al popolo che lo segue. Questa esemplarità comunica una grande speranza: quella<br />

che nasce dal sapere che Gesù non chiede e non propone altro che quello che lui ha vissuto, caratterizzato<br />

da una misericor<strong>di</strong>a che nessuno esclude e nessuno pregiu<strong>di</strong>ca in anticipo, come avremo<br />

modo <strong>di</strong> sottolineare a tempo opportuno.<br />

Gesù si avvicina a Gerusalemme (19,29–40)<br />

29Quando fu vicino ai villaggi <strong>di</strong> Bètfage e <strong>di</strong> Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò<br />

avanti due <strong>di</strong>scepoli. 30 Disse loro: "Andate nel villaggio che sta qui <strong>di</strong> fronte. Appena entrati,<br />

troverete un piccolo asino sul quale nessuno è mai salito. Lo troverete legato: voi slegatelo<br />

e portatelo qui. 31 Se qualcuno vi domanda: "Perché slegate quell'asinello" Voi rispondete:<br />

Perché il Signore ne ha bisogno". 32 I due <strong>di</strong>scepoli andarono e trovarono tutto<br />

come aveva detto Gesù. 33 Mentre slegavano il puledro, i proprietari chiesero ai due <strong>di</strong>scepoli:<br />

-Perché lo prendete<br />

34Essi risposero: - Perché il Signore ne ha bisogno. 35 Allora portarono il puledro da Gesù. Poi<br />

lo coprirono con i loro mantelli e vi fecero salire Gesù. 36 Man mano che Gesù avanzava,<br />

stendevano i mantelli sulla strada davanti a lui. 37 Gesù scendeva dal monte degli Ulivi ed<br />

Kairòs 192

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