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Febbraio 2005 - Ordine dei Medici di Bologna

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la gravitazione universale. Harvey era<br />

stato a Padova e aveva avuto l’esperienza<br />

dell’anatomia e la probabile conoscenza<br />

del pensiero <strong>di</strong> Galileo.<br />

Lo sviluppo della me<strong>di</strong>cina, affiancata dalla<br />

fisica e dall’astronomia, viene integrato –<br />

più o meno negli stessi anni – da Francis<br />

Bacon, il quale teorizza una cosa semplice<br />

e ra<strong>di</strong>cale: il sapere si fonda sull’esperienza<br />

e non sui libri degli antichi; egli polemizza<br />

con Aristotele, considerando la cultura <strong>dei</strong><br />

Greci non adatta a fondare il sapere moderno.<br />

Il quale doveva basarsi sull’osservazione<br />

<strong>di</strong>retta delle cose, sulla misurazione<br />

<strong>dei</strong> fenomeni e – naturalmente – su un<br />

atteggiamento mentale <strong>di</strong> grande importanza<br />

per il futuro <strong>di</strong> tutta la cultura occidentale,<br />

la volontà <strong>di</strong> “espugnare” la natura.<br />

Tale espugnazione, secondo il filosofo<br />

inglese, motivava la necessità <strong>di</strong> riformare<br />

tutto il sapere moderno. Egli fu uomo <strong>di</strong><br />

grande coraggio intellettuale; se non avesse<br />

avuto delle cariche politiche importanti<br />

che ne protessero l’originalità, sarebbe stato,<br />

probabilmente, perseguito. Francis Bacon<br />

introdusse l’idea che occorre espugnare<br />

la natura: in fondo lo sforzo della<br />

scienza in epoca successiva fu basato su<br />

questo concetto. La scienza doveva capire<br />

come sono costituiti i fenomeni e usare<br />

questi ultimi per migliore la vita umana.<br />

Nei secoli XIX e XX la me<strong>di</strong>cina – che nel<br />

secolo XVII viene potentemente aiutata da<br />

uomini come Giovan Battista Morgagni,<br />

fondatore dell’anatomia patologica – riceve<br />

dalle scienze sperimentali un grande aiuto.<br />

Il vantaggio della me<strong>di</strong>cina in questi secoli<br />

consiste nella progressiva capacità <strong>di</strong> guarire<br />

le malattie e, <strong>di</strong> conseguenza, prolungare<br />

la vita umana. L’avanzamento della me<strong>di</strong>cina<br />

fa leva sulla sinergia come altre<br />

scienze: con la biochimica (si producono gli<br />

enzimi, gli ormoni, le vitamine, ecc.); la microbiologia<br />

che stu<strong>di</strong>a le malattie infettive e<br />

i loro agenti; con gli stu<strong>di</strong> volti alla scoperta<br />

degli antibioitici, attraverso Fleming, ecc.;<br />

sulla fisica con la scoperta <strong>dei</strong> raggi Röntgen<br />

nel 1895; sulla chimica con l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

degli anestetici che danno la possibilità<br />

<strong>di</strong> effettuare le più <strong>di</strong>fficili operazioni chirurgiche;<br />

con la biologia che favorisce l’utilizzo<br />

terapeutico delle cellule staminali, ecc.<br />

Tutto questo porta ad un grande progresso,<br />

ad una sostanziale “vittoria” della me<strong>di</strong>cina.<br />

Ecco dove riposa, concretamente, il<br />

mio ottimismo. La me<strong>di</strong>cina, pur in mezzo<br />

alle ideologie che hanno sovrastato il XX<br />

secolo e che spesso le sono state contrarie,<br />

è riuscita ad attuare progressi ra<strong>di</strong>cali.<br />

Credo che guardando questo insieme sia<br />

giusto provare un senso <strong>di</strong> sollievo, <strong>di</strong> confidenza<br />

nelle possibilità umane <strong>di</strong> sconfiggere,<br />

almeno in parte, la malattia e le sue<br />

conseguenze.<br />

Noi aneliamo oggi all’allungamento della<br />

vita. Questo è probabilmente uno <strong>dei</strong> più<br />

gran<strong>di</strong> successi della modernità, perché –<br />

al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutte le considerazioni filosofiche<br />

che si possono fare sulla vita – si è riusciti<br />

in un’impresa che ha dello straor<strong>di</strong>nario,<br />

dato che in passato la vita era me<strong>di</strong>amente<br />

breve, anzi brevissima. Questo successo è<br />

derivato non da una visione teologica, ma<br />

da successi graduali e parziali, ad opere <strong>di</strong><br />

uomini operosi e pazienti che hanno trovato<br />

il modo <strong>di</strong> ridurre o stroncare i mali fisici<br />

che affliggono l’umanità.<br />

Vorrei ora parlarvi del me<strong>di</strong>co. Qual è la situazione<br />

del me<strong>di</strong>co nella società o<strong>di</strong>erna<br />

Consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, come introduzione alla<br />

concezione che segue, che sta nascendo<br />

un nuovo ceto (o una nuova classe) e<br />

che questo è un fenomeno importante. Si<br />

tratta <strong>dei</strong> “lavoratori della conoscenza”.<br />

La conoscenza è l’elemento fondamentale<br />

del cosiddetto post-industriale; tutta la letteratura<br />

sul post-industriale (a cominciare<br />

dagli anni ’70 fino ad oggi) rivela che la produzione<br />

non può essere realizzata attraverso<br />

il solo denaro, ma attraverso l’utilizzazione<br />

economica <strong>dei</strong> “saperi”. Di fatto si<br />

produce con l’aiuto della scienza. È la<br />

scienza che crea i nuovi mercati, è la scienza<br />

che permette la creazione <strong>di</strong> nuovi prodotti,<br />

<strong>di</strong> nuovi farmaci, ecc.; è la scienza<br />

che in definitiva sostiene l’industria.<br />

Dietro alla conoscenza come mezzo <strong>di</strong><br />

produzione si delinea appunto (particolar-<br />

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Bollettino Notiziario n° 2 febbraio <strong>2005</strong><br />

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