"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

sotto la piccola gettata e scesero a terra. L'oscurità era sempre profonda, essendo la notte umidissima, nebbiosa. I pochi fanali che rischiaravano la gettata si scorgevano appena e la loro luce rimaneva come soffocata fra quell'atmosfera satura d'acqua. Il signor Cordoba e la sua compagna però, malgrado quell'oscurità, non avevano esitato sulla direzione da prendere. Conoscevano già a menadito il piccolo porto di Sisal, una specie di baia perduta sulla sabbiosa costa del Yucatan settentrionale, e poco frequentata durante la stagione delle piogge in causa delle sue arie insalubri, che sviluppano, troppo di frequente, il temuto vomito prieto ossia la febbre gialla. Sebbene serva di porto a Merida, l'antica capitale del Yucatan alla quale è unito da una comoda strada, anche oggidì non conta che poche centinaia di abitanti, per lo più indiani e meticci, i quali esercitano la pesca ed il piccolo cabotaggio, trafficando con Campeche, ove vanno a caricare il legno campeggio e con Puerto Lagartos. Il signor Cordoba e la sua compagna, percorsero tutta la gettata, fermandosi di sovente per vedere se qualcuno li seguiva, e giunti presso la piccola lanterna indicante l'entrata della baia, scesero la spiaggia. Giunti colà guardarono entro una specie d'insenatura naturale dove si vedevano ancorate parecchie scialuppe ed un paio di piccole golette. – Canarios! – esclamò Cordoba, che aveva preceduta la compagna. – La scialuppa a vapore del console americano è scomparsa!... – Dunque non ti eri ingannato!... – No, donna Dolores. – Guarda al largo se vedi nulla. – È inutile: avrà spento i fanali. – Allora siamo stati traditi. – Così deve essere. – Eppure bisogna partire, o domani il console americano 8

farà delle rimostranze al governo messicano, appoggiandole coi cannoni del Terror. È così, Cordoba... – Sì, marchesa. – Furfanti!... – Cosa decidete – Succeda quel che Dio vuole, noi prenderemo egualmente il largo, amico mio. Se dovremo morire, sfideremo il fuoco del Terror col sorriso sulle labbra, stretti attorno alla gloriosa bandiera della vecchia Spagna. – Sì, donna Dolores! – esclamò il lupo di mare, con fuoco. – È bello morire per la patria!... – Vieni, Cordoba; noi mostreremo a quegli odiati yankees di che cosa sono capaci le donne di Spagna e che la marchesa del Castillo non ha mai tremato. – Noi siamo tutti votati alla morte, andiamo a sfidarla. Risalirono entrambi la sponda, rifecero rapidamente la via percorsa e tornarono a bordo della nave, le cui caldaie avevano raggiunta la massima pressione e muggivano sordamente, facendo tremare la tolda ed i fianchi. – Nulla di nuovo – chiese la Capitana a mastro Colon, che non aveva abbandonato il posto. – Nulla, signora. – Ritirate i cavi. A quel comando alcune ombre furono vedute agitarsi, in silenzio, a prora ed a poppa, poi si udirono in acqua dei sordi tonfi prodotti dalle gomene che venivano slegate dagli anelli della gettata. – Siamo pronti – chiese la Capitana. – Sono tutti a bordo – rispose Cordoba che aveva sorvegliata l'operazione. – A sei nodi per ora. – Fileremo sotto la costa 9

sotto la piccola gettata e scesero a terra. L'oscurità era sempre<br />

profonda, essendo la notte umi<strong>di</strong>ssima, nebbiosa. I pochi fanali<br />

che rischiaravano la gettata si scorgevano appena e la loro luce<br />

rimaneva come soffocata fra quell'atmosfera satura d'acqua.<br />

Il signor Cordoba e la sua compagna però, malgrado<br />

quell'oscurità, non avevano esitato sulla <strong>di</strong>rezione da prendere.<br />

Conoscevano già a mena<strong>di</strong>to il piccolo porto <strong>di</strong> Sisal, una specie<br />

<strong>di</strong> baia perduta sulla sabbiosa costa <strong>del</strong> Yucatan settentrionale, e<br />

poco frequentata durante la stagione <strong>del</strong>le piogge in causa <strong>del</strong>le<br />

sue arie insalubri, che sviluppano, troppo <strong>di</strong> frequente, il temuto<br />

vomito prieto ossia la febbre gialla. Sebbene serva <strong>di</strong> porto a<br />

Merida, l'antica capitale <strong>del</strong> Yucatan alla quale è unito da una<br />

comoda strada, anche oggidì non conta che poche centinaia <strong>di</strong><br />

abitanti, per lo più in<strong>di</strong>ani e meticci, i quali esercitano la pesca<br />

ed il piccolo cabotaggio, trafficando con Campeche, ove vanno<br />

a caricare il legno campeggio e con Puerto <strong>La</strong>gartos.<br />

Il signor Cordoba e la sua compagna, percorsero tutta la<br />

gettata, fermandosi <strong>di</strong> sovente per vedere se qualcuno li seguiva,<br />

e giunti presso la piccola lanterna in<strong>di</strong>cante l'entrata <strong>del</strong>la baia,<br />

scesero la spiaggia. Giunti colà guardarono entro una specie<br />

d'insenatura naturale dove si vedevano ancorate parecchie<br />

scialuppe ed un paio <strong>di</strong> piccole golette.<br />

– Canarios! – esclamò Cordoba, che aveva preceduta la<br />

compagna. – <strong>La</strong> scialuppa a vapore <strong>del</strong> console americano è<br />

scomparsa!...<br />

– Dunque non ti eri ingannato!...<br />

– No, donna Dolores.<br />

– Guarda al largo se ve<strong>di</strong> nulla.<br />

– È inutile: avrà spento i fanali.<br />

– Allora siamo stati tra<strong>di</strong>ti.<br />

– Così deve essere.<br />

– Eppure bisogna partire, o domani il console americano<br />

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