"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

tagliata a picco sul mare, la quale formava, con un'alta scogliera che le stava di fronte, uno stretto canale dalle acque assai profonde, a quanto sembrava. Delle ondate che venivano dall'opposta estremità, si cacciavano entro quel passaggio rumoreggiando sordamente ed andavano ad infrangersi, con una certa violenza, contro quelle rocce gigantesche, con dei muggiti profondi che l'eco ripeteva incessantemente. Mastro Colon aveva comandato di rallentare la marcia. L'Yucatan si avanzava lentamente, con precauzione, come se il lupo di mare che lo guidava temesse di urtare contro qualche improvviso ostacolo. Ad un tratto la nave virò precipitosamente e si trovò dinanzi ad un'ampia ed oscura apertura, seminascosta da un immenso panneggiamento di erbe che scendeva lungo la roccia, lambendo quasi l'acqua del canale. L'acuto sperone della piccola nave sfondò una parte di quelle piante e s'inoltrò sotto una volta gigantesca. – Macchina indietro!... – urlò il mastro. L'elica turbinò in senso inverso, sollevando uno sprazzo di spuma e l'Yucatan s'arrestò quasi di colpo, virando un po' a tribordo. Cordoba aveva mandato un grido di stupore. – Carramba!... Che splendido rifugio!... Il tenente aveva ragione di dirlo. La piccola nave si trovava in mezzo ad una spaziosa caverna marina, di forma semicircolare, larga almeno cento metri e lunga quasi altrettanto e così alta che gli alberi della piccola nave non avrebbero toccata la vôlta. Ai due lati del grand'arco che formava l'entrata, si estendevano due larghi cornicioni, due specie di banchine, le quali s'inoltravano fino a mezza caverna, innalzandosi 266

gradatamente verso la vôlta. Un numero infinito di uccelli che nidificava fra i crepacci, invase tosto la caverna con un gridìo assordante. I poveri volatili, spaventati dal sonoro russare della macchina e dalla presenza dei marinai, volteggiarono per alcuni istanti intorno alla nave protestando a loro modo contro quell'improvvisa violazione di domicilio, poi vedendo che quel mostruoso intruso non pensava ad andarsene, presero il partito di sloggiare e fuggirono disordinatamente, passando fra il gigantesco panneggiamento di piante cadenti. – Al diavolo quei fracassoni! – esclamò Cordoba. – Credevano forse di spaventarci colle loro grida scordate Ehi, mio vecchio Colon, lascia che ti ringrazi di averci offerto questo splendido rifugio. Carramba!... Chi potrà sospettare che qui dentro si nasconde una nave... Sfido gl'insorti a scacciarci di qui. Nessuno verrà a disturbarci – Questa caverna non deve essere conosciuta, signor Cordoba – rispose il mastro. – Si trova su di una costa deserta. – Si apre in uno scoglio o nei fianchi di San Felipe – In un grande scoglio, signore. – Allora sono più tranquillo. Fa' mettere in acqua la piccola baleniera con albero e vela. – Volete lasciarci subito – Il mattino è più propizio per la caccia. – Cosa intendete di dire, signor Cordoba – Lo saprai più tardi. Fa' salire quel caro signor Del Monte. Due minuti dopo il cubano si trovava dinanzi al tenente. – Volete appiccarmi, signore – chiese. – Lampi! – esclamò Cordoba, ridendo. – Dovete avere una grande paura della morte, mio caro signor Del Monte. Rassicuratevi però; non ho ancora fatto preparare il laccio. Diamine! Avremo del tempo poi. 267

gradatamente verso la vôlta.<br />

Un numero infinito <strong>di</strong> uccelli che ni<strong>di</strong>ficava fra i crepacci,<br />

invase tosto la caverna con un gridìo assordante. I poveri<br />

volatili, spaventati dal sonoro russare <strong>del</strong>la macchina e dalla<br />

presenza dei marinai, volteggiarono per alcuni istanti intorno<br />

alla nave protestando a loro modo contro quell'improvvisa<br />

violazione <strong>di</strong> domicilio, poi vedendo che quel mostruoso intruso<br />

non pensava ad andarsene, presero il partito <strong>di</strong> sloggiare e<br />

fuggirono <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>natamente, passando fra il gigantesco<br />

panneggiamento <strong>di</strong> piante cadenti.<br />

– Al <strong>di</strong>avolo quei fracassoni! – esclamò Cordoba. –<br />

Credevano forse <strong>di</strong> spaventarci colle loro grida scordate Ehi,<br />

mio vecchio Colon, lascia che ti ringrazi <strong>di</strong> averci offerto questo<br />

splen<strong>di</strong>do rifugio. Carramba!... Chi potrà sospettare che qui<br />

dentro si nasconde una nave... Sfido gl'insorti a scacciarci <strong>di</strong><br />

qui. Nessuno verrà a <strong>di</strong>sturbarci<br />

– Questa caverna non deve essere conosciuta, signor<br />

Cordoba – rispose il mastro. – Si trova su <strong>di</strong> una costa deserta.<br />

– Si apre in uno scoglio o nei fianchi <strong>di</strong> San Felipe<br />

– In un grande scoglio, signore.<br />

– Allora sono più tranquillo. Fa' mettere in acqua la piccola<br />

baleniera con albero e vela.<br />

– Volete lasciarci subito<br />

– Il mattino è più propizio per la caccia.<br />

– Cosa intendete <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, signor Cordoba<br />

– Lo saprai più tar<strong>di</strong>. Fa' salire quel caro signor Del Monte.<br />

Due minuti dopo il cubano si trovava <strong>di</strong>nanzi al tenente.<br />

– Volete appiccarmi, signore – chiese.<br />

– <strong>La</strong>mpi! – esclamò Cordoba, ridendo. – Dovete avere una<br />

grande paura <strong>del</strong>la morte, mio caro signor Del Monte.<br />

Rassicuratevi però; non ho ancora fatto preparare il laccio.<br />

Diamine! Avremo <strong>del</strong> tempo poi.<br />

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