"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari
"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari
LA FUGA DI CORDOBA Mentre nel campo di Pardo succedevano questi avvenimenti, il bravo Cordoba e l'attendente del capitano Carrill, sfuggiti miracolosamente alla cattura a prezzo d'una penosa affumicazione, si studiavano sul modo di lasciare il loro nascondiglio per correre sulle tracce della marchesa, prima di far ritorno all'Yucatan, volendo sapere dove era stata condotta dall'aiutante del capo insorto. La cosa non era però tanto facile, poiché contrariamente alle loro speranze, i negri ed i creoli che avevano assalito il fortino non avevano ancora abbandonati quei dintorni, anzi si erano accampati parte nel bosco e parte si erano alloggiati nella torre e nelle casematte. Cosa aspettassero, né Cordoba né lo spagnolo erano capaci di indovinarlo, ma probabilmente quella fermata doveva avere qualche relazione colla sperata resa o cattura del Yucatan. – Per centomila pescicani! – esclamò il lupo di mare, che cominciava a perdere la pazienza. – Che non si decidano ad andarsene... Ecco già la ventesima volta che mi spingo fino all'uscita della galleria e che vedo sempre quei brutti negri ed i loro dannati tromboni. – Che sospettino qualche cosa – chiese lo spagnolo. – Che noi ci troviamo qui – Sì, signor tenente. – Non è possibile, poiché sarebbero già venuti ad esplorare la galleria. – Ed allora che cosa aspettano Non vi sono truppe spagnole in questi dintorni. 202
– Che abbiano invece scorto il nostro marinaio a prendere la via del mare e che attendano il suo ritorno coi rinforzi... Quei furfanti sono furbi e possono avere indovinato il nostro progetto. – È possibile anche questo, signore. – Brutto affare!... – Che ci costringerebbe forse ad un lungo soggiorno in questa niente affatto comoda galleria. – E colla prospettiva d'un lungo digiuno – aggiunse Cordoba. – Uno dei miei due biscotti è già sparito e sentirei il desiderio di sgretolarmi anche l'altro. – Bisogna economizzare, signor tenente. Io ho ancora intatti i tre datimi dai marinai. – Io non sono uno spagnolo di razza pura, amico. Voi vi accontentate d'una sigaretta per colazione, d'una cipolla e d'una crosta di pane per pranzo, e per cena d'una serenata al chiaro di luna, ma io ho perdute le abitudini dei miei antenati. Carrai!... Noi scherziamo come mozzi a terra, e non pensiamo che ogni ora che passa la nostra Capitana si allontana da noi e che per lei il pericolo aumenta!... Dove l'avranno condotta quei birbanti – Al campo di Pardo, sono certo di non ingannarmi. – Sarà molto lontano di qui – Dieci o dodici ore di marcia; se si trova ancora sul margine della palude, di fronte all'ensenada di Cortez. – Saprai condurmi colà – Lo spero, signore. – Prima di tornare all'Yucatan voglio sapere cosa è accaduto della marchesa. Ho delle gravi inquietudini sul suo conto. – La Capitana è donna energica e non cederà, signor tenente. Tenteranno di costringerla alla resa della nave, ma non otterranno da lei alcun risultato. – Oh!... Di questo non dubito, però se ricorressero a dei 203
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– Che abbiano invece scorto il nostro marinaio a prendere<br />
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furfanti sono furbi e possono avere indovinato il nostro progetto.<br />
– È possibile anche questo, signore.<br />
– Brutto affare!...<br />
– Che ci costringerebbe forse ad un lungo soggiorno in<br />
questa niente affatto comoda galleria.<br />
– E colla prospettiva d'un lungo <strong>di</strong>giuno – aggiunse<br />
Cordoba. – Uno dei miei due biscotti è già sparito e sentirei il<br />
desiderio <strong>di</strong> sgretolarmi anche l'altro.<br />
– Bisogna economizzare, signor tenente. Io ho ancora<br />
intatti i tre datimi dai marinai.<br />
– Io non sono uno spagnolo <strong>di</strong> razza pura, amico. Voi vi<br />
accontentate d'una sigaretta per colazione, d'una cipolla e d'una<br />
crosta <strong>di</strong> pane per pranzo, e per cena d'una serenata al chiaro <strong>di</strong><br />
luna, ma io ho perdute le abitu<strong>di</strong>ni dei miei antenati. Carrai!...<br />
Noi scherziamo come mozzi a terra, e non pensiamo che ogni<br />
ora che passa la nostra <strong>Capitana</strong> si allontana da noi e che per lei<br />
il pericolo aumenta!... Dove l'avranno condotta quei birbanti<br />
– Al campo <strong>di</strong> Pardo, sono certo <strong>di</strong> non ingannarmi.<br />
– Sarà molto lontano <strong>di</strong> qui<br />
– Dieci o do<strong>di</strong>ci ore <strong>di</strong> marcia; se si trova ancora sul<br />
margine <strong>del</strong>la palude, <strong>di</strong> fronte all'ensenada <strong>di</strong> Cortez.<br />
– Saprai condurmi colà<br />
– Lo spero, signore.<br />
– Prima <strong>di</strong> tornare all'Yucatan voglio sapere cosa è<br />
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– <strong>La</strong> <strong>Capitana</strong> è donna energica e non cederà, signor<br />
tenente. Tenteranno <strong>di</strong> costringerla alla resa <strong>del</strong>la nave, ma non<br />
otterranno da lei alcun risultato.<br />
– Oh!... Di questo non dubito, però se ricorressero a dei<br />
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