"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

acqua, da non permettere l'accesso ad un vascello di forte tonnellaggio. L'yacht aveva appena percorsi trecento metri, quando echeggiò una seconda detonazione. In aria si udì il sibilo d'un proiettile, seguìto da uno scoppio fragoroso. La punta d'una scogliera che si trovava diritta verso l'asse della piccola nave, frantumata da una granata, diroccò lanciando in mare dei massi enormi. – Era tempo!... – esclamò Cordoba. – Un istante di ritardo e quel ninnolo ci piombava sul ponte, ma... La sua voce, fu coperta da un gridìo assordante, che si udiva a echeggiare a bordo del vascello da guerra. Si urlava, si impartivano dei comandi, si bestemmiava. La marchesa e mastro Colon erano balzati sulla murata, aggrappandosi alle grue della scialuppa, per vedere ciò che succedeva al didelle scogliere. Un grido di gioia sfuggì ad entrambi. La luna, che in quel momento era riapparsa fra uno strappo delle nuvole, aveva loro permesso di vedere il grosso vascello da guerra piegato sul babordo e perfettamente immobile. Nella sua cieca corsa si era cacciato nel canale, credendo di trovarvi pure acqua sufficiente ed era andato a cacciare lo sperone nel bel mezzo d'un banco di sabbia. – Arenata... – chiese Cordoba che aveva lasciata la ruota ad un mastro-timoniere. – E ferma – rispose la marchesa. – Ero certo che sarebbe caduta nell'agguato. Ah!... Credevano di mandarci a picco... Non è ancora giunto il momento di andare a tenere compagnia ai pesci. Numerose detonazioni rimbombarono in quell'istante a bordo del vascello. Erano i cannoni a tiro rapido e le mitragliatrici che facevano udire la loro voce, scagliando in 90

direzione dell'yacht una grandine di proiettili. Ormai però era troppo tardi per arrestarlo. L'Yucatan, che aveva raggiunta la massima velocità, filava come una freccia attraverso il canale, passando fra due alte file di scogliere che lo mettevano al coperto contro qualsiasi scarica. Il vascello da guerra, immobilizzato sui banchi, lanciò in aria alcuni razzi per richiamare l'attenzione di qualche nave che si fosse trovata al largo e fors'anche per segnalare la presenza di quel piccolo legno sospetto. Non ottenne alcun risultato, poiché sull'orizzonte non si vide alcuna risposta. – Sempre a tutto vapore!... – gridò Cordoba, che si stropicciava allegramente le mani. – Se il diavolo non ci mette la coda, fra un'ora e mezza noi saremo al sicuro nella baia di Corrientes. – Purché non accorra qualche altra nave a sbarrarci la via. – Nessuna nave ha risposto ai segnali del vascello, quindi vuol dire che non ve ne sono al largo. – E la Cushing – Chissà ove sarà andata. Forse si sarà recata a visitare la baia della Guadiana, al nord del capo Sant'Antonio. Ehi, timoniere! Lascia a me la ruota; conosco la costa meglio di te. Cordoba s'affrettò a ritornare a poppa e si mise alla direzione dell'yacht, mentre la marchesa si portava a prora con mastro Colon. L'Yucatan intanto continuava a divorare la via, filando sopra i banchi di sabbia ed in mezzo alle scogliere, tenendosi a circa mezzo miglio dalla costa cubana. La luna fortunatamente, essendo uscita del tutto dalle nubi, permetteva a Cordoba di distinguere perfettamente i pericoli e di scorgere a tempo le lingue di sabbia staccantesi dalla costa, contro le quali rompevasi il mare rumoreggiando. Alle sei del mattino, la Capitana e mastro Colon, che non 91

acqua, da non permettere l'accesso ad un vascello <strong>di</strong> forte<br />

tonnellaggio.<br />

L'yacht aveva appena percorsi trecento metri, quando<br />

echeggiò una seconda detonazione.<br />

In aria si udì il sibilo d'un proiettile, seguìto da uno scoppio<br />

fragoroso. <strong>La</strong> punta d'una scogliera che si trovava <strong>di</strong>ritta verso<br />

l'asse <strong>del</strong>la piccola nave, frantumata da una granata, <strong>di</strong>roccò<br />

lanciando in mare dei massi enormi.<br />

– Era tempo!... – esclamò Cordoba. – Un istante <strong>di</strong> ritardo e<br />

quel ninnolo ci piombava sul ponte, ma...<br />

<strong>La</strong> sua voce, fu coperta da un gridìo assordante, che si<br />

u<strong>di</strong>va a echeggiare a bordo <strong>del</strong> vascello da guerra. Si urlava, si<br />

impartivano dei coman<strong>di</strong>, si bestemmiava.<br />

<strong>La</strong> marchesa e mastro Colon erano balzati sulla murata,<br />

aggrappandosi alle grue <strong>del</strong>la scialuppa, per vedere ciò che<br />

succedeva al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>le scogliere.<br />

Un grido <strong>di</strong> gioia sfuggì ad entrambi.<br />

<strong>La</strong> luna, che in quel momento era riapparsa fra uno strappo<br />

<strong>del</strong>le nuvole, aveva loro permesso <strong>di</strong> vedere il grosso vascello<br />

da guerra piegato sul babordo e perfettamente immobile. Nella<br />

sua cieca corsa si era cacciato nel canale, credendo <strong>di</strong> trovarvi<br />

pure acqua sufficiente ed era andato a cacciare lo sperone nel<br />

bel mezzo d'un banco <strong>di</strong> sabbia.<br />

– Arenata... – chiese Cordoba che aveva lasciata la ruota<br />

ad un mastro-timoniere.<br />

– E ferma – rispose la marchesa.<br />

– Ero certo che sarebbe caduta nell'agguato. Ah!...<br />

Credevano <strong>di</strong> mandarci a picco... Non è ancora giunto il<br />

momento <strong>di</strong> andare a tenere compagnia ai pesci.<br />

Numerose detonazioni rimbombarono in quell'istante a<br />

bordo <strong>del</strong> vascello. Erano i cannoni a tiro rapido e le<br />

mitragliatrici che facevano u<strong>di</strong>re la loro voce, scagliando in<br />

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