"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari
"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari
L'ASSALTO D'EL CANEY E D'AGUADORES Dopo lo scacco subìto dalla cavalleria americana a Jaragua, da ambe le parti vi era stata un po' di sosta. Alcuni piccoli scontri erano però avvenuti, più scontri di posti avanzati che veri combattimenti. Gli americani avevano però approfittato per sbarcare completamente il corpo d'operazione, forte di circa ventisettemila uomini, forze due volte superiori a quelle degli spagnoli, i quali da canto loro non avevano ricevuto che pochi aiuti. Solamente il colonnello Escario, comandante di Manzanillo ottenuto dal maresciallo Blanco il permesso di accorrere in aiuto della piazza assediata, raccolte poche centinaia di combattenti, con un'audace e rapidissima marcia era riuscito ad entrare in Santiago, ingannando contemporaneamente la vigilanza degl'insorti e degli americani. Quella tregua però non doveva durare molto. Il generale Shafter, comandante supremo delle forze americane, si preparava ad un colpo disperato, per prendere d'assalto la piazza assediata. Già verso gli ultimi di giugno forti masse di truppe americane si erano a poco a poco concentrate, minacciando El Caney, villaggio situato a soli sette chilometri da Santiago e Aguadores, la chiave della piazza, difendendo il forte castello del Morro dal lato di terra. Donna Dolores, volendo prendere parte attiva alla campagna, dopo la battaglia di Jaragua si era affrettata, per consiglio di Cordoba, a portarsi a El Caney, la quale era stata 392
occupata da quattro compagnie di cacciatori al comando d'uno dei più prodi generali spagnoli, Joaquin Varo del Rey y Rubio. Il villaggio era stato frettolosamente fortificato con numerose trincee e palizzate, ma mancava quasi di artiglierie non avendosi voluto sguernire le mura di Santiago. Il generale Rubio però era tale uomo da aver completa fiducia in lui e da riparare in parte a quella grave mancanza. La marchesa, come a Jaragua, aveva reclamato l'onore di far combattere i suoi prodi marinai in prima linea e le era stata affidata la difesa d'una delle più importanti trincee. Fu solamente verso la mattina del 1° luglio che giunse la notizia che gli americani, in numero di ventimila, si preparavano ad un attacco generale contro El Caney e contro Aguadores, località questa difesa da un altro valoroso generale spagnolo, il Linares. La superiorità numerica degli americani era enorme, poiché a malapena gli spagnoli potevano opporre cinque o seimila uomini. Per di più i primi, di fronte ad Aguadores avevano l'appoggio dei poderosi cannoni della loro flotta. Il generale Rubio, appena aveva avuta notizia delle mosse degli americani, da prudente condottiero, aveva lanciati numerosi esploratori a destra ed a sinistra per conoscere il numero dei suoi avversari, poi aveva disposto i suoi bravi cacciatori, che dovevano più tardi coprirsi di gloria, dietro le trincee, assegnando ai comandanti i loro posti. La marchesa, con Cordoba, i suoi marinai e mezza compagnia di cacciatori aveva occupata fortemente una stecconata, difesa da un profondo fossato. Alle dieci del mattino il generale Rubio sapeva ormai con quale formidabile nemico aveva da fare. Le forze americane erano composte da una divisione comandata dal brigadiere generale Lawton e dalla brigata comandata dal generale Baters, 393
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occupata da quattro compagnie <strong>di</strong> cacciatori al comando d'uno<br />
dei più pro<strong>di</strong> generali spagnoli, Joaquin Varo <strong>del</strong> Rey y Rubio.<br />
Il villaggio era stato frettolosamente fortificato con<br />
numerose trincee e palizzate, ma mancava quasi <strong>di</strong> artiglierie<br />
non avendosi voluto sguernire le mura <strong>di</strong> Santiago. Il generale<br />
Rubio però era tale uomo da aver completa fiducia in lui e da<br />
riparare in parte a quella grave mancanza.<br />
<strong>La</strong> marchesa, come a Jaragua, aveva reclamato l'onore <strong>di</strong><br />
far combattere i suoi pro<strong>di</strong> marinai in prima linea e le era stata<br />
affidata la <strong>di</strong>fesa d'una <strong>del</strong>le più importanti trincee.<br />
Fu solamente verso la mattina <strong>del</strong> 1° luglio che giunse la<br />
notizia che gli americani, in numero <strong>di</strong> ventimila, si preparavano<br />
ad un attacco generale contro El Caney e contro Aguadores,<br />
località questa <strong>di</strong>fesa da un altro valoroso generale spagnolo, il<br />
Linares.<br />
<strong>La</strong> superiorità numerica degli americani era enorme, poiché<br />
a malapena gli spagnoli potevano opporre cinque o seimila<br />
uomini. Per <strong>di</strong> più i primi, <strong>di</strong> fronte ad Aguadores avevano<br />
l'appoggio dei poderosi cannoni <strong>del</strong>la loro flotta.<br />
Il generale Rubio, appena aveva avuta notizia <strong>del</strong>le mosse<br />
degli americani, da prudente condottiero, aveva lanciati<br />
numerosi esploratori a destra ed a sinistra per conoscere il<br />
numero dei suoi avversari, poi aveva <strong>di</strong>sposto i suoi bravi<br />
cacciatori, che dovevano più tar<strong>di</strong> coprirsi <strong>di</strong> gloria, <strong>di</strong>etro le<br />
trincee, assegnando ai comandanti i loro posti.<br />
<strong>La</strong> marchesa, con Cordoba, i suoi marinai e mezza<br />
compagnia <strong>di</strong> cacciatori aveva occupata fortemente una<br />
stecconata, <strong>di</strong>fesa da un profondo fossato.<br />
Alle <strong>di</strong>eci <strong>del</strong> mattino il generale Rubio sapeva ormai con<br />
quale formidabile nemico aveva da fare. Le forze americane<br />
erano composte da una <strong>di</strong>visione comandata dal briga<strong>di</strong>ere<br />
generale <strong>La</strong>wton e dalla brigata comandata dal generale Baters,<br />
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