"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

metri e facevano tuonare i loro pezzi a tiro rapido. Cordoba risalì la sponda di corsa senza abbandonare la marchesa e si arrestò sul margine di una fitta foresta. – Colon, fuoco!... – esclamò con voce vivamente commossa. Un istante dopo l'Yucatan lacerato dal tremendo scoppio del siluro e dall'esplosione della polveriera, volava in pezzi. La marchesa gettò uno sguardo lagrimoso sulla fumante carcassa, semisommersa fra le acque e le sabbie e mormorò, con un sospiro: – La nostra missione è finita!... Quanti disastri, povera patria mia! *** Quindici giorni dopo la distruzione della squadra spagnola, Santiago, stretta per mare e per terra, piena di feriti ed a corto di viveri si arrendeva coll'onore delle armi, poi cadevano successivamente Guantamano e Caimanera. Verso la fine di luglio, gli americani, bombardata nuovamente San Juan, intraprendevano la conquista di Portorico appoggiati dalla popolazione e la effettuavano dopo però non pochi sanguinosi combattimenti. Poco dopo venivano iniziate le trattative di pace, intermediaria la Francia, mentre Manilla, la capitale delle Filippine, dopo quattro mesi di ostinata difesa, si arrendeva agli americani piuttosto che cedere dinanzi agli insorti che l'avevano stretta d'assedio. Il 10 novembre, dopo lunghe trattative, la pace veniva definitivamente firmata a Parigi, dopo però una fiera protesta da parte di Monteros Rios, presidente dei delegati spagnoli. Gli Stati Uniti, inesorabili verso la povera Spagna che 418

aveva cercato di salvare, quantunque povera e dieci volte più debole, l'onore della propria nazione codardamente calpestata da una strapotente ed ingenerosa avversaria, s'appropriavano Cuba, Portorico e le isole Filippine dietro il derisorio compenso di cento milioni. Il diritto delle genti fu interamente calpestato dagli affaristi dell'America del Nord e senza che l'Europa intimasse l'alto là alle pretese esagerate di quegli uomini senza scrupoli. In mezzo a tanti disastri, la Spagna non dimenticò però la sua coraggiosa figlia, che aveva dato tante prove di valore straordinario e di sublime amor patrio. Infatti un mese dopo la pace, un bel mattino la marchesa del Castillo, tornata nel suo palazzo di Merida, riceveva una grande targa d'argento, finamente cesellata, in mezzo alla quale, in alto rilievo, si vedeva una piccola nave che riproduceva esattamente le snelle forme del Yucatan, e che all'intorno in lettere d'oro, portava la seguente scritta: LA PATRIA RICONOSCENTE ALLA MARCHESA DOLORES DEL CASTILLO CAPITANA DEL «YUCATAN». 419

aveva cercato <strong>di</strong> salvare, quantunque povera e <strong>di</strong>eci volte più<br />

debole, l'onore <strong>del</strong>la propria nazione codardamente calpestata da<br />

una strapotente ed ingenerosa avversaria, s'appropriavano Cuba,<br />

Portorico e le isole Filippine <strong>di</strong>etro il derisorio compenso <strong>di</strong><br />

cento milioni.<br />

Il <strong>di</strong>ritto <strong>del</strong>le genti fu interamente calpestato dagli affaristi<br />

<strong>del</strong>l'America <strong>del</strong> Nord e senza che l'Europa intimasse l'alto là<br />

alle pretese esagerate <strong>di</strong> quegli uomini senza scrupoli.<br />

In mezzo a tanti <strong>di</strong>sastri, la Spagna non <strong>di</strong>menticò però la<br />

sua coraggiosa figlia, che aveva dato tante prove <strong>di</strong> valore<br />

straor<strong>di</strong>nario e <strong>di</strong> sublime amor patrio.<br />

Infatti un mese dopo la pace, un bel mattino la marchesa<br />

<strong>del</strong> Castillo, tornata nel suo palazzo <strong>di</strong> Merida, riceveva una<br />

grande targa d'argento, finamente cesellata, in mezzo alla quale,<br />

in alto rilievo, si vedeva una piccola nave che riproduceva<br />

esattamente le snelle forme <strong>del</strong> Yucatan, e che all'intorno in<br />

lettere d'oro, portava la seguente scritta:<br />

LA PATRIA RICONOSCENTE<br />

ALLA<br />

MARCHESA DOLORES DEL CASTILLO<br />

CAPITANA DEL «YUCATAN».<br />

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