"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

Mary di Castildiaz, suddita messicana, proprietaria di questo yacht. L'ufficiale s'inchinò correttamente, poi ringuainò la spada, dicendo con galanteria: – Ben felice, di aver avuta la fortuna di conoscere la più bella donna che io abbia veduto finora. Signora duchessa, i miei omaggi. – Grazie, signore, ma non mi avete ancora detto lo scopo della vostra intimazione, un po' brutale, né della vostra visita. – Perdonate, duchessa, siamo in tempo di guerra. – Sono messicana, signore – rispose la marchesa con alterigia. – Che io sappia, non è scoppiata la guerra fra il Messico e gli Stati Uniti. – È vero, signora, anzi i due governi sono in perfetto accordo, però voi navigate in acque sospette. – Volete dire, signore – Che Cuba non è lontana e che il commodoro Sampson ha dichiarato il blocco dell'isola. – La mia rotta non è Cuba. – Dove andate, adunque – Mi reco alla Giamaica a visitare le mie possessioni. – E venite, signora – Da Vera-Cruz. – Non porterete, spero, nessun contrabbando di guerra. – Eh, signore!... – esclamò la marchesa, aggrottando la fronte e con accento offeso. – La duchessa di Castildiaz non ha mai fatto la contrabbandiera. – Scusate, signora – disse l'ufficiale, arrossendo. – Non ho avuto alcuna intenzione di offendere una così bella dama. D'altronde per la patria o per simpatia verso una potenza amica, si può diventare anche contrabbandieri, a scopo patriottico. – È vero, signore; devo però dirvi che io detesto gli 70

spagnoli. – Voi, che siete messicana!... – Sono oriunda inglese, signore o meglio americana e se non avessi sposato il duca di Castildiaz sarei ancora la baronessa Mary d'Hartford. – Ah!... Ora comprendo perché non condividete, coi messicani, le simpatie per la Spagna. Signora, perdonate se abbiamo interrotto il vostro viaggio. – Come, ve ne andate di già... – Siamo di crociera. – E non visitate il mio yacht.... – È inutile, signora duchessa. – Signor tenente, io ed il capitano Bob Harris stavamo facendo colazione, come bene vedete. Se non posso trattenervi, abbiate almeno la cortesia di vuotare un bicchiere di Champagne. – Se si tratta di brindare ai vostri begli occhi, non rifiuterò. – Come vi piace ed io brinderò pel trionfo della squadra americana – disse la marchesa, ridendo. Cordoba aveva fatto saltare il turacciolo d'una bottiglia ed aveva riempiti i bicchieri, mentre due marinai offrivano agli uomini della baleniera dei bicchieri di whisky. – Alla vostra salute, signora duchessa – disse il tenente, alzando il bicchiere, entro il quale spumeggiava lo Champagne. – Al trionfo della flotta americana, al commodoro Sampson ed alla libertà di Cuba – rispose la marchesa, toccando. – Grazie, accetto l'augurio, signora. Il tenente vuotò la tazza, salutò militarmente, strinse la mano alla marchesa che lo guardava sorridendo, poi si volse ai suoi uomini, dicendo: – A bordo!... Stava per scendere la scaletta onde imbarcarsi, quando un 71

Mary <strong>di</strong> Castil<strong>di</strong>az, sud<strong>di</strong>ta messicana, proprietaria <strong>di</strong> questo<br />

yacht.<br />

L'ufficiale s'inchinò correttamente, poi ringuainò la spada,<br />

<strong>di</strong>cendo con galanteria:<br />

– Ben felice, <strong>di</strong> aver avuta la fortuna <strong>di</strong> conoscere la più<br />

bella donna che io abbia veduto finora. Signora duchessa, i miei<br />

omaggi.<br />

– Grazie, signore, ma non mi avete ancora detto lo scopo<br />

<strong>del</strong>la vostra intimazione, un po' brutale, né <strong>del</strong>la vostra visita.<br />

– Perdonate, duchessa, siamo in tempo <strong>di</strong> guerra.<br />

– Sono messicana, signore – rispose la marchesa con<br />

alterigia. – Che io sappia, non è scoppiata la guerra fra il<br />

Messico e gli Stati Uniti.<br />

– È vero, signora, anzi i due governi sono in perfetto<br />

accordo, però voi navigate in acque sospette.<br />

– Volete <strong>di</strong>re, signore<br />

– Che Cuba non è lontana e che il commodoro Sampson ha<br />

<strong>di</strong>chiarato il blocco <strong>del</strong>l'isola.<br />

– <strong>La</strong> mia rotta non è Cuba.<br />

– Dove andate, adunque<br />

– Mi reco alla Giamaica a visitare le mie possessioni.<br />

– E venite, signora<br />

– Da Vera-Cruz.<br />

– Non porterete, spero, nessun contrabbando <strong>di</strong> guerra.<br />

– Eh, signore!... – esclamò la marchesa, aggrottando la<br />

fronte e con accento offeso. – <strong>La</strong> duchessa <strong>di</strong> Castil<strong>di</strong>az non ha<br />

mai fatto la contrabban<strong>di</strong>era.<br />

– Scusate, signora – <strong>di</strong>sse l'ufficiale, arrossendo. – Non ho<br />

avuto alcuna intenzione <strong>di</strong> offendere una così bella dama.<br />

D'altronde per la patria o per simpatia verso una potenza amica,<br />

si può <strong>di</strong>ventare anche contrabban<strong>di</strong>eri, a scopo patriottico.<br />

– È vero, signore; devo però <strong>di</strong>rvi che io detesto gli<br />

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