"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

fors'anche dalla morte. – È vero Cordoba. Guarda, amico!... L'incrociatore, soddisfattissimo della sua esplorazione, se ne va verso il capo Catoche. – E noi approfitteremo per rimetterci alla vela e seguirlo a distanza. Se non ritorna sui suoi passi, domani avremo oltrepassato il capo e potremo ridercene dell'abilità straordinaria degli yankees. – Ripartiamo... – Sì, marchesa e senza perdere tempo. L'incrociatore si allontanava allora a tutta velocità dirigendosi verso l'est, credendo forse che l'Yucatan fosse già riuscito ad abbandonare la costa e navigare verso Cuba. L'yacht, seguendo le sue tracce, aveva la possibilità di poter attraversare il vasto canale, che separa il capo Sant'Antonio da quello della costa americana, senza correre il pericolo di fare altri incontri, non essendo possibile che l'ammiraglio Sampson avesse distaccate dalla sua squadra più navi per dare la caccia a quel piccolo legno. Cordoba e la marchesa, scesi sulla tolda, fecero salpare immediatamente l'àncora e l'Yucatan, a tutte vele spiegate, riprese la corsa verso l'est, tenendosi dietro alle Jolbos. La luna sorgeva allora sull'orizzonte, tingendo la superficie del mare di riflessi argentei, d'una incomparabile bellezza. Su quello specchio scintillante, gli sguardi acuti di Cordoba discernevano ancora distintamente il gran vascello, il quale spiccava come una grossa macchia nera, sopra la quale si vedeva innalzarsi, attraverso la luce azzurrognola, un grande pennacchio di fumo nero che si raggruppava in alto in forma d'un immenso ombrello. L'yacht, spinto da una fresca brezza che soffiava dal sudovest, essendo il vento girato, scorreva leggero come un uccello, 56

sormontando l'onda prodotta dalla risacca e ricadendo con un sordo fragore che si ripercuoteva contro le alture delle isole, come il lontano rombo d'un pezzo d'artiglieria. Attorno alla prora l'acqua talvolta scintillava per un principio di fosforescenza marina e sui fianchi correvano sprazzi di luce, in mezzo ai quali si vedevano ondeggiare mollemente, ad un metro sotto la superficie, delle splendide meduse somiglianti a grosse lampade di vetro smerigliato, d'una tinta pallidissima; coppie di vellelle dal corpo compresso e le cui creste proiettavano un getto di luce azzurrognola e gruppi di beroe, specie di cocomeri spinosi, che mandano lampi verdognoli d'una dolcezza infinita. La marchesa e Cordoba, ritti a prora, aggrappati al bordo, guardavano attentamente la nave americana che non era ancora scomparsa sull'orizzonte, forse perché aveva rallentata la marcia. Cercavano di indovinare la sua rotta per poter poi regolarsi sulla via da tenere ed evitarne l'incontro che poteva avere conseguenze forse gravi. Lo scafo dell'incrociatore non si vedeva più, ma la nuvola di fumo spiccava ancora in mezzo alla nitida e pallida luce dell'astro notturno, levandosi a grande altezza. – Sì – disse Cordoba, dopo alcuni istanti di attenta osservazione. – Quella nave va ad attenderci al capo Catoche. Speravo che continuasse la sua corsa verso l'est per ricongiungersi colla squadra di Sampson, mentre vedo pur troppo che non ha ancora abbandonata l'idea di darci la caccia. – È vero – mormorò la marchesa. – Noi la incontreremo, lo sento. – Il diavolo si porti all'inferno quegli ostinati! – Se fossi certa che quella nave è sola, accenderei le macchine e tenterei di oltrepassarla, amico Cordoba. La nostra velocità è di gran lunga superiore. 57

fors'anche dalla morte.<br />

– È vero Cordoba. Guarda, amico!... L'incrociatore,<br />

sod<strong>di</strong>sfattissimo <strong>del</strong>la sua esplorazione, se ne va verso il capo<br />

Catoche.<br />

– E noi approfitteremo per rimetterci alla vela e seguirlo a<br />

<strong>di</strong>stanza. Se non ritorna sui suoi passi, domani avremo<br />

oltrepassato il capo e potremo ridercene <strong>del</strong>l'abilità straor<strong>di</strong>naria<br />

degli yankees.<br />

– Ripartiamo...<br />

– Sì, marchesa e senza perdere tempo.<br />

L'incrociatore si allontanava allora a tutta velocità<br />

<strong>di</strong>rigendosi verso l'est, credendo forse che l'Yucatan fosse già<br />

riuscito ad abbandonare la costa e navigare verso Cuba. L'yacht,<br />

seguendo le sue tracce, aveva la possibilità <strong>di</strong> poter attraversare<br />

il vasto canale, che separa il capo Sant'Antonio da quello <strong>del</strong>la<br />

costa americana, senza correre il pericolo <strong>di</strong> fare altri incontri,<br />

non essendo possibile che l'ammiraglio Sampson avesse<br />

<strong>di</strong>staccate dalla sua squadra più navi per dare la caccia a quel<br />

piccolo legno.<br />

Cordoba e la marchesa, scesi sulla tolda, fecero salpare<br />

imme<strong>di</strong>atamente l'àncora e l'Yucatan, a tutte vele spiegate,<br />

riprese la corsa verso l'est, tenendosi <strong>di</strong>etro alle Jolbos.<br />

<strong>La</strong> luna sorgeva allora sull'orizzonte, tingendo la superficie<br />

<strong>del</strong> mare <strong>di</strong> riflessi argentei, d'una incomparabile bellezza. Su<br />

quello specchio scintillante, gli sguar<strong>di</strong> acuti <strong>di</strong> Cordoba<br />

<strong>di</strong>scernevano ancora <strong>di</strong>stintamente il gran vascello, il quale<br />

spiccava come una grossa macchia nera, sopra la quale si<br />

vedeva innalzarsi, attraverso la luce azzurrognola, un grande<br />

pennacchio <strong>di</strong> fumo nero che si raggruppava in alto in forma<br />

d'un immenso ombrello.<br />

L'yacht, spinto da una fresca brezza che soffiava dal sudovest,<br />

essendo il vento girato, scorreva leggero come un uccello,<br />

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